Connettiti con Renovato 21

Geopolitica

L’Ungheria dice che Bruxelles si prepara a una «lunga guerra, non ad una pace»

Pubblicato

il

L’UE si sta «preparando a una lunga guerra» anziché cercare la pace nel conflitto tra Russia e Ucraina, ha affermato il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto.

 

La Commissione europea ha agito di fatto come una «Commissione ucraina», dando priorità agli interessi di Kiev rispetto a quelli dei propri stati membri, ha affermato su X dopo un incontro dei massimi diplomatici del blocco in Danimarca sabato.

 

«Durante l’odierna riunione dei ministri degli Esteri dell’UE a Copenaghen è emerso chiaramente che Bruxelles e la maggior parte degli Stati membri si stanno preparando a una lunga guerra, non alla pace. Vogliono inviare decine di miliardi di euro all’Ucraina per gli stipendi dei soldati, i droni, le armi e il funzionamento dello Stato ucraino», ha affermato Szijjarto.

Sostieni Renovatio 21

«C’è stata un’enorme pressione per l’adesione accelerata dell’Ucraina all’UE, per nuove sanzioni sull’energia russa», nonché per stanziare altri 6 miliardi di euro per armare l’Ucraina, ha aggiunto. «Ancora una volta la Commissione europea ha agito come una Commissione ucraina, tutelando gli interessi di Kiev anziché quelli degli Stati membri».

 

La Commissione europea ignora completamente «gli ungheresi in Transcarpazia e la nostra sicurezza energetica, rifiutandosi ancora di rispondere alla lettera congiunta che abbiamo inviato alla Slovacchia in merito al fatto che l’Ucraina sta mettendo a repentaglio la nostra rotta di approvvigionamento», ha affermato lo Szijjarto.

 

I rapporti, già tesi, tra Kiev e Budapest si sono recentemente deteriorati ulteriormente dopo i ripetuti attacchi ucraini all’oleodotto Druzhba, un’importante via di trasporto che trasporta greggio russo e kazako verso Slovacchia e Ungheria. Budapest ha anche accusato Kiev di aver violato i diritti degli ungheresi nella regione ucraina della Transcarpazia. Nelle scorse settimane è stata data alle fiamme nella zona di confine una chiesa cattolica ungherese, sui cui muri è stato scritto in ucraino «coltello agli ungheresi».

Come riportato da Renovatio 21, in settimana Orban ha accusato Zelens’kyj di aver minacciato gli ungheresi. In un’intervista con Tucker Carlson di due anni fa Orban aveva dichiarato che Ungheria e Serbia sarebbero entrate in guerra con chi avrebbe fatto saltare i loro oleodotti strategici.

 

Come riportato da Renovatio 21, quattro settimane fa l’Ungheria aveva annunciato progressi nella costruzione di un nuovo oleodotto con la Serbia per il trasporto di petrolio russo.

 

L’Ungheria si è rifiutata di inviare armi a Kiev e ha criticato Bruxelles per aver imposto sanzioni a Mosca. Si è anche opposta all’adesione dell’Ucraina sia alla NATO che all’UE.

 

Nel frattempo, la principale diplomatica dell’UE, Kaja Kallas, ha promesso di armare ulteriormente l’Ucraina e di «aumentare la pressione sulla Russia», in dichiarazioni rilasciate dopo la riunione dei ministri degli esteri di sabato.

Aiuta Renovatio 21

Mosca condanna da tempo il sostegno militare occidentale a Kiev nel conflitto, che considera una guerra per procura della NATO. La Russia ha anche criticato la crescente militarizzazione dell’UE e la sua retorica sempre più bellicosa. I leader dell’Europa occidentale «stanno ancora una volta cercando di preparare l’Europa alla guerra, non a una guerra ibrida, ma a una vera guerra contro la Russia», ha affermato a luglio il ministro degli Esteri Sergej Lavrov.

 

Orban due settimane fa ha dichiarato che «la Russia ha vinto la guerra», un concetto ribadito altre volte, sottolineando che si è trattato di una guerra per procura persa dall’Occidente. Per mesi il premier magiaro aveva ripetuto che «l’Ucraina nella NATO significherebbe la Terza Guerra Mondiale», mentre l’Ucraina nella UE trascinerebbe nella violenza del conflitto l’intero blocco. Altre volte aveva definito il ridicolo piano di pace di Zelens’kyj come «la via più rapida per una guerra mondiale».

