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Washington accetta il «Principe delle Tenebre» come nuovo ambasciatore britannico. Intanto si discute della possibile deportazione del principe Enrico

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L’amministrazione Trump a fine gennaio avrebbe finalmente accettato di accettare Peter Mandelson come prossimo ambasciatore britannico a Washington. Lo riportano PoliticoFinancial Times. Tuttavia la decisione non è ancora ufficiale.

 

Il Mandelson è un «peer» (cioè, membro dell’aristocrazia britannica) del partito laburista e un intimo di lunga data di Tony Blair – e, maligna qualcuno, Jeffrey Epstein – ed è chiamato dai detrattori a Londra il «Principe delle Tenebre» o talvolta il «Signore Oscuro», dal nome del cattivo di Harry Potter, Voldemort.

 

Si tratta di un’inversione a U rispetto alle posizioni precedentemente tenuto dal Mandelsone riguardo Donald Trump.

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Un articolo del 6 febbraio sul Financial Times scrive che «Mandelson, un ex commissario UE liberale e libero professionista con forti legami con la Cina, la scorsa settimana ha ritirato la sua affermazione “mal giudicata e sbagliata” del 2019 secondo cui Trump era un “pericolo per il mondo” e “poco meno di un nazionalista bianco e razzista».

 

Nel frattempo, Chris LaCivita, un consigliere della campagna di Trump, ha descritto il nuovo ambasciatore come «un idiota assoluto» che «dovrebbe restare a casa».

 

Nonostante tutto ciò, il primo ministro Keir Starmer ha nominato Mandelson – che, en passant, è frequentatore del World Economic Forum di Davos – per l’incarico, e a quanto si dice la decisione dello Starmer (che è ai ferri corti con un frequentatore seriale dello studio ovale Elon Musk) è stato accettato.

 

FT ha colto l’occasione per presentare un lungo articolo con un profilo elogiativo delle capacità di Mandy, mentre descriveva nel dettaglio i suoi principali incarichi a Washington: in primis, garantire che la relazione speciale tra Stati Uniti e Regno Unito rimanga intatta, anche per quanto riguarda la condivisione di Intelligence e le questioni militari; in secundis, guidare il team Trump su come gestire uno scontro con la Cina, un Paese di cui Mandelson afferma di essere grandemente esperto.

 

Nell’intervista esclusiva del FT del 5 febbraio con Mandelson, ha spiegato che il team di Trump potrebbe «vedermi come un progressista di sinistra, qualcuno che potrebbe anche essere anti-business o qualcuno che potrebbe seguire il tipo di liberalismo che hanno appena sconfitto in America. Quello che scopriranno è che non sono un super-liberale, non sono una persona tipo wokey-cokey [espressione gergale che usa una danza irlandese per indicare uno zelota dello wokismo, ndr], e sono pro-mercato e pro-business».

 

«La sua missione è quella di entrare in sintonia con il presidente degli Stati Uniti e rimanerci. Starmer vuole che Mandelson convinca Trump a mantenere la garanzia di sicurezza americana in Europa, costruire legami commerciali e scongiurare la minaccia di tariffe sulle esportazioni britanniche» scrive il pezzo di FT.

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Quello che ha a suo favore è che «è un mix di intrighi e intuizioni, malizia e padronanza delle arti oscure della politica… Le sue abilità di maestro di propaganda politica gli hanno fatto guadagnare il soprannome di “Principe delle Tenebre”. Mandelson entrò per la prima volta nel governo britannico quando Tony Blair divenne primo ministro nel 1997. Dopo che vari scandali sessuali e finanziari lo cacciarono dal governo, tornò nel 2008, durante la crisi finanziaria, quando il primo ministro laburista Gordon Brown si rivolse a lui».

 

«Gli fu dato un seggio alla Camera dei Lord e divenne di fatto vice primo ministro», racconta FT.

 

Il Mandelson è estremamente ben inserito nel mondo finanziario e tra quelli che lui chiama felicemente «i ricchi sfondati». Negli ultimi anni ha fondato una società di consulenza di grande successo, Global Counsel, i cui clienti hanno incluso Shell e la banca Santander U.K.

