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Misteri

Misteriosa sequenza di morti a Chioggia. Cosa può essere?

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I giornali riportano di una enigmatica, inquietante sequenza di morti a Chioggia.

 

«È giallo a Chioggia per il quinto uomo trovato in casa senza vita» scrive La Stampa. L’ultimo in ordine di tempo è un uomo che «fra qualche giorno avrebbe compiuto 55 anni». L’uomo «viveva da solo in un appartamento (…) e a dare l’allarme sono stati i colleghi della cooperativa sociale dove lavorava da qualche tempo».

 

Si tratta dell’ultimo di una serie di casi, che a quanto si capisce, rimangono irrisolti: «In un solo mese ad esser stati trovati senza vita in casa sono state altre quattro persone». Segni particolari: «abitavano tutti da soli e avevano un’età compresa tra i 54 e i 62 anni», ad eccezione di uno che ne aveva 78.

 

Alcuni di loro vivevano nello stesso quartiere e perfino, in un caso, nello stesso condominio. Due di loro avevano anche lavorato insieme. Tuttavia, nota il quotidiano, «queste concomitanze sarebbero facilmente spiegabili, trattandosi di una piccola città».

 

Al momento si brancola nel buio. «Le indagini si concentrano sulle abitudini e frequentazioni per trovare un possibile collegamento tra le morti». «Chioggia sotto choc», scrive l’allarmante titolo. La parola «malore» qui non viene fatta mai.

 

Libero, che parla di «giallo e paura», ad un certo punto invece la fa. Parlando dell’ultima vittima, scrive che «il fratello poi, lo ha trovato senza vita in casa, per un malore che con ogni probabilità lo aveva colpito nella notte».

 

In effetti, se vivi da solo e hai un malore è difficile che qualcuno se ne renda conto e possa soccorrerti o chiamare i soccorsi.

 

Ma la causa di questa catena di morti non si trova, anche se alcuni puntano alla solitudine, che come causa di morte improvvisa è di per sé improbabile. Soprattutto in questo caso: «pur nella diversità individuale, quasi tutti sembrano essere stati inseriti in una rete di rapporti e frequentazioni da non poterli definire “soli” in assoluto» scrive il Gazzettino. L’assessore al Sociale ha fatto un appello: «chi conosce situazioni a rischio ce le segnali: possiamo intervenire in molti modi e, in certi casi, anche un piccolo aiuto, un incoraggiamento può servire».

 

Da qualche tempo si parla con insistenza della SADS, cioè «Sudden Adult Death Syndrome», sindrome della morte improvvisa dell’adulto. Calcata sull’esempio della SIDS (la cosiddetta «morte in culla», per cui muoiono inspiegabilmente tanti bambini piccoli ogni anno), la SADS si verifica quando un adulto muore di colpo senza una causa nota anche dopo un’autopsia e uno screening tossicologico (che esclude cioè, che a uccidere una persona sia stata la droga).

 

Non riusciamo a capire, leggendo i giornali, quali siano gli esiti delle autopsie di questa sequela di morti chiozzotte, né se vi siano stati. Si insiste che dietro ci potrebbe essere un mistero non ancora svelato, una qualche correlazione tra le vittime, una cosa che avevano in comune, un qualcosa di ancora ignoto cui dovrebbe forse aver paura l’intera comunità.

 

Ci chiediamo: cosa potrebbe essere mai?

 

 

 

 

 

 

Immagine di Twice25 & Rinina25 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)

 

 

 

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Bizzarria

«Come Dio»: professore di Harvard afferma che gli alieni potrebbero creare universi in laboratorio

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In una recente intervista, l’astronomo di Harvard Avi Loeb, ha ipotizzato che gli alieni potrebbero costruire «piccoli universi» nei laboratori e che i suoi detrattori sono semplicemente «gelosi».

 

Discutendo del suo lavoro e delle sue teorie in una chat con Fox News, il Loeb ha mostrato la sua tendenza verso teorie fantasiose e profondamente speculative sulla vita extraterrestre.

