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Epidemie

COVID-19, morte misteriosa di due ricercatori

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Al culmine della pandemia di Covid-19, due giovani pionieri della ricerca sul Coronavirus sono morti in circostanze misteriose.

 

Il  nome del dottor  James Taylor e del dottor Bing Liu al grande pubblico erano relativamente sconosciuti; tuttavia all’interno della comunità scientifica i due scienziati erano riconosciuti per le loro ricerca. Sono morti entrambi negli ultimo 30 giorni, «proprio nel momento in cui i loro talenti sono maggiormente necessari»  scrive Robert Bridge della Strategic Culture Foundation.

 

Il dottor James Taylor è deceduto il 2 aprile all’età di 40 anni. Nessuna informazione sulla sua morte è stata resa disponibile al pubblico. Secondo il suo necrologio sul sito web della Johns Hopkins University, Taylor è stato «un pioniere nella biologia computazionale e nella ricerca genomica», che ha dato un contributo significativo «come scienziato, insegnante e collega».

Il dottor James Taylor è deceduto il 2 aprile all’età di 40 anni

 

Poco prima della morte era impegnato in accese discussioni si Twitter. La rapidità con cui è morto lascerebbe immaginare che non sia stato vittima del COVID-19. «Possiamo parlare della condivisione di dati genomici per la ricerca # covid19 # SARSCoV2?» ha twittato il ricercatore il 19 marzo. Una questione che pare non essere di poco conto.

 

«Lo stato attuale di gran parte della ricerca sul virus della polmonite di Wuhan (COVID-19) mostra una deplorevole mancanza di condivisione dei dati e un notevole offuscamento analitico»

«Lo stato attuale di gran parte della ricerca sul virus della polmonite di Wuhan (COVID-19) mostra una deplorevole mancanza di condivisione dei dati e un notevole offuscamento analitico», hanno scritto Anton Nekrutenko e Sergej Kosakovsky Pond, due colleghi di Taylor.

 

«Ciò impedisce la cooperazione globale nella ricerca, che è essenziale per affrontare le emergenze della salute pubblica e richiede un accesso senza ostacoli a dati, strumenti di analisi e infrastrutture computazionali».

 

Pare che Taylor ce l’avesse con alcune piattaforme pubbliche e private che hanno acquisito gran parte dei dati del genoma per molte malattie, tra cui quella di Covid-19.

 

Taylor era noto per la creazione di Galaxy, un sistema basato su cloud che è stato descritto come «la prima risorsa completa di analisi dei dati nelle scienze della vita». Secondo il suo sito web, Galaxy offre una piattaforma aperta che mira a rendere la biologia computazionale accessibile agli scienziati, principalmente a coloro che sono coinvolti nella ricerca genomica, un importante campo di studio quando si tratta di sviluppo di farmaci e vaccini.

 

James Taylor stava lavorando in qualche modo incappato negli scopi altre organizzazioni che sono, ad esempio, in corsa per sviluppare un vaccino contro COVID-19?

«La domanda da porsi è se James Taylor stava lavorando in qualche modo incappato negli scopi altre organizzazioni che sono, ad esempio, in corsa per sviluppare un vaccino contro COVID-19. Oppure, in alternativa, il rinomato ricercatore quarantenne è morto in modo naturale proprio nel momento in cui la ricerca di un vaccino contro il coronavirus era diventata il fulcro centrale di ricercatori, aziende farmaceutiche e della sua stessa Università?».

 

Il 2 maggio, Bing Liu, un trentottenne  assistente professore di 37 anni della Facoltà di medicina dell’Università di Pittsburgh (UPSM), è stato trovato morto con ferite da arma da fuoco multiple nella sua casa in un quartiere di periferia di lusso a Pittsburgh.

 

Il 2 maggio, Bing Liu, un trentottenne  assistente professore di 37 anni della Facoltà di medicina dell’Università di Pittsburgh (UPSM), è stato trovato morto con ferite da arma da fuoco multiple nella sua casa in un quartiere di periferia di lusso a Pittsburgh

Un’altra vittima, un uomo identificato come Hao Gu, è stato trovato morta nella sua auto vicino alla casa di Liu con quella che la polizia dice essere stata una ferita da arma da fuoco auto-inflitta alla testa. Un’autopsia ha scoperto che Liu è stato colpito più volte, anche alla testa, al collo e al busto. Né Liu né Gu erano cittadini americani, e ci si chiede come il presunto assassino abbia quindi potuto procurarsi un’arma.

