Ospedale
«Assassinata nel reparto COVID dell’ospedale»: scompiglio per una lapide in Israele
Israele su di giri per una lapide.
La scritta tombale accusa un ospedale di aver ucciso una donna morta di coronavirus il mese scorso, La lapide ora è stata coperta dalla famiglia della defunta dopo che l’ospedale ha presentato una denuncia alla polizia. Lo riporta il quotidiano israeliano Times of Israel.
L’epitaffio sostiene che la signora Rachel Reish sarebbe stata «uccisa nel reparto coronavirus dell’ospedale Beilinson» e chiede a Dio di «vendicare il suo sangue», una frase ebraica comune generalmente usata per le vittime di omicidio.
L’epitaffio sostiene che la signora Rachel Reish sarebbe stata «uccisa nel reparto coronavirus dell’ospedale Beilinson» e chiede a Dio di «vendicare il suo sangue»
L’immagine della lapide si è diffusa sui media israeliana a inizio settimana. L’ospedale ha subito iniziato il lavoro con gli avvocati.
«L’ospedale è scioccato dall’iscrizione sulla lapide ed è disgustato dalle parole severe e istiganti, che non hanno alcun fondamento fattuale», si legge in una nota del nosocomio israelita.
Una lettera di 5 pagine da parte dell’ospedale sarebbe stata recapitata al vedovo, Shlomo Reish. Vi sarebbe la minaccia di procedere per vie legali qualora la lapida non fosse cambiata entro 72 ore.
Il vedovo ora ha dichiarato di essersi opposto all’epitaffio prima che gli pervenisse la minaccia legale dell’ospedale. Nel frattempo ha pure coperto le frasi di accusa con una lastra di marmo.
«Non l’ho scritto io, ero contrario e abbiamo litigato con mio genero quando abbiamo capito cosa voleva scrivere», ha detto Shlomo alla radio 103FM all’inizio di questa settimana.
Tuttavia, Shlomo ha dichiarato di avere ancora lamentele sulle cure che sua moglie (che non risulterebbe essersi vaccinata) ha ricevuto all’ospedale di Beilinson. Il signor Reish afferma che il suo trattamento «non era a livello dello Stato di Israele». Il vedova ha anche respinto la descrizione dell’ospedale delle sue condizioni al momento del ricovero e ha suggerito che la moglie non è morta di coronavirus.
La tomba della povera signora Reish deve aver toccato qualche nervo inaspettato del Paese, se sulla questione è intervenuto perfino il ministro della Salute Nitzan Horowitz.
«È orribile, una vergogna e una terribile ingiustizia per il sistema sanitario», ha dichiarato il ministro Horowitz all’emittente pubblica Kan. «Offro il mio sostegno a tutti gli ospedali. I medici hanno impedito la morte di migliaia di persone a causa del coronavirus. Purtroppo ci sono molestie e derivano da fake news e istigazione. Ma noi stiamo combattendo contro tutto questo».
Come riportato da Renovatio 21, il ministro della Salute Horowtiz il mese scorso è stato sorpreso da un fuori onda che i green pass servono alla coercizione dei non vaccinati.
Cina
Ospedale cinese sospeso dopo aver distribuito certificati di nascita falsi
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Le autorità cinesi hanno sospeso la capacità di un ospedale di Wuhan di rilasciare certificati di nascita dopo accuse di tratta e certificati di paternità falsificati.
Le accuse sono emerse alcuni giorni fa, quando un anonimo attivista contro la tratta di esseri umani ha pubblicato sui social media che gruppi intermediari affermavano di aver collaborato con l’ospedale Puren di Wuhan in accordi di maternità surrogata.
All’inizio di novembre, è emerso un incidente simile che ha coinvolto un altro direttore di un ospedale nella provincia di Hubei, che secondo quanto riferito avrebbe venduto certificati di nascita per oltre 60.000 yuan (7.578 euro) ciascuno.
Il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Wuhan Puren rimane sospeso in attesa della conclusione delle indagini. Le persone implicate nelle accuse di maternità surrogata e di falsi test di paternità sono state arrestate e il direttore dell’ospedale sta affrontando accuse penali.
L’informatore sostiene che l’istituto fornirebbe risultati falsi del test di paternità che i genitori potrebbero utilizzare per riemettere un certificato di nascita, consentendo ai bambini non biologici di ricevere un’identificazione fasulla.
I certificati di nascita sono richiesti in Cina per ottenere la registrazione della famiglia e sono necessari per le vaccinazioni, l’assicurazione medica e le tessere di previdenza sociale.
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine generata artifizialmente
Farmaci
Vedovo denuncia ospedale per aver rifiutato l’ivermectina alla moglie
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Bioetica
Adolescente britannica vuole vivere, l’ospedale è contrario
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Un’adolescente britannica che vuole vivere e un ospedale britannico che vuole che muoia sono coinvolti in una drammatica disputa sul suo futuro.
