Pensiero
Satanisti plurivaccinati, mascherinati e greenpassati: spiegazione semplice
Ha suscitato clamore, e ilarità, la storia del Satanic Temple, un’organizzazione statunitense sedicente satanista che vorrebbe organizzare a Boston dal 28 al 30 aprile la Satancon 2023, un megaevento satanofilo, e delle sue stringenti richieste sul versante sanitario.
«I partecipanti a Satancon devono avere almeno 18 anni e avere la prova della vaccinazione COVID. I partecipanti devono indossare una maschera chirurgica N-95, KN-95 o usa e getta. Non saranno ammesse ghette, bandane e mascherine di stoffa» afferma perentorio il sito del gruppo.
I molti che hanno sghignazzato, perché effettivamente la storia è gustosa assai, forse ignorano la storia del Satanic Temple e non vedono il disarmante significato di questo sviluppo.
Il gruppo del «Tempio di Satana» – di cui è fatta l’agiografia in un documentario in streaming chiamato Hail Satan – cerca pubblicamente il suo spazio come «religione non teistica», lottando semiseriamente per un proprio status religioso riconosciuto.
Gli attivisti nerovestiti chiedono le stesse protezioni offerte ai cristiani nelle speranze di evidenziare la ridicolaggine delle eccezioni basate sulla fede. Chiedono, la preghiera satanica nelle scuole, per esempio. Poi cercano di piazzare in luoghi di importanza pubblica mega-statue del Bafometto – avete presente, il caprone alato col pentacolo – che si intrattiene con dei bambini.
Se vedete il film potete farvi un’idea della loro lugubre sede e dei loro party – che sono poco più di rave indoor locali – dove ad una maldestra adepta del movimento, al microfono di un festone, scappa qualche parola di troppo sul presidente degli Stati Uniti, di cui per una ferrea legge certe cose non si possono dire, neanche per scherzo, perché il Paese di presidenti colpiti ne ha avuti abbastanza.
Non mancano, poi, teatrali attacchi ai prolife, con scenette non immediatamente comprensibili in cui i satanici attivisti si cospargono di litri di latte dinanzi a sbigottiti antiabortisti in pena per lo spreco alimentare.
In pratica, si stratta di una sigla atea di troll di sinistra, e poco più. Dove trovino tuta questa forza, non lo sappiamo. Il capo della banda è un guercio non particolarmente effervescente che finisce talvolta sulle TV nazionali, partendo a volte col sorrisetto, a volte nemmeno quello, e senza poi approdare a nulla.
Non è più, quindi, un satanismo «razionalista», come si definiva il culto ottocentesco di Lucifero come signore della modernità «illuminata» (quello, ad esempio, dell’Inno a Satana del massone premio Nobel Giosuè Carducci). È un Satanismo «liberale», un Satanismo «progressista».
Notiamo che in mainstreaming di un satanismo progressista non è cosa solo americana, ma perfino italiana: ricordiamo un articolo, forse ora sparito, di un giornale per il pubblico giovane che sostanzialmente diceva: ma insomma, i satanisti vogliono l’aborto libero, libertà di culto, libertà sessuale… Che c’è di male? Anzi, a pensarci bene, possono essere il vero volto della sinistra di oggi, spavaldo e senza compromessi.
Vice, la portaerei globalista della necrosi millennial arriva a definire i satanisti «eroi». E il Guardian, bibbia britannica della sinistra mondiale: «i satanisti ora sono i bravi ragazzi nella lotta contro la destra evangelica?». Come ha scritto la BBC, questi satanisti «stanno combattendo per la libertà religiosa». La loro è una «battaglia per i diritti umani».
L’identità tra il nuovo satanismo e la modernità e il suo establishment – proiettato politicamente, praticamente in ogni Paese, nella sinistra – è quindi divenuta totale.
Ci stanno dicendo apertamente che chi inneggia a Satana, oggi è virtuoso. Perché, essenzialmente, il punto a cui siamo arrivati è quello per cui il satanista aderisce al mondo moderno molto meglio di chiunque altro.
Il mondo moderno vuole la libertà sessuale totale, vuole la perversione, anche la più belluina: anche il satanista.