La stampa locale ha sostenuto che «Il signor Liu e sua moglie erano per lo più silenziosi e riservati, secondo i loro vicini».

 

La polizia crede si tratti di un omicidio-suicidio a stampo passionale, e sostiene di non avere trovato alcuna prova a carico di una possibile pista legata al lavoro di Liu all’UPSM.

 

«Bing era sul punto di fare scoperte molto significative per comprendere i meccanismi cellulari che sono alla base dell’infezione da SARS-CoV-2 e le basi cellulari di quanto segue complicazioni»

Tuttavia questo caso può sembrare particolarmente interessante è che, secondo una pagina di omaggi sul sito web dell’UPSM, «Bing era sul punto di fare scoperte molto significative per comprendere i meccanismi cellulari che sono alla base dell’infezione da SARS-CoV-2 e le basi cellulari di quanto segue complicazioni».

 

È notevole quanto i curriculum accademici di Bing Liu e James Taylor fossero strettamente allineati. Entrambi gli accademici sono stati coinvolti nel campo  della biologia dei sistemi computazionali, così come nelle tecniche di machine learning per prevedere meglio il comportamento delle specie biologiche.

 

Le vite dei due accademici si sono giocoforza incrociate a causa della loro reciproca affiliazione con la prestigiosa Carnegie Mellon University, anch’essa situata a Pittsburgh. Quanto si conoscessero, e se fossero in stretto contatto negli ultimi tempi non è dato sapere.

 

…la corposa sequela di strane morti di genetisti all’indomani dell’11 settembre

In un libro di anni fa, La strage dei genetisti, Maurizio Blondet raccontava la corposa sequela di strane morti di genetisti all’indomani dell’11 settembre. Oggi come allora, la ricerca genetica sulle malattie aveva un riscontro diretto negli equilibri mondiali: c’era in gioco la guerra in Iraq, scatenata dagli USA sula base della bustina di antrace sventolata da Colin Powell alle Nazioni Unite.

 

Uno dei primi a sparire misteriosamente du David Kelly, uno scienziato britannico esperto di biotecnologie e genetica, impiegato del Ministero della Difesa britannico ed ex-ispettore dell’ONU in Iraq. La morte di David Kelly, avvenuta il 17 luglio 2003, è stata rubricata come suicidio. Il professor Kelly era esperto di fama mondiale in armi batteriologiche, e aveva rivelato alla BBC che il governo di Blair aveva ordinato ai servizi di intelligence di «esagerare» la pericolosità delle armi di «distruzione di massa» di Saddam Hussein.

 

…seguirono, negli USA, in Russia e altrove, numerose altre strane morti, quasi tutte violentissime, di genetisti

Seguirono, negli USA, in Russia e altrove, numerose altre strane morti, quasi tutte violentissime, di esperti come Kelly.

 

Ci auguriamo non si tratti della stessa oscura pista di scienza e morte di 20 anni fa.

 

 

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Epidemie

Quasi la metà dei decessi per COVID non è causata dal virus, secondo i ricercatori

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Un team di medici e ricercatori greci che ha studiato i decessi avvenuti in sette ospedali di Atene tra gennaio e agosto 2022 ha stabilito che il virus è stato direttamente responsabile solo di un quarto dei decessi.

 

Secondo uno studio sottoposto a revisione paritaria pubblicato lunedì su Scientific Reports, gli ospedali di Atene, in Grecia, hanno attribuito erroneamente centinaia di decessi al COVID-19.

 

Un team di 19 medici e ricercatori greci che ha studiato 530 decessi avvenuti in sette ospedali di Atene tra gennaio e agosto 2022, ha scoperto che quasi la metà dei decessi attribuiti al COVID-19 non erano correlati al virus.

 

I ricercatori hanno stabilito che il virus era direttamente responsabile solo di un quarto dei decessi (133, ovvero il 25,1%).

 

In altri 157 casi (29,6%), il COVID-19 «ha contribuito alla catena di eventi che ha portato alla morte» – per un totale di 290 decessi «a causa» del COVID-19.

 

Altri 240 decessi (45,3%) si sono verificati tra persone «con» COVID-19, ma i decessi non potevano essere attribuiti direttamente al virus.

