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Epidemie

Bill e Melinda Gates hanno fatto scorte di cibo in previsione di una pandemia

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Come vi abbiamo già scritto, molti tra le élite si stavano preparandosi per una crisi come questa.

 

I ricchi americani, specie quelli del settore tecnologico e dell’alta finanza, sono diventati prepper, survivalist: persone che si preparano a sopravvivere al collasso della Civiltà.

 

La cosa è nota e Renovatio 21 nel suo piccolo ha offerto la sua visione e i suoi consigli.

La famiglia Gates è una famiglia prepper. Con il vantaggio che dell’epidemia Bill e Melinda parlavano da anni non solo a cena

 

Tuttavia si rimane sbalorditi nell’apprendere che Bill e Melinda Gates hanno immagazzinato  cibo in anticipo riponendo le scorte «in cantina», come dei survivalisti apocalittici qualunque.

 

Insomma: la famiglia Gates è una famiglia prepper. Con il vantaggio che dell’epidemia Bill e Melinda parlavano da anni non solo a cena.

 

Lo apprendiamo da una recente intervista alla BBC.

«Assolutamente sì, abbiamo messo via il cibo nello scantinato in caso di bisogno»

 

 

L’intervistatrice dell’emmittente pubblica inglese ha davanti a sé Melinda, moglie di Bill Gates e cofondatrice della Fondazione che ha preso il centro della scena mondiale per la sua preveggenza della Pandemia e per i miliardi elargiti all’OMS e a enti di vaccinazione universale.

 

«Nei vostri termini, essendo Lei e Bill così famigliari con questa cosa, vi siete in qualche modo preparati? Sono rimasta colpita quando ho rivisto  il discorso di Bill del 2015, quando ha fatto roteare quel barile sul palco e ha detto: “Quando ero giovane, il nucleare era una specie di minaccia, tutti erano molto preoccupati per le bombe… e avevamo questa botte nel nostro seminterrato dove in caso saremmo dovuti andare a mangiare» 

 

«Abbiamo fatto un po ‘di preparazione, sì» dice Melinda Gates.

«Beh, un certo numero di anni fa ne abbiamo discusso: E se non ci fosse acqua pulita? E se non ci fosse più abbastanza cibo? Dove andremo, cosa faremo come famiglia?»

 

«Assolutamente sì, abbiamo messo via il cibo nello scantinato in caso di bisogno… Ora siamo tutti nella stessa situazione… non ci sono strumenti, non c’è niente che avremmo potuto fare  per preparare noi stessi, nessun farmaco o vaccino in particolare».

 

«Come fa una coppia come voi, che ha questa intuizione, come ti prepari?» chiede l’intervistatrice, citando i casi di acquisti nel panico nei supermercati del Regno Unito.

 

«Beh, un certo numero di anni fa ne abbiamo discusso: E se non ci fosse acqua pulita? E se non ci fosse più abbastanza cibo? Dove andremo, cosa faremo come famiglia?» risponde la signora Gates. «Ma lasciamo queste preparazioni
al nostro privato».

 

L’intervistatrice britannica le chiede se le mascherine resteranno per un po’.

 

La cofondatrice della Fondazione Gates aggiunge che la situazione potrebbe durare 18 mesi o forse due anni

«È molto probabile – risponde la moglie di Bill Gates – lo stiamo vedendo in Cina e Corea, la gente indossa le maschere in pubblico». Melinda quindi afferma che non solo lei indossa la mascherina all’aperto, ma anche i suoi figli.

 

La cofondatrice della Fondazione Gates aggiunge che la situazione potrebbe durare 18 mesi o forse due anni, senza specificare da chi ha preso quest’idea durissima, che sta molto circolando: un lockdown in qualche modo esteso sino al 2022, o oltre.

 

Una tempistica forse calcata sulle più rosee aspettative sulla produzione di vaccini autorizzati, anche se non mancano le fughe in avanti con molti, compresi il presidente Trump, a dichiarare che la siringa sarà pronta per l’autunno.

 

 

 

 

 

Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)  Immagine modificata con filtro

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Epidemie

Batteri mortali resistenti ai farmaci prosperano nei campi di battaglia dell’Ucraina

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I professionisti sanitari in Ucraina hanno lanciato l’allarme per il batterio mortale chiamato Klebsiella pneumoniae.

 

Lo considerano un batterio «ipervirulento» che è «pandrug-resistent» (PRD), cioè resistente ad ogni farmaco, il che significa che nessun antibiotico può fermarlo.

 

Tutte le zone di combattimento in tutto il mondo sono terreni fertili per la resistenza antimicrobica, poiché proiettili e schegge possono trasportare agenti patogeni in profondità nel corpo, ma in Ucraina, gli antibiotici più potenti al mondo spesso non hanno alcun effetto.

