Connettiti con Renovato 21

Bioetica

Sofia Vergara vince in tribunale il diritto alla distruzione dei suoi embrioni congelati

Pubblicato

il

 

 

 

Un tribunale di Los Angeles si è pronunciato a favore dell’attrice colombiano-americana Sofia Vergara nella sua battaglia giudiziaria in corso con l’ex fidanzato Nick Loeb per i diritti di custodia dei embrioni congelati che la coppia aveva prodotto insieme.

 

La Vergara, 48 anni, e Loeb, 45 anni, hanno concluso il loro fidanzamento nel maggio 2014 dopo essersi sottoposti insieme alla fecondazione in vitro l’anno precedente.

Nel 2017, la Vergara ha depositato documenti legali in California sperando di impedire a Loeb di utilizzare, senza il suo consenso scritto, gli embrioni congelati che hanno creato in provetta

 

Nel 2017, la Vergara ha depositato documenti legali in California sperando di impedire a Loeb di utilizzare, senza il suo consenso scritto, gli embrioni congelati che hanno creato in provetta presso l’ART Reproductive Center di Beverly Hills quando erano ancora insieme nel 2013.

 

Il tribunale si è schierato con Vergara, accontentando la sua richiesta di ingiunzione permanente e impedendo a Loeb di utilizzare gli embrioni congelati «per creare [sic] un bambino senza l’esplicito permesso scritto dell’altra persona», secondo i documenti del tribunale ottenuti dal rotocalco People.

 

Loeb ha dichiarato che il giudice «è stato chiaramente influenzato da Hollywood». «È triste che Sofia, una devota cattolica, crei intenzionalmente bambini solo per ucciderli» dice la dichiarazione.

 

Secondo alcune stime, sarebbero più di un milione gli embrioni congelati in azoto liquido in USA. Una quantità massiva è ora crioconservata anche in Cina

Secondo il verbale del tribunale, Loeb e Vergara avevano precedentemente firmato un documento presso la clinica della fertilità dove concordavano  che entrambe le parti dovevano essere d’accordo per fare qualsiasi cosa con gli embrioni. Loeb in precedenza aveva sostenuto di aver firmato questo modulo sotto «costrizione», ma il giudice ha ritenuto che il modulo firmato non sia comunque annullabile.

 

Inoltre, ha scoperto che non vi è alcun «fatto materiale» a sostegno della sua precedente affermazione secondo cui lui e Vergara avevano un «accordo orale» che gli avrebbe consentito di impiantare gli embrioni in una madre surrogata per nascere.

 

Oltre alla loro battaglia legale in California, Loeb ha continuato il suo tentativo di ottenere la custodia degli embrioni in Louisiana, creando un trust nello stato per conferire agli embrioni uno status legale.

 

I crioconservati stanno in una sorta di limbo legale, teologico, filosofico: essi non sono né vivi né morti, una condizione sconosciuta alla materia vivente prima d’ora

Questo caso è stato archiviato a gennaio quando il tribunale della Louisiana si è schierato con la Vergara, sostenendo l’archiviazione di una causa che cercava di ottenere la custodia degli embrioni. A quel tempo, un avvocato di Loeb disse che avrebbero presentato ricorso alla Corte Suprema della Louisiana.

 

Secondo alcune stime, sarebbero più di un milione gli embrioni congelati in azoto liquido in USA. Come riportato da Renovatio 21, una quantità massiva di embrioni umani è crioconservata anche in Cina, un altro Paese che come l’America ha spalancato le braccia alla riproduzione artificiale.

 

Lo status di questi esseri sotto ghiaccio è enigmatico e tremendo. Da un punto di vista legale, vivono in quel limbo di cui le cause tra la Vergara e Loeb hanno discusso. Ma anche da un punto di vista teologico – perfino filosofico –si tratta di una sorta di limbo: essi non sono né vivi né morti, una condizione sconosciuta alla materia vivente prima d’ora. (O conosciuta, qualcuno potrebbe dire, solo ai virus).

