Geopolitica
Gli Houthi attaccano tre navi USA e israeliane nel Mar Rosso e tirano giù un drone Reaper
Il movimento ribelle Ansar Allah dello Yemen, noto anche come Houthi, ha attaccato tre navi mercantili statunitensi e israeliane, nonché due cacciatorpediniere statunitensi, nell’Oceano Indiano e nel Mar Rosso, ha detto il portavoce militare Houthi Yahya Saree.
«Le forze navali e missilistiche delle forze armate yemenite hanno condotto tre operazioni congiunte. La prima è stata contro la nave americana Larego Desert nell’Oceano Indiano, la seconda contro la nave israeliana MSC MECHELA nell’Oceano Indiano e la terza contro MINERVA LISA nell’Oceano Rosso. Sea per aver violato il divieto di entrare nei porti della Palestina occupata», ha detto Saree all’emittente Almasirah.
Il portavoce Houthi ha aggiunto che il movimento ha utilizzato i droni per «attaccare con successo» i cacciatorpediniere statunitensi nel Mar Rosso.
???????????? Yemeni Armed Forces
carried out three operations:1) American ship LAREGO DESERT in the Indian Ocean
2) Israeli ship MSC MECHELA in the Indian Ocean
3)The ship (MINERVA LISA) in the Red Sea for violating the decision to ban entry to the ports of occupied Palestine
✌️???????? pic.twitter.com/7FHHQSb3kI
— Ellen Jean Abare (@EllenJeanAbare) May 27, 2024
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Gli Houthi hanno promesso nel novembre 2023 di attaccare qualsiasi nave associata a Israele fino a quando non avrà fermato le azioni militari nella Striscia di Gaza.
Gli attacchi hanno spinto gli Stati Uniti a formare una coalizione multinazionale, di cui fa parte tra gli altri il Regno Unito, per proteggere la navigazione marittima nell’area del Mar Rosso e per colpire obiettivi Houthi a terra.
Nelle ultime ore è emerso un video che dimostrerebbe l’abbattimento da parte delle milizie sciite yemenite di un drone Reaper americano.
Houthi Warriors brought down another US Reaper Drone.
Some analysts had dismissed the Houthis’ ability to take out these highly advanced American pilotless aircraft
This film clarifies the issue. pic.twitter.com/PAsXyt0JdK
— Chay Bowes (@BowesChay) May 29, 2024
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Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa gli Houthi hanno sostenuto di aver effettuato con successo un volo di prova di un missile ipersonica, tecnologia militare di cui l’alleato iraniano dice di essere a disposizione.
Negli scorsi mesi il dipartimento di Stato USA ha formalmente designato Ansar Allah, ossia il movimento degli Houthi yemeniti, come organizzazione terroristica, conferendo a Washington nuovi poteri per contrastare l’accesso del gruppo al sistema finanziario globale.
Come riportato da Renovatio 21, dopo gli attacchi da parte delle forze angloamericane, gli Houthi hanno promesso che i Paesi responsabili avrebbero pagato «un caro prezzo».
Nonostante gli Stati Uniti e i loro alleati abbiano dispiegato una task force navale nell’area per salvaguardare la navigazione, molte compagnie di trasporto merci hanno interrotto il viaggio attraverso il corso d’acqua e hanno invece intrapreso il viaggio molto più lungo e costoso attorno al Capo di Buona Speranza in Africa.
Il mese scorso gli yemeniti sciiti hanno attaccato navi da guerra americane e francesi che incrociavano nell’area.
Come riportato da Renovatio 21, gli Houthi nelle scorse settimane hanno attaccato anche una petroliera russa. Secondo Goldman Sachs i costi del petrolio potrebbero raddoppiare.
A marzo è stato ipotizzato che un collasso di internet a livello globale potrebbe essere stato provocato da un possibile taglio dei cavi sottomarini perpetrato dagli Houthi.
