Animali
Scimmie raccoglitrici di cocco: accordo per lo stop tra imprese tailandesi ed animalisti
In Tailandia si è trovato l’accordo tra aziende e animalisti per terminare l’impiego di scimmie per raccogliere il cocco. Lo riporta AsiaNews.
In Tailandia, il lucroso settore dei prodotti derivati dal cocco si basa sullo sfruttamento di oltre 3.000 scimmie di specie a rischio, addestrate per raccogliere le noci. Una campagna internazionale di boicottaggio contro il maltrattamento di questi animali sta spingendo i produttori a trovare alternative.
Il Siam è un leader mondiale nell’esportazione di cocco, ma il settore è criticato da associazioni animaliste per l’uso di macachi a coda di maiale del Nord e del Sud, addestrati a salire sugli alberi per raccogliere le noci. Questo mercato genera oltre 25 miliardi di Baht all’anno (circa 625 milioni di euro), con una crescente domanda di prodotti come il latte di cocco, di cui il Paese fornisce l’80% a livello globale.
Farmers in Thailand hire monkeys 🐒 to pick coconut 🥥.
— ReBha (@X_ReBha_X) May 20, 2025
🇹🇭 Monkeys are employed as coconut harvesters in Thailand! pic.twitter.com/6Js2BD7gNQ
— Lord Bebo (@MyLordBebo) December 4, 2024
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Nonostante una lunga tradizione, nel 2020 un rapporto di Peta Uk ha denunciato le condizioni disumane dei macachi, che lavorano 6-8 ore al giorno raccogliendo fino a 1.000 noci. Sebbene il numero di scimmie impiegate sia sceso da 15.000 a 3.000 in 15 anni, le polemiche persistono.
I macachi a coda di maiale del Nord sono considerati vulnerabili, mentre quelli del Sud sono a rischio estinzione, secondo la lista rossa dell’IUCN. In Thailandia esistono già normative che vietano il possesso di questi animali, salvo quelli nati in cattività.
Il boicottaggio di rivenditori in Europa e Nord America, che ha causato perdite di circa 2 miliardi di Baht all’anno (50 milioni di euro), ha spinto l’industria a reagire. Il Coconut Industry Group, che include grandi aziende come Asiatic Agro Industry e Thai Coconut, ha firmato un Memorandum d’Intesa con la Wildlife Friends Foundation Thailand e il ministero dell’Agricoltura.
L’accordo prevede riforme per vietare l’uso di scimmie nella raccolta, l’introduzione di palme più basse, investimenti in tecnologie per la raccolta meccanizzata e sistemi di tracciabilità per garantire produzioni etiche.
Per i macachi attualmente impiegati sono previste cure in strutture adeguate.
Il lettore italiano è lasciato a chiedersi a che distanza siamo dall’arrivo sulla scena di un sindacato delle scimmie, una triplice CGIL-CISL-UIL per primati: vedendo il sindacato occuparsi di aborto e vaccini (e referendum pro-immigrati, persi rovinosamente, senza conseguenze per la dirigenza, però, ovvio) Renovatio 21 crede che non ci vorrà molto, anzi magari leggendo proprio queste righe qualche ricco funzionario sindacale sarà ispirato alla nuova crociata per il mondo del lavoro: le scimmie a coda di maiale che raccolgono il cocco.
Avrebbe molto più senso di quanto fatto negli ultimi anni di tradimento totale dei lavoratori e dell’articolo 1 Costituzione italiana.
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Immagine di Peter Gronemann via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Animali
Dinosauro morto sotto un museo di dinosauri
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Animali
Il Giappone invia truppe per contrastare l’aumento degli attacchi mortali degli orsi
Il 5 novembre il Giappone ha dispiegato truppe nel Nord del Paese per aiutare a gestire gli orsi nella zona, dopo che le autorità locali hanno ammesso di essere in difficoltà di fronte a un’ondata di attacchi senza precedenti.
Stando a quanto riferito dal quotidiano nipponico Asahi Shimbun, i soldati della Forza di Autodifesa Terrestre giapponese (GSDF) sono stati inviati nella regione per collaborare con i cacciatori locali e tenere sotto controllo gli animali.
Alle truppe, tuttavia, non sarà consentito l’uso di armi da fuoco durante l’operazione: potranno impiegare solo spray anti-orso per deterrenza e protezione, oltre a contribuire a posizionare trappole a scatola, condurre pattugliamenti, trasportare cacciatori, spostare orsi catturati o abbattuti e raccogliere informazioni.
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L’intervento è partito da Kazuno, città nella prefettura di Akita (nota ai lettori di Renovatio 21 per essere sede dell’ultima, apocalittica, apparizione mariana approvata dalla Chiesa), all’estremo nord dell’isola principale di Honshu. Nelle ultime settimane a Kazuno si è registrato un forte incremento degli avvistamenti di orsi; i residenti sono stati invitati a evitare i boschi fitti intorno all’insediamento e a rimanere in casa dopo il tramonto per scongiurare gli orsi in cerca di cibo vicino alle abitazioni.
