Cina
La più grande minaccia degli Stati Uniti alla sicurezza spaziale è la Cina

Gli Stati Uniti rappresentano la più grande minaccia alla sicurezza spaziale e il più probabile promotore di una corsa agli armamenti spaziali, ha affermato il portavoce del Ministero della Difesa cinese Zhang Xiaogang.
Secondo il sito web del ministero, Zhang stava rispondendo alle recenti dichiarazioni «irresponsabili» del comandante dello United States Space Command, il generale Stephen N. Whiting. Il generale statunitense aveva precedentemente accusato la Cina di sviluppare un arsenale spaziale e aveva minacciato di schierare armi anti-satellite contro Russia e Cina nel 2025.
«Gli Stati Uniti hanno utilizzato la cosiddetta “minaccia cinese nello spazio” come pretesto per schierare armi anti-satellite», ha detto Zhang in una conferenza stampa venerdì. «È una pura distorsione dei fatti», il portavoce cinese.
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Il portavoce ha sottolineato che gli Stati Uniti definiscono lo spazio come un «dominio di guerra» poiché continuano ad espandere le proprie forze spaziali e a formare alleanze militari.
La continua militarizzazione dello spazio rappresenta una grave minaccia per la sicurezza comune e gli interessi di sviluppo di tutti i Paesi, ha avvertito Zhang.
Il mese scorso, Bloomberg ha citato la US Space Force affermando che le prime cinque delle 32 armi pianificate, destinate a bloccare i satelliti cinesi e russi nella fase iniziale di un possibile conflitto, potrebbero essere dichiarate operative tra gennaio e marzo 2025. Il Counter Communications System, noto come Meadowlands, sarebbe in ritardo di oltre due anni rispetto alla tabella di marcia.
L’armamento tecnologico di questo tipo è destinato a causare danni temporanei in un conflitto «per contrastare il crescente numero di sistemi spaziali cinesi e russi», ha osservato l’agenzia di stampa.
Il Pentagono ha accusato la Cina di accumulare armi anti-satellite, esprimendo preoccupazioni circa la presunta attenzione del paese alle capacità di guerra spaziale. Il governo cinese ha negato le accuse, sottolineando che è Washington la cui militarizzazione dello spazio minaccia la sicurezza globale.
Gli Stati Uniti hanno espresso accuse simili contro la Russia in più occasioni, suggerendo che Mosca abbia capacità anti-satellite non rivelate che sono probabilmente di natura nucleare. Il Cremlino ha respinto le insinuazioni come infondate, affermando che sono semplicemente una cortina fumogena destinata a distrarre dalle attività militari di Washington nello spazio.
Sia Mosca che Pechino hanno ripetutamente affermato di essere contrarie alla corsa agli armamenti nello spazio e hanno sostenuto la necessità di preservare lo spazio per scopi pacifici.
Russia e Cina hanno firmato accordi per la futura base lunare, dove i russi pianificano di piazzare centrali atomiche.
La corsa internazionale verso la Luna si sta intensificando in grande stile e la Cina si pone tra i paesi più avvantaggiati nella sfida cosmonautica che poche potenze al mondo sono in grado di portare avanti. Essa non ha dubbi riguardo l’idea di sfruttare le risorse minerarie della Luna. Sei mesi fa la Cina ha piantato ancora una volta la sa bandiera sulla Luna.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina sta investendo in armi progettate per bloccare o distruggere i satelliti statunitensi, cioè armi antisatellite (ASAT): «dal laser abbagliante al jamming, all’abbattimento cinetico da terra o dallo spazio – in tutte queste cose, sono in marcia», avrebbe rivelato una fonte del Pentagono a Natural News l’anno passato.
All’inizio dell’anno scorso, l’amministratore della NASA Bill Nelson ha descritto Washington e Pechino come entrate in una «corsa allo spazio» dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato l’intenzione di riportare gli astronauti americani sulla Luna nel 2025.
Nelson ha riconosciuto che il programma spaziale di Pechino ha ottenuto «un enorme successo» negli ultimi anni, ma ha avvertito che la Cina potrebbe rivendicare parti della Luna. In un’intervista dell’anno scorso al tabloid tedesco Bild, l’amministratore della NASA aveva accusato la Cina di voler addirittura conquistare la Luna. L’intervista è stata ampiamente ripresa dalla stampa internazionale.
Di fatto, la Cina ha già schierato missili terrestri per distruggere i satelliti in orbita terrestre bassa (LEO). Vi sarebbe un piano di Pechino per colonizzare pianeti oltre il sistema solare.
Come riportato da Renovatio 21, a marzo Pechino aveva definito gli USA «massima minaccia alla sicurezza nello spazio».
