Essere genitori
Marchio di moda accusato di sessualizzazione dei bambini
«Balenciaga, costretto a ritirare “immediatamente” la sua controversa campagna in cui mescola i bambini al sadismo e alla pedopornografia» titola El Mundo.
Il marchio di moda di lusso Balenciaga si è scusato, ha cancellato tutti i suoi contenuti Instagram dopo essere stato accusato per una serie di foto del catalogo online che mostravano bambine che tengono in braccio orsi di pelouche con imbragature sadomaso.
L’account Twitter di Balenciaga parrebbe pure essere stato chiuso da una decina di giorni, cioè da prima dello scoppio dello scandalo. Sulla dipartita dell’azienda dal social media non erano arrivate spiegazioni. Tuttavia i giornali avevano scritto che il clima della gestione Musk, tra hate speech e fake news, preoccupava i brand mondiali.
Ora invece Twitter è pieno di utenti che accusano Balenciaga, e non solo per la campagna con la bambina e il pelouche BDSM.
Un’altra foto da una campagna del marchio criticata in queste ore mostrerebbe un pagina da un caso della Corte Suprema USA inerente alla pornografia infantile. È davvero difficile capire perché, sia pur sepolto nella scenografia, dovesse esserci proprio quel documento.
I media di tutto il mondo stanno ampiamente ignorando il caso, che gli utenti dei social invece definiscono «inquietante». In Italia pochi hanno riportato l’accaduto: se guardate online vi sono più articoli sul fatto che Adidas, marchio collegato a Balenciaga, ha licenziato il cantante Kanye West per delle sue frasi giudicate antisemite.
Internet invece non sta mollando la questione.
«Il marchio “Balenciaga” ha appena fatto un… interessante… servizio fotografico per i loro nuovi prodotti di recente, che includeva un documento giudiziario volutamente malamente nascosto sulla “pornografia infantile virtuale”, ha scritto il popolare commentatore di Twitter Shoe. «Roba normale», ha aggiunto.
the brand "Balenciaga" just did a uh….. interesting… photoshoot for their new products recently which included a very purposely poorly hidden court document about 'virtual child porn'
normal stuff pic.twitter.com/zjMN5WhZ0s
— shoe (@shoe0nhead) November 21, 2022
Balenciaga using photos of little girls playing with teddy bears dressed in bondage gear on their website. Lovely. pic.twitter.com/mYnt0CJuif
— Slarty Bartfast (@DatCatDer) November 20, 2022
— Goblin👺Shaman🪬 (@M3T4LGoblin) November 21, 2022
Sul caso ha invece insistito, pure in apertura di un suo programma, il popolare giornalista TV americano Tucker Carlson.
«Quella foto mostrava le pagine di un parere della Corte Suprema che annullava una legge progettata per combattere la pornografia infantile. Chiunque abbia organizzato il servizio fotografico si è assicurato di includere una parte di quell’opinione che usa la parola “sesso” o “sessuale” quattro volte e, naturalmente, non è stato un incidente. Balenciaga voleva che tu lo notassi» ha accusato il Carlson.
Si tratta di un documento che fa riferimento ad Ashcroft vs Free Speech Coalition, il caso giudiziario che ha reso legali negli Stati Uniti immagini e video di abusi sessuali su minori virtuali o falsi.
«Qui hai un importante marchio di vendita al dettaglio internazionale che promuove il porno per bambini e il sesso con i bambini», ha continuato Carlson. «E non promuovendolo in modo sottile, ma allo scoperto».
«Ci scusiamo sinceramente per qualsiasi offesa che la nostra campagna possa aver causato», ha dichiarato la società in una nota. «Ci scusiamo per aver mostrato documenti inquietanti nella nostra campagna. Prendiamo la questione molto seriamente e stiamo intraprendendo un’azione legale contro le parti responsabili della creazione del set e dell’inclusione di articoli non approvati per il nostro servizio fotografico della campagna Primavera 23. Condanniamo fermamente qualsiasi forma di abuso sui bambini. Sosteniamo la sicurezza e il benessere dei bambini».
Tuttavia, come ricorda l’utente Twitter Nick Perry, è «spaventoso quanti adulti devono essere stati coinvolti in questo… genitori, fotografi, direttori creativi, copywriter, web designer, personale di agenzie di design, produttori, manager, inserzionisti… e nessuno di loro ha pensato “aspetta un minuto”?»
