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IVF

Trump afferma che la copertura assicurativa della fecondazione in vitro sarà «obbligatoria»

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I costi della fecondazione in vitro (IVF) che distrugge gli embrioni saranno coperti dal governo o dall’assicurazione se il presidente Donald Trump verrà eletto, ha annunciato ieri il candidato repubblicano.

 

«Oggi annuncio in una dichiarazione importante che sotto l’amministrazione Trump, il vostro governo pagherà, o la vostra compagnia assicurativa sarà obbligata a pagare, tutti i costi associati al trattamento di fecondazione in vitro, alla fecondazione per le donne», ha detto Trump in un discorso a Potterville, Michigan. «Perché vogliamo più bambini, per dirla in modo molto carino», ha aggiunto Trump.

 

Il candidato presidente anche affermato che i genitori potranno dedurre dalle tasse «le spese più importanti per il neonato», annunciando ingenuamente entrambe le proposte come una visione «pro-famiglia» e a sostegno delle «famiglie lavoratrici».

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«I trattamenti di fecondazione in vitro sono costosi, è molto difficile per molte persone praticarli e ottenerli, ma sono stato a favore della fecondazione in vitro fin dall’inizio» ha dichiarato Donald.

 

Lo stesso giorno in cui ha rilasciato le sue dichiarazioni «pro-famiglia», Trump ha affermato di credere che i bambini non dovrebbero essere protetti dall’aborto a sei settimane.

 

A Trump, residente in Florida, è stato chiesto come avrebbe votato su una proposta di legge per legalizzare l’aborto durante tutti i nove mesi di gravidanza. La legge della Florida attualmente protegge i bambini quando è possibile rilevare un battito cardiaco, ovvero circa sei settimane. «Beh, penso che le sei settimane siano troppo corte, devono essere più lunghe, e quindi ho detto loro che voglio più settimane», ha detto. Incalzato sulla sua posizione, ha detto «Voterò che abbiamo bisogno di più di sei settimane».

 

In seguito Trump ha dichiarato di essere stato frainteso e che avrebbe votato no.

 

Trump ha fatto una dichiarazione simile a sostegno della fecondazione in vitro più tardi quel giorno a un evento pubblico a La Crosse, Wisconsin, con l’ex deputata democratica Tulsi Gabbard, che ha rivelato di aver provato la fecondazione in vitro col marito, anche se senza successo. L’ex deputata hawaiana ha recentemente sostenuto Trump e farà parte del suo team di transizione se eletta.

 

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Molte voci cattoliche si sono subito affrettati a condannare le dichiarazioni di Trump. Il direttore di LifeSiteNews John-Henry Westen ha definito l’annuncio «straziante» osservando, che l’obbligo assicurativo solleverà preoccupazioni sulla libertà religiosa, poiché i cristiani, anche non cattolici, si oppongono in maniera sempre più massiccia alla IVF. Lo ha paragonato agli obblighi per le aziende in fatto di copertura della contraccezione e dell’aborto del presidente Barack Obama, che ha portato a diversi casi alla Corte Suprema.

 

«La fecondazione in vitro è una misura che costa la vita a milioni di bambini, sì, li uccide», ha detto Westen. «È orribile. Stiamo uccidendo di nuovo i bambini». «Questo è contro la legge di Dio», che «ha istituito l’atto sessuale in modo che ogni bambino potesse essere concepito nell’unione amorevole di un marito e una moglie. Questo pone fine a tutto questo».

 

Anche un coro di altre voci conservatrici ha criticato il piano anti-vita del presidente Trump.

 

«I due più grandi gruppi religiosi negli Stati Uniti, cattolici e battisti del sud, si oppongono formalmente alla fecondazione in vitro”, ha scritto il commentatore del Catholic Daily Wire Michael Knowles su X. «Anche molti altri americani la rifiutano come immorale. Sembra poco saggio per una campagna politica imporre a così tanti probabili elettori di sostenere qualcosa che considerano gravemente malvagio».

 

«In pratica, la maggior parte delle persone create tramite fecondazione in vitro vengono distrutte o congelate indefinitamente», ha scritto anche ieri sera. «Inoltre, la fecondazione in vitro stabilisce il dominio della tecnologia sull’origine e il destino della vita umana, afferma un perverso ‘diritto’ a un bambino e separa l’unitivo dal procreativo», il Knowles.