 

«Si può immaginare che la civiltà sovrumana che capisce come unificare la meccanica quantistica e la gravità potrebbe effettivamente essere in grado di creare un piccolo universo in laboratorio», ha detto al canale via cavo americano, «una qualità che assegniamo a Dio nei testi religiosi».

 

Un recente articolo del New York Times non si è concentrato sull’astronomo stesso, ma sul modo in cui ha alienato i suoi colleghi con le sue affermazioni da prima pagina su quelli che crede siano intrusi interstellari e astronavi precipitate sul fondo dell’Oceano Pacifico.

 

Durante l’intervista alla Fox, lo scienziato ha insistito sul fatto che se fosse stato lì quando Mosè trovò il roveto ardente che parlava con la voce di Dio con attrezzature moderne, «avrebbe potuto consigliare» il profeta «sulla temperatura superficiale del cespuglio, la quantità di energia in un periodo di tempo emessa da esso e se si tratta davvero di un fenomeno insolito».

 

Nessuna di queste teorie sulla potenziale vita aliena è particolarmente nuova. Credere che non siamo soli nell’universo, o addirittura che siano già state scoperte prove di vita extraterrestre intelligente, non è più l’unico ambito delle teorie del complotto, ma piuttosto delle udienze del Congresso e delle denunce del New York Times.

 

L’idea che gli alieni abbiano visitato la terra in passato, intervenendo nella storia umana o persino creando la nostra specie, ha un suo genere letterario con un nome specifico, la «paleoastronautica». Il successo editoriale del filone è partito una cinquantina di anni fa con il libro dello scrittore tedesco Heinrich Von Daeniken Carri degli dei.

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Visioni simili ad un certo punto cominciavano a sorgere anche in URSS, dove l’ipotesi del «creazionismo alieno» come origine della vita sul pianeta era ritenuta utile per prevenire che il popolo tornasse a darsi la spiegazione di un tempo, e cioè che l’universo lo aveva creato Dio.

 

Il furore paleoastronautico si presenta in cicli che paiono inestinguibili: nell’ultimo, a cui stiamo assistendo, vi sono personaggi che rileggono la Bibbia in chiave aliena, peraltro una tentazione già nota praticamente dai tempi di Von Daeniken.

 

Tuttavia come ha dichiarato al NYT l’astrofisico dell’Arizona State University Steve Desch, la gente sembra davvero essere «stufa di sentire le affermazioni selvagge di Avi Loeb». 

 

Come riportato da Renovatio 21, Il professor Loeb è noto per aver sostenuto che l’asteroide interstellare 2017U1, avvistato nel 2017 e soprannominato «’Oumuamua» (in hawaiano «messaggero che arriva per primo da lontano» o «messaggero da un lontano passato») potrebbe essere la prova di una civiltà aliena che ha inviato un pezzo della sua tecnologia nel nostro pianeta a farci visita.

 

Il Loeb, di fatto un «cacciatore di alieni» con cattedra ad Harvard e quindi bollino accademico di alto prestigio, ha inoltre dichiarato che ci potrebbero essere fino a 4 quintilioni di astronavi aliene nel sistema solare.

 

Per quanto riguarda i suoi detrattori, l’astronomo di Harvard ha detto a Fox che soffrono solo di «gelosia accademica». Che non si curi molto di quel che dicono di lui lo si capisce anche da altre dichiarazioni degli ultimi mesi, come quella per cui potrebbe essere possibile che ci siano quattro quintilioni di astronavi aliene in agguato nel nostro sistema solare.

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E non si può dire che nel giro accademico, anche rinomato, il Loebbo sia solo: parlando a una conferenza a Manhattan, il dottor Garry Nolan – un immunologo con cattedra a Stanford candidato al premio Nobel, che en passant afferma di aver lavorato per la CIA in passato – ha suggerito che gli umani probabilmente hanno già visto gli alieni prima, ma semplicemente non hanno notato nulla di diverso loro, in modo simile a come le tribù sudamericane avvistarono per la prima volta le navi spagnole.