Di fatto il fotografo della campagna con gli orsi, un italiano già vincitore di prestigiosi premi, si sarebbe già difeso su Newsweek, dicendo: «non sono in grado di commentare le scelte di Balenciaga, ma devo sottolineare che non ero autorizzato in alcun modo a scegliere né i prodotti, né i modelli, né la combinazione degli stessi». Insomma il possibile capro espiatorio non ci sta, e a ragione. Difficile pensare che quanto mostrato in una campagna fotografica di moda sia deciso dal fotografo, e questo nonostante il marchio possa difendersi dicendo che il lavoro era non approvato.
C’è pero la questione dell’altro scatto, che non parrebbe proprio dello stesso fotografo, con quei documenti sul caso inerente all’abuso di minori presentato alla Corte Suprema.
Il complesso industriale dei fact-checker si è messo subito al lavoro, dicendo che la notizia è fake (o fuori contesto, o qualsiasi altra espressione del loro gergo) perché le immagini delle bambine più gli orsetti sadomaso e quelle con i documenti del caso della Corte Suprema riguardante abusi su minori non provenivano dalla stessa campagna.
Si tratta di un dettaglio, a dire il vero, che potrebbe inquietare ancora di più. Tuttavia l’importante è emettere il bollino di fact-check, che oramai non vale più nulla.
Nel frattempo la rete si è scatenata alla ricerca di dettagli nelle immagini e nella storia dell’azienda. Vi sono dettagli che paiono interessanti, altri forse meno, nessuno di questi può essere davvero spiegato.
Alcuni notano che in un’altra pubblicità con bambino vi sarebbe scritta la parola BAAL, che oltre a richiamare il marchio è il nome di una antica divinità fenicia a cui venivano offerti bambini in sacrificio umano.
One of the pics from the Balenciaga child photos has Balenciaga spelled on tape spelled BAALenciaga pic.twitter.com/74n3Dwwf7H
— Vade 𓁼 (@pope_head) November 23, 2022
Utenti hanno analizzato i disegni, tra cui quello in cui pare esservi un demonio cornuto (stile Baal) in una casa.
The drawing in one of the pics 😔 pic.twitter.com/eVtFTr33OI
— iDiscover2share (@ydiscover30) November 21, 2022
L’utente Twitter Natly Denise avrebbe riconosciuti altri dettagli che definisce inquietanti nelle campagne del marchio.
In uno scatto vi sarebber un libro dedicato al pittore Michael Borremans. Wikipedia riporta che «nel 2018, Borremans ha tenuto una mostra personale a Hong Kong, intitolata “Fire from the Sun”. Nella sua recensione dell’omonimo dipinto di Borremans, in cui bambini di due o tre anni giocano con il fuoco e con quelle che sembrano essere membra umane, Kartya Tylevich ha detto: “I bambini sono tutti putti dalla pelle chiara stile-Sistina, a volte coperti di sangue I bambini non sembrano essere angosciati o disturbati (anche se alcuni spettatori in galleria potrebbero esserlo)».
🚨 OHHHHHH MYYYYY G— #BALENCIAGA… 𝗜𝗧 𝗚𝗘𝗧𝗦 𝗪𝗢𝗥𝗦𝗘!!!!!!!!!!!🚨 pic.twitter.com/Fa6TOO6EXk
— NΛTLY DΞNISΞ (@itsnatlydenise) November 23, 2022
#Balenciaga had this Michael Borremans book laying out in the office desk to the side of red-head model… look at these themes yall… can’t make this up even if I tried!!! pic.twitter.com/GaFACxtviJ
— NΛTLY DΞNISΞ (@itsnatlydenise) November 23, 2022
#Balenciaga had this artist’s book in their shoot. I was really reluctant to repost some of these images, but sometimes our hearts need to be disturbed. Let the world know!!! pic.twitter.com/JMCGW4aB1X
— NΛTLY DΞNISΞ (@itsnatlydenise) November 23, 2022
Il Borremans è un famoso pittore. Un’immagine introdurre ad una sua mostra (inquietante anche quella) la regina Matilde del Belgio.