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«È sorprendente quanto siano incredibilmente resistenti alcuni dei batteri provenienti dall’Ucraina. Non ho mai visto niente del genere», afferma Jason Bennett, direttore del Multidrug-Resistant Organism Repository and Surveillance Network presso il Walter Reed Army Institute of Research (WRAIR), secondo Science.org sito dell’American Association for the Advancement of Science.

 

I ricercatori hanno scoperto che i batteri resistenti hanno un enzima chiamato NDM-1 che produce un biofilm di tipo muco in grado di proteggere i batteri.

 

L’80% del microbo Klebsiella trovato in Ucraina trasporta l’enzima NDM-1, un tasso 10 volte superiore rispetto al resto d’Europa. L

 

‘Ucraina ha un tasso più alto di antibiotico-resistenza dovuto in parte a decenni di uso eccessivo di antibiotici, che possono essere acquistati senza ricetta. C’è anche stata una pratica comune di cliniche in Ucraina che prescrivono piccole dosi di antibiotici. Questo non uccide i batteri presi di mira, ma consente ai batteri di adattarsi.

 

I tassi elevati di antibiotico-resistenza in Ucraina sono iniziati nel 2014, quando sono iniziati i combattimenti nella regione del Donbass. Circa il 20% delle infezioni ospedaliere in Ucraina ora coinvolge batteri resistenti e la Klebsiella è la forma più comune.

 

Negli Stati Uniti un paziente che combatte un’infezione resistente può aspettarsi una stanza privata per l’isolamento e un team di assistenza dedicato, ma in Ucraina i pazienti il sistema sanitario è intasato. Gli ospedali non hanno sufficienti scorte di acqua e alcol per la sterilizzazione e subiscono frequenti interruzioni di corrente.

 

È riportato che un ospedale in Ucraina è riuscito a salvare 50 pazienti somministrando azitromicina e meropenem, che distruggono il biofilm che protegge i batteri, consentendo agli antibiotici di fare effetto.

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Immagine di NIAID via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

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Armi biologiche

Gli USA hanno avuto un ruolo «sostanziale» nel causare la pandemia COVID: ex capo del CDC

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Robert Redfield, ex direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) degli Stati Uniti, ha affermato che il COVID-19 è stato sviluppato artificialmente e che gli Stati Uniti hanno avuto un ruolo «sostanziale» nell’avvio della pandemia.   Redfield, che ha guidato l’agenzia sotto l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha rilasciato questa affermazione in un’intervista rilasciata il 14 novembre, ma ha attirato l’attenzione dei media solo questa settimana.   Parlando con l’autore e podcaster Dana Parish, ha suggerito che il virus è stato «intenzionalmente progettato come parte di un programma di biodifesa».

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«Quando si guarda alla responsabilità della Cina, la loro responsabilità non sta nel lavoro di laboratorio e nella creazione del virus», ma nella loro incapacità di segnalare rapidamente l’incidente alle autorità sanitarie di tutto il mondo, incluso il CDC, quando si sono resi conto che il virus era in circolazione, ha detto.   Tuttavia, il ruolo degli Stati Uniti «è stato sostanziale», ha aggiunto. «Hanno finanziato la ricerca, sia dal NIH [National Institutes of Health], sia dall’USAID del Dipartimento di Stato che dal Dipartimento della Difesa».   Secondo l’ex direttore del CDC, la «mente scientifica dietro la ricerca» era il dottor Ralph Baric, ampiamente considerato uno dei massimi esperti mondiali di coronavirus.   Redfield ha suggerito che il professore, che lavora presso l’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill, era «molto coinvolto in questa ricerca».   «Penso che abbia probabilmente contribuito a creare parte della linea virale originale», ha detto Redfield, ammettendo di non avere prove. «Penso che ci sia una possibilità reale che il luogo di nascita del virus sia Chapel Hill».   Redfield in precedenza aveva affermato che la pandemia di COVID-19, che ha ucciso più di sette milioni di persone in tutto il mondo e causato una crisi economica globale, è iniziata molto probabilmente con una fuga di notizie da un laboratorio a Wuhan, in Cina, e aveva suggerito che il dibattito sulle origini del virus era stato «stroncato». L’ex vertice del CDC ha anche criticato l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per non aver ritenuto Pechino responsabile.   Le prime esternazioni sulla natura artificiale del virus COVID erano state fatte da Redfield già due anni fa. Nel 2023 Redfield aveva dichiarato pubblicamente che la versione di Fauci sull’origine del COVID era «antitetica alla realtà» e di non aver «nessun dubbio» che Fauci abbia finanziato la ricerca Gain of Function che può aver portato alla pandemia.

