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Contraccezione

l’Iran spinge per favorire le nascite con leggi pro-famiglia

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

 

La nuova «Legge sul sostegno alla famiglia e ai giovani» dell’Iran è un chiaro esempio di come le diverse prospettive possono variare la copertura delle notizie.

 

Il regime teocratico dell’Iran ha pochi amici a livello internazionale. Quindi i titoli globali riflettono una visione debole della nuova legislazione, che limita fortemente l’accesso all’aborto, alla contraccezione e alla sterilizzazione volontaria.

 

«Il governo iraniano sta adottando ulteriori misure per utilizzare il diritto penale per limitare i diritti delle donne, al fine di aumentare il numero di nascite, il che costringerà effettivamente molte donne e ragazze a portare a termine gravidanze indesiderate che sarebbero intrinsecamente discriminatorie», hanno dichiarato gli esperti delle Nazioni Unite.

 

Un titolo sul sito web curdo RUDAW diceva che si trattava di una «chiara violazione del diritto internazionale»; sul Times of Israel, scrivono che«esperti delle Nazioni Unite avvertono che limiterà i diritti delle donne»; in Radio Free Europe (un sito web del governo americano) «”È la mia scelta: la nuova legge sulla popolazione dell’Iran è stata fatta saltare per limitare l’accesso a contraccettivi e aborti».

 

I media ufficiali iraniani hanno esposto il motivo alla base della decisione del loro governo: un allarmante calo del tasso di natalità

Tuttavia, i media ufficiali iraniani hanno esposto il motivo alla base della decisione del loro governo: un allarmante calo del tasso di natalità.

 

In effetti, il Teheran Times non ha nemmeno menzionato l’aborto. Ecco alcuni degli incentivi previsti dalla normativa per avere più figli:

 

  • Assicurazione sanitaria per coppie infertili

 

  • Servizi per le donne che lavorano

 

  • Pacchetti di supporto per la salute e la nutrizione

 

  • Opportunità educative per le studentesse madri

 

  • Sostegno al sostentamento delle famiglie

 

  • Servizi medici per le donne incinte

 

  • Sconti per famiglie con tre o più bambini

 

  • Promozioni per dipendenti da tre a cinque figli

 

  • Congedo di maternità di 9 mesi a piena retribuzione

 

  • Trattamento gratuito dell’infertilità

 

  • Prestiti speciali per la casa per le giovani coppie per incoraggiare i giovani a sposarsi

 

Il governo iraniano è chiaramente spaventato da un calo di 550.000 nel numero di nascite annuali tra il 2016 e il 2021.

  • Uno sconto del 20% per il tutoraggio per le scolaresche

 

  • Parto naturale gratuito di qualità negli ospedali statali

 

  • Ci si aspetta che tutte le agenzie governative promuovano gli «aspetti positivi e preziosi del matrimonio»

 

  • Le pubblicità devono presentare famiglie con 3 o più bambini

 

  • Un «Premio Nazionale Giovani per la Popolazione» per le istituzioni che aiutano ad aumentare la natalità

 

  • I media governativi devono promuovere la gravidanza e denunciare il celibato, la contraccezione e l’aborto. Il dieci per cento della programmazione deve essere dedicato alla promozione dell’aumento della popolazione.

 

Il governo iraniano è chiaramente spaventato da un calo di 550.000 nel numero di nascite annuali tra il 2016 e il 2021.

 

Altri Paesi hanno tentato di aumentare la natalità con incentivi finanziari e sociali. Ma probabilmente nessuno di essi è arrivato ai livelli dell’Iran.

L’implosione demografica è iniziata dopo la guerra Iran-Iraq, negli anni ’90. Il governo ha incoraggiato le piccole famiglie perché gli esperti avevano avvertito di un’esplosione demografica. È riuscito fin troppo bene. Oggi il tasso di fertilità dell’Iran è di 1,6 figli per donna; nel 1986 era 6.5. Ha uno dei tassi di invecchiamento più rapidi al mondo.

 

Mohammad Esmaeil Akbari, consigliere anziano del ministro della salute, ha dichiarato al The Teheran Times che ttualmente, gli anziani costituiscono meno del 10% della popolazione e siamo considerati un paese giovane, ma invecchiamo ogni anno così che in nei prossimi 20 anni saremo uno dei paesi più antichi del mondo e il più antico entro i prossimi 30 anni».

