Persecuzioni
Un uomo brucia un crocifisso e profana 40 lapidi in un cimitero cattolico in Scozia

Un vandalo è stato accusato dopo aver dato fuoco a un crocifisso e aver distrutto decine di lapidi nel cimitero di St. Conval in Scozia domenica mattina.
Il 30 giugno, la polizia ha annunciato che un uomo di 39 anni è stato accusato di aver distrutto 40 lapidi nel cimitero di St. Conval, il cimitero della diocesi di Paisley, e di aver dato alle fiamme il grande crocifisso di legno del cimitero il 29 giugno.
Dopo l’attacco, la popolazione locale ha espresso la propria indignazione per il vandalismo compiuto nel luogo in cui sono sepolti i loro cari.
Il vescovo John Keenan della diocesi di Paisley ha condannato ed espresso la sua tristezza per il «vandalismo insensato» e la «violenza distruttiva» causati dal vandalo in una dichiarazione.
«Sono addolorato e costernato da questo insensato vandalismo e dalla violenza distruttiva che lo sostiene. I miei pensieri e le mie preghiere sono rivolti alle famiglie le cui lapidi sono state attaccate, così come a tutta la comunità di parenti e amici che visitano St. Conval e si prendono cura delle tombe dei loro cari con tanta tenerezza», ha scritto Keenan in una dichiarazione.
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«La mia gratitudine va al personale di St. Conval che si occupa della manutenzione del cimitero e lo amministra, e che ora deve affrontare il doloroso compito di riparare e mettere in sicurezza le tombe danneggiate, confortando al contempo le famiglie afflitte», ha aggiunto il vescovo.
L’uomo è stato accusato di incendio doloso, danneggiamento doloso, possesso di arma da fuoco e disturbo della quiete pubblica. Lunedì, durante la sua prima udienza presso la Corte dello Sceriffo di Paisley, non si è dichiarato colpevole.
Sancta Familia Media ha sottolineato in un post X che non si è trattato di un semplice atto di vandalismo, bensì di blasfemia.
Images from the diocese of Paisley showing some of the disgusting devastation at St Conval's Cemetery. Attacking the plots of the dead is awful and trying to burn down the tall cross is reprehensible. pic.twitter.com/xuNdRnL3zV
— Sancta Familia Media (@SanctaFamiliaTV) June 29, 2025
Anche gli abitanti del posto, molti dei cui parenti defunti sono sepolti a St. Conval, si sono dichiarati indignati per l’atto sacrilego.
«Che razza di feccia miserabile, malvagia e analfabeta cammina su questa terra, per profanare tombe, distruggere lapidi di bambini, spaccare teste di angeli e bruciare e distruggere croci e simboli cattolici nel cimitero di St Convals», ha scritto su Facebook una donna i cui familiari sono sepolti nel cimitero.
Un uomo di Glasgow ha creato una raccolta fondi su GoFundMe per aiutare le famiglie a pagare le riparazioni alle tombe dei loro cari. Inoltre, uno scultore di Forget Me Not Memorials si è offerto di riparare gratuitamente le lapidi profanate e, se non fossero riparabili, offre uno sconto del 50% su una nuova lapide.
Negli ultimi anni, la Scozia ha assistito a diversi atti di vandalismo anticattolici, scrive LifeSite. Nel 2019, graffiti anticattolici , tra cui la scritta «Fuck the Pope» («fanculo il papa»), sono stati trovati con vernice spray su una pensilina dell’autobus fuori dalla chiesa cattolica della Sacra Famiglia a Mossend.
Nel 2021, un prete cattolico scozzese è stato aggredito con una bottiglia di vetro mentre pregava in silenzio all’interno della cattedrale cattolica di St. Mary a Edimburgo. Solo due giorni dopo, un piromane ha appiccato il fuoco alla parrocchia cattolica di St. Simon, la terza chiesa cattolica più antica di Glasgow.
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Persecuzioni
Pizzaballa e i vescovi della Terra Santa esortano i cristiani di tutto il mondo ad aiutare a difendere i fedeli dagli attacchi dei coloni israeliani

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Cina
Cina, agli arresti anche padre Ma, l’ex responsabile «patriottico» della diocesi di Wenzhou

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Nella Chiesa cattolica della provincia dello Zhejiang dove mons. Shao è vittima della repressione adesso nel mirino c’è anche il sacerdote che amministrava la diocesi «ufficiale». Sparito da novembre andrà a processo per un libro di inni sacri pubblicato senza permesso in un’altra provincia, mentre si fanno circolare voci sui suoi conti bancari. Ma secondo alcune fonti la sua vera colpa sarebbe una non sufficiente fedeltà al Partito.