Meanwhile in Belgium The Artist, Angel and Queen (Borremans, yours truly, Queen Mathilde) #oneforthegrandchildren pic.twitter.com/3sQ9C4lexD
— Hannelore Knuts (@Ultramegalore) May 27, 2014
Un altro libro visibile nello scatto dove si intravede il libro di Boormans è Cremaster Cycle, granguignolesca serie di «opere d’arte» di Matthew Barney, artista celebrato negli anni Novanta più che altro come compagno della cantante islandese Bjork.
𝗠𝗢𝗔𝗥!!!!!!!!! The bottom book is “The Cremaster Cycle” by Matthew Barney #Balenciaga pic.twitter.com/4dzuqj7T5C
— NΛTLY DΞNISΞ (@itsnatlydenise) November 23, 2022
El de más abajo, identificado como “The Cremaster Cycle”, de Matthew Barney. Este proyecto está compuesto por cinco películas, esculturas, fotografías, dibujos y el cuaderno del autor. El eje es el músculo cremasterico, encargado de regular la tensión y distensión del escroto. + pic.twitter.com/D8ab5tMrZZ
— Victoria (@vsonntagmuller) November 23, 2022
Absolutamente normal la simboligia masonica. pic.twitter.com/WEiI2kOrxe
— Millo (@Millonaxel) November 23, 2022
Notiamo, tuttavia, che questi ultimi riferimenti, fatti via presenza di libri nell’inquadratura, appartengono ad un’altra campagna, senza bambini. Si tratta di un milieu artistico e culturale, a cui il personale che lavora nella moda, per alcune ragioni, non è estraneo, dove le immagini scioccanti o direttamente orripilanti sono non solo tollerate, ma celebrate.
Un’altra coppia di artisti che dagli anni Novanta fa cose del genere, i fratelli Chapman, potrebbero tornare alla mente. Si ricordano loro sculture oscene con bambini dal volto sfigurato, o con il muso da animale, o con un pene al posto del naso.
Art by JAKE and DINOS CHAPMAN
Probably the most offensive art we've ever seen. Totally controversial and political, almost never seen in the US.
It speaks for itself. pic.twitter.com/vOy2yTbUj9
— Hollywood Horror Museum (@horrormuseum) August 4, 2020
I Chapman sono tra gli artisti di cui è collezionista il padrone di Balenciaga, monsieur Pinault, capo del megagruppo del lusso Kering e uomo tra i più ricchi del pianeta. Il lettore di Renovatio 21 può ricordare che abbiamo parlato di lui, del figlio e della nuora hollywoodiana Salma Hayek riguardo al film sulla famiglia Gucci, prodotto dalla moglie di Ridley Scott ed ex sodale di Lele Mora.
Come noto, il Pinault ha comprato Punta della Dogana a Venezia, che ha reso un museo per l’arte degenerata di cui è avido collezionista. I fratelli Chapman sono tra coloro esposti, con opere sempre inquietanti e/o rivoltanti.
Qualcuno potrebbe dire che siamo in zona Marina Abramovic. Ricordate? John Podesta, poi quella cosa del Pizzagate, che poi si rimangiarono buona parte dei complottisti che lo avevano tirato fuori, non prima di aver dissezionato ogni possibile simbolo che capitava.
Tuttavia va specificato che tutta questa ricerca di significati arcani in opere d’arte e campagne pubblicitarie – significati che pure potrebbero essere presenti – non coprono l’idea di alcuni per cui la società si stia muovendo velocemente verso una normalizzazione della sessualizzazione dei bambini.
«È un punto fermo delle cosiddette teorie del complotto che ai massimi livelli della politica e della finanza ci sia un’oscura cabala di pedofili che usano il loro potere per nascondere i crimini che commettono contro i bambini. La gente lo pensa. A noi sembra piuttosto lontano. Troppo oscuro e strano per essere vero e, ovviamente, non stiamo appoggiando quell’idea. D’altra parte, puoi capire perché le persone potrebbero crederci» ha detto Tucker Carlson aprendo il suo programma, attaccando l’idea di una crescente tolleranza nei confronti della pedofilia.
«Nessuna società sana può tollerarlo e, di fatto, nessuna l’ha mai tollerato. Non c’è mai stato un momento nella storia americana in cui la pedofilia fosse considerata qualcosa di diverso dalla cosa peggiore, il crimine più orribile che si possa immaginare. I pedofili notoriamente vengono uccisi in prigione perché persino gli assassini li considerano immorali. Ecco quanto è ed è sempre stato proibito sessualizzare i bambini» sentenzia il Carlson.
