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Zuckerberg ha cenato con Trump. Niente ergastolo, quindi?

Il CEO di Meta Mark Zuckerberg ha cenato con il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump nella tenuta repubblicana di Mar-a-Lago, ha confermato il gigante della tecnologia.
Diversi media hanno avvistato Zuckerberg, che controlla Facebook, WhatsApp e Instagram, nel resort di Trump in Florida, quartier generale della nuova amministrazione. Un portavoce di Meta ha ammesso che Zuckerberg e il presidente eletto hanno cenato insieme mercoledì.
«Mark è stato grato per l’invito a unirsi al Presidente Trump per cena e per l’opportunità di incontrare i membri del suo team in merito alla nuova amministrazione», ha affermato Meta in una dichiarazione. «È un momento importante per il futuro dell’innovazione americana».
Citando fonti anonime, il New York Times ha affermato che l’incontro è stato avviato da Zuckerberg, apparentemente tornando sui suoi passi rispetto alla sua precedente mossa di censurare Trump e finanziare i democratici nel 2020. L’argomento esatto della loro conversazione a cena non è stato rivelato.
«Non commentiamo i resoconti di incontri privati avvenuti o meno», ha detto inizialmente il portavoce di Trump, Steven Cheung. Tuttavia, il vice capo dello staff Stephen Miller ha in seguito confermato la cena.
«Mark, ovviamente, ha i suoi interessi, ha la sua azienda e ha la sua agenda», ha detto Miller a Fox News mercoledì sera. «Ma ha chiarito che vuole supportare il rinnovamento nazionale dell’America sotto la guida di Trump».
Zuckerberg aveva bandito Trump da Facebook e Instagram nel 2021, citando accuse secondo cui l’allora presidente degli Stati Uniti aveva avuto un ruolo nell’incitamento alla rivolta del 6 gennaio al Campidoglio degli Stati Uniti. I disordini seguirono le proteste per le elezioni del 2020, che il repubblicano perse ufficialmente contro il democratico Joe Biden.
Durante la campagna elettorale del 2020, Zuckerberg – un networth calcolato intorno ai 190 miliardi di dollari, cosa che lo rende forse tra i primi cinque uomini più ricchi sulla Terra – aveva donato 400 milioni di dollari a varie istituzioni in aree a maggioranza democratica, apparentemente per promuovere un voto più facile e la democrazia.
Gli «Zuckerbucks» ( gli «zuckerdollari»), come sono diventati noti, hanno facilitato quello che la rivista Time ha descritto come il “rafforzamento” del voto del 2020 a favore di Biden e della sua compagna di corsa Kamala Harris.
Questa volta, tuttavia, Trump ha avvertito che lo «Zuckerbucks» sarebbe stato perseguito come una forma di ingerenza elettorale. A quel punto, lo Zuckerberg aveva già elogiato la risposta «tosta» di Trump durante un attentato alla sua vita durante un comizio in Pennsylvania, e aveva promesso di non partecipare alle elezioni.
Come riportato da Renovatio 21, atre mesi fa Zuckerberg ha inviato una lettera al presidente della commissione giudiziaria della Camera Jim Jordan, confessando che alti funzionari dell’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden avevano «ripetutamente fatto pressione» su Facebook affinché «censurasse» i contenuti sul COVID-19 nel 2021.
A ottobre, Trump ha affermato in alcune interviste che Zuckerberg gli piaceva «molto di più ora». Tuttavia, come riportato da Renovatio 21, Trump negli scorsi mesi aveva pure minacciato Zuckerberg con l’ergastolo.
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Come riportato da Renovatio 21, ancora tre anni fa l’ex presidente si era espresso nello stesso modo dicendo che «la prossima volta che Zuckerberg sarà alla Casa Bianca» non sarà del tutto amichevole.
Secondo alcuni, Zuckerberg e Jeff Bezos (il patron di Amazon e del Washington Post, che ha sollevato proteste in redazione per la sua decisione di non schierare il giornale a favore della Harris con un endorsement ufficiale) quest’anno non hanno scelto di andare contro Trump perché in possesso dei dati degli utenti che dimostravano chiaramente da che parte stava andando il Paese.
Come riportato da Renovatio 21, quattro settimane fa Trump aveva detto che Zuckerberg lo aveva chiamato assicurandogli che non avrebbe sostenuto il Partito Democratico.
Nel frattempo, il rivale di Zuckerberg sui social media, Elon Musk, è diventato il consigliere più stretto di Trump, con alcuni media che lo hanno soprannominato first friend, «primo amico». Musk ha acquistato Twitter (ora X) nel 2022 e ha annullato i molteplici divieti che la precedente dirigenza aveva imposto a seguito delle pressioni del governo degli Stati Uniti, incluso il divieto dell’account di Trump.
È stato scelto per dirigere un organismo temporaneo chiamato «Dipartimento per l’efficienza governativa» (DOGE) insieme a Vivek Ramaswamy, con la missione di ridurre drasticamente la burocrazia statunitense.
I giornali hanno riportato che Musk si è installato a Mar-a-Lago sollevando anche qualche nervosismo nella corte di Trump. Essendo che il Musko e lo Zuckerbergo avevano promesso di menarsi (cioè: la sfida era di Elon; il ragazzo ebreo del New Jersey aveva accettato ma poi si è ritirato) non è chiaro se siano stati fatti incontrare.
Musk da anni attacca i prodotti dello Zuckerberg, per esempio chiedendo a tutti di disinstallare Whatsapp in quanto «spyware», software dannoso fatto per spiarti. Di recente Elon è arrivato a dire che tra qualche anno Facebook non esisterà più.
L’azienda di punta del Musk, Tesla – ora primo gruppo automotive del mondo in Borsa –, si vanta da sempre non solo di non fare pubblicità, ma di non essere presente su Facebook.
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Immagine di Anthony Quintano via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
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L’ex vicepremier canadese Freeland, discendente di un colalborazionista ucronazista e alto funzionario WEF, nominata ambasciatrice a Kiev