Il mondo moderno vuole consumatori che vivano solo per la titillazione dei sensi: i satanisti non chiedono altro, perché non credono a niente che non siano i sensi terreni – e la filosofia che segretamente si è impadronita del sistema operativo degli Stati oggi, l’utilitarismo, predica essenzialmente questo, la massimizzazione del piacere degli individui nella società.
Il mondo moderno vuole che vi iniettate un composto ottenuto da feti sacrificati: musica per le orecchie dei satanisti, che si vogliono eredi di quelle streghe che nei secoli, ci insegna il Malleus Maleficarum (1487), facevano pozioni con gli aborti che procuravano con le loro erbe maledette.
Il mondo moderno odia la vita umana, vuole ridurla, sterminarla: così il satanista, servo di colui che fu «assassino fin dal principio», che odia il genere umano sin dai tempi dell’Eden.
Il mondo moderno corre verso il ritorno del sacrificio umano: e come può, anche solo in linea teorica, anche solo per finzione umoristica, non essere d’accordo un adoratore di Satana?
Il mondo moderno non può non premiare questi suoi figli: attaccando il cristianesimo, essi intaccano l’ultima barriera che rimane alla società della dignità umana; e senza più quello, ogni uomo diviene sfruttabili, schiavizzabile, stuprabile, spendibile, sterminabile a piacimento. L’uomo come commodity, in mano a profittatori e a sadici, così come possiamo definire gli oligarchi globali che stiamo vedendo prendersi pezzi delle nostre esistenze, ogni giorno di più.
L’espressione biblica princeps huius mundi («principe di questo mondo») è più precisa che mai. Chi si asservisce al mondo, si asservisce a Satana. Chi dall’esistenza terrena nel mondo chiederà solo il piacere fisico e lo stipendio non può non ritrovarsi a fare da cameriere al suo padrone.
E quindi, ben venga il green pass, il baratto della libertà e della purezza dell’uomo con la continuità del salario e l’edonismo «senza rogne». In questo senso ci vien da dire che sì, il green pass è satanico, perché sottomette gli uomini al mondo privandoli di ogni aspirazioni extramondane.
Riguardateli, questi seguaci del Demonio: aborto libero, mascherina FFP2, libertà religiosa, certificato vaccino mRNA, magari pure obbligo di pochette con la bandiera Ucraina. Ma in cosa si discostano dall’ultimo sinistroide covidiota che avete dovuto subire in questi mesi?
In sintesi, satanismo è conformismo. La spiegazione è davvero semplice-semplice.
Più che i posseduti, le legioni dei demoni, il Bafometto e il caprone, dovete temere il vostro concittadino che ha fatto la fila all’hub vaccinale: se ha fatto quello, è pronto a qualsiasi sabba in cui gli ordinino di ballare per la fine del mondo.
Dal codice QR al Tempio di Satana il passo, per la massa vaccina, è oggi, incontrovertibilmente, breve assai.
Roberto Dal Bosco
Pensiero
«Chiesa parallela e contraffatta»: Mel Gibson cita Viganò nel podcast più seguito della Terra. Poi parla di Pachamama, medicina e sacrifici umani
Joe Rogan, il podcaster più seguito del pianeta, ha avuto come ospite ieri l’attore e regista cattolico Mel Gibson. La conversazione, della durata di più di due ore, è stata ricchissima di spunti altissimi e talvolta piuttosto sorprendenti, impressionanti.
L’intera intervista è segnata da un continuo ritorno alle questioni spirituali, non solo per l’annuncio di Gibson della preparazione di un film chiamato La Resurrezione di Cristo che abbraccia un racconto che va dalla caduta degli angeli ribelli sino a Nostro Signore risorto – un seguito ideale della sua Passione di Cristo, con il quale, ha detto il cineasta, vuole ambiziosamente rispondere alla domanda sul perché il regno del Bene e il regno delle Tenebre si contendano l’anima dell’umanità, umanità che è imperfetta.
Gibson, che mentre partecipava al podcast sapeva che la sua casa di Los Angeles stava andando in cenere nel grande incendio in corso, ha parlato della sua spiritualità cristiana non risparmiando dettagli, e confessando il suo essere «imperfetto», al punto di dichiararsi, «come risaputo, alcolizzato dalla nascita» e di essere stato aiutato da Dio a uscire dai suoi momenti bui.
