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Il Congresso USA non estenderà la fecondazione in vitro per i militari. Ma i supersoldati geneticamente modificati sono dietro l’angolo

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Il prossimo National Defense Authorization Act (NDAA) non includerà i fondi per estendere la fecondazione in vitro (IVF) distruttiva per gli embrioni tra i membri dell’esercito statunitense, ha concordato il Congresso.

 

A marzo, il Dipartimento per gli Affari dei Veterani (VA) dell’amministrazione Biden aveva annunciato che «offrirà benefici di fecondazione in vitro ai veterani qualificati indipendentemente dallo stato civile» – comprese le persone single, gli omosessuali e gli individui con confusione di genere – e consentirà loro di utilizzare sperma, ovuli o embrioni di donatori, un’inversione delle vecchie regole che limitavano la IVF ai militari sposati il ​​cui servizio militare aveva portato a una condizione di salute che li rendeva sterili ma ancora in grado di produrre i propri ovuli o sperma.

 

Una manciata di repubblicani della Camera si era opposta all’epoca e, con una nuova maggioranza repubblicana destinata ad assumere il controllo del Congresso a gennaio, il mese scorso pubblicarono una lettera ai membri più importanti delle commissioni di entrambi i partiti, esortandoli a non includere alcuna disposizione che estendesse la IVF nei prossimi stanziamenti annuali per le forze armate, in particolare una disposizione approvata dalla Camera chiamata Sezione 701, definendola una «drammatica espansione della fecondazione in vitro che costerà ai contribuenti circa 1 miliardo di dollari all’anno».

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Nella lettera si sottolinea che la fecondazione in vitro resta «fortemente non regolamentata» e «senza linee guida etiche» negli Stati Uniti, ma fino ad oggi i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC, l’ente epidemiologico USA) non hanno risposto alle «domande fondamentali» dei legislatori sul settore.

 

Nel weekend, i legislatori hanno pubblicato un NDAA finale di 1.813 pagine che rappresenta un compromesso su numerosi punti tra entrambi i partiti e entrambe le camere del Congresso. Tra questi, non è stata adottata alcuna proposta per espandere la fecondazione in vitro nelle forze armate.

 

La senatrice democratica dello Stato di Washington Patty Murray ha espresso frustrazione per l’esito, ma si è consolata con il fatto che i democratici sono riusciti a escludere «ogni sorta di clausola dannosa che avrebbe limitato la possibilità delle donne in uniforme» di ottenere aborti.

 

Il processo di fecondazione in vitro è considerato da cattolici e altri cristiani come gravemente immorale, poiché comporta la creazione consapevole di decine di embrioni umani «in eccesso» che vengono poi uccisi. Inoltre, i bambini non ancora nati vengono trattati come merci da barattare. Infine, c’è il tema teologico non indifferente, per quanto ignorato, della separazione della sessualità dalla procreazione.

 

Si stima che più di un milione di embrioni siano congelati in deposito negli Stati Uniti dopo la fecondazione in vitro e che fino al 93% di tutti gli embrioni creati tramite IVF vengano infine distrutti: si tratta, quindi, di un’ecatombe con numeri ben superiori a quelli dell’aborto.

 

Con solo una manciata di eccezioni, la maggior parte dei repubblicani nazionali si è affrettata a dichiarare il proprio sostegno alla fecondazione in vitro dopo che una sentenza della Corte Suprema dell’Alabama secondo cui gli embrioni congelati erano qualificati come bambini in una causa per morte ingiusta ha spinto la questione sotto i riflettori nazionali, di fatto bloccando una grande parte della filiera della riproduzione artificiale.

 

A guidare la carica è stato il presidente di ritorno Donald Trump, che si è presentato come un «leader della fecondazione» e ha persino promesso di promulgare un nuovo diritto federale alla fecondazione in vitro, sia tramite sussidi diretti che tramite un mandato assicurativo.