 

«Noi cattolici siamo al 100% contrari al fatto che Trump prenda i nostri soldi dei contribuenti per finanziare le procedure di fecondazione in vitro!» ha scritto il podcasterro cattolico Taylor Marshall su X. «Qualcuno dica a Trump che questo è sbagliato. I cattolici (e molti protestanti) non lo sosterranno. Estremamente deludente», ha detto il commentatore e membro di Catholics for Trump durante le elezioni presidenziali del 2020.

 

La fondatrice del gruppo antiabortista Live Action, Lila Rose, ha pure lei paragonato l’obbligo di fecondazione in vitro all’obbligo di copertura della contraccezione del presidente Barack Obama. «Solo il 7% degli embrioni creati tramite fecondazione in vitro darà origine a una nascita viva, il restante 93% viene congelato a tempo indeterminato, abortito o abortito», ha scritto su X. «Oltre 1 milione di embrioni umani sono già congelati da queste procedure di fecondazione in vitro. In che modo questo è moralmente diverso dall’obbligo di contraccezione sotto Obama?»

 

«Trump è ora alla sinistra di Harris e più radicalmente schierato contro l’insegnamento cattolico su questa questione», ha scritto il cattolico e editorialista del Washington Examiner Tim Carney.

 

Sebbene la fecondazione in vitro possa sembrare pro-famiglia perché può portare alla nascita di un bambino, in realtà separa il sesso dalla procreazione e porta alla morte di milioni di bambini embrionali umani.

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«L’industria della fecondazione in vitro è mortale tanto quanto quell’altra industria nota per uccidere chirurgicamente e chimicamente i bambini non ancora nati», ha concluso un’analisi dell’American Life League. Dwain Currier ha concluso nel suo rapporto che 2 milioni di bambini embrionali umani vengono uccisi tramite fecondazione in vitro ogni anno negli Stati Uniti, rispetto a circa 1 milione di bambini uccisi tramite aborto.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’industria statunitense dell’IVF sta vivendo una battuta d’arresto significativa dovuta ad una sentenza della Corte Suprema dell’Alabama, che ha dichiarato che gli embrioni prodotti sono bambini, cioè persone. Tutto ciò avviene nel contesto del ribaltamento da parte della Corte Suprema USA, nel 2022, della sentenza che rendeva l’aborto come un «diritto federale» Roe v. Wade.

 

Molti lamentano il fatto che Trump non ha, con evidenza, un suggeritore all’altezza riguardo questa questione – con il rischio, concreto, di alienare masse cristiane, naturaliter entusiaste di Trump, spingendole ad un non voto che potrebbe essere esiziale per la campagna.

 

Ci permettiamo di fare una chiosa metafisica: ci pare ogni giorno più ovvio che Trump è stato, ed è strumento, di qualcosa che egli stesso non riesce a comprendere. Perché l’unico vero avanzamento riguardo alla lotta per la Vita visto durante la nostra esistenza, cioè la sentenza della Corte Suprema Dobbs v. Jackson, è arrivato grazie a lui. Così come, da credenti, ci pare impossibile che sia uscito illeso da un attentato che non ha piazzato una pallottola nel suo cervello in mondovisione per qualche millimetro soltanto.

 

Aspettiamo di vedere. La storia non è finita: e al centro, volente e nolente, c’è ora Donald Trump.

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Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0
 

 

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IVF

Truffatrice di surrogata e fecondazione in vitro rischia 20 anni di carcere: ha rubato 400 mila dollari ai «clienti»

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Una donna che ha rubato centinaia di migliaia di dollari ai clienti ai quali aveva promesso servizi di maternità surrogata si è dichiarata colpevole di frode. Lo riporta Live Action.   L’anno scorso, L.M. è stata accusata di aver rubato denaro ai clienti tramite tre agenzie di maternità surrogata, tutte di sua proprietà. La donna ha detto ai clienti che avrebbe potuto mantenere bassi i costi esternalizzando le madri surrogate dal Messico; ha anche promesso loro che sarebbero diventati genitori, indipendentemente dal numero di tentativi di fecondazione in vitro o dagli aborti spontanei verificatisi.   «Aveva nascosto tutto in modo brillante sotto la superficie», ha detto una cliente. «Non avevamo idea che stavamo entrando nel capitolo più orribile delle nostre vite».   La cliente e suo marito hanno creato più embrioni, ma i loro tentativi di maternità surrogata sono ripetutamente falliti, presumibilmente a causa di cure mediche scadenti in Messico. Il loro ultimo tentativo si è concluso con un bambino nato prematuramente a 28 settimane, con il medico in Messico che ha ammesso che il bambino sarebbe potuto sopravvivere se fosse nato negli Stati Uniti.