A parte il caso in oggetto, è possibile scorgere un po’ dappertutto crescenti segnali di una normalizzazione della pedofilia.
Possiamo ricordare le recenti dichiarazioni del ministro spagnolo per l’uguaglianza che afferma, urlando convinta, che i bambini «possono amare o avere rapporti sessuali con chi vogliono». O anche il singolare episodio avvenuto a Dublino due anni fa, quando una protesta contro la pedofilia ha subito l’irruzione di un gruppo Antifa.
Lo scorso giugno era emerso il caso di un «professore di etica» norvegese secondo cui la pedofilia dovrebbe essere classificata come una «sessualità innata» e che informazioni sulla pedofilia dovrebbero essere insegnate nelle scuole. La parola usata qui «destigmatizzazione».
A inizio anno invece un professore universitario americano aveva asserito che sarebbe un «errore» pensare che la pedofilia sia sbagliata.
Sempre a giugno 2022 la testata americana USA Today ha cancellato frettolosamente una serie di tweet dopo che alcuni utenti si erano scandalizzati e avevano cominciato a sostenere che equivalevano alla «normalizzazione della pedofilia». Il giornale, nominando con sicumera «la scienza», affermava che la pedofilia era «determinata nel grembo materno».
Dell’anno scorso invece la notizia che i giornalisti australiani non possono più usare la parola pedofilia.
Nel 2018, una conferenza TED Talk in Germania, tolta dalla rete e spesso ricaricata da alcuni utenti, destò scandalo perché la speaker sosteneva che la pedofilia non era una scelta, ma un tratto immutabile della persona.
Vi è, in questo crescendo orrendo, una sigla che comincia ad emergere: MAP, «minor attracted person», cioè persona attratti da minori.
Sappiamo come il cambiamento del linguaggio sia il primo segno di un passaggio di fase nella Finestra di Overton.
Negare che stiano spingendo la pedofilia verso un percorso di oscena accettazione sociale è oramai ridicolo. Come scrive Elisabetta Frezza nel libro Malascuola, «una miriade di dati oggettivi e documentali sta a dimostrare come la pedofilia sia ormai lanciata sulla strada della normalizzazione attraverso le fasi della finestra di Overton, per diventare nella percezione diffusa una mera forma del comportamento sessuale».
Sì, la Finestra di Overton sulla pedofilia sembra essere spalancata da tempo. A prescindere dagli scandali del giorno.
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Essere genitori
«Influencer» per genitori condannata per abusi su minori
Una madre americana di sei figli, i cui consigli online sui genitori hanno attirato più di due milioni di abbonati su YouTube, è stata condannata il mese scorso ad almeno quattro anni di carcere con l’accusa di aggravamento di abusi su minori.
Ruby Franke, 42 anni, che gestiva il canale YouTube «8 Passengers», ora cancellata, è stata arrestata lo scorso agosto nello stato americano dello Utah quando suo figlio dodicenne malnutrito è scappato dalla casa di un’altra donna, Jodi Hildebrandt, 54 anni, per chiedere cibo e acqua a un vicino.
Il bambino era stato legato con nastro adesivo e aveva ferite aperte visibili a causa dell’essere stato legato con una corda, secondo i documenti della polizia. Hildebrandt, con il quale Franke collaborava in un’impresa commerciale separata, è stata condannata alla stessa pena detentiva di quattro pene da uno a 15 anni ciascuna.
Entrambe si erano dichiarate colpevoli a dicembre delle accuse di abuso aggravato di secondo grado su minori.
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Scusandosi con i suoi figli dopo la sua condanna, Franke ha detto di aver «creduto che l’oscurità fosse luce e che il giusto fosse sbagliato. Farei qualsiasi cosa al mondo per voi. Ho preso da voi tutto ciò che era tenero, sicuro e buono». Nella sua stessa dichiarazione, la Hildebrandt ha detto che spera che i bambini possano «guarire fisicamente ed emotivamente».
Durante il processo dell’anno scorso, il pubblico ministero Eric Clarke ha detto alla corte che due dei figli di Franke erano stati costretti a vivere in un «ambiente simile a un campo di concentramento» e gli erano stati «regolarmente negati cibo, acqua, letti in cui dormire e praticamente ogni forma di divertimento».
