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Immigrazione

In morte di Emmanuel Cueff, vittima dell’iniqua guerra di Francia

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La morte di Emmanuel Cueff, cinquantenne, ex-militare paracadutista, in quel di Montauban, non distante da Tolosa, è in un certo senso emblematica della situazione che vive attualmente la Francia.

 

Il 29 ottobre, il signor Cueff si reca in compagnia della moglie a cenare in un ristorante quando un uomo inizia ad importunare la signora. Cueff, da uomo dotato di senso dell’onore, si erge in sua difesa ma tre compari del malintenzionato intervengono. A quel punto l’ex-parà esce dal locale per portare in salvo la moglie ma i quattro ceffi li seguono aggredendoli alle spalle a calci e pugni. Non appena Emmanuel cade a terra sbattendo la testa sul marciapiede i criminali si accaniscono con ancora più foga.

 

Domenica 31 ottobre, il signor Cueff soccombe ai colpi ricevuti e muore in ospedale. 

 

Secondo Le Figaro, gli assassini potrebbero appartenere ad un gruppo che, per politically correctness, il giornalismo d’Oltralpe chiama gens du voyage, e che il giornalismo italiano oramai evita completamente di chiamare. 

 

La Francia, come l’Italia e come tanti altri paesi dell’Europa occidentale sono sempre più insicuri, pericolosi fino all’inverosimile. Anche in una cittadina di provincia, un tranquillo fine settimana con gli amici o in famiglia può sfociare nell’orrore, nella tragedia

La Francia, come l’Italia e come tanti altri paesi dell’Europa occidentale sono sempre più insicuri, pericolosi fino all’inverosimile. Anche in una cittadina di provincia, un tranquillo fine settimana con gli amici o in famiglia può sfociare nell’orrore, nella tragedia. 

 

Individui si aggirano in branco come lupi e, incrociata la loro preda, non si fermano di fronte a nulla. Il fatto che la vittima in questo caso sia un parà, un uomo che sa il fatto suo e con alle spalle diverse missioni militari all’estero, come già detto, è emblematica. Ormai nessuna persona può dirsi al sicuro, che conosca le arti marziali  o che sia una famosa modella.

 

Questa situazione parrebbe quasi essere voluta dai governi europei, già ora stanno conducendo una guerra biotica contro i loro cittadini.

 

Li terrorizzano, li fanno vivere nell’insicurezza in nome del principio massonico dell’«Ordo ab Chao» e di fatto scatenano contro di loro orde di stranieri in nome della «Grande Sostituzione» teorizzata da Kalergi e più recentemente dall’ONU.

 

Le persone comuni  hanno però iniziato a rendersi conto di questa situazione e come riguardo alla guerra biotica non è per nulla detto che sulla lunga distanza siano i perdenti.

 

Ci uniamo pertanto anche noi alla preghiera per Emmanuel Cueff dei suoi ex commilitoni, pregando a San Michele Arcangelo, patrono dei parà consapevoli che la guerra iniqua scatenata dai governi europei contro i loro stessi popoli è ancora tutta da combattere.

 

 

Nicolò Volpe

 

 

 

 

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Gender

«Vescova» episcopaliana predica contro Trump ad una funzione in sua presenza

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Una «vescova» della diocesi episcopaliana di Washington ha attaccato duramente Donald Trump durante un sermone tenuto in sua presenza.

 

Gli episcopaliani sono una sorta di versione americana degli anglicani, dove pure le vescove (o vescovesse) sono state grottescamente introdotte da anni.

 

La vescova Mariann Edgar Budde, durante una funzione alla Cattedrale di Canterbury della capitale americana, ha criticato severamente dal pulpito Donald Trump, che era presente con la famiglia e con il vicepresidente JD Vance, per le sue posizioni su LGBT, sui bambini trans, e sugli immigrati. Si tratta delle grandi priorità della sinistra globale, divenuta letteralmente per gli anglicanoidi, e più o meno anche per i cattolici fedeli a Bergoglio.

 

«Ci sono bambini gay, lesbiche e transgender in famiglie democratiche, repubblicane e indipendenti, alcuni dei quali temono per la propria vita» ha predicato la Budde, sostenendo che «la grande maggioranza degli immigrati non sono criminali», ma «buoni vicini» e «fedeli membri» di comunità religiose.

 

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Mercoledì il presidente Donald Trump ha criticato duramente la reverenda vescova, dopo che ha pronunciato un sermone politicizzato di sinistra durante la funzione di preghiera inaugurale di martedì mattina presso la cattedrale nazionale di Washington.

