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Il partito nero sudafricano torna a cantare «uccidi il bianco boero»

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Uno dei principali partiti sudafricani torna a far risuonare il coro razzista che chiede l’omicidio della popolazione bianca.

 

Il partito sudafricano Economic Freedom Fighters (EFF), sedicente «Black Party» (partito nero) del Paese, è un movimento marxista di estrema sinistra con milioni di membri. In varie occasioni è emersa nel movimento la volontà di eradicazione di tutti i sudafricani bianchi, tuttavia tali appelli al genocidio su basi razziali sono ignorate dai media occidentali, che – anzi – tacciano di fake news chiunque parli dei programmi di sterminio della popolazione boera (cioè di origine olandese) in Sudafrica.

 

In una affollata manifestazione di questa settimana, il leader dell’EFF Julius Malema – innalzato al cielo con un una piattaforma che lo ha fatto librare davanti a quelle che paiono diecine di migliaia di persone – ha esaltato la folla con un canto razzista ben conosciuto: «Kill the Boers, Kill the Farmers» («Uccidete i boeri! Uccidi i contadini!»)

 

La parola boero è usata in Sud Africa è talvolta utilizzata non solo per descrivere i contadini bianchi di origini olandesi, ma i bianchi in generale.

 

Il lettore può vedere da sé il Malema, antico capo della sezione giovanile dell’ANC (il partito di Mandela), saltellare in uno stadio stracolmo facendo ripetere alle migliaia di seguaci «Kill the Boers, Kill The Farmer».

 

 

Il problema del canto che incita allo sterminio di boeri e farmer (parole che talvolta possono perfino essere equivalenti in Sudafrica) è risalente.

 

Come riportato da Renovatio 21, nel 2022 la divisione per l’uguaglianza della Corte Suprema del Sudafrica ha stabilito che la canzone «Kill the Boers» non costituisce un caso di «incitamento all’odio». Chiedere il massacro di un’intera classe sociale, se non di un’intera razza non è hate speech, se a farlo cantare alle masse è Julius Malema, leader marxista-leninista, panafricanista, anticapitalista, antimperialista, con una certa passione, si dice, per le BMW che guiderebbe anche con un po’ troppa velocità.

 

Così il massimo tribunale del Sudafrica ha deciso che celebrare e stimolare l’uccisione collettiva di una certa parte della popolazione può essere un’azione protetta dalla libertà di espressione e deve essere lasciata al dibattito politico all’interno della società.

 

I membri dell’EFF sono sospettati in passato di aver partecipato ad attacchi alle fattorie di proprietà dei bianchi e di aver ucciso agricoltori; orribili crimini che i media hanno costantemente negato oramai per decenni: episodi di violenza belluina, talvolta pure filmati, si susseguono in pratica dal 1994, l’anno celebrato come l’arrivo della democrazia in Sud Africa, con l’installazione dell’ex terrorista marxista Nelson Mandela al potere.

 

Il copione è sempre identico: fattorie isolate, per lo più gestite da famiglie boere, vengono attaccate nottetempo da bande di neri, che torturano, mutilano, violentano, uccidono i farmer boeri in modo atroce.

 

Con l’andare del tempo, si è formata una giustificazione politica per tali massacri: le terre possedute e lavorate (magari da generazioni) da boeri, sono in realtà state «rubate» ai neri autoctoni, i quali peraltro non hanno una loro vera unità interna, in quanto, in ultima analisi, assai divisi dall’appartenenza tribale (zulu, xhosa, bapedi, batswana, ndebele, basotho, venda, tsonga, swazi, etc.: basti pensare che l’inno sudafricano ha 11 lingue).

 

La cacciata anche violente dei boeri dalle loro fattorie è quindi un argomento politico che via via si è slatentizzato sino a divenire un baluardo per Malema e il suo partito. L’esperienza, peraltro, è già stata provata nell’area, con Robert Mugabe, presidente dello Zimbabwe: la persecuzione dei farmer bianchi, che ha avuto la fuga se non la morte di moltissimi, ha portato il Paese al collasso agricolo ed economico che possiamo testimoniare anche oggi.