Nella provincia cinese dello Zhejiang, non è solo la comunità cattolica clandestina ad essere colpita dalla dura repressione delle autorità locali in corso nella diocesi di Wenzhou (o Yongjia secondo la denominazione originaria delle diocesi data dalla Santa Sede). Da qualche mese nell’occhio del ciclone è finito anche lo stesso padre Ma Xianshi, il sacerdote «patriottico» che fino all’anno scorso era il responsabile della Chiesa ufficiale e la cui autorità era contrapposta a quella di mons. Shao, il vescovo sotterraneo più volte arrestato negli ultimi anni.
Padre Ma Xianshi – che era anche vicepresidente del Comitato degli affari cattolici dell’intera provincia dello Zhejiang – sarebbe stato sostituito e si troverebbe lui stesso agli arresti dallo scorso mese di novembre. E la notizia di questi giorni è che il processo nei suoi confronti, originariamente previsto per l’inizio di questo mese presso il tribunale della città di Yiwu, è stato rinviato. Il motivo ufficiale dell’arresto di padre Ma è la «vendita pubblica in un’altra regione» del libro di inni Tianlu Miaoyin («Melodie Celesti»), compilato dalla diocesi, fatto questo che violerebbe i regolamenti statali. In quanto rappresentante legale della diocesi, Ma sarebbe dunque ritenuto penalmente responsabile.
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Il libro Tianlu Miaoyin in realtà è una raccolta di inni in cinese utilizzata in molte parrocchie delle province dello Jiangsu, Zhejiang, a Shanghai e nel Fujian. Fu raccolta e curata da sacerdoti e seminaristi formati al seminario di Sheshan, e pubblicata nel 2001 dalla casa editrice «Fede» come parte della collana liturgica (n. 119). Nel 2005, la stampa fu affidata alla Nanjing Amity Printing Co. Entrambe le edizioni hanno i diritti di copyright della diocesi di Wenzhou.
La versione in questione è un libro di alta qualità editoriale con copertina in pelle e carta pregiata, ristampato otto volte fino al marzo 2022. Il libro è stato distribuito all’ingrosso nel mercato dei piccoli articoli di Yiwu da una società cattolica fondata da Zhuang Qiantuan, un fedele di Wenzhou, che è stato arrestato insieme a padre Ma.
Secondo quanto riportato, il processo era previsto per il 1º luglio presso il tribunale di Yiwu, ma tre giorni prima, dopo che oltre 300 fedeli di Wenzhou avevano fatto richiesta per assistere all’udienza, il tribunale ha improvvisamente annunciato il rinvio a data da destinarsi.
In un video online su Baidu dal 13 febbraio scorso un avvocato afferma che padre Ma rischierebbe una pena detentiva di 6 anni e mezzo, con possibilità di riduzione in caso di collaborazione, ma comunque non sotto i 3 anni e 3 mesi. La stessa fonte ha aggiunto che, dato il prezzo di vendita dei libri (25–30 yuan a copia) per un incasso totale inferiore a 3,5 milioni di yuan, non si capisce il motivo di una pena così lunga. Inoltre, il libro avrebbe inoltre avuto l’approvazione di un vescovo ufficiale, per cui la responsabilità economica complessiva non dovrebbe ricadere tutta su padre Ma.
Altri affermano che il governo stia cercando sistematicamente di screditare padre Ma: è stato detto ai fedeli che, all’insaputa anche dei sacerdoti a lui più vicini, teneva 200 milioni di yuan (circa 25 milioni di euro ndr) sul suo conto personale, affermazione questa che molti sacerdoti ritengono poco credibile. Triste è però il fatto che nessun sacerdote ufficiale ora osi difenderlo pubblicamente. Da oltre sei mesi in carcere, nessuno ha potuto comunicare con lui, e un confratello avrebbe commentato: «In Cina non si può non ascoltare il Partito Comunista».
Anche i colleghi di padre Ma nel Comitato provinciale cattolico della Zhejiang, del quale lui era vicepresidente, sono rimasti in silenzio, definendo il caso troppo delicato. Alcuni, addirittura, hanno chiesto la sua rimozione dagli incarichi ufficiali e la revoca del suo status sacerdotale. Secondo alcuni, padre Ma sarebbe stato colpito con durezza per aver resistito all’imposizione di un vescovo governativo nella diocesi di Wenzhou e per aver incontrato funzionari vaticani durante un pellegrinaggio, senza autorizzazione.
