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I bambini in provetta incrementati del 30% in dieci anni. E quanto sono aumentate le chimere umane?

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Curioso paradosso: in Italia, Paese che soffre di un calo di nascite considerevole, un numero crescente di bambini viene al mondo grazie alla riproduzione artificiale. Si nasce sempre meno, ma sempre più spesso se si proviene dalla provetta.

 

Secondo uno studio condotto da un gruppo italiano e presentato al 40° congresso della Società Europea di Medicina della Riproduzione ed Embriologia (ESHRE) ad Amsterdam, dal 2010 al 2020, la percentuale è aumentata dal 32% al 42%, con un incremento di circa il 30%. Tra le donne sotto i 38 anni, queste cifre raggiungono addirittura il 70-80%.

 

La ricerca ha analizzato i dati di 6.600 coppie sottoposte a PMA (procreazione medicalmente assistita, cioè riproduzione artificiale) presso un centro di Roma, suddivise in 11 gruppi a seconda dell’anno del primo trattamento (dal 2010 al 2020). Questi gruppi sono stati confrontati per verificare la nascita di un bambino entro 3 anni, l’incidenza di aborti spontanei e parti gemellari, e la prevalenza di parti singoli con più di 2 bambini entro 6 anni.

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La stimolazione ormonale è stata effettuata con protocolli differenti, e tutti i pazienti sono stati sottoposti a ICSI (cioè l’inseminazione intracitoplasmatica, che prevede l’inserimento di un singolo spermatozoo nell’ovocita maturo). Gli ovociti freschi (si dice così, come per le uova e la verdura) sono stati coltivati fino al secondo-terzo giorno di sviluppo o fino allo stadio di blastocisti (5-7 giorni), con trasferimenti a fresco o dopo il congelamento di tutti gli embrioni (freeze-all), non testati con PGT (un test per analizzare il DNA embrionale e determinare anomalie genetiche) o testati e risultati «cromosomicamente sani» (sic), e trasferimenti di embrioni singoli o multipli.

 

«Nel corso degli ultimi 10 anni, il periodo di tempo che abbiamo preso in considerazione per questo studio» spiega il ginecologo romano primo autore del paper. «l’implementazione e la crescente adozione di questi approcci hanno migliorato i risultati della fecondazione in vitro. L’indicatore principale del successo della fecondazione in vitro è il tasso cumulativo di bambini nati, ma ci sono altri risultati da considerare per una valutazione più approfondita dell’efficacia e dell’efficienza del trattamento, compreso il tempo necessario per arrivare ad avere un bambino, il tasso di aborto spontaneo e la prevalenza di gravidanze gemellari».

 

«Inoltre, la coppia dovrebbe essere sempre messa nelle migliori condizioni per pensare a un progetto di family planning, puntando ad avere più di un bambino, quando possibile(…) I progressi clinici e di laboratorio – hanno migliorato l’efficacia e l’efficienza della fecondazione in vitro nel tempo, soddisfacendo anche il desiderio di pianificazione familiare». Insomma, i bambini sintetici aumentano, così come la cultura della genitorialità pianificata, che in inglese si dice Planned Paranthood, e ci chiediamo dove abbiamo già sentito questa espressione.

 

L’agenzia Adnkronos, che scrive del documento presentato, riporta che il risultato sarebbe stato ottenuto grazie a cinque strategie che avrebbero incrementato i tassi di successo della PMA nell’arco di dieci anni.

 

Il catalogo è, per chi avversa la produzione di esseri umani in laboratorio come pratica antiumana ed apocalittica, impressionante.

 

«Le cinque strategie vincenti sono le terapie ormonali personalizzate e mai uguali da donna a donna, mirate a ridurre rischio di complicanze, come l’iperstimolazione ovarica, senza però compromettere il risultato» riporta l’agenzia, e bisogna ringraziare perché almeno qui si ricorda che ci possono essere tremende complicanze nei procedimenti riprogenetici – abbiamo ricordato, su Renovatio 21, casi di «sindrome da iperstimolazione ovarica» anche mortali.

 

Si aggiunge quindi «la coltura a blastocisti, cioè portare gli embrioni prodotti in laboratorio al quinto-settimo giorno di sviluppo, lo stadio più adatto a facilitare poi l’impianto in utero», e «l’approccio freeze-all, cioè la scelta di congelare i gameti e gli embrioni prima di procedere con il trasferimento, in modo da avere tempo per ottimizzare le condizioni dell’utero materno»: in pratica, la vita passa giocoforza per l’azoto liquido, dove sappiamo che l’embrione potrebbe poi essere parcheggiato indefinitamente.