 

Nel 2018, con l’intensificarsi degli attacchi violenti e delle minacce di morte contro i contadini bianchi in Sudafrica, una delegazione di 30 famiglie di contadini sudafricani è arrivata nella regione russa di Stavropol in cerca di rifugio.

 

«È una questione di vita o di morte : ci sono attacchi contro di noi. Si è arrivati ​​al punto in cui i politici stanno fomentando un’ondata di violenza”, aveva detto allora un rappresentante dei contadini sudafricani ai giornali. «Il clima qui [nella regione di Stavropol] è temperato e questa terra è stata creata da Dio per l’agricoltura. Tutto questo è molto attraente». Si era così sparsa l’idea che Putin potesse accogliere in Russia i farmer perseguitati.

 

L’esistenza stessa della persecuzione, tuttavia, per i grandi media è tabù, anzi, è incredibilmente combattuta come fake news: quando Trump solo nominò la questione, vi fu il putiferio, con giornali e TV americane che arrivarono a negare l’evidenza.

 

L’ideologia razzista dell’EFF si sposa in realtà perfettamente con l’ideologia woke ammanita da università e media in America e sempre più in Europa, secondo la quale la società occidentale è eminentemente razzista e quindi va riformulata tenendo conto dei danni prodotti dalla razza bianca.

 

Negli USA, come è stato notato con le razzie di Black Lives Matter nel 2020, gli appelli alla violenza razziale contro i bianchi sono diventati un luogo comune: è il caso dell’oratore del movimento nero che, con davanti a centinaia di afroamericani armati, due anni fa aveva esortato a «uccidere ogni cosa bianca vediate». Da nessuna parte, a parte in siti come Renovatio 21, si riportò l’inquietante notizia – i gruppi armati razzisti americani esistono davvero, e sono pure neri.

 

Ciò spiega perché l’incitamento alla pulizia etnica – ad un genocidio razziale! – cantato in uno stadio non abbia alcuna eco sul sistema mediatico anche italiano, mentre l’epiteto razzista uscito dalla curva alla partita di calcio genera ettolitri di inchiostro e provvedimenti pubblici e – qui siamo al maoismo vero e proprio – corsi di rieducazione.

 

Chi crede che milioni di africani maschi in età militare siano stati trasferiti in Europa per «lavorare» deve meditarci un po’ sopra. Visto che non «scappano dalla guerra», come più nessuno del resto ha il coraggio di dire, non è che sono stati piazzati qui per un’altra guerra programmata dai padroni del mondo?

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

 

 

 

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Si dimette il primo ministro scozzese «anti-bianchi»

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Humza Yousaf, il primo ministro scozzese che ha inveito contro i bianchi in Parlamento e poi ha supervisionato l’approvazione di leggi estreme sui «crimini d’odio» nel Paese, è stato costretto a dimettersi.

 

L’annuncio di Yousaf è arrivato dopo che è diventato chiaro che non sarebbe sopravvissuto a due voti di fiducia, uno a lui e un altro al suo governo dello Scottish National Party, presentati al Parlamento scozzese dai partiti di opposizione.

 

Yousaf aveva concluso un accordo di condivisione del potere con il Partito dei Verdi scozzesi ed era diventato evidente che non sarebbe stato in grado di ottenere un sostegno sufficiente per guidare un nuovo governo di minoranza, perché aveva promosso un’ideologia di genere radicale e supervisionato il passaggio in legge della legislazione sui «crimini d’odio» più draconiana della storia.

 


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La settimana scorsa, lo Yousaf ha tentato disperatamente di rimanere al potere implorando i conservatori di allinearsi con lui, ma poi, durante le sue dimissioni, ha affermato di non essere disposto a svendere i suoi principi, quindi ha deciso di dimettersi.

