IVF
L’Australia apre la prima banca pubblica di ovuli e sperma
La prima banca pubblica australiana di ovuli e sperma è stata aperta nello Stato del Victoria e mira a reclutare donatori per i pazienti idonei a trattamenti per la fertilità finanziati con fondi pubblici. Lo riporta BioNews.
La nuova banca degli ovociti e dello sperma fa parte di una clinica aperta nell’ottobre 2022, che fa parte di una più ampia iniziativa da 120 milioni di dollari, volta a realizzare trattamenti per la fertilità tra cui la fecondazione in vitro. È stata aperta il 2 luglio 2023 e ora accetta donazioni, poiché in Australia la donazione a pagamento di gameti è illegale. L’iniziativa include l’introduzione di servizi di fertilità via satellite in tutto lo Stato del Victoria.
Il premier Daniel Andrews – che il lettore di Renovatio 21 conosce per la folle repressione vista a Melbourne nel biennio pandemico – ha dichiarato che «aiutare qualcuno a creare la propria famiglia è uno dei doni più generosi che si possano fare a qualcuno, e la nostra nuova banca pubblica di ovuli e sperma aiuterà ancora più cittadini del Victoria a fare proprio questo».
I potenziali donatori dovranno soddisfare una serie di requisiti per poter donare. Ciò include la consulenza per assicurarsi che comprendano le implicazioni associate alla donazione, poiché la donazione anonima è illegale in Australia.
«Il servizio aiuterà coloro che necessitano di cure per la fertilità a causa di condizioni genetiche precedenti o trattamenti per il cancro, incapacità di concepire naturalmente, persone LGBTQI+ e coppie dello stesso sesso e individui che sperano di diventare genitori single» scrive Bionews. Tuttavia «sarà necessario un rinvio da parte del medico di famiglia o dello specialista del paziente per accedere al trattamento della fertilità e alle uova o allo sperma».
L’iniziativa aiuterà fino a 5000 abitanti del Victoria e potrebbero risparmiare fino a 10.000 dollari, secondo il comunicato stampa. «Per troppo tempo la fecondazione in vitro è stata fuori dalla portata di così tante persone, ecco perché stiamo eliminando i costi come barriera per migliaia di cittadini del Victoria ogni anno», ha affermato il ministro ad interim della salute Gabrielle Williams.
L’Australia è stata colpita da casi eclatanti in fatto di riproduzione artificiale, come quello dei 60 bambini concepiti da un unico donatore di sperma che usava quattro pseudonimi
C’è stato poi il caso del surfista di Brisbane che, emerse quattro anni fa, aveva generato 48 figli.
Casi di «donazione» altruistica, con il «donatore» che non teme la pubblicità e assicura la qualità del suo prodotto, sono finiti sui giornali.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa il governo del Victoria aveva rifiutato di creare un registro per i donatori di sperma. Tuttavia, altrove gruppi di pressione australiani hanno chiesto un registro dei donatori per prevenire l’incesto in provetta, ossia il fatto che figli dello stesso donatore finiscano poi per accoppiarsi senza conoscere la loro origine.
Nella sola area del Pacifico asiatico, il mercato dei bambini in provetta, è stato calcolato, potrebbe raggiungere i 46 miliardi di dollari di valore entro nel 2031.
La produzione dei bambini in provetta, chiamata spesso con l’eufemismo «procreazione medico-assistita» (PMA), è entrata nei LEA (livelli essenziali di assistenza) della sanità italiana su spinta dell’allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Nei nuovi LEA è prevista la riproduzione artificiale sia di tipo omologo (cioè con gameti provenienti dalla coppia) che eterologo (cioè con sperma e ovuli che possono provenire da donatori e banche).
La differenza tra la fecondazione in vitro omologa ed eterologa è stata per anni uno stupido paletto messo dai catto-prolife italiano, su ordine dei loro padroni ecclesiastici che vogliono una resistenza simbolica rispetto al tema del bambino artificiale.