 

Ancora, ci parlano della strategia del «test genetico pre-impianto che consente di conoscere lo stato di salute degli embrioni prima del transfer»: qui forse è possibile parlare di eugenetica al microscopio? Stanno dicendo, in pratica, che gli embrioni non in salute non vengono impiantati? A quanto pare, davvero pochi, anche nell’ambiente, hanno sentito parlare del fenomeno degli «embrioni a mosaico»: embrioni da scartare perché ritenuti dagli «esperti» non sani, ma che poi, impiantati, si sono trasformati in bambini perfettamente sani. Sì, con grande sorpresa degli scienziati, la vita sa come ripararsi…

 

Non siamo nemmeno sicuri che la selezione pre-impianto sia in linea con la legge (che consideriamo comunque sbagliata, iniqua) 40/2004, tuttavia non rileva: la legge è stata demolita pezzo per pezzo a suon di sentenze di ogni grado, e noi abbiamo l’idea che essa fosse stata scritta proprio con questo intento, lasciando all’interno del testo bombe ad orologeria che l’avrebbero tirata giù in toto: si trattava, per i vescovi e per i loro galoppini democristiani, da scrivere una legge che funzionasse come «resistenza simbolica» all’arrivo del bambino artificiale cattolicamente accettabile, cosa di cui ora la Pontificia Accademia Pontificia per la Vita retta da monsignor Paglia tratta sempre più apertis verbis.

 

Come dire: il 20 settembre 11870, a Porta Pia, il papa mandò qualche soldato a resistere simbolicamente; oggi, con leggi fallite, i prelati hanno messo in scena un teatrino per far finta di opporsi alla breccia da cui non entrano i garibaldini, ma gli umanoidi.

 

Ricordiamo, en passant, un numero: secondo l’Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici (AIGOC), nel solo 2018 – sei anni fa… – la fecondazione in provetta ha ucciso 171.730 embrioni italiani nel corso di un solo anno. Vale a dire, più bambini morti che con l’aborto di Stato della 194/78. Immaginiamo, nel 2024, quanto questa cifra sia aumentata. E quindi, di quanti embrioni scartati ed eliminati eugeneticamente, di quanti esseri terminati, stiamo parlando? Di un milione? Due? Tre milioni? Ribadiamolo, sì: sono sempre numeri da bomba atomica.

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Ma torniamo al documento sulle «strategie» per accrescere il numero di bambini sintetici circolanti in Italia. Apprendiamo che si fa uso anche «della recente adozione dell’approccio multiciclo, cioè la sensibilizzazione della coppia a “non mollare” (…) e a considerare la PMA come un percorso, le cui potenzialità spesso non si concretizzano in un solo tentativo ma, in media, in almeno tre».

 

Che vuol dire: tante punture per la donna, ma soprattutto tanti embrioni che vengono prodotti e scartati. Se una donna si sottopone e tre cicli significa che non solo ha fatto eliminare dagli scienziati quantità di figli prodotti in laboratorio, ma che è passata per la morte anche di vari di loro che, dopo essere stati selezionati eugeneticamente, si sono ritrovati nell’utero ma, come si dice in gergo, non hanno «attecchito».

 

A questo punto, visto che siamo su Renovatio 21, ricordiamo quale può essere il destino di embrioni multipli impiantati nella donna e «attecchiti»: possono finire con il creare quello che si chiama «chimera umana».

 

Ma che cosa è una «chimera umana»?

 

In biologia, una chimera è un organismo o una creatura che presenta due o più popolazioni di cellule geneticamente diverse, ciascuna originata da zigoti differenti. Queste popolazioni cellulari geneticamente distinte di fatto coesistono all’interno dell’organismo

 

Le chimere umane, ovvero individui derivati dalla combinazione di due embrioni, costituiscono una realtà riconosciuta da un numero significativo di anni, benché questa realtà sia spesso ignorata nonostante il notevole incremento dei casi, come riportato da alcuni professionisti medici.

 

Le persone chimeriche, le quali presentano due diversi set di DNA in quanto risultato della fusione di due esseri distinti, effettivamente mostrano disfunzioni che emergono col tempo: il «fratello» che è stato assorbito continua a crescere all’interno del corpo del gemello ospite più sviluppato. È possibile che tessuti come capelli, muscoli e persino occhi si trovino all’interno del corpo di un individuo chimera.