 

Ai sensi della nuova legislazione sui «crimini d’odio» introdotta in Iscozia dal premier musulmano, chiunque sia ritenuto essere stato verbalmente «abusante», di persona o online, nei confronti di una persona transgender, potrebbe essere colpito con una pena detentiva fino a sette anni.

 

Fughe di notizie provenienti dalla polizia hanno accresciuto le preoccupazioni sulla legislazione poiché hanno rivelato che attori e comici erano elencati come obiettivi. Il primo ministro Yousaf ha giustificato le nuove leggi, dichiarando che i graffiti rivolti contro di lui comparsi vicino a casa significavano che la necessità di un approccio di «tolleranza zero» nei confronti dell’odio.

 

Non appena la legge è entrata in vigore, migliaia di persone hanno colto l’occasione per denunciare lo stesso Yousaf per aver inveito contro i bianchi che ricoprivano posizioni di autorità in Scozia, un Paese che è bianco al 96%. Lo Yousaf fa ha conseguentemente dichiarato che chiunque faccia questo dovrebbe essere considerato «di estrema destra».

 

La faccenda, tuttavia, è diventata ben più grottesca di così.

 

È emerso che al personale di polizia che rispondeva alle chiamate per «crimini d’odio» per denunciare il Primo Ministro era stato detto di leggere una trascrizione preparata in anticipo in difesa dal premier, in cui si affermava che quando Yousaf si riferiva ai «bianchi», che sono in maggioranza in posizioni di autorità in Iscozia (cosa che secondo lui era sbagliata) aveva solamente «sottolineato un dato di fatto».

 


La polizia scozzese ha ricevuto qualcosa come 8.000 denunce di «crimini ispirati dall’odio» solo nella prima settimana dall’entrata in vigore della legge, pari a più del totale annuo di tutte le denunce di crimini ispirati dall’odio per tutti gli anni precedenti.

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Le forze dell’ordine sono quindi costrette a pagare «centinaia di migliaia» di straordinari agli agenti nella sua sala di controllo per far fronte al diluvio di denunce di «crimini ispirati dall’odio», che potrebbero essere, in larga parte, delazioni sul tipo di quelle proposte durante il COVID anche in Italia, che in Scozia avevano trovato applicazione, con la polizia a visitare case dove qualcuno segnalava esserci un «assembramento».

 

Ad ogni modo, per la prima settimana è stata trasmessa alla polizia una denuncia ogni minuto. Il segretario generale della Federazione di polizia scozzese David Kennedy ha tuttavia osservato che «il numero di denunce che si sono tradotte in vere e proprie indagini su crimini ispirati dall’odio è estremamente piccolo», affermando che costituisce meno dell’1%.

 

Un sondaggio dell’inizio di questo mese ha rivelato che, dopo l’introduzione della legge, lo Yousaf aveva un indice di gradimento di meno 32, equivalente a un calo di 15 punti dall’inizio dell’anno. Il sondaggio rileva che anche tra le persone che hanno votato per il suo partito, più credevano che stesse facendo un pessimo lavoro rispetto a quelli che pensavano che stesse facendo bene.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Scozia è al centro anche di altri episodi di folle legislazioni e arresti riguardo tempi del politicamente corretto, come la cosiddetta «transfobia».

 

È emerso di recente che genitori scozzesi contrari alla transessualizzazione dei figli ora rischiano 7 anni di prigione. La legge pensata a proposito vieterebbe le cosiddette «pratiche di conversione» che spesso hanno luogo in un «contesto familiare». Ciò significa che se i genitori tentassero di impedire ai loro figli di «vestirsi in un modo che rifletta il loro orientamento sessuale o identità di genere», potrebbero affrontare sanzioni penali anche se credono di agire nel migliore interesse del bambino.

