Militaria
L’aborto per l’esercito americano è «un obbligo sacro», dice l’ammiraglio del Consiglio per la Sicurezza Nazionale USA

Il Coordinatore per la Comunicazione Strategica del Consiglio Nazionale della Casa Bianca John Francis Kirby ha dichiarato che consentire alle donne soldato di abortire è un obbligo sacro per l’Esercito USA.
Durante una conferenza stampa, un giornalista ha chiesto a Kirby, un ammiraglio in pensione, perché l’aborto fosse ritenuto «fondamentale per la prontezza militare». «Sono davvero contento che tu abbia fatto questa domanda», ha risposto l’ammiraglio Kirby. «No, lo sono davvero. Un membro su cinque delle forze armate statunitensi è donna. Il 20%. Siamo una forza di soli volontari. Nessuno ti costringe ad andare: ti offri volontario per andare. Lo farò per alcuni anni, o per tutta la vita, e potrebbe costarmi la vita farlo».
«Quando ti iscrivi e ottieni quel contratto, hai tutto il diritto di aspettarti … che i militari si prendano cura di te e delle tue famiglie» ha continuato il Kirby nella sua tirata, probabilmente non considerando il fatto che uccidere tuo figlio non è prendersi cura della tua famiglia, ma distruggerla, cancellarla.
«Le nostre politiche, siano esse diversità, inclusione ed equità, o individui transgender che si qualificano fisicamente e mentalmente per servire e farlo con dignità» ha continuato l’ex ammiraglio che, a questo punto ha iniziato a battere la mano sul podio «oppure femmine in servizio, una su cinque, oppure femmine membri di famiglia» che devono «essere in grado di contare sul tipo di assistenza sanitaria, sulla sanità riproduttiva specificamente… hanno bisogno di servire… questa è un fondamentale obbligo sacro dei leader militari».
Il discorso di Kirby, con dietro una bandiera piena di stelle a cinque punte, è un po’ confuso ma il significato di fondo è chiarissimo: l’esercito americano guarda all’aborto delle proprie soldatesse come ad un sacramento.
John Kirby goes on a minutes-long tirade trying to explain why abortion is necessary for military readiness. pic.twitter.com/o0ry8lHjNx
— Townhall.com (@townhallcom) July 17, 2023
Non pago, l’ammiraglio in pensione ha continuato con un’aneddotica abortista personale recente: in una recente conversazione con membri del servizio femminile e le loro mogli alla Casa Bianca gli è stato detto che «le leggi sull’aborto in questo paese che sono ora in fase di approvazione stanno assolutamente avendo un effetto sulla loro volontà di continuare a prestare servizio in uniforme o per incoraggiare i loro coniugi a continuare a prestare servizio. Quindi, se non pensate che ci sarà un problema di mantenimento e morale del personale, ripensateci».
Il Kirby si riferisce ovviamente alla recente sentenza Dobbs della Corte Suprema, che ha abolito l’aborto come diritto federale, relegando le decisioni agli Stati. Con evidenza, l’uomo che rappresenta il Pentagono non è d’accordo – anche se i numeri