 

In pratica esiste quindi una possibilità del «100%» che forme di vita aliene abbiano visitato la Terra in passato e che siano ancora presenti sul nostro pianeta fino ad oggi.

 

La visione di Loeb degli alieni creatori di universi laboratoriali in fondo non si discosta troppo da quella dell’ex capo di Roskosmos (l’Agenzia Spaziale Russa) Dmitrij Rogozin, il quale in un discorso alla TV russa non ha escluso che la Terra sia già sotto osservazione extraterrestre e che gli attuali livelli della tecnologia umana e della comprensione della scienza potrebbero semplicemente non essere abbastanza avanzati allo stadio attuale per rendersene conto.

 

«Non siamo gli unici che possono studiare i microbi, ma possiamo essere studiati come i microbi» disse l’ex vicepremier Rogozin, che in seguito sarebbe uscito da Roskomos e sarebbe stato ferito durante un attentato in Donbass a dicembre scorso.

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«La banca JP Morgan ha gestito un miliardo di dollari per Epstein»: causa in corso

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La banca JP Morgan ha gestito più di un miliardo di dollari del denaro di Jeffery Epstein per un periodo di 16 anni, mentre la direzione della banca ha ignorato le richieste di recidere i legami con il condannato per reati sessuali, hanno affermato giovedì gli avvocati delle Isole Vergini americane.   Le transazioni hanno avuto luogo tra il 1998 e il 2013, ha detto l’avvocato Mimi Liu in un’udienza a Manhattan, secondo Reuters.   Le Isole Vergini americane, dove si trova l’isola privata di Little Saint James del defunto Epstein, hanno intentato una causa contro JP Morgan l’anno scorso. Secondo l’accusa, i massimi dirigenti della banca avrebbero spesso scherzato sul finanziere e sulla sua passione per le ragazze giovani. Ciononostante, il personale addetto alla conformità abbia ripetutamente tentato di classificare l’account di Epstein come «ad alto rischio» e abbia esortato la direzione a tagliare i legami con il pedofilo, che è stato condannato per aver procurato un bambino alla prostituzione nel 2008.   Le Isole Vergini hanno sostenuto che il governo avrebbe potuto essere informato prima dei crimini di Epstein se JP Morgan avesse adeguatamente segnalato le transazioni sospette sul suo conto. Questi includevano un pagamento di 600.000 dollari per trasportare una ragazza di 14 anni dall’Europa negli Stati Uniti, che i dirigenti descrissero come la sua «assistente o giovane donna che aveva portato da Praga (o da qualche posto del genere)».   L’udienza di giovedì ha segnato la prima volta in cui è stata resa pubblica la somma di denaro che JP Morgan ha gestito per Epstein. «JP Morgan era una banca a servizio completo per il traffico sessuale di Jeffrey Epstein», ha sostenuto l’avvocato Liu in tribunale.   Le Isole Vergini chiedono alla banca un minimo di 190 milioni di dollari.   JP Morgan nega di aver dato rifugio a Epstein. Gli avvocati della banca hanno sostenuto che diversi dipendenti hanno segnalato transazioni sospette dal conto di Epstein al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti già nel 2002 e hanno chiesto alle autorità federali di indagare sulla sua condotta. Inoltre, il team legale di JP Morgan ha accusato le Isole Vergini di chiudere un occhio sui presunti crimini sessuali avvenuti nell’isola Little Saint James.   All’inizio di questa estate, JP Morgan ha affermato di aver reciso i suoi legami con Epstein nel 2013. Tuttavia, l’avvocato Liu ha accusato la banca di aver elaborato più di 1,1 milioni di dollari in pagamenti da Epstein a «ragazze o donne» dopo quella data.   Epstein è stato arrestato nel 2019 e accusato del traffico di dozzine di ragazze minorenni, ma è stato trovato morto nella sua cella di prigione di Manhattan prima che potesse essere processato.   La sua morte fu considerata un suicidio, anche se questa spiegazione ufficiale fu accolta con scetticismo da alcuni a causa dei suoi legami con figure ricche e potenti, tra cui l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, l’attuale direttore della CIA William Burns e il principe Andrea della Gran Bretagna.   La banca JP Morgan aveva risolto una causa separata relativa a Epstein a giugno, pagando 290 milioni di dollari a un gruppo di donne che hanno affermato di aver subito abusi sessuali da parte del miliardario mentre era cliente della banca.   Nelle Isole Vergini, tuttavia, Epstein non aveva solo un traffico di minorenni: più si va avanti più il caso Epstein diviene oscuro, financo abissale.   Come riportato da Renovatio 21, presso l’arcipelago americano Epstein aveva messo in piedi un programma di andava alla ricerca di bambini autistici da impiegare per la sua società di DNA e Intelligenza Artificiale.   JP Morgan è una delle prime quattro banche degli Stati Uniti, con un fatturato nel 2020 di circa 120 miliardi di dollari. Fondata nel 1799, nel corso del XX secolo si fuse con la Chase Manhattan Bank dei Rockefeller. Negli anni Settanta e Ottanta fu guidata direttamente dalla famiglia Rockefeller, nella persona di David Rockefeller. È possibile dire che storicamente i Rockefeller, con Epstein, possono condividere la passione per l’eugenetica.   Jamie Dimon, il capo attuale della banca, è tra coloro che un anno fa avevano dichiarato che il mondo era diretto verso una catastrofe finanziaria. JP Morgan ha ammesso in questi mesi che la guerra economica alla Russia non sta funzionando.   Intanto continuano i misteri intorno ad Epstein, ance ad anni dalla sua morte.   Due anni fa Jean-Luc Brunel, socio parigino di Epstein esperto in modelle, fu trovato pure lui impiccato in cella.   Un anno fa Steven Hoffenberg, finanziere considerato mentore di Epstein, è stato trovato morto nel suo appartamento.   Il caso più inquietante è tuttavia quello di Mark Middleton, ex consigliere di Bill Clinton considerato filo conduttore tra l’ex presidente e il miliardario pedofilo, trovato appeso a un albero con un colpo di fucile al petto all’inizio di maggio 2022 fuori da un ranch in Arkansas.   L’anno scorso è emerso anche che il giudice che ha firmato il mandato di perquisizione contro Trump nella sua magione di Mar-a-Lago era un difensore dell’entourage di Epstein.           Immagine generata al computer      
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Prigozhin sepolto a San Pietroburgo. La UE non è sicura che sia morto