 

In altre situazioni, l’embrione assorbito si sviluppa in modo «coordinato» con l’altro gemello, diventando un organo specifico all’interno del corpo dell’embrione dominante.

 

Il chimerismo ha già giocato brutti scherzi in giro per il mondo.

 

Sono stati riportati casi in cui individui hanno avuto figli, ma non hanno trasmesso il loro proprio DNA ai loro discendenti, poiché gli organi genitali, sia maschili che femminili, erano in realtà derivati dai gemelli assorbiti durante la fase embrionale. Di conseguenza, la loro prole è geneticamente figlia dei fratelli che non hanno mai conosciuto e dei quali non erano nemmeno a conoscenza, ma che esistono nella realtà della genetica: è da capogiro, a pensarci, ma è così.

 

In America, dove i test genetici sono arrivati al consumatore, saltano fuori casi sempre più allucinanti. I servizi sociali tolgono i bambini ad una donna, che viene arrestata dalla polizia dopo un test del DNA: i figli non sono suoi, li ha rapiti – invece li ha partoriti lei, solo che i suoi organi riproduttivi erano in realtà della sorella che condivideva con lei il grembo materno, e che si è fusa con la donna, che quindi, da figlia unica, ha una sorella, ma non la ha mai vista, perché è dentro di lei, ma al contempo è la vera madre dei suoi figli (sì, gira la testa). Prima di risolvere legalmente questo problema, la signora ne ha passate di ogni tipo.

 

Stesso caso per un uomo che si è sentito dire di non essere il padre dei suoi figli, in quanto il vero padre, dissero i medici, era secondo i risultati del DNA un parente stretto, un fratello (vicenda di corna abbastanza classica). E invece, l’uomo era figlio unico – suo fratellino si era sistemato, molto prima di nascere, come organo genitale del fratellone, e ha continuato così, generando così dei figli con la cognata.

 

L’aberrazione biologica qui fa il paio con quella sociale, perché le ramificazioni di distruzione della società, della famiglia, del concetto stesso di identità individuale sono abissali.

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Ora, non può non esserci un aumento dei casi di chimere umane visto l’incremento degli impianti multipli previsti nei procedimenti di riproduzione assistita. Nella PMA, i medici inseriscono nella donna più embrioni con la speranza che almeno uno di essi si sviluppi con successo. Questa pratica può portare non solo a parti gemellari e plurigemellari (che sono, come visibile, tipici della riproduzione artificiale), ma anche, in alcuni casi non sempre riconosciuti, a fenomeni di chimerismo umano.

 

Non ci è chiaro se vi siano studi specifici sull’aumento delle chimere in Italia. Abbiamo sentito in questi anni, tuttavia, racconti aneddotici di operatori sanitari, che ci dicono che negli ospedali continuano a capire casi del genere.

 

Dietro ai paper trionfalistici, e i relativi articoloni sulla stampa, può nascondersi una realtà che è possibile definire, alla lettera, mostruosa.

 

Tornate al pensiero iniziale: sempre meno figli, ma sempre più bambini in provetta. Come non cogliere il messaggio di fondo: il mondo moderno preferisce il bambino programmato, pianificato, artificiale. Il futuro eugenetico della nostra società sta tutto qui.

 

Davvero, dopo aver visto l’apartheid biotica e il green pass, credete che vi lasceranno generare liberamente figli, nel numero che volete, facendo decidere alla natura invece che allo Stato riprogenetico e ai suoi volenterosi gineco-Frankenstein «esperti di fertilità», e le coppie che ora, grazie alla Lorenzin che ha messo la provetta nei LEA, possono cercare di prodursi la prole in laboratorio a spese del contribuente.

 

Passano, previa strage massiva di embrioni, dalla chimera di un figlio al figlio-chimera.

 

Come non vedere che l’Italia si sta trasformando ogni giorno di più in una terra di mostri?

