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Misteri

Il capo uscente dell’«ufficio UFO» del Pentagono parla dell’esistenza di extraterrestri su Marte e oltre

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Il responsabile degli UFO presso il Pentagono, arrivato ora al termine del suo incarico, fa un bilancio della sua attività e dichiara possibile l’esistenza della vita extraterrestre.

 

Nonostante le accuse di indifferenza verso le preoccupazioni delle «gole profonde» sugli UFO, il dottor Sean Kirkpatrick ha portato avanti attivamente le indagini su oltre 30 casi di UFO, è stato il pioniere del «Rapporto sui dati storici» sugli UFO e si è impegnato in una significativa cooperazione scientifica con la NASA e l’Agenzia spaziale europea.

 

Il Kirkpatrick, capo in pensione dell’All-domain Anomaly Risoluzione Office (AARO) del Pentagono e noto fisico dei laser e dei materiali, è stato una figura di spicco nelle questioni relative agli oggetti volanti non identificati, detti communente UFO (o UAP negli ultimi anni).

 

Durante i suoi 18 mesi di mandato come primo direttore di questo ufficio, le sue convinzioni nella possibilità della vita extraterrestre, anche se con una lente scettica, hanno suscitato interesse e polemiche presso il pubblico.

 

In un’intervista il Kirkpatrick aveva espresso un cauto ottimismo nel dimostrare l’esistenza della vita oltre la Terra, potenzialmente su Marte o altrove nell’universo, riconoscendo il consenso scientifico sulla probabilità della vita nel vasto cosmo. Tuttavia, il funzionario del Pentagono ha sostenuto che le possibilità che tale vita sia intelligente, consapevole della Terra e abbia visitato qui, specialmente negli Stati Uniti, sono minime.

 

Sotto la sua guida, l’AARO ha promosso discussioni obiettive e scientificamente fondate con organizzazioni come la NASA e l’Agenzia spaziale europea.

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Nonostante l’accusa di creare un’«atmosfera di disinteresse» tra alcuni informatori sugli UFO, Kirkpatrick ha rivelato che sono stati indagati oltre 30 dei casi portatigli, osservando  che, sebbene alcuni informatori abbiano avuto esperienze positive, ci sono stati suggerimenti di autorità superiori che hanno ostacolato gli sforzi dell’AARO.

 

Il funzionario UFO in pensione ha espresso soddisfazione per i suoi risultati, tra cui l’avvio di compiti duraturi come il «Rapporto sui dati storici» sugli UFO, previsto per il Congresso nel giugno 2024, riporta Sputnik.

 

Kirkpatrick ha anche introdotto un nuovo sistema di segnalazione sicuro per indagare sulle accuse di informazioni segrete e potenzialmente illecite da parte degli Stati Uniti nei programmi governativi sugli UFO, accuse specifiche per individui con conoscenza diretta di tali attività risalenti al 1945.

 

Da dicembre 2017, a seguito delle notizie riportate, c’è stato un cambiamento nel modo in cui viene affrontato il termine UFO. Ora viene chiamato con maggiore cautela «fenomeno aereo non identificato» (UAP).

 

In una recente conferenza stampa, il dottor Kirkpatrick ha sottolineato che non si è verificata alcuna collaborazione con avversari stranieri sui dati UAP a causa di preoccupazioni di sicurezza nazionale. Tuttavia, ha anche espresso preoccupazione per gli indicatori di coinvolgimento straniero in alcuni casi UAP che sono attualmente oggetto di indagini approfondite.

 

L’anno scorso, un rapporto riservato di 22 pagine e resoconti storici hanno portato alla luce avvistamenti irrisolti di «sfere», alcuni risalenti alla seconda guerra mondiale.

 

Mentre organizzazioni di fact-checking propongono le spiegazioni banali, in una pubblicazione il Kirkpatrick e il fisico di Harvard, il dottor Avi Loeb (noto professore harvardiano convinto che la vita extraterrestre è già vicinissima alla terra), meditano sulla possibilità che si tratti di sonde aliene.

 

Nonostante la predominanza di teorie che attribuiscono questi fenomeni alla tecnologia straniera, le prove storiche a partire dalla Seconda Guerra Mondiale, compresi i dispositivi anti-radar tedeschi, evidenziano la diversità e la complessità di questi fenomeni.

