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Marchio di moda accusato di sessualizzazione dei bambini

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«Balenciaga, costretto a ritirare “immediatamente” la sua controversa campagna in cui mescola i bambini al sadismo e alla pedopornografia» titola El Mundo.

 

Il marchio di moda di lusso Balenciaga si è scusato, ha cancellato tutti i suoi contenuti Instagram dopo essere stato accusato per una serie di foto del catalogo online che mostravano bambine che tengono in braccio orsi di pelouche con imbragature sadomaso.

 

L’account Twitter di Balenciaga parrebbe pure essere stato chiuso da una decina di giorni, cioè da prima dello scoppio dello scandalo. Sulla dipartita dell’azienda dal social media non erano arrivate spiegazioni. Tuttavia i giornali avevano scritto che il clima della gestione Musk, tra hate speech e fake news, preoccupava i brand mondiali.

 

Ora invece Twitter è pieno di utenti che accusano Balenciaga, e non solo per la campagna con la bambina e il pelouche BDSM.

 

Un’altra foto da una campagna del marchio criticata in queste ore mostrerebbe un pagina da un caso della Corte Suprema USA inerente alla pornografia infantile. È davvero difficile capire perché, sia pur sepolto nella scenografia, dovesse esserci proprio quel documento.

 

I media di tutto il mondo stanno ampiamente ignorando il caso, che gli utenti dei social invece definiscono «inquietante». In Italia pochi hanno riportato l’accaduto: se guardate online vi sono più articoli sul fatto che Adidas, marchio collegato a Balenciaga, ha licenziato il cantante Kanye West per delle sue frasi giudicate antisemite.

 

Internet invece non sta mollando la questione.

 

«Il marchio “Balenciaga” ha appena fatto un… interessante… servizio fotografico per i loro nuovi prodotti di recente, che includeva un documento giudiziario volutamente malamente nascosto sulla “pornografia infantile virtuale”, ha scritto il popolare commentatore di Twitter Shoe. «Roba normale», ha aggiunto.

 

 

 

 

Sul caso ha invece insistito, pure in apertura di un suo programma, il popolare giornalista TV americano Tucker Carlson.

 

«Quella foto mostrava le pagine di un parere della Corte Suprema che annullava una legge progettata per combattere la pornografia infantile. Chiunque abbia organizzato il servizio fotografico si è assicurato di includere una parte di quell’opinione che usa la parola “sesso” o “sessuale” quattro volte e, naturalmente, non è stato un incidente. Balenciaga voleva che tu lo notassi» ha accusato il Carlson.

 

Si tratta di un documento che fa riferimento ad Ashcroft vs Free Speech Coalition, il caso giudiziario che ha reso legali negli Stati Uniti immagini e video di abusi sessuali su minori virtuali o falsi.

 

«Qui hai un importante marchio di vendita al dettaglio internazionale che promuove il porno per bambini e il sesso con i bambini», ha continuato Carlson. «E non promuovendolo in modo sottile, ma allo scoperto».

 

 

«Ci scusiamo sinceramente per qualsiasi offesa che la nostra campagna possa aver causato», ha dichiarato la società in una nota. «Ci scusiamo per aver mostrato documenti inquietanti nella nostra campagna. Prendiamo la questione molto seriamente e stiamo intraprendendo un’azione legale contro le parti responsabili della creazione del set e dell’inclusione di articoli non approvati per il nostro servizio fotografico della campagna Primavera 23. Condanniamo fermamente qualsiasi forma di abuso sui bambini. Sosteniamo la sicurezza e il benessere dei bambini».

 

Tuttavia, come ricorda l’utente Twitter Nick Perry, è «spaventoso quanti adulti devono essere stati coinvolti in questo… genitori, fotografi, direttori creativi, copywriter, web designer, personale di agenzie di design, produttori, manager, inserzionisti… e nessuno di loro ha pensato “aspetta un minuto”?»

 

Di fatto il fotografo della campagna con gli orsi, un italiano già vincitore di prestigiosi premi, si sarebbe già difeso su Newsweek, dicendo: «non sono in grado di commentare le scelte di Balenciaga, ma devo sottolineare che non ero autorizzato in alcun modo a scegliere né i prodotti, né i modelli, né la combinazione degli stessi». Insomma il possibile capro espiatorio non ci sta, e a ragione. Difficile pensare che quanto mostrato in una campagna fotografica di moda sia deciso dal fotografo, e questo nonostante il marchio possa difendersi dicendo che il lavoro era non approvato.

