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Politica

Zemmour aggredito al suo primo comizio

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Il candidato presidenziale francese Eric Zemmour è stato aggredito al suo primo comizio.

 

Mentre, come un divo, entrava nell’auditorium strapieno di sostenitori festanti (si parla di 15 mila presenze) stringendo le mani alle persone sporte sulle transenne, un uomo ha cercato di afferrarlo.

 

 


 

L’evento è stato infiltrato da elementi della sinistra «antirazzista» – dicono i giornali: ma potrebbero essere anche semplici bande di balordi immigrati della banlieue, di cui però non si puòparlare –  che hanno creato tafferugli, anche piuttosto spettacolari, con sedie che volavano e gente che si picchiava selvaggiamente. Il comizio è iniziato con un’ora e mezzo di ritardo.

 


Zemmour è comunque arrivato sul palco illeso e, come si vede dalle immagini, ha gioiosamente arringato al pubblico.

 

«I miei avversari vogliono la mia morte politica, i giornalisti la mia morte sociale e i jihadisti la mia morte» ha detto il candidato.

 

Come riportato da Renovatio 21, il giornalista di origine ebrea tunisina si è candidato ufficialmente la settimana scorsa.

 

La sua piattaforma è essenzialmente anti-immigrazionista: da qui il nome del suo partito, Reconquête, «Riconquista», un riferimento alla Reconquista, cioè al processo storico di cacciata dei «mori» islamici nella penisola iberica durante il Medio Evo.

 

Come abbiamo notato, curiosamente il candidato, considerato dirompente, senza peli sulla lingua, non ha detto una parola che sia una riguardo dittatura sanitaria, vaccini, Grande Reset, etc. Un tema che interesserebbe, in Francia, milioni e milioni di elettori che, come in Italia, sono ora senza rappresentazione politica.

 

Come riportato da Renovatio 21, lo spauracchio Zemmour veniva agitato da mesi sui giornali, con sondaggi che lo davano vicino a Macron, e sempre e comunque nocivo alle ambizioni dell’eterna candidata della destra francese Marine Le Pen.

 

Secondo molte voci, che provengono sia dai giornali che da politici come l’ex presidente Hollande, dietro a Zemmour vi sarebbe il finanziere Bolloré, già socio di Berlusconi in Mediaset e grande socio di TIM – posizione ora in bilico a causa dell’interesse del mega-fondo americano KKR e forse dal rimescolamento di carte conseguente al Trattato del Quirinale.

 

La situazione della società in Francia pare sempre più prossima al collasso: gli stessi militari, in uno strano pronunciamento, annunciarono l’imminenza della guerra civile – idea ribadita da altri candidati presidenziali.

 

Le strade di Francia sono diventate insicure per chiunque, sia per Miss Francia che per un soldato paracadutista che per i commercianti asiatici di Lione: chiunque può essere vittima di violenza delle bande.

 

La Guadalupa, territorio d’oltre mare francese, è stata data alle fiamme nella protesta contro l’obbligo vaccinale.

 

 

 

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Politica

Il bando dell’AfD passa al Parlamento tedesco

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Una coalizione di partiti di sinistra sta per presentare al parlamento tedesco una mozione per mettere al bando il partito populista anti-immigrazione Alternativa per la Germania (AfD).

 

Quaranta deputati di quattro partiti diversi (Cristiano-democratici, Partito della sinistra, Verdi e Socialdemocratici) presenteranno la mozione, sostenendo che l’AfD è una «minaccia per la democrazia».

 

La mozione è stata elaborata dal politico cristiano-democratico Marco Wanderwitz, riferisce Remix News. L’uomo, che ha lavorato alla mozione per oltre un anno. ha perso il suo seggio a favore di un politico dell’AfD ed è rimasto nel Bundestag solo grazie alla campagna elettorale dei democristiani.

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Wanderwitz ha faticato a raccogliere le 37 firme necessarie per presentare la sua mozione, ma dopo i recenti e sorprendenti successi elettorali dell’AfD, ha trovato un sostegno più imminente. Non è chiaro se la mozione troverà il sostegno della maggioranza dei membri del Parlamento tedesco.