 

Il Kirkpatrick quest’anno aveva testimoniato in un’udienza al Senato che non c’erano ancora prove definitive della vita extraterrestre, mentre l’accademia spinge sempre più verso gli omini verdi: nelle stesse settimane, il professore della Stanford University Garry Nolan ha affermato che esiste una possibilità del «100%» che forme di vita aliene abbiano visitato la Terra in passato e che siano ancora presenti sul nostro pianeta fino ad oggi.

 

La politica americana ora dimostra (o finge) di aver paura degli UFO. Il floridiano Marco Rubio, si è rivelato in questi anni molto preoccupato del fenomeno, chiedendo «volano sulle base statunitensi e nessuno sa cosa siano»: capire cosa siano e cosa vogliano, quindi, è un tema di sovranità.

 

Come riportato da Renovatio 21, vi sarebbe una piccola guerra civile in corso tra i funzionari del governo su quanta parte delle loro informazioni sugli UFO dovrebbero consegnare al Congresso e al pubblico, una presunta piccola «società segreta» di potenti custodi di materiale classificato interna al Pentagono che rifiuterebbe di divulgare qualsiasi informazione a riguardo.

 

Il professor Avi Loeb, noto cacciatore di alieni con cattedra ad Harvard, ha dichiarato che ci potrebbero essere fino a 4 quintilioni di astronavi aliene nel sistema solare. Il professor Loeb è quello che sostiene che l’asteroide interstellare 2017U1, avvistato nel 2017 e soprannominato «’Oumuamua» (in hawaiano «messaggero che arriva per primo da lontano» o «messaggero da un lontano passato») potrebbe essere la prova di una civiltà aliena che ha inviato un pezzo della sua tecnologia nel nostro pianeta a farci visita.

 

Come riportato da Renovatio 21, programmi di retroingegneria aliena godono di finanziamenti da parte dello Stato americano.

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Intelligence

Gli USA hanno sospeso lo studio sulla sindrome dell’Avana dopo che i pazienti sarebbero stati costretti a partecipare

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Gli Stati Uniti hanno sospeso uno studio sulla sindrome dell’Avana dopo che un comitato di revisione interna del National Institute of Health (NIH) ha scoperto che i pazienti erano stati costretti a partecipare, ha riferitola stampa statunitense citando una dichiarazione del stesso NIH.   «A marzo 2024, il National Institutes of Health ha avviato un’indagine in risposta alle preoccupazioni dei partecipanti valutati nell’ambito di uno studio sugli Incidenti Sanitari Anomali (AHI), i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista JAMA», ha affermato il NIH in una dichiarazione ottenuta dal canale TV Fox News lunedì.   «L’indagine del NIH ha rilevato che i requisiti normativi e politici del NIH per il consenso informato non sono stati rispettati a causa della coercizione, sebbene non da parte dei ricercatori del NIH».

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Secondo Fox News, alcuni pazienti si sono lamentati del fatto che l’NIH stava lavorando con la CIA per lo screening dei pazienti. «La CIA ha dettato chi sarebbe andato», avrebbe detto un paziente.   Il rapporto afferma che la CIA ha fatto pressione sui pazienti offrendo loro un trattamento presso il Walter Reed National Military Medical Center in cambio della loro partecipazione.   L’NIH ha affermato che, dato il ruolo del consenso volontario come pilastro fondamentale della ricerca etica, ha interrotto lo studio per eccesso di cautela. L’NIH ha anche affermato che i risultati dell’indagine non hanno alcun impatto sulle conclusioni dello studio.   Il governo degli Stati Uniti e il personale correlato hanno segnalato sintomi della sindrome dell’Avana dal 2015, tra cui vertigini, dolore, problemi visivi e disfunzione cognitiva a seguito di suoni intrusivi e pressione alla testa.   All’inizio di marzo, il Washington Post aveva riferito che cinque agenzie di Intelligence statunitensi hanno concluso che era «molto improbabile» che un avversario straniero prendesse di mira diplomatici e personale dell’Intelligence statunitensi con l’aiuto di una sorta di arma energetica che causava strane e dolorose sensazioni acustiche.   Il 31 marzo, la CBS aveva riferito che, sulla base di nuove prove, la Russia sarebbe dietro una serie di attacchi in stile sindrome dell’Avana, anche contro funzionari statunitensi in Vietnam prima del viaggio della vicepresidente Kamala Harris nel 2021. In seguito al rapporto, il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha definito le accuse infondate e ha sottolineato che non è mai stata fornita alcuna prova a sostegno di tali affermazioni.   In una testimonianza al Congresso a maggio, la direttrice dell’intelligence nazionale Avril Haines ha affermato che l’agenzia stava continuando a indagare sugli incidenti sanitari anomali, ma aveva bisogno di colmare le lacune identificate. La Haines aveva sottolineato che la comunità dell’intelligence non ha cambiato le sue valutazioni iniziali, secondo cui è molto improbabile che dietro gli incidenti ci sia un attore straniero.   Come riportato da Renovatio 21, in una valutazione di Intelligence del gennaio 2022, la CIA aveva escluso che i sintomi della Sindrome dell’Avana siano il risultato di una prolungata campagna globale da parte di una potenza ostile rivolta a centinaia di diplomatici e spie statunitensi.   Come riportato da Renovatio 21, negli anni scorsi casi della misteriosa sindrome erano emersi presunti casi di Sindrome dell’Avana a Parigi e Ginevra. Alcuni episodi erano stati riportati presso l’ambasciata americana a Berlino. Altri ancora sarebbero stati registrati a Vienna.