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Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso Children’s Health Defense, ha evidenziato un altro risultato chiave dello studio non menzionato nel testo, ma riportato in una tabella allegata.

 

Secondo Jablonowski, tra i 288 decessi di persone di cui era noto lo stato vaccinale e che sono morte «a causa» del COVID-19, più della metà (il 53,8%, ovvero 155) era stata vaccinata, completamente o con richiamo della dose.

 

«Tra i vaccinati deceduti “a causa” del COVID-19, il 65,8% (102 su 155) ha ricevuto il richiamo della dose», ha affermato.

 

Lo studio ha inoltre identificato:

  • Le inesattezze nei certificati di morte dei pazienti hanno contribuito a un conteggio eccessivo dei decessi dovuti al COVID-19.

 

  • Classificazione errata delle infezioni nosocomiali, in particolare tra i pazienti più giovani.

 

  • Differenze significative nel trattamento tra i pazienti deceduti «a causa» o «con» COVID-19.

 

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Il dottor David Bell, medico esperto in sanità pubblica e consulente in biotecnologie, ha affermato che lo studio rafforza quanto già noto dall’inizio del 2020 e dimostrato in altri studi.

 

«Il fatto che sia stato pubblicato da una rivista Nature è significativo, il che indica un ritorno da parte di questa azienda a dare più valore alla verità rispetto alle esigenze strettamente commerciali», ha affermato Bell.

 

Springer Nature, l’editore di Scientific Reports, è il più grande editore accademico al mondo.

 

«Il fatto che i dati ufficiali sui tassi di mortalità siano così gonfiati, a un livello così avanzato della pandemia, suggerisce fortemente che la sovrastima fosse intenzionale», ha affermato il medico di medicina interna, il dottor Clayton J. Baker.

 

Altri risultati chiave dello studio includono:

 

  • I pazienti deceduti «a causa» del COVID-19 erano in media più giovani e avevano maggiori probabilità di essere immunodepressi e di soffrire di patologie gravi, come malattie epatiche in fase terminale o tumori maligni di organi solidi.

 

  • I pazienti deceduti «a causa» del COVID-19 avevano maggiori probabilità di essere anziani, di essere stati ricoverati in un reparto di malattie infettive, di presentare sintomi «compatibili con il COVID-19» come ipossia e mancanza di respiro e di aver ricevuto supporto di ossigeno o «trattamento specifico per il COVID-19», inclusa la somministrazione di remdesivir.

 

  • Dei 204 certificati di morte che indicavano il COVID-19 come causa diretta del decesso dei pazienti, ciò è stato confermato solo in 132 casi (64,7%) a seguito di revisione clinica.

 

  • Dei 324 certificati di morte che indicavano il COVID-19 come fattore che ha contribuito al decesso dei pazienti, ciò è stato confermato solo in 86 casi (26,5%) dopo la revisione clinica.

 

  • I pazienti che hanno contratto il COVID-19 durante il ricovero ospedaliero avevano una probabilità del 130% (odds ratio di 2,3) maggiore di essere classificati erroneamente come morti «a causa» del COVID-19.

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«È ragionevole concludere» che il numero dei decessi dovuti al COVID sia stato «gonfiato artificialmente»

I ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche, i dati clinici e di laboratorio e hanno condotto interviste con il medico che si è preso cura dei soggetti dello studio prima che morissero.

 

L’epidemiologo Nicolas Hulscher ha affermato di ritenere che lo studio sia metodologicamente valido.

 

«A differenza della maggior parte degli studi che si basano sulla codifica amministrativa, questa indagine ha condotto un audit clinico completo, combinando revisioni complete delle cartelle cliniche, interviste dirette con i medici curanti e una valutazione indipendente da parte di revisori esperti», ha affermato Hulscher.

 

I ricercatori hanno affermato di aver scelto di studiare i decessi avvenuti durante l’«ondata di Omicron» perché «la maggiore infettività e la minore morbilità della nuova variante, associate a minori rischi di ospedalizzazione e morte correlati al COVID-19», rendevano plausibile che i decessi «da» COVID-19 sarebbero stati sovrastimati.

 

Gli autori hanno anche osservato che, in Grecia, qualsiasi decesso verificatosi in un paziente risultato positivo al COVID-19 al momento del decesso veniva ufficialmente classificato come decesso associato al COVID-19.