Situazioni simili non sono nuove nello Zhejiang. Nel luglio 2015, durante la campagna per la rimozione delle croci dalle chiese, l’Associazione Cristiana Provinciale protestò pubblicamente. Sei mesi dopo, il presidente dell’associazione, il pastore Joseph Gu, della nota chiesa evangelica Chongyi, fu rimosso e arrestato con l’accusa di appropriazione indebita. Anche se fu assolto e rilasciato la vigilia di Natale del 2017, passò oltre due anni agli arresti domiciliari. Il suo caso evidenzia tragicamente la «selezione inversa» nella leadership religiosa in Cina.
La stessa fonte rivela che né padre Ma né Zhuang Qiantuan hanno potuto incontrare familiari in questi sei mesi di detenzione; solo gli avvocati hanno avuto accesso, e solo con forti pressioni a far confessare il sacerdote per ottenere una pena ridotta. Più di un avvocato è stato cambiato, poiché i familiari non si fidavano dei legali nominati dalla diocesi di Wenzhou. Le autorità stanno esaminando a fondo i conti della diocesi per incriminarlo, ma finora non emergono problemi personali o economici gravi. L’unico “errore” di p. Ma sembrerebbe essere la sua lealtà alla Chiesa e ai suoi principi.
Il fatto che centinaia di fedeli di tutte le parrocchie che lui ha servito volessero assistere al processo, testimonia l’importanza che p. Ma (un uomo sui cinquant’anni) ha avuto nella vita della comunità. «È davvero un peccato, una vergogna e una tragedia! Un bravo sacerdote sacrificato, e una diocesi, quella di Wenzhou, profondamente ferita», ha commentato la fonte.
Wenzhou è conosciuta come la «Gerusalemme della Cina», per l’alta concentrazione di cristiani, sia cattolici che protestanti, e la generosità e unità della comunità. Dieci anni fa, il protestantesimo locale fu duramente colpito dalla campagna di demolizione delle croci.
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Ora tocca alla Chiesa cattolica, sia ufficiale che sotterranea: ai bambini è vietato l’ingresso nelle chiese, gli insegnanti spaventano gli alunni dicendo che «chi va in chiesa non potrà accedere all’università». Anche gli studenti universitari e i funzionari pubblici evitano le chiese. Tutte le chiese sono ora videosorvegliate. Un fedele riferisce: «Da quando il parroco nominato dal governo ha fondato l’Associazione Patriottica, tutto è cambiato. Ha detto testualmente: “In Cina non si può non ascoltare il Partito Comunista”». I principi della dottrina della Chiesa vengono messi da parte, e l’unità della parrocchia, un tempo orientata alla costruzione della nuova chiesa, è svanita.
L’ultima apparizione pubblica documentata di padre Ma è del 2 novembre 2024, durante la liturgia del giorno dei Defunti. La data del processo rimane incerta, ma una cosa è chiara: se verrà condannato, il suo certificato sacerdotale sarà revocato.
Alla domanda su cosa si aspetta dal nuovo papa, un fedele di Wenzhou ha risposto dopo un attimo di riflessione: «che la Santa Sede dia più importanza alla tutela della fede della Chiesa. Se il rispetto dei principi di fede viene sacrificato in cambio di compromessi politici, se la fede diventa merce di scambio per ottenere spazio e visibilità, allora la stiamo uccidendo alla radice. Una Chiesa che non testimonia la verità è destinata a dividersi. Speriamo che il Vaticano cambi rotta e, almeno sul piano morale e spirituale, ci sostenga apertamente, affinché non ci sentiamo abbandonati nella nostra stessa famiglia».
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Immagine di 猫猫的日记本 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Persecuzioni
I sacerdoti dell’ultima città completamente cristiana della Cisgiordania chiedono aiuto durante l’assedio israeliano

Taybeh—the only fully Christian town left in the West Bank – is under siege. Israeli settlers are torching holy sites, destroying farmland, and terrorizing families. The priests of Taybeh are crying out for help. The world must hear them—and act. #ChristiansForPalestine… pic.twitter.com/NNjzZr2teW
— The Jason Jones Show (@JasonJonesVPP) July 9, 2025
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