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A fine 2021, un altro caso, ancora più preoccupante, avrebbe coinvolto un membro dello staff della vicepresidente Kamala Harris, facendo tardare il viaggio della numero 2 della Casa Bianca in Vietnam.   Come riportato da Renovatio 21, anche gli USA hanno, negli anni, studiato armi in grado di colpire a distanza, e in modo invisibile, le persone: gli americani studiano l’uso di armi laser e microonde da prima della guerra del Vietnam.   Non è la prima volta che diplomatici americani lamentano l’uso di armi segrete e avveniristiche da parte dei russi. Dal 1953 al 1976 si parlò del «Moscow Signal»: una trasmissione di microonde variabile tra 2,5 e 4 gigahertz, diretta all’Ambasciata degli Stati Uniti a Mosca dal 1953 al 1976. La sua scoperta portò ad un incidente diplomatico.   Ora, in un bizzarro testacoda, la CIA – gruppo iniziatico votato alla battaglia continua contro la Russia sovietica e post-sovietica che sia – per una volta leva la colpa dai russi. Una mossa senza precedenti, che forse nasconde una mossa in un quadro più ampio.

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Misteri

Trovato un secondo neonato morto nel giardino della villetta: cosa sta accadendo?

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Essendo che, come sa il lettore, Renovatio 21 si è occupata a lungo del tema dei neonati trovati morti in giro per il territorio, magari misteriosamente disposti in barattoli interrati, la notizia ci ha fatto sobbalzare dalla sedia.

 

Vi avevamo parlato del caso di Traversetolo, provincia di Parma: un neonato trovato morto nel giardino di una villetta, e nessuna idea di come il piccolo fosse finito lì.

 

Ora, colpo di scena, pare che nello stesso luogo sia stato trovato durante gli scavi ordinati dalle autorità anche un altro bambino morto, seppellito almeno un anno fa. Di lì, siamo piombati in un vortice di ipotesi agghiaccianti: due bimbi morti depositati nello stesso punto potevano far pensare a qualcosa di indicibile.

 

Ora la faccenda prende contorni più chiari. I giornali ora alludono al fatto che i due bambini (il secondo senza ancora certezze da parte degli inquirenti) avrebbero la stessa madre, una 22enne della zona.

 

Ribadiamo tuttavia che le domande restano: cosa che pare anche per i giornali mainstream, anche se non sappiamo per quanto ancora.

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La protagonista «insospettabile per l’impegno all’università, il lavoro da babysitter e il volontariato in parrocchia», scrive Il Corriere Adriatico «avrebbe tenuto segrete due gravidanze, uccidendo i figli e seppellendoli in giardino. Tutto senza che nessuno sapesse nulla: né la famiglia, né il fidanzato. Come è stato possibile?»

 

Si parla quindi di un «doppio infanticidio che pesa sulla ragazza» e di un «parto indotto il 7 agosto» dove «i primi esami hanno stabilito che il piccolo ha respirato, dunque è nato vivo».

 

«Era partita il giorno dopo il parto, quello in cui la nonna, attirata dal cane che stava scavando in giardino, aveva ritrovato il corpo del bimbo, di almeno 40 settimane, ormai senza vita, avvolto in un telo e nascosto in una buca» scrive il Corriere della Sera. La donna all’inizio lo aveva scambiato per un animale e aveva chiamato il vicino di casa che poi aveva dato l’allarme ai carabinieri.