 

Roberto Dal Bosco

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IVF

Provetta e politica in USA: i motivi per cui la fecondazione in vitro è moralmente sbagliata e deve essere contrastata

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Renovatio 21 pubblica la traduzione di questo articolo apparso lo scorso agosto su Mercator.net. Il tema della fecondazione in vitro, scoppiata con la sentenza della Corte Suprema dell’Alabama ad inizio anno, sta ancora oggi tenendo banco durante la campagna elettorale, come visibile dalle continue dichiarazioni di Trump, di cui Renovatio 21 dà costantemente conto. Renovatio 21 è stata ed è, in pratica, l’unica realtà italiana che si spende contro la pratica aberrante della riproduzione artificiale, a differenza di tante sigle sedicenti pro-life che captano danari dai donatori fingendo la battaglia contro l’aborto, che è oggi, né più né meno, non solo una battaglia di retroguardia, ma un vero e proprio specchietto per le allodole che concentra i cattolici sul tema dei feti uccisi chirurgicamente e chimicamente per lasciare la mano libera a chi li distrugge con la provetta – come ripetiamo, da molti anni sono più gli embrioni sterminati nelle cosiddette «cliniche della fertilità» che quelli abortiti con la legge stragista 194/78. Renovatio 21 alla questione della riproduzione artificiale ne associa altre sempre più aberranti, ma sottaciute, come quella della popolazione di chimere umane in via di drastico aumento, così come quella della visione teologica – ed escatologica – di un mondo abitato da esseri concepiti non secondo natura.   A marzo, Mercator aveva previsto che la fecondazione in vitro sarebbe diventata un tema importante nelle elezioni americane del 2024. Indovinate un po’? Avevamo ragione. Cinque mesi dopo, un titolo su Politico scrive: «I democratici testano una teoria del campo di battaglia: i timori sulla fecondazione in vitro possono vincere contro un repubblicano “pro-choice”».   Tim Walz, compagno di corsa di Kamala Harris, ha già messo la fecondazione in vitro al centro della sua retorica elettorale. Lui e sua moglie Gwen hanno trascorso sette anni con trattamenti di fecondazione in vitro prima che nascesse la loro figlia.   «Questo diventa personale per me e la mia famiglia», ha detto Walz a un comizio a Philadelphia. «Quando mia moglie e io abbiamo deciso di avere figli, abbiamo trascorso anni sottoponendoci a trattamenti per l’infertilità. E ricordo di aver pregato ogni notte per una chiamata che mi desse buone notizie. Il vuoto allo stomaco quando squillava il telefono e l’agonia quando abbiamo sentito che i trattamenti non avevano funzionato. Quindi non è stato un caso che quando abbiamo accolto mia figlia al mondo, l’abbiamo chiamata Hope».   (Flash dell’ultimo minuto: «Grazie a Dio per la fecondazione in vitro», ha detto Walz a un altro intervistatore. «Mia moglie e io abbiamo due splendidi bambini». Solo che non si è trattato affatto di fecondazione in vitro che distrugge gli embrioni, a quanto pare, ma di un altro tipo di trattamento per la fertilità. «Il governatore Walz parla come parlano le persone normali», ha spiegato il suo addetto stampa)

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In effetti, i democratici stanno usando la fecondazione in vitro come un cuneo per staccare i repubblicani anti-aborto dal ticket Trump-Vance. La fecondazione in vitro, sostiene l’argomentazione, è «pro-life» perché i bambini sono creati per coppie sterili. Opporsi alla fecondazione in vitro è crudele e anti-vita. È un argomento potente che ha presa sugli elettori.   Secondo un sondaggio del Pew Research Center pubblicato a maggio, il 70% degli adulti americani ritiene che l’accesso alla fecondazione in vitro sia positivo; il 22% è incerto e solo l’8 % afferma che è negativo. Il sondaggio ha rilevato che anche una larga maggioranza di evangelici bianchi (63%), protestanti neri (69%) e cattolici (65%) considera la fecondazione in vitro una cosa positiva.   Tuttavia, non molte persone hanno riflettuto sulle complessità morali della fecondazione in vitro. Cosa può esserci di sbagliato in una tecnologia che consente a una coppia innamorata di avere un bambino, si chiedono.   Ma ci sono questioni morali sostanziali.   La più grande confessione protestante degli Stati Uniti, la Southern Baptist Convention (SBC), ha recentemente sfidato i sondaggi d’opinione e ha approvato una risoluzione che ha fatto notizia in tutti gli Stati Uniti. La maggioranza dei suoi 10.000 delegati ha dichiarato che: «sebbene tutti i bambini debbano essere pienamente rispettati e protetti, non tutti i mezzi tecnologici di assistenza alla riproduzione umana sono ugualmente onoranti di Dio o moralmente giustificati». L’opposizione della SBC si basa principalmente sul fatto che l’industria della fecondazione in vitro ha creato milioni di embrioni umani congelati, e la maggior parte di essi verrà distrutta.   Il dottor R. Albert Mohler Jr, «l’intellettuale regnante del movimento evangelico negli Stati Uniti» secondo la rivista TIME, ha riconosciuto con rammarico che «troppi cristiani affermano di credere nella sacralità e dignità della vita umana in ogni fase, dalla fecondazione alla morte naturale, ma quando la questione si sposta sulle enormi questioni etiche legate alla fecondazione in vitro, molti evangelici, compresi troppi battisti del sud, si sono rifiutati di collegare i puntini».   La Chiesa cattolica ha collegato i puntini molto tempo fa. Si è sempre opposta alla fecondazione in vitro e ha sviluppato una critica sofisticata basata sulla sua comprensione della sessualità umana. Il suo Catechismo ufficiale afferma che la fecondazione in vitro è «moralmente inaccettabile» perché separa l’atto del matrimonio dalla procreazione e stabilisce «il dominio della tecnologia» sulla vita umana. Anch’essa è inorridita dal fatto che gli embrioni siano trattati come materia prima piuttosto che come esseri umani.