Sia l’omologa che l’eterologa, oltre a produrre esseri fuori dalla natura (la teologia non ha ancora risposta sull’argomento) prevede l’impianto simultaneo di embrioni che in larga parte muoiono (e in una piccola parte invece si fondono per creare esseri con due DNA, le famigerate chimere, un fenomeno ancora largamente taciuto dall”accademia e dai media)
Altre centinaia di migliaia di embrioni, osservati e considerati non degni di impianto, sono semplicemente scartati con hitleriana crudeltà; altri sono messi in un congelatore a base di azoto liquido, in un limbo anche filosofico – non sono né vivi né morti…
La relazione annuale del Ministro della Salute sulla legge 40/2004 – la legge che ha istituito la liceità della provetta, legge che ricordiamo è stata scritta da cattolici pro-vita – relativa all’anno 2018 dava conto del fatto che la fecondazione in provetta in Italia uccide 171.730 embrioni in un anno. Un numero di morti assai maggiore di quello della 194/78, cioè la legge sul libero aborto (anche quella, scritta da democristiani).
Questa è la realtà delle cose.
E poi vi turlupinano con la storia dell’aborto, dell’utero in affitto, con tutta la retroguardia possibile al fine di narcotizzare la morale dei pochi che ancora inorridiscono davanti a tutto questo, ridirigendoli verso un vicolo cieco, alla fine del quale accetteranno tutto: il feticidio onnipresente, la produzione di essere umani il laboratorio benedetta dalla gerarchia, i bambini bioingegnerizzati – soprattutto questi ultimi, forse per motivi apocalittici che non spiegheremo qui.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
IVF
Donatori di sperma «seriali» e bambini col tumore: cala la maschera sull’industria della riproduzione
La notizia arriva dalla Danimarca, patria europea della «donazione» si sperma e sede di alcune delle più grandi banche del seme al mondo. Un «donatore» di spermatozoi, apparentemente in perfetta salute, è risultato portatore asintomatico di una mutazione genetica rara, una variante del gene TP53, associata a un rischio elevato di sviluppare tumori, dopo aver contribuito alla nascita di quasi duecento bambini disseminati in quattordici Paesi.
Una cifra che basterebbe da sola a descrivere il livello di industrializzazione raggiunto dal mercato della riproduzione umana. Ma ciò che è accaduto dopo è ancora più rivelatore: secondo quanto riportato dall’emittente pubblica danese DR, la Banca Europea del Seme era già stata informata nel 2020 di un primo caso di tumore in un bambino concepito tramite questo donatore. È stato allora eseguito un test genetico sul materiale seminale dell’uomo, ma, a detta della banca, la mutazione non sarebbe stata rilevabile.
Risultato? La vendita dello sperma è ripresa come se nulla fosse.
Tre anni più tardi, un nuovo caso, un altro bambino ammalatosi di cancro e portatore della stessa mutazione, ha costretto la banca a ripetere le analisi: questa volta la mutazione è stata trovata. Solo a quel punto, nell’ottobre 2023, il donatore è stato definitivamente bloccato.
Nel frattempo, 197 bambini erano già venuti al mondo, 99 dei quali solo in Danimarca.
La spiegazione ufficiale offerta dalla banca del seme è lapidaria: la mutazione non sarebbe stata individuabile tramite uno screening standard perché «rara e non descritta» e perché «presente solo in una piccola parte degli spermatozoi del donatore e non nel resto del corpo».
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Come a dire: l’industria della riproduzione artificiale umana procede come un qualunque processo produttivo seriale. Il materiale difettoso può sfuggire ai controlli qualità, capita. E se il prodotto finale, in questo caso, bambini in carne ed ossa, dovesse risultare affetto da patologie gravi, pazienza: si aggiorneranno i protocolli, si migliorerà la sensibilità dei test, si ottimizzerà la filiera.
Nel frattempo, però, centinaia di famiglie dovranno convivere con l’incertezza che il proprio figlio possa sviluppare forme tumorali potenzialmente letali.
La vicenda danese dimostra ancora una volta che la riproduzione artificiale, lungi dall’essere il trionfo della libertà e dell’autodeterminazione, è un’industria; e come tutte le industrie opera seguendo logiche economiche, produttive, utilitaristiche.
Il donatore non è una persona, ma un fornitore biologico; il bambino non è un figlio, ma il risultato di una procedura; la banca del seme non è una istituzione «al servizio della vita», ma un’azienda che deve vendere un prodotto.