 

 

«Sui resti del secondo corpicino, trovato successivamente ma risalente ad almeno un anno fa, sono in corso accertamenti, verosimilmente a partire dall’esame del DNA» per stabilire se anche il piccolo sia figlio della ragazza e del suo ragazzo, il padre del piccolo trovato il 9 agosto, continua il Corriere Adriatico.

 

«Si sta cercando di capire come sia stato possibile che gravidanza e dramma siano passati inosservati in una comunità così piccola, e “attenta”, addirittura per due volte secondo l’ipotesi peggiore. E infine il perché, le motivazioni di una ragazza all’apparenza ben inserita, “sana”, che non viveva emarginata o in una situazione di degrado» continua Il Corriere Adriatico.

 

Nel frattempo, siti e giornali hanno già sparato fin nel titolo nome e cognome della presunta protagonista, pubblicando anche immagini verosimilmente tratte dai social, talvolta con il pudore di pixellarle il volto, talvolta no.

 

Il giorno 16 settembre la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma è uscita con un comunicato, in cui innanzitutto interveniva sul dibattito in corso riguardo al caso, scrivendo del rispetto dovuto a quelle che dovrebbero essere due colonne portanti del nostro sistema giuridico, ossia il segreto di indagine e la presunzione di innocenza. Nel testo è infine comunicato che «vi è stata l’apertura di un fascicolo per possibile violazione del segreto di indagine in relazione alla propalazione della relativa notizia, che rischia di incidere sulle acquisizioni investigative in corso».

 

Tuttavia il procuratore della Repubblica Alfonso D’Avino mette nel comunicato anche qualche informazione in merito al caso stesso. Si tratta di un elenco di vari punti, a volte sorprendenti.

 

«In primo luogo, in ordine al neonato rinvenuto morto in data 9.8.2024, può ritenersi accertata, allo stato degli atti, l’estraneità dei genitori della ragazza, madre del neonato».

 

«In secondo luogo, in ordine allo stesso episodio, può ritenersi ugualmente accertata, sempre allo stato degli atti, l’estraneità del papà del neonato».

 

«In terzo luogo, nessuno – all’infuori della ragazza — era a conoscenza della gravidanza: né familiari, né padre del bambino, né amiche/amici».

 

«In quarto luogo, la gravidanza non è stata seguita da alcuna figura professionale (ginecologo, medico di famiglia, etc.)».

 

«In quinto luogo, il parto è avvenuto nella casa familiare, al di fuori di contesti ospedalieri o sanitari in generale».

 

«In sesto luogo, il parto è avvenuto in solitudine, senza la collaborazione né la presenza di nessuno, al di fuori della ragazza».

 

«In settimo luogo, per quanto riguarda la notizia di un secondo rinvenimento, essa va ritenuta veritiera ma, sul punto, vanno svolti tutti gli accertamenti del caso (soprattutto di natura tecnica medico-legale) per delineare gli esatti contorni della vicenda stessa, anche di carattere temporale».

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Vi è quindi da rilevare che, nonostante l’incredulità di alcuni (come la madre del fidanzato), la ragazza avrebbe agito completamente sola, all’insaputa di chiunque nella sua cerchia più stretta, senza la minima assistenza.

 

Inoltre, la nota dice che l’autorità non aveva ancora stabilito se il secondo cadavere di neonato ritrovato è da ricollegarsi alla ragazza. Tuttavia, poche ore fa i giornali hanno battuto la notizia che la giovane avrebbe confessato il duplice infanticidio.

 

«La ragazza di 22 anni già indagata per aver assassinato il bambino partorito il 7 agosto, è stata nuovamente interrogata e a quel punto avrebbe ammesso di aver ucciso anche il suo primo figlio, partorito circa un anno fa» scrive Il Resto del Carlino.

 

Apprendiamo dunque che la «la 22enne resta ancora a piede libero: sembra infatti che, nelle scorse settimane, il Gip abbia respinto la richiesta di misure cautelari nei confronti della ragazza da parte della Procura di Parma, non ravvisando in quella fase, esigenze cautelari».

 

«Infatti, secondo il GIP – continua il quotidiano – la ragazza non poteva reiterare il reato, non è socialmente pericolosa, né può inquinare le prove. Non si ravvede nemmeno il pericolo di fuga: dopo aver partorito il 7 agosto ed ucciso il bimbo, è partita con la famiglia per gli Stati Uniti in vacanza ed è ritornata regolarmente in Italia nonostante l’inchiesta fosse già stata avviata».