 

Alcuni politici di sinistra tuttavia si rifiutano di sostenere la messa la bando di AfD semplicemente perché temono che la Corte costituzionale federale annulli tale sentenza. Temono che una persecuzione così aperta possa ritorcersi contro e aumentare di fatto il sostegno al partito populista in netta ascesa.

 

Il divieto proposto renderebbe la Germania l’unico Paese occidentale a criminalizzare un importante partito di opposizione.  Vi sono state quindi speculazioni su alternative al bando assoluto di AfD, come il taglio dei finanziamenti federali al partito, che potrebbe impedirgli di organizzare raduni e pagare i dipendenti.

 

L’ascesa dell’AfD ha allarmato l’autocompiaciuta élite liberale di sinistra tedesca, in particolare vista l’enorme popolarità del partito tra i giovani.

 

In rete circolano meme e musiche che testimoniano la presa di AfD presso la gioventù. Come il fenomeno TikTok in cui una canzone del DJ italiano Gigi D’Agostino (già saccheggiato per il tormentone proibito «Auslaender raus») viene trasformata in un inno techno al partito.

 

 

«AfD, Deutschland braucht die AfD» dice il testo dello sporadico remix virale. «Afd, la Germania ha bisogno dell’AfD».

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Nelle recenti elezioni negli stati di Sassonia e Turingia, l’AfD ha demolito la coalizione di sinistra al potere. In Turingia, ha ottenuto i voti del 37% dei 18-24enni. La crescita del partito ha portato anche a fenomeni di cannibalismo elettorale fra i partiti della coalizione, con la sparizione totale dei Verdi dal Parlamento del land del Brandeburgo.

 

Come riportato da Renovatio 21, Verdi e democristiani avevano segnalato la volontà di bandire l’AfD ancora mesi fa, quando era emerso che era divenuto il secondo partito del Paese e il primo della parte orientale. Nell’ultimo episodio di trasformismo compromissorio democristiano, la CDU si è dichiarata pronta ad allearsi con il partito ecologista per fermare l’avanzata di AfD e del nuovo partito populista di sinistra anti-guerra ed antri immigrati di Sahra Wagenknecht il BSW.

 

Negli scorsi mesi il Bundesamt für Verfassungschutz (BfV) – il servizio di sicurezza interno, che secondo il nome dovrebbe difendere la Costituzione – mette sotto osservazione il partito: ad aprile 2023 era emerso che i servizi avevano etichettato l’organizzazione giovanile AfD come «estrema destra» in modo da poter sorvegliarne i membri. Pochi mesi fa il BfV aveva reiterato la classificazione di AfD come «estremista».

 

In Turingia, land ora dominato da AfD, il ministro dell’interno Georg Maier nel 2022 voleva confiscare le armi regolarmente detenute ai membri di Alternative fuer Deutschland.

 

Negli scorsi mesi il leader AfD Tino Chrupalla è stato assaltato e punto con una misteriosa siringa. Poco prima, aveva rivelato di essere stato debancarizzato: Postbank, una divisione bancaria al dettaglio del grande istituto finanziario Deutsche Bank, avrebbe chiuso il suo conto perché membro dell’AfD, ha lamentato il politico. Altri membri del partito hanno subìto la chiusura del conto corrente da parte delle banche.

 

Ad agosto la deputata AfD Beatrix von Storch è stata attaccato da un uomo che l’ha imbrattata di escrementi di cane durante un evento nel land della Renania-Palatinato. La Von Stoch è la deputata che tenne un notevole il discorso al Bundestaggo lo scorso 27 aprile in cui sferrava un feroce attacco contro i grandi interessi finanziari dietro i Verdi tedeschi spiegando le dinamiche occulte di tale «piovra verde».

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AfD è in pratica l’unico partito tedesco che in Europa si è espresso contro la follia COVID per bocca dell’eurodeputata Christine Anderson.