 

In pratica, per ogni bambino artificiale venuto dall’azoto liquido, abbiamo decine se non centinaia di suoi fratellini morti

La Chiesa cattolica non ha affrontato con decisioni il problema, se non con sparate indegne come quella, ripetuta anche in Parlamento oltre che da movimenti sedicenti pro-vita, dell’«adozione» dei crioconservati, ossia del loro impianto nel grembo di qualche generosa madre sintetica. Come sempre, viene omesso il dato più mostruoso di tutta la questione: un numero immane di embrioni vengono prodotti, scartati, distrutti durante il processo di fecondazione in provetta, un’altissima percentuale non sopravvive al congelamento, un’altra porzione ancora non sopravvive all’impianto, né alla gestazione.

 

In pratica, per ogni bambino artificiale venuto dall’azoto liquido, abbiamo decine se non centinaia di suoi fratellini morti – esseri con un DNA definito come lo ha  chi sta leggendo queste righe, e – per i fedeli – come lo aveva il Signore che è stato concepito nel grembo di una Donna.  Et incarnatus est de spiritu sancto ex Maria Virgine.

 

Anche questo piccolo dettaglio da Hollywood ci fa capire la profondità del lavoro della Necrocultura: c’è una guerra in corso non solo contro la Famiglia, la morale, etc.

 

C’è una guerra in corso contro l’Incarnazione.

C’è una guerra in corso contro l’Incarnazione

 

Da che parte sta il lettore?

 

 

 

 

 

 

 

 

Continua a leggere

Bioetica

Polonia, l’aborto avanza in Parlamento

Pubblicato

il

Da

Il 12 aprile 2024, i parlamentari polacchi hanno votato a favore di quattro progetti di legge volti a generalizzare l’accesso delle donne all’aborto nel paese. Fatto senza precedenti in quasi trent’anni, ma che non dovrebbe cambiare radicalmente la situazione a breve termine, perché una modifica della legge in questa direzione si scontrerebbe con il veto presidenziale del conservatore Andrzej Duda.

 

«Lo Stato deve fare tutto affinché l’aborto sia accessibile, legale, praticato in condizioni adeguate, senza pericoli». I commenti espressi l’11 aprile 2024 da Katarzyna Kotula non hanno mancato di offendere più di un cattolico polacco, poiché erano inimmaginabili anche un anno fa.

 

Tuttavia, è dalla piattaforma della Dieta – la camera bassa del parlamento polacco – che il ministro dell’Uguaglianza presenta il disegno di legge portato avanti dalla Coalizione Civica del primo ministro Donald Tusk, volto a liberalizzare l’accesso all’aborto fino a dodici settimane di gravidanza.

 

Per essere più precisi, quattro testi sono stati presentati da componenti della coalizione filoeuropea arrivata al potere in seguito alle elezioni del 15 ottobre 2023, dopo otto anni di governo del partito nazionalista Diritto e Giustizia (PiS).

 

La Sinistra Unita ha presentato i primi due progetti che prevedono, da un lato, la depenalizzazione dell’aborto assistito, e dall’altro la legalizzazione completa dell’aborto, senza ostacoli, fino alla dodicesima settimana di gravidanza.

Sostieni Renovatio 21

Il terzo progetto viene dal partito politico del primo ministro Donald Tusk, e chiede anch’esso la legalizzazione fino alla dodicesima settimana, con diverse riserve rispetto al testo della Sinistra Unita.

 

Il quarto testo, presentato dalla Terza Via, un’alleanza del partito contadino conservatore PSL e del movimento cristiano-democratico Polonia 2050 del presidente della Dieta, Szymon Holownia, chiede il ritorno allo status quo in vigore tra il 1993 e il 2020. L’IVG era possibile in tre casi: malformazione del feto, pericolo per la vita o la salute della madre, stupro o incesto.