 

Hulscher ha affermato che questa è una pratica comune in molti Paesi.

 

«Dato che simili pratiche di codifica dei decessi sono state impiegate in tutti i paesi occidentali, è ragionevole concludere che i conteggi dei decessi dovuti al COVID-19 siano stati artificialmente gonfiati in misura analoga altrove», ha affermato Hulscher.

 

Bell attribuì questa pratica agli incentivi finanziari e di altro tipo che i governi fornivano agli ospedali.

 

«C’era il desiderio finanziario di fare molti soldi con i vaccini a mRNA sviluppati rapidamente e di creare un precedente per questo in futuro», ha detto Bell. «Dato che le infezioni da SARS-CoV-2 erano generalmente piuttosto lievi, era necessario spaventare le persone, facendole credere che il COVID-19 fosse molto più grave e molto più diffuso di quanto non fosse in realtà».

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Jablonowski ha affermato che i risultati dello studio dimostrano che le decisioni in materia di sanità pubblica durante la pandemia di COVID-19 sono state guidate dalla paura anziché da criteri scientifici o medici.

 

«In quel periodo sui media tradizionali gravava una nebbia… Quella nebbia tendeva invariabilmente alla paura, portando a favorire decisioni basate sulla paura rispetto a decisioni razionali».

 

Secondo Jablonowski, questa paura ha causato una serie di danni alla società nel suo complesso.

 

«Indipendentemente da quale fosse l’intenzione dietro l’esagerazione dei decessi per COVID-19, le conseguenze ci hanno portato sulla strada sbagliata… Ci siamo isolati con porte chiuse e mascherine. Abbiamo somministrato farmaci e vaccini sperimentali. I nostri ospedali sono diventati luoghi pericolosi», ha detto Jablonowski.

 

Michael Nevradakis

Ph.D.

 

© 22 aprile 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

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Epidemie

Il nuovo sito della Casa Bianca dichiara che il COVID è fuggito dal laboratorio di Wuhano

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.  
La scorsa settimana, l’amministrazione Trump ha lanciato una versione rinnovata del sito web ufficiale del governo dedicato al COVID-19. Il sito è ora dedicato esclusivamente alla divulgazione dettagliata delle prove sulle «vere origini» del COVID-19, che la Casa Bianca afferma essere fuoriuscito da un laboratorio di Wuhan, in Cina.
  La scorsa settimana, l’amministrazione Trump ha lanciato una versione rinnovata del sito web ufficiale del governo dedicato al COVID-19. Il sito è ora dedicato esclusivamente alla descrizione dettagliata delle prove delle «vere origini» del COVID-19, che la Casa Bianca afferma essere fuoriuscito da un laboratorio di Wuhan, in Cina.   Il sito web elenca cinque argomenti a sostegno della teoria della fuga dal laboratorio:  
  1. Il virus SARS-CoV-2 presenta caratteristiche biologiche non presenti in natura.
  2. Tutti i casi di COVID-19 derivano da una singola introduzione del virus nell’uomo.
  3. Il laboratorio di Wuhan, in Cina, dove il virus è comparso per la prima volta, ha una storia di ricerche sull’acquisizione di funzione con protocolli di sicurezza inadeguati.
  4. I ricercatori del laboratorio di Wuhan presentavano i sintomi del COVID-19 mesi prima che la malattia venisse scoperta.
  5. Se ci fossero prove di un’origine naturale, «sarebbero già emerse. Ma non è successo».

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Gran parte delle informazioni presenti sul sito web sono state scoperte durante un’indagine biennale del Congresso condotta dalla sottocommissione speciale della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti sulla pandemia di coronavirus, che ha pubblicato il suo rapporto finale nel dicembre 2024.   Fin dall’inizio della pandemia di COVID-19, la questione relativa all’origine del virus è stata oggetto di acceso dibattito.   Le autorità sanitarie pubbliche, guidate dal dottor Anthony Fauci, hanno ripetutamente affermato che il virus COVID-19 proveniva da un mercato umido di Wuhan.   Tuttavia, una serie di richieste ai sensi del Freedom of Information Act, molte delle quali presentate dall’organizzazione no-profit US Right to Know, hanno rivelato una collusione tra scienziati e funzionari della sanità pubblica per promuovere la teoria delle «origini naturali» e per insabbiare il finanziamento da parte del governo statunitense di ricerche rischiose sul guadagno di funzione.   La notevole quantità di prove rilasciate nel frattempo che indicano un’origine dovuta a una fuga di notizie in laboratorio ha portato la commissione del Congresso, insieme all’FBI, al Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti , alla Defense Intelligence Agency e alla CIA a concludere che molto probabilmente il virus è fuggito da un laboratorio.   Le prove sempre più numerose alla fine spinsero le principali pubblicazioni, tra cui il New York TimesVanity Fair e ProPublica, a pubblicare indagini a sostegno della teoria.