 

«Il cosiddetto vescovo che ha parlato al National Prayer Service martedì mattina era un radicale di sinistra che odiava Trump in modo duro. Ha portato la sua chiesa nel mondo della politica in modo molto scortese. Era cattivo nei toni, e non convincente o intelligente», ha scritto Trump su Truth Social.

 

«Non ha menzionato il gran numero di migranti illegali che sono entrati nel nostro Paese e hanno ucciso persone. Molti sono stati trasferiti da prigioni e istituti psichiatrici. È un’ondata di criminalità gigantesca quella che sta avvenendo negli USA. A parte le sue dichiarazioni inappropriate, il servizio è stato molto noioso e poco stimolante. Non è molto brava nel suo lavoro! Lei e la sua chiesa devono delle scuse al pubblico!»

 

Mercoledì la Budde è apparsa anche al programma The View, – seguitissimo programma per casalinghe noto per l’odio assoluto contro Donald Trump (da quando è in politica: prima era accolto con gioia come ospite che faceva salire gli ascolti – dove ha affermato che è stato Trump a politicizzare il suo discorso.

 

Perché Trump (che sulla carta è segnato come un protestante nondenominational, cioè senza affiliazione precisa) e Vance (che è convertito cattolico, e accanto aveva la moglie Usha, induista) debbano sottoporsi al ridicolo rito di una vescovessa, prima ancora che sentire le sue omelie, rimane un mistero.

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Immigrazione

Richiedente asilo afghano accoltella a morte un bambino di due anni

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Un bambino di due anni e un adulto sono stati uccisi e altri tre sono rimasti feriti quando un gruppo di bambini di una scuola materna è stato preso di mira ieri in un attacco con coltello in una città nel land tedesco della Baviera.   L’incidente è stato condannato dal cancelliere uscente Olaf Scholz come un «incredibile atto di terrore».   L’accoltellamento è avvenuto in un parco pubblico nella città di Aschaffenburg, con il sospettato, identificato come un cittadino afghano di 28 anni e richiedente asilo respinto, che ha preso di mira un gruppo di bambini di un asilo nido. L’attacco ha ucciso un bambino di «origine marocchina» e un passante di 41 anni, ha detto ai giornalisti il ​​ministro degli Interni regionale della Baviera Joachim Herrmann.   Si ritiene che il passante deceduto sia «intervenuto coraggiosamente per proteggere gli altri bambini», finendo per essere «ferito mortalmente dall’aggressore», ha suggerito il ministro. Altre tre vittime sono state ricoverate in ospedale dopo l’attacco, tra cui un adulto con ferite multiple da coltello, un bambino siriano di due anni con una ferita lieve al collo e un’insegnante di asilo che si era rotta un braccio mentre cercava di fuggire dall’aggressore.   La polizia locale ha affermato di aver arrestato il sospettato poco dopo l’incidente «nelle immediate vicinanze della scena del crimine».

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L’attacco è stato descritto dal cancelliere tedesco come un «atto di terrore incredibile», con Scholz che ha prodotto una rara invettiva rivolta ai richiedenti asilo. «Sono stufo di vedere simili atti di violenza verificarsi nel nostro paese ogni poche settimane, da parte di autori che in realtà sono venuti qui per trovare protezione», ha detto Scholz in una dichiarazione, aggiungendo che «una falsa nozione di tolleranza è completamente inappropriata qui».   Finora, le autorità non hanno reso noti i potenziali motivi dietro l’attacco, con Herrmann che suggerisce che le informazioni preliminari «sono fortemente orientate verso la sua evidente malattia mentale» senza che sia stato scoperto alcun «atteggiamento islamista radicale».   Il sospettato è entrato nel Paese nel 2022, chiedendo asilo senza successo. L’uomo ha accettato di lasciare volontariamente la Germania e avrebbe dovuto farlo alla fine dell’anno scorso, ha osservato Herrmann. Secondo i resoconti dei media tedeschi, il sospettato era già noto alle autorità in relazione ad almeno altri tre incidenti violenti e aveva ricevuto cure obbligatorie per i suoi problemi mentali.   Gli attacchi con il coltello di immigrati a passanti sono un pattern oramai riconoscibile in Germania. Si ricorda, tra i tantissimi, il caso del «Festival della diversità» della cittadina di Solingen (tre accoltellati), ma anche quello dove un poliziotto di Mannheim venne colpito a morte da un immigrato mentre l’agente stava bloccando un tedesco che cercava a sua volta di fermare la foga assassina dello straniero.   L’uso del coltello da parte degli immigrati è talmente rilevante che un land tedesco del Nord Reno-Vestflaia ha pubblicato dei volantini per scoraggiarne il possesso.   Come riportato da Renovato 21, casi simili, con attacchi ferali a poveri bambini indifesi, erano a capitati ad Annecy in Francia, alla Gare de Lyon a Parigi (con il presunto responsabile che risultò godere di «protezione sussidiaria» in Italia) e a Dublino. A seguito del caso irlandese vi fu una rivolta popolare che sconvolse la capitale del Paese scuotendo la società e la classe politica.