Oh boy… 👀
Mel Gibson says the Pope and the Vatican are Surrounded by Child Molesters — He Believes the Catholic Church is Now a Counterfeit Paralle Church that runs an Entirely Different Religion
• On current Pope Francis, Mel believes he’s covering up or involved in… pic.twitter.com/XqPK1AOIB6
— MJTruthUltra (@MJTruthUltra) January 9, 2025
Va subito sottolineata la citazione che Gibson ha fatto di monsignor Carlo Maria Viganò e del discorso sulla chiesa attuale «parallela» e «contraffatta».
«Non aderisco alla chiesa postconciliare» ha detto Gibson, ottenendo dal Rogan una richiesta di spiegazioni. Mel, noto sedevacantista come lo era il padre Hutton Gibson, ha con molta cautela cominciato a spiegare dinanzi a milioni e milioni di utenti il problema di quello che ha chiamato «l’evento», cioè il Concilio Vaticano II, e ancora prima quello dell’elezione di Giovanni XXIII.
Gibson ha quindi parlato della fumata bianca che si era avuta durante quel conclave, subito seguita da una fumata nera: una probabile allusione ai discorsi sulla «Tesi Siri», secondo la quale a quel conclave (e forse non solo a quello), sarebbe stato eletto papa il cardinale arcivescovo di Genova, il tradizionalista Giuseppe Siri, che non sarebbe però arrivato al Soglio per minacce indicibili.
Gibson ha quindi proseguito spiegando ad un scandalizzato Rogan – che, nato in ambiente cattolico italo-irlandese, si è sempre dichiarato ateo e non si è mai tirato indietro rispetto a colpire la chiesa – la questione della Pachamama, mostrando immagini di un evento con la Pachamama del 2019.
Wow. Mel talking to Rogan about Pachamama and Francis 😳 pic.twitter.com/W0d8MjXxMx
— Anthony (@Catholicizm1) January 9, 2025
«Abbiamo un papa che ha portato un idolo sudamericano in chiesa per adorarlo» ha detto Gibson.
«Davvero?» ha replicato Rogan apparentemente sbalordito, al che Gibson rispose: «Sì, la Pachamama».
Rogan ha chiesto a Gibson di chiarire cosa fosse la Pachamama, dicendo di non averne mai sentito parlare, e Gibson ha spiegato che si tratta di una «divinità sudamericana».
«Perché avrebbe dovuto farlo?» ha chiesto ancora uno sconcertato Rogan. «Bella domanda. Ma lo ha fatto» ha risposto gentilmente il Gibson.
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Alla domanda dell’intervistatore se Bergoglio avesse spiegato perché ha permesso che si verificasse l’evento Pachamama, Gibson ha menzionato la storia di indifferentismo religioso di Francesco, promuovendo il concetto che «tutte le religioni sono buone l’una quanto l’altra».
«Se questa è la sua tesi» ha detto Gibson prima che Rogan lo interrompesse, «allora non dovrebbe essere il papa».
«Come puoi essere il papa se dici “tutte le religioni sono ugualmente buone?”», si è chiesto l’ateo Rogan ad alta voce.
Il divo ha quindi usato apertamente e ripetutamente il termine «apostasia», che l’intervistatore pare aver capito, sottolineando che di mezzo ci sarebbe il Primo Comandamento che proibisce di adorare falsi dei.
«Sì, è il numero uno nella hit-list mosaica , ha risposto Gibson, riferendosi ai Dieci Comandamenti dati a Mosè.
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Gibson e Rogan anno parlato degli scandali di pedofilia nella Chiesa, con il podcaster corretto dal divo quando ha detto che questo papa, che gli sembra «progressista», non aveva coperto gli abusi come Ratzinger.
Gibson ha poi parlato di medicina, raccontando di tanti suoi malanni, della frequentazione di un medico guaritore cinese (approvato da un suo consulente spirituale, un gesuita «tradizionalista») e di altri rimedi farmacologici – ha usato il termina «allopatico» – e della censura che si abbatte su di essi.