 

Come riportato da Renovatio 21, la IVF ha un mercato che si aggira intorno ai 24 miliardi.

 

Programmi di preservazione criogenica dei gameti sono stati offerti in precedenza ai soldati USA, a cui viene quindi implicitamente promesso di poter avere in futuro figli in provetta qualora perdano le funzionalità genitali in battaglia.

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Questione mai esplorata da media, politici ed esperti, ma alla quale Renovatio 21 si è interessata è quella del piano incrinato tra IVF militare e cosiddetti «supersoldati»: se alle famiglie militari viene data l’opzione di fare in figli in laboratorio, perché non accettare delle «piccole» modifiche genetiche, di modo da farne dei soldati (o degli atleti, degli studenti, etc.) leggermente migliori?

 

In tale prospettiva, l’eugenetica non ha più il significato narcisista borghese che conosciamo («voglio un figlio perfetto»), ma è giustificabile in un’ottica di sentimento nazionale («voglio un figlio che possa servire al meglio la patria»).

 

Tuttavia, come noto, ciò era esattamente la base dell’eugenetica dei Lebensborn delle SS di Heinrich Himmler, a dimostrazione che il nazismo fu grande anticipatore della follia aberrante del mondo moderno.

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Eugenetica

«Pratiche eugenetiche discriminatorie»: allarme del bioeticista contro nuovo test sugli embrioni FIVET

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Un team di accademici ha sviluppato uno strumento che permette alle coppie che si sottopongono a fecondazione in vitro (FIVET) di scegliere quali embrioni impiantare, suscitando critiche da bioeticisti che temono possa condurre a una «società distopica». Lo riporta LifeSite.   Herasight, co-fondata dall’ex docente della Duke University Jonathan Anomaly, afferma che il suo prodotto è in grado di prevedere il rischio che un embrione sviluppi patologie come glaucoma o Alzheimer, offrendo ai genitori più informazioni sugli embrioni generati tramite FIVET.   La FIVET produce generalmente tra 15 e 19 ovociti, di cui circa sei raggiungono lo stadio di blastocisti entro una settimana dalla fecondazione. Secondo Reproductive Medicine Associates, le cliniche spesso eliminano gli embrioni considerati portatori di anomalie. Anomaly ha sottolineato che Herasight non impone scelte ai genitori, ma fornisce dati genetici per supportare le loro decisioni.   «C’è una grande differenza tra uccidere persone nelle camere a gas e, sai, dare alle persone informazioni sui loro embrioni», ha dichiarato Anomaly al sito The College Fix, respingendo paragoni con l’eugenetica, pur avendo precedentemente pubblicato un saggio intitolato «Difendere l’eugenetica», in cui descriveva il termine come «scelta informata».

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Anomaly ha chiarito che Herasight si distingue da aziende come Orchid Health, che promuovono lo screening embrionale come pratica universale. «Il nostro approccio è: se stai già facendo la FIVET e probabilmente ti sottoponi a qualche test, possiamo offrirti più informazioni», ha detto.   Il dottor Aaron Kheriaty, direttore del Programma di Bioetica, Tecnologia e Sviluppo Umano presso l’Ethics and Public Policy Center, ha criticato la pratica in un commento a The College Fix. In un recente documento per la Heritage Foundation, Kheriaty ha avvertito che gli strumenti di screening embrionale sono spesso presentati come soluzioni per malattie genetiche, ma non curano gli embrioni affetti, che vengono invece distrutti se identificati come portatori di rischi.   Kheriaty ha messo in guardia contro l’estensione dello screening genetico alla selezione di tratti come intelligenza, capacità fisiche o aspetto, che potrebbe portare a «pratiche eugenetiche discriminatorie».   La Chiesa cattolica ha sempre condannato la FIVET e la fecondazione artificiale come gravemente immorali. Nel 1949, Papa Pio XII dichiarò nel suo discorso ai medici cattolici a Roma per il quarto congresso internazionale che «la fecondazione artificiale nel matrimonio, ma prodotta mercé l’elemento attivo di un terzo, è del pari immorale e, come tale, va condannata senza appello».   La Chiesa insegna inoltre che la distruzione degli embrioni equivale alla soppressione di una vita umana innocente.   Per il momento, Herasight sostiene che il suo strumento mira esclusivamente a fornire informazioni ai genitori già impegnati in un percorso di FIVET.   Come riportato da Renovatio 21, oltre alla soppressione massiva di embrioni su matrice eugenetica, la fecondazione in vitro produce il fenomeno, sempre più diffuso ma di cui nessuno ha il coraggio di parlare, delle chimere umane.   Con la compresenza di embrioni, tipica della IVF, uno degli embrioni può venire assorbito dall’altro, continuando tuttavia a svilupparsi, talvolta andando addirittura a sostituire gli organi dell’organismo ospite: vi sono quindi al mondo individui dotati di più DNA, e per questo chiamati nel gergo della biologia «chimere».