 

Altri Paesi hanno tentato di aumentare la natalità con incentivi finanziari e sociali. Ma probabilmente nessuno di essi è arrivato ai livelli dell’Iran.

 

 

 

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

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Contraccezione

Sacerdote della Pontificia Accademia per la Vita dice che «dobbiamo ripensare» l’insegnamento cattolico su omosessualità e contraccezione

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Padre Maurizio Chiodi, membro della Pontificia Accademia per la Vita (PAV), ha ribadito il suo dissenso sull’insegnamento tradizionale cattolico, affermando che «dobbiamo ripensare» l’insegnamento tradizionale sull’omosessualità e la contraccezione. Lo riporta LifeSiteNews.

 

Padre Chiodi, noto per la sua eterodossia riguardo all’insegnamento della Chiesa sulla sessualità, è stato nominato da Papa Francesco membro della Pontificia Accademia per la Vita (PAV) nel 2017 e di recente è stato nominato membro del gruppo di studio vaticano su «Criteri teologici e metodologie sinodali per un discernimento condiviso di questioni dottrinali, pastorali ed etiche controverse».

 

In un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa dei vescovi tedeschi, katholisch.de, padre Chiodi ha ribadito il suo dissenso sull’insegnamento morale cattolico.

 

«Credo che oggi sia necessario ripensare le tradizionali – e per il nostro tempo incomprensibili – considerazioni etiche sull’omosessualità», ha affermato il teologo italiano.

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«Se in passato si parlava dell’omosessualità come contra naturam, oggi dobbiamo chiederci: cosa significa “natura“? Questa parola latina ha molti significati, molto diversi, soprattutto quello di universalità, e dobbiamo riconoscere che l’universalità è necessaria per la conoscenza morale».

 

Chiodi sembrerebbe riconoscere l’universalità della legge naturale, tuttavia afferma che la moralità deve essere considerata alla luce dell’esperienza e della «vita vissuta di una coscienza individuale con la sua cultura specifica».

 

«Questo tipo di argomentazione è spesso utilizzato dai relativisti morali nel tentativo di minimizzare azioni oggettivamente peccaminose come gli atti omosessuali» commenta LifeSite.

«Credo che la differenza sessuale sia costitutiva dell’esistenza umana perché è l’origine della nostra vita: sappiamo tutti che, da bambini, proveniamo da una madre e da un padre», ha ammesso il Chiodi. «Una persona omosessuale non lo nega. Ma non percepisce questa differenza come attraente per sé stessa».

 

«Questo orientamento sessuale non dipende dalla loro decisione. Dobbiamo chiederci: qual è il bene possibile per una persona del genere? La questione per una persona omosessuale è vivere la propria sessualità riconoscendo la propria vocazione a relazioni capaci di vicinanza, cura, comunione e fedeltà all’altro, e cercando il bene che è concretamente possibile per loro».

 

Chiodi ha ammesso indirettamente che coloro che dissentono dall’insegnamento cattolico sulla sessualità si trovano in uno «scisma nascosto».

 

«C’era un filosofo cattolico italiano, Pietro Prini, che alla fine del secolo scorso parlava di uno “scisma nascosto” nella Chiesa cattolica, soprattutto per quanto riguarda la morale sessuale», ha detto don Chiodi a katholisch.de.

 

Padre Chiodi lascia quindi intendere che l’insegnamento cattolico sulla contraccezione e sulla morale sessuale possa essere cambiato, come ha fatto in precedenza. Alla domanda sulla possibilità che la Chiesa cambi la sua posizione sulla contraccezione e sulla moralità sessuale, ha detto: «non credo che dobbiamo abbandonare la nostra tradizione, ma dobbiamo ripensarla e riformularla, partendo dalla Bibbia, dialogando con i cristiani, ascoltando le loro esperienze».

 

«Lo scopo di questo difficile processo, con le sue inevitabili tensioni, è trovare il bene di Dio per la nostra umanità, oggi, in questo tempo», ha continuato don Chiodi. «La teologia deve sforzarsi di proporre un nuovo stile – o un “cambio di modello” – per pensare eticamente e teologicamente oggi, sia in bioetica sia in alcune questioni di morale sessuale».

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In passato il Chiodi aveva dichiarato in un’altra intervista pubblicata nel 2022 che l’insegnamento della Chiesa in Humanae Vitae e Casti Connubi – secondo cui la contraccezione è intrinsecamente malvagia – è «dottrina riformabile».

