Cina
La Cina invia tre nuovi Taikonauti alla Stazione Spaziale Tiangong

Quando la Cina parla di mettere scienza e innovazione al centro dello sviluppo economico, sa di cosa parla. Shenzhou-19 ha portato tre nuovi taikonauti alla stazione spaziale cinese Tiangong per una rotazione di sei mesi. Space.com ha pubblicato un video del lancio.
Il quotidiano di lingua inglese del Partito Comunista Cinese Global Times scrive che si tratta del «più giovane equipaggio di sempre», guidato dal comandante della missione Cai Xuzhe – tornato a Tiangong solo 22 mesi fa dopo aver lasciato la sua precedente missione spaziale – e dal nuovo taikonauta Song Lingdong e dalla prima ingegnere spaziale cinese Wang Haoze, entrambe nate nel 1990.
Un esperto cinese ha sottolineato al quotidiano che l’inclusione di taikonauti più giovani è fondamentale per creare sufficienti risorse umane per le successive missioni lunari con equipaggio: «considerando le future missioni lunari con equipaggio, sono necessari più taikonauti sia per i test che per le operazioni di volo effettive, idealmente nella fascia di età compresa tra i 35 e i 45 anni per prestazioni ottimali… La selezione di taikonauti più giovani contribuirà a garantire che i taikonauti esperti assumano ruoli di leadership e organizzativi durante le complesse missioni future, mentre i taikonauti più giovani si concentreranno su compiti collaborativi».
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Tra gli esperimenti programmati ci sarà «l’esperimento di esposizione senza precedenti dei mattoni realizzati con suolo lunare simulato, un potenziale materiale da costruzione per futuri habitat sulla luna», test per la futura stazione lunare.
In questi ultimi anni sono quindi arrivate le accuse americane contro la Cina, con l’argomento per cui Pechino starebbe per reclamare parti della Luna, dove peraltro si stanno moltiplicando gli sforzi spaziali cinesi anche con esplorazioni minerarie lunari.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina ha recentemente definito gli USA la «massima minaccia alla sicurezza nello spazio».
Russia e Cina nel frattempo stanno tenendo colloqui spaziali, con accordi firmati da Putin per la realizzazione congiunta per la stazione lunare.
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Immagine di Shujianyang via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Cina
La Cina isola gli studenti delle scuole mentre aumentano i casi della nuova variante del COVID

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Cina
Panchen Lama, il prigioniero politico rapito bambino da 30 anni in mano a Pechino

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Il 17 maggio ricorre l’anniversario del rapimento da parte delle autorità cinesi del bambino designato come reincarnazione della seconda autorità tibetana. Una storia che l’imminente novantesimo compleanno del Dalai Lama ricollega alle preoccupazioni sulle interferenze nella successione. Intanto in esilio è nata Tibet Radio, per riempire il vuoto lasciato dalla chiusura dei programmi in lingua tibetana di Radio Free Asia e Voice of America.
Ricorrono il 17 maggio i 30 anni del rapimento di Gedhun Choekyi Nyima, l’undicesimo Panchen Lama, la seconda maggiore autorità del buddhismo tibetano, fatto sparire dalle autorità cinesi insieme alla sua famiglia quando aveva appena sei anni, appena tre giorni dopo la dichiarazione con cui il Dalai Lama lo aveva riconosciuto ufficialmente come la reincarnazione di Amitabha, il Buddha della conoscenza. Al suo posto pochi mesi dopo, l’8 dicembre 1995, Pechino designò Gyaincain Norbu, il figlio di due funzionari governativi che allora aveva cinque anni, ed è stato educato nella completa adesione alle direttive del Partito comunista cinese.
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Gedhun Choekyi Nyima all’epoca fu considerato il più giovane prigioniero politico del mondo. Oggi dovrebbe avere 36 anni e la sua sorte rimane ignota. Ma l’anniversario del suo rapimento assume un significato del tutto particolare anche in vista di un’altra ricorrenza: il prossimo 6 luglio l’attuale Dalai Lama, Tenzin Gyatso, compirà 90 anni e dunque è sempre più aperta la questione della sua successione come guida spirituale e politica del popolo tibetano.
Come ha ricordato in un appello diffuso ieri Human Rights Watch, «storicamente, i due principali leader spirituali del Tibet hanno svolto ruoli chiave nel riconoscersi reciprocamente nelle loro reincarnazioni. Questo è dunque un momento opportuno affinché i Paesi buddisti, in maniera particolare, alzino la loro voce, chiedendo la liberazione del Panchen Lama».
Anche il Parlamento europeo l’8 maggio ha approvato una risoluzione sul Tibet, in cui viene espressa profonda preoccupazione riguardo alla morte in circostanze sospette dell’attivista tibetano Tulku Hungkar Dorje, avvenuta a marzo 2025 in Vietnam. Viene chiesta un’indagine immediata, indipendente e trasparente, con supervisione internazionale, accesso alle prove e ai testimoni, e il ritorno immediato delle sue spoglie.
La risoluzione, adottata durante la sessione plenaria del Parlamento a Strasburgo, si oppone anche «a qualsiasi tentativo da parte del governo cinese di interferire nella selezione dei leader spirituali buddisti tibetani», incluso il Dalai Lama. E a tale proposito richiede anche il rilascio di Gedhun Choekyi Nyima, da trent’anni insieme alla sua famiglia detenuto dal governo cinese.
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Intanto – dopo che l’amministrazione Trump dal marzo scorso ha congelato i finanziamenti statunitensi ai servizi tibetani di Voice of America e Radio Free Asia – tre ex giornalisti del servizio tibetano di Voice of America hanno co-fondato un’emittente tibetana chiamata Tibet Radio. La testata ha cominciato dall’inizio di questo mese a diffondere materiali informativi attraverso una pagina Facebook e podcast caricati su un canale YouTube.
In un’intervista con Voice of Tibet, Gesang Jinba, uno dei fondatori di Tibet Radio, ha dichiarato che, sebbene avviare un media sia una cosa difficile, il Dalai Lama ha sempre insegnato alle persone a superare le difficoltà. I tibetani continuano comunque a sperare – ha aggiunto – che Radio Free Asia e Voice of America possano riprendere a diffondere informazioni sulla predicazione del leader spirituale e sulla vita della comunità tibetana in esilio.
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Immagine di Christian Fortier via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Cina
Preti cinesi: la nuova croce della «registrazione»