 

Tra gli scandali più noti che ruotano attorno a Mandy c’è la sua associazione con Jeffrey Epstein. «Un rapporto interno di JPMorgan del 2019, depositato presso un tribunale di New York nel 2023, affermava che “Jeffrey Epstein sembra mantenere una relazione particolarmente stretta con il principe Andrea, duca di York, e Lord Peter Mandelson, un membro anziano del governo britannico”».

 

Pochi giorni fa il Mandelson avrebbe detto «fuck off» («vaffanculo») ad un giornalista che gli chiedeva del suo rapporto con Epstein, riporta la stampa britannica.

 

Il Principe delle Tenebre non è l’unico nobile che i laburisti al potere a Londra vogliono utilizzare per sedurre Donald Trump. L’articolo del FT scrive che lo «Starmer dovrebbe recarsi presto a Washington e i pensieri a Londra si stanno rivolgendo alla possibilità di una seconda visita di Stato di Trump, insieme alla pompa magna reale di cui il presidente gode così tanto. “I reali sono la nostra risorsa più grande con Trump”, afferma un diplomatico britannico».

 

In realtà nelle ultime settimane è divenuto noto un rapporto non idilliaco tra Trump e il principe Enrico, dove si è ventilata la possibilità di deportare il reale britannico, che vive in USA, qualora si scoprisse una menzogna sul suo visto riguardo l’uso di sostanze stupefacenti, ammesse nel suo libro autobiografico uscito nel 2023 Spare.

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«Lascerò in pace Harry, ha già abbastanza problemi con la moglie. Lei è terribile» aveva detto una settimana fa The Donald. Nelle ultime ore tuttavia ha dichiarato che supporterebbe un’azione legale qualora saltasse fuori che il principe dai capelli rossi ha mentito. Il sistema dei visti americano prevede per chi ha utilizzato sostanze un permesso particolare.

 

Il think tank Heritage Foundation starebbe facendo pressioni al Dipartimento per la Sicurezza Nazionale (DHS) per il rilascio dei documenti sul caso.

 

La moglie dell’Enrico, Megan Markle, aveva etichettato Trump come «divisivo» e «misogino». L’anno scorso Trump aveva già lasciato intendere che una deportazione del figlio della principessa Diana era sul tavolo.

 

Come riportato da Renovatio 21, lo stesso controverso principino, chiamato per qualche ragione a parlare dal podio dell’ONU a Nuova York, aveva attaccato la sentenza della Corte Suprema USA che aveva defederalizzato l’aborto. La posizione per il feticidio massivo di Enrico può sorprendere solo quanti non conoscono la storia della famiglia Windsor e la loro idea, trasmessa generazionalmente, di indurre una riduzione della popolazione terrestre.

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Il principe Andrea d’Inghilterra privato dei titoli e sfrattato dalla residenza reale

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Re Carlo III ha revocato al fratello, il principe Andrea, gli ultimi titoli nobiliari e lo ha espulso dalla dimora reale, in seguito alle accuse di stupro e all’intima amicizia con il pluri-condannato per reati sessuali Jeffrey Epstein.   D’ora in poi, secondo Buckingham Palace, l’ex principe sarà noto semplicemente come Andrew Mountbatten-Windsor e dovrà abbandonare la Royal Lodge, nei pressi del Castello di Windsor, dove risiede da oltre vent’anni. Andrea, che all’inizio del mese aveva già rinunciato al titolo di Duca di York, si trasferirà in «un’abitazione privata alternativa», ha reso noto il palazzo giovedì.   «Queste misure si rendono indispensabili, pur in presenza della sua costante negazione delle imputazioni. Le Loro Maestà intendono ribadire che i loro pensieri e la più profonda vicinanza sono stati, e resteranno, per le vittime e i sopravvissuti di ogni abuso», recita il comunicato.   Stando alla BBC, Andrea conserva l’ottava posizione nella linea di successione al trono, nonostante la perdita dei titoli.