 

La PAV ha recentemente aperto le porte all’eutanasia, pubblicando con l’Editrice Vaticana un libro in cui vi è persino un modulo precompilato di DAT, ossia di trattamento biologico, con cui il lettore (in teoria, fedele cattolico) può rinunziare alle cure, e quindi lasciarsi morire.

 

Il vertice della Pontificia Accademia voluta da Wojtyla, il controverso vescovo Vincenzo Paglia, ha dichiarato mesi fa che la legge che ha portato l’aborto di Stato in Italia (194/78), tramite la quale sono stati sterminati milioni di bambini innocenti, è un «pilastro della nostra società».

 

Come riportato da Renovatio 21, la PAV in questi anni non solo si è fatta notare per il lavorìo costante attorno a dolce morte e contraccezione, ma anche e soprattutto riguardo la produzione di esseri umani in laboratorio.

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Contraccezione

Ragazza si toglie dalla pillola anticoncezionale e dichiara: sto benissimo, avrei dovuto fare le mie ricerche prima

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Elon Musk ha recentemente ripubblicato un post su X di una giovane ragazza texana, Mary Tiles Texas.   Apparentemente la classica ragazza acqua e sapone, la Mary, che dice di lavorare nel settore costruzioni e sembra apprezzare grandemente i meme sulla vicenda Gamestop, rivela i dettagli della sua situazione psicofisica a mezzo anno da quando ha rinunziato all’ormone steroideo che sterilizza le donne con conseguenti, poco dibattuti ma certi, effetti collaterali.   «Sono passati quasi 6 mesi da quando ho smesso di prendere gli ormoni anticoncezionali [cioè la pillola, ndr]» dichiara la bionda del Texas. «Sei mesi senza attacchi di panico. Sei mesi senza sbalzi d’umore. Mezzo anno senza depressione».  

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«Questo ha cambiato la mia vita e vorrei aver studiato quale impatto negativo potrebbe avere sul mio corpo, pensavo che ci fossero così tante cose che non andavano in me, ogni tanto provo un po’ di ansia e penso che avrò un attacco di panico e non si è più verificato da quando ho smesso di prenderli».   «Lo ripeterò, mi ha CAMBIATO la vita. Se il mio post aiuta UNA donna, ne vale la pena. Condividi se pensi che possa aiutare qualcuno che conosci o semplicemente per diffondere consapevolezza. Non sto dicendo che questo sia per tutti, ma se qualcuno soffre come me, merita di sapere che può fare la ricerca proprio come me».   La questione della pillola anticoncenzionale e i suoi effetti devastanti sulle donne sta sempre più tenendo banco nella discussione pubblica e nella ricerca scientifica.   L’uso della pillola influenza «la struttura e la funzione del cervello», secondo uno studio di quattro anni fa.   Come riportato da Renovatio 21, nel 2023 un team di ricercatori in Canada ha studiato gli effetti attuali e duraturi dell’uso della pillola e degli ormoni sulle regioni cerebrali legate alla paura, i circuiti neurali attraverso i quali la paura viene elaborata nel cervello. «Nel nostro studio, dimostriamo che le donne sane che attualmente utilizzano COC [contraccettivi orali combinati] avevano una corteccia prefrontale ventromediale più sottile rispetto agli uomini» scrivono i ricercatori, facendoci chiedere se la pillola non renda le donne più paurose ed ansiose.   Secondo uno studio pubblicato l’anno passato, la pillola aumenta del 130% il rischio di depressione sulle giovani donne.   Una ricerca svedese parla invece di «qualità della vita significativamente inferiore» nelle donne che assumono contraccettivi orali. Studiosi hanno cominciato a dibattere di veri «danni antropologici».   Uno studio di Oxford ha connesso invece l’anticoncezionale steroideo con il cancro al seno.   Durante la pandemia, quando scattò l’allarme per i coaguli generati dai vaccini genici, qualcuno arrivò a tentare di rassicurare il pubblico dicendo che «la pillola anticoncezionale è centinaia di volte più pericolosa del vaccino».   È noto che l’uso massivo della pillola produce anche danni ambientali, con danni alla fauna dei fiumi e del mare, con pesci e creature varie esposti agli steroidi escreti dalle donne sotto pillola attraverso l’orina.   Come riportato da Renovatio 21, ancora nello scorso decennio si era cominciato a notare che le ragazze millennial avevano preso a rifiutare la pillola.

