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Vaccini e feti abortiti, il peccato di scandalo (e una domanda)

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«Ai fedeli e ai cittadini di retta coscienza (padri famiglia, medici, ecc.) spetta di opporsi, anche con l’obiezione di coscienza, ai sempre più diffusi attentati contro la vita e alla “Cultura della Morte” che li sostiene. E da questo punto di vista, l’uso di vaccini la cui produzione è collegata all’aborto provocato costituisce almeno una cooperazione materiale passiva mediata remota all’aborto, e una cooperazione materiale passiva immediata alla loro commercializzazione. Inoltre, sul piano culturale, l’uso di tali vaccini contribuisce a creare un consenso sociale generalizzato all’operato delle industrie farmaceutiche che li producono in modo immorale».

 

Con queste parole si avviava alla conclusione il documento emesso nel 2005 dalla Pontificia Accademia per la Vita, uno fra i più citati, in ambiente cattolico, per tirare da una parte all’altra della giacca la Chiesa sulla questione morale legata ai vaccini prodotti con linee cellulari di feti abortiti.

«Ai fedeli e ai cittadini di retta coscienza (padri famiglia, medici, ecc.) spetta di opporsi, anche con l’obiezione di coscienza, ai sempre più diffusi attentati contro la vita e alla “Cultura della Morte” che li sostiene. E da questo punto di vista, l’uso di vaccini la cui produzione è collegata all’aborto provocato costituisce almeno una cooperazione materiale passiva mediata remota all’aborto»

 

Questo è possibile per il semplice fatto che, come più volte abbiamo avuto modo di dire dalle colonne di Renovatio 21, il documento è per sua stessa natura ambiguo. Come ambigui sono praticamente tutti i pronunciamenti della chiesa conciliare anche se molti, specie in ambiente cattolico tradizionalista, paiono averlo dimenticato per avere qualcosa al quale appellarsi per rendere virtù alla posizione «iper-vaccinista» dell’ora presente.

 

Passando oltre, senza considerare il penoso pronunciamento della PAV nel 2017 — pronunciamento avvenuto precisamente il 31 luglio 2017, guarda caso lo stesso giorno dell’approvazione della cosiddetta Legge Lorenzin in materia di vaccinazioni — arriviamo al dicembre del 2020, con il documento emesso questa volta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. 

 

All’interno di esso leggiamo un interessante passaggio: 

 

«Infatti, l’uso lecito di tali vaccini non comporta e non deve comportare in alcun modo un’approvazione morale dell’utilizzo di linee cellulari procedenti da feti abortiti. Si chiede, quindi, sia alle aziende farmaceutiche che alle agenzie sanitarie governative, di produrre, approvare, distribuire e offrire vaccini eticamente accettabili che non creino problemi di coscienza, né agli operatori sanitari, né ai vaccinandi stessi»

 

Dai due passaggi sopracitati — 2005, PAV; 2020, CDF — emerge un evidente sentire comune, di per sé assolutamente giusto: la condanna alla produzione di vaccini eticamente inaccettabili. 

 

Cos’ha fatto, cosa sta facendo o cosa ha intenzione di fare chi condanna la produzione di tali vaccini per far sì che essa cessi? Quali azioni concrete di protesta, di ostracismi vari o di boicottaggio sono messe in atto per fermare un tale crimine che tutti sembrerebbero voler condannare all’unanimità?

Questo sentire comune, allo stesso tempo, sembra essere espresso anche da quegli ambienti cattolici che da un anno a questa parte circa hanno preso una posizione più che favorevole all’utilizzo dei vaccini, specie quelli anti-COVID per arginare una presunta quanto poco realistica «pandemia». 

 

La domanda, perciò,  è di vitale importanza per analizzare e conseguente comprendere la questione che si pone nella sua completezza: cos’ha fatto, cosa sta facendo o cosa ha intenzione di fare chi condanna la produzione di tali vaccini per far sì che essa cessi? Quali azioni concrete di protesta, di ostracismi vari o di boicottaggio sono messe in atto per fermare un tale crimine che tutti sembrerebbero voler condannare all’unanimità? Anche chi ritiene il vaccino di origine fetale «lecito» in casi particolari (ricordiamo che nemmeno la lettera dei documenti vaticani lo ritiene sempre e comunque lecito), una volta affermata questa sua posizione, dovrebbe spendersi quantomeno in favore di rimedi alternativi, impegnandosi in campagne contro tale genere di produzione.