 

Il partito della Terza Via è anche favorevole all’indizione di un referendum su un’eventuale legalizzazione più ampia dell’aborto, un ricorso al voto popolare sorprendentemente criticato dalle organizzazioni femministe – che però hanno sulle labbra solo le parole di «democrazia» e «libertà» – e per una buona ragione.

 

Secondo un sondaggio effettuato poco prima del voto in Parlamento da IPSOS, la società polacca appare divisa sulla questione. Il 35% delle intervistate vuole avere accesso all’aborto fino alla dodicesima settimana di gravidanza; Il 21% è favorevole al ripristino di questo diritto in caso di malformazione fetale; Il 23% vuole un referendum e il 14% si ritiene soddisfatto dell’attuale stato della legislazione nel Paese. Una prova, se fosse necessaria, che la secolarizzazione avanza a passi da gigante sulle rive della Vistola.

 

Tuttavia, il campo progressista non rivendica la vittoria: «abbiamo motivi di soddisfazione, tuttavia molto moderati e cauti», ha dichiarato Donald Tusk dopo il voto alla Dieta del 12 aprile. Perché la liberalizzazione dell’aborto in Polonia non è per domani: resta da convocare la Commissione parlamentare speciale che dovrà essere incaricata di adottare un disegno di legge da sottoporre in seconda lettura.

 

Probabilmente il futuro testo dovrà essere corretto in senso meno liberale per conquistare la maggioranza del parlamento polacco e, se così fosse, il capo dello Stato potrebbe porre il veto. Andrzej Duda – affiliato al PiS – dovrebbe normalmente rimanere al potere fino al 2025: abbastanza per dare ai conservatori polacchi qualche mese di tregua per organizzare la difesa del diritto alla vita.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

Continua a leggere

Bioetica

Bioeticiste contro la genitorialità genetica: «usare liberamente gli embrioni congelati»

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.   Alcuni bioeticisti mettono in dubbio l’importanza di una relazione genetica tra genitori e figli. Ciò che conta, sostengono, è un ambiente familiare favorevole, non i geni.    Nel Journal of Medical Ethics, una bioeticista svedese, Daniela Cutas, e una collega norvegese, Anna Smajdor, affermano che la riproduzione assistita apre le porte a nuove relazioni tra generazioni. Ma, purtroppo, l’aspettativa è che le persone imitino una famiglia nucleare convenzionale e una struttura genitore-figlio. C’è pochissima varietà o creatività.   Ad esempio, dopo la donazione di sperma postumo, una madre o una nonna portano in grembo il bambino in modo da mantenere una relazione genetica. Ma perché la genitorialità genetica e quella sociale dovrebbero coincidere?   Cutas e Smajdor sono realiste. Nel mondo di oggi, è improbabile che le persone abbandonino il loro attaccamento alle relazioni genetiche. Nel frattempo, ciò che propongono è una maggiore creatività nell’uso degli embrioni fecondati in eccedenza.    «Considerando la crescente prevalenza di infertilità in combinazione con una scarsità di gameti donati, qualcuno potrebbe, ad esempio, scegliere di utilizzare gli embrioni di propri zii. Oppure potrebbero desiderare di avere gli embrioni rimanenti dei loro fratelli. Se la preferenza delle persone ad avere una prole geneticamente imparentata è importante nei servizi di fertilità, allora ha importanza quale sia l’esatta relazione genetica?»   Esaminano più in dettaglio il caso di una donna i cui genitori hanno creato embrioni IVF. Se sono ancora disponibili, perché non dovrebbe dare alla luce i suoi fratelli? In un certo senso, questo potrebbe essere migliore di una relazione eterosessuale convenzionale:   «Innanzitutto perché gli embrioni sono già creati: non è necessario sottoporsi alla stimolazione ovarica per raccogliere e fecondare gli ovociti. In secondo luogo, le relazioni genitore-figlio sono piene di tensioni, alcune delle quali derivano da una lunga tradizione di non riconoscimento completo dello status morale dei bambini e di vederli come parte dei loro genitori in modo quasi proprietario».   Sembra un peccato sprecare tutti quegli embrioni congelati. Concludono con questo pensiero:   «In un mondo in cui i tassi di infertilità sono in aumento e i costi sociali, medici e sanitari dei trattamenti per la fertilità sono elevati, suggeriamo che ci siano motivi per ampliare le nostre prospettive su chi dovrebbe avere accesso ai materiali riproduttivi conservati».   Michael Cook   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.    
Continua a leggere