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La donna ha promesso di inviare ai coniugi le ceneri del loro bambino, ma i resti non sono mai arrivati; a quel punto, gli Ackerman hanno rinunciato. Ora vivono nella paura di cosa potrebbe essere successo ai loro embrioni rimanenti. Temono che la donna possa averli venduti segretamente ad altri clienti.   «Continuo a sperare che gli altri nostri embrioni non siano stati venduti», ha detto la cliente. «Temo che un giorno qualcuno mi chiamerà dopo una ricerca del DNA e dirà: “Sono tuo”».   Altri clienti hanno dato alla truffatrice del denaro da depositare in un conto di deposito a garanzia, destinato a coprire le spese mediche. Tuttavia, il denaro spesso spariva e la donna raramente aveva una spiegazione. Le madri surrogate che aveva assunto venivano pagate solo 14.000 dollari, meno dello stipendio medio annuo in Messico. Altre donne, in gran parte povere e alla disperata ricerca di denaro, sono state messe incinta e poi non sono mai state pagate, nonostante la loro salute peggiorasse e le spese mediche si accumulassero.   La donna era scomparsa prima di essere infine trovata dall’FBI a Portland, in Oregon; dopo aver subito un’overdose di droga, aveva lasciato l’ospedale e cercata di fuggire verso una vicina fermata dell’autobus. Il suo tentativo di fuga fu rapidamente sventato e, una volta ripresa, fu portata in prigione.   Ora, un comunicato stampa del dipartimento di Giustizia ha confermato che la donna si è dichiarata colpevole delle accuse contro di lei. Sarà condannata ad aprile, ma ha già accettato di pagare quasi 400.000 dollari di risarcimento alle sue vittime. Rischia fino a 20 anni di prigione.

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IVF

Vescovo denuncia la fecondazione in vitro «ingiusta e moralmente sbagliata»

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La fecondazione in vitro (IVF) è «ingiusta e moralmente sbagliata» e promuove l’eugenetica, secondo il vescovo di Arlington Michael Burbidge. Lo riporta LifeSite.

 

Il prelato della Virginia ha recentemente pubblicato una lettera pastorale intitolata «La famiglia cristiana, la fecondazione in vitro e l’eroica testimonianza del vero amore».

 

Il vescovo Burbidge ha osservato che l’infertilità è un argomento difficile ed esorta il suo gregge a «procedere con cautela».

 

«Che ne siamo consapevoli o meno, conosciamo o incontriamo altre persone che hanno avuto problemi di fertilità o le cui vite sono state in qualche modo influenzate dalla fecondazione in vitro», ha scritto il vescovo nella sua lettera del 22 gennaio.

 

Condivide la sua «preoccupazione pastorale» con «la crescente accettazione della fecondazione in vitro come apparente soluzione al dolore dell’infertilità».

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«In modo più oscuro, ho anche osservato la crescente domanda di fecondazione in vitro come mezzo strumentale per procurarsi un bambino tramite maternità surrogata al di fuori del contesto del matrimonio e della vita familiare o persino per creare un bambino eugeneticamente con caratteristiche specificamente desiderate, eliminando altri bambini nel processo», ha scritto il vescovo Burbidge.

 

Il prelato statunitense ha osservato che la Chiesa «promuove tutti i trattamenti di fertilità vivificanti e ristoratori» come mezzo per affrontare l’infertilità. Per coloro che non possono concepire, possono «rendere il loro matrimonio vivificante attraverso la maternità e la paternità spirituale nelle loro comunità e nella vita quotidiana».

 

Il vescovo ha affermato che ogni bambino, indipendentemente dalle circostanze della sua nascita, ha dignità umana. Detto questo, la fecondazione in vitro attacca la dignità del bambino umano. «In effetti, la loro dignità innata è la ragione dell’opposizione della Chiesa al fatto che vengano strumentalizzati e trasformati in oggetti per mezzo della fecondazione in vitro, che eugeneticamente seleziona alcuni per vivere e altri per morire», ha affermato la lettera pastorale.

 

La Chiesa, come ha scritto il prelato, ha condannato ufficialmente la fecondazione in vitro nel 1987 nella lettera Donum vitae dell’allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e poi papa Benedetto XVI.