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A inizio 2022, a poche settimane dallo scoppio della guerra ucraina, la NATO aveva pubblicato un documento ufficiale – NATO’s overarching Space Policy («Politica spaziale globale NATO») che introduce la dottrina spaziale del Patto Atlantico: le minacce spaziali devono essere incluse nell’articolo 5, la celeberrima clausola di mutua difesa della NATO che impegna a dare una risposta collettiva nel caso un singolo Paese venga attaccato. In precedenza, la NATO aveva già avviato un centro spaziale, parte del comando aereo di Ramstein, in Germania.
La Russia aveva risposto duramente definendo il documento «unilaterale ed incendiario». «Possiamo vedere dove si sta effettivamente dirigendo il mondo spaziale occidentale. Si sta dirigendo verso la guerra», aveva detto al canale televisivo Rossiya 24 in un’intervista l’allora direttore dell’agenzia russa spaziale Roskosmos Dmitrij Rogozin la scorsa estate.
Una guerra spaziale, va ricordato, potrebbe impedire all’umanità l’accesso allo spazio per secoli o millenni, a causa dei detriti e della conseguente sindrome di Kessler. Tuttavia, pare che gli eserciti si stiano davvero preparando alla guerra orbitale.
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Immagine di China News Service via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported
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Cina
Alle porte di Pechino un comando militare 10 volte più grande del Pentagono

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Il complesso sorge a 30 km circa in direzione Sud-Ovest della capitale e si estende su un sito di almeno 1500 acri. Secondo fonti dell’intelligence Usa, una volta ultimato sarà il più grande al mondo. Attorno all’area massima sicurezza, divieto di sorvolo per droni o scattare foto. Al suo interno bunker antiatomici per accogliere anche Xi Jinping in caso di guerra (nucleare).
L’esercito cinese sta costruendo un enorme complesso militare nella parte occidentale di Pechino che, secondo i servizi segreti statunitensi, servirà come centro di comando in tempo di guerra; una struttura, spiegano funzionari americani, che risulterà molto più grande del Pentagono una volta ultimata la realizzazione. Le immagini satellitari ottenute dal Financial Times che ha rilanciato la notizia, e attualmente al vaglio degli esperti di Intelligence a Washington, mostrano un sito di costruzione di circa 1.500 acri a 30 km a sud-ovest Della capitale cinese.
Diversi funzionari statunitensi, sia in servizio che in pensione ma pur sempre attenti alle vicende militari, confermano la massima attenzione dei servizi segreti e di Intelligence attorno al sito. Una volta ultimato, il comando militare sarà il più grande al mondo e almeno 10 volte più vasto del suo omologo statunitense a Washington. In base a una valutazione delle immagini satellitari ottenute dal quotidiano economico britannico, la costruzione principale è iniziata a metà del 2024 e, secondo alcune fonti, l’intera struttura sarebbe stata ribattezzata «Beijing Military City».
Nell’area vi sarebbero anche delle buche profonde che, secondo gli esperti militari, ospiteranno grandi bunker rinforzati per proteggere i leader militari cinesi in caso di conflitto, compresa una potenziale guerra nucleare. La costruzione avviene mentre l’Esercito popolare di liberazione cinese (Pla) sta sviluppando nuove armi e progetti in vista del centenario della forza nel 2027.
L’Intelligence statunitense ha dichiarato che il presidente Xi Jinping ha ordinato ai vertici militari di sviluppare la capacità di attaccare Taiwan entro quella data. «Se confermato, questo nuovo bunker di comando sotterraneo avanzato per i vertici militari, compreso il presidente Xi in qualità di presidente della Commissione militare centrale, segnala l’intenzione di Pechino di costruire non solo una forza convenzionale di livello mondiale, ma anche una capacità di guerra nucleare avanzata» ha dichiarato Dennis Wilder, ex capo analista della Cina per la CIA.
A inizio mese il sito era in piena attività di costruzione, in contrasto con la scarsità di sviluppo della maggior parte dei grandi progetti immobiliari in Cina, nazione attanagliata da una crisi del settore immobiliare. Inoltre, non si trovano show-room o manifesti tipicamente associati a un progetto immobiliare commerciale di questa portata. E ancora, altro elemento inusuale che fa capire che non si tratta di un progetto commerciale, non vi sono menzioni ufficiali del cantiere su internet in cinese.
Sebbene non vi fosse alcuna presenza militare visibile nell’area oggetto del cantiere, vi sono numerosi cartelli che avvertono di non far volare i droni o di non scattare fotografie. E quanti hanno cercato di avvicinare i cancelli si sono visti respingere in modo brutale dalle guardie, che hanno ribadito che l’accesso è è vietato e hanno opposto il silenzio a ogni richiesta di informazioni. Infine, secondo il FT «un supervisore che ha lasciato il cantiere si è rifiutato di commentare il progetto».
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