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Quindi, si hanno individui i cui organi sono in realtà dei «fratelli» chimerici – perfino gli organi sessuali, con casi allucinanti, ma già ben documentati, di persone cui tolgono i figli quando risultano non geneticamente loro, ma di fratelli e sorelle che non esistono, cioè esistono, ma dentro il loro stesso corpo.   A volte i «gemelli» continuano a crescere dentro l’organismo ospite producendo dentro le carni tessuti come capelli, occhi, etc.   Cosa poco nota, ma logica, le chimere umane sono in aumento a causa degli impianti multipli previsti dalla riproduzione artificiale: i medici inseriscono nella donna più embrioni sperando che qualcuno attecchisca. Si hanno così più parti gemellari e plurigemellari ma anche, fenomeno non sempre rilevato, casi di chimerismo.   La provetta non solo uccide milioni di embrioni ogni anno (decine e decine per ciclo, a seconda del Paese e del medico): buttati nell’azoto liquido in attesa di chissà cosa, scartati, gettati via perché «non funzionali», impiantati e morti in utero.

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Eugenetica

Provetta e Intelligenza Artificiale, il mondo nuovo è alle porte

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L’esperto americano di bioetica Charles Camosy, Ph.D., avverte che la combinazione di Intelligenza Artificiale (IA) e fecondazione in vitro (FIV) potrebbe portare alla selezione di massa degli embrioni, creando una «casta biologica». Denuncia il «neopaganesimo consumistico» nella medicina riproduttiva e chiede una resistenza cristiana.

 

In un articolo pubblicato dal Catholic Herald, il bioeticista sottolinea «i rapidi progressi nella tecnologia dell’intelligenza artificiale, uniti alla sua applicazione alla fecondazione in vitro», che a suo avviso potrebbero «portare a una situazione distopica» attraverso l’uso di migliaia di embrioni «in un singolo ciclo di trattamento».

 

Il professor Camosy la vede come una forma moderna di infanticidio influenzata «dalla rinascita di pratiche culturali pagane precristiane». Egli sottolinea che «i pagani greci e romani non avevano scrupoli a disumanizzare i neonati e non vedevano alcun problema nel decidere quali bambini dovessero vivere e quali dovessero morire, in base ai propri bisogni e desideri».

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Questa visione è tornata di moda anche oggi: «manipola in modo sconsiderato il potere di vita e di morte sui bambini, secondo i desideri dei genitori». Ma «oggi lo fa in un modo molto più sofisticato e su scala potenzialmente industriale», consentendo una selezione basata sull’intelligenza e su altre caratteristiche.

 

Questo atteggiamento «si allontana sempre più dall’antropologia cristiana» e non consente più di comprendere la vera dignità umana. Così, le pratiche riproduttive occidentali «non si concentrano sull’accettazione incondizionata dei figli come dono di Dio, (…) ma sui desideri del cliente per un prodotto acquistato come qualsiasi altro sul mercato».