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Evgenij Viktorovich Prigozhin, il capo del gruppo militare privato Wagner è stato sepolto nel cimitero Porokhovskoye di San Pietroburgo, ha annunciato martedì il gruppo di media da lui controllato.

 

La cerimonia funebre si è svolta a porte chiuse, alla presenza solo dei parenti stretti e degli amici di Prigozhin. La posizione esatta della tomba del capo Wagner deve ancora essere confermata, ma il suo team mediatico ha detto che tutti sono invitati a visitarla al cimitero.

 

Le immagini che circolano online suggeriscono che il defunto boss Wagner sia stato sepolto accanto a suo padre, con una croce di legno eretta sulla tomba. Fotografie apparse in rete mostrano bandiere russe e della compagnia militare privata che sventolano sulla tomba.

 

Secondo quanto riportato Prigozhin, sarebbe morto insieme ad alcuni dei suoi più stretti collaboratori, tra cui i leader del gruppo Wagner, nonché all’equipaggio, nell’incidente del suo jet privato, precipitato in Russia mercoledì scorso.

 

La causa dell’incidente è attualmente indagata dal comitato investigativo russo, che domenica ha confermato l’identità di tutte le vittime dopo il test del DNA. Il Cremlino ha bollato come «menzogna totale» l’idea che il potere russo sia dietro la morte del personaggio. Putin ha espresso il suo giudizio sull’uomo in  un messaggio nella scorsa settimana.