 

La ragazza sarebbe «quindi attualmente indagata a piede libero per omicidio premeditato e occultamento di cadavere».

 

Si pongono ora le domande sul contesto di questa storia indicibile.

 

La questione più sorprendente rimane quella per cui la giovane avrebbe potuto dissimulare fisicamente il pancione. Cosa che a molti pare impossibile. Non risulta, da quello che si è potuto vedere, che si tratti di una persona obesa, cioè un caso dove, sappiamo dalle cronache, è possibile di occultamento di gravidanza.

 

Vi sarebbero inoltre testimonianze, come quella della madre del padre del bambino, che sostiene di averla vista con la pancia scoperta, classico look estivo delle sue coetanee. «Com’è possibile non essersi resi conto che lei era incinta? Le assicuro che non era possibile, ha girato tutta l’estate con la pancia scoperta» ha detto la donna all’ANSA.

 

Sulla stampa scrivono che avrebbe digiunato, ma ci si chiede quanto il digiuno possa ridurre la pancia. Soprattutto, un digiuno così significativo, è difficile non farlo notare: i famigliari, gli amici, vedono che la persona non mangia, si preoccupano, cominciano a paventare l’anoressia… Anche questo è un punto da chiarire.

 

Così come la ragazza possa aver partorito in casa totalmente sola. Caso effettivamente possibile, ma rarissimo.

 

A queste domande, si spera, verranno trovate delle risposte dalle indagini.

 

Poi vi sono mille altre domande che sorgono a chiunque ponga la mente per qualche minuto su questa vicenda terrificante.

 

Perché la ragazza non ha abortito, visto che in Italia il feticidio è libero e gratuito (pagato dal contribuente)? Da maggiorenne, sia questa vola che l’altra, non aveva la possibilità di farlo anche subito, senza dover dire niente a nessuno? Poco fa Repubblica scrive che il consultorio del paesino dichiara che la donna «non ha fatto accesso nelle nostre strutture». In pratica, non aveva nemmeno iniziato a pensarci concretamente – anche se è riportato che avrebbe cercato su Google «come abortire il secondo figlio».

 

Vedremo adesso se l’opinione pubblica finirà ad affrontare il paradosso: se il bambino lo uccideva prima, con l’aiuto dello Stato, la ragazza non sarebbe stata accusata di omicidio. Se il feto abortito finiva, invece che nel giardino di casa, tra i rifiuti ospedalieri, non ci sarebbe stata l’accusa di occultamento di cadavere. Il bambino è lo stesso, ricordiamo. Tuttavia, poche settimane, per lo Stato moderno, fanno la differenza, tra la vita e la morte, tra il «diritto» e la galera.

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E ancora, interrogativo abissale che qualcuno si pone: visto che se ne è trovato un secondo, di cui sempre non si sospettava nulla, è possibile che bambini siano di più?

 

Poi, c’è la questione psicologica: come è fatto davvero l’animo di una persona che partorisce suoi figli, lo seppellisce e poi parte per le ferie? È un caso particolare? Oppure, pensano le persone più agé, dobbiamo pensare che si tratta di una moralità nuova delle nuove generazioni?

 

Qualcosa, da qualche parte, non torna ancora del tutto.

 

I giornali, che a parte la rivelazione di nome e fotografia («sbatti il mostro in prima pagina», si dice), sono stati per lo più «delicati», ora hanno iniziato con gli articoli dello stupore: «Poche ore dopo il delitto la madre è andata all’aperitivo. Lo sgomento dei vicini: «Era la baby sitter più referenziata» scrive La Stampa. «Studentessa di giurisprudenza, attiva nel volontariato, sportiva e baby-sitter stimata»

 

È un quadro che conosciamo bene, quello dell’insospettabile, quello del virgolettato della porta accanto stile «salutava sempre». È parte di un processo di mostrificazione che abbiamo visto mille volte. La serie è quella della «doppia vita», e la conosciamo tutti: immediatamente, l’incongruo viene rubricato dal cervello in un cassetto sicuro.

 

La narrazione, insomma, ora vira completamente verso un’unica colpevole, sola, e il mistero della sua anima.

 

Ma siamo completamente sicuri che non ci sia dell’altro?