 

Sottolinea come le aziende emergenti nel campo delle tecnologie riproduttive, come Orchid e Nucleus, abbiano «sviluppato nuove tecnologie che, a loro dire, possono aiutare i clienti a essere ancora più selettivi riguardo a quali bambini accogliere in una famiglia e quali rifiutare».

 

Noor Siddiqui, CEO di Orchid, non ha nascosto il tipo di cambiamenti culturali annunciati dalla sua azienda. In un video condiviso su X, afferma che «il sesso è per divertimento e lo screening degli embrioni serve per avere figli. Sarebbe folle non sottoporsi a screening per queste cose».

 

Secondo Ross Douhat, editorialista del New York Times che ha intervistato la signora Siddiqui, «presto saremo in grado di indurre praticamente qualsiasi cellula somatica a trasformarsi in un ovulo o in uno spermatozoo, consentendo a un singolo ciclo di fecondazione in vitro di produrre non 15 embrioni, ma 15.000».

 

«E, supponendo che aziende come Orchid e Nucleus continuino a esistere, useranno senza dubbio le tecnologie di intelligenza artificiale per setacciare questo set molto più ampio, sceglierne una o due che funzionano per loro e scartare il resto», conclude.

 

Charles Camosy vi vede – senza però nominare quest’opera – l’avvento de Il mondo nuovo, la celebre distopia di Aldous Huxley. Camosy ritiene infatti che una delle conseguenze di questa evoluzione sarà il peggioramento delle «disuguaglianze sociali nella nostra società» a causa dei «vantaggi biologici di cui godranno i bambini nati nei ranghi più alti della scala sociale».

 

E continua: «la classe (definita dalla posizione nel processo di produzione sociale) sarà rafforzata da nuove condizioni di casta biologica, dando origine a una nuova biopolitica: avere un figlio con una disabilità o con un corpo meno scolpito condannerà le persone a caste inferiori».

 

«In seguito, quando queste pratiche diventeranno meno costose e più accessibili, sarà probabilmente esercitata una sorta di leggera pressione su tutti i genitori affinché ottimizzino i propri figli (le assicurazioni potrebbero rifiutarsi di coprire i costi dei figli non ottimizzati). Avere figli alla vecchia maniera sarà appannaggio di pochi fanatici religiosi “pazzi”».

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Il mondo nuovo

Questa è una replica esatta di quanto predetto da Aldous Huxley nel suo romanzo futuristico del 1931. Nel 1958, l’autore tornò su questo tema nel saggio Il mondo nuovo, dove osservò che il mondo stava iniziando ad assomigliare alla sua distopia, vecchia di oltre un quarto di secolo. Ammise in un’intervista che le cose si stavano muovendo molto più velocemente di quanto avesse mai immaginato.

 

Ma è anche l’affermazione sempre più pressante dell’eugenetica a costituire la base del pensiero non cattolico in tutte le epoche. Questa eugenetica emerse negli ambienti pagani, come sottolinea Charles Camosy; scomparve poi sotto l’influenza del cattolicesimo, per riapparire nei paesi protestanti a partire dal XVIII secolo.

 

Questa eugenetica riacquistò gradualmente una posizione dominante sotto l’influenza delle teorie di Charles Darwin e del cugino Francis Galton, nonché del malthusianesimo.

 

L’eugenetica è attualmente la filosofia e la pratica degli ambienti medici che operano nel campo della riproduzione. (…)

 

L’unico modo per opporsi a questa presa di possesso della vita come «materia da gestire» (dottor Pierre Simon), resta la dottrina cattolica, concepita nella sua interezza e senza concessioni.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News.