 

Nel 2021 una madre di 50 anni è stata accusata di un «crimine d’odio transfobico» dopo aver ritwittato l’immagine di un nastro delle suffragette. La donna rischiava fino a due anni di prigione.

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La Scozia è pure teatro di grotteschi casi in cui maschi che commettono vili aggressioni sessuali contro donne e bambini vengono protetti dallo Stato e spediti in carceri femminili dopo essersi opportunamente dichiarati trans. L’anno scorso, l’ex leader scozzese Nicola Sturgeon, paladina woke poi arrestata e rilasciata su accuse legate al Partito Nazionale Scozzese, ha affermato che i criminali transgender condannati per aver violentato donne sono donne, nonostante siano biologicamente uomini.

 

Nello stesso mese, il governo scozzese ha rifiutato di rimuovere uno stupratore transgender da un carcere femminile nonostante fosse condannato per aver violentato due donne.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Scozia sta legalizzando l’eutanasia, e apre dibattiti legali sulla conservazione dello sperma dei trans.

 

Solo poco tempo fa, nei giornali scozzesi si potevano trovare sondaggi deliranti come quelli sulla possibilità di introdurre campi di concentramento COVID, mentre nel Paese in lockdown la polizia faceva irruzione a feste di compleanno di bambini di 10 anni su soffiata dei vicini delatori.

 

Nel frattempo, una inspiegata ondata di neonati morti – con aumento statistico cospicuo – si è manifestata nel Paese.

 

Come riportato da Renovatio 21, il «musulmano non osservante» Humza Yousaf fu preferito nel rush finale dopo le strane dimissioni della Sturgeon alla cristiana praticante Kate Forbes, contraria al matrimonio omosessuale, così come alle nascite extramatrimoniali, e difensore accorato della famiglia tradizionale.

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Immagine di Scottish Government via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

 

 

 

 

 

 

 

 

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Biden molla l’idea di bandire le sigarette al mentolo per non irritare l’elettorato nero

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La Casa Bianca ha rinviato a tempo indeterminato i piani per vietare le sigarette al mentolo, dopo che i sondaggi hanno mostrato un drastico calo del sostegno afroamericano al presidente Joe Biden prima delle elezioni di novembre. Lo riporta il Wall Street Journal.   Circa l’81% dei fumatori neri utilizzava sigarette al mentolo nel 2020, anno in cui Biden ha ottenuto il 91% dei voti neri. Tuttavia, recenti sondaggi hanno mostrato che solo il 68% degli afroamericani intende sostenere il democratico questa volta.   «È chiaro che ci sono ancora molte conversazioni da tenere, e ciò richiederà molto più tempo», ha detto venerdì il segretario alla Salute e ai servizi umani Xavier Becerra, rilevando il feedback che la proposta di divieto ha ricevuto dai gruppi per i diritti civili e per la riforma della giustizia penale.