 

Nella quantità di storie di neonati morti trovati in giro per l’Italia – nei cassonetti, per strada, nei porti, negli stagni, nelle università, oppure misteriosamente imbarattolati e sepolti, o ancora finiti di bidoni da smaltire – manche sempre l’inizio: come è venuto al mondo quel bambino? Chi è la madre? Perché?

 

Visto il numero immenso, è impossibile per noi pensare che in tutti quei casi ci sia dietro una storia come questa, eppure ci stanno dicendo che invece, sì, è possibile, magari le cose vanno semplicemente così – c’è una ragazza capace di nascondere al mondo la gravidanza per nove mesi, che poi si libera del bambino prima di andare in vacanza.

 

Riconosciamo che si tratta, rispetto ad altre idee oscure che vengono in mente sull’origine della montagna di bimbi morti, di una spiegazione tranquillizzante.

 

E forse il punto è proprio questo: la dissonanza cognitiva dei feti morti trovati ovunque sta per finire? Chi lo vuole?

 

Ancora domande, al momento non abbiamo altro. Le più tremende, comunque, al momento ce le teniamo per noi.

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Misteri

Tribunale francese multa due donne che hanno sostenuto che la moglie di Macron sia un uomo

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Un tribunale di Parigi ha multato due donne e ha ordinato loro di pagare 8.000 euro di danni alla moglie del presidente francese Emmanuel Macron, per aver affermato di essere nata uomo.   Le voci hanno avuto inizio nel 2021, quando la sedicente «medium spirituale» Amandine Roy ha intervistato la giornalista indipendente Natacha Rey, la quale ha affermato che Brigitte Macron era nata uomo e si chiamava Jean-Michel Trogneux.   I videoclip dell’intervista circolarono online e, a dicembre, l’hashtag #JeanMichelTrogneux aveva attirato l’attenzione del Paese.

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Madame Macron, il cui cognome da nubile è Brigitte Marie-Claude Trogneux, l’anno successivo fece causa alle due donne, accusandole di diffamazione e violazione della sua privacy.   Giovedì, a Roy e Rey sono state inflitte multe sospese di 500 euro e l’ordine di pagare 8.000 euro di risarcimento alla signora Macron. È stato inoltre ordinato loro di pagare 5.000 € al fratello di lei, l’attuale Jean-Michel Trogneux.   Durante la sua intervista con Roy, la Rey ha affermato di aver trascorso tre anni a fare ricerche sul presunto segreto di Brigitte Macron e che le prove della sua transizione di genere erano conservate in «una busta sigillata depositata presso un avvocato il cui nome è ben noto». Questa informazione sarebbe stata resa pubblica se la Francia avesse introdotto la vaccinazione obbligatoria contro il COVID-19, avrebbe affermato Rey.   «La cosa peggiore» di queste «false informazioni e scenari inventati», aveva detto il presidente Emmanuel Macron ai giornalisti lo scorso anno, è che «la gente finisce per crederci».   Emmanuel Macron aveva già affrontato domande sulla sua relazione con la moglie, che ha 24 anni più di lui ed è la sua ex insegnante. Il presidente francese ha respinto le voci su una sua presunta inclinazione omosessuale durante la campagna elettorale del 2017, definendole «innanzitutto spiacevoli per Brigitte».   Sulla allucinante accusa lanciata contro la première dame Brigittesta tuttavia andando avanti la commentatrice americana Candace Owens, recentemente convertitasi al cattolicesimo.  

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La Owens poche settimane fa ha intervistato nel suo podcast il giornalista che ha ricostruito il caso, Xavier Poussard, che al telefono ha disegnato uno scenario vasto ed inquietante che di celerebbe dietro le apparenze della politica francese, di cui Macron sarebbe solo l’ultima scaturigine.   Il video con l’intervista pare sia stato rimosso da YouTube, e la Owens ne ha dato conto pochi giorni fa, ripostando il video su X e raccontando che apparentemente «non puoi dire “culto satanico” su YouTube». Tale sarebbe «la ragione che mi hanno dato per aver censurato l’intervista».   Su questa storia la stampa internazionale, compresa quella italiana, ha calato il silenzio, appena rotto dalla notizia della condanne delle due donne oggetto di questo articolo.   Sul comportamento bizzarro e pericoloso di Macron negli ultimi mesi Renovatio 21 ha pubblicato alcune ipotesi in linea con elementi del quadro dell’ora presente.

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