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1. La lacerazione e il conflitto interiore della coscienza religiosa
• Il conflitto di coscienza La Chiesa cattolica sottolinea la «libertà della coscienza» e la «fedeltà alla fede». Entrare nell’Associazione Patriottica significa accettare la leadership di un’organizzazione messa in dubbio dalla Chiesa universale. Per alcuni sacerdoti, la registrazione appare come una compromissione con il potere politico, generando un senso di colpa per «tradimento della fede», che si accumula nel tempo. • Ambiguità nella comunione con il papa Sebbene papa Francesco, per motivi pastorali, abbia accettato la legittimità di alcuni «vescovi registrati», l’accordo sino-vaticano non impone ai sacerdoti l’obbligo di registrazione. Una volta registrati, alcuni sacerdoti possono essere fraintesi come «non più fedeli alla Santa Sede», generando una zona grigia nella loro identità ecclesiale.2. Spazi pastorali ampliati, ma con molte limitazioni
• Celebrazioni pubbliche sotto controllo Possono celebrare messe, predicare e amministrare sacramenti nelle chiese approvate dal governo. Tuttavia, i contenuti delle omelie devono evitare temi sensibili come l’autorità papale, la Chiesa universale, le persecuzioni religiose e la situazione della Chiesa sotterranea. Le chiese sono spesso dotate di telecamere, e personale governativo può assistere o addirittura intervenire durante le omelie. • Libertà amministrativa limitata Organizzare eventi, corsi di formazione, catechismo per giovani richiede un’approvazione; Non è possibile dare vita liberamente a seminari o gruppi di formazione vocazionale; I fedeli devono ottenere l’approvazione ufficiale per svolgere ruoli di predicazione o conferenze, limitando la collaborazione pastorale con i laici. • La necessità di rinnovare continuamente le certificazioni crea stanchezza mentale nel clero.3. Crisi di fiducia da parte della comunità dei fedeli
• Allontanamento dei fedeli sotterranei I fedeli che da tempo seguono la fede «sotterranea» possono considerare i sacerdoti registrati come «compromessi, sconfitti»; Le reti di fedeli familiari possono interrompersi, compromettendo la continuità pastorale. • Reazioni complesse tra i fedeli ufficiali Alcuni fedeli ufficiali accettano i sacerdoti registrati, ma a causa della complessa storia ecclesiale possono restare cauti nei confronti della loro identità; Trovarsi non pienamente accettati da entrambi i lati può far sentire i sacerdoti registrati come «isolati».4. Pressioni per una «nuova trasformazione» o un «auto-azzeramento»
• Continui «ripulimenti» nelle politiche attuate La registrazione iniziale può apparire solo come un “registro”, ma successivamente il governo richiede: partecipazione a corsi politici; organizzazione di conferenze sui «valori fondamentali del socialismo»; enfasi sullo slogan della «sinicizzazione della religione»; collaborazione nella rimozione delle croci, nell’esposizione della bandiera nazionale; «De-sacralizzazione» delle decorazioni e del linguaggio liturgico della Chiesa. Ogni adesione a questi obblighi rappresenta una nuova «trasformazione» che può ulteriormente diluire la fede. • Essere «intermediari» nella lotta tra governo e religione Costretti a mediare tra «stabilità sociale» e «cura pastorale»; Soggetti a domande da parte dei fedeli e ordini da parte del governo, portando a esaurimento psicofisico e ansia di fede.5. Ambiguità a lungo termine nella spiritualità e nell’identità
• Crisi di identificazione interiore Pur essendo «legalmente riconosciuti», possono sentirsi con un’«identità di fede confusa»; Facile perdita del senso del ministero, auto-negazione, ritiro e persino insofferenza. • Arresto della crescita spirituale Per «sicurezza» devono praticare l’«auto-censura»; Non osano più parlare di vocazione, di incoraggiare i giovani al sacerdozio, né di predicare la verità; Diventano gradualmente «formali e burocratici», perdendo il ruolo di profeti.Conclusione: la registrazione non è la fine, ma una nuova croce
I sacerdoti registrati si trovano in una situazione molto delicata: apparentemente acquisiscono legittimità, ma interiormente affrontano sfide spirituali più profonde rispetto ai loro colleghi sotterranei. Riusciranno a: • Mantenere intatta la fede? • Guidare pastoralmente i fedeli senza perdere autenticità? • Conservare la coscienza e la testimonianza all’interno del sistema? È un cammino che richiede grande saggezza, coraggio e preghiera per poterlo percorrere fino in fondo. Un prete «sotterraneo» cinese Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne. Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
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