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Più sorprendente della posizione delle principali chiese cristiane, tuttavia, è la veemente opposizione all’industria della fecondazione in vitro mostrata da alcune femministe, tra cui la compagna di corsa di Robert F. Kennedy Jr, Nicole Shanahan. Non usa mezzi termini. «Credo che la fecondazione in vitro venga venduta in modo irresponsabile e la mia esperienza personale con il parto naturale mi ha portato a capire che l’industria della fertilità è profondamente imperfetta», ha affermato in un saggio sulla rivista People.   Shanahan non è cristiana, o almeno non è una cristiana praticante. Milioni di embrioni congelati non sembrano preoccuparla. Ma è una femminista combattiva e pensa che l’industria della fecondazione in vitro da 5 miliardi di dollari stia sfruttando le donne.   «Ho trascorso gli ultimi cinque anni a finanziare la scienza per comprendere i fattori ambientali che hanno un impatto sulla salute riproduttiva delle donne, perché sono stati ampiamente ignorati», ha detto Shanahan a Politico. «La fecondazione in vitro è un’attività a scopo di lucro molto costosa e molte di queste cliniche sono di proprietà di società di private equity che non investono nella salute di base delle donne».   Michael Cook   Articolo riproposto secondo linee di ripubblicazione di Mercator.net

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Immagine di ZEISS Microscopy via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0; immagine modificata
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IVF

Trump afferma che l’esenzione religiosa dall’obbligo di fecondazione in vitro è «un’idea piuttosto buona»

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Il presidente Donald Trump ha affermato che le eccezioni per l’aborto sono «molto importanti» e che «esaminerà» la possibilità di esentare le organizzazioni religiose dal suo mandato assicurativo sulla fecondazione in vitro (FIV) proposto durante un’intervista rilasciata a Raymond Arroyo, giornalista del canale televisivo cattolico americano EWTN.

 

Arroyo ha intervistato Trump prima della cena annuale di Al Smith, evento di fundraising cattolico dove è tradizione si presentino entrambi i candidati presente. Mentre, come da copione, Trump ha fatto battute travolgenti, la Harris non si è presentata – situazione inaudita nella storia dell’evento.

 

Trump si è precedentemente impegnato a fornire copertura per la procedura di produzione e distruzione degli embrioni in laboratorio a livello nazionale, tramite un obbligo assicurativo privato o tramite programmi governativi.

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Come riportato da Renovatio 21, tale posizione ha generato la reazione dell’ex vescovo di Tyler, Texas, Joseph Strickland, una sorta di faro del cattolicesimo conservatore e antiabortista statunitense, che è arrivato a definire il Trump come un candidato non pro-life. «Siamo senza un candidato» aveva dichiarato il vescovo texano.

 

«Beh, sai, non me l’hanno chiesto, ma a me sembra una buona idea, francamente», ha detto Trump in risposta a una domanda sulle esenzioni per la libertà religiosa al suo obbligo di fecondazione in vitro. L’ex presidente ha dichiarato la sua intenzione di «mantenere» la sua posizione a favore della libertà religiosa, se dovesse essere rieletto a novembre: «Non la cambierei per niente al mondo».

 

«Ma anche i cattolici, molti di loro, vogliono la fecondazione in vitro. È fecondazione, fondamentalmente», ha sentenziato l’ex presidente.