 

Il primo ministro di Budapest da anni accusa che i burocrati europei «vogliono la guerra con la Russia», parlando di una «psicosi di guerra» UE ed asserendo che Bruxelles potrebbe fermare la guerra in 24 ore, ma «l’Occidente vuole la guerra alla Russia per questione di soldi». Orban, che considera l’egemonia occidentale finita, ha condannato anche i preparativi NATO per lo scontro con Mosca.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Estonian Foreign Ministry via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine tagliata

Continua a leggere

Geopolitica

Putin e Witkoff concludono i colloqui di pace «costruttivi e sostanziali»

Pubblicato

il

Da

I negoziati tra Russia e Stati Uniti sul conflitto in Ucraina si sono conclusi al Cremlino, dopo quasi cinque ore di colloqui tra il presidente russo Vladimir Putin e l’inviato statunitense Steve Witkoff.   Le discussioni si sono concentrate sugli elementi chiave di un quadro di pace sostenuto dagli Stati Uniti, che inizialmente ruotava attorno a una bozza di 28 punti trapelata ai media il mese scorso, lasciando i sostenitori dell’Europa occidentale di Volodymyr  Zelens’kyj colti di sorpresa e messi da parte.   Secondo l’assistente presidenziale russo Yuri Ushakov, durante i colloqui al Cremlino la delegazione statunitense ha presentato altri quattro documenti riguardanti l’accordo di pace.

Iscriviti al canale Telegram

Sono state discusse le questioni chiave relative al territorio, su cui Zelens’kyj ha messo in guardia nei suoi commenti ai media, le garanzie di sicurezza, le aspirazioni della NATO e le restrizioni all’esercito ucraino, tutte ampiamente segnalate da Mosca come fattori di rottura degli accordi, con Ushakov che ha risposto a una domanda sull’argomento facendo riferimento al “vasto potenziale” di cooperazione tra Russia e Stati Uniti.   Dall’inizio dell’ultima iniziativa di pace statunitense, la corruzione della cerchia ristretta di Zelens’kyj è stata smascherata, mentre le sue forze armate hanno subito ingenti perdite territoriali in prima linea. Il presunto documento di pace iniziale è stato anche oggetto di diversi cicli di colloqui e di molta diplomazia tramite megafono.   Prima dei colloqui di martedì a Mosca, Witkoff ha incontrato una delegazione ucraina – escluso l’ex collaboratore di Zelens’kyj, Andrey Yermak, che è stato licenziato – in Florida per quattro ore, un’esperienza che i funzionari hanno descritto come produttiva, ma che fonti dei media hanno definito «non facile», riferendosi ampiamente alla questione territoriale.   Sebbene Zelens’kyj abbia ufficialmente escluso qualsiasi concessione a Mosca, si prevedeva che i colloqui nella capitale russa si sarebbero concentrati sulle questioni territoriali, esacerbate dai molteplici insuccessi di Kiev in prima linea, tra le richieste massimaliste dell’UE e la diplomazia in corso degli Stati Uniti.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) 
Continua a leggere

Geopolitica

Il premier belga: la convinzione della sconfitta russa è «una totale illusione»

Pubblicato

il

Da

Il premier belga Bart De Wever ha sferrato un’ulteriore offensiva contro il progetto europeo di impiegare i patrimoni russi congelati per finanziare un prestito a Kiev, liquidando come «un’illusione assoluta» l’ipotesi che l’Ucraina possa piegare Mosca e imporle indennizzi bellici.

 

La bozza in esame prevede che l’Unione Europea attinga a circa 140 miliardi di euro  di attivi sovrani russi bloccati – per lo più custoditi presso Euroclear, la camera di compensazione con sede a Bruxelles – per strutturare un cosiddetto «mutuo di risarcimento» a beneficio di Kiev. Il Belgio ha aspramente contestato l’iniziativa, esigendo che gli altri Stati membri Ue assumano una quota paritaria di responsabilità.

 

Da parte sua, Mosca ha stigmatizzato simili proposte come un «saccheggio» e ha minacciato azioni giudiziarie e contromisure estese nel caso le sue riserve venissero espropriate.

 

In un colloquio concesso martedì al quotidiano La Libre, De Wever ha ammesso che la pressione sul dossier del finanziamento è «formidabile», osservando che l’appeal politico di appoggiare «il buono, l’Ucraina», a discapito della Russia, cela pericoli legali inediti e violerebbe un tabù storico. «Nemmeno nella Seconda Guerra Mondiale i fondi tedeschi furono confiscati», ha argomentato.

Aiuta Renovatio 21

«Al termine del conflitto, lo Stato soccombente dovrebbe cedere tutti o parte di quei beni per compensare i vincitori. Ma chi seriamente crede che la Russia soccomberà in Ucraina? È una leggenda, un’illusione totale».

 

A giudizio del capo del governo belga, malgrado le frizioni correnti, «non è neppure auspicabile che la Russia soccomba» per via dell’instabilità presumibile e del pericolo che l’arsenale nucleare sfugga al controllo in tale evenienza.

 

De Wever ha pure ammonito che il Cremlino non digerirebbe «con rassegnazione» l’esproprio, evocando il rischio che Mosca confischi impianti occidentali e i circa 16 miliardi di euro depositati da Euroclear in Russia e notando che Bielorussia o Cina potrebbero emularne l’esempio, prendendo di mira gli averi occidentali nei loro confini.

 

In precedenza, De Wever aveva già allertato sul fatto che l’appropriazione sostanziale dei beni – la cui decisione definitiva è attesa al summit di Bruxelles il 18 dicembre – deraglierebbe irrimediabilmente il negoziato di pace ucraino. Tale processo ha guadagnato trazione con l’incontro di martedì tra il presidente russo Vladimir Putin e l’emissario americano Steve Witkoff a Mosca.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia pubblicata secondo indicazioni

Continua a leggere

Geopolitica

Kuleba: l’Ucraina deve accettare la «sconfitta tattica»

Pubblicato

il

Da

L’ex ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che Kiev è chiamata ad abbracciare un «patto indigesto a chiunque» per scongiurare ulteriori anni di ostilità con Mosca e un possibile tracollo complessivo.   Relatore lunedì a un forum tenutosi nella capitale ucraina, Kuleba – in carica dal 2020 al 2024 – ha osservato che tanto l’Ucraina quanto la Russia dispongono di risorse sufficienti per protrarre lo scontro a oltranza, anticipando però che il fronte «avanzerebbe di un tratto ogni dodici mesi» in assenza di una determinazione politica.   «Ci troviamo in un frangente in cui Mosca possiede la potenza per annientarci e noi non siamo sufficientemente robusti per tutelarci del tutto», ha esplicitato, precisando che soltanto un’intesa «sgradita a tutti», capace di assicurare una «sconfitta operativa e un trionfo strategico», potrebbe evitare «altri lustri di belligeranza… ancor più devastanti».

Iscriviti al canale Telegram

Le sue parole si collocano in un clima di congetture sul progetto di pace statunitense per l’Ucraina. La sua bozza preliminare imporrebbe a Kiev di cedere le porzioni del Donbass tuttora sotto il suo dominio, di rinunciare alle aspirazioni atlantiste e di accettare vincoli sull’entità delle proprie truppe. In contropartita, l’Ucraina otterrebbe precise tutele di sicurezza dall’Occidente.   Nell’ambito delle iniziative diplomatiche in atto, una rappresentanza ucraina ha conferito domenica con esponenti americani a Miami; i resoconti giornalistici hanno descritto le consultazioni, durate quattro ore, come «non agevoli» e hanno indicato che «la caccia a redazioni e rimedi prosegue».   Pur qualificando gli incontri fruttuosi, il capo di Stato ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha rimarcato che le vertenze territoriali persistono tra gli scogli più ardui da superare. Ha più volte escluso qualsivoglia cessione di suolo patrio.   Nel frattempo, l’emissario presidenziale statunitense Steve Witkoff – intervenuto alle trattative di Miami e assurto a fulcro del dialogo americano con il Cremlino – dovrebbe incontrare martedì il presidente russo Vladimir Putin.   Putin ha ventilato che la bozza americana «potrebbe fungere da fondamento per un’intesa di pace risolutiva», riaffermando però che la cessazione delle ostilità presuppone il compimento delle finalità russe nell’operazione militare speciale. Mosca ha ribadito che una pace stabile è concepibile unicamente attraverso la neutralità ucraina, la smilitarizzazione, la denazificazione e l’avallo della configurazione territoriale vigente.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Continua a leggere

Più popolari