 

C’è pero la questione dell’altro scatto, che non parrebbe proprio dello stesso fotografo, con quei documenti sul caso inerente all’abuso di minori presentato alla Corte Suprema.

 

Il complesso industriale dei fact-checker si è messo subito al lavoro, dicendo che la notizia è fake (o fuori contesto, o qualsiasi altra espressione del loro gergo) perché le immagini delle bambine più gli orsetti sadomaso e quelle con i documenti del caso della Corte Suprema riguardante abusi su minori non provenivano dalla stessa campagna.

 

Si tratta di un dettaglio, a dire il vero, che potrebbe inquietare ancora di più. Tuttavia l’importante è emettere il bollino di fact-check, che oramai non vale più nulla.

 

Nel frattempo la rete si è scatenata alla ricerca di dettagli nelle immagini e nella storia dell’azienda. Vi sono dettagli che paiono interessanti, altri forse meno, nessuno di questi può essere davvero spiegato.

 

Alcuni notano che in un’altra pubblicità con bambino vi sarebbe scritta la parola BAAL, che oltre a richiamare il marchio è il nome di una antica divinità fenicia a cui venivano offerti bambini in sacrificio umano.

 

 

Utenti hanno analizzato i disegni, tra cui quello in cui pare esservi un demonio cornuto (stile Baal) in una casa.

 

L’utente Twitter Natly Denise avrebbe riconosciuti altri dettagli che definisce inquietanti nelle campagne del marchio.

 

In uno scatto vi sarebber un libro dedicato al pittore Michael Borremans. Wikipedia riporta che «nel 2018, Borremans ha tenuto una mostra personale a Hong Kong, intitolata “Fire from the Sun”. Nella sua recensione dell’omonimo dipinto di Borremans, in cui bambini di due o tre anni giocano con il fuoco e con quelle che sembrano essere membra umane, Kartya Tylevich ha detto: “I bambini sono tutti putti dalla pelle chiara stile-Sistina, a volte coperti di sangue I bambini non sembrano essere angosciati o disturbati (anche se alcuni spettatori in galleria potrebbero esserlo)».

 

 

 

Il Borremans è un famoso pittore. Un’immagine introdurre ad una sua mostra (inquietante anche quella) la regina Matilde del Belgio.

 

 

Un altro libro visibile nello scatto dove si intravede il libro di Boormans è Cremaster Cycle, granguignolesca serie di «opere d’arte» di Matthew Barney, artista celebrato negli anni Novanta più che altro come compagno della cantante islandese Bjork.

 

 

 

Notiamo, tuttavia, che questi ultimi riferimenti, fatti via presenza di libri nell’inquadratura, appartengono ad un’altra campagna, senza bambini. Si tratta di un milieu artistico e culturale, a cui il personale che lavora nella moda, per alcune ragioni, non è estraneo, dove le immagini scioccanti o direttamente orripilanti sono non solo tollerate, ma celebrate.

 

Un’altra coppia di artisti che dagli anni Novanta fa cose del genere, i fratelli Chapman, potrebbero tornare alla mente. Si ricordano loro sculture oscene con bambini dal volto sfigurato, o con il muso da animale, o con un pene al posto del naso.

 

 

I Chapman sono tra gli artisti di cui è collezionista il padrone di Balenciaga, monsieur Pinault, capo del megagruppo del lusso Kering e uomo tra i più ricchi del pianeta. Il lettore di Renovatio 21 può ricordare che abbiamo parlato di lui, del figlio e della nuora hollywoodiana Salma Hayek riguardo al film sulla famiglia Gucci, prodotto dalla moglie di Ridley Scott ed ex sodale di Lele Mora.

 

Come noto, il Pinault ha comprato Punta della Dogana a Venezia, che ha reso un museo per l’arte degenerata di cui è avido collezionista. I fratelli Chapman sono tra coloro esposti, con opere sempre inquietanti e/o rivoltanti.

