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Nucleare

Cosa fare in caso di attacco nucleare: imbarazzante pubblicità progresso a Nuova York

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Il dipartimento di gestione della città di Nuova  York City ha pubblicato un utile annuncio di servizio pubblico (PSA) per spiegare come rispondere in caso di attacco nucleare alla Grande Mela.

 

«Sebbene la probabilità che un incidente di armi nucleari si verifichi a New York City o nelle vicinanze sia molto bassa, è importante che i newyorkesi conoscano i passaggi per rimanere al sicuro», afferma la pubblicità progresso dell’ente pubblico.

 

Sono quindi enunciati i tre fondamentali  passaggi:

 

1) Stare in casa

 

2) Rimanere in casa con le finestre chiuse

 

3) Rimanere sintonizzati per notizie e aggiornamenti.

 

 

Hai osservato tutti quei passaggi? «Tutto ok? lo hai fatto», conclude la narratrice, ovviamente una donna di colore con i capelli corti, dimostrando una saggia sicurezza.

 

SCB. Sono cose belle.

 

Sfugge a chi ha realizzato lo spot che già dai primi nanosecondi di un’esplosione nucleare, ovviamente, non c’è più alcuna «casa» in cui entrare. Si più: con il bagliore atomico, spariscono anche quelle stesse persone cui la pubblicità dice di entrare in casa, dal momento che saranno stati tutti vaporizzati dal fuoco termonucleare.

 

«Questo video è uno scherzo? O le persone che pubblicano queste sciocchezze ci credono davvero?». Scrive EIRN. «Il miglior consiglio per stare al sicuro è prevenire la guerra nucleare! È improbabile che New York City realizzi una pubblicità progresso su questo argomento».

 

Si rimane basiti anche dalla caratura estetica del video, dove ogni segno di realistica distruzione atomica è censurato: il filmato sembra quasi una televendita di un mobilificio, che riesce comunque ad allarmare il pubblico, che non può finire a chiedersi: se dopo tanti anni riprendono annunci del genere, c’è un qualche motivo?

 

C’è qualcosa che non ci stanno dicendo?

 

 

 

 

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Nucleare

Shoigu: le forze NATO in Ucraina potrebbero scatenare la Terza Guerra Mondiale nucleare

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Il dispiegamento di truppe straniere in Ucraina potrebbe portare a un conflitto tra Russia e NATO e, in ultima analisi, alla Terza Guerra Mondiale, ha avvertito Sergej Shoigu, ex ministro della Difesa e ora segretario del Consiglio di Sicurezza Nazionale russo, ribadendo chiaramente che la presenza di truppe straniere in Ucraina potrebbe provocare uno scontro che potrebbe potenzialmente sfociare in una guerra nucleare. Lo riporta la stampa russa.

 

Il termine «forze di peacekeeping» viene usato come copertura per il vero obiettivo di stabilire il controllo sull’Ucraina, secondo il funzionario.

 

I vertici della difesa di diversi stati membri della NATO, guidati dalla Gran Bretagna e Francia, hanno discusso l’idea di dislocare una forza di «mantenimento della pace» in Ucraina. Sostengono che le truppe contribuirebbero a una «pace duratura» tra Russia e Ucraina. La Russia ha respinto l’invio di forze NATO o di truppe provenienti da membri del blocco nell’ambito di una «coalizione dei volenterosi» in Ucraina con qualsiasi pretesto.

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In un’intervista pubblicata giovedì dall’agenzia russa TASS lo Shoigu ha affermato che la presenza di «forze di pace» straniere sui «territori storici della Russia» potrebbe provocare uno scontro diretto tra Mosca e la NATO, che potrebbe degenerare in una terza guerra mondiale. Secondo lui, questo rischio è riconosciuto dai «politici ragionevoli in Europa».

 

Shoigu ritiene che il termine «forze di pace» venga usato per mascherare il vero obiettivo di ottenere il controllo del territorio ucraino e delle sue risorse, sostenendo che sarebbe più corretto descrivere tale forza come «invasori» o «occupanti».

 

Shoigu ha anche osservato che la Russia si era opposta alla presenza di forze militari NATO in Ucraina ancor prima dell’inizio delle ostilità. Uno dei motivi principali per cui la Russia ha lanciato la sua operazione militare nel febbraio 2022 è stata la minaccia di un dispiegamento di infrastrutture militari NATO in Ucraina, ha affermato.

 

Secondo Shoigu, prima dello scoppio delle ostilità, Londra stava costruendo una base navale nella città di Ochakov, nella regione ucraina di Nikolaev. La struttura veniva utilizzata per addestrare le forze speciali navali ucraine e fungeva da piattaforma per condurre operazioni contro la Russia, ha affermato il già ministro della Difesa.

 

Lo scorso gennaio, Kiev e Londra hanno firmato l’accordo di partenariato centenario, che si impegna a valutare la creazione di infrastrutture di difesa in Ucraina, tra cui basi militari, hub logistici e depositi di attrezzature.

