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Persecuzioni

Sei preti cattolici arrestati in una settimana dal regime di Ortega in Nicaragua

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Il regime di Daniel Ortega in Nicaragua ha arrestato sei preti cattolici dall’inizio del mese in una crescente persecuzione della Chiesa e in una intensificata sorveglianza del governo sul clero cattolico.

 

I primi tre arresti sono avvenuti la notte del 1 ottobre, un quarto il giorno successivo, e altri due sacerdoti sono stati arrestati il ​​7 e 8 ottobre. I nomi dei sacerdoti detenuti sono: Padri Julio Ricardo Norori, Iván Centeno, Cristóbal Gadea, Erick Ramírez Velásquez, Yesner Cipriano Pineda Meneses e Ramón Esteban Angulo Reyes.

 

Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa nicaraguense 100% Noticias, la polizia sandinista si è presentata l’8 ottobre in una chiesa cattolica «con il falso pretesto di portare padre Angulo a un incontro. Tuttavia, il prete non è mai tornato e non si sa dove si trovi».

 

L’avvocatessa nicaraguense Martha Patricia Molina ha dichiarato il 2 ottobre sui social media che «i paramilitari e la polizia hanno iniziato un’operazione di intimidazione e di rapimento contro sacerdoti e parrocchiani».

 

«Ci sono tre preti rapiti», ha scritto. «Almeno cinque sono stati “visitati”, portati via, minacciati e restituiti. Nella diocesi di León ci sono state intimidazioni anche da parte della polizia».

 

La Molina ha detto che uno dei risultati è stato che le chiese sono state ora private della Messa, poiché alcune sono ora senza sacerdote. Ha accusato il governo comunista di Ortega di monitorare i preti «quotidianamente» e di «scattare loro fotografie», affermando di avere informazioni secondo cui altri preti verranno arrestati.

 

L’avvocato ha inoltre dichiarato che la dittatura di Ortega «non solo ha provocato l’incarcerazione di sei preti, ma ha portato ad un’ondata di persecuzione contro i laici».

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Il vescovo ausiliare di Managua in esilio, Silvio José Báez, ha lamentato gli arresti e la continua persecuzione della Chiesa cattolica da parte di Ortega.

 

«Altri tre preti arrestati stasera dalla dittatura sandinista di Daniel Ortega», ha scritto il vescovo su Twitter. «La feroce persecuzione contro la Chiesa cattolica continua. Chiedo alla Chiesa di tutto il mondo le sue preghiere per il Nicaragua e per la nostra Chiesa perseguitata!» 

 

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Secondo il quotidiano nicaraguense La Prensa, sono attualmente 13 i membri del clero arrestati dal governo.

 

In particolare, il vescovo Rolando Álvarez di Matagalpa rimane dietro le sbarre dopo essere stato condannato con l’accusa inventata di essere «traditore della patria» in seguito al suo rifiuto di abbandonare il suo gregge lasciando il Paese. Il coraggioso vescovo, schietto oppositore delle atrocità e dell’oppressione del regime di Ortega, è stato condannato a febbraio a 26 anni di carcere. È l’amministratore apostolico della diocesi di Estelí, dove sono avvenuti diversi arresti di sacerdoti.

 

Tuttavia, la persecuzione si è ora estesa anche ai laici cattolici, con fedeli arrestati e perquisite le loro case. Alcuni sono stati rilasciati dopo la detenzione, ma a condizione che tornino settimanalmente alla questura del loro comune per essere interrogati e verificare con il governo. L’ONU è stata allertata dell’escalation della persecuzione religiosa nel Paese.

 

Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa a due sacerdoti di ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona era stato impedito di fare ritorno nel Paese.

 

Al contempo i gesuiti nicaraguensi sono divenuti persone non gratae, con confisca dei beni e revoca dello status giuridico dell’ordine.

 

Lo scorso anno Ortega era arrivato a confinare l’Immacolata, vietando le processioni in onore della Vergine che si svolgono tradizionalmente nel Paese tra il 28 novembre e l’8 dicembre.

 

Dopo l’arresto di monsignor Alvarez, la repressione dello Stato contro la Chiesa si è fatta fitta: suore espulse, media chiusi, sacerdoti e fedeli posti agli arresti.