 

Qualcuno potrebbe dire che siamo in zona Marina Abramovic. Ricordate? John Podesta, poi quella cosa del Pizzagate, che poi si rimangiarono buona parte dei complottisti che lo avevano tirato fuori, non prima di aver dissezionato ogni possibile simbolo che capitava.

 

Tuttavia va specificato che tutta questa ricerca di significati arcani in opere d’arte e campagne pubblicitarie – significati che pure potrebbero essere presenti – non coprono l’idea di alcuni per cui la società  si stia muovendo velocemente verso una normalizzazione della sessualizzazione dei bambini.

 

«È un punto fermo delle cosiddette teorie del complotto che ai massimi livelli della politica e della finanza ci sia un’oscura cabala di pedofili che usano il loro potere per nascondere i crimini che commettono contro i bambini. La gente lo pensa. A noi sembra piuttosto lontano. Troppo oscuro e strano per essere vero e, ovviamente, non stiamo appoggiando quell’idea. D’altra parte, puoi capire perché le persone potrebbero crederci» ha detto Tucker Carlson aprendo il suo programma, attaccando l’idea di una crescente tolleranza nei confronti della pedofilia.

 

«Nessuna società sana può tollerarlo e, di fatto, nessuna l’ha mai tollerato. Non c’è mai stato un momento nella storia americana in cui la pedofilia fosse considerata qualcosa di diverso dalla cosa peggiore, il crimine più orribile che si possa immaginare. I pedofili notoriamente vengono uccisi in prigione perché persino gli assassini li considerano immorali. Ecco quanto è ed è sempre stato proibito sessualizzare i bambini» sentenzia il Carlson.

 

A parte il caso in oggetto, è possibile scorgere un po’ dappertutto crescenti segnali di una normalizzazione della pedofilia.

 

Possiamo ricordare le recenti dichiarazioni del ministro spagnolo per l’uguaglianza che afferma, urlando convinta, che i bambini «possono amare o avere rapporti sessuali con chi vogliono». O anche il singolare episodio avvenuto a Dublino due anni fa, quando una protesta contro la pedofilia ha subito l’irruzione di un gruppo Antifa.

 

Lo scorso giugno era emerso il caso di un «professore di etica» norvegese secondo cui la pedofilia dovrebbe essere classificata come una «sessualità innata» e che informazioni sulla pedofilia dovrebbero essere insegnate nelle scuole. La parola usata qui «destigmatizzazione».

 

A inizio anno invece un professore universitario americano aveva asserito che sarebbe un «errore» pensare che la pedofilia sia sbagliata.

 

Sempre a giugno 2022 la testata americana USA Today ha cancellato frettolosamente una serie di tweet dopo che alcuni utenti si erano scandalizzati e avevano cominciato a sostenere che equivalevano alla «normalizzazione della pedofilia». Il giornale, nominando con sicumera «la scienza», affermava che la pedofilia era «determinata nel grembo materno».

 

Dell’anno scorso invece la notizia che i giornalisti australiani non possono più usare la parola pedofilia.

 

Nel 2018, una conferenza TED Talk in Germania, tolta dalla rete e spesso ricaricata da alcuni utenti, destò scandalo perché la speaker sosteneva che la pedofilia non era una scelta, ma un tratto immutabile della persona.

 

Vi è, in questo crescendo orrendo, una sigla che comincia ad emergere: MAP, «minor attracted person», cioè persona attratti da minori.

 

Sappiamo come il cambiamento del linguaggio sia il primo segno di un passaggio di fase nella Finestra di Overton.

 

Negare che stiano spingendo la pedofilia verso un percorso di oscena accettazione sociale è oramai ridicolo. Come scrive Elisabetta Frezza nel libro Malascuola, «una miriade di dati oggettivi e documentali sta a dimostrare come la pedofilia sia ormai lanciata sulla strada della normalizzazione attraverso le fasi della finestra di Overton, per diventare nella percezione diffusa una mera forma del comportamento sessuale».

 

Sì, la Finestra di Overton sulla pedofilia sembra essere spalancata da tempo. A prescindere dagli scandali del giorno.