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Più di recente Redfield ha dichiarato che gli esperimenti di guadagno di funzione causeranno una prossima pandemia «molto più brutale» di quella del coronavirus.   Come riportato da Renovatio 21, mesi fa il Redfield aveva dichiarato che era ora di ammettere gli «effetti collaterali significativi» dei vaccini COVID: ex direttore CDC.   Per aver riportato che la teoria secondo cui il COVID poteva essere una bioarma, nel 2021 Renovatio 21 è stata bannata da Facebook. Tre mesi fa il CEO della piattaforma Marco Zuckerberg ha ammesso di aver censurato tutti nell’espressione di idee simili, pure sottoforma di satira. Non è chiaro se ora vi saranno per lui conseguenze, anche se, in altri frangenti, il presidente Trump ha parlato per lui di ergastolo.

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Epidemie

Il ministero ruandese dice che anche il Marburg viene da una grotta di pipistrelli in Africa

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Il Ruanda ha individuato la fonte di un’epidemia del mortale virus Marburg, collegandola all’attività mineraria in una grotta abitata da pipistrelli della frutta.

 

Durante una conferenza stampa tenutosi giovedì, il ministro della Salute ruandese Sabin Nsanzimana ha confermato che il caso iniziale del virus, noto come «caso indice», è probabilmente emerso da un sito minerario, sottolineando l’importanza di ridurre al minimo l’interazione umana con i pipistrelli.

 

L’epidemia, iniziata meno di un mese fa, ha causato 64 casi confermati e 15 decessi, secondo un rapporto del ministero della Salute ruandese pubblicato su X.

 


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Le autorità sanitarie hanno immediatamente sospeso tutte le attività minerarie nella grotta e stanno eseguendo controlli sanitari sui minatori che potrebbero essere stati esposti.

 

«Abbiamo riunito diversi team di veterinari, epidemiologi, sorveglianza genomica e diagnostica di laboratorio, per testare questi animali e anche le persone», ha affermato il ministro della Salute. «È molto importante per la comunità scientifica studiare la prospettiva degli animali e degli esseri umani, ma anche l’ambiente».

 

Il governo ha avviato una campagna di vaccinazione mirata per gli operatori sanitari e per chi vive in zone ad alto rischio, con oltre 1.300 persone vaccinate.

 

Quello della grotta con i pipistrelli è oramai da considerarsi un archetipo delle spiegazioni sulle origini naturali di un virus. Il Marburg negli anni Ottanta era già stato ricondotto alla caverna Kitum, in Kenya, dove due visitatori contrassero il morbo. La grotta sarebbe stata considerata anche come possibile luogo di origine dell’Ebola. Come noto, grotte e pipistrelli sono svolazzati anche nelle prime spiegazioni sulle origini del COVID.

 

La malattia da virus di Marburg, precedentemente nota come febbre emorragica di Marburg e identificata per la prima volta nel 1967 in seguito a focolai simultanei a Marburg, in Germania, e a Belgrado, in Serbia, è una malattia altamente infettiva con sintomi simili all’Ebola, che includono nausea, vomito, mal di gola e forti dolori addominali, che possono portare a emorragie fatali.

 

Il Marburg si diffonde attraverso il contatto con fluidi corporei infetti o superfici contaminate. Sebbene i casi rimangano rari, precedenti focolai in Africa hanno dimostrato il grave impatto del virus, con tassi di mortalità che in genere vanno dal 24% all’88%.

 

Il virus ha colpito varie regioni dell’Africa negli ultimi anni. Nel 2023, Tanzania e Guinea Equatoriale hanno segnalato focolai di Marburg, mentre il Ghana ha sperimentato un focolaio nel 2022 e l’Uganda ha registrato tre decessi a causa del virus nel 2017.

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Come riportato da Renovatio 21, vi era stato allarme alla stazione di Amburgo pochi giorni fa quando due persone provenienti dal Ruanda avevano mostrato dei sintomi mentre erano in treno. La banchina di arrivo del treno era stata quindi isolata dalle autorità tedesche.

 

Secondo quanto riportato in seguito dalla stampa tedesca, i due – un dottore e la sua ragazza – sarebbero poi risultati negativi.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’OMS aveva dichiarato un focolaio di Marburg in Ghana due anni fa, per poi convocare una riunione «urgente» sulla diffusione del virus. La Russia sta sviluppando un vaccino contro il morbo.

 

Tre anni fa il dottor Robert Malone, pioniere del vaccino mRNA, in una trasmissione di Steve Bannon parlò di un possibile «super virus» cinese da «febbre emorragica simile all’Ebola» che poteva derivare dalla vaccinazione di massa.

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