Militaria
Le difese aeree russe distruggono i missili britannici Storm Shadow forniti a Kiev

Unità di difesa aerea russe operanti nella zona di conflitto ucraina hanno abbattuto due missili Storm Shadow, oltre a diverse altre minacce aeree. Lo riporta il sito Sputnik.
«I sistemi di difesa aerea hanno intercettato due missili da crociera a lungo raggio Storm Shadow, 19 razzi HIMARS MLRS e due missili anti-radiazioni HARM», ha dichiarato il ministero della Difesa russo in una nota.
Inoltre, circa 12 UAV gestiti dalle forze di Kiev sono stati abbattuti dalle unità di difesa aerea russe nella Repubblica popolare russa di Lugansk, nella Repubblica popolare di Donetsk e nella regione di Zaporiggia.
Secondo alcune fonti del Telegram russo, esplosioni recenti nella città di Berdjansk potrebbero essere stata causate dal lancio degli Storm Shadow da parte degli ucraini.
Già a metà maggio il ministero della Difesa di Mosca aveva dichiarato di aver abbattuto 7 missili Storm Shadow nel giro di 24 ore.
Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno fornito all’Ucraina armi e materiale militare per un valore di miliardi di dollari – tra cui armi di piccolo calibro, artiglieria, sistemi di razzi a lancio multiplo e sistemi di difesa aerea.
Come noto, il prossimo passo è la fornitura di F-16, che costeranno 2 miliardi di dollari per 10 unità.
È stata ventilata in questi mesi anche l’ipotesi di fornire a Kiev testate nucleari. Del resto, del riarmo atomico ucraino aveva parlato Zelens’kyj alla conferenza sulla Sicurezza internazionale di Monaco poco prima dell’invasione.
Secondo calcoli di un reportage del canale TV USA CBS, solo il 30% delle armi inviate in Ucraine giungerebbe al fronte. Il resto sparirebbe sul mercato nero e sul dark web, alimentando criminalità organizzata internazionale e terrorismo. Questo mese il presidente nigeriano Muhammadu Buhari ha lamentato di come le armi occidentali pro-Kiev stiano ora filtrando nella regione dell’Africa Occidentale.
I fornitori occidentali lo sanno perfettamente, ma sembrano incuranti dei pericoli che ciò potrà causare in futuro.
Immagine screenshot da Telegram
Militaria
Budapest: l’UE «ha soldi solo per la guerra»

L’UE sta anteponendo le esigenze militari dell’Ucraina alle priorità degli Stati membri dell’Unione, ha affermato il consigliere del governo ungherese Balazs Orban. Ha accusato i leader dell’UE di trovare sempre finanziamenti per la «guerra», ma non per altre cause.
I leader dei paesi dell’UE stanno valutando la creazione di un nuovo fondo da 100 miliardi di euro (117 miliardi di dollari) nell’ambito del prossimo bilancio settennale dell’Unione per coprire le spese del governo ucraino, ha riportato Bloomberg questa settimana, citando fonti vicine alle discussioni. Budapest, tuttavia, è stata una fervente critica dell’approccio dell’Unione al conflitto russo-ucraino fin dal suo inizio.
«L’Europa ha finito i soldi, tranne quando si tratta di guerra. Ci sono sempre 100 miliardi di euro per quello», ha scritto Orban, consigliere di Orban, sui social media, avvertendo che un simile stanziamento di fondi avrebbe probabilmente portato a ulteriori proposte di spendere il denaro dei contribuenti dell’UE per l’Ucraina.
Orban ha fatto riferimento alla stima di Kiev secondo cui sarebbero necessari 1.000 miliardi di dollari in 14 anni per la ricostruzione e la modernizzazione, una cifra condivisa dal primo ministro Denis Shmigal durante una conferenza dei donatori tenutasi questa settimana a Roma.
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«Finché l’Europa non riesce a uscire dalla propria crisi economica, sociale e di sicurezza, Bruxelles continuerà a finanziare la guerra: armi al posto della pace, nuovo debito al posto di un’Europa competitiva», ha affermato l’Orban.
La scorsa settimana la testata economica neoeboracena Bloomberg ha riportato che la società di investimenti statunitense BlackRock ha abbandonato i tentativi di attrarre investitori privati per un programma di ricostruzione dell’Ucraina. Il fondo avrebbe dovuto essere lanciato alla conferenza di Roma, ma i potenziali partecipanti avrebbero espresso «una mancanza di interesse in un contesto di crescente incertezza» sul futuro del Paese.
Il presidente ucraino Volodymyro Zelens’kyj ha dichiarato all’evento che «solo gli amici sono invitati» a contribuire alla ricostruzione del Paese, ribadendo il suo appello a confiscare i beni statali russi congelati dalle nazioni occidentali e a trasferirli a Kiev.
Mosca ha avvertito che tali azioni costituirebbero un furto internazionale. I membri dell’UE hanno espresso preoccupazione per il fatto che l’espropriazione di beni russi potrebbe erodere significativamente la fiducia globale nei loro sistemi finanziari.
In alternativa, i sostenitori dell’Ucraina hanno imposto una «tassa sugli utili straordinari» sui profitti derivanti dai fondi russi immobilizzati e hanno incanalato il denaro verso Kiev – un approccio che Mosca ha descritto come un’altra forma di criminalità.
L’Ungheria ha accusato la dirigenza dell’UE di aver inflitto gravi danni economici agli stati membri attraverso sanzioni alla Russia e di aver sprecato risorse in uno sforzo bellico che, a suo dire, non può garantire una vittoria militare su Mosca.
Come riportato da Renovatio 21, Balazs Orban aveva dichiarato che il piano proposto da Zelens’kyj un anno fa era «la via più rapida per una guerra mondiale».
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Immagine di Elekes Andor via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Militaria
Videogiocatore bannato per aver pubblicato il manuale di un vero aereo da guerra