 

 

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

 

 

 

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Vaccini, dichiarato inammissibile l’emendamento contro l’obbligo per i bambini. Renovatio 21 intervista il senatore Borghi

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L’emendamento proposto riguardo ai vaccini pediatrici obbligatori – cioè la proposta che di fatto mirava a cancellare la Legge Lorenzin – nel prossimo decreto «Liste d’attesa» è stato dichiarato inammissibile dal presidente di commissione Francesco Zaffini (FdI). Dopo averlo sentito la settimana scorsa, pochi giorni prima dello stop, Renovatio 21 è tornata ad intervistare l’autore dell’emendamento respinto, il senatore Claudio Borghi.

 

Allora, senatore, cosa è accaduto?

La questione è piuttosto semplice, uno dei principali poteri del presidente di commissione – e parlo come persona informata sui fatti perché sono stato presidente di commissione – è quello di valutare quale perimetro dare ad un decreto o in generale ad un provvedimento di legge che viene trattato nella sua commissione. Può quindi decidere di allargare le maglie del decreto originario, purché si mantenga il tema di fondo. Oppure può decidere di restringerle, limitando gli emendamenti esclusivamente alla parte letterale del decreto medesimo – quindi solo a cose attinenti a quello che era nel testo originale.

 

Ci fa capire?

Supponiamo che ci sia un decreto che dice che non si usano più i monopattini elettrici. Se voglio utilizzarlo in modo estensivo, accetto gli emendamenti su qualsiasi cosa che parli di mobilità urbana. Quindi posso tranquillamente fare emendamenti che parlano di carsharing, o altre cose di quel tipo lì. Se invece voglio renderlo restrittivo, posso dire soltanto che i monopattini elettrici invece di non poter essere più utilizzabili lo sono solo nel fine settimana.

 

In questo caso il presidente ha deciso di optare per questa seconda ipotesi.

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Perché?

Presumibilmente per, credo, due motivi. Il primo è che sul piatto c’è anche altro. So che è un tema sentito ed è per questo che lo porto avanti, ma teniamo presente che i vaccinati per il morbillo sono il 95%. Stiamo parlando di una cosa che interessa a me ed a un numero di persone che lo considerano importante, ma pur sempre una minoranza.

 

Per il presidente c’era una grana sull’articolo 2 – monitoraggio, liste d’attesa – che aveva avuto la contrarietà della Conferenza Stato-Regioni, e quindi rischiava anche soltanto quello di bloccare tutto. Tanto è vero che è slittato di giorni, e si sa che un decreto deve essere approvato entro 60 giorni e questo doveva ancora passare alla Camera.

 

E poi?

Dall’altra parte, invece, se uno vuole essere malizioso… diciamo che potrebbe aver contribuito alla decisione un tema considerato abbastanza spinoso. Un tema che provoca spesso la tentazione di non trattarlo. E quindi, per non trattare una cosa divisiva anche all’interno di uno stesso partito, il sistema di renderlo inamissibile viene considerato molto comodo, perché così si evitano le votazioni.

 

Il mio intento era proprio il contrario: io voglio che ci sia una votazione, senza sapere ex ante se sarà a favore o contro, così che ci sia un po’ di chiarezza. Mi sembra che sia dovuta, agli elettori, un po’ di chiarezza. Così almeno sanno la prossima volta che si va a votare chi è a favore e chi contro queste cose.

 

Quindi oltre che il suo emendamento ne hanno bocciati anche altri?

Sì ne hanno resi inammissibili molti altri. Il decreto è stato appena approvato, in aula, un’ora fa, senza buona parte degli emendamenti che sono stati giudicati improponibili. Quasi tutti gli emendamenti proposti sono stati bocciati, anche quelli non dichiarati improponibili. Quindi diciamo che il testo del decreto è molto, molto simile da quello che è uscito dal governo.

 

E quindi, riproporremo come l’altra volta, senza sapere ex ante cosa sarà poi l’orientamento di maggioranza. Valuterò se vale la pena di depositare anche magari un disegno di legge ad hoc, invece che andare con gli emendamenti.

 

Quindi il responsabile della bocciatura è il presidente della Commissione Zaffini?

Sì, è una scelta sua.

 

Possiamo dire che Fratelli d’Italia è un partito vaccinista quanto il PD?

No, non credo proprio. Anche perché se fosse un partito vaccinista come il PD non ci sarebbero stati problemi da parte loro. Invece penso che ci siano delle buone sensibilità anche al loro interno su questo tema.