 

Detenuto per anni nelle carceri sovietiche per rapina e altro, Prigozhin sarebbe divenuto imprenditore seriale, emerso come figura di spicco nella scena imprenditoriale post-sovietica di San Pietroburgo negli anni Novanta, Prigozhin ha iniziato con un chiosco di hot dogghi, prima di diventare un noto ristoratore.

 

Ciò portò a contratti statali nei primi anni 2000 e le sue aziende alla fine divennero importanti fornitori dei settori dell’istruzione e militare.

 

Prigozhin successivamente si è ramificato in altri ambiti, che vanno dall’edilizia alle partecipazioni nei media.

 

La Wagner è arrivata alla ribalta internazionale per la prima volta con l’intervento russo in Siria, a metà degli anni 2010, e il suo profilo è cresciuto ulteriormente grazie alle sue attività in Ucraina, in particolare nella seconda metà del 2022.

 

Critico schietto di molti funzionari statali in Russia, Prigozhin ha aveva guidato il misterioso ammutinamento militare fallito nel giugno di quest’anno, che era partito da Rostov sul Don per poi dirigersi verso Mosca, fermandosi tuttavia per strada e rinunciando così ad entrare nella capitale.

 

È stato riportato che il 26 giugno, giorni dopo la rivolta wagnerita, Putin avrebbe visto Prigozhin al Cremlino in un incontro durato tre ore. Secondo recenti voci raccolte dalla stampa occidentale, la cui attendibilità quindi è non chiara, il presidente russo avrebbe alzato la voce per tutto il tempo.

 

 

Nel frattempo sono emerse quelle che sarebbero le ultime foto del Prigozhin prima di rientrare a Mosca, e di a San Pietroburgo con il volo fatale.

 

Si tratta di selfie scattati con il boss Wagner da congolesi, che paiono felicissimi di farsi ritrarre con Evgenij Viktorovich, la cui popolarità in Africa è forse sottovalutata dall’Occidente.

 

 

Prigozhin poco prima di morire aveva pubblicato un video che lo ritraeva, mitragliatore nella selva africana, mentre diceva che stava operando a 50 gradi «kak my lubym» («come piace a noi») per rendere l’Africa più libera e la Russia più grande.

 

 

 

Considerando il personaggio, che era già rispuntato vivo e vegeto dopo un incidente aereo in Congo e che era legato intimamente al vertice del potere russo, non è proibito mantenere qualche dubbio sull’accaduto.

 

E non si tratta solo di Renovatio 21 a nutrire un qualche scetticismo: perfino Bruxelles è cauta. Secondo alcuni siti russi, la stessa Commissione Europea non ha ancora deciso se togliere le sanzioni contro Prigozhin in attesa di avere «informazioni affidabili» sull’accaduto.

 

La testata Daily Storm ha affermato di aver ricevuto una dichiarazione dal servizio stampa del ramo esecutivo dell’UE in cui si afferma di non aver ancora visto una «conferma attendibile» della morte di Prigozhin. «Le decisioni del Consiglio [europeo] vengono prese all’unanimità, mentre le discussioni tra gli Stati membri sono confidenziali», si legge nel commento, citato in russo.

 

Il Prigozhino e le sue aziende sono state colpite da diverse ondate di sanzioni occidentali. Gli Stati Uniti hanno preso di mira l’imprenditore seriale russo per la prima volta nel 2016 per presunta ingerenza elettorale.

 

L’UE ha fatto lo stesso nel 2020, citando il suo ruolo di capo della compagnia militare privata Wagner, che all’epoca era accusata di fornire armi alla Libia, in violazione di un embargo delle Nazioni Unite.

 

Anche i suoi familiari erano finiti nel mirino dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino lo scorso anno. A marzo, la sua anziana madre, Violetta Prigozhina, aveva ottenuto una sentenza della seconda corte più alta dell’UE per annullare le sanzioni personali contro di lei, dopo che la corte aveva affermato che le restrizioni erano «basate esclusivamente sulla loro relazione familiare».

 

 

 

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