La Franke aveva creato il suo canale YouTube «8 Passengers» nel 2015 e l’estate scorsa aveva accumulato 2,3 milioni di abbonati, molti dei quali attratti dai video della vita familiare suburbana di Franke.
Tuttavia, alcuni spettatori si sono preoccupati nel 2020 quando uno dei suoi figli ha detto in un video che aveva dormito su un pouf per sette mesi. Altri video descrivevano Franke che tratteneva il cibo dai suoi figli e «annullava» il Natale come punizione.
Il canale YouTube «8 Passengers» è stato cancellato nel 2022, lo stesso anno in cui la Franke si era separata dal marito Kevin.
Nell’ambito di un patteggiamento, Hildebrandt – che ha collaborato con Franke in una serie di video di «life coaching» – ha ammesso di essere a conoscenza degli abusi sui minori e di aver costretto uno dei figli di Franke a «saltare più volte in un cactus».
Ha aggiunto che Franke aveva detto ai suoi figli che erano «malvagi e posseduti» e dovevano «pentirsi».
In una dichiarazione rilasciata dal suo avvocato prima del processo l’anno scorso, Kevin Franke ha chiesto che fosse inflitta la pena massima al suo ex partner per l’abuso «orribile e disumano» dei suoi figli.
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Lucifero vittima ed eroe: i cartoni animati riscrivono il Bene e il Male
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Essere genitori
Bambini travestiti da donne in lingerie bourlesque fatti sfilare per una città spagnola
È emerso online un video di bambini piccoli che prendono parte a una parata in Spagna indossando lingerie in stile burlesque, copricapezzoli e parrucche, con bandiere arcobaleno LGBT attaccate sulla schiena.
Il filmato, girato durante un carnevale annuale a Torrevieja, una città nel sud della Spagna ritenuta «gay-friendly», mostra un gruppo di minori che marcia con diversi che sembrano avere circa 9 o 10 anni o meno.
People in Spain are outraged as footage has emerged of children aged 9 and younger being paraded around the streets wearing burlesque style lingerie, nipple shields, and wigs, with rainbow ‘Pride’ flags attached to their backs. Report here: https://t.co/VhBY5P7TKH pic.twitter.com/b1nzjkUSwE
— m o d e r n i t y (@ModernityNews) February 14, 2024
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Oltre ai reggicalze e alle calze erotiche e succinte, ai bambini è stata posizionata una «X» di nastro nero sui capezzoli e è stato applicato un trucco completo sui loro volti.
Il video mostra i bambini che vengono istruiti a imitare gli adulti eseguendo gesti provocatori per le strade della città di Alicante davanti a spettatori adulti e ad altri bambini.
In un video, si vede una donna che mette qualcosa, presumibilmente dolci, nella bocca dei bambini mentre si muovono.
Alcuni di coloro che hanno pubblicato il filmato hanno notato che il titolo della «performance» era «Prometer hasta meter» che indica qualcuno che promette qualsiasi cosa e poi se ne dimentica una volta ottenuto ciò che voleva.
Altri video mostravano adulti che indossavano gli stessi abiti ed eseguivano gli stessi movimenti.
This parade in Spain of adult women in erotic lingerie with only a piece of tape covering their nipples also involved CHILDREN aged 9 and younger wearing the same costumes. Report here: https://t.co/VhBY5P7TKH pic.twitter.com/g4QSG18Cyv
— m o d e r n i t y (@ModernityNews) February 14, 2024
Abhorrent scenes from the annual carnival parade in Torrevieja, southern Spain on Sunday, small children in lingerie with “pride” flags attached to them as adults watch on!
Everyone involved should be arrested, wtf man?! pic.twitter.com/ja5c0rOI7I
— BravoZulu17 (@BravoZulu__17) February 14, 2024
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Secondo l’account Twitter Right Angle News Network gli organizzatori del numero sarebbero noti per il loro «simbolismo antagonista che prende di mira principalmente il cristianesimo».
Organizers of the Osadía troupe, of Torrevieja, Spain, paraded children in adult-themed attire like garter belts and nipple shields, accompanied by LGBT flags.
