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Immigrazione

Prima via con cartello stradale in arabo in Germania

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Il primo cartello stradale in lingua araba della Germania è apparso nella città di Düsseldorf, e le associazioni islamiche e il Partito dei Verdi lodano il nuovo sviluppo. Lo riporta RMX News.

 

«I segnali stradali bilingue sono anche un’espressione simbolica di inclusione sociale. Mostrano che le persone si identificano con il loro distretto e la diversità del loro distretto», ha scritto in un comunicato il Partito dei Verdi della città.

 

«Per diverse generazioni, molte persone, famiglie e commercianti di origine marocchina e maghrebina che hanno contribuito a costruire la Germania» hanno vissuto nel distretto, hanno scritto i Verdi, aggiungendo che «meritano rispetto, ammirazione e rappresentanza».

 

Il presidente del Consiglio centrale dei musulmani in Germania, Aiman ​​​​A. Mazyek, ha scritto su Twitter che Düsseldorf sta mostrando «diversità e rispetto per i tedeschi immigrati».

 


Anche la console generale del Marocco Lalla Loubna Ait-Bassidi ha fatto i suoi elogi: «sono grata che l’integrazione venga espressa in un modo che le persone di 20 nazioni arabe possano leggere e capire. Il cartello simboleggia che i migranti sono riconosciuti e rappresenta la diversità di Düsseldorf, una delle città più diverse della Renania Settentrionale-Vestfalia».

 

La società di sondaggi Pew Research indica che la popolazione musulmana europea potrebbe triplicare nei prossimi 30 anni, arrivando a 75 milioni. La situazione non è dissimile agli Stati Uniti, dove la quota della popolazione ispanica è aumentata notevolmente e la lingua spagnola è diventata prevalente nei documenti statali e nei segnali stradali in Arizona, California, Florida, New Mexico e Texas.

 

Di recente, ricorda RMX News, l’autore e commentatore tedesco-iraniano Behzad Karim Khani ha affermato che i migranti non solo rimarranno in Germania, ma alla fine «erediteranno la Germania» dai tedeschi etnici, che «stanno morendo».

 

Come riportato da Renovatio 21, il Gay Pride tedesco della scorsa estata è stato attaccato da quelli che i giornali chiamarono pudicamente «uomini di origine meridionale».

 

La Germania è reduce anche dal capodanno di Berlino, con devastazioni perpetrate da immigrati nella più totale sfida alle forze dell’ordine.

 

Vi sono stati casi ridicoli, come quello dell’attacco terroristico a Wuerzburg, che suscitò nel sindaco la preoccupazione che si sarebbero discriminati gli immigrati. Si ricorda anche la vicenda del politico verde di origine cingalese Manoj Subramamian, che si inventò molestie e attacchi nazisti contro di lui. Nella città di Hanau abbiamo visto invece parcheggi riservati solo a immigrati e LGBT.

 

La Germania, che ha accettato un titanico afflusso di immigrati con la crisi del 2015 grazie alle decisioni di Angela Merkel, è tuttavia già stata traumatizzata dalla questione dell’immigrazione, non solo che il terrorismo che ha colpito il mercatino di Berlino nel Natale 2016 (l’attentatore era entrato con i barconi, dall’Italia) ma anche con il dramma degli stupri di massa al capodanno 2015 davanti al Duomo Colonia: è la tahurrush gamea, la «molestia collettiva» che abbiamo visto consumarsi anche in Italia al capodanno 2021 davanti al Duomo di Milano.

 

L’acquisizione del territorio europeo come uno spazio rivendicato apertamente dagli immigrati si era visto con l’invasione di Peschiera da parte di giovani immigrati di seconda generazione.

 

 

 

 

Immagine screenshot da Twitter

 

 

 

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Immigrazione

La «remigrazione» è una questione importante per la Svezia: parla il nuovo ministro per l’immigrazione di Stoccolma

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Lo scorso martedì il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha presentato il suo governo riformato, in seguito alle inaspettate dimissioni del ministro degli Esteri Tobias Billström della scorsa settimana.

 

Come riportato da Renovatio 21, le dimissioni del Billström hanno preso molti di sorpresa: si tratta del ministro che aveva portato Stoccolma nella NATO.