Bioetica

Approvato il progetto di inclusione dell’aborto nella Carta europea

Pubblicato

il

Da

Mercoledì 11 aprile 2024 gli eurodeputati hanno adottato, con 336 voti favorevoli, 163 contrari e 39 astensioni, una risoluzione che chiede l’inclusione dell’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che stabilisce “diritti, libertà e principi riconosciuti” negli Stati membri.

 

La risoluzione, promossa dai liberaldemocratici (Renew), dai socialdemocratici (S&D) e dalla sinistra, afferma che «controllare la propria vita riproduttiva e decidere se, quando e come avere figli è essenziale per la piena realizzazione dei diritti umani per le donne, le ragazze e tutte coloro che possono rimanere incinte».

 

I promotori hanno motivato la loro posizione con documenti delle Nazioni Unite che invitano a mantenere la «decisione individuale di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza».

 

La mozione cita anche la decisione della Francia di includere l’aborto nella Costituzione come esempio da seguire, sostenendo la «necessità di una risposta europea al declino dell’uguaglianza tra uomini e donne».

 

Minaccia ai gruppi pro-vita

I deputati sono preoccupati anche per «l’aumento dei finanziamenti ai gruppi contrari all’uguaglianza di genere e all’aborto» in tutto il mondo e nell’UE. Chiedono alla Commissione di garantire che le organizzazioni che «lavorano contro l’uguaglianza di genere e i diritti delle donne» non ricevano finanziamenti dall’UE.

 

Il testo insiste affinché gli Stati membri e le amministrazioni aumentino la spesa per programmi e servizi sanitari e di pianificazione familiare.

Sostieni Renovatio 21

Contro gli «agenti religiosi ultraconservatori»

La mozione adottata parla ancora di «forze regressive e attori religiosi ultraconservatori e di estrema destra» che «stanno cercando di annullare decenni di progressi nel campo dei diritti umani e di imporre una visione del mondo dannosa sui ruoli degli uomini e delle donne nelle famiglie e nella vita pubblica».

 

Il testo adottato dal Parlamento europeo critica alcuni Stati membri: Polonia, Malta, Slovacchia e Ungheria, le cui politiche sull’aborto sono più conservatrici della maggior parte degli altri. Esorta i governi europei a «rendere obbligatori i metodi e le procedure di aborto nel curriculum dei medici e degli studenti di medicina».

 

Nel 2022, il Parlamento Europeo aveva già adottato una risoluzione a favore dell’aborto, che condannava la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di abolire Roe vs Wade.

 

Una risoluzione che, si spera, non dovrebbe essere adottata

Questa risoluzione chiede solo una modifica alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, senza avere il potere di apportare tale modifica. La risoluzione adottata propone che l’articolo 3.2a sia modificato come segue:

 

«Tutte le persone hanno diritto all’autonomia corporea, all’accesso libero, informato, pieno e universale alla salute e ai diritti sessuali e riproduttivi e a tutti i servizi sanitari correlati senza discriminazioni, compreso l’accesso all’aborto sicuro e legale».

 

Per apportare una modifica alla Carta dei diritti fondamentali sarebbe necessaria l’approvazione unanime dei 27 Stati membri. Alcuni Paesi in cui la vita dei bambini non ancora nati è meglio tutelata – Malta, Ungheria e Polonia – non dovrebbero, al momento, dare il loro consenso.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Continua a leggere

Più popolari