 

Il vescovo ha affrontato l’ingiustizia del numero di bambini distrutti tramite fecondazione in vitro, affermando che «rimarrebbe ingiusto e moralmente sbagliato anche se nessun bambino embrionale venisse distrutto o scartato».

 

«Una grande ingiustizia morale della fecondazione in vitro è che molti dei bambini embrionali generati dal processo saranno scartati, essendo stati considerati indesiderabili, o congelati, essendo stati considerati desiderabili ma non necessari» scrive monsignor Burbridge. «Come praticata, la fecondazione in vitro crea vita e la distrugge. La difficoltà morale più ovvia della fecondazione in vitro, che nonostante dia origine a una nuova vita, ne distrugge anche molte altre, è una realtà conoscibile dalla ragione umana».

 

«Per ognuno degli oltre 12 milioni di bambini nati tramite fecondazione in vitro dal 1978, ci sono molte decine di milioni di fratelli e sorelle scomparsi che sono stati deliberatamente distrutti, sottoposti a esperimenti o congelati in azoto liquido e a cui è stato negato il loro diritto naturale alla pienezza del loro sviluppo. Ogni procedura di fecondazione in vitro riuscita si traduce in un bambino vivo con molti fratelli scomparsi».

 

Un’analisi ha rilevato che ogni anno vengono uccisi tra uno e due milioni di bambini tramite la fecondazione in vitro; almeno la metà di questi due milioni viene intenzionalmente uccisa tramite scarto.

 

Il vescovo ha anche criticato i tentativi di creare un diritto federale alla fecondazione in vitro. Entrambi i partiti hanno cercato di spingere per un diritto federale in una forma o nell’altra. Come candidato nel 2024, il presidente Donald Trump si è impegnato a far pagare la fecondazione in vitro alle compagnie assicurative o al governo federale.

 

«Perché vogliamo più bambini, per dirla in modo molto carino», ha detto Trump nell’agosto 2024, ripetendo la falsa idea che la procedura crei semplicemente più bambini ignorandone gli effetti dannosi. Infatti, un’analisi di LifeSiteNews ha scoperto che il piano di Trump potrebbe uccidere direttamente 2,4 milioni di bambini, più di quelli uccisi ogni anno tramite l’aborto.

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Sul fronte legislativo, i senatori teoricamente conservatori Ted Cruz e Katie Britt hanno presentato una legge che imporrebbe a livello federale le procedure tagliando i finanziamenti Medicaid agli stati che proibiscono la pratica di distruzione degli embrioni, come riportato da LifeSiteNews a maggio. I democratici al Senato hanno anche spinto una proposta di legge fallita per creare un «diritto» nazionale alla fecondazione in vitro.

 

«In un maldestro tentativo di rispondere alle sfide che circondano il matrimonio, la formazione della famiglia, il calo dei tassi di natalità e la fertilità, i funzionari eletti si stanno affrettando a sostenere un’industria della fecondazione in vitro che uccide o congela centinaia di migliaia di bambini embrionali ogni anno e facilita la pratica sfruttatrice della maternità surrogata».

 

«Alcuni sostengono addirittura che rendere obbligatoria o promuovere la fecondazione in vitro sia pro-life perché il processo può produrre bambini, ma questo ignora le ingiustizie morali al centro del processo di fecondazione in vitro e le conseguenze fatali per così tanti dei bambini embrionali generati attraverso tale processo».

 

Queste proposte costituiscono una «grave ingiustizia morale» e rappresenterebbero «un’illegittima consegna a Cesare delle cose di Dio».

 

«Qualsiasi mandato federale di fecondazione in vitro inserirà lo Stato nel cuore stesso della casa e gradualmente porterà alla falsa sensazione che lo Stato e coloro che detengono il potere, ora di fatto gli sponsor delle persone umane anche prima del concepimento, possano e debbano dirigere le vite di coloro che il loro potere ha portato», ha avvertito. «In questo modo, la prospettiva di un mandato federale di fecondazione in vitro rappresenta una grave minaccia non solo per i diritti umani, ma anche per la futura libertà di un popolo libero».

 

Il prelato ha invece invitato i funzionari pubblici a smettere di sovvenzionare la contraccezione e a promuovere invece le famiglie, definendo «semplicemente sbagliato” promuovere la sterilità senza sostenere «trattamenti di fertilità riparativa» e «gravidanza e parto».