Gibson era già stato da Rogan anni addietro assieme ad un dottore esperto per parlare dei benefici delle cellule staminali – non fetali, ovviamente – alle quali aveva sottoposto il padre Hutton negli ultimi anni prima che morisse, con esiti molto positivi, come, ha rivelato nel caso della sua spalla. La figura del padre è tornata spesso nell’intervista: Gibson ha ricordato le sue numerose vittorie a Jeopardy! il Lascia o raddoppia della TV americana di una volta. «Aveva una memoria quasi-fotografica» ha detto l’attore del padre, «mentre io ho una memoria pornografica».
Mel ha raccontato che il padre era stato in guerra nel Pacifico e aveva preso la malaria, guarendo poi con l’idrossiclorochina. Il discorso ha aperto la stura ad una serie di discorsi sui farmaci, posti con delicatezza, sull’ivermectina e pure su altre sostanze ora usate totalmente off label contro il cancro a stadio avanzato.
GIBSON: “I have three friends. All three of them had stage four cancer. All three of them don’t have cancer right now at all.”
ROGAN: “What did they take?”
GIBSON: “Ivermectin, Fenbendazole” pic.twitter.com/onLx5bvDcG
— Chief Nerd (@TheChiefNerd) January 10, 2025
Il regista ha confessato di aver preso il Remdesivir – controverso farmaco anti-COVID approvato in USA – e di essere stato male per mesi. Ha quindi detto di aver letto il libro di Robert Kennedy jr. su Anthony Fauci, scatenando una conversazione, ripresa più volte, sull’incontrovertibile malvagità del personaggio, con riferimenti ai danni fatti da Fauci ai tempi dell’AIDS.
🚨MEL GIBSON: “I don’t know why Fauci is still walking around? I listened to the RFK Jr book on Fauci driving up to San Francisco. It gave me road rage.”
JOE ROGAN: “They kept that book off of bestseller lists. It was censored. Why was RFK Jr never sued for that book? That’s… pic.twitter.com/KF4MNcf5rs
— Autism Capital 🧩 (@AutismCapital) January 10, 2025
Il cineasta è sembrato, sia pure forse nervoso, molto cauto e dosato nella conversazione – come un uomo che sa molto di più di quello che dice, e fa la cortesia all’ospite di non essere troppo diretto e brutale, arrivando a dare suggerimenti di libri di storia, di cui ha dimostrato di essere un famelico lettore, e perfino di testi per smettere di fumare.
Tutta l’intervista, in realtà è sembrata una danza del cattolico Gibson attorno all’ateo Joe Rogan, che è sembrato a tratti capire il gioco e lasciarsi trasportare senza fare resistenza, persino quando Gibson ha rifiutato fermamente l’idea dell’evoluzione di Darwin, e soprattutto quando gli ha mostrato il mistero della Sacra Sindone di Torino.
GIBSON: “I have three friends. All three of them had stage four cancer. All three of them don’t have cancer right now at all.”
ROGAN: “What did they take?”
GIBSON: “Ivermectin, Fenbendazole” pic.twitter.com/onLx5bvDcG
— Chief Nerd (@TheChiefNerd) January 10, 2025
Degno di nota il riferimento al film capolavoro di Gibson Apocalypto, che Rogan ha detto di essere grandioso e di averlo rivisto di recente. Gibson ha spiegato la genesi del film, per poi entrare in un discorso articolato sul collasso della civiltà, e dichiarare che i sacrifici umani visti nella pellicola sono presenti ancora nella nostra società non differentemente da quella dei maya.
«Il sacrificio umano è vivo e vegeto» ha scandito Gibson, con Rogan che ha detto, che sì, ha solo cambiato forma, alludendo alle morti indotte dalla medicina. Qualcuno può aver avvertito che il non detto, che vibrava giocoforza dentro il cattolico Gibson, era l’aborto, che epperò non è stato spalmato in faccia al già liberal, sedicente abortista Rogan. I due hanno quindi convenuto in un’idea della guerra come sacrificio umano della gioventù.
Si esce dalle due ore di ascolto del podcast grati sino ad essere un po’ frastornati: la comprensione della catastrofe della chiesa conciliare, la comprensione del disastro della medicina moderna, la comprensione della Necrocultura, la comprensione del ritorno del sacrificio umano non solo solo temi che potete trovare su Renovatio 21: sono questioni che sono ad un passo dal divenire mainstream.
Se non è questo un momento per essere speranzosi, quale lo sarà?