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Nel 2022 l’ex principe ha transato una causa civile con Virginia Giuffre, già nell’entourage delle ragazzine dell’Epstein, che lo accusava di averla violentata tre volte nel 2001, quando lei aveva 17 anni. Giuffre – suicidatasi ad aprile – sosteneva che il misterioso miliardario e la sua compagna, la socialite britannica Ghislaine Maxwell, l’avessero trafficata anche alla famiglia reale. Andrea ha sempre negato che gli episodi «siano mai avvenuti» e giura di ignorare i crimini di Epstein quando, nel 2006, ospitò lui e Maxwell alla Royal Lodge.   L’attenzione sul caso Epstein è tornata a esplodere quest’anno, dopo che le autorità federali USA hanno escluso il dolo nella sua morte in cella a Manhattan nel 2019, confermata come suicidio, e smentito l’esistenza di una lista di potenti clienti del traffico sessuale.   Le memorie postume di Giuffre, uscite a ottobre, hanno riportato sotto i riflettori i rapporti tra Andrea ed Epstein. Sebbene Andrea abbia sempre negato le accuse – e nel 2022 abbia raggiunto con Giuffre un accordo extragiudiziale confidenziale – questa settimana la stampa britannica hanno pubblicato estratti delle memorie postume di Giuffre, Nobody’s Girl, riaccendendo la controversia. Giuffre, deceduta ufficialmente per suicidio la scorsa primavera, aveva scritto che il principe riteneva di avere «il diritto» di avere rapporti con lei, considerandolo «un privilegio di nascita».   Come riportato da Renovatio 21, Andrea aveva rinunziato ai titoli reale già due settimane fa. Andrea si era già ritirato dai suoi doveri reali dopo che sua madre, la defunta Regina Elisabetta II, lo aveva privato dei suoi titoli militari e patronati allo scoppio dello scandalo. Ora rinuncerà al titolo di Duca di York, al cavalierato e al ruolo di Cavaliere Reale Compagno dell’Ordine della Giarrettiera. Tuttavia, conserverà il titolo di principe come figlio di Elisabetta II (della quale si dice fosse il preferito), e le sue figlie, le principesse Beatrice ed Eugenia, manterranno i loro titoli.   Intervistato da BBC Newsnight dopo l’annuncio, Sky Roberts, fratello di Giuffre, ha dichiarato che la notizia ha suscitato emozioni contrastanti, ma che sua sorella defunta «sarebbe molto orgogliosa», poiché la decisione «la giustifica» e porta i suoi sforzi per denunciare i crimini di Epstein e Andrea «a una forma di giustizia».   Sul caso di Andrea ed Epstein la TV britannica ha già prodotto due serie, una forse leggermente più simpatetica dell’altra.    

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Papa Leone conferisce a Carlo III, capo della Chiesa d’Inghilterra, la cattedra permanente nella basilica papale

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Papa Leone XIV è pronto a compiere un gesto senza precedenti in occasione della visita ufficiale di re Carlo III la prossima settimana.

 

Leone XIVnominerà Carlo, capo della Chiesa d’Inghilterra, «confratello reale» di San Paolo fuori le Mura, una delle quattro basiliche papali. A tal proposito, a Carlo sarà concesso l’uso di una cattedra speciale e permanente.

 

Carlo III pregherà inoltre insieme al papa nella Cappella Sistina, durante un «servizio ecumenico» pubblico.

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«Segnerà un momento significativo nelle relazioni tra la Chiesa cattolica e la Chiesa d’Inghilterra, di cui Sua Maestà è il Governatore Supremo, riconoscendo il lavoro ecumenico intrapreso e riflettendo il tema dell’anno giubilare di camminare insieme come “Pellegrini della speranza”», ha dichiarato un portavoce di Buckingham Palace.

 

Secondo l’agenzia Reuters, i due avranno anche un incontro privato per discutere di «sostenibilità climatica».

 

Il re britannico, ora onorato dalla chiesa cattolica, siede sul trono che dal XVI secolo, dopo lo scisma del re pazzo e malvagio Enrico VIII, perseguitò in maniera cruenta i cattolici, giustiziando e scorticando fedeli e preti (con la loro pelle hanno rivestiti libri ancora oggi in bella mostra) obbligandoli alla clandestinità.