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Militaria
Israele arruola forzatamente gli studenti ultra-ortodossi del seminario

L’esercito israeliano ha annunciato l’intenzione di arruolare forzatamente 54.000 studenti di seminario ultra-ortodossi questo mese, in seguito a un’ordinanza della Corte Suprema che annulla le loro esenzioni, ha riferito l’IDF in un post su Telegram domenica.
Il servizio militare è obbligatorio per la maggior parte dei cittadini israeliani, sia uomini che donne sono tenuti a prestare servizio nelle Forze di Difesa Israeliane (IDF) per un periodo compreso tra 24 e 32 mesi, di solito a partire dai 18 anni. La maggior parte della popolazione araba del Paese, che rappresenta il 21% della popolazione, è esente dal servizio militare, sebbene alcuni si offrano volontari. Anche gli studenti di seminario ebrei ultra-ortodossi sono esentati da decenni.
La distribuzione degli avvisi di coscrizione è prevista per tutto il mese di luglio, mentre gli arruolamenti saranno scaglionati nel corso dell’anno successivo.
Le IDF hanno dichiarato che rafforzeranno anche i controlli contro i renitenti alla leva e i disertori in tutti i settori. Secondo fonti locali, le autorità intendono adottare misure più rapide contro coloro che non si presentano in servizio, autorizzando anche la polizia di frontiera a istituire posti di blocco ed effettuare arresti.
La decisione arriva in un momento in cui le esigenze militari sono aumentate a causa dei conflitti in corso con Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano, gli Houthi in Yemen, nonché delle tensioni con l’Iran. I riservisti delle IDF avrebbero espresso affaticamento a causa dei dispiegamenti prolungati, aumentando la pressione sul governo affinché ampliasse la base di leva.
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Lo scorso giugno, la Corte Suprema israeliana ha stabilito che lo Stato deve iniziare ad arruolare gli studenti di seminario ebrei nell’esercito. A Gerusalemme sono scoppiate proteste di massa, con migliaia di manifestanti che si sono scontrati con la polizia, hanno lanciato pietre e attaccato veicoli, compresi quelli di alti ministri ultraortodossi.
I partiti ultra-ortodossi all’interno della coalizione del premier Beniamino Netanyahu, in particolare il partito Ebraismo Unito della Torah (UTJ) e lo Shas (partito che rappresenta gli interessi degli ebrei sefarditi e mizrahi haredi), hanno minacciato di ritirare il sostegno a meno che le esenzioni non vengano ripristinate tramite legge. Il loro ritiro potrebbe smantellare la risicata maggioranza parlamentare di Netanyahu, innescando potenzialmente elezioni anticipate.
I leader ultra-ortodossi sostengono che l’integrazione militare minacci il loro stile di vita religioso, in particolare a causa dell’integrazione di genere nelle forze armate. In risposta, l’esercito si è impegnato ad adattarsi al loro stile di vita e a sviluppare programmi per promuovere l’inclusione.
Le tensioni tra la comunità degli ebrei ortodossi e le autorità israeliane vanno avanti da tempo.
Come riportato da Renovatio 21, dopo lunghe discussioni dell’opinione pubblica israeliana, l’anno scoro l’Alta Corte di Israele aveva stabilito che anche gli ortodossi devono essere arruolati nell’esercito dello Stato Ebraico. Sei mesi fa centinaia di manifestanti ultraortodossi avevano bloccato una delle principali arterie stradale di Tel Aviv, Bnei Brak, per protestare contro la leva obbligatoria.
Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi mesi la rivista ebraica Ha-kom, rivolta agli ebrei ortodossi, aveva pubblicato una serie di articoli sulla demoralizzazione dei soldati israeliani.
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