Geopolitica
Il segretario della Difesa USA minaccia di espellere i cinesi da Panama e dalle Americhe
In un viaggio a Panama dal 7 al 10 aprile il Segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth ha detto ai suoi ospiti panamensi che, sebbene sia improbabile che l’esercito statunitense invada per prendere il controllo del Canale di Panama, svolgerà un ruolo sproporzionato nel «riprendere» il Canale dalla «maligna influenza cinese» attraverso la cooperazione militare con Panama.
Questo sarà uno sforzo congiunto con le forze di sicurezza panamensi, ha insistito, sebbene Panama non abbia un esercito di cui parlare. Né si tratta di estirpare l’influenza cinese da Panama, ma da tutte le Americhe, ha minacciato Hegseth. Nel discorso di apertura della Conferenza sulla Sicurezza Centroamericana dell’8 aprile, Hegseth ha avvertito che «l’era della capitolazione alla coercizione da parte dei comunisti cinesi è finita. Il loro crescente e ostile controllo del territorio strategico e delle infrastrutture critiche in questo emisfero non può e non resisterà. Per raggiungere questo obiettivo, i nostri Paesi non possono affrontare queste minacce comuni da soli. Dobbiamo affrontarle insieme. L’America affronterà, scoraggerà e, se necessario, sconfiggerà queste minacce insieme a tutti voi, nostri stretti e stimati partner».
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Nella dichiarazione congiunta che lui e il Presidente José Raúl Mulino hanno rilasciato l’8 aprile sulla cooperazione per la sicurezza congiunta, lo Hegseth «ha accolto con grande favore l’impegno del Presidente Mulino a fare di Panama il primo Paese del nostro emisfero a uscire dalla Belt and Road Initiative e a ridurre la problematica presenza della Cina in altre aree».
«Il Segretario Hegseth ha riconosciuto la leadership e la sovranità inalienabile di Panama sul Canale di Panama e sulle aree adiacenti», scrive la dichiarazione, tuttavia la versione inglese di questa dichiarazione, rilasciata dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, omette completamente questa frase.
Il Ministro degli Esteri Javier Martínez-Acha ha inviato una protesta all’ambasciata statunitense per esprimere il «malcontento» di Panama per l’omissione e ha insistito sulla necessità della sua inclusione nella versione inglese per «trasmettere con precisione l’intenzione e il contenuto della dichiarazione».
È stato firmato un Memorandum d’Intesa separato che, secondo Hegseth, consentirà una maggiore presenza militare statunitense a Panama, la riapertura di basi militari statunitensi precedentemente chiuse e una cooperazione molto più stretta in materia di sicurezza tra le due nazioni.
Durante la conferenza stampa del 9 aprile in cui è stato annunciato questo, il Ministro della Sicurezza Frank Abrego ha negato che il Presidente Mulino stesse considerando la possibilità di ristabilire basi statunitensi nel Paese, e il ministro degli Esteri Martínez-Acha ha spiegato che si tratta solo di un accordo «temporaneo» da attivare in caso di «minaccia tangibile».
Panama può recedere da tale accordo in qualsiasi momento, ha affermato. Anche il ministro degli Affari del Canale José Ramón Icaza ha smentito la dichiarazione di Hegseth secondo cui sarebbe stato raggiunto un accordo per consentire alle navi della Marina statunitense di transitare «per prime e gratuitamente» attraverso il Canale, spiegando piuttosto che verrà trovato un «meccanismo» per consentire alle navi statunitensi di attraversarlo a un «costo neutro».
Come riportato da Renovatio 21, un consorzio guidato dalla società di investimenti BlackRock di Larry Fink sta acquistando i porti panamensi di Cristobal e Balboa, acquisendoli dal conglomerato di Hong Kong CK Hutchinson.
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso Trump aveva ordinato piani militari per Panama.