 

Sembra invece che l’unica campagna che interessi i cattolici «ultravax» sia quella per convincere i recalcitranti alla vaccinazione.

 

La risposta è molto semplice: nessuno, quantomeno in Italia, dagli apici della Chiesa ai circoli e circoletti intellettuali ha mai preso qualche decisione concreta per contrastare questo fenomeno di Morte. 

 

Predicano e fingono anzi di condannare l’abominio dell’aborto, ma sono parte della stessa filiera di Morte.

Sembra invece che l’unica campagna che interessi i cattolici «ultravax» sia quella per convincere i recalcitranti alla vaccinazione.

 

Prendiamo dall’Enciclopedia Treccani la definizione precisa di «filiera»:

 

«Filiera – Sequenza delle lavorazioni, effettuate in successione, al fine di trasformare le materie prime in un prodotto finito (…). Una f. si riferisce normalmente a uno specifico prodotto, ossia al sistema delle attività economiche legate tra loro lungo tutte le fasi di trasformazione, realizzazione e distribuzione di un particolare bene».

 

Già la definizione della Treccani ci sembra delineare palesi analogie con la catena infernale di produzione dei vaccini derivanti da aborti procurati ma, essendo gli autori del presente articolo particolarmente distanti da un certo mondo «intellettuale», per spiegare e far comprendere il concetto di filiera a coloro che in malafede o per ignoranza voltano lo sguardo dall’altra parte a dispetto dell’evidenza, preferiremmo rifarci ad un esempio decisamente più «terra a terra», comprensibile persino all’animo puro e ingenuo di un bambino: un grandissimo cantante italiano — che preferiamo all’italo-spagnolo Miguel Bosé — Sergio Endrigo, con il suo intramontabile pezzo «Ci vuole un fiore», pubblicato nell’ottobre del 1974.

«Per fare un vaccinato (magari “cattolico” e “prolife”) ci vuole un vaccino / Per farsi un vaccino ci vuole chi lo inocula / Per fare chi lo inocula ci vuole chi lo vende / Per fare chi lo vende ci vuole chi lo produce /  Per fare chi lo produce ci vuole il tessuto umano da cui ricavare le linee cellulari / Per avere i tessuti umani ci vogliono molti aborti volontari “utili” alla causa / Per fare un vaccinato, quindi, ci vogliono molti aborti…»

 

Il motivo della famosissima canzone è semplice ed orecchiabile: «Le cose d’ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare / Per fare un tavolo ci vuole il legno /Per fare il legno ci vuole l’albero / Per fare l’albero ci vuole il seme / Per fare il seme ci vuole il frutto / Per fare il frutto ci vuole il fiore / Ci vuole un fiore, ci vuole un fiore / Per fare un tavolo ci vuole un fiore»

 

È proprio così, bisogna saper guardare ed ascoltare ciò che sta dietro alle cose, non accontentandosi di accettarne passivamente il significato che il canto delle sirene del mondo vuol farci credere.

 

Se in modo quasi irriverente sostituissimo le parole della canzone con altre, caratterizzanti la cosiddetta filiera di Necrocultura che sorregge il castello di carta dei vaccini, ne ricaveremmo un altrettanto illuminante racconto:

 

«Per fare un vaccinato (magari “cattolico” e “prolife”) ci vuole un vaccino / Per farsi un vaccino ci vuole chi lo inocula / Per fare chi lo inocula ci vuole chi lo vende / Per fare chi lo vende ci vuole chi lo produce /  Per fare chi lo produce ci vuole il tessuto umano da cui ricavare le linee cellulari / Per avere i tessuti umani ci vogliono molti aborti volontari “utili” alla causa / Per fare un vaccinato, quindi, ci vogliono molti aborti…»

 

A molti potrebbe sembrare un discorso semplicistico, ma riteniamo che i fatti siano in effetti molto semplici ed evidenti: se non volessi veramente gli aborti all’origine della catena, se non volessi la dannazione eterna di molte persone all’interno della filiera a causa della loro complicità a questo orrendo crimine, l’unica arma nelle mie mani, nel mio piccolo, per combattere con i fatti questo sistema sarebbe senza ombra di dubbio il rifiuto categorico e la resistenza — anche eroica, se il Signore me lo dovesse chiedere.