È la medesima logica che vediamo operare nel sistema trapiantologico: il corpo umano diventa una risorsa, una miniera da cui estrarre ciò che serve. Nel caso in questione non si estraggono organi, ma gameti. L’obiettivo, però, è lo stesso: costruire un mercato che tratta l’essere umano come un aggregato di funzioni e materiali utili.
La narrazione rassicurante della scienza che controlla tutto si infrange davanti a questa vicenda, rivelando il suo contrario: un sistema che procede per tentativi, che sbaglia, che minimizza, che giustifica l’ingiustificabile pur di non mettere in discussione l’impianto ideologico e commerciale su cui si regge.
Perché il vero tabù è ammettere che la tecnica non è neutra, né onnipotente; che la produzione industriale di esseri umani comporta rischi enormi, incalcolabili, e che il primo a pagarli è sempre il più debole.
Finché non si avrà il coraggio di guardare in faccia questa verità, continueremo a chiamare progresso ciò che è, in realtà, una gigantesca regressione antropologica: la riduzione della vita umana a merce negoziabile, vendibile e restituibile perché «difettosa», proprio come qualunque altro prodotto industriale.
Alfredo De Matteo
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IVF
Gli embrioni uccisi dalla fecondazione in vitro superano il numero di bambini uccisi dall’aborto: pure i pro-life USA se ne accorgono
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IVF
Trump annuncia un accordo per rendere più facile la provetta. Kennedy dice che per questo andrà in paradiso
Il presidente USA Donald Trump ha annunciato che la sua amministrazione ha raggiunto un accordo con le aziende farmaceutiche per ridurre drasticamente il costo della fecondazione in vitro (IVF). Si tratta di uno sviluppo devastante che porterà alla creazione in laboratorio di milioni di esseri umani e al loro scarto.
Renovatio 21 inoltre torna a sottolineare che in questo modo aumenteranno a dismisura i casi di chimere umane, ossia di individui dotati di più DNA.
«Le iniziative che ho appena annunciato rappresentano le azioni più audaci e significative mai intraprese da un presidente per portare il miracolo della vita in più case americane», ha dichiarato Trump giovedì nello Studio Ovale. «Non esiste felicità e gioia più grande nel crescere i figli, e ora milioni di americani che lottano contro l’infertilità avranno una nuova opportunità di vivere l’esperienza più bella di tutte».
.@POTUS: “We’re here today to announce a historic victory for American women, mothers, and families. With the actions I will outline this afternoon, we’ll dramatically slash the cost of IVF, and many of the most common fertility drugs… prices are going way down.” pic.twitter.com/O8YOXNPLF7
— Rapid Response 47 (@RapidResponse47) October 16, 2025
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Il presidente descritto la sua iniziativa come una «vittoria storica per le donne, le madri e le famiglie americane» e ha scherzato sul fatto che darà il via a un’era di «bambini Trump».
Il segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS), Robert F. Kennedy Jr., si è congratulato con Trump, dicendogli che «andrà in paradiso» per aver promosso la fecondazione in vitro.
RFK Jr. just told Trump he’ll “get to heaven” for promoting IVF. WATCH 👇
No, Mr. Kennedy. As a Catholic, you know IVF violates God’s law—and as a man of science, you know it kills millions of embryonic children.
We pray for your conversion—and for the President’s. 🙏 pic.twitter.com/sfOnjSFRCf
— John-Henry Westen (@JhWesten) October 17, 2025
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Il processo di fecondazione in vitro (IVF) è considerato gravemente immorale, poiché comporta la creazione consapevole di decine di embrioni umani «in eccesso» che vengono poi uccisi e trattati come merci. Si stima che oltre un milione di embrioni siano congelati negli Stati Uniti dopo la fecondazione in vitro e che fino al 93% di tutti gli embrioni creati tramite IVF venga infine distrutto.
Come riportato da Renovatio 21, in America come in Italia oggi la provetta uccide più dell’aborto.
Dopo che una sentenza della Corte Suprema dell’Alabama, che ha stabilito che gli embrioni congelati fossero considerati bambini in una causa per omicidio colposo, ha portato la questione al centro dell’attenzione nazionale lo scorso anno, la maggior parte dei repubblicani nazionali si è affrettata a dichiarare il proprio sostegno alla fecondazione in vitro (con poche eccezioni).