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Al momento in cui è stata dichiarata l’inammissibilità, ha registrato reazioni di stupore nel suo partito o in altri partiti?

No. Dato che la cosa è stata così ampiamente anticipata a mezzo stampa, penso che alla fine non è cambiato molto. Forse un po’ tutti se lo immaginavano, sapendo la scomodità del tema… Era una conclusione abbastanza prevedibile. Io da parte mia non potevo fare diversamente. Se anche avessi sentito il presidente di commissione che mi avesse anticipato, bontà sua, le sue intenzioni, io lo avrei presentato lo stesso.

 

Perché altrimenti non mi avrebbero creduto: «ma tu non avevi promesso che avresti presentato al primo provvedimento per la Sanità l’emendamento?» «No guarda, non lo ho presentato perché ho chiesto al presidente di commissione, mi sa che lui…»

 

Che prova avrei dato, a chi invece attendeva questo emendamento? Su queste cose è sempre opportuno portare tutto alla luce del sole, così si vede bene chi fa che cosa. Non c’è altra possibilità.

 

Come intende procedere ora? Davvero potrebbe preparare lei un disegno di legge specifico sui vaccini?

L’intento principale è ripresentare l’emendamento in un prossimo decreto di tema sanitario, sperando questa volta che dia origine ad una votazione. In alternativa, un disegno di legge, sempre però per dare un segno – perché depositare un disegno di legge non significa che venga trattato, ci vuole una certa qual concordanza tra le forze politiche, e non vedo probabilissimo che su questo tema ci sia. L’importante è muovere le acque. La palla ritorna in casa del ministro se vuole riaprire il dibattito oppure no.

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Immagine su licenza Envato; modificata

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Lo stress da pandemia ha ridotto il cervello dei bambini

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Secondo un nuovo studio, le parti vitali del cervello sono significativamente più piccole nei bambini nati da madri che hanno riferito di aver sofferto di stress durante la pandemia.   L’amigdala sinistra, che è legata al rischio di ansia in età adulta; l’ippocampo destro, responsabile delle memorie spaziali visive e verbali; e la sostanza bianca, che fornisce la connettività strutturale nel cervello, erano tutte ridotte nei bambini le cui madri avevano riportato stress. La diminuzione del volume dell’amigdala sinistra era significativa.   La ricerca è un’ulteriore prova evidente del fatto che la pandemia avrà effetti sullo sviluppo a lungo termine sui bambini che sopravvivono o sono nati durante la pandemia.   I ricercatori hanno utilizzato la risonanza magnetica (MRI) per confrontare il cervello di poco più di 100 bambini nati tra il 2014 e il 2019 e quasi 60 bambini nati durante la pandemia, 2020-2022. Il cervello dei bambini è stato ripreso nell’utero e dopo il parto.

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Le loro madri sono state valutate per lo stress utilizzando lo Spielberger State-Train Anxiety Inventory e altri test.   Prima della pandemia, il 21% delle madri riferiva un’ansia elevata, mentre il 62% delle madri incinte durante la pandemia riferiva sintomi elevati.   Queste cifre corrispondevano a una diminuzione del volume del cervello.   Lo studio mostra che un’intera generazione di bambini nati durante la pandemia potrebbe aver bisogno di un sostegno aggiuntivo a causa delle conseguenze negative sulla salute derivanti dal lockdown, dalle restrizioni sociali e dall’aumento di stress e ansia.   «Guardando al futuro, vogliamo utilizzare queste informazioni – e studi con risultati simili – per consentire alle madri incinte di richiedere supporto per mitigare il loro stress, soprattutto in caso di un’altra crisi sanitaria globale», ha affermato Nickie Andescavage, uno degli autori dello studio.   «Vogliamo anche assicurarci che i bambini nati durante il periodo COVID-19 ricevano i servizi di cui hanno bisogno nella vita se sviluppano ansia o altri disturbi di salute mentale».   Negli anni Renovatio 21 la quantità di danni allo sviluppo mentale dei bambini che restrizioni pandemiche come l’obbligo di mascherina e le altre restrizioni sembrano aver cagionato: bambini con problemi nel linguaggio e nelle relazionibambini che non riconoscono i voltilogopedisti intasati, e miriadi di casi di quello che oramai chiamano «ritardo da COVID».   In Gran Bretagna, per 25 bimbi morti di COVID, centinaia sono morti per suicidio, per non parlare o del ritardo di sviluppo che ora affligge i bambini, con 60 mila piccoli (sempre dato inglese) finiti in depressione e altre decine di migliaia nemmeno in grado di riconoscere i volti o di dire il proprio nome.  