 

I nostri «cattoliconi» benpensanti, infatti, da una parte li condannano perché «produttori» di vaccini insanguinati da un crimine gravissimo, dall’altra risultano essere il primo motore delle loro azioni efferate, incentivandone la produzione stessa, diventando i veri e propri consumatori

In caso contrario, evidentemente, oltre ad essere complice e, in fin dei conti, la causa vera dell’aborto procurato originario, sarei, secondo la morale cristiana, fonte di evidente scandalo nei confronti di molti miei fratelli coinvolti nella filiera. I nostri «cattoliconi» benpensanti, infatti, da una parte li condannano perché «produttori» di vaccini insanguinati da un crimine gravissimo, dall’altra risultano essere il primo motore delle loro azioni efferate, incentivandone la produzione stessa, diventando i veri e propri consumatori.

 

Chiedere qualcosa che non può essere fatto senza peccato da parte di chi dà non può essere mai lecito, quando il peccato viene dalla cosa stessa che è richiesta, e non dalla cattiveria personale di chi dà. 

 

Questo è lo scandalo in senso stretto: non tanto e non solo, come popolarmente si intende, un cattivo esempio pubblico, ma anche semplicemente indurre un altro a peccare o a restare nel suo peccato. I prodotti provenienti da aborti esistono solo grazie agli aborti compiuti: non possono essere realizzati senza questo crimine iniziale. Quindi non possono essere richiesti senza approvare quel peccato iniziale. 

 

L’illiceità della produzione da linee fetali non viene da una malizia del produttore, nel qual caso una causa proporzionata mi scuserebbe dal peccato di scandalo (se io compro il caffè da uno sfruttatore, la malizia è di chi produce in quel modo, non dal prodotto che in sé può essere realizzato altrimenti): viene dal prodotto come tale, intrinsecamente cattivo, e quindi inaccettabile. Richiederlo quindi è sempre illecito. 

Questo è lo scandalo in senso stretto: non tanto e non solo, come popolarmente si intende, un cattivo esempio pubblico, ma anche semplicemente indurre un altro a peccare o a restare nel suo peccato

 

Non si capisce per quale passaggio logico possa essere illecito e peccaminoso produrre da linee cellulari umane (come ammette lo stesso Vaticano, lo abbiamo visto), e invece lecito consumare tali prodotti, almeno in alcuni casi. Il discorso della causa proporzionata e della cooperazione materiale non regge in questo caso, perché è indiscutibile principio morale che non sia mai lecito chiedere ciò che non può essere dato senza peccato da chi dà, quando l’opera richiesta è intrinsecamente cattiva. Quel discorso della causa sufficiente vale solo quando la cattiveria di ciò che è richiesto viene dalla malizia di chi dà, non dalla cosa richiesta.

 

Del resto lo scandalo (nel senso che abbiamo visto) non sta solo nel consumare il prodotto proveniente da aborti, ma anche nel favorire il perpetuarsi di tale pratica.

 

Non si capisce come si avrebbe il dovere (a detta del Vaticano stesso) di lottare attivamente contro tali produzioni, senza dover prendere anche il principale e fondamentale strumento per farlo, cioè il rifiutarne la somministrazione.

Non si capisce come si avrebbe il dovere (a detta del Vaticano stesso) di lottare attivamente contro tali produzioni, senza dover prendere anche il principale e fondamentale strumento per farlo, cioè il rifiutarne la somministrazione

 

Aspettiamo con ansia che tutti gli strenui «difensori della vita» non solo comprendano questo tutto sommato semplicissimo concetto, ma diano anche esempio di coerenza — facta, non verba — opponendosi concretamente alla produzione di simili vaccini. 

 

Tuttavia siamo certi che non lo faranno mai, poiché farlo significherebbe rifiutare totalmente i vaccini stessi, opponendosi all’offerta — e quindi alla produzione — attraverso  il rifiuto dell’inoculazione e della stessa loro funzione sul mercato farmaceutico. 

 

 

Cristiano Lugli 

Alessandro Corsini 

 

 

 

 

 

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Vaccino COVID mRNA inalato ora in fase di sperimentazione in Canada. Fatto con cellule di aborto

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Una versione inalatoria finanziata dal governo canadese del vaccino mRNA contro il COVID, sviluppata con linee cellulari fetali contaminate da aborto, sta entrando nella fase 2 delle sperimentazioni cliniche. Lo riporta LifeSiteNews.

