Geopolitica
La Cina verso le miniere della Luna
La Cina è sempre più lanciata nell’estendere la sua sfera di azione e di influenza oltre al mare, oltre le terre emerse, e persino al di là del cielo: lo spazio.
Origin Space, una società privata di risorse spaziali con sede a Pechino, lancerà il suo primo «robot per l’estrazione mineraria spaziale» a novembre.
La Cina è sempre più lanciata nell’estendere la sua sfera di azione e di influenza oltre al mare, oltre le terre emerse, e persino al di là del cielo: lo spazio.
NEO-1 è un piccolo satellite (circa 30 chilogrammi) destinato a entrare in un’orbita sincrona del Sole di 500 km. Sarà lanciato da un razzo cinese «Lunga Marcia» come carico utile secondario.
Questa piccola navicella spaziale non effettuerà l’estrazione effettiva; invece, testerà le tecnologie necessarie per cominciarla.
«L’obiettivo è verificare e dimostrare molteplici funzioni come la manovra orbitale del veicolo spaziale, la cattura simulata di piccoli corpi celesti, l’identificazione e il controllo di veicoli spaziali intelligenti», ha dichiarato Yu Tianhong, co-fondatore di Origin Space secondo la prestigiosissima rivista di ingegneria IEEE Spectrum.
Origin Space, fondata nel 2017, si descrive come la prima azienda cinese focalizzata sull’utilizzo delle risorse spaziali. Il settore spaziale privato cinese è emerso in seguito alla decisione del governo del 2014 di aprire l’industria.
La guerra economica del futuro passa per lo spazio. La guerra informatica del futuro passa per lo spazio. La guerra militare del futuro, quindi, passa per lo spazio
Il satellite «Little Hubble» trasporterà un telescopio ottico progettato per osservare e monitorare gli asteroidi vicini alla Terra. Origin Space osserva che l’identificazione di obiettivi adeguati è il primo passo verso l’utilizzo delle risorse spaziali.
Oltre a questo, Origin Space punterà anche alla Luna con NEO-2, con una data di lancio prevista tra la fine del 2021 o l’inizio del 2022.
L’idea dell’estrazione di minerari extraterrestri non è una novità: negli USA in vari predicano da tempo l’idea come possibile game-changer dell’intera economia. Google partecipa ad un progetto di scavo ed estrazione mineraria pensato per gli asteroidi e realizzato interamente in automazione grazie alla robotica spaziale.
La sovranità di qualsiasi Paese nell’immediato dipende dallo spazio
La guerra economica del futuro passa per lo spazio. La guerra informatica del futuro – di cui Renovatio 21 scrive quando tratta di satelliti – passa per lo spazio. Non abbiate dubbi, quindi, sul fatto che anche la guerra militare del futuro passa per lo spazio. L’istituzione da parte del presidente Trump della «Space Force» va in questa direzione, come i recenti exploit di Russia e Cina che hanno dimostrato di saper distruggere i satelliti – i propri, al momento delle presenti dimostrazioni.
In pratica: la sovranità di qualsiasi Paese nell’immediato dipende dallo spazio.
Economia
La Nigeria è diventata Paese partner dei BRICS
La Nigeria è diventata ufficialmente un Paese partner dei BRICS dallo scorso 17 gennaio.
Il ministero degli Esteri del Brasile, che detiene la presidenza di turno dei BRICS quest’anno, ha fatto l’annuncio ieri, accogliendo con favore la decisione del governo nigeriano di unirsi al gruppo e sottolineando cosa l’adesione della Nigeria porta al tavolo dei BRICS: «con la sesta popolazione più grande al mondo, e la più grande in Africa, oltre a essere una delle principali economie del continente, la Nigeria condivide interessi convergenti con gli altri membri dei BRICS. Svolge un ruolo attivo nel rafforzamento della cooperazione Sud-Sud e nella riforma della governance globale, questioni che sono le massime priorità durante l’attuale presidenza del Brasile».
Con l’adesione dell’Indonesia come membro a pieno titolo il 6 gennaio, ci sono ora dieci membri a pieno titolo dei BRICS: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, più Egitto, Etiopia, Indonesia, Iran ed Emirati Arabi Uniti. I membri a pieno titolo prendono tutte le decisioni per consenso.