 

Il primo ministro britannico Keir Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron hanno dichiarato il mese scorso di essere pronti a guidare una coalizione di paesi europei per supportare Kiev con forze di terra e aerei, se e quando l’Ucraina e la Russia raggiungeranno un cessate il fuoco.

 

Mosca ha messo in guardia contro l’invio di forze di peacekeeping non autorizzate in Ucraina, affermando che sarebbero considerate obiettivi legittimi. Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha affermato che i piani occidentali di inviare forze di peacekeeping in Ucraina miravano a rafforzare una presenza anti-russa nel Paese, piuttosto che a perseguire un vero accordo.

 

Mosca si riserva il diritto di lanciare un attacco nucleare in risposta a un’aggressione militare occidentale, ha avvertito Sergej Shoigu, segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale russo, citando gli emendamenti apportati lo scorso anno alla dottrina nucleare del Paese.

 

 

Come riportato da Renovatio 21, Mosca ha aggiornato la sua dottrina nucleare lo scorso novembre, in seguito alle deliberazioni dei sostenitori dell’Ucraina sulla possibilità di consentire o meno a Kiev di utilizzare missili a lungo raggio forniti dall’Occidente per colpire obiettivi nelle profondità della Russia.

 

Il presidente russo Vladimir Putin ha ampliato l’elenco delle condizioni che potrebbero innescare una risposta nucleare. Tra queste, rientrano gli scenari in cui l’aggressione da parte di uno Stato non nucleare o di un gruppo di Stati, supportati da uno Stato nucleare, potrebbe essere considerata un «attacco congiunto».

 

La dottrina nucleare russa aggiornata, tuttavia, descrive le armi nucleari come «una misura estrema e forzata» e sottolinea l’obiettivo di Mosca di prevenire le tensioni. Mosca «non brandisce» armi nucleari, aveva detto Putin. Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov a inizio conflitto aveva detto pubblicamente che l’operazione militare speciale di Mosca serviva ad impedire la guerra nucleare.

 

Come riportato da Renovatio 21, ad ogni modo negli scorsi mesi il presidente russo Vladimiro Putin ha dichiarato il potenziamento dell’arsenale atomico del Paese.

 

L’avvertimento giunge nel bel mezzo delle discussioni in Europa occidentale su un possibile dispiegamento di truppe in Ucraina come parte di un possibile accordo di pace, nonché sul piano dell’UE di rimilitarizzare il blocco.

 

Secondo il capo della sicurezza russa, Mosca «sta monitorando attentamente i preparativi militari dei paesi dell’UE». Le armi nucleari potrebbero essere utilizzate «in caso di aggressione» contro la Russia o la Bielorussia, anche in risposta ad attacchi con armi convenzionali, ha affermato Shoigu.

 

 

L’ex ministro anche preso atto delle richieste di Francia e Regno Unito di inviare truppe in Ucraina in seguito a un possibile cessate il fuoco. Mosca ha ripetutamente messo in guardia contro tali misure, affermando che la presenza di personale militare non autorizzato in Ucraina sarebbe considerata un obiettivo legittimo.

 

Da allora le forze ucraine hanno condotto numerosi attacchi a lungo raggio nel profondo territorio russo, utilizzando armi fornite dall’Occidente.

 

Nonostante il processo di pace in corso nel conflitto ucraino mediato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, l’UE si è impegnata a continuare a fornire armi a Kiev e ha adottato misure per militarizzarsi, anche approvando il piano «ReArm Europe» da 800 miliardi di euro.

 

Come riportato da Renovatio 21, vi sono persino membri delll’europarlamento in quota SPD (i socialisti tedeschi) che parlano apertis verbisdi riarmo atomico dell’Europa, argomento rimasto tabù per 80 anni.

 

Come riportato da Renovatio 21, ci sono dentro la Russia voci insistenti che chiedono di cambiare la dottrina nucleare di Mosca. L’ex consigliere per la politica estera del vice capo dell’amministrazione presidenziale russa, Sergej Karaganov ha dichiarato che la Russia dovrebbe rivedere la propria dottrina nucleare e abbassare la soglia nucleare per dissuadere l’Occidente dal perseguire politiche sconsiderate.

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Il politologo, membro onorario del presidio del Consiglio Russo per la Politica Estera e di Difesa (SVOP), in passato ha più volte sollevato in diversi articoli la questione delle armi nucleari e ha suggerito alla Russia di prendere in considerazione la possibilità di effettuare, prima o poi, attacchi nucleari preventivi contro obiettivi in ​​Europa.

Come riportato da Renovatio 21, a poche ore dall’inizio del conflitto, quando l’escalation sembrava inevitabile, Putin disse ai giornalisti occidentali che i loro Paesi stavano venendo trascinati in una guerra nucleare in Europa che non avrebbe avuto vincitori. Nessuno dei nostri giornali riportò l’importanza di questa dichiarazione.

 

Tre settimane fa Theodor Posto, professore emerito del MIT e massimo esperto mondiale di armi atomiche, ha ribadito un concetto che era chiaro durante la Guerra Fredda, ma che ora nell’era della demenza di Biden e dei suoi pupari sembra sfumato: nessuno può vincere una guerra atomica.

 

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0).