 

«E, sai, lo vedono come un aiuto per una famiglia, come un aiuto per i genitori ad avere un figlio», ha detto Trump. «Ed è una cosa molto popolare. Ma certamente se c’è un problema religioso, penso che le persone dovrebbero andare avanti così. Penso davvero che dovrebbero essere in grado di farlo. Ma ci penseremo».

 

La provetta è «moralmente inaccettabile» secondo il Catechismo della Chiesa cattolica, la quale insegna che la fecondazione in vitro è immorale e costituisce un peccato grave poiché separa l’atto coniugale dalla procreazione e, di conseguenza, i cattolici non possono sostenerla pubblicamente né prendervi parte.

 

Il conduttore di EWTN ha chiesto a Trump di commentare le affermazioni secondo cui ora sarebbe «pro-choice», cioè pro-aborto.

 

«Alcuni dei tuoi sostenitori stanno dicendo: “Beh, Trump ora è pro-choice”. Cosa direbbe loro?» ha chiesto Arroyo. «No, no. Sono come Ronald Reagan prima di me», ha ribattuto Trump. «Le eccezioni sono molto importanti per me, e sono la vita della madre, lo stupro e l’incesto».

 

Si tratta, anche in questo caso, di questioni completamente incompatibili con la dottrina cattolica e pure con il rispetto della vita umana, e del senso logico: mentre si può dibattere sull’eccezione della vita della madre (sapendo che spesso il rischio viene esagerato da medici abortisti, sempre con il dito sul grilletto del feticidio), sulla questione dello stupro non vi è ragione per sostenerlo: che colpa ha il bambino? E, domanda che pochi si pongono: quanti di noi sono discendenti di uno stupro avvenuto da qualche parte nel proprio albero genealogico, quando c’erano invasioni ed orrori di ogni sorta, ma non era installata nella mente della gente la possibilità di uccidere la vita nascente? Quanti milioni di persone non sarebbero esistete nei secoli – ed esisterebbero ora – se vi fosse stato l’aborto per stupro nei secoli scorsi?

 

Trump durante l’intervista con EWTN ha continuato a ripetere la sua affermazione secondo cui «tutti» di qualsiasi estrazione politica e «tutti gli studiosi di diritto» volevano che Roe v. Wade – la sentenza della Corte Suprema USA che federalizzò il diritto di aborto nel 1973 – venisse annullata e che la questione dell’aborto venisse rimandata ai singoli Stati della Federazione.

 

«E devo dirvi che do grande credito ai brillanti giudici della Corte Suprema», ha detto Trump. «Abbiamo avuto sei brillanti giudici della Corte Suprema, e hanno avuto un grande coraggio. Il nostro Paese ora si unirà».

 

Trump ha dichiarato in precedenza che le sue opinioni sull’aborto sono allineate a quelle di Reagan. Tuttavia, l’ex presidente si è opposto alle eccezioni per stupro mentre era in carica. Grande battutista (conosceva, soprattutto quantità di barzellette sovietiche), il Reagan amava ripetere: «vedo che tutti i sostenitori dell’aborto sono nati…»

 

Inoltre, l’opposizione di Trump a qualsiasi limite federale all’aborto, così come il sostegno della sua campagna ai farmaci abortivi, va ben oltre le «eccezioni» di un divieto altrimenti totale di uccidere bambini non ancora nati (o altri limiti come il divieto di «battito cardiaco» di sei settimane).

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Trump, tuttavia, ha dichiarato che voterà contro un emendamento radicale sull’aborto in Florida, dopo aver inizialmente lasciato intendere che le tutele dello Stato per i bambini non ancora nati a sei settimane di gravidanza fossero troppo restrittive.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’industria statunitense dell’IVF sta vivendo una battuta d’arresto significativa dovuta ad una sentenza della Corte Suprema dell’Alabama, che ha dichiarato che gli embrioni prodotti sono bambini, cioè persone. Tutto ciò avviene nel contesto del ribaltamento da parte della Corte Suprema USA, nel 2022, della sentenza che rendeva l’aborto come un «diritto federale» Roe v. Wade.

 

Il tema dell’abominio genocida della IVF non era praticato dai pro-life americani (e quindi figurarsi da quelli italiani, che vi importunano con le loro manifestazioni cretine e le loro richieste da danari), tuttavia tutto è cambiato con la sentenza della Corte Suprema dell’Alabama di inizio anno che stabiliva che gli embrioni crioconservati sono esseri umani.