 

Nel rimpasto, è sembrata evidente una rinnovata attenzione alla gestione dell’immigrazione.

 

Maria Malmer Stenergard, ex ministro delle migrazioni, sostituirà Billström come capo del ministero degli esteri. Sarà sostituita come ministro delle migrazioni da Johan Forssell, ex ministro degli aiuti e del commercio estero. Entrambi appartengono al Moderata samlingspartiet (il «Partito moderato») del Kristersson.

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In un’intervista dopo la nomina, il nuovo ministro delle migrazioni ha affermato che mantenere al minimo l’immigrazione per asilo per un lungo periodo sarà una priorità. Forssell ha detto a quotidiano Aftonbladet che «la cosa importante ora è che non torniamo alla politica precedente, che ha messo la Svezia in una situazione molto difficile. Molte persone ne sono state colpite».

 

Sebbene la remigrazione non sia stata finora al centro della politica governativa, la situazione sta cambiando, ha affermato Forssell.

 

«Torneremo su questo problema», ha affermato, citando il piano della Danimarca, che paga gli immigrati per tornare nel loro paese di origine, come una soluzione da considerare. «È chiaro che è un problema importante per la Svezia e per questo governo».

 

Il sito European Conservative cita un rapporto pubblicato di recente dall’economista Joachim Ruist, incaricato dal governo svedese di trovare modi per convincere gli immigrati a rimigrare, aveva concluso che «non è possibile trovare metodi del genere».

 

Il rapporto affermava che aumentare l’«indennità di rimpatrio» al livello danese di 350.000 corone svedesi (30.600 euro) a persona avrebbe portato a non più di 700 persone che rimigrano ogni anno. Ruist aveva precedentemente presentato un’analisi che stimava il costo per il Paese a 74.000 corone svedesi (circa 6.400 euro) per migrante all’anno.

 

Forssell non ha voluto approfondire la proposta del governo attualmente in lavorazione, ma ha detto di vedere diversi vantaggi nel supportare la remigrazione.

 

«Le persone che sono arrivate in Svezia potrebbero non sentire che la vita è andata come avevano immaginato, che desiderano ardentemente tornare nel loro paese d’origine ma non hanno le finanze o altri mezzi per farlo. Non pensiamo che sia strano essere in grado di facilitare un simile sviluppo», ha dichiarato.

 

I partiti di opposizione in Svezia hanno criticato l’idea di pagare gli immigrati per farli tornare nei loro Paesi d’origine, affermando che ciò sarebbe contrario al concetto di integrazione e farebbe sentire gli immigrati indesiderati, riporta l’European Conservative.

 

Mentre gli esperti svedesi hanno sollevato preoccupazioni sulla mancanza di esperienza del nuovo ministro delle finanze Malmer Stenergard nel campo della politica estera, il primo ministro Kristersson ha indicato i suoi negoziati internazionali come ministro delle migrazioni come prova del contrario.

 

«È stata determinante nell’attuazione del patto sulle migrazioni e ha una vasta rete internazionale», ha dichiarato il Kristersson a Expressen.

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Non sono previsti grandi cambiamenti di politica con il nuovo ministro degli esteri. La Svezia continuerà a supportare l’Ucraina, lavorando all’integrazione della NATO e alla cooperazione con i paesi vicini, e sosterrà un cessate il fuoco e una soluzione a due stati in Israele, ha affermato Malmer Stenergard.

 

Il leader dello Sverigedemokraterna (il Partito Democratico svedese, considerato dalla stampa mainstream come «populista» se non di «estrama destra») Jimmie Åkesson è stato soddisfatto delle due nomine. «Siamo stati soddisfatti di Forssell nel ruolo di ministro degli aiuti e del commercio estero. Ora possiamo portare una persona che è fedele all’accordo di Tidö in questa posizione e un ministro degli esteri con un forte profilo sulle questioni migratorie. Questo può avvantaggiarci a lungo termine», ha detto a Expressen.

 

L’accordo di Tidö è l’accordo politico negoziato tra i partiti di governo e i Democratici Svedesi, che ha rotto il precedente cordone sanitario contro il partito critico nei confronti dell’immigrazione e gli ha consentito di esercitare un’influenza formale sulla politica del governo senza farne parte.