 

«La Chiesa, come ha fatto in molti altri ambiti della vita politica, è pronta a proclamare la dignità di tutte le persone umane e ad agire pacificamente per combattere qualsiasi mandato nazionale sulla fecondazione in vitro, incoraggiando al contempo la fertilità che afferma la vita e la cura procreativa».

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Bioetica

Provette per tutti: ecco la società disumana dei cornuti genetici

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Le provette ormai sono ovunque: è inutile nasconderselo ed è bene capire perché. Le statistiche ci parlano dell’impennata della riproduzione artificiale; le stime degli embrioni parcheggiati in azoto liquido sono impressionanti; in Italia è visibile a tutti lo sforzo istituzionale di promuovere il bambino sintetico, con la FIVET inserita nei LEA come da ordine centrale della Lorenzin e di governatori regionali famelici di modernità.   E allora può capitare di andare alla riunione indetta dalla scuola elementare per presentare i supercorsi di educazione sessuale, e sentirsi dire dalla giovane psicologa pagata per istruire tuo figlio che certo non spiegherà in classe che il sesso si fa per fare i bambini: i bambini oggi si fanno in provetta, e chissà quanti nella scuola sono venuti al mondo così.   Può succedere anche di captare, in conversazioni con conoscenti, realtà di cui non ci si immaginava l’esistenza.   Ci si accorge che le persone che ricorrono alla fecondazione in vitro sono ormai tantissime. È una pratica legale, quindi bella e giusta, persino offerta dallo Stato. E del resto, chi mai potrebbe interferire con il desiderio tanto nobile di avere tra le mani – dopo anni di weekend Ryanair, Ibiza, cane, carriera, magari qualche aborto – un pupattolo tutto per sé?

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Ecco che, tuttavia, molte donne della borghesia nullipara si trovano ad affrontare una realtà inaspettata: la procedura per estrarre gli ovuli da miscelare nell’alambicco da cui salterà fuori, si spera, un figlio (altri verranno trucidati en passant) è più dura di quello che si pensa.   Procacciarsi gli spermatozoi si sa che non è difficile, è operazione veloce e indolore, ma il cosiddetto recupero transvaginale di ovociti (TVOR) – o semplicemente recupero di ovociti (OCR) – può comportare lesioni agli organi pelvici, emorragie e infezioni. L’emorragia ovarica dopo TVOR è una complicanza non troppo rara e potenzialmente catastrofica.    Ulteriori guai possono derivare dalla sedazione o dall’anestesia generale.    Le tecniche anestetiche a base di propofol producono concentrazioni significative del farmaco ipnotico nel liquido follicolare. Poiché è stato dimostrato (in un modello murino) che la sostanza ha effetti deleteri sulla fecondazione degli ovociti, qualche esperto ha suggerito che la dose dovrebbe essere limitata e gli ovociti recuperati sottoposti a lavaggio.   Il bombardamento ormonale è comunque uno sconquasso, fisico e psichico, e si sentono storie tremende di signore che si gonfiano a dismisura, che incorrono in squilibri nervosi, che rischiano danni gravi e irreversibili. Qualcuno testimonia di aver avuto, in cambio della «donazione» degli ovuli, il cancro.   Si rendono conto che conquistare il «bimbo in braccio» non è una passeggiata: tirarsi fuori gli ovuli è faticoso e pericoloso. Vuoi un figlio, sì, ma il destino e la medicina moderna ti fanno soffrire, magari pure ammalare – bella maledizione. Par di capire che, allora, più di qualcuno abbia adocchiato una alternativa per raggiungere l’agognato obiettivo senza pagarne lo scotto in salute, ma solo in denaro: basta acquistare gli ovuli prodotti da qualcun’altra, ripiegare sull’eterologa.   Pare di capire, cioè, che alle coppie borghesi che procreano in vitro oramai non importi più nulla di avere un figlio in continuità genetica. L’importante è vivere l’esperienza della «genitorialità» – come una sorta di prurigine edonista, una meta turistica da consumare con il correlato di foto e social – procurandosi il bambino-suppellettile, versione premium del cane, l’animale domestico umanoide da spupazzarsi ed esibire in società.   Il prodotto che dà senso, prima ancora che alla propria vita, alla station wagon o al SUV in leasing, alla cameretta iperaccessoriata. L’oggetto animato che permette di entrare finalmente nel giro delle amiche che sono diventate mamme. Un hobby stupendo: l’esperienza del pancione (cosa per cui la medicina si sta attrezzando con trapianti di utero, anche da morti e anche verso maschi), mille cose da fare, viaggi da programmare, scuole da decidere, vestitini da ordinare, foto di rito.   Il bimbo come un pacchetto Amazon: desiderato, ordinato, consegnato. Non stupiamoci se, a breve, potremo scegliere il modello e i colori prima di schiacciare sul tasto del pagamento per carta di credito.   Obnubilati dalle apparenze, non ci si rende conto che il piccolo essere umano è totalmente oggettualizzato, è divenuto un accessorio della coppietta moderna sradicata ed evacuata di ogni senso del sacro, di ogni legge naturale, di ogni principio umanizzante.   Ecco perché, una volta entrati nell’industria della vita sintetica, si viene risucchiati dalle sue logiche e non importa più a nessuno se il bambino sia cromosomicamente e geneticamente tuo figlio, oppure no. Nell’immoralità biologica più conclamata, molte fanno il pensiero ulteriore del «salto ovaiolo».    Ecco perché la fecondazione eterologa, paletto cretino infilato nelle leggi procreatiche di 20 anni fa dai democristiani venduti, e spazzato via come da programma dalla magistratura costituzionale, dilaga in ogni dove senza più alcun argine possibile.   In pratica, uomini e donne accettano di diventare cornuti genetici.   Come riconosciuto da qualche anno negli USA, quello dell’ovocita diventa un ulteriore tema di sfruttamento: la signora borghese paga la studentessa squattrinata che deve mantenersi dall’università e, magari a lato di un’attività di meretricio, viene indotta ad essere depredate delle sue cellule uovo, dietro compenso.   La parte più dura la si fa fare ad altri. La si compra. Chiunque capisce quanto ciò sia diverso dall’adottare un bambino.    La legge della giungla nazista, l’orrore della schiavitù del più debole è digerito e tollerato dallo spirito generale: siamo appena un gradino sotto all’utero in affitto, pratica amata non solo dagli omosessuali, ma anche dalle cosiddette too posh to push, troppo «eleganti per spingere», troppo sciure per la fatica del parto.