 

Uno degli eroi di questa catastrofe fu Guido Fawkes, il cattolico che tentò di far saltare Westminister (l’ultimo uomo che vi è entrato con intenzioni sincere, dice una nota battuta circolante nella politica british) per rinstaurarvi un potere cattolico. Fawkes, tradito, fu catturato e torturato, squartato in parti che furono mandate ai quattro angoli del regno, nonostante egli avesse accettato le condizione del re inglese.

 

Ancora oggi la tradizione vuole che in Inghilterra si brucino le effigi di Fawkes ogni 5 novembre. Per quelle che crediamo essere ragioni di Stato non diverse da quelle che hanno portato al presente e osceno sviluppo, il simbolo di Fawkes non è stato abbracciato dai cattolici, ma dalla teppa pseudo-anarchica, solo, tuttavia, perché rielaborato dal fumettista Alan Moore nella celebrata graphic novel poi divenuta film V per Vendetta.

 

Non si tratta, tuttavia, solo di storia di secoli fa: a scandalizzare il cattolico dovrebbe essere l’appartenenza della stirpe Windsor alla Cultura della Morte, quella che sostiene – passandosi il compito geneticamente, da Filippo a Carlo a Guglielmo ed Enrico – la riduzione della popolazione e quindi l’astio verso l’essere umano.

 

Dietro alla facciata ecologista, senza neanche tanto grattare, gli Windsor (che in realtà non sono britannici e non si chiamano Coburgo Gotha: Windsor è il nome di un paesino inglese che suonava bene per il rebranding del loro casato tedesco) si rivelano arconti della Necrocultura – sono una famiglia della morteChiedete ad Alfie Evans, a Charlie Gard, a tantissimi di cui non conosceremo mai il nome.

 

La storia del Carlo, come universalmente noto, ma per qualche ragione non considerato, non è stata limpidissima, dalla morte Diana ai milioni presi dalla famiglia Bin Laden in buste di plastica. Un anno fa emerse che nel 1983 l’allora principe di Galles aveva ricevuto un premio da un veterano nazista, una laurea ad honorem presso l’università dell’Alberta, in Canada.

 

Andrebbero anche ricordati l’amicizia, e le donazioni milionarie, che a Carlo fece il misterioso petroliere americano (per qualcuno spia KGB) Armand Hammer: quando nel 1988 la piattaforma petrolifera marina Piper Alpha della Occidental Petroleum collassò nelle fiamme a 200 miglia da Aberdeen uccidendo 160 persone, il futuro re si precipitò a difendere Hammer, che se la cavò alla grande. Sulla questione della dinastia degli Hammer, miliardari ebrei americani di origini russe a cui fu permesso per qualche motivo di restare vicini al Cremlino, andrebbe scritto un articolo a parte, specie dopo le accuse, sulle quali oltre ai presunti stupri i giornali hanno pure fatto aleggiare lo spettro di perversioni cannibalistiche, del nipote divo di Hollywood Armie Hammer.

 

Per non parlare dell’amicizia personale con Jimmy Savile, il popolare DJ e conduttore TV britannico che, secondo accuse emerse appena dopo la sua morte nel 2011 ma che circolavano come voci da decenni, avrebbe abusato in istituti scolastici e manicomiali di cui era donatore, di qualcosa come 400 ragazzine.

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Un momento in cui la malvagità della corona britannica è emersa è stato quando nel maggio 2024 è stato presentato in pompa magna il ritratto ufficiale del re, un’immagine che sembra uscita dall’inferno, composta da un artista noto per aver praticato in passato collage con riviste pornografiche.

 

 

«You can Stick your Royal Family Up Your Arse», «puoi ficcarti la famiglia reale su per il» aveva cantato la curva del Celtic, la squadra della comunità cattolica della città di Glasgow, al momento dell’incoronazione di Carlo.

 

Sì: gli ultras scozzesi, oggi, possono essere più cattolici del papa.