 

Secondo calcoli, piano di provetta gratuita di Trump porterà alla distruzione di 2,4 milioni di embrioni. Più, ritiene Renovatio 21, quantità di chimere, ossia esseri umani formati dalla fusione in utero di due embrioni, quindi dotati di due DNA, fenomeno raro in natura ma di aumentata frequenza a causa dei plurimi impianti di embrioni tipici della fecondazione in vitro.

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Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0

 

 

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Crioconservazione

Uccisione di embrioni congelati, la Corte Suprema USA respinge l’appello della clinica IVF

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La Corte Suprema degli Stati Uniti non interverrà per salvare una struttura di fecondazione in vitro (IVF) dell’Alabama e un ospedale associato da una causa per omicidio colposo per la distruzione di embrioni congelati, in un caso che ha scatenato una tempesta nazionale sulle pratiche IVF, che sono altamente distruttive per gli embrioni. Lo riporta LifeSiteNews.   A febbraio, la Corte Suprema dell’Alabama ha riconosciuto gli embrioni umani congelati come bambini ai sensi della legge nell’ambito di una causa per omicidio colposo intentata da tre coppie contro il cosiddetto Center for Reproductive Medicine, una struttura di fecondazione in vitro pro-LGBT che fornisce assistenza anche per la maternità surrogata, e il Mobile Infirmary Medical Center per la distruzione accidentale dei loro embrioni, che i genitori sostenevano fosse coperta dal Wrongful Death of a Minor Act dell’Alabama.   La sezione 36.06 della Costituzione dell’Alabama afferma che lo Stato «riconosce, dichiara e afferma che è politica pubblica di questo Stato riconoscere e sostenere la sacralità della vita non ancora nata e i diritti dei bambini non ancora nati, incluso il diritto alla vita», e il giudice Jay Mitchell ha stabilito che la legge sulla morte ingiusta «si applica a tutti i bambini, nati e non ancora nati, senza limitazioni».

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Ad agosto, le due strutture hanno presentato ricorso contro la sentenza presso la corte suprema del Paese, sostenendo che il querelante non aveva legittimazione ad agire e che gli imputati non avevano ricevuto una «giusta comunicazione» del fatto che proseguire con la fecondazione in vitro avrebbe potuto metterli in guai legali, in violazione del loro diritto al giusto processo.   Lunedì, tuttavia, la Corte Suprema ha pubblicato un elenco di ordinanze che confermano che la petizione è stata respinta, senza fornire spiegazioni sulle ragioni o identificare come i singoli giudici hanno votato. La decisione significa che la causa per morte ingiusta può procedere e, sebbene non abbia un impatto diretto sulla legalità della fecondazione in vitro in Alabama, che ha rapidamente promulgato una nuova legge per proteggere il settore in seguito all’esame nazionale della sentenza originale di febbraio, significa che non verrà creato alcun nuovo precedente nazionale che influisca sulle future deliberazioni dello Stato in entrambe le direzioni.   Il processo di fecondazione in vitro comporta la creazione consapevole di decine di embrioni umani «in eccesso» che vengono poi uccisi e i bambini non ancora nati vengono trattati come merci da barattare   Dal punto di vista morale, la riproduzione artificiale separa la sessualità dalla procreazione.   Da un punto di vista teologico, non è ancora chiaro quale sia la natura delle anime degli embrioni crioconservati e degli esseri prodotti in provetta.   Negli USA si stima che più di un milione di embrioni siano congelati in deposito dopo la fecondazione in vitro e che fino al 93% di tutti gli embrioni creati tramite fecondazione in vitro vengano infine distrutti. Un profilo del 2019 della NBC News sul professionista della fecondazione in vitro della Florida Craig Sweet ha riconosciuto che il suo studio ha scartato o abbandonato circa un terzo degli embrioni che conserva in celle frigorifere. In Italia secondo una stima dell’Istituto superiore di Sanità, nel 2020 gli embrioni abbandonati sotto azoto liquido erano 37.500 distribuiti in 320 centri.   La sentenza dell’Alabama che ha proiettato la fecondazione in vitro sotto i riflettori nazionali è avvenuta durante un periodo di divisione sulla posizione più ampia del Partito Repubblicano sul diritto alla vita, amplificando le preoccupazioni che essere visti come contrari alla pratica sarebbe stato un rischio politico in un anno elettorale.   I Democratici USA sostengono aggressivamente la fecondazione in vitro e hanno fatto delle accuse che il Partito Repubblicano la vieterà un ritornello importante nei loro messaggi.   Con solo una manciata di eccezioni, la maggior parte dei repubblicani americani si è affrettata a dichiarare il proprio sostegno alla fecondazione in vitro, tra cui il National Republican Senatorial Committee e l’ex presidente e candidato repubblicano alla Casa Bianca nel 2024 Donald Trump, che si è autodefinito un «leader della fecondazione» e ha persino promesso un obbligo assicurativo federale per la pratica.