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Il commentatore medico di YouTube John Campbell, Ph.D. , ha celebrato il nuovo sito web della Casa Bianca in una recente puntata del suo programma, affermando che offre una trasparenza che non è mai esistita altrove.   Ha citato alcune delle prime pubblicazioni a sostegno della teoria delle «origini naturali», pubblicate su Nature Medicine e su The Lancet.   «Siamo uniti nel condannare fermamente le teorie del complotto che suggeriscono che il COVID-19 non abbia un’origine naturale», hanno scritto su The Lancet un gruppo di scienziati guidato dall’ex presidente dell’EcoHealth Alliance Peter Daszak e da Jeremy Farrar del Wellcome Trust, ora capo scienziato dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).   Nella dichiarazione non è stato rivelato che Daszak stava finanziando la ricerca sul coronavirus guidata da Shi Zhengli, Ph.D, presso il Wuhan Institute of Virology.   Campbell ha sottolineato che all’inizio della pandemia, i post sui social media che suggerivano che il virus avesse avuto origine in laboratorio venivano censurati. «Se scrivevi qualcosa al riguardo, il tuo post veniva rimosso, e i video venivano rimossi per disinformazione, qualsiasi essa fosse».

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Il sito critica la risposta del governo in materia di mascherine, lockdown e distanziamento sociale

Pur concludendo che «un incidente di laboratorio che coinvolga la ricerca sul guadagno di funzione è l’origine più probabile del COVID-19», il sito web definisce anche gli attuali meccanismi governativi per la supervisione della ricerca sul guadagno di funzione «incompleti, estremamente contorti» e privi di «applicabilità globale».   Il sito critica le azioni dell’OMS durante la pandemia e critica l’ex governatore di New York Andrew Cuomo per aver inviato pazienti affetti da COVID-19 in case di cura, dove molti di loro sono poi deceduti.   Critica inoltre le contromisure adottate dal governo per contrastare il COVID-19, tra cui il distanziamento socialel’obbligo di indossare la mascherina e i lockdown.   Il presidente Donald Trump è raffigurato in primo piano sul sito web, apparentemente avallandone i contenuti. Il sito non affronta il ruolo di Trump nella dichiarazione e nell’estensione dei lockdown nazionali nel 2020.   I media tradizionali, incluso il Times, hanno ampiamente denigrato il sito. Tuttavia, le loro critiche si sono concentrate sullo stile del sito e sul fatto che l’amministrazione Trump avesse riadattato un sito web di informazione generale sul COVID-19.   I media tradizionali come Reuters e Associated Press hanno giustamente sottolineato che le origini del COVID-19 non sono state ancora definitivamente determinate. Tuttavia, non sembrano più sostenere la teoria delle origini naturali.   Brenda Baletti Ph.D.   © 16 aprile 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Epidemie

I militari USA potrebbero aver contratto il COVID nell’ottobre 2019 durante i Giochi militari di Wuhan

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

L’amministrazione Biden e il Dipartimento della Difesa hanno nascosto un rapporto del 2022 in cui si affermava che sette militari statunitensi avrebbero potuto aver contratto il COVID-19 a Wuhan, in Cina, nell’ottobre 2019, nonostante l’amministrazione fosse legalmente obbligata a divulgare il rapporto al pubblico, ha riferito martedì il Washington Free Beacon.

 

Sette militari statunitensi potrebbero aver contratto il COVID-19 durante i Giochi mondiali militari di Wuhan, in Cina, nell’ottobre 2019, ma l’amministrazione Biden e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DOD) hanno nascosto un rapporto con tali informazioni, nonostante fossero legalmente obbligati a divulgarlo al pubblico, ha riferito martedì il Washington Free Beacon.