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Quindi apprendiamo che, nemmeno tanto sotto la superficie, pullula un mondo mostruoso di wannabe mamme sintetiche che comunicano e si consigliano. Immaginiamo: Gruppo Facebook «Essere Mamme in provetta». Gruppo Telegram «Scambio ovuli freschi». Gruppo Whatsapp «Gimme FIVET». Sappiamo che gli spermatozoi già vengono trafficati così. Con gli ovuli è più difficile, ma la mano invisibile del mercato non si ferma davanti a nulla.   Aggiungiamo, a mo’ di nota di terrore per le borghesi riprogenetiche, un piccolo particolare, sul quale in verità solo noi continuiamo ad insistere: nessuna delle signore in vitro ha per la mente il fatto che quello che si tengono in grembo, e poi si spupazzano là fuori, potrebbe essere una chimera umana. Cioè, tecnicamente, geneticamente, un piccolo «mostro».   La FIVET, con l’impianto di più embrioni, aumenta la possibilità non solo che gli embrioni più deboli possano morire, ma che – caso sempre meno raro visti i grandi numeri della pratica – i due embrioni si fondano in uno solo. Si ottengono così esseri con due DNA: alcuni organi dell’individuo appartengono al fratello mai nato, anzi, sono il fratello mai nato. Ci sono stati casi in cui il fratellino è divenuto l’apparato genitale: ecco che i suoi figli non saranno propriamente suoi, ma del «gemello» zootecnico mai nato e fuso con lui. In altri casi, si racconta, il «fratellino» chimerico continua a crescere, per tutta la vita, dentro al corpo del fratello ospite: troviamo occhi, capelli… Mostruoso. Sì. Letteralmente.   Questa storia non la racconta nessuno, perché anche chi dovrebbe farlo – i «prolife», i «cattolici», le «destre» – come per vaccini e altre aberrazioni, non vuole nemmeno iniziare a guardarci dentro. Basta abbaiare qualche slogan consunto passato dalla stanza dei bottoni, che per l’arrivo dei bambini scientifici briga da decenni.   L’abolizione dell’uomo passa da qui: dai borghesi viziati, e dai pusillanimi che non vogliono vedere, capire ed agire.   Chi vuole intendere, invece, rilegga la Rivelazione di San Giovanni dove si parla di coloro «il cui nome non è scritto nel libro della vita».   Roberto Dal Bosco Elisabetta Frezza

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