A guidare la carica era stato lo stesso Trump, che si è autodefinito un «leader della fecondazione in vitro» e ha promesso di promulgare un nuovo diritto federale alla fecondazione in vitro, sia attraverso sussidi diretti che tramite un obbligo assicurativo (sebbene abbia anche suggerito di sostenere esenzioni religiose a quest’ultimo).
A febbraio, Trump ha firmato un ordine esecutivo che ordina alla sua amministrazione di elaborare azioni amministrative e raccomandazioni politiche per rafforzare l’«accesso» e la «sostenibilità» della fecondazione in vitro, senza tuttavia impegnarsi ancora in una politica specifica.
Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo prosperano nuove pratiche eugenetiche di screening degli embrioni, con startup lautamente finanziate dagli oligarchi elettronici volte a creare bambini «perfetti» come nel più estremo sogno hitleriano.
Non c’è solo la mostruosa ecatombe di embrioni della cosiddetta «micromorte» a rendere problematica la riproduzione artificiale. Con embrioni multipli impiantati nella donna e «attecchiti» si può avere il fenomeno della «chimera umana».
In biologia, una chimera è un organismo o una creatura che presenta due o più popolazioni di cellule geneticamente diverse, ciascuna originata da zigoti differenti. Queste popolazioni cellulari geneticamente distinte di fatto coesistono all’interno dell’organismo
Le chimere umane, ovvero individui derivati dalla combinazione di due embrioni, costituiscono una realtà riconosciuta da un numero significativo di anni, benché questa realtà sia spesso ignorata nonostante il notevole incremento dei casi, come riportato da alcuni professionisti medici.
Le persone chimeriche, le quali presentano due diversi set di DNA in quanto risultato della fusione di due esseri distinti, effettivamente mostrano disfunzioni che emergono col tempo: il «fratello» che è stato assorbito continua a crescere all’interno del corpo del gemello ospite più sviluppato. È possibile che tessuti come capelli, muscoli e persino occhi si trovino all’interno del corpo di un individuo chimera.
In altre situazioni, l’embrione assorbito si sviluppa in modo «coordinato» con l’altro gemello, diventando un organo specifico all’interno del corpo dell’embrione dominante.
Il chimerismo ha già giocato brutti scherzi in giro per il mondo.
Sono stati riportati casi in cui individui hanno avuto figli, ma non hanno trasmesso il loro proprio DNA ai loro discendenti, poiché gli organi genitali, sia maschili che femminili, erano in realtà derivati dai gemelli assorbiti durante la fase embrionale. Di conseguenza, la loro prole è geneticamente figlia dei fratelli che non hanno mai conosciuto e dei quali non erano nemmeno a conoscenza, ma che esistono nella realtà della genetica: è da capogiro, a pensarci, ma è così.
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In America, dove i test genetici sono arrivati al consumatore, saltano fuori casi sempre più allucinanti. I servizi sociali tolgono i bambini ad una donna, che viene arrestata dalla polizia dopo un test del DNA: i figli non sono suoi, li ha rapiti – invece li ha partoriti lei, solo che i suoi organi riproduttivi erano in realtà della sorella che condivideva con lei il grembo materno, e che si è fusa con la donna, che quindi, da figlia unica, ha una sorella, ma non la ha mai vista, perché è dentro di lei, ma al contempo è la vera madre dei suoi figli (sì, gira la testa). Prima di risolvere legalmente questo problema, la signora ne ha passate di ogni tipo.
Stesso caso per un uomo che si è sentito dire di non essere il padre dei suoi figli, in quanto il vero padre, dissero i medici, era secondo i risultati del DNA un parente stretto, un fratello (vicenda di corna abbastanza classica). E invece, l’uomo era figlio unico – suo fratellino si era sistemato, molto prima di nascere, come organo genitale del fratellone, e ha continuato così, generando così dei figli con la cognata.
L’aberrazione biologica qui fa il paio con quella sociale, perché le ramificazioni di distruzione della società, della famiglia, del concetto stesso di identità individuale sono abissali.
Più che paradiso, qui stiamo parlando di inferno sulla terra.
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