Nucleare
Cosa fare in caso di attacco nucleare: imbarazzante pubblicità progresso a Nuova York
Il dipartimento di gestione della città di Nuova York City ha pubblicato un utile annuncio di servizio pubblico (PSA) per spiegare come rispondere in caso di attacco nucleare alla Grande Mela.
«Sebbene la probabilità che un incidente di armi nucleari si verifichi a New York City o nelle vicinanze sia molto bassa, è importante che i newyorkesi conoscano i passaggi per rimanere al sicuro», afferma la pubblicità progresso dell’ente pubblico.
Sono quindi enunciati i tre fondamentali passaggi:
1) Stare in casa
2) Rimanere in casa con le finestre chiuse
3) Rimanere sintonizzati per notizie e aggiornamenti.
Hai osservato tutti quei passaggi? «Tutto ok? lo hai fatto», conclude la narratrice, ovviamente una donna di colore con i capelli corti, dimostrando una saggia sicurezza.
SCB. Sono cose belle.
Sfugge a chi ha realizzato lo spot che già dai primi nanosecondi di un’esplosione nucleare, ovviamente, non c’è più alcuna «casa» in cui entrare. Si più: con il bagliore atomico, spariscono anche quelle stesse persone cui la pubblicità dice di entrare in casa, dal momento che saranno stati tutti vaporizzati dal fuoco termonucleare.
«Questo video è uno scherzo? O le persone che pubblicano queste sciocchezze ci credono davvero?». Scrive EIRN. «Il miglior consiglio per stare al sicuro è prevenire la guerra nucleare! È improbabile che New York City realizzi una pubblicità progresso su questo argomento».
Si rimane basiti anche dalla caratura estetica del video, dove ogni segno di realistica distruzione atomica è censurato: il filmato sembra quasi una televendita di un mobilificio, che riesce comunque ad allarmare il pubblico, che non può finire a chiedersi: se dopo tanti anni riprendono annunci del genere, c’è un qualche motivo?
C’è qualcosa che non ci stanno dicendo?
Economia
Il pericolo di guerra nucleare è dovuto al crollo finanziario sistemico: ex parlamentare messicano
In un documento preparato per il 28° Seminario Internazionale «Partiti e Nuova Società», tenutosi dal 26 al 28 settembre a Città del Messico, Benjamin Robles, un importante ex senatore ed ex membro del Congresso messicano, attualmente membro della Commissione Politica Nazionale del Partito dei lavoratori (PT), ha denunciato il pericolo di una guerra nucleare che minaccia l’umanità e ha sostenuto che ciò è dovuto «all’inevitabile disintegrazione finanziaria» del sistema speculativo occidentale. Lo riporta EIRN.
Per affrontare questi pericoli gemelli, Robles ha proposto «l’implementazione di una nuova architettura finanziaria mondiale … [e] un nuovo ordine di sicurezza su scala globale». Robles all’inizio di quest’anno aveva pubblicato una lettera aperta su carta intestata della Camera dei Deputati intitolata «più urgente che mai: fermare il pericolo di una guerra nucleare!».
Nel suo discorso preparato per la conferenza a cui hanno partecipato rappresentanti di 134 partiti da 55 paesi, Robles ha iniziato affermando che «ciò che è in atto è il processo di disintegrazione del sistema finanziario del dollaro, che minaccia la pace nel mondo». L’ex membro del senato messicano ha osservato che le discussioni sulla «possibilità di attaccare la Russia con missili a lungo raggio … fanno parte di uno scenario molto pericoloso che indica uno scontro nucleare».
«Perché l’oligarchia dei rentier vuole usare la carta della guerra in questo momento?» ha chiesto. «Beh, oltre a voler restare al potere per altri mille anni, la ragione sta nell’inevitabile disintegrazione finanziaria e, d’altra parte, nell’audace e creativa emergenza della “multipolarità” composta dal Sud del mondo, dalle nazioni BRICS e da quei paesi che fanno parte della Belt and Road Initiative e di tutti i nuovi meccanismi di collaborazione».
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Dopo aver approfondito le cause della crisi finanziaria Robles si è concentrato sulle soluzioni.
«Vorrei sottolineare la mia proposta a questo proposito, che è la creazione di una Nuova Architettura Finanziaria Mondiale. Non è una de-dollarizzazione fine a se stessa, senza proporre un’alternativa. Bisogna fare molta attenzione», ha sottolineato. L’ex senatore ha poi lanciato un appello per un «Programma di Azione Minimo» che comprendesse:
«1. Una mobilitazione di massa mondiale a favore della pace e del progresso di tutte le nazioni».
«2. Implementazione di una nuova architettura finanziaria mondiale».
«3. Attuazione di un nuovo ordine di sicurezza su scala mondiale».
«4. Una riorganizzazione delle Nazioni Unite per la costruzione della pace».
«A tal fine, dovrebbe essere creato un gruppo di lavoro per raggiungere accordi globali con i paesi del Sud del mondo, i BRICS e la regione latinoamericana in quanto tale».
Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato il Messico, sotto il presidente Andres Manuel Lopez Obrador (AMLO) ha rinunciato all’adesione ai BRICS. Quattro mesi fa è stata eletta presidente Claudia Sheinbaum, una scienziata del clima ebrea pro-LGBT nota, tra le altre cose, per aver demolito una chiesa.