 

Il vaccino mRNA COVID sperimentale «a vettore adenovirale» chiamato «Serova» è stato sviluppato presso la McMaster University di Hamilton, Ontario, e i ricercatori sono ora impegnati nel reclutamento attivo di 350 volontari per gli studi randomizzati in doppio cieco.

 

Secondo i ricercatori, il progetto «AeroVax» ha ottenuto finanziamenti per 8 milioni di dollari dai Canadian Institutes of Health Research (CIHR). Nel 2023, era stata avviata la sperimentazione di Fase 1, a cui hanno partecipato 36 persone. Secondo i ricercatori, non si sono verificati effetti collaterali gravi durante la sperimentazione di Fase 1.

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In totale, il 75 percento dei partecipanti riceverà la versione reale del vaccino areale, mentre gli altri riceveranno placebo.

 

Nel 2021 sono state sviluppate due versioni del vaccino anti-COVID «da inalare», denominate «Tri:ChAd» e «Tri:HuAd», entrambe basate su una forma della proteina spike presente nel virus COVID.

 

È preoccupante che entrambe le versioni siano state realizzate con linee cellulari fetali HEK293 provenienti dall’aborto di un bambino.

 

«Tri:HuAd è stato confezionato e recuperato nelle cellule HEK293 tramite un sistema di co-transfezione a due plasmidi», si legge nel riassunto completo del vaccino.

 

Le linee cellulari fetali HEK293 sono state ricavate dal tessuto renale prelevato da un bambino abortito nei Paesi Bassi negli anni Settanta.

 

Secondo McMaster, gli studi preclinici sugli animali hanno «già» dimostrato che «il vaccino inalato tramite aerosol è molto più efficace nell’indurre risposte immunitarie protettive rispetto alle iniezioni tradizionali». McMaster sostiene che ciò è dovuto al fatto che una versione inalatoria del vaccino è mirata alle vie respiratorie superiori, dove i virus respiratori «entrano per la prima volta nel corpo».

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Come riportato da Renovatio 21, una versione di vaccino COVID nasale era stato sperimentato in Russia, con lo stesso presidente Vladimiro Putin a provarlo, ricevendo per l’occasione un richiamo del vaccino Sputnik. Anche quello era realizzato con tecnologia adenovirale.

 

Come riportato da Renovatio 21, il vaccino russo Sputnik, come i vaccini occidentali in circolo, è stato preparato con l’uso di linee cellulari di feto abortito HEK-293.

 

Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa una startup tedesca legata alla Fondazione Gates riceve 5 milioni di dollari per lo sviluppo del vaccino nasale mRNA.

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Tucker Carlson scopre che i vaccini sono fatti con feti abortiti. L’antica battaglia di Renovatio 21 è viva

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Torna sotto i riflettori, dopo anni di oscuramento, uno dei temi principali dell’opposizione di molti alle vaccinazioni: l’utilizzo di cellule di feto abortito nella produzione dei sieri.   L’occasione è la lunga intervista condotta dal giornalista statunitense Tucker Carlson con Aaron Siri, avvocato di Robert F. Kennedy Jr. e di tante cause vaccinali nei tribunali USA.   La densa conversazione, della durata di quasi due ore, è stata pubblicata su X il 27 dicembre e ha attirato grande attenzione sui social media, poiché il Siri, che sta aiutando Kennedy a esaminare i potenziali dipendenti del dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, è stato oggetto di un feroce articolo sul New York Times il mese scorso che lo accusava di aver intentato una causa mettere al bando il vaccino contro la poliomielite. In realtà, spiega nell’intervista, si tratta di una querela contro uno specifico vaccino che, come praticamente tutti gli altri, non ha avuto sufficiente sperimentazione.  