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Il divieto è stato proposto per la prima volta nell’aprile 2021, come parte dell’iniziativa «Cancer Moonshot» di Biden. La Casa Bianca ha sostenuto che la messa al bando delle sigarette al mentolo aiuterebbe le «persone di colore» a migliorare i risultati in termini di salute. Le sigarette al mentolo rappresentano oltre il 30% di tutte le sigarette vendute ogni anno negli Stati Uniti e sono i più popolari tra i fumatori neri e ispanici.   Il piano, tuttavia, ha finito per dividere drasticamente la base elettorale democratica. L’ex consigliere di Biden per le politiche interne, Susan Rice, ha sostenuto che ritardare il divieto «mette a rischio più vite nere», mentre la National Association for the Advancement of Colored People (NAACP) ha approvato il divieto dei prodotti del tabacco aromatizzati come una «questione di giustizia sociale».   L’American Civil Liberties Union (ACLU) ha ribattuto che il divieto creerebbe un mercato nero per le sigarette al mentolo e aumenterebbe le interazioni negative tra polizia e afroamericani, che «avrebbero un impatto sproporzionato sulle persone di colore, oltre a dare priorità alla criminalizzazione rispetto alla salute pubblica e alla politica di riduzione del danno».   In pratica, anche se nessuno lo dice, si teme l’emergere di un nuovo tipo criminale: lo spacciatore nero di sigarette al mentolo. Un ulteriore stereotipo razzista che nessuno può permettersi.   Anche Altria Group e Reynolds American, i due maggiori produttori di sigarette statunitensi, hanno esercitato pressioni contro il divieto.   Il Canada ha effettivamente vietato le sigarette al mentolo nel 2018 e l’UE ha fatto lo stesso nel 2020. Uno studio dell’Università di Waterloo in Canada, basato su tali divieti, prevedeva che la proposta della Casa Bianca avrebbe fatto sì che 1,3 milioni di fumatori smettessero entro due anni, di cui circa 380.000 Afroamericani.   «La scienza è chiara sul fatto che ci sarà un enorme beneficio per la salute dall’eliminazione delle sigarette al mentolo», ha affermato Mitch Zeller, ex direttore del Centro per i prodotti del tabacco della Food and Drug Administration (FDA). Zeller ha suggerito che dietro la decisione dell’amministrazione Biden ci fossero considerazioni politiche.

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Secondo la FDA, è «probabile che le sigarette al mentolo rappresentino un rischio per la salute pubblica superiore a quello osservato con le sigarette senza mentolo».   «Si tratta di un piano basato sul buon senso che avrebbe potuto salvare centinaia di migliaia di vite», ha affermato la deputata Robin Kelly, una democratica dell’Illinois che presiede l’Health Braintrust del Congressional Black Caucus.   Le sigarette al mentolo sono attualmente vietate in due stati degli Stati Uniti, California e Massachusetts, e in oltre 100 comuni in tutto il Paese.   La popolazione nera americana è vittima di ulteriori stereotipi riguardo il loro consumi: è il caso del pollo fritto e dell’anguria, pietanze verso le quali gli afroamericani sono aneddoticamente, ingiustamente, illegalmente accusati di avere predilezione. È difficile, tuttavia, che in vista delle cruciali elezioni di novembre, l’amministrazione Biden legifererà contro cocomeri ed alette impanate.

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Shakespeare ha reso il teatro «troppo bianco, maschilista, nazionalista, cisgender»: studio pagato dal governo britannico

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Uno studio finanziato dal governo britannico per quasi un milione di sterline sostiene che Guglielmo Shakespeare, uno de delle più alte vette della letteratura della storia umana, è stato rappresentato in modo sproporzionato e ha permesso a «narrazioni maschili bianche, normodotate, eterosessuali e cisgender» di dominare il teatro.

 

Lo studio, condotto da accademici dell’Università di Roehampton, è stato finanziato dal Consiglio governativo per la ricerca sulle arti e le discipline umanistiche e sostiene essenzialmente che Shakespeare non è abbastanza diversificato.

 

Il quotidiano britannico Telegraph riferisce che il supervisore dello studio, Andy Kesson, lamenta che «la mascolinità e il nazionalismo sono stati fattori motivanti cruciali nell’ascesa di Shakespeare come arbitro della grandezza letteraria aggiungendo che «[dobbiamo] essere molto, molto più sospettosi» del posto di Shakespeare nel teatro contemporaneo».

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«A quanto pare non ci sono abbastanza migranti transgender queer disabili neri e marroni nelle opere di Shakespeare» commenta Modernity News.

 

Per contrastare la mancanza di diversità di Shakespeare, i ricercatori stanno mettendo in scena un’opera teatrale di John Lyly, un drammaturgo contemporaneo di Shakespeare. il quale tuttavia che non ebbe lo stesso successo.