The performance, titled "Prometer hasta meter" (promise until you commit), has sparked massive outrage globally.… pic.twitter.com/Bp5OeGsXdO
— Right Angle News Network (@Rightanglenews) February 13, 2024
Va notato come Torrevieja sia governata in solitario dal Partido Popular (PP), la versione spagnuola della Democrazia Cristiana, sempre pronta a compromessi o a vere e proprie aperture alla dissoluzione del mondo moderno. La scorsa estate il sindaco della città presenziò, tra drappi omotransessualisti, alla lettura di un manifesto gay nel corso delle celebrazioni del Pride, riporta il quotidiano catalano La Vanguardia.
Nel manifesto letto alla presenza del primo cittadino del partito conservatore vi erano una presa di posizione sui «divorzi duri che alcuni usano per legittimare la violenza sessista», i quali «hanno bisogno di opposizione» da parte degli omosessualisti. Il machismo come «la violenza di genere esiste e necessita di opposizione. Perché il genere non è un’ideologia e il collettivo LGTBIQ+ non è una lobby. Perché il concetto di famiglia non è impermeabile, non è un uomo e una donna che hanno figli».
Pochi mesi dopo, ecco che, con la scusa del carnevale, anche l’immagine dei figli diviene, come dire, «non impermeabile». Alcuni sostengono che si tratti in realtà di bambine, ma la sostanza non sembra cambiare molto.
¡Confirmado! El vídeo es del carnaval de Torrevieja, según lo publica el Diario de la Vega.
Pero… ¡nadie se ha dado cuenta de que son niñas! pic.twitter.com/7RtWJ47CI0— Esteban Navarro Soriano (@EstebanNavarroS) February 13, 2024
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È piuttosto inutile nascondersi dietro al fatto che si tratta di carnevale: non si tratta nemmeno di adolescenti, si tratta di bambini piccoli, e l’effetto che un simile video fa sull’animo di un genitore è scioccante.
Del resto lo avevano detto: «convertiremo i vostri figli». La canzone dei gay organizzati uscita qualche anno fa, poi subito sparita quando si scoprirono i possibili trascorsi di alcuni cantori coinvolti, di fatto si limitava a riprendere un programma noto.
Nel febbraio 1987, comparve sulla testata americana Gay Community News un testo (che non sarebbe sbagliato etichettare come un vero hate speech eterofobo, ma per quello la legge non c’è e non ci sarà mai) intitolato Gay Manifesto. Lo firmava un certo Michael Swift, che alcuni credono fosse solo uno pseudonimo. L’incipit di tale «Manifesto omosessuale» recitava:
«Sodomizzeremo i vostri figli, emblema della vostra debole mascolinità, dei vostri sogni superficiali e delle bugie volgari. Li sedurremo nelle vostre scuole, nei vostri dormitori, nelle vostre palestre, nei vostri spogliatoi, nei vostri palazzetti dello sport, nei vostri seminari, nei vostri gruppi giovanili, nei bagni dei vostri cinema, nei vostri dormitori dell’esercito, nelle vostre fermate dei camion, nei vostri club per soli machi, nelle vostre Camere dei Deputati, ovunque gli uomini stiano assieme agli uomini. I vostri figli diventeranno i nostri servi e obbediranno ai nostri ordini. Saranno riplasmati a nostra immagine. Verranno a desiderarci e ad adorarci».
Fu detto che in realtà si trattava di satira, di uno scherzo. Insomma, una carnevalata, anche qui. Tuttavia il ritornello si ripete nei decenni.
Come riportato da Renovatio 21, la marcia delle Drag Queen durante il Pride di Nuova York della scorsa estate ha scandito una coretto in piena lucidità: «We’re here, we’re queer, we’re coming for your children», cioè «Siamo qui, siamo finocchi, stiamo venendo a prendere i vostri figli». Com’era? «Prometer hasta meter»…
NYC Drag Marchers chant “we’re here, we’re queer, we’re coming for your children” https://t.co/ucK1qM4fv5 pic.twitter.com/OhBguhWwZY
— Timcast News (@TimcastNews) June 24, 2023
Il carnevale non può essere la scusa per tale abisso di degrado – soprattutto perché bisogna realizzare che il carnevale non è solo uno strumento, è il fine di tutto questo, un mondo che, come nel momento di festa estrema, inverte qualsiasi legge naturale e sociale.
Preparatevi ad una difesa ad oltranza della vostra prole e della sua innocenza.
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