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Siri, di origine ebraiche con alle spalle pure un tentativo di lavorare presso la Corte Suprema dello Stato di Israele, ha raccontato la sua esperienza di avvocato di alto livello, quando seguiva litigations tra aziende multimiliardarie, per poi finire, quasi casualmente, ad occuparsi di vaccini, scelta che gli è costata la perdita di tutti i suoi grandi clienti.   Raccontando quindi la sua difesa degli ebrei ortodossi di Brooklyn contro gli obblighi vaccinali imposti dall’amministrazione della città di Nuova York, Siri finisce per toccare la questione di come Big Pharma faccia affidamento sui bambini abortiti per realizzare i suoi prodotti.   «In ogni singola dose di vaccino MPR (morbillo, parotite, rosolia), ci sono letteralmente, letteralmente milioni di pezzi della linea cellulare coltivata di un feto abortito in ogni singola iniezione», ha spiegato Siri a uno sbalordito Carlson. «Potrei letteralmente tirare fuori in questo momento la lista degli ingredienti del CDC per il vaccino MPR».   In particolare, l’avvocato si riferisce alle «classiche» linee cellulari MRC-5 e WI-38, che chi segue da tempo Renovatio 21 conosce bene.   Il Siri, che ha vinto importanti cause legali relative alla libertà medica e ai danni da vaccino nella sua esperienza di contenzioso, spiega quindi ad uno sconcertato Carlson che affinché i vaccini possano essere sviluppati, devono essere coltivati ​​su «tessuto fetale abortito» che sia «vivo».   A questo punto Carlson, che ammette di non aver mai sentito parlare di topi umanizzati (tema che i nostri lettori invece maneggiano bene), fa un’ammissione imprevista, sconosciuta alla totalità dei suoi ascoltatori: anche lui ha un figlio (o una figlia) che ha subito un danno da vaccino. Quindi chiede: «da dove prendono i feti abortiti?», per poi dire «sono a disagio come non mi sono mai sentito in un’intervista».   «Dai bambini che vengono abortiti», risponde l’avvocato Siri. «Le cellule devono essere vive». Il legale sembra ad un certo punto indicare che alcuni di questi bambini vengono concepiti appositamente per essere squartati, e dopo un numero di settimane tale che in alcuni Stati renderebbe l’operazione come un aborto illegale.   I due quindi discutono una deposizione – che in integrale dura nove ore – che Siri aveva precedentemente condotto sul medico ebreo ateo Stanley Plotkin: sia la deposizione che il personaggio sono ampiamente conosciuti dai lettori di Renovatio 21.   Il Plotkin è stato consulente per Big Pharma per decenni su come realizzare i loro prodotti. Durante la deposizione il Plotkin ammette a Siri di aver utilizzato vaccini sperimentali su orfani e malati mentali a scopo di test. Il video, che era stato messo in rete sottotitolato in italiano da qualche associazione benemerita, è stato fatto sparire da YouTube: indovinate, violava le «linee guida».   Carlson si dice «scioccato e disgustato» quando ha guardato le clip della deposizione di Plotkin, aggiungendo che il legame tra le aziende farmaceutiche e l’industria dell’aborto è profondamente inquietante.  

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«In genere vengono abortiti per scopi scientifici. Devono saperlo in anticipo, per la maggior parte, perché se abortiscono il bambino e non agiscono immediatamente per assicurarsi che i tessuti non muoiano, allora non puoi usarli in questi esperimenti», ha risposto Siri commentando come Big Pharma lavori in tandem con gli abortisti.   In particolare, il Siri descrive come il feto venga tagliato «a cubetti», per poi sperimentare su quale organo (lingua, rene, polmone, etc.) il virus da immettere nel vaccino «attacchi» meglio.   L’avvocato di Kennedy prosegue spiegando che quando ti dicono che le linee cellulari sono di un numero limitato e lontane nel tempo (argomento utilizzato ufficialmente dalla gerarchia cattolica per spingere i fedeli alla siringa) si tratta di una menzogna: gli esperimenti continuano anche oggi, e viene fatto il caso di un esperimento specifico nel quale sarebbero stati utilizzati più di 70 feti.   Carlson ad un certo punto sostiene di sentire «vibrazioni di sacrificio umano», un argomento che sembra aver compreso pienamente. Così come dimostra di aver capito che quella dei vaccini è una religione, come chiede allo stesso Siri, il quale prova a immaginare che la religione vaccinale è un surrogato di fede atea.   Qui a Renovatio 21 non possiamo che essere felici del fatto che il tema dell’uso dei feti abortiti per la ricerca medica e la produzione dei farmaci, in particolare nei vaccini, torni alla luce.   Come sa il lettore, l’argomento fu uno degli elementi costitutivi degli inizi di Renovatio 21, che organizzò nel marzo 2019 il convegno «Fede, Scienza e Coscienza», alla presenza di ricercatori internazionali e del cardinale Raimondo Burke. Il video, dopo anni e anni, è stato recentemente rimosso da YouTube con strike (cioè ammonimento di espulsione).   Lo abbiamo ricaricato su Rumble, e a questo punto lo ricarichiamo pure su Twitter, ora X. Eccolo.  