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Nucleare
Parlamentare ex generale russo delinea le condizioni per un possibile attacco nucleare
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Nucleare
Medvedev al generale estone: le nucleari tattiche trasformano chi attacca la Russia in una macchia
I piccoli membri della NATO che sognano di attaccare la Russia dovrebbero sapere che l’articolo 5 non è efficace contro le armi nucleari tattiche, ha affermato il vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Demetrio Medvedev.
L’ex presidente e primo ministro russo ha commentato le recenti dichiarazioni del generale estone in merito agli attacchi «preventivi» contro la Russia al servizio degli obiettivi della NATO.
«Più lo Stato è sciocco, maggiore è l’arroganza dei suoi singoli, folli leader», ha detto Medvedev ai giornalisti venerdì. «Le persone dovrebbero tenere conto solo di una cosa: se la Russia dovesse usare, diciamo, armi nucleari tattiche contro uno Stato che si permette tali dichiarazioni, non ne rimarrà altro che una macchia».
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L’Estonia potrebbe sferrare «il primo colpo» in caso di una minaccia percepita dalla Russia, aveva detto a Vikerraadio a metà settembre il maggiore generale Vahur Karus, capo del quartier generale congiunto delle Forze di difesa estoni. «Non possiamo semplicemente aspettare di essere colpiti con una mazza e dobbiamo essere in grado di fare alcune cose prima», ha detto, aggiungendo che la «capacità di attacco profondo della sua nazione è pienamente parte dei piani NATO odierni».
Secondo il generale, Tallinn potrebbe dover «occuparsi di certi obiettivi» per dare agli altri membri della NATO il tempo di «arrivare e fare i passi successivi».
«Certo, l’articolo 5 del Trattato di Washington potrebbe essere applicato, ma lo Stato non esisterà più», ha aggiunto Medvedev, riferendosi alla famosa disposizione di difesa reciproca della NATO.
Medvedev ha parlato al poligono missilistico di Kapustin Yar, nella regione di Astrakhan, dove l’aeronautica militare russa testa tecnologie missilistiche all’avanguardia.
Come riportato da Renovatio 21, all’inizio di questa settimana, il presidente russo Vladimir Putin aveva svelato i cambiamenti alla dottrina nucleare di Mosca in una riunione del Consiglio di sicurezza della nazione, alla presenza di Medvedev. Ampiamente considerata come un messaggio agli Stati Uniti e ai suoi alleati, così come all’Ucraina, la dottrina aggiornata consentirebbe alla Russia di schierare il suo deterrente nucleare in caso di un attacco convenzionale da parte di uno stato sostenuto da una potenza nucleare.
Il capo dello Stato maggiore estone, il generale di divisione Vahur Karus, ha dichiarato la scorsa settimana che i nuovi piani di emergenza della NATO per un conflitto con Mosca prevedevano che lo Stato baltico lanciasse un attacco oltre confine.
«Le nostre capacità di attacco a lungo raggio sono pienamente prese in considerazione nei piani della NATO, e la NATO ci dice che dobbiamo occuparci di determinati obiettivi [in Russia], ed è allora che possono venire [in Estonia] e fare i passi successivi», ha dichiarato il Karus all’emittente statale estone ERR.
Il generale Karus ha descritto la nuova missione come un «cambiamento fondamentale» nella dottrina militare dell’Estonia, sottolineando che prima del conflitto in Ucraina il blocco guidato dagli Stati Uniti si aspettava che lo Stato baltico avrebbe resistito per circa 10 giorni prima di poter ottenere rinforzi dalla NATO.
L’ex repubblica sovietica ha aderito all’organizzazione nel 2004 ed è stata uno dei più accaniti sostenitori dell’Ucraina nel conflitto con la Russia.
Come riportato da Renovatio 21, mesi fa Mosca si è opposta alla nomina del premier estone Kaja Kallas a responsabile della politica estera UE, ritenendola una «russofoba rabbiosa».
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La Kallas aveva dichiarato un mese fa che Paesi NATO stanno già addestrando truppe in Ucraina. Si tratta di una delle poche figure europee a essersi schierata apertamente con il presidente francese Emmanuel Macron, il quale in questi mesi ha enigmaticamente iniziato a dire che non si può escludere un dispiegamento formale di truppe NATO in Ucraina per impedire una vittoria russa nel conflitto, affermando oscuramente che questa politica mantiene Mosca nel dubbio sulle intenzioni del blocco.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato la Kallas è stata investita da uno grave scandalo che ha coinvolto suo marito, con media estoni che hanno riferito come l’azienda di logistica del consorte presidenziale abbia continuato ad operare in Russia dopo lo scoppio del conflitto tra Kiev e Mosca lo scorso febbraio. La presidente, nota come falco-anti russo inflessibile, aveva insistito pubblicamente sul fatto che «tutti gli affari con la Russia devono cessare» finché i combattimenti continuano.
Nonostante la tempesta mediatica la Kallas disse che non aveva intenzioni di dimettersi.
Come riportato da Renovatio 21, l’Estonia si sta preparando a testare una serie di prototipi di bunker, destinati a far parte di una linea di fortificazione lungo il confine di 294 chilometri con la Russia.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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