 

I ricercatori affermano che l’opera di Lyly Galatea offre «un’esperienza demografica affermativa e intersezionale senza precedenti, che esplora le vite femministe, queer, transgender e dei migranti».

 

«Dato che sostanzialmente nessuna di queste cose esisteva quando l’opera è stata scritta» continua Modernity News, «chiunque sano di mente concluderebbe che non sono temi dell’opera, e invece sono stati introdotti con la forza dagli “accademici” ossessionati dal promuovere la loro agenda identitaria senza senso».

 

In risposta a questa totale sciocchezza, l’autore Lionel Shriver ha osservato che «ai tempi di Shakespeare, metà della popolazione europea era bianca e maschia. Non avevano bandiere arcobaleno. Essere disabile come Riccardo III era una questione di carattere più che di politica, e per loro fortuna nessuno aveva mai coniato l’abominio linguistico “cisgender”».

 

Lo Shriver ha inoltre sottolineato che «ancora pertinente perché i suoi temi sono senza tempo, Shakespeare sopravviverà anche a questa storpiatura dogmatica, e le sue opere continueranno a essere apprezzate molto tempo dopo che le rappresentazioni ‘intersezionali’ di oggi si saranno ridotte a una bizzarra nota comica nella storia del teatro».

 

Anche il comico e autore Andrew Doyle ha commentato: «c’è un’ottima ragione per cui Shakespeare viene rappresentato frequentemente e John Lyly a malapena. Shakespeare era di gran lunga il drammaturgo migliore. Ancora una volta, gli ideologi stanno riducendo la grande arte a meri meccanismi per la promozione di un’ideologia».

 

«Una produzione di Galatea sarebbe benvenuta», ha continuato Doyle, aggiungendo “ma dato che coloro che stanno dietro ad esso stanno già usando termini pseudo-religiosi anacronistici come “cisgender”, suggerisce che sarà una faccenda noiosa. Evidentemente credono che ciò che stanno facendo sia radicale, ma praticamente tutte le compagnie teatrali oggi sono ossessionate dall’identità e dal genere, e quindi è probabile che questa sia solo propaganda più conformista e insipida».

 

La deputata conservatrice Jane Stevenson, del comitato governativo per la cultura, i media e lo sport, ha dichiarato: «non sono sicura che ridurre Galatea a una celebrazione di tutte le cose woke, o accusare Shakespeare di essere pallido, maschio e stantio sia molto più di un clickbait culturale».

 

Non è la prima difficoltò che il Bardo si trova ora ad affrontare nel mondo moderno.

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«Le opere di Shakespeare sono state tradotte in 100 lingue e chiaramente risuonano ancora tra le persone di tutto il mondo. Amore, odio, ambizione, perdita, gelosia: tutte emozioni universali con cui tutti ancora ci identifichiamo», ha inoltre dichiarato la Stevenson.

 

Come riportato da Renovatio 21, diverse scuole della Florida nel 2023 hanno iniziato ad eliminare le opere scespiriane dai loro programmi di studio per paura di entrare in conflitto con una controversa nuova legge che vieta i libri con contenuti sessuali. Secondo alcuni, si tratterebbe di una manovra di gruppi di pressione LGBT che si oppongono fermamente alla legge emanata dal governatore Ron DeSantis, che di fatto ha fatto uscire dalle scuole dei bambini della Florida i contenuti omosessualisti

 

Come riportato da Renovatio 21, la situazione del teatro in Albione è così drammatica che esistono spettacoli esclusi ai bianchi.

 

Come riportato da Renovatio 21, la situazione dell’accademia in Albione è così drammatica che a Cambridge un ricercatore di storia dell’arte ha fatto una conferenza pubblica sul «corpo trans» di Gesù Cristo, e il rettore cantabrigense lo ha pure difeso nella polemica seguitane. Sempre nel prestigioso ateneo l’anno scorso è emerso che viene insegnato che gli anglosassoni non sono mai esistiti come gruppo etnico specifico.

 

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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