Geopolitica
Perché nessuno esulta per il vaccino di Putin?
Proprio due giorni fa, il premier Vladimir Vladimirovič Putin annunziava la registrazione del vaccino anti-COVID-19 Sdelano v Rossii, cioè Made in Russia.
Non capiamo come mai, invece che un tripudio, questo annuncio abbia sortito lo stesso effetto che l’Acqua Santa sortisce sul Diavolo.
«Avventati». «Sconsiderati». «Non ci sono dati sufficienti».
«Avventati». «Sconsiderati». «Non ci sono dati sufficienti».
Queste sono solo alcune delle considerazioni fatte a caldo dai cosiddetti «esperti e ricercatori internazionali», i quali affermano principalmente che non vi sia stata una sperimentazione su larga scala.
Il Prof. Francois Balloux, dello University College di Londra, parla di «una decisione avventata e incosciente».
«Qualsiasi problema nella campagna vaccinale russa — continua Balloux — potrebbe essere disastroso per i suoi effetti negativi sulla salute, e nell’accettazione generale della popolazione dei vaccini».
Ciò che fa infuriare apparentemente il compattissimo mondo della Scienzah, è che non sarebbe stata completata la fase 3 di sperimentazione, in cui il farmaco o vaccino viene testato su migliaia di persone per verificarne la sicurezza e gli eventuali effetti collaterali
Svetlana Zavidova, capo dell’Associazione delle organizzazioni per gli studi clinici in Russia, afferma che è «ridicolo dare l’autorizzazione sulla base di questi dati».
La rivista Nature ha sentito altri «esperti» di vaccini, i quali sosterrebbero che l’eccessiva fretta della Russia nel registrare il vaccino potrebbe minare gli sforzi globali nello sviluppo di un prodotto di qualità, compromettendo cosi la fiducia della popolazione inverso il farmaco.
Secondo il certificato di registrazione del vaccino russo, i 76 volontari che hanno ricevuto una o due dosi di vaccino — compresa la figlia del Presidente Putin, Maria Vorontsova — hanno prodotto anticorpi contro la proteina Spike che permette al nuovo coronavirus di infettare le cellule umane.
Ciò che fa infuriare apparentemente il compattissimo mondo della Scienzah, è che non sarebbe stata completata la fase 3 di sperimentazione, in cui il farmaco o vaccino viene testato su migliaia di persone per verificarne la sicurezza e gli eventuali effetti collaterali.
Ci chiediamo: da quando al mondo degli «esperti» della scienza interessa così tanto della sicurezza dei vaccini?
Ci chiediamo: da quando al mondo degli «esperti» della scienza interessa così tanto della sicurezza dei vaccini? E delle eventuali reazioni avverse prodotte dai medesimi, da quando qualcuno si interessa realmente?
E delle eventuali reazioni avverse prodotte dai medesimi, da quando qualcuno si interessa realmente?
Un altro quesito, di conseguenza, sorge spontaneo: se l’annuncio della registrazione del vaccino-COVID fosse sopraggiunta da Bill Gates o da una nota azienda farmaceutica (che stanno tutte cercando scorciatoie regolatorie per un’approvazione immediata e l’immissione nel mercato, in barba al Codice di Norimberga e non solo, come ha riportato Renovatio 21 a più riprese), sarebbe scaturito un simile teatrino?
A questo punto è il vaccino — e quindi, in teoria, la salute della popolazione — ad interessare, o chi il vaccino lo mette a punto e di conseguenza lo produce?
A questo punto è il vaccino — e quindi, in teoria, la salute della popolazione — ad interessare, o chi il vaccino lo mette a punto e di conseguenza lo produce?
La domanda ci pare evidentemente retorica, ben sapendo che dietro ai vaccini ci sono interessi — economici, politici, anti-morali ed anti-etici — e non interesse verso l’essere umano.
Infine permetteteci un’ultima, folle, ipotesi.
Non è che con il suo vaccino di Stato il presidente Putin, non proprio conosciuto per essere un fan del mondialismo e del lobbismo farmaceutico, abbia voluto far emergere proprio questo aspetto ipocrita e contraddittorio del mondo dei vaccini e più in generale del farmaco?
Non è che con il suo vaccino di Stato il presidente Putin, non proprio conosciuto per essere un fan del mondialismo e del lobbismo farmaceutico, abbia voluto far emergere proprio questo aspetto ipocrita e contraddittorio del mondo dei vaccini e più in generale del farmaco?
Della serie: «Avete visto? Il vaccino di Bill Gates sì; quello di Putin no».
Cristiano Lugli
Geopolitica
Blinken: i social media sono responsabili del fallimento delle pubbliche relazioni israeliane a Gaza
I social media sono parzialmente responsabili delle diffuse critiche internazionali sulla condotta di Israele durante la sua campagna militare a Gaza, ha suggerito il Segretario di Stato americano Antony Blinken.