La premier giapponese Sanae Takaichi ha inoltre annunciato in parlamento che entro metà mese il governo deciderà misure di emergenza per affrontare la problematica degli orsi. «Adotteremo le misure necessarie tempestivamente, senza attendere la decisione finale», ha dichiarato la Takaichi, secondo l’agenzia Jiji.
Secondo il ministero dell’Ambiente, da aprile in Giappone si sono verificati oltre 100 attacchi di orsi, con un record di 13 persone uccise nel Paese nello stesso periodo.
Due terzi di questi decessi si sono concentrati nella prefettura di Akita e nella confinante Iwate. Ad Akita, le autorità riferiscono che gli avvistamenti di orsi sono aumentati di sei volte quest’anno, superando gli 8.000, e gli attacchi sono in procinto di stabilire un nuovo primato, spingendo il governatore a richiedere l’intervento delle Forze di autodifesa la settimana scorsa.
Dopo Kazuno – cittadina di circa 30.000 abitanti nota per le sorgenti termali e il paesaggio – i soldati GSDF si sposteranno a Odate e Kitaakita, in base a un accordo che durerà fino a fine mese, secondo NHK.
L’incremento della popolazione di orsi, lo spostamento delle fonti alimentari naturali e lo spopolamento delle aree rurali stanno portando a un maggior contatto con gli esseri umani. Nel frattempo, i cacciatori – molti dei quali anziani – su cui le autorità contavano per gestire il problema si sono trovati sopraffatti quest’anno.
Nelle ultime settimane gli orsi hanno attaccato clienti all’interno di un supermercato, un turista diretto a una fermata dell’autobus vicino a un sito UNESCO e un dipendente di un resort termale.
Gli attacchi degli orsi raggiungono tipicamente il picco tra ottobre e novembre, quando gli animali accumulano cibo prima del letargo.
Secondo Bear Conservation, gli orsi neri giapponesi, diffusi in gran parte del Paese, possono pesare fino a 125 kg, mentre gli orsi bruni dell’isola settentrionale di Hokkaido superano i 600 kg.
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A settembre il governo ha allentato le norme sulle armi da fuoco per facilitare ai cacciatori l’abbattimento degli orsi nelle aree urbane. La modifica legislativa consente ora alle autorità comunali di richiedere a cacciatori autorizzati di catturare o eliminare gli orsi, purché garantiscano la sicurezza delle comunità limitando il traffico ed evacuando i residenti in collaborazione con la polizia.
In precedenza, la legge proibiva ai cacciatori di sparare agli animali in zone densamente popolate, salvo ordine della polizia per pericolo imminente alla vita, scrive il quotidiano giapponese in lingua inglese Japan Times.
Il terrore scatenato del Sol Levante dai malvagi tardigradi era stato già descritto da Renovatio 21 due anni fa. Aveva fatto notizia anche l’impiego dell’Intelligenza Artificiale per arginare il fenomeno, ma a quanto pare l’opzione migliore è mandare l’esercito, o meglio, il suo surrogato nipponico (per Costituzione, il Paese è pacifista e privo di forze armate ufficiali).
Resta da capire, a questo punto, cosa un giapponese, che assiste nel suo Paese a centinaia di attacchi ursini, possa pensare dell’Italia che gli orsi li importa dall’Estero – per poi vedere i suoi cittadini danneggiati, impauriti, aggrediti e perfino sbranati a morte.
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Animali
La malvagia lontra ladra di surf è tornata
A Sea Otter took over a surfboard and bit the surfer which resulted in a large water rescue response. All’s fine now pic.twitter.com/SrdEK4MF1m
— Native Santa Cruz (@NativeSantaCruz) October 16, 2025
There was, unfortunately, another surfer and sea otter encounter at Steamer Lane late yesterday, 24 hours after Wednesdays. In this case. An otter took over a short board and after the surfer managed to get it off, the otter chased the board and surfer trapping onto the surfboard… pic.twitter.com/bmfC6dPdU7
— Native Santa Cruz (@NativeSantaCruz) October 17, 2025
What a crazy scene today at Steamer lane! Bella was the victim, but appears okay and didn’t need to be treated by emergency responders pic.twitter.com/80GTGxmqPI
— Native Santa Cruz (@NativeSantaCruz) October 16, 2025
Photos that tell the story of Rescue Swimmer Ben Coffey reaching surfer Bella last Wednesday as a sea otter refused to give up Bella’s surfboard and repeatedly tried to get back on it. pic.twitter.com/tQbgsTlwG4
— Native Santa Cruz (@NativeSantaCruz) October 21, 2025
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AGGRESSIVE OTTER | An aggressive otter off the coast of Santa Cruz stole another surf board over the weekend. The otter forced the surfer off his board and even left several bite marks in the surf board. Latest details: https://t.co/lBc31guhOy pic.twitter.com/9Tu4Gy5gKx
— KSBW Action News 8 (@ksbw) July 11, 2023
A little video of the sea otter that likes surf boards pic.twitter.com/X5O8CNZaCc
— Native Santa Cruz (@NativeSantaCruz) June 19, 2023
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