La nuova categoria di appartenenza delle nazioni partner è stata istituita all’ultimo vertice BRICS a Kazan, in Russia, nell’ottobre 2024, al fine di incorporare nazioni rappresentative delle diverse regioni del mondo desiderose di unirsi per partecipare alle sue deliberazioni, ma senza concedere loro potere di veto sulle decisioni finali.
Con l’adesione della Nigeria, ci sono ora nove paesi partner BRICS: Bielorussia, Bolivia, Cuba, Kazakistan, Malesia, Nigeria, Tailandia, Uganda e Uzbekistan. Altre tre nazioni invitate a unirsi come nazioni partner devono ancora accettare: Algeria, Turchia e Vietnam.
L’Arabia Saudita non ha né accettato né rifiutato l’invito dei BRICS del 2023 ad unirsi come membro a pieno titolo, ma i suoi rappresentanti continuano a partecipare alle sue riunioni. Tuttavia, una grande campagna di pressione fatta dalla politica e dell’alta finanza americana hanno cercato di scoraggiare Ryadh dall’adesione.
Come riportato da Renovatio 21, anche Serbia, Cuba, Bolivia e Turchia, tra gli altri, hanno manifestato interessa ad unirsi ai BRICS. Il Messico ha annunziato un anno fa, quando era presidente Lopez Obrador, che non avrebbe aderito ai BRICS. L’unico caso di Paese che opta per uscire, dopo esservisi avvicinato, è l’Argentina di Milei.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
Groenlandia, eurodeputato danese manda Trump a fare in
Danish MEP Anders Vistisen swears at Trump, says Greenland not for sale, then tells him to fuck off pic.twitter.com/lTELtt5Mfq
— Esheru (@EsheruKwaku) January 21, 2025
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Geopolitica
Il giornale israeliano Haaretz dice che ora Gaza è sotto il controllo di… Donald Trump
L’editorialista di Haaretz Amos Harel sostiene che in Israele non è il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ad avere il controllo, ma piuttosto Trump, nonostante gli accordi che il primo ministro ha stipulato per tenere unito il suo governo.
«Non è affatto chiaro se i leader di entrambe le parti siano interessati» alla fase 2, scrive Harel. «E tuttavia, potrebbe essere che domenica abbiamo salito il primo gradino della scala verso il completamento dell’accordo e la fine della guerra, grazie alle esortazioni di Donald Trump pochi giorni prima del suo giuramento per un secondo mandato come presidente degli Stati Uniti».
«Il discorso sulla ripresa della guerra, che dovrebbe avvenire alla fine della Fase 1 tra sei settimane, è già principalmente teorico», scrive l’editorialista israeliano, dopo aver sottolineato che il flusso di fino a 1 milione di palestinesi di ritorno a Gaza settentrionale potrebbe rendere difficile per l’IDF riprendere le operazioni lì.
«La decisione ora spetta a Trump. Le numerose promesse che il premier Benjamin Netanyahu ha fatto al Ministro delle Finanze Bezalel Smotrich per garantire che il partito del Sionismo religioso rimanga al governo per tutta la durata della prima fase sono destinate a scontrarsi con le richieste di Trump» scrive il prestigioso quotidiano dello Stato Ebraico. «Se il Presidente americano insiste sul fatto che la guerra a Gaza deve finire, Netanyahu avrà difficoltà a sfidarlo».
Come riportato da Renovatio 21, Trump negli scorsi mesi aveva detto che Israele doveva porre fine alla Guerra a Gaza, non escludendo il taglio degli aiuti allo Stato degli ebrei e attaccando Netanyahu con rivelazioni su come gli israeliani lo avessero spinto ad uccidere il generale iraniano Qassem Soleimani.
Trump aveva altresì avvertito che a Gaza Israele stava perdendo il consenso globale e di conseguenza alimentando l’antisemitismo.
In varie occasioni è parso chiaro che The Donald opterebbe per la destituzione di Beniamino Netanyahu, il quale ha annullato il viaggio a Washington per la cerimonia di insediamento di Trump come 47° presidente degli Stati Uniti d’America.
Come riportato da Renovatio 21, è emerso una settimana fa che l’inviato di Trump (non ancora entrato in carica…) in Israele avrebbe avuto un incontro teso con Netanyahu. Poco dopo, è stata dichiarata la tregua.
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Immagine di Israel Ministry of Foreign Affairs via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0
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