 

Tale persecuzione sta avvenendo, ovviamente, nel silenzio assordante del papato di Bergoglio, impegnato a parlare di migranti, divorziati, omosessuali e cambiamento climatico.

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Persecuzioni

Indonesia, cattolici minacciati perché recitavano il rosario in una casa

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Un gruppo di universitari si erano radunati per pregare nell’abitazione di una famiglia cattolica ma sono stati costretti a smettere dall’irruzione da parte di alcuni uomini armati. L’uomo a capo del gruppo di estremisti islamici ha detto che i cristiani devono radunarsi in chiesa. La polizia ha aperto un’indagine.   Alcuni studenti cattolici dell’Università di Pamulang (Unpam) sono stati minacciati da estremisti musulmani mentre si apprestavano a recitare il rosario. Ieri notte, nel distretto di Tangerang meridionale, un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione nella casa di una famiglia cattolica locale che stava ospitando gli studenti. I musulmani hanno urlato minacce e intimato agli universitari di mettere fine all’attività di preghiera e di disperdersi il prima possibile.   Pare che le ostilità siano state fomentate da un uomo chiamato Diding: «se pregate fatelo in chiesa come noi musulmani siamo abituati a fare in moschea, non in una casa residenziale come questa», ha detto l’uomo a capo del gruppo in base alle testimonianze raccolte finora.   Un attivista politico noto con il nome di Mr. A ha confermato ad AsiaNews che «una decina di studenti dell’Unpam stava recitando il rosario a casa di una figura cattolica del posto».   «Siamo stati al posto di comando di polizia fino alle 3 di notte per chiedere che gli autori di questo gesto ostile vengano ritenuti responsabili a favore dell’interesse comune», ha aggiunto Mr. A.   Rivolgendosi ai media locali, il sovrintendente capo Alvino Cahyadi ha affermato che la polizia sta indagando sull’episodio, dopo che un video della vicenda ha cominciato a circolare sui social. Alcune studentesse hanno riportato ferite minori.

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[link Twitter con video aggiunto da Renovatio 21]   Un simile episodio aveva avuto luogo nel 2014, quando Julianus Felicianus, un cattolico locale, aveva aperto la propria casa nei pressi di Yogyakarta alla comunità per pregare il rosario, un’attività a cui molti cristiani si dedicano nel mese di maggio. Un gruppo di musulmani aveva preso di mira il raduno cattolico e Julianus Felicianus aveva poi ricevuto minacce, anche di morte, da diverse persone.   Il mese di maggio è un momento speciale per molti devoti indonesiani, che si recano in visita a grotte e santuari mariani per rendere omaggio alla madre di Gesù.   Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne. Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Persecuzioni

Uomo cerca di sparare al pastore di una chiesa americana ma la pistola si inceppa

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Un video circolante su internet mostra un uomo che cerca di uccidere un pastore mentre teneva un sermone in una chiesa non cattolica dello Stato statunitense della Pennsylvania la scorsa domenica, ma sorprendentemente la pistola si è inceppata.

 

La polizia ha confermato di aver arrestato il 26enne Bernard Junior Polite dopo essere entrato nella chiesa di Jesus Dwelling Place a North Braddock e «aver tentato di sparare al pastore Glenn Germany mentre stava tenendo un sermone».

 

L’uomo è stato accusato di tentato omicidio. Il pastore Germany ha detto ai giornalisti di aver visto Polite esplorare la chiesa il giorno prima. «Sono grato a Dio di essere ancora qui, perché quello aveva decisamente premuto il grilletto», ha affermato il pastore.

 


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Il pastore ha aggiunto che deve la vita a un membro della congregazione che ha aggredito il sospettato. «Avrebbe potuto perdere la vita in quella lotta. Ma si è sacrificato per tutti ed è lui l’eroe», ha detto il Germany.

 

Il canale WTAE News ha riferito anche che domenica sera, un cadavere identificato come Derek Polite, 56 anni, presumibilmente il padre di Bernard Polite, è stato trovato ucciso a colpi di arma da fuoco nella sua casa.

 

Come sempre, ci poniamo la domanda che dovrebbero a questo punto chiedersi autorità e giornali: l’uomo era per caso in cura psichiatrica? Quali psicofarmaci assumeva?