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Immigrazione

Bergoglio definisce «una disgrazia» il piano di remigrazione di Trump

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Papa Francesco ha criticato il progetto di Donald Trump di deportare in massa gli immigrati, condannando l’iniziativa del presidente eletto degli Stati Uniti come una «disgrazia».

 

In un’intervista con il presentatore di varietà goscista Fabio Fazio, al pontefice è stato chiesto dei piani della nuova amministrazione Trump di emanare una serie di ordini esecutivi sull’immigrazione volti a espellere gli immigrati clandestini. La promessa di deportazione è stata una promessa chiave della campagna elettorale di Trump.

 

«Questo, se è vero, è una disgrazia perché fa pagare ai poveri disgraziati che non hanno nulla il conto dello squilibrio. Non va. Così non si risolvono le cose», ha dichiarato l’occupante del Soglio di Pietro, che è parso stranamente rigonfio.

 

 

La difesa dei migranti è stata una parte fondamentale del papato di Francesco, che ha costantemente sottolineato la necessità di accoglierli e integrarli nella società. L’88enne ha detto all’emittente di non aver parlato con Trump dalla sua vittoria alle elezioni di novembre.

 

Mai pago, mai domo, il Bergoglio ha quindi esortato i paesi con tassi di natalità in calo ad accogliere più migranti: in pratica, è il papa dell’immigrazione, e quindi non può che vedere l’ascesa della remigrazione come fumo negli occhi.

 

La questione riguarda da vicino l’Italia, redarguita dal gesuita: «ha un’età media di 46 anni, non fa figli, faccia entrare gli immigrati».

 

Nel frattempo, Trump, che dovrebbe prestare giuramento lunedì, si è impegnato a iniziare a deportare milioni di immigrati clandestini nel suo primo giorno in carica, descrivendo «il più grande programma di deportazione nella storia americana» come pietra angolare della sua campagna.

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Non è la prima volta che Francesco si trova in disaccordo con Trump sulle sue politiche sull’immigrazione. Nel 2016,  il primo papa latinoamericano criticò i piani di Trump di costruire un muro lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, dichiarando che «una persona che pensa di fare i muri, chiunque sia, e non fare ponti, non è cristiano. Questo non è nel Vangelo».

 

Gli elettori cattolici americani risposero votando in massa per Trump, in aperta disobbedienza al papa, dimostrando ancora una volta l’assoluta irrilevanza politica cattolica attuale – qualcosa che non hanno capito ancora i politici italiani, che ancora corrono dietro ai vari segretari CEI che si susseguono casualmente negli anni.

 

Allora il Trump aveva risposto definendo a sua volta il papa «disgraceful» e «una persona molto politica». Tuttavia, i due sembraron riconciliarsi nel 2017 quando il repubblicano ha visitato il Vaticano, descrivendo la visita come «l’onore di una vita». L’incontro produsse la famosa foto in cui il gesuita vestito di bianco pare imbronciatissimo.

 


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Il fotografo, Evan Vucci, è lo stesso che ha scattato l’immagine del secolo durante il tentato assassinio al comizio di Butler, Pennsylvania, con Trump dal volto rigato di sangue che alza il braccio al cielo appena dopo che gli avevano sparato.

 

Non si tratta di sole dichiarazioni: il Vaticano sembra volersi opporre al nuovo corso di Washington anche con i fatti: Bergoglio ha nominato il cardinale Robert McElroy come prossimo arcivescovo di Washington, DC.

 

Il cardinale McElroy ha dichiarato pubblicamente che la deportazione di massa degli immigrati è »incompatibile con la dottrina cattolica», ha riportato la CNN.

 

Il cambio del vento, con l’accendersi di veri processi di remigrazione, prendono in contropiede il Vaticano bergogliano, che sul tema dell’invasione terzomondiale aveva praticamente investito tutto in un all-in indegno e lontanissimo dalla vera dottrina cattolica.

 

Come riportato da Renovatio 21, Trump ha dichiarato già nel discorso inaugurale di attuare un grande piano di deportazione degli illegali che partirà subito.

 

Secondo voci, sarebbe pronto un raid di grande portata per l’area di Chicago.

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