Il massimo diplomatico americano ha rilasciato il commento lo scorso venerdì durante uno scambio con il senatore dello Utah Mitt Romney (un politico di sistema considerato un RINO, cioè «repubblicano solo di nome) al Sedona Forum 2024 del McCain Institute a Sedona, in Arizona.
Romney ha chiesto a Blinken il perché delle «pubbliche relazioni così terribili» per Israele nel conflitto a Gaza. «Perché Hamas è scomparso in termini di percezione pubblica? C’è sul tavolo un’offerta per un cessate il fuoco, eppure il mondo grida contro Israele», ha detto. «In genere, gli israeliani sono bravi nelle pubbliche relazioni. Cos’è successo qui?» Romney ha detto.
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Il Segretario di Stato ha ricordato che quando iniziò a lavorare a Washington all’inizio degli anni ’90 «tutti facevano la stessa cosa», ovvero leggere giornali come il New York Times, il Washington Post e il Wall Street Journal, e guardare le reti di informazione nazionali per ottenere informazioni sugli eventi mondiali.
Ora invece, nel 2020, «siamo sottoposti a un flusso endovenoso di informazioni con nuovi impulsi, input ogni millisecondo» e i social media «hanno dominato la narrazione», ha affermato.
«E c’è un ambiente ecosistemico dei social media in cui il contesto, la storia, i fatti si perdono e prevalgono le emozioni e l’impatto delle immagini. E non possiamo, non possiamo escluderlo, ma penso che abbia anche un effetto molto, un effetto molto, molto stimolante sulla narrazione», ha suggerito Blinken.
Tuttavia, ha anche sottolineato che un’altra ragione delle cattive pubbliche relazioni di Israele è stata «l’inevitabile realtà delle persone che hanno e continuano a soffrire gravemente a Gaza. E questo è reale e dobbiamo… essere concentrati su questo e attenti a quello».
Israele ha dovuto affrontare aspre critiche da parte della comunità internazionale a causa dell’elevato numero di vittime civili durante gli attacchi nell’enclave negli ultimi sette mesi. A marzo, gli esperti delle Nazioni Unite hanno stabilito che esistevano «fondati motivi» per ritenere che nell’enclave palestinese venisse commesso un «genocidio».
Nelle ultime settimane, le università degli Stati Uniti sono state colpite da proteste filo-palestinesi, che sono state interrotte da scontri con la polizia e hanno portato alla detenzione di diverse migliaia di persone.
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Le candide ammissioni del Blinken – ebreo che dice che la sua famiglia è fuggita dalla Russia: idea interessante, riconosce anche Putin, perché risultano di Kiev, che stando a quello che dice significherebbe quindi che Kiev è Russia – arrivano nel momento in cui grazie ad una Commissione alla Camera USA è stato rivelato che la Casa Bianca di Biden aveva indotto Facebook a censurare nel 2020 i riferimenti degli utenti alla teoria della fuga del coronavirus dal laboratorio di Wuhano.
Come sa il lettore, Renovatio 21 fu plurime volte vittima di questa tremenda censura, in patente violazione del Primo Emendamento della Costituzione Americana, che stabilisce che il governo di Washington non può interferire con i privati per modulare il discorso pubblico.
Tuttavia, come abbiamo imparato dal biennio pandemico, le Costituzioni – americana, italiana, tedesca – ora possono essere ignorate e infrante. E quindi c’è da chiedersi: quale censura vi sarà per la questione di Gaza?
Quale censura è già in atto in un’amministrazione in cui il presidente senile fantoccio si dichiara apertis verbis «sionista»?
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
L’Ucraina colpisce un impianto petrolifero nel Donbass
❗Ukrainian forces launched missiles at civilian infrastructure in Lugansk, injuring five people and causing a large blaze at an oil depot. The attack likely involved US-supplied ATACMS missiles. This follows a recent increase in Ukrainian targeting of Russian oil refineries and… pic.twitter.com/T32RwN0AqC
— Owl Post (@_PalestineFree) May 8, 2024
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Geopolitica
Partita l’operazione dell’esercito israeliano a Rafah. Video atroci emergono dalla zona
L’esercito di Israele ha lanciato un’operazione antiterrorismo mirata nella parte orientale della città di Rafah, a Gaza, hanno detto martedì le Forze di difesa israeliane (IDF).
Le truppe dell’IDF hanno preso il controllo operativo del lato di Gaza del valico di frontiera di Rafah, l’unico punto di passaggio tra l’Egitto e la Striscia di Gaza. Sia le truppe di terra dell’IDF che gli aerei da combattimento dell’IAF hanno effettuato attacchi su obiettivi di Hamas nell’area di Rafah come parte dell’operazione.