 

L’articolo di tre pagine, datato dicembre 2022, afferma che i sette militari «hanno manifestato segni e/o sintomi simili al COVID-19» durante o dopo le esercitazioni militari.

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Le malattie si sono manifestate mesi prima che la Cina o l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconoscessero l’esistenza dell’epidemia.

 

Il rapporto, redatto dall’Ufficio del Sottosegretario alla Difesa per il Personale e la Prontezza, è stato presentato alle Commissioni sulle Forze Armate del Senato e della Camera dei Rappresentanti.

 

Ciò contraddice le affermazioni pubbliche dell’amministrazione Biden del 2021, secondo cui «non c’erano prove che alcun partecipante americano avesse contratto il virus durante quei giochi», ha riportato il Free Beacon.

 

Secondo il Free Beacon, il rapporto «si aggiunge a una crescente mole di prove» a sostegno della «teoria della fuga di notizie in laboratorio» sulle origini del COVID-19 e sul fatto che il virus sia emerso dall’Istituto di virologia di Wuhan.

 

La CIAl’FBIil Dipartimento dell’Energia degli Stati Unitiil Congresso degli Stati Uniti e altre agenzie di intelligence hanno avallato questa teoria.

 

Richard Ebright, Ph.D., biologo molecolare della Rutgers University, ha affermato:

 

«Queste nuove informazioni forniscono ulteriori prove del fatto che il COVID circolava già a Wuhan nell’ottobre 2019 e rafforzano i dati di intelligence degli Stati Uniti e degli alleati che indicano che il COVID circolava a Wuhan nell’ottobre-novembre 2019, i dati di intelligence degli Stati Uniti e degli alleati che indicano che i ricercatori che lavoravano con virus SARS [sindrome respiratoria acuta grave] geneticamente modificati presso l’Istituto di virologia di Wuhan hanno contratto il COVID nell’ottobre-novembre 2019 e i dati filogenomici che indicano che il virus che causa il COVID è entrato negli esseri umani nell’luglio-novembre 2019».

 

In un post su X all’inizio di questa settimana, Mike Benz, ex funzionario del Dipartimento di Stato americano e direttore esecutivo della Foundation for Freedom Online, ha osservato che i Giochi mondiali militari di Wuhan sono iniziati lo stesso giorno in cui si è svolto l’Event 201un’esercitazione da tavolo che simulava l’ epidemia globale di un coronavirus.

 

 

La notizia dell’esistenza del rapporto è emersa la stessa settimana in cui US Right to Know ha reso pubblici documenti che dimostravano che, nel 2020, un’analisi della Defense Intelligence Agency aveva concluso che il Wuhan Institute of Virology avrebbe potuto sviluppare «un virus progettato in laboratorio» e che questo probabilmente «era sfuggito al contenimento».

 

 

Le malattie dei militari sono «un segreto gelosamente custodito»

Secondo The American Prospect, il contingente statunitense di atleti si è recato ai Giochi mondiali militari attraverso l’aeroporto internazionale di Seattle-Tacoma e Washington è stato uno dei primi «focolai» di COVID-19 negli Stati Uniti.

 

Un rapporto del 2021 della commissione Esteri repubblicana della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti sulle origini del COVID-19, e un articolo del Daily Mail del giugno 2021, hanno inoltre suggerito che atleti di diversi Paesi hanno manifestato sintomi simili al COVID-19 durante e dopo i Giochi mondiali militari e che Wuhan era una «città fantasma» durante quel periodo, con i residenti invitati a rimanere a casa per un motivo non specificato.

 

Secondo il rapporto, i militari statunitensi che si sono ammalati sono guariti dai sintomi «entro 6 giorni», aggiungendo che non sono stati sottoposti al test per il COVID-19.

 

Ebright ha affermato che una fuga di dati dal laboratorio si è verificata «molto probabilmente» a Wuhan nell’agosto o nel settembre 2019.

 

Jeffrey Tucker, presidente e fondatore del Brownstone Institute, ha affermato di «aver intuito da tempo» che il COVID-19 si stava già diffondendo in Nord America dalla fine del 2019. «Questo nuovo rapporto sembra confermarlo».