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L’idea che Renovatio 21 portava avanti, in realtà ancora prima dei tempi della legge Lorenzin (2017) che impediva l’accesso alle scuole ai nostri figli, era semplice: sollevando il tema dei feti sacrificati dei vaccini, ci sarà possibile utilizzare l’obiezione di coscienza – grande vacca sacra apparentemente intoccabile così come la sua legge genocidiaria 194/78, perché teneva in piedi la pax bioetica assassina del compromesso tra democristiani, comunisti e radicali (e, oggi, i loro figli postcomunisti, postfascisti, «liberali» – in compagnia ovviamente dei vescovi) – e così sottrarre milioni di bambini all’abominio della siringa di Stato obbligatoria, contenente – come nelle antiche pozioni delle streghe descritte dal Malleus maleficarum (1486)– pezzi di bimbo sacrificato.   Non fu così: non solo la gerarchia cattolica della Roma conciliare corrotta, simoniaca e demoniaca aveva pronte giustificazioni e scuse fatte di pura menzogna: no, di lì a poco sarebbe scattata la più grande emergenza sperimentata dall’umanità del XXI secolo, la pandemia, che, guarda guarda, nella distruzione totale dei diritti costituzionali dei cittadini ad un certo punto richiese proprio il vaccino obbligatorio per l’intera popolazione.   Era uno sviluppo che, a differenza di tante associazioni antivacciniste (apocalittiche solo a parole…) Renovatio 21 aveva ampiamente previsto: essendo il movimento della storia quello verso un ritorno della schiavitù – è, infine, del sacrificio umano – era chiaro che dopo la sovranità politica (pensate a Unione Europea, NATO, etc.), la sovranità economica (l’euro), la sovranità famigliare (il gender nelle scuole dei figli), sarebbe venuto il turno dell’attacco alla sovranità biologica, persino a livello biomolecolare. E come si entra nel corpo dell’essere umano, se non con una siringa, considerata come un bonario strumento di salute pubblica?   Usiamo pensare, con amarezza immane, che eravamo ad un passo dal salvare milioni, forse miliardi di persone, e non è un’esagerazione: l’intenzione, testimoniata dall’invito estero al cardinale Burke di coinvolgere il livello più alto della Chiesa cattolica era quello di mettere in pista attivamente un’obiezione basata sulla religione. Sappiamo che in moltissimi casi di richiesta di obiezione al vaccino da parte di soldati USA è stata utilizzata l’obiezione religione, fino a poco prima ampiamente tollerata.   Purtroppo il Vaticano agì invece come malefico agente del siero fatto con aborti, imponendolo a tutti i suoi dipendenti e diramandone la bontà per bocca dello stesso romano pontefice (il sierarsi come «atto d’amore»), il quale come noto ebbe incontri segreti con il CEO di Pfizer Albert Bourla.   Tutto quello che avevamo costruito crollò sotto i colpi della dittatura pandemista dei governi (che di fatto annullarono le costituzioni) e del Vaticano definitivamente occupato dalle forze del Male. Pensate: se solo il papa avesse detto una parola (sed tanto dic verbo…) a favore dell’obiezione, milioni, miliardi di persone avrebbero evitato, grazie alla giustificazione religiosa autorizzata, il siero genico sperimentale. E con esso, quanti miocarditi, quante reazioni autoimmuni, quanti «malori improvvisi», quante morti si sarebbero risparmiate?   È una domanda a cui il Bergoglio, primo o poi, dovrà rispondere. E le conseguenze dovrebbero farlo tremare più di qualsiasi altra cosa.   Abbiamo lottato, come potevamo, prima del tempo. Abbiamo anticipato tutti: questo ci è riconosciuto. Anche quando l’interesse per questa strana, inspiegabile presenza del peccato più atroce nella questione vaccinale, così fondamentale per lo Stato moderno, andava scemando, anche a causa degli effetti collaterali sempre più mostruosi, che cominciavano a prodursi, e a divenire sempre più inengabili.   La battaglia di Renovatio 21, tuttavia, non è morta: è più viva che mai. Le linee cellulari sono ancora qui, i vaccini pure, così come i demoni insediatisi nel Sacro Palazzo.   Aiutateci a continuare la guerra contro il Male. Perché riguarda tutti, riguarda anche voi.   Roberto Dal Bosco

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Vaccini fatti con aborti. Ricordiamolo ancora una volta

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I vaccini e l’aborto sono strettamente legati. Dobbiamo ricordarlo sempre.