 

A marzo il Bundestag ha respinto istericamente la mozione parlamentare dell’AfD per il comitato investigativo sull’attentato al gasdotto Nord Stream. AfD aveva semplicemente detto che l’accusa che gli USA fossero dietro l’attacco terroristico contenuta nello scoop di Seymour Hersh andrebbe discussa.

 

Il leader del partito ritengono l’Europa un progetto fallito, e chiedono un referendum per uscire dalla UE. AfD porta avanti apertamente una politica di remigrazione, cioè il rimpatrio di milioni di immigrati giunti irregolarmente su suolo tedesco. Ciò pone il partito in posizione critica nei confronti del premier italiano Giorgia Meloni.

 

Il leader Tino Chrupalla ha annunciato in un comizio che il suo partito, una volta al potere, non subirà una melonisierung, una «melonizzazione», alludendo alla trasformazione della premier italiana in moderata, specie in tema di immigrazione.

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Immagine di Steffen Prößdorf via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

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Politica

Musk: «se Trump perde, sono fottuto». Kamala «marionetta», Soros non più «compos mentis»

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In una lunga e densissima intervista pubblicata su X, Elon Musk ha dichiarato al giornalista americano Tucker Carlson di essere «pieno di fiducia» nella vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi di novembre.   L’intervista ha toccato temi di vasta un’importanza, perfino superando l’intensità dell’ultima con Carlson, oramai due anni fa.   In un momento che probabilmente non doveva essere ripreso dalle telecamere, che epperò stavano registrando, Carlson ha chiesto cosa sarebbe successo se la candidata democratica Kamala Harris avesse battuto il rivale repubblicano Trump a novembre.   «Se perde… sei fottuto, amico!» ha detto Tucker, tra le risate dei due.   «Se perde, sono fottuto», ha concordato Musk, aggiungendo «quanto pensi che durerà la mia condanna al carcere? Rivedrò i miei figli? Non lo so».    

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Il CEO di Tesla ha formalmente appoggiato Trump come presidente a luglio, dopo un tentativo di assassinio dell’ex presidente durante una manifestazione in Pennsylvania. Ora si dice «all-in» per Trump: espressione del gergo pokeristico che indica quando si punta tutto su una mano.   «E ho attaccato Kamala senza sosta», ha detto Musk a Carlson. «La chiamo la marionetta di Kamala. E la macchina che la marionetta di Kamala rappresenta» ha aggiunto il miliardario.   Musk ha fatto riferimento a un controverso post su X che ha scritto – e poi cancellato – dicendo che nessuno sta tentando di uccidere Harris, mentre Trump ha affrontato due tentativi di assassinio. «Alcune persone l’hanno interpretato come se stessi chiedendo alle persone di assassinarla», ha spiegato, aggiungendo che non c’è «nessuna ragione per cercare di assassinare una marionetta».   «Lei dirà qualsiasi parola ci sia sul gobbo, quindi… in realtà è chi controlla il gobbo ad essere effettivamente responsabile».   L’imprenditore ha quindi detto che chi controlla davvero i presidenti-marionetta è un gruppo di persone del mondo del business di circa 100 persone. Quando Tucker gli ha chiesto se li conosce, Elon ha risposto che probabilmente ne conosce personalmente almeno l’80%.   Parlando di George Soros, in passato attaccato con veemenza dal Musk che lo ha accusato, guardando a Lampedusa, di tentare di distruggere il tessuto stesso della civiltà, questi ha rivelato che oggidì non sarebbe più «compos mentis», e che il potere sarebbe stato trasferito al figlio Alexander.   Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa in un tweet Elon aveva pubblicamente ringraziato il Soros jr. per aver svelato chi fosse il prossimo burattinaio di Kamala. Il ragazzo aveva infatti definito la Harris come «la candidata più qualificata che abbiamo».   A fine intervista Musk ha confermato di aver discusso di dirigere una «commissione per l’efficienza governativa» come parte di una potenziale amministrazione Trump. Dopo aver acquistato X, ha licenziato l’80% del suo personale e «ha migliorato le caratteristiche e la funzionalità del sito» nel processo, ha affermato.   L’intervista con Carlson arriva solo pochi giorni dopo che Musk ha raggiunto Trump sul palco durante un comizio a Butler, Pennsylvania, la città dove è sopravvissuto al primo attentato alla sua vita. Musk ha parlato a una folla eccitata, elogiando la compostezza dell’ex presidente sotto attacco.   Come riportato da Renovatio 21, è probabile che tra gli accordi di Musk e Trump vi sia stata una conversazione riguardo le attività di esplorazione spaziale americana: Trump ha annunciato che vi sarà una prima missione umana su Marte – fine principale delle attività di Musk – entro il 2028.