 

Nel frattempo, l’odierno malvagio re britannico a Roma riceve il plauso pure dei parlamentari italiani.

 

 

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Il principe Andrea rinuncia ai titoli a causa dello scandalo Epstein

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Il principe britannico Andrea ha rinunciato ai suoi ultimi titoli reali in seguito alle nuove rivelazioni contenute nelle memorie postume di Virginia Giuffre, la donna che lo accusò di abusi sessuali legati al defunto finanziere statunitense Jeffrey Epstein. La decisione, annunciata venerdì, rappresenta l’ultima ripercussione di uno scandalo che da anni getta un’ombra sulla monarchia britannica. Oltre al titolo di duca eboraceno, Andrea perde vari titoli, escluso quello di principe.   Epstein fu arrestato nel 2019 con l’accusa di traffico sessuale di minori, imputato di gestire una rete che coinvolgeva potenti personalità e sfruttava ragazze minorenni. Morì in carcere nello stesso anno, in un caso ufficialmente classificato come suicidio.   Nel 2021, Virginia Giuffre, sopravvissuta alla rete di traffico di Epstein, denunciò il principe Andrea per abusi sessuali, sostenendo di essere stata costretta a rapporti sessuali con i suoi associati, incluso il principe, quando aveva 17 anni.

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Sebbene Andrea abbia sempre negato le accuse – e nel 2022 abbia raggiunto con Giuffre un accordo extragiudiziale confidenziale – questa settimana la stampa britannica hanno pubblicato estratti delle memorie postume di Giuffre, Nobody’s Girl, riaccendendo la controversia. Giuffre, deceduta ufficialmente per suicidio ad aprile, aveva scritto che il principe riteneva di avere «il diritto» di avere rapporti con lei, considerandolo «un privilegio di nascita».   La ragazza era stata denunciata dal principe del foro Alan Dershowitz ritirando le accuse nei confronti del popolare avvocato ebreo harvardiano che fu vicino ad Epstein. Alcuni famigliari della Giuffre non credono si sia suicidata.   Andrea aveva cercato di difendersi anni fa con un’intervista alla BBC che si rivelò disastrosa, dove negò il racconto della ragazza dicendo, nonostante le fotografie che li ritraggono assieme, di non ricordare di averla mai vista e che le sue parole sono inverosimili in quanto lui non suda più dopo un’overdose di adrenalina avuta durante uno scontro militare nel conflitto delle Falklands.   In una dichiarazione rilasciata venerdì da Buckingham Palace, il principe Andrea ha spiegato che la sua decisione è stata motivata dalle rinnovate pressioni legate allo scandalo, che «distoglie l’attenzione dal lavoro di Sua Maestà e della famiglia reale».   «Ho deciso, come sempre, di mettere al primo posto il mio dovere verso la mia famiglia e il mio Paese», ha dichiarato Andrea. «Pertanto, non utilizzerò più il mio titolo né gli onori conferitimi». Ha ribadito di negare «con forza» le accuse.   Andrea si era già ritirato dai suoi doveri reali dopo che sua madre, la defunta Regina Elisabetta II, lo aveva privato dei suoi titoli militari e patronati allo scoppio dello scandalo. Ora rinuncerà al titolo di Duca di York, al cavalierato e al ruolo di Cavaliere Reale Compagno dell’Ordine della Giarrettiera. Tuttavia, conserverà il titolo di principe come figlio di Elisabetta II (della quale si dice fosse il preferito), e le sue figlie, le principesse Beatrice ed Eugenia, manterranno i loro titoli.   Intervistato da BBC Newsnight dopo l’annuncio, Sky Roberts, fratello di Giuffre, ha dichiarato che la notizia ha suscitato emozioni contrastanti, ma che sua sorella defunta «sarebbe molto orgogliosa», poiché la decisione «la giustifica» e porta i suoi sforzi per denunciare i crimini di Epstein e Andrea «a una forma di giustizia».   Sul caso di Andrea ed Epstein la TV britannica ha già prodotto due serie, una forse leggermente più simpatetica dell’altra.  

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