 

Si tratta di una delle prime battaglie di Renovatio 21, che precede di diversi anni la pandemia: prima che vi fosse il COVID e il siero mRNA, c’era l’obbligo dei vaccini pediatrici, anche quelli macchiati dall’uso di linee cellulari da feti abortiti, cioè da esseri umani innocenti sacrificati.

 

Ne abbiamo parlato tanto, e in ogni modo: articoli, conferenze, convegni. Ci è costato: le prime segnalazioni da parte di enti stranieri contro Renovatio 21 partirono prima del coronavirus, molto prima che i ban sui social fossero la norma. Dicevano che quella dei vaccini fatti con gli aborti era una falsità, e, incredibile, pareva ci credessero davvero – nonostante il bugiardino scrivesse MRC-5 o WI-38 o HEK-293, etc.

 

All’ammucchiata negazionista aderì ufficialmente, casualmente a ridosso della legge che toglieva ai bimbi non vaccinati la possibilità di frequentare l’asilo (con catastrofi famigliari-professionali conseguenti), anche il Vaticano bergogliano, che sapendo che dire la menzogna è peccato, optò per una teologia del peccato-yogurt: la nota congiunta uscita da vari enti ecclesiastici nel luglio 2017 diceva che sì, è vero, quei vaccini sono fatti con gli aborti, ma si tratta di aborti «lontani nel tempo»… in pratica, il peccato connessovi è scaduto, come un latticino uscito dal frigo. L’omicidio dell’innocente va teologicamente in prescrizione: abbiamo visto anche questa.

 

Abbiamo in ogni modo tentato di combattere, da subito, questo abominio: perché ci sembrava qualcosa di mostruoso, o ancora di più, di rivelatore. Volevano che i bambini fossero macchiati, sottopelle (tatuati, sarebbe da dire, ma i tattoo non sconvolgono il sistema immunitario), con materia che proviene dall’assassino dei loro simili. E senza quel marchio, nessun accesso, nesso diritto, multe, derisione, accuse, stigma sociale. Il mondo avrebbe imparato presto che quello era solo il test drive per quanto sarebbe successo con il virus cinese e il conseguente ribaltamento della società (non più uno stato di diritto, ma uno Stato cui sei sottomesso, verso cui non hai potere, e da cui puoi sperare solo concessioni, «accessi»).

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Renovatio 21 aveva organizzato nel marzo 2019 a Roma un convegno internazionale, «Fede, Scienza e Coscienza», tutto incentrato sul problema delle linee cellulare dei feti abortiti.

 

Grazie al lavoro inesausto di Cristiano Lugli, riuscimmo a far arrivare a Roma lo scienziato che più di ogni altro ha studiato il tema della presenza di materiale cellulare di feto abortito nei vaccini e i suoi effetti deleteri sulla salute dei bambini, la dottoressa Theresa Deisher, una rinomata ricercatrice con tanti paper e brevetti realizzati nella sua carriera nella scienza biomedica. Il suo intervento al convegno di Roma è ancora visibile sul nostro canale YouTube – finché dura.

 

Siamo stati felici di rivedere la dottoressa Deisher ripetere questa incontrovertibile realtà – i vaccini sono fatti con gli aborti esistono e sono fra noi  – in un video di Highwire, la testata di Del Bigtree, giornalista sodale di Robert F. Kennedy jr. Abbiamo pensato di sottotitolarlo, e di dividerlo in parti, per renderlo più fruibile online.

 

L’intervista è strutturata con domande e risposte. Molte cose fondamentali della questione – cose per le quali il mainstream normaloide della massa vaccina si tappa le orecchie e inizia ad urlare per non sentire – sono spiegate benissimo, e molto sinteticamente.

 

 

Cosa esattamente c’è in un vaccino?

«Un vaccino è costituito da un virus. Il virus è una lunga catena di acido nucleico. E l’acido nucleico è ciò che costituisce il nostro DNA e RNA. È troppo lungo da fare in provetta. Così noi imitiamo il modo che ha la natura di propagare e far crescere un virus e infettiamo le cellule».

 

È vero che ci sono feti abortiti nei vaccini?