Roberto Dal Bosco
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Pensiero
Storia delle bandiere rosse e nere nei movimenti di liberazione dell’America Latina
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Pensiero
Dugin parla di rivoluzione nella destra americana
Il filosofo e politologo russo Aleksandr Dugin spera che le sanzioni statunitensi vengano presto revocate, così da poter visitare il Paese e sperimentare quello che ritiene sarà un cambiamento politico storico sotto la guida del presidente eletto Donald Trump.
La scorsa settimana il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato sanzioni contro il Center for Geopolitical Expertise (CGE) con sede a Mosca, un think tank fondato da Dugin, accusandolo di «alimentare tensioni socio-politiche e influenzare l’elettorato statunitense durante le elezioni statunitensi del 2024», affermando che il CGE ha utilizzato deepfake e strumenti di intelligenza artificiale per diffondere falsità, agendo su richiesta dell’agenzia di intelligence militare russa (GRU). Mosca ha costantemente negato di essersi intromessa nelle elezioni statunitensi.
Reagendo alle ultime restrizioni, il filosofo ha detto sabato: «Spero che nel 2025 mi tolgano le sanzioni. Voglio visitare gli Stati Uniti. Ci sono molti buoni amici lì».
I hope they lift sanctions in 2025 on me. I want to visit US. There are many good friends there. I enjoy bro-revolution and right woke turn. Very curious about new saeculum and First Turn.
— Alexander Dugin (@AGDugin) January 4, 2025
Lo stesso Dugin è stato sottoposto a sanzioni dagli Stati Uniti dal 2015 per quello che Washington vede come il suo ruolo in azioni che «minacciano l’integrità territoriale dell’Ucraina». La designazione è arrivata dopo il colpo di Stato sostenuto dall’Occidente a Kiev nel 2014, che ha scatenato una potente rivolta nel Donbass, ora parte della Russia, che Dugin ha sostenuto.
Dugin ha continuato dicendo che «gli piace la bro-revolution e la svolta woke di destra», definendo così l’arrivo di una certa aria da «fraternità» scolastica che spira nella destra, divenuta al contempo intransigente come il neogoscismo detto woke. «Sono molto curioso del nuovo saeculum e della First Turn». Il filosofo si riferiva apparentemente all’idea che dopo la rielezione di Trump, l’America è entrata in un nuovo ciclo storico, del genere che capita una volta ogni diverse generazioni, una teoria elaborata dai politologi Neil Howe e William Strauss nel libro del 1997 The Fourth Turning e portata avanti in particolare da Steve Bannon – il quale è apertamente nemico di Elon Musk (il bro per eccellenza del nuovo trumpismo).
Dugin ha descritto la vittoria di Trump sulla democratica Kamala Harris come una «vera rivoluzione ideologica» che alla fine aprirà la strada all’America per liberarsi dall’iper-individualismo, dalla cultura della cancellazione e dall’odio per il proprio retaggio.
Dugin è noto come fervente difensore dei valori tradizionali, falco della politica estera e ideologo dell’«Eurasiatismo», l’idea di un blocco geopolitico che unisca Europa e Asia per respingere il progressismo occidentale. I media occidentali spesso si riferiscono a lui come al «cervello di Putin», a causa della sua presunta influenza sul presidente russo. Tuttavia, classifica sui maggiori pensatori geopolitici ascoltati dal Cremlino non lo vedono ai primi posti: secondo alcuni, l’idea di Dugin vicino a Putin serve dunque, soprattuto, alla propaganda antirussa.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa i libri di Dugin sparirono improvvisamente da Amazon. Se ne accorse, mesi dopo, anche il giornalista televisivo americano Tucker Carlson.
Il filosofo l’anno scorso diede una lunga, densissima intervista allo stesso Carlson, mostrando la profondità del suo pensiero storico-filosofico nell’analisi della situazione dell’ora presente riguardo all’imperio del liberalismo omotransumanista.
Dugin ha pagato il prezzo più alto possibile per le sue idee, un prezzo persino superiore alla morte: come noto, la figlia Darja Dugina è stata uccisa da un’autobomba a Mosca due anni fa. Secondo i servizi segreti americani la giovane è stata uccisa dagli ucraini.
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Immagine di Fars Media Corporation via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International; immagine tagliata
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