 

Il termine Remigrazione («Remigration»), molto in uso nei movimenti populisti ed identitari europei, prescrive il ritorno degli immigrati nei loro luoghi di origine, anche a mezzo della deportazione coatta.

 

La Svezia non è l’unico Paese ad aver cambiato il verso del discorso sulla questione migratoria – aprendo cioè la Finestra di Overton dal lato opposto rispetto al sistema.

 

Come riportato da Renovatio 21, il partito AfD parla non solo di fine dell’immigrazionein Germania, ma di remigrazione degli stranieri illegalmente presenti sul territorio.

 

In Austria il partito FPO vuole nominare un «commissario per la remigrazione» che supervisionerà la deportazione degli immigrati clandestini.

In Italia, dove al governo dovrebbe esserci un partito di destra, il tema della remigrazione è inaudito. Tuttavia, proprio sotto il governo di un partito definito da alcuni come nazionalista se non «postfascista», abbiamo visto aumentare il numero degli sbarchi.

Quando c’era Lei, i barconi arrivano in orario. A frotte.

 

E i partiti europei che seriamente vogliono risolvere il problema migratorio hanno preso nota.

 

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Immagine di Swedish Presidency of the Council of the EU via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0

 

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Alimentazione

Cannibalismo, detenuto africano stacca e mangia il dito di un altro prigioniero del carcere di Poggioreale

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È accaduto nel carcere Poggioreale di Napoli.   Secondo NapoliToday, si tratterebbe di un «carcerato extracomunitario con gravi problemi psichiatrici ha tranciato con un morso e poi ingerito il dito di un compagno di cella dopo averlo tramortito». L’uomo sarebbe originario del Mali.   Il giudice avrebbe disposto il trasferimento, tuttavia il sindacato di Polizia USPP hanno comunicato che «nessuna struttura psichiatrica esterna vuole ospitare il detenuto del Mali che nei giorni scorsi si è reso protagonista di atti di cannibalismo nel carcere di Poggioreale a Napoli».

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La direzione carceraria avrebbe quindi reiterato la richiesta.   A poche ore dall’incidente cannibalistico, sarebbe avvenuto «un altro episodio violento che ha visto protagonista un detenuto psichiatrico del carcere irpino di Sant’Angelo dei Lombardi dove l’area sanitaria è stata devastata e alcuni agenti aggrediti con calci e pugni».   Non si tratta del primo episodio di cannibalismo perpetrato da detenuti africani nelle carceri italiane. Come riporta Il Giornale, nel 2020 un detenuto nigeriano avrebbe aggredito quattro secondini, strappando con i denti l’orecchio di uno di loro per poi ingollare il pezzo di carne umana.   Sempre nel 2020, a Rebibbia un detenuto di origini sicule al 41-bis avrebbe aggredito un agente della penitenziaria a morsi staccandogli parte del dito.   Nel 2022 a Spini di Gardolo, nella provincia autonoma di Trento, un detenuto nordafricano avrebbe attaccato a morsi un agente della penitenziaria durante un tragitto di spostamento.   Nel 2023, a Genova, un detenuto avrebbe staccato a morsi un pezzo della mano di un ispettore.

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Storie di cannibalismo carcerario erano arrivate anni fa dal Brasile, dove un pubblico ministero dello Stato del Maranhao (a Nord-Est del Paese) nel 2015 aveva denunciato quattro detenuti delle prigioni della città di Sao Luis (considerate il carcere più violento della nazione) per tortura, omicidio, squartamento e persino cannibalismo ai danni di un altro recluso brutalizzato due anni prima.   Un racconto non dissimile era arrivato ai giornali nel 2016, quando in Venezuela un prigioniero noto come «il mangiatore di uomini», in carcere per cannibalismo dal 1999, avrebbe mangiato un altro carcerato.   Nel 2007, a Rouen, in Francia, un detenuto uccise il compagno di cella per poi cibarsi di parte di un polmone e del torace della vittima. Nel 2010 il cannibale sarebbe stato condannato a 30 anni di carcere.   Nel 2011, a Teramo, vi fu il caso di un 23enne che, scrisse Il Centro, «aveva confessato di aver pugnalato una donna che stava facendo footing perché voleva mangiarne i piedi». «Soggetto schizofrenico, con dei rilievi di cannibalismo e necrofilia», era scritto sulla relazione medica stilata in carcere. «I medici dicono che le sue condizioni lo rendono incompatibile con il regime carcerario» aveva dichiarato l’avvocato difensore.   Successivamente, il GIP ordinò che il giovane cannibale restasse in carcere.