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I neonati che fanno più vaccini contemporaneamente hanno un rischio «esponenzialmente» maggiore di malattie e ritardi nello sviluppo: studio

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Secondo uno studio peer-reviewed pubblicato mercoledì sull’International Journal of Vaccine Theory and Practice, più vaccini un bambino riceve contemporaneamente, maggiore è la possibilità che sviluppi un’infezione, una malattia respiratoria o ritardi nello sviluppo in seguito alle vaccinazioni.

 

«Se i segnali di sicurezza suonassero allarmi, i risultati sarebbero assordanti», ha detto a The Defender l’autore principale Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso Children’s Health Defense (CHD). «Il numero assoluto di malattie aumenta esponenzialmente con ogni vaccino aggiunto».

 

Jablonowski e il direttore scientifico del CHD Brian Hooker, Ph.D., hanno analizzato i dati di 20 anni relativi a 1.542.076 combinazioni di vaccini somministrate a bambini di età inferiore a 1 anno.

 

I dati, raccolti dal 1 luglio 1991 al 31 maggio 2011, provengono dal database Florida Medicaid disponibile al pubblico, che contiene più di 460 milioni di richieste di fatturazione da oltre 10 milioni di persone.

 

I ricercatori hanno esaminato le diagnosi mediche fornite ai bambini vaccinati entro 30 giorni dalla vaccinazione. Hanno escluso le diagnosi fatte il giorno in cui i bambini hanno ricevuto le iniezioni, per eliminare ogni possibile condizione preesistente.

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Lo studio ha confrontato i bambini che hanno ricevuto tre «vaccini base» con i bambini che hanno ricevuto gli stessi vaccini più altri in un’unica visita dal pediatra.

 

Il gruppo di controllo era costituito da 227.231 casi di neonati che in una sola visita avevano ricevuto il DTP, l’Haemophilus influenzae di tipo b (Hib) e il vaccino contro il poliovirus inattivato (IPV).

 

Hanno confrontato i risultati medici di quel gruppo con i risultati di coorti di neonati che avevano ricevuto anche il vaccino contro l’epatite B (HepB), il vaccino pneumococcico (PCV) o il vaccino contro il rotavirus, o diverse combinazioni di due o tre di questi vaccini somministrati insieme.

 

I ricercatori hanno trovato nel database sette coorti di neonati che hanno ricevuto diverse combinazioni di vaccini – che vanno, ad esempio, dai vaccini base più HepB ai vaccini base più HepB, PCV e rotavirus – e li hanno confrontati con il gruppo di controllo.

 

Hanno utilizzato il modello statistico Fisher’s Exact Test per confrontare la frequenza di una particolare malattia in seguito alle iniezioni in una coorte con la frequenza della stessa malattia in un’altra coorte.

 

Hanno inoltre utilizzato la correzione Bonferroni, un potente strumento statistico, per eliminare eventuali risultati casuali e hanno implementato una barra alta per identificare la significatività statistica.

 

«Con qualsiasi test statistico non puoi mai essere sicuro al 100% dei tuoi risultati», ha detto Jablonowski. «Tuttavia, abbiamo fissato il nostro livello così alto che siamo sicuri al 99,99% che le malattie che segnaliamo siano associate alle combinazioni di vaccini».

 

Hanno identificato 45 diverse diagnosi statisticamente significative per malattie respiratorie, dello sviluppo e sospette infettive in seguito alle diverse combinazioni di vaccini.

 

Hanno riassunto le malattie e il loro relativo rischio, o la probabilità che si verificassero nel gruppo esposto a vaccini in eccesso, per le varie coorti.

 

Nel complesso hanno scoperto che con l’aumento del numero di iniezioni somministrate ai bambini in una singola visita medica, il numero di diagnosi di malattie respiratorie o infettive dello sviluppo entro 30 giorni dalle iniezioni è aumentato in modo esponenziale.