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Immagine screenshot da Twitter
Geopolitica
Trump in pochi giorni ha fatto per la tregua a Gaza più di Biden in un anno e mezzo. Senza essere ancora alla Casa Bianca
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Geopolitica
L’inviato di Trump ha avuto un «incontro teso» con Netanyahu
L’inviato in Medio Oriente del presidente eletto Donald Trump, il miliardario magnate immobiliare Steve Witkoff, ha tenuto un incontro «teso» con il primo ministro Beniamino Netanyahu l’11 gennaio. Lo riporta il Times of Israel, che cita fonti anonime.
Secondo quanto riportato dal giornale israeliano, Witkoff avrebbe «fatto pressioni» sul premier dello Stato Ebraico affinché accettasse i compromessi necessari per garantire un accordo sugli ostaggi entro l’insediamento presidenziale statunitense del 20 gennaio, hanno affermato due funzionari anonimi.
La pressione di Witkoff su Netanyahu sembra aver avuto effetto, con i due funzionari a conoscenza delle negoziazioni che hanno affermato che le lacune chiave sono state colmate durante i colloqui del fine settimana.
Nel frattempo, Al Jazeera ha citato due osservatori informati, uno arabo e l’altro israeliano, che hanno attribuito a Trump il merito di essere il nuovo fattore che ha spinto Israele più vicino a un accordo.
«La differenza principale qui è la nuova variabile che è entrata nell’equazione, ovvero Donald Trump… è chiaramente lui a guidare questo cessate il fuoco», ha detto ad Al Jazeera Mohamad Elmasry, professore di studi sui media al Doha Institute for Graduate Studies. «Ci saranno un sacco di urli e grida da parte dell’amministrazione Biden su come hanno fatto passare questo cessate il fuoco, supponendo che si concretizzi, ma la realtà è che è stato Trump a spingere».
L’esperto del Qatar ha detto che Trump è stato «molto duro» con Netanyahu negli ultimi giorni, citando un video che Trump ha condiviso sulla sua piattaforma Truth Social che mostra l’accademico Jeffrey Sachs che attacca il primo ministro israeliano per la sua visione di politica estera. «Penso che tutti ora siano abbastanza ottimisti sul fatto che riusciremo a tagliare il traguardo», ha detto Elmasry.
Come noto, il Sachs nel video condiviso da Trump chiamava il Netanyahu «deep dark son of a bitch», cioè «figlio di puttana profondamente oscuro».
Trump just posted this link of Jeffery Sachs calling Benjamin Netanyahu “a dark son of a bitch”. Never thought that would happen. Maybe Trump didn’t watch the whole
video (as the piece I’m posting is at the end of the video Trump posted) or there could be some internal… pic.twitter.com/sk6HrPgppZ— Larry McDonald (@FlakesOfGold) January 8, 2025
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Alon Liel, ex direttore generale del ministero degli Esteri israeliano, ha detto che un accordo di cessate il fuoco a Gaza «sembra che accadrà molto presto». «La sensazione è che questa volta non ci sia scelta», ha detto ad Al Jazeera, parlando da Tel Aviv. «Dobbiamo assecondarlo perché la pressione internazionale, o per essere più precisi, la pressione americana, è raddoppiata. Ora ci stanno lavorando due presidenti, Biden e Trump insieme, che fanno pressione… e sembra molto efficace sul nostro governo di destra». C’è un «grande cambiamento» nell’umore di Israele nelle ultime settimane e la politica interna non sembra essere un ostacolo al completamento di un accordo, ha aggiunto Liel.
Come riportato da Renovatio 21, la settimana scorsa il Netanyahu ha annullato il viaggio per la cerimonia di insediamento di Trump.
Come riportato da Renovatio 21, in passato Trump aveva attaccato Netanyahu arrivando a chiederne la sostituzione e ad ipotizzare tagli agli aiuti ad Israele.
Nel contesto di questi commenti aveva rivelato anche dettagli sull’assassinio del generale dei servizi iraniani Qassem Soleimani, suggerendo che fu indotto ad ordinarne la morte dagli israeliani, che poi però si tirarono indietro.
Gli inviti alla moderazione ad Israele e gli attacchi diretti a Netanyahu possono costare a Trump una grossa parte dell’elettorato evangelico USA, portato su posizioni sioniste negli scorsi decenni da una teologia apocalittica che intende accelerare la venuta dell’anticristo e quindi il ritorno di Gesù Cristo.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
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