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Immagine generata artificialmente    
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Immigrazione

Arrestato immigrato siriano: complottava di uccidere soldati tedeschi

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La polizia del land tedesco della Baviera ha arrestato un migrante siriano per aver presumibilmente pianificato di accoltellare a morte diversi soldati. L’arresto avviene mentre la Germania rafforza la sicurezza dei suoi confini in una stretta sui «gruppi terroristici islamici».

 

Il 27enne è stato arrestato giovedì e accusato di aver pianificato un «grave atto di violenza che mette in pericolo lo Stato», hanno affermato i procuratori di Monaco in una dichiarazione ai media tedeschi venerdì.

 

Il sospettato, che i procuratori hanno descritto come un «presunto seguace di un’ideologia islamica radicale», ha recentemente acquisito due coltelli da 40 cm e ha pianificato di «attaccare i soldati della Bundeswehr» (cioè l’esercito tedesco) nella città bavarese di Hof, dove si sarebbero radunati vicino a una caserma militare durante la pausa pranzo, si legge nella dichiarazione.

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L’uomo siriano intendeva «ucciderne il maggior numero possibile» per «attirare l’attenzione e creare un senso di incertezza tra la popolazione», si legge nella dichiarazione.

 

Il sospettato è arrivato in Germania come richiedente asilo nel 2014, ha detto venerdì ai giornalisti il ​​ministro degli Interni bavarese Joachim Herrmann. La polizia ha ricevuto una soffiata mercoledì da qualcuno nella sua cerchia sociale che lo ha descritto come un tossicodipendente instabile, ha aggiunto Hermann.

 

La Germania ospita quasi un milione di richiedenti asilo siriani, la maggior parte dei quali è arrivata dopo che l’ex cancelliera Angela Merkel ha aperto le frontiere del Paese nel 2015 e ha annunciato che non sarebbero stati imposti limiti alle domande di asilo.

 

Dopo un decennio di attentati, accoltellamenti , sparatorie e attacchi con camion, la Germania, perfino sotto il governo verde-socialista, ha iniziato ad invertire la catastrofica politica della Merkel. Il ministro degli Interni Nancy Faeser ha annunciato lunedì che i controlli dei passaporti saranno reintrodotti ai confini terrestri del paese per i prossimi sei mesi, nel tentativo di frenare l’immigrazione illegale e affrontare le minacce dei “gruppi terroristici islamici” e della criminalità organizzata transnazionale.

 

L’annuncio della Faeser è arrivato meno di un mese dopo che un richiedente asilo siriano si è consegnato alla polizia dopo aver accoltellato a morte tre persone e averne ferite altre otto in un attacco a un «Diversity Festival» nella città di Solingen. L’ISIS ha rivendicato la responsabilità dell’attacco.

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Cittadine tedesche sono state teatro di continui episodi della violenza immigrata, spesso a base di accoltellamenti. Il capo di un sindacato della polizei negli scorsi giorni ha pubblicato un video-discorso di denuncia in cui dichiarava che «la crisi dell’immigrazione è prima di tutto una crisi criminale».

 

Dopo gli attacchi, i partiti anti-immigrazione Alternative für Deutschland (AfD) e Sahra Wagenknecht Alliance (BSW) hanno ottenuto significativi guadagni nelle elezioni statali in Turingia e Sassonia.

 

L’AfD è attualmente al primo posto nei sondaggi nel Brandeburgo, dove si terranno altre elezioni statali più avanti nel mese.

 

Come riportato da Renovatio 21, AfD parla non solo di fine dell’immigrazione nel Paese, ma di remigrazione degli stranieri illegalmente presenti sul territorio.

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Immagine di Rene Mentschke via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0

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