 

Ogni iniezione aggiuntiva ha più che raddoppiato il numero di diverse malattie diagnosticate.

 

Ad esempio, un vaccino aggiuntivo ha provocato una media di sette malattie aggiuntive che si sono verificate a tassi statisticamente significativi in ​​una data coorte di bambini.

 

Due vaccini aggiuntivi hanno provocato una media di 15 malattie e tre vaccini somministrati hanno provocato altre 35 malattie.

 

Le malattie respiratorie – tra cui tosse, asma, bronchite ostruttiva e molte altre – erano le condizioni ricorrenti più comuni a seguito di qualsiasi diversa combinazione di vaccini.

 

Jablonowski e Hooker hanno affermato che le malattie respiratorie probabilmente si sono verificate a causa di una «risposta immunitaria disadattata e di uno scarso adattamento ai fattori ambientali» indotta dal vaccino.

 

Condizioni di sviluppo come la «incapacità di crescita» – in cui lo sviluppo fisico, mentale o sociale di un bambino è ritardato, anormale o cessa – si sono verificate in quattro gruppi. I ricercatori hanno suggerito che fosse il risultato dei vaccini che causavano disregolazione nel sistema respiratorio e immunitario.

 

Un’infezione comune era la leucocitosi, un numero elevato di globuli bianchi che può indicare una serie di infezioni, infiammazioni o disturbi del sistema immunitario. Un altro esempio serio includeva la sepsi, che si è verificata nel gruppo che ha ricevuto il maggior numero di iniezioni contemporaneamente: le iniezioni base più HepB, PCV e rotavirus.

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È «incredibilmente sconsiderato» che finora non siano stati condotti studi sugli effetti di più vaccini

Il programma di vaccinazione infantile 2024 dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) comprende 77 dosi totali di vaccino per i bambini di età compresa tra 0 e 18 anni.

 

Il programma 2024 è stato ampliato per includere i vaccini pneumococcici e COVID-19 e gli anticorpi monoclonali nirsevimab, che tecnicamente non sono vaccini ma sono inclusi nel programma.

 

In confronto, nel 1986 il CDC raccomandava 11 dosi di 7 vaccini entro i 16 anni, inclusi i vaccini MMR (morbillo, parotite, rosolia), DTP e antipolio.

 

Ad eccezione del vaccino HepB, raccomandato per i neonati nelle prime 24 ore di vita, raramente i neonati ricevono un singolo vaccino alla volta.

 

Molti vaccini, come il DTP, combinano diversi vaccini per più malattie in un’unica dose. Inoltre, per aderire al programma del CDC, i pediatri somministrano comunemente cinque o sei vaccini e combinazioni di vaccini ai bambini ad ogni visita di 2, 4 e 6 mesi.

 

Tuttavia, affermano gli autori, non sono stati condotti studi appropriati per valutare gli effetti della combinazione dei vaccini.

 

«Sfortunatamente, c’è una scarsità di ricerche completate sulla somministrazione di vaccini multipli come raccomandato dal programma del CDC», ha detto Hooker a The Defender. «I vaccini sono “magici”, quindi nessuno mette in dubbio di aggiungerne altri al programma».

 

Il risultato è che, sebbene le agenzie per la sicurezza sanitaria possano affermare che i singoli vaccini sono sicuri, qualsiasi affermazione sulla sicurezza delle combinazioni di vaccini è infondata, hanno scritto gli autori.

 

«In pochi secondi, un bambino di 2 mesi visitato da un pediatra conforme al CDC può aspettarsi di ricevere vaccini per HepB, rotavirus, difterite, tetano, pertosse, HIB, 15 o 20 diverse varianti pneumococciche, poliomielite e forse RSV», ha detto Jablonowski.

 

«È incredibilmente sconsiderato che i danni delle combinazioni non siano stati studiati», ha aggiunto.

 

Hooker ha affermato che è degno di nota il fatto che né la Food and Drug Administration statunitense né il CDC, che formula le raccomandazioni sul programma, abbiano mai condotto questi studi.

 

«Abbiamo intenzione di continuare a completare questo tipo di ricerca, data l’enorme carenza di dati scientifici accurati e pertinenti sulla sicurezza dei vaccini», ha affermato.

 

Brenda Baletti

Ph.D.

 

© 29 maggio 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

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