«Quello che c’è nel prodotto finale, quando utilizziamo cellule che sono state create da un feto abortito, sono frammenti di DNA fetale umano e detriti cellulari. E a livelli abbastanza alti».

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Come fanno gli scienziati a procurarsi il tessuto fetale?

«Esistono società di procurement che lavorano fianco a fianco con gli abortisti, tipicamente nello stesso edificio».

 

«Quello che succede è che il cuore entra effettivamente in condizione di contrattura. È una volta che ciò accade, non è possibile ricavarne dati validi. Non puoi ottenere cellule che funzioneranno. Quindi il tessuto diventa davvero inutile. Deve essere espulso e messo in conservante che ferma il cuore entro 2 minuti».

 

«Il bambino deve nascere vivo o altrimenti non potranno prendere il cuore velocemente e inserirlo correttamente nella soluzione bloccante, in modo che possano conservarlo per l’elaborazione».

 

 

I feti sono ancora vivi dopo l’estrazione?

«Beh, un feto nato intatto è sicuramente morto quando gli strappano via il cuore. Non gli viene somministrato alcun anestetico. Non farei mai una cosa del genere ad un topo o ad un ratto».

 

«Non sarei sorpresa se in un futuro non così lontano potremo ottenere dei numeri concreti che mostrano come gli aborti vengano ritardati sempre di più, in modo che gli scienziati e le società di procurement possono ottenere un tessuto migliore e più a termine».

 

I feti sono ancora usati per fare i vaccini? Molti dicono che hanno fermato questa pratica negli anni Settanta?

«Non è una vecchia tecnica, alcune delle linee cellulari che utilizzano per la produzione di vaccini sono state realizzate negli anni Settanta. Stanno iniziando a deteriorarsi. Quindi in realtà è necessario creare nuove linee cellulari per sostituirle».

 

«Ogni giorno, bambini abortiti vengono predati e sfruttati per la ricerca biomedica, e la pratica continua perché chiudiamo gli occhi sull’etica dei vaccini… per le persone che non condividono il nostro orientamento morale non c’è alcuna differenza tra un aborto effettuato nel 1970 e l’aborto fatto ieri».

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Usare cellule fetali umane nei vaccini è pericoloso?

«Sappiamo con certezza che i livelli di DNA di questi vaccini che entrano nel flusso sanguigno dei nostri bambini talvolta superano 100 volte i livelli di DNA fetale che, è stato dimostrato, attivano in modo massiccio la risposta immunitaria, causando il rilascio generale di citochine, e le citochine sono tossine. E stiamo dando ai bambini concentrazione da 10 a 100 volte più elevate. Sappiamo assolutamente che il recettore TLR9 si attiva».

 

«Le aziende farmaceutiche non hanno mai misurato il rilascio di citochine. E non hanno mai misurato un livello così acuto di risposta autoimmune».

 

 

Cosa possono fare i genitori per informarsi sui rischi del vaccinare i propri figli?

«Come minimo, leggete un po’ il foglietto illustrativo, e vedrai gli effetti collaterali riconosciuti. Ciò potrebbe accadere al tuo sanissimo, normalissimo bambino».

 

«Fai una valutazione del rischio: tuo figlio è a rischio di questa malattia? Se dovesse contrarla, quali sono le conseguenze di contrarre questa malattia? È così tremendo, oppure possiamo gestirlo bene dal punto di vista medico in modo che nostro figlio stia bene?

 

Come i genitori dovrebbero parlarne ai pediatri?

«Vorrei incoraggiare tutti i genitori a chiedere al proprio medico come l’immunità è causata da un vaccino. E se il tuo medico non ti parla dei recettori Toll-like, allora anche il tuo medico non sa nulla riguardo all’immunità, riguardo alla virologia, che è vaccinologia, oppure non ti sta dicendo la verità».

 

«Dovresti chiamare un dottore che sappia di cosa si sta parlando. O che ti dice la verità».

 

 

Sono parole giuste, e incontrovertibili.

 

Riguardo al tema di aborto e vaccini, e sempre bene, ogni tanto, ricordarci questo abominio, richiamare alla mente l’aberrazione biologica e morale a cui vogliono sottomettere noi e la nostra prole.

 

Noi dimentichiamo mai l’orrore in cui siamo immersi. E la battaglia che dobbiamo fare per uscirne.

 

Grazie, dottoressa Deisher.

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