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Immagine screenshot da Twitter  
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Politica

I democristiani tedeschi pronti alla coalizione con i Verdi

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Alleanze chimeriche in vista in Germania, dove i partiti popolisti AfD e BSW avanzano e i partiti storici arretrano, mentre gli ecologisti sembrano semplicemente estinguersi.

 

Friedrich Merz, leader dell’Unione cristiano-democratica (CDU) e candidato cancelliere tedesco, ha escluso un’alleanza con il partito dei Verdi. Tuttavia, ha lasciato intendere che la sua posizione potrebbe cambiare se i Verdi dovessero prendere una strada diversa.

 

In un sondaggio d’opinione condotto tra i leader del partito fondato da Corrado Adenauer condotto in 15 laender, la catena di giornali RND ha scoperto che 12 di loro sono aperti a una coalizione con i Verdi. Ciò nonostante le estreme perdite elettorali dei Verdi nelle recenti elezioni regionali.

 

I tre leader della CDU che si sono rifiutati di commentare erano quelli dei land orientali di Sassonia, Turingia e Brandeburgo.

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Nelle elezioni locali del mese scorso in Turingia e Brandeburgo, i Verdi hanno ottenuto così pochi voti che non sono riusciti a sedere nel Parlamento del land (Landtag) alle elezioni di settembre, e a livello nazionale i Verdi sono in un declino accelerato.

 

Come riportato da Renovatio 21, secondo un sondaggio circa lo 0% dei tedeschi è «molto soddisfatto» dell’azione del governo Scholzo, del quale i Verdi sono grande azionista.

 

La volontà della democristiana CDU nel resto del Paese di legare le sue ambizioni di governo a un quasi-cadavere è solo un altro segno della sua putrefazione, perseguendo politiche contro le opinioni anti-verdi della maggioranza degli elettori della CDU, scrive EIRN.

 

L’Unione Cristiano-Sociale (CSU), i cristiano-democratici autonomi nel land della Baviera, si oppone invece ai Verdi. Il leader della CSU Markus Söder ha già annunciato che userà il voto della CSU per impedire ai Verdi di entrare nel governo federale dopo le prossime elezioni generali se la CDU/CSU vincerà.

 

Gruenen, i Verdi tedeschi, sono di fatto il partito che più di ogni anno spingere per la guerra contro la Russia in Ucraina, con il ministro degli Esteri verde Annalena Baerbock che ha affermato che appoggerà Kiev anche contro il volere del suo elettorato. La CDU, parimenti, in questi mesi ha spinto per la consegna di missili Taurus alle forze di Zelens’kyj, un’evenienza per la quale la stessa Baerbock fu canzonata in pubblico dall’omologo ucraino Kuleba.

 

Come riportato da Renovatio 21, i Verdi tedeschi stanno difendendo una legge secondo la quale la Polizei potrà perquisire in segreto le case dei cittadini.

 

I democristiani tedeschi, come quelli italiani, dimostrano ancora una volta l’unica cifra che davvero li definisce: il compromesso, sempre e con chiunque. Il compromesso è un concetto certamente democratico, ma assolutamente non cristiano. Ecco perché l’espressione «democrazia cristiana» è una contradicio in adjecto, una contraddizione in termini.

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Immagine di Löwe 48 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

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