 

Pastore, fedeli e pure l’attentatore del video parrebbero afroamericani. La chiesa di di Jesus Dwelling Place a North Braddock si definisce «non denominational».

 

Come riportato da Renovatio 21, negli USA vi sono stati casi di edifici religiosi dati alle fiamme, tra cui una chiesa dell’Oregon dove si teneva la messa in rito antico. Tuttavia il record di chiese – qui tutte cattoliche – bruciate spetta al Canada di Giustino Trudeau.

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Persecuzioni

Secondo sacerdote ucciso a colpi di arma da fuoco in Sud Africa in poco più di un mese

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Fr. Paul Tatu Mothobi, membro della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo (CSS/stimmatini) ed ex responsabile dei media e delle comunicazioni della Conferenza episcopale cattolica dell’Africa meridionale (SACBC), è l’ultima vittima di omicidio ecclesiastico in Sud Africa.   Fr. Tatu è nato nell’arcidiocesi di Maseru in Lesotho, ed ha esercitato il suo ministero nell’arcidiocesi di Pretoria in Sud Africa. Nella notizia della sua morte emessa dal segretario provinciale della CSS si legge con sobrietà che padre Tatu «è morto per stare con il Signore sabato 27 aprile 2024 dopo aver subito uno sparo».   Secondo i rapporti, p. Il corpo senza vita di Tatu con ferite da arma da fuoco è stato trovato il 27 aprile nella sua auto sulla N1 Road, una strada nazionale in Sud Africa che va da Città del Capo a Beit Bridge, una città di confine con lo Zimbabwe, passando per Bloemfontein, Johannesburg, Pretoria e Polokwane.   Il sito di notizie vaticano riferisce che padre Gianni Piccolboni, 76 anni, missionario della CSS, presente nel Paese da più di 30 anni e superiore provinciale, ha informato all’agenzia Fides che «la sequenza dei fatti non è ancora ben nota» ma che «padre Sembra che Paul abbia accidentalmente assistito all’omicidio di una donna».   Il religioso ha spiegato che l’assassino avrebbe costretto il fratello «a salire su un’auto, dove gli hanno sparato alla nuca per farlo tacere». E ha aggiunto: «Preghiamo per lui e per i missionari stimmatini che stanno vivendo un dolore così grande».

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In una dichiarazione di lunedì 29 aprile, i membri della SACBC hanno espresso le loro condoglianze ai membri della CSS e a padre Tatu e ha descritto la sua uccisione come «un incidente non isolato».   Hanno ricordato l’omicidio del 13 marzo di padre William Banda, dello Zambia e membro della Società Missionaria di San Patrizio (Padri Kiltegan), ucciso a colpi di arma da fuoco nella sagrestia della cattedrale della Santissima Trinità nella diocesi sudafricana di Tzaneen.   I vescovi della SACBC aggiungono: «va notato che la morte di padre Paul Tatu non è un incidente isolato, ma piuttosto un esempio doloroso del deterioramento dello stato di sicurezza e moralità in Sud Africa».   Gli omicidi di padre Tatu e p. Banda, deplorano i membri della SACBC, «si verificano in un contesto di crescente preoccupazione per il crescente disprezzo per il valore della vita, dove le persone vengono uccise arbitrariamente».   Nato nel 1978 a Teyateyaneng (TY), cittadina nel distretto di Berea nel Lesotho, padre Tatu si è unito agli stimmatini nel 1998. Ha studiato filosofia alla St. Francis House of Studies di Pretoria dal 1999 al 2000, prima di partire per il Botswana per il noviziato. È stato ordinato sacerdote nel 2008. Ha esercitato la professione in Tanzania prima di venire in Sud Africa.   La Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo (in latino: Congregatio a Sacris Stigmatibus Domini Nostri Jesus Christi) è una congregazione clericale di diritto pontificio. Fondata da Gaspard Bertoni e approvata dalla Santa Sede nel 1855, all’inizio del XXI secolo contava poche centinaia di membri, chiamati «stimmatini», in quattro continenti.   Si dedicano all’organizzazione e alla predicazione dei ritiri spirituali e delle missioni popolari, nonché al catechismo, alla formazione dei chierici dei seminari, e infine all’educazione della gioventù.

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