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Geopolitica
Orban: finanziare la «mafia di guerra» di Kiev è come la vodka per un alcolizzato
I received a letter today from President @vonderleyen. She writes that Ukraine’s financing gap is significant and asks member states to send more money. It’s astonishing. At a time when it has become clear that a war mafia is siphoning off European taxpayers’ money, instead of…
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) November 17, 2025
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Geopolitica
Mearsheimer: l’Occidente vuole distruggere la Russia come grande potenza
I governi occidentali continuano a perseguire politiche mirate a indebolire la Russia fino a privarla definitivamente del suo status di grande potenza. Lo sostiene John Mearsheimer, professore di scienze politiche all’Università di Chicago, ritenuto decano mondiale nella scuola di pensiero realista nelle relazioni internazionali.
In un’intervista rilasciata venerdì al canale YouTube Daniel Davis Deep Dive, Mearsheimer ha dichiarato che l’obiettivo dei governi occidentali è sempre stato «sconfiggere Russia e Ucraina, distruggere l’economia russa con le sanzioni e mettere i russi in ginocchio».
«Non ci siamo riusciti, ma questo non significa che non lo vogliamo; ovviamente lo vogliamo ancora», ha aggiunto.
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«Se domani si presentasse l’occasione di farlo, la coglieremmo immediatamente: ci piacerebbe eliminare la Russia come grande potenza», ha proseguito il politologo, sottolineando che Mosca percepisce perfettamente la natura esistenziale della minaccia occidentale.
Mearsheimer ha poi osservato che l presidente russo Vladimir «Putin, l’ultima volta che ho controllato, ha un QI a tre cifre, il che significa che ha capito perfettamente la situazione e sa esattamente contro cosa sta combattendo».
Il professore ha sostenuto che Putin ha tutte le ragioni per non fidarsi né del presidente degli Stati Uniti Donald Trump né dei leader europei, poiché «sta ipotizzando in modo molto realistico lo scenario peggiore».
Negli ultimi mesi numerosi esponenti occidentali hanno apertamente definito il conflitto ucraino una guerra per procura contro la Russia. All’inizio di quest’anno Keith Kellogg, inviato per la politica ucraina nell’amministrazione Trump, ha usato questa espressione mettendo in guardia contro la fornitura di missili da crociera a lungo raggio a Kiev.
Anche il segretario di Stato americano Marco Rubio ha impiegato lo stesso termine, e il Cremlino ha accolto con favore tale caratterizzazione.
Come riportato da Renovatio 21, il Mearsheimer aveva preconizzato ancora nel 2015 lo sfascio dell’Ucraina, accusando, già all’ora, l’Occidente di portare Kiev verso la sua distruzione invece che verso un’era florida che sarebbe seguita alla neutralità dichiarata dagli ucraini.
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Il politologo appartiene alla schiera delle grandi figure politiche americane che hanno rifiutato la NATO, talvolta prima ancora che nascesse. Uno è George Frost Kennan (1904-2005), ex ambasciatore USA in URSS, lucido, geniale mente capofila della scuola «realista» delle Relazioni Estere (quella oggi portata avanti accademicamente proprio da Mearsheimer) e funzionario di governo considerato «il padre della guerra fredda».
Mearsheimer è noto altresì per il controverso libro La Israel lobby e la politica estera americana, tradotto in Italia da Mondadori. Il libro contiene una disamina dell’influenza di Tel Aviv sulla politica americana, e identifica vari gruppi di pressione tra cui i Cristiani sionisti e soprattutto i neocon.
Il cattedratico statunitense ha anche recentemente toccato la questione israeliana dichiarando che le intenzioni dello Stato Ebraico sarebbero quelle di allargare il più possibile il conflitto nell’area di modo da poter svuotare i territori dai palestinesi: «più grande è la guerra, maggiore è la possibilità di pulizia etnica».
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Immagine screenshot da YouTube
Geopolitica
I marines americani si scambiano colpi di arma da fuoco con le bande di Haiti
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