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Contraccezione

Stagiste vietnamite costrette alla contraccezione per lavorare in Giappone

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

La legge giapponese prevederebbe la possibilità per le tirocinanti straniere di avere una gravidanza ricevendo dall’azienda i sussidi necessari, per poi riprendere lo stage. Ma secondo Jiho Yoshimizu, rappresentante dell’organizzazione no-profit che ha svolto l’indagine portando alla luce gli abusi, «i loro diritti umani e riproduttivi sono di fatto violati dall’attuale sistema lavorativo nipponico»

 

Quando una giovane donna vietnamita nel 2019 ha scoperto di essere incinta dopo essere arrivata in Giappone con un visto di «tirocinio tecnico», le è stata data una scelta: «Abortire o tornare in Vietnam”. Ma il ritorno a casa l’avrebbe lasciata senza possibilità di ripagare i reclutatori del suo tirocinio.

 

«Ha bisogno di restare per ripagare i suoi debiti», ha detto Shiro Sasaki, segretario generale del sindacato dei lavoratori Zentoitsu (Tutti Uniti), che ha difeso la sua causa facendo emergere che a diverse donne, soprattutto vietnamite, era stato imposto un trattamento contraccettivo dalle organizzazioni coinvolte nel programma di tirocinio lavorativo in Giappone.

 

A denunciare la vicenda è un’indagine di una ONG giapponese, in cui dati sono stati resi pubblici domenica. Da questa inchiesta emerge una «pratica» che violerebbe i diritti umani e riproduttivi delle donne vietnamite. L’inchiesta, condotta tra agosto e settembre dello scorso anno, ha riguardato attuali ed ex tirocinanti vietnamite e ha ricevuto risposte da 59 di loro.

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Delle intervistate, 36 hanno affermato di aver ricevuto dalle organizzazioni intermediarie in Vietnam che selezionano i candidati tirocinanti l’indicazione di evitare in qualunque modo una gravidanza. A nove di loro è stato consigliato direttamente di sottoporsi a un trattamento contraccettivo. Cinque lo hanno fatto, e una di loro ha detto esplicitamente che le era stato fatto intendere di non poter andare in Giappone senza seguire quelle istruzioni. Le altre quattro hanno detto di non essersi sottoposte, soprattutto per il costo elevato.

 

Inoltre è emerso che sono numerosi i casi in cui le organizzazioni intermediarie avvisavano le tirocinanti vietnamite che sarebbero state rimandate a casa se fossero rimaste incinta durante il soggiorno lavorativo in Giappone.

 

Jiho Yoshimizu, rappresentante dell’organizzazione no-profit che ha svolto l’indagine, ha affermato che è impensabile che tutte queste donne siano state davvero in grado di scegliere la contraccezione di loro spontanea volontà: «È un problema da un punto di vista della violazione del diritto umanitario che la gravidanza dei lavoratori stranieri sia limitata a causa del sistema lavorativo inadeguato in Giappone», ha aggiunto Yoshimizu.

 

Anche per questi motivi, il governo di Fumio Kishida sta valutando la possibilità di abolire l’attuale programma di tirocinio tecnico per stranieri, iniziato nel 1993 per trasferire conoscenze e competenze ai lavoratori di Paesi in via di sviluppo. Per l’Organizzazione per la formazione tecnica degli stagisti, il Vietnam invia il maggior numero di tirocinanti in Giappone nell’ambito del programma: oggi sarebbero circa 10 mila quelli nel Paese nipponico, e la maggior parte sarebbero donne.

 

Alcuni anni fa un caso di cronaca aveva coinvolto una stagista vietnamita che era stata arrestata per aver abbandonato il suo bambino per paura che il suo datore di lavoro la rimandasse a casa, a causa della gravidanza.

 

La legge giapponese, sulla carta, garantisce pari opportunità di lavoro per uomini e donne, e «vieta un trattamento improprio delle lavoratrici a seguito della gravidanza e del parto e anche le donne straniere hanno diritto a ricevere benefici come indennità forfettarie per il parto e la cura dei bambini, congedo prenatale e postnatale e assistenza all’infanzia.

 

Tuttavia, l’indagine ha evidenziato che «i diritti riproduttivi delle stagiste, che consentono loro di decidere se avere e crescere un figlio, non sono stati rispettati nel sistema attuale», conclude Yoshimizu.

 

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