 

«Quello che ancora non sappiamo è quando esattamente le autorità militari siano venute a conoscenza della fuga di notizie dal laboratorio e della diffusione di un nuovo virus», ha detto Tucker. «Questo rapporto è istruttivo, ma tutt’altro che completo».

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Tucker ha affermato che, durante le comunicazioni che aveva avuto con i partecipanti ai giochi di Wuhan, aveva appreso che durante l’evento si stava diffondendo una malattia insolita.

 

«Dalla fine del 2020, ho parlato al telefono con persone che si trovavano a Wuhan durante le Olimpiadi e che si sono ammalate di qualcosa che percepivano come estremamente strano», ha detto Tucker. «Sono stati anche messi a tacere dai loro superiori, cosa che hanno trovato altrettanto strana. Perché ammalarsi dovrebbe essere un problema di sicurezza nazionale?»

 

Tuttavia, secondo il rapporto del dicembre 2022, gli Stati Uniti non hanno informato gli altri Paesi di una possibile fuga di notizie dai laboratori o della diffusione del virus a Wuhan. «Il Dipartimento della Difesa non ha avviato alcuna discussione con eserciti alleati o partner in merito a malattie associate alla partecipazione ai Giochi Mondiali Militari del 2019», si legge nel rapporto.

 

Il rapporto mostra anche che il Dipartimento della Difesa non ha indagato sulle malattie. «Il dipartimento della Difesa non ha condotto né avviato un’indagine sui collegamenti tra l’epidemia di COVID-19 e i Giochi Mondiali Militari del 2019».

 

Al contrario, secondo il Free Beacon, le malattie «sembrano essere state un segreto gelosamente custodito”.

 

Ai sensi del National Defense Authorization Act del 2022, l’amministrazione Biden era tenuta a rendere il rapporto disponibile online entro l’estate del 2022. Tuttavia, sebbene il rapporto fosse stato condiviso con le commissioni per i servizi armati della Camera e del Senato degli Stati Uniti alla fine di quell’anno, è stato tenuto nascosto al pubblico fino alla fine di marzo 2025, quando l’amministrazione Trump lo ha caricato in una sezione poco nota del sito web del Dipartimento della Difesa.

 

Ebright ha definito «uno scandalo» il fatto che l’amministrazione Biden e il Congresso non abbiano reso pubblico il rapporto, nonostante il rapporto repubblicano della Camera dei Rappresentanti del 2021 affermasse che i Giochi mondiali militari del 2019 erano «potenzialmente uno dei primi eventi “super diffusori”».

 

«I contribuenti meritano di sapere la verità sulle origini del COVID-19, ma l’amministrazione Biden ha nascosto questa informazione al popolo americano per anni», ha detto la senatrice repubblicana Joni Ernst a Free Beacon.

 

Ernst ha affermato che il rapporto rafforza le prove contro la teoria zoonotica sulle origini del COVID-19, secondo cui il virus sarebbe passato dagli animali all’uomo.

 

«Questo rapporto avrebbe dovuto essere reso pubblico immediatamente e non limitato ai soli addetti ai lavori di Washington», ha affermato Ernst. «Se gli americani in visita a Wuhan fossero potenzialmente infettati dal virus COVID-19 nell’ottobre 2019, chi afferma che la pandemia sia iniziata in un mercato umido solo due mesi dopo sarebbe completamente fuori strada».

 

Nicholas Wade, ex redattore scientifico del New York Times, ha affermato che le malattie dei militari sono «sicuramente di interesse, data la probabile fuga di un virus geneticamente modificato dal Wuhan Institute of Virology proprio in questo periodo».

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Ma ha affermato che il rapporto non dimostra in modo definitivo un’epidemia precoce di COVID-19.

 

Wade ha detto:

 

«Le persone infette non sono state sottoposte al test per il COVID-19, poiché all’epoca non esisteva alcun test disponibile, ma sono tutte guarite rapidamente e non sembra che si siano verificate infezioni secondarie note».

 

«Non c’è stata alcuna differenza nei sintomi simil-COVID-19 tra le basi che hanno inviato persone ai giochi e quelle che non lo hanno fatto. Pertanto, sembra improbabile, sulla base delle prove attuali, che queste infezioni abbiano rappresentato un focolaio precoce dell’epidemia di COVID-19».

 

Michael Nevradakis

Ph.D.

 

© 10 aprile 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

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