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Come riportato da Renovatio 21, nessuno sembra, a parte la nostra testata, prendere sul serio non solo il piano metafisico del problema, ma anche quello biologico: vogliamo ricordare, ancora una volta, il fenomeno, intrinsecamente legato alle pratiche della provetta, della comparsa di chimere umane.   In biologia, una chimera è un organismo o una creatura che presenta due o più popolazioni di cellule geneticamente diverse, ciascuna originata da zigoti differenti. Queste popolazioni cellulari geneticamente distinte di fatto coesistono all’interno dell’organismo   Le chimere umane, ovvero individui derivati dalla combinazione di due embrioni, costituiscono una realtà riconosciuta da un numero significativo di anni, benché questa realtà sia spesso ignorata nonostante il notevole incremento dei casi, come riportato da alcuni professionisti medici.   Le persone chimeriche, le quali presentano due diversi set di DNA in quanto risultato della fusione di due esseri distinti, effettivamente mostrano disfunzioni che emergono col tempo: il «fratello» che è stato assorbito continua a crescere all’interno del corpo del gemello ospite più sviluppato. È possibile che tessuti come capelli, muscoli e persino occhi si trovino all’interno del corpo di un individuo chimera.   In altre situazioni, l’embrione assorbito si sviluppa in modo «coordinato» con l’altro gemello, diventando un organo specifico all’interno del corpo dell’embrione dominante.   Il chimerismo ha già giocato brutti scherzi in giro per il mondo. Sono stati riportati casi in cui individui hanno avuto figli, ma non hanno trasmesso il loro proprio DNA ai loro discendenti, poiché gli organi genitali, sia maschili che femminili, erano in realtà derivati dai gemelli assorbiti durante la fase embrionale. Di conseguenza, la loro prole è geneticamente figlia dei fratelli che non hanno mai conosciuto e dei quali non erano nemmeno a conoscenza, ma che esistono nella realtà della genetica: è da capogiro, a pensarci, ma è così.   In America, dove i test genetici sono arrivati al consumatore, saltano fuori casi sempre più allucinanti. I servizi sociali tolgono i bambini ad una donna, che viene arrestata dalla polizia dopo un test del DNA: i figli non sono suoi, li ha rapiti – invece li ha partoriti lei, solo che i suoi organi riproduttivi erano in realtà della sorella che condivideva con lei il grembo materno, e che si è fusa con la donna, che quindi, da figlia unica, ha una sorella, ma non la ha mai vista, perché è dentro di lei, ma al contempo è la vera madre dei suoi figli (sì, gira la testa). Prima di risolvere legalmente questo problema, la signora ne ha passate di ogni tipo.   Stesso caso per un uomo che si è sentito dire di non essere il padre dei suoi figli, in quanto il vero padre, dissero i medici, era secondo i risultati del DNA un parente stretto, un fratello (vicenda di corna abbastanza classica). E invece, l’uomo era figlio unico – suo fratellino si era sistemato, molto prima di nascere, come organo genitale del fratellone, e ha continuato così, generando così dei figli con la cognata.   L’aberrazione biologica qui fa il paio con quella sociale, perché le ramificazioni di distruzione della società, della famiglia, del concetto stesso di identità individuale sono abissali.   Riguardo ai numeri degli embrioni IVF in Italia – dove vi è stato un amento del 30% in 10 anni – secondo l’Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici (AIGOC), nel solo 2018 la fecondazione in provetta ha ucciso 171.730 embrioni italiani nel corso di un solo anno. Vale a dire, più bambini morti che con l’aborto di Stato della 194/78.   Immaginiamo, nel 2024, quanto questa cifra sia aumentata. E quindi, di quanti embrioni scartati ed eliminati eugeneticamente, di quanti esseri terminati, stiamo parlando? Di un milione? Due? Tre milioni?   Ribadiamolo ancora una volta: sono sempre numeri da bomba atomica.

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