S.T. è una brillante ragazza di 19 anni affetta da una malattia mitocondriale estremamente rara che causa una degenerazione progressiva di tutti i suoi sistemi corporei, tranne il cervello.
Dopo aver contratto il COVID-19 nell’agosto dello scorso anno, ha avuto un collasso ed è stata ricoverata in un reparto di terapia intensiva dove sopravvive con l’aiuto di un ventilatore e di dialisi. Le sue condizioni hanno continuato a peggiorare. La comunicazione con lei è possibile ma difficile.
Sostenuta da una famiglia amorevole, è convinta che potrebbe guarire con una cura sperimentale in Canada. Il suo ospedale dice che ciò è delirante. I medici dicono che le restano solo pochi giorni o settimane di vita, mesi al massimo, e che il viaggio transatlantico potrebbe comunque ucciderla. Vogliono rimuovere la sua macchina per la dialisi e trasferirla alle cure palliative, dove morirà entro pochi giorni per insufficienza renale.
In una sentenza emessa mercoledì, il giudice Roberts, della Corte di protezione, si è pronunciata a favore della condanna a morte (University Birmingham NHS Foundation Trust contro S.T. & Ors). Respingendo il parere di due psichiatri, il giudice ha ritenuto che S.T. sia mentalmente incapace di prendere decisioni da sola perché non crede a ciò che dicono i medici ospedalieri sulla sua condizione.
«A mio giudizio… S.T. non è in grado di prendere una decisione da sola in relazione alle sue future cure mediche, compreso il proposto passaggio alle cure palliative, perché non crede alle informazioni che le sono state fornite dai suoi medici».
Sostieni Renovatio 21
S.T. sa che il trattamento sperimentale potrebbe fallire, ma ha dichiarato chiaramente: «questo è il mio desiderio. Voglio morire cercando di vivere. Dobbiamo provare tutto». Al giudice veniva chiesto di valutare se la sua decisione pienamente autonoma, informata e razionale dovesse essere rispettata. Pagina dopo pagina dopo pagina, ha analizzato il significato di «capacità mentale».
Il suo ragionamento era sottile e le sue distinzioni erano sottili, ma in sostanza era questo: non si può essere sani di mente se non si è d’accordo con i medici esperti.
Come ha dichiarato alla corte uno dei medici dell’ospedale, S.T. non è in grado di valutare i pro e i contro di «una morte dignitosa». In quanto tale, crede che la ragazza soffra di un delirio che deriva da una falsa realtà in quanto non può contemplare la propria morte. «Dobbiamo scrivere il menu affinché lei possa sceglierlo», ha detto. «Dobbiamo offrire trattamenti adeguati e disponibili».
Il giudice ha acconsentito.
«Trovo, sulla base delle probabilità, che la completa incapacità di ST di accettare la realtà medica della sua posizione, o di contemplare la possibilità che i suoi medici possano fornirle informazioni accurate, sia probabilmente il risultato di una menomazione o di un disturbo nel funzionamento della sua mente o del suo cervello».
David Albert Jones, dell’Anscombe Bioethics Centre, nel Regno Unito, ha criticato severamente l’analisi del caso fatta dal giudice:
«Il disaccordo di una paziente vulnerabile con i suoi medici viene usato contro di lei come mezzo non solo per toglierle la voce ma anche per negarle il diritto di agire in giudizio contro la decisione di toglierle la voce. La cosa più inquietante è che il suo desiderio di continuare a ricevere cure di sostegno vitale, come la dialisi, non solo viene ignorato, ma proprio quel desiderio viene visto come un motivo per negare la sua dignità di adulta mentalmente capace. Questa è una forma letale di paternalismo».
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Immagine d’archivio
-
Pensiero2 settimane fa
La giovenca rossa dell’anticristo è arrivata a Gerusalemme
-
Cervello1 settimana fa
«La proteina spike è un’arma biologica contro il cervello». Il COVID come guerra alla mente umana, riprogrammata in «modalità zombie»
-
Salute2 settimane fa
I malori della 15ª settimana 2024
-
Vaccini2 settimane fa
Vaccini contro l’influenza aviaria «pronti per la produzione di massa». Un altro virus fuggito da un laboratorio Gain of Function?
-
Salute6 giorni fa
I malori della 16ª settimana 2024
-
Pensiero6 giorni fa
Foreign Fighter USA dal fronte ucraino trovato armato in Piazza San Pietro. Perché?
-
Animali2 settimane fa
«Cicala-geddon»: in arrivo trilioni di cicale zombie ipersessuali e forse «trans» infettate da funghi-malattie veneree
-
Spirito2 settimane fa
Sinodo 2024, grandi manovre in favore dell’ordinazione delle donne