«Nella notte, le truppe di terra dell’IDF hanno iniziato una precisa operazione antiterrorismo basata sull’intelligence dell’IDF e dell’ISA per eliminare i terroristi di Hamas e smantellare le infrastrutture terroristiche di Hamas in aree specifiche della parte orientale di Rafah» ha scritto l’IDF su Telegram.
🚨🇮🇱 ISRAEL just bombed another refugee camp in Rafah. pic.twitter.com/mD55S1x74x
— Jackson Hinkle 🇺🇸 (@jacksonhinklle) May 7, 2024
BREAKING: Israel is still intensely bombing Rafah right now, targeting residential homes and killing civilians.
Bodies of children are being found under the rubble.
Read that again.
Israel is not defending itself. Israel is committing genocide.pic.twitter.com/6LpSE4el8P
— sarah (@sahouraxo) May 7, 2024
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Prima di iniziare l’operazione, l’IDF aveva esortato i residenti nell’area orientale di Rafah a evacuare temporaneamente nell’area umanitaria di Al-Mawasi. Il luogo in questione è stato ampliato per ospitare più tende, ospedali da campo, tende e rifornito con ulteriori scorte di acqua, cibo e forniture mediche, scrive il sito governativo russo Sputnik.
Tutte le spedizioni di aiuti umanitari a Gaza dall’Egitto attraverso il valico di Rafah sono state sospese, ha riferito il quotidiano israeliano Haaretz.
Oltre un milione di civili palestinesi hanno cercato rifugio a Rafah, e rapporti indicano che quasi 100.000 persone potrebbero trovarsi nella zona in cui le forze di difesa israeliane hanno sollecitato l’evacuazione. Il governo dello Stato Ebraico è stata ripetutamente avvertito che un’operazione di terra scatenerebbe una catastrofe umanitaria a Rafah.
Nel frattempo, immagini semplicemente atroci stanno emergendo dalla zona degli attacchi.
Here’s what Israel did today in Rafah
This is what its road to “total victory” looks like pic.twitter.com/oRczIfzM7n
— Max Blumenthal (@MaxBlumenthal) May 7, 2024
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant aveva dichiarato domenica che le truppe israeliane si stavano preparando per un’offensiva di terra contro la città di Rafah, nel sud di Gaza, dopo aver accusato Hamas di respingere le proposte israeliane di cessate il fuoco.
«Vediamo segnali che Hamas non intende attuare alcun piano. Ciò rende chiaro che nel prossimo futuro inizieranno azioni intensive a Rafah e in altre zone della Striscia di Gaza», aveva detto Gallant alle truppe israeliane secondo il giornale Israel Hayom.
Ieri l’ufficio stampa del governo ha annunciato che il gabinetto di guerra israeliano ha deciso all’unanimità di continuare l’operazione a Rafah per fare pressione su Hamas sulla questione del rilascio degli ostaggi.
L’operazione a Rafah arriva dopo che il movimento palestinese Hamas ha accettato di rilasciare 33 ostaggi israeliani in cambio di un certo numero di prigionieri palestinesi come parte della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco, secondo un documento ottenuto da Sputnik.
Sabato la delegazione di Hamas era arrivata al Cairo per negoziare, attraverso i mediatori egiziani, un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio dei prigionieri.
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Il presidente dell’ufficio politico del movimento palestinese Hamas, Ismail Haniyeh, ha informato il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani e Abbas Kamel, capo dell’intelligence egiziana, dell’accettazione di una proposta per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, ha detto Hamas lunedì.
Tuttavia, l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che la proposta di Hamas è «lontana dalle richieste essenziali di Israele», ma invierà i negoziatori a colloqui «per esaurire il potenziale per arrivare ad un accordo».
Come riportato da Renovatio 21, il ministro israeliano Itamar Ben Gvir ha minacciato di far cascare il governo Netanyahu, di cui è membro con il suo partito ultrasionista Otzma Yehudit («Potere ebraico») qualora l’esercito israeliano non fosse entrato a Rafah.
«Il Primo Ministro ha ascoltato le parole, ha promesso che Israele entrerà a Rafah, ha promesso che la guerra non sarebbe finita e ha promesso che non ci sarebbero stati accordi dissoluti» ha dichiarato il ministro sionista il ministro sionista a seguito di un incontro chiesto ed ottenuto con il premier, avvenuto peraltro dopo un mostruoso incidente d’auto che ha coinvolto in Ben Gvir.
«Penso che il primo ministro capisca molto bene cosa significherebbe se queste cose non si verificassero», ha detto il ministro.
Il ritorno al potere Netanyahu è dovuto al boom del partito sionista Otzma Yehudit. Il ministro del patrimonio culturale Amichai Eliyahu, che appartiene al partito sionista, ha dichiarato la disponibilità di nuclearizzare la Striscia di Gaza.
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Immagine screenshot da Twitter
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