 

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Cina

La Cina testa una bomba all’idrogeno non nucleare

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Ricercatori cinesi hanno testato con successo una bomba all’idrogeno non nucleare che ha creato una palla di fuoco prolungata, superando di gran lunga gli esplosivi tradizionali. Lo riporta il giornale di Hong Kong South China Morning Post.   In un articolo di domenica, il quotidiano ha citato lo studio dei ricercatori pubblicato il mese scorso su di una rivista in lingua cinese specializzata in missili. Secondo il rapporto, un team del 705 Research Institute della China State Shipbuilding Corporation (CSSC) – un attore chiave nei sistemi d’arma subacquei – ha sviluppato una bomba da 2 kg composta principalmente da idruro di magnesio, con esplosivi convenzionali come catalizzatore.   In un test sul campo, il dispositivo avrebbe generato una palla di fuoco con temperature superiori a 1.000 gradi centigradi che è durata più di due secondi, ovvero «15 volte di più» di quanto sia in grado di produrre una «esplosione equivalente di TNT».  
 

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Nella reazione, l’idruro di magnesio, un composto originariamente sviluppato come combustibile efficiente, rilascia rapidamente l’idrogeno gassoso immagazzinato, provocando una fiammata prolungata.   Si ritiene quindi che il potere distruttivo del nuovo ordigno esplosivo non risieda nella pressione dell’esplosione, bensì nella capacità di generare calore estremo.   Il South China Morning Post cita Wang Xuefeng, ricercatore scientifico del CSSC, il quale ha spiegato che le sue proprietà consentono anche un «controllo preciso dell’intensità dell’esplosione, ottenendo facilmente la distruzione uniforme di bersagli su vaste aree».   Se completamente sviluppato, il metodo potrebbe presumibilmente dare vita a un’arma simile a un dispositivo termobarico, ideale per annientare strutture difensive e veicoli blindati.   Mentre in passato la produzione di idruro di magnesio era per lo più su piccola scala e piuttosto complicata, di recente la Cina ha sviluppato un metodo di produzione più economico e sicuro e ha costruito un impianto in grado di produrre 150 tonnellate di composto all’anno.   Come riportato da Renovatio 21, la Cina è impegnata nella collaborazione per il nucleare civile con Paesi africani come la Nigeria e il Sudan. Il Dragone persegue da anni sviluppi nella fusione e altre innovazioni come le centrali al torio, ma anche l’utilizzo del plasma.   Secondo una notizia del mese scorso, la Cina costruirà un reattore a fusione-fissione entro il 2030. Ad inizio anno era merso che la Cina aveva triplicato le importazioni di uranio dalla Russia.   Il Pentagono ritiene che la Cina stia espandendo «rapidamente» il suo arsenale atomico. Di contro, Pechino l’anno passato ha dichiarato che gli USA sono «la più grande minaccia nucleare».

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Nucleare

Tucker Carlson: i leader occidentali ciechi «vaporizzeranno le popolazioni»

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Il giornalista Tucker Carlson, intervistando ieri il celebre collega Alex Jones, ha insistito sul pericoloso stato di fantasia dell’élite occidentale, i cui membri sono incapaci di riconoscere la realtà in Ucraina.

 

«Abbiamo appena perso una guerra con la Russia. Erano gli Stati Uniti a condurre quella guerra – l’esercito americano, il Pentagono, il Dipartimento di Stato, la CIA – a condurre la guerra contro la Russia. No… non si trattava mai dell’Ucraina».

 

Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni fa perfino il New York Times è stato disposto ad ammetterlo: la guerra contro la Russia era condotta da uomini e mezzi USA.

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Il Carlson ha affermato che dietro la cecità dei politici americani si cela l’arroganza, la riluttanza a riconoscere di aver «perso una guerra con la Russia». Il celebre ex conduttore di Fox News ha espresso la preoccupazione che «nessuno lo dirà ad alta voce: che stiamo sopravvalutando il nostro potere», paragonando gli Stati Uniti a un sessantenne divorziato che cerca di corteggiare donne di venticinque anni, ignaro di quanto assurdo e autoumiliante appaia loro.

 

«Questa si chiama arroganza, ed è così che gli imperi vengono distrutti e le popolazioni vaporizzate». È stata affrontata la questione del rischioso gioco d’azzardo con uno scontro nucleare.

 

Alex Jones ha citato l’esempio dell’attore Sean Penn che ha semplicemente liquidato il rischio, e ha aggiunto che molti di coloro che sostengono il sostegno incondizionato a Kiev sono «militarmente ignoranti». Lo scenario strategico operativo è definito «Distruzione Mutua Assicurata» per un motivo, ha detto.

 

Il Carlson ha citato una recente valutazione del Pentagono secondo cui la decisione di consentire all’Ucraina di lanciare missili occidentali a lungo raggio più in profondità nella Russia comportava un rischio del 50% di un’escalation verso una guerra nucleare. Eppure quella decisione è stata presa. Ha sottolineato che qualsiasi politico che si senta a suo agio con tali probabilità dovrebbe essere «in prigione per pazzi criminali».

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