Razzismo
La Corte Suprema sudafricana stabilisce che la canzone «uccidi i Boeri» non è un discorso di odio
La Corte Suprema del Sud Africa ha stabilito che la canzone razzista «Kill the Boers» («uccidi i Boeri») non è incitamento all’odio.
La Divisione per l’uguaglianza della corte ha stabilito che la canzone, che celebra l’uccisione dei cittadini sudafricani di origine olandese è protetta dalla libertà di espressione.
Il testo della canzone, chiamata anche Dubul’ ibhunu («spara al boero» dice: «I codardi hanno paura / Spara ai boeri, spara, spara».
La canzone viene intonata alle manifestazioni del partito di sinistra Economic Freedom Fighters (EFF), un partito pan-africanista di estrema sinistra che che in precedenza ha sostenuto la violenza razziale contro i bianchi e contro le persone di origine indiana. L’EFF è stato fondato dal controverso ex capo dei giovani dell’ANC, il partito di Mandela.
L’EFF è attualmente il terzo partito in entrambi i rami del Parlamento sudafricano.
South Africa
Senekal october 15 2020
EFF singing Kill the boers! kill the farmers! pic.twitter.com/0whsiQhK1k— Eddy de Santi (@eddydesanti) October 16, 2020
Malema era già stato condannato nel 2011 per aver cantato «Shoot the Boer». Si era difeso poi dicendo che aveva invece detto «Kiss the Boer» («Bacia il boero»). La canzone ovviamente ora viene anche cantata con questo testo (Kiss invece che Kill), perfino in tribunale.
Apparently South African courts allow people to publicly incite violence. These soldiers are saying, “Kill Boers, kill farmers”. This is #progressive.
Civilised, moral people aren’t drawing the battle lines. pic.twitter.com/HxpYChMdV3
— Dave Pellowe 🇦🇺 (@DavePellowe) August 25, 2022
Secondo la Corte Suprema di Pretoria, AfriForum, un gruppo di difesa della popolazione della minoranza bianca del paese, non è riuscito a dimostrare che la canzone incitasse alla violenza contro i bianchi, nonostante i suoi testi invitino all’assassinio razzista dei cittadini di pelle chiara.
L’EFF ha affermato che AfriForum stava semplicemente cercando di far avanzare la «narrativa razzista» secondo cui c’è un «genocidio bianco» in corso nel Paese.
«Il tentativo dei razzisti di cancellare l’elemento culturale della lotta di liberazione in Sud Africa è miseramente fallito», ha affermato il portavoce dell’EFF Sinawo Thambo.
La realtà degli attacchi mortali a contadini bianchi e famiglie del dopo apartheid non è purtroppo più negabile. Fattorie assaltate, genitori e figli uccisi, magari con stupri e torture e mutilazioni incluse – più omicidi di contorno senza un vero perché.
Quest è la realtà delle farm in Sudafrica da anni. Non sorprende quindi, che i bianchi stiano scappando in massa dal Sudafrica post-apartheid.
Nel 2018, il portavoce nazionale dell’EFF aveva affermato che la ridistribuzione forzata della terra dagli agricoltori bianchi senza compenso è giustificata perché «non è davvero la loro terra».
Immagine di Gary van der Merwe via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)
Razzismo
Shakespeare ha reso il teatro «troppo bianco, maschilista, nazionalista, cisgender»: studio pagato dal governo britannico
Uno studio finanziato dal governo britannico per quasi un milione di sterline sostiene che Guglielmo Shakespeare, uno de delle più alte vette della letteratura della storia umana, è stato rappresentato in modo sproporzionato e ha permesso a «narrazioni maschili bianche, normodotate, eterosessuali e cisgender» di dominare il teatro.
Lo studio, condotto da accademici dell’Università di Roehampton, è stato finanziato dal Consiglio governativo per la ricerca sulle arti e le discipline umanistiche e sostiene essenzialmente che Shakespeare non è abbastanza diversificato.
Il quotidiano britannico Telegraph riferisce che il supervisore dello studio, Andy Kesson, lamenta che «la mascolinità e il nazionalismo sono stati fattori motivanti cruciali nell’ascesa di Shakespeare come arbitro della grandezza letteraria aggiungendo che «[dobbiamo] essere molto, molto più sospettosi» del posto di Shakespeare nel teatro contemporaneo».
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«A quanto pare non ci sono abbastanza migranti transgender queer disabili neri e marroni nelle opere di Shakespeare» commenta Modernity News.
Per contrastare la mancanza di diversità di Shakespeare, i ricercatori stanno mettendo in scena un’opera teatrale di John Lyly, un drammaturgo contemporaneo di Shakespeare. il quale tuttavia che non ebbe lo stesso successo.
I ricercatori affermano che l’opera di Lyly Galatea offre «un’esperienza demografica affermativa e intersezionale senza precedenti, che esplora le vite femministe, queer, transgender e dei migranti».
«Dato che sostanzialmente nessuna di queste cose esisteva quando l’opera è stata scritta» continua Modernity News, «chiunque sano di mente concluderebbe che non sono temi dell’opera, e invece sono stati introdotti con la forza dagli “accademici” ossessionati dal promuovere la loro agenda identitaria senza senso».
In risposta a questa totale sciocchezza, l’autore Lionel Shriver ha osservato che «ai tempi di Shakespeare, metà della popolazione europea era bianca e maschia. Non avevano bandiere arcobaleno. Essere disabile come Riccardo III era una questione di carattere più che di politica, e per loro fortuna nessuno aveva mai coniato l’abominio linguistico “cisgender”».
Lo Shriver ha inoltre sottolineato che «ancora pertinente perché i suoi temi sono senza tempo, Shakespeare sopravviverà anche a questa storpiatura dogmatica, e le sue opere continueranno a essere apprezzate molto tempo dopo che le rappresentazioni ‘intersezionali’ di oggi si saranno ridotte a una bizzarra nota comica nella storia del teatro».
Anche il comico e autore Andrew Doyle ha commentato: «c’è un’ottima ragione per cui Shakespeare viene rappresentato frequentemente e John Lyly a malapena. Shakespeare era di gran lunga il drammaturgo migliore. Ancora una volta, gli ideologi stanno riducendo la grande arte a meri meccanismi per la promozione di un’ideologia».
«Una produzione di Galatea sarebbe benvenuta», ha continuato Doyle, aggiungendo “ma dato che coloro che stanno dietro ad esso stanno già usando termini pseudo-religiosi anacronistici come “cisgender”, suggerisce che sarà una faccenda noiosa. Evidentemente credono che ciò che stanno facendo sia radicale, ma praticamente tutte le compagnie teatrali oggi sono ossessionate dall’identità e dal genere, e quindi è probabile che questa sia solo propaganda più conformista e insipida».
La deputata conservatrice Jane Stevenson, del comitato governativo per la cultura, i media e lo sport, ha dichiarato: «non sono sicura che ridurre Galatea a una celebrazione di tutte le cose woke, o accusare Shakespeare di essere pallido, maschio e stantio sia molto più di un clickbait culturale».
Non è la prima difficoltò che il Bardo si trova ora ad affrontare nel mondo moderno.
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«Le opere di Shakespeare sono state tradotte in 100 lingue e chiaramente risuonano ancora tra le persone di tutto il mondo. Amore, odio, ambizione, perdita, gelosia: tutte emozioni universali con cui tutti ancora ci identifichiamo», ha inoltre dichiarato la Stevenson.
Come riportato da Renovatio 21, diverse scuole della Florida nel 2023 hanno iniziato ad eliminare le opere scespiriane dai loro programmi di studio per paura di entrare in conflitto con una controversa nuova legge che vieta i libri con contenuti sessuali. Secondo alcuni, si tratterebbe di una manovra di gruppi di pressione LGBT che si oppongono fermamente alla legge emanata dal governatore Ron DeSantis, che di fatto ha fatto uscire dalle scuole dei bambini della Florida i contenuti omosessualisti
Come riportato da Renovatio 21, la situazione del teatro in Albione è così drammatica che esistono spettacoli esclusi ai bianchi.
Come riportato da Renovatio 21, la situazione dell’accademia in Albione è così drammatica che a Cambridge un ricercatore di storia dell’arte ha fatto una conferenza pubblica sul «corpo trans» di Gesù Cristo, e il rettore cantabrigense lo ha pure difeso nella polemica seguitane. Sempre nel prestigioso ateneo l’anno scorso è emerso che viene insegnato che gli anglosassoni non sono mai esistiti come gruppo etnico specifico.
Razzismo
I bianchi esclusi da un teatro di Londra
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Predazione degli organi
Miss Germania è una 39enne di origine iraniana pro-immigrazione. Ma c’era anche la miss con cuore trapiantato
La nuova Miss Germania si chiama Apameh Schönauer ed è di origini iraniane. Le fattezze levantine, non esattamente inquadrabili etnicamente come «tedesche», hanno provocato qualche malumore tra gli osservatori in rete, ed al contempo l’immancabile plauso dei media mainstream.
La nuova reginetta di bellezza tedesca è una madre 39enne che lavora come architetto. Secondo Euronews, «è appassionata dei diritti delle donne e aiuta i migranti ad assimilarsi alla vita in Germania».
«Anche lei è una migrante: nata in Iran, è immigrata in Germania con la sua famiglia quando aveva sei anni. Schönauer ha detto che i primi anni di vita in un paese straniero sono stati difficili: ha lottato per integrarsi a scuola e ha perso di vista chi era come persona».
Dies ist die neue Miss Germany!
Sie ist nicht hässlich, aber sicher nicht die schönste Frau im Land.
Wir lernen: Auch die Schönheit wird in Deutschland jetzt politisch definiert.
Sie soll genauso zerstört werden wie die Wahrheit und das Gute.
Es ist alles nur noch lächerlich! pic.twitter.com/kuL1HgdeqY— SIGGI (@SiegmundFrei) February 25, 2024
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Sul palco del concorso di bellezza, la donna persiana ha detto che vuole difendere le giovani donne come lei, che stanno affrontando le difficoltà di essere migranti in Germania.
«La sua organizzazione Shirzan (che significa “leonessa”) aiuta le donne oppresse, incoraggiandole a “condividere le loro storie e le loro esperienze, a ispirarsi e sostenersi a vicenda in modo che possano realizzare il loro pieno potenziale”» riporta Euronews, che ci assicura che «la vittoria di Schönauer è stata un passo significativo nella direzione più inclusiva che il concorso di Miss Germania ha preso dal 2019, allontanandosi dai concorsi di bellezza fisica e bikini verso una definizione di bellezza più complessa che si concentra sulla personalità e sulle azioni dei concorrenti».
Aber zumindest ist "Miss Germoney" auch politisch aktiv!😂👌#MissGermany pic.twitter.com/9RY1XhTqGY
— Tim Kellner (@TimKoffiziell) February 25, 2024
Vi sono state novità interessanti in questa edizione 2024: ad esempio, è stato cancellato il limite d’età, per cui in finale è finita anche una 42enne.
È stato quindi comunicato che una delle miss concorrenti viveva grazie al cuore di qualcun altro trapiantatole nel suo petto: ecco, oltre che all’immigrazione e al wokismo più trito, arriva anche la pubblicità alla predazione di organi. Trapianto per squartamento a cuor battente è bellezza. Farmaco antirigetto gettonato a Big Pharma per tutta la vita pure. Il messaggio è abbastanza chiaro.
In rete abbondano foto che, inclementi, la mostrano a fianco ad altre misse come Miss Universo Germania 2023 Helena Bleicher, che è bionda.
Miss Germany 2023 vs. Miss Germany 2024. pic.twitter.com/I4zwT3hUNZ
— RAMZPAUL (@ramzpaul) February 27, 2024
Links Miss Germany 2013, rechts Miss Germany 2024. Die Schönheitskriterien scheinen sich stark verändert zu haben.
Ein weiteres interessantes Detail: Miss Germany 2024 trägt nicht einmal eine Schärpe in den Nationalfarben, sondern in Schwarz. pic.twitter.com/Gk9X4Epbzs— Reisbürgerin 🇩🇪 🇯🇵 (@reisburgerin) February 25, 2024
Miss Germany 2024 vs Miss Germany 2015 pic.twitter.com/fivg3Wap1e
— Stan (@StanM3) February 25, 2024
'Miss Germany' 2024 is Iranian. "Since Schönauer is from Iran, her main mission is to help migrants integrate into society, which seems to have been a big hit with the judges." pic.twitter.com/yV4Rtq8yZm
— Way of the World (@wayotworld) February 27, 2024
Former (left) vs current (right) Miss Germany 🙄
Thoughts? pic.twitter.com/IZLiECRxGW
— Dr. Eli David (@DrEliDavid) February 27, 2024
Miss Germany vs. Miss Russia pic.twitter.com/Xwn3BMuCuj
— Georg Pazderski (@Georg_Pazderski) February 28, 2024
Pare esservi una guerra vera e propria contro i concorsi nazionali di bellezza.
Ci sono stati i casi, in Portogallo e Olanda, di reginette nazionali di bellezza transessuali – non solo nello sport, gli uomini rubano il podio alle donne anche ai concorsi di bellezza, con buona pace delle femministe.
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Come riportato da Renovatio 21, Miss Universo è controllata da una società gestita da un transessuale tailandese che ora avrebbe dichiarato bancarotta.
Vi era stato quindi un mese fa il caso di Miss Giappone, eletta poche settimane fa: in quello che è il Paese etnicamente più omogeneo del mondo (e con canoni di bellezza tradizionali abbastanza definiti) è stata dichiarata reginetta una ragazza ucraina. Dopo vari giorni di scandalo, la ragazza ha rinunziato al titolo, e l’organizzazione si è profondamente scusata per l’accaduto.
Torniamo, sempre, al pensiero del filosofo Augusto Del Noce sull’Italia come grande laboratorio politico che propone soluzioni e sviluppi con largo anticipo sul resto della civiltà: in Germania e in Giappone possono arrivarci ora, ma nel Bel Paese la prima miss colorata fu eletta nel 1996 – la domenicana Denny Mendez, che a differenza di tante ragazze di cui stiamo parlando ora era sul serio una fanciulla di beltà.
Citiamo il caso anche solo per rimettere, ancora una volta, un link alla canzone del gruppo lagunare Pitura Freska dedicata al fenomeno, Papa Nero, che tanto ci aiuta anche a comprendere come l’arrivo di Bergoglio, il pontefice gesuita (cioè, nero), fosse stato profetizzato da più fonti.
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Immagine screenshot da YouTube
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