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Quattro arresti dopo che le immagini di Trump ed Epstein sono state proiettate sul Castello di Windsor

La polizia britannica ha arrestato quattro individui sospettati di aver proiettato immagini del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e del condannato per reati sessuali Jeffrey Epstein sul Castello di Windsor.
L’episodio si è verificato martedì sera, durante l’arrivo di Trump in Gran Bretagna per la sua seconda visita di Stato. Secondo Reuters, mercoledì il presidente incontrerà Re Carlo III presso la residenza reale di Windsor, a ovest di Londra.
Il gruppo attivista Led by Donkeys («Guidati da asini») ha rivendicato la responsabilità dell’azione, che includeva la proiezione della foto segnaletica di Trump del 2023, scattata dopo la sua incriminazione per aver tentato di sovvertire i risultati delle elezioni presidenziali del 2020.
Trump and Epstein – The Movie
— Led By Donkeys (@ByDonkeys) September 19, 2025
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«Prendiamo estremamente sul serio qualsiasi attività non autorizzata nei pressi del Castello di Windsor. I nostri agenti sono intervenuti rapidamente per interrompere la proiezione e quattro persone sono state arrestate», ha dichiarato Felicity Parker, sovrintendente capo della polizia della Thames Valley.
Alcuni democratici e alleati di Trump hanno accusato il presidente di aver coperto il caso Epstein, sostenendo che il finanziere caduto in disgrazia possedesse un elenco di clienti influenti a cui avrebbe trafficato donne.
L’FBI e il Dipartimento di Giustizia hanno smentito l’esistenza di tale lista, mentre Trump ha dichiarato di aver interrotto la sua amicizia con Epstein negli anni 2000, prima di venire a conoscenza delle accuse a suo carico.
Led By Donkeys è un gruppo di attivisti politici britannici fondato nel dicembre 2018, inizialmente come movimento anti-Brexit, ma che successivamente ha ampliato il proprio raggio d’azione per criticare altre azioni del governo conservatore britannico e, dopo le elezioni del 2024, anche il governo laburista, definendosi un «progetto di responsabilità» (accountability project). Il gruppo è composto da quattro fondatori: Ben Stewart, James Sadri, Oliver Knowles e Will Rose, che si sono conosciuti lavorando per Greenpeace, anche se il loro progetto è un’operazione indipendente.
Il nome «Led By Donkeys» deriva dall’espressione della Prima Guerra Mondiale «lions led by donkeys», che descriveva i soldati britannici (leoni) guidati da generali incompetenti (asini). Il gruppo ha scelto questo nome per sottolineare quella che considera l’incompetenza e l’ipocrisia dei leader politici, in particolare riguardo alla Brexit.
Il gruppo, che ovviamente è filoucraino, a febbraio aveva fatto un’azione all’ambasciata russa.
Nonostante il successo del loro trovate pubblicitarie, gli attivisti sono stati accusati di essere troppo concentrati sull’imbarazzo pubblico dei politici piuttosto che su un cambiamento concreto, e alcuni li considerano vicini a posizioni di sinistra radicale, anche se il gruppo sottolinea di criticare anche i laburisti, come dimostrato dalla loro azione contro Keir Starmer sulla riforma del sistema elettorale.
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Immagine screenshot da Twitter
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Trump promette indagini su Soros

.@POTUS: “We’re going to look into Soros because I think it’s a RICO case against him and other people because this is more than protests. This is real agitation; this is riots on the street — and we’re going to look into that.” pic.twitter.com/zwUr03G5DA
— Rapid Response 47 (@RapidResponse47) September 12, 2025
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