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Contraccezione

La Danimarca chiede scusa ai groenlandesi per l’esperimento sulla contraccezione

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Il primo ministro danese Mette Frederiksen ha presentato le sue scuse per una campagna di contraccezione forzata volta a regolare il tasso di natalità in Groenlandia.   Il controverso programma ha visto migliaia di giovani donne e ragazze groenlandesi sottoporsi a dispositivi intrauterini (o IUD, chiamata talvolta anche «spirale»), spesso a loro insaputa o senza il loro consenso.   La pratica ebbe luogo principalmente negli anni Sessanta e Settanta, quando il sistema sanitario della Groenlandia era ancora sotto il controllo danese, e rimase in gran parte sconosciuta fino al 2022. Quell’anno, il podcast Spiralkampagnen (La campagna a spirale) della Danish Broadcasting Corporation scoprì registrazioni che mostravano che fino a 4.500 donne e ragazze avevano ricevuto l’inserimento di IUD senza consenso informato.

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Alcune donne hanno ricevuto i dispositivi dopo il parto senza che nessuno glielo dicesse, mentre in altri casi la barriera linguistica avrebbe impedito loro di comprendere la procedura. Le rivelazioni hanno suscitato indignazione pubblica e rinnovato appello alla responsabilità.   «Riconosciamo che questa spirale di casi è fonte di rabbia e dolore per molti groenlandesi e per molte famiglie in Groenlandia», ha dichiarato la Frederiksen mercoledì. «Non possiamo cambiare ciò che è accaduto. Ma possiamo assumerci la responsabilità. Pertanto, a nome della Danimarca, vorrei dire: mi dispiace».   Il primo ministro ha fatto riferimento alle «ragazze e alle donne che sono state sottoposte a discriminazione sistematica» semplicemente perché «sono groenlandesi», scusandosi «per il danno fisico e psicologico che hanno subito, per essere state deluse».   La Frederiksen ha promesso che le discussioni con il governo della Groenlandia proseguiranno dopo la pubblicazione di un’indagine completa, comprese le questioni relative a un possibile risarcimento finanziario per le donne coinvolte.   È in corso un’indagine indipendente sullo scandalo, i cui risultati dovrebbero essere pubblicati nel settembre 2025.   Nel 2024, un gruppo di 143 donne, ora tra i 70 e gli 80 anni, ha intentato una causa contro il ministero dell’Interno e della Salute danese per le procedure di contraccezione forzata. Secondo il loro avvocato, chiedono un risarcimento complessivo di quasi 43 milioni di corone (circa 5,41 milioni di euro).   Come riportato da Renovatio 21, le donne groenlandesi chiedono un risarcimento per la contraccezione forzata da anni.   Nel 2022 la Danimarca ha presentato pubbliche scuse alle vittime di un esperimento degli anni Cinquanta in cui dei bambini della Groenlandia furono portati in Danimarca.

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Non si pensi che questo pentimento, che ascriviamo alla coda lunga del politicamente corretto con il suo piagnisteo etnico, nasconda una qualche comprensione dell’orrore della Necrocultura: l’anno scorso Copenhagen ha programmato di consentire l’aborto alle 15enni anche senza il consenso dei genitori.   Come riportato da Renovatio 21, negli anni Cinquanta la Danimarca fu teatro anche di un inquietante esperimento pediatrico sostenuto dalla CIA che avrebbe violato il codice di Norimberga del 1947. Diverse centinaia di orfani danesi sono stati inconsapevolmente utilizzati in esperimenti volti a indagare un legame tra ereditarietà e ambiente nello sviluppo della schizofrenia.   Il regista di documentari Per Wennick, che ha partecipato a questi esperimenti da bambino, ha ricordato nel suo film The Search for Myself di essere stato messo su una sedia, di essersi messo degli elettrodi su braccia, gambe e petto intorno al cuore e di aver dovuto ascoltare rumori forti e striduli. Il test aveva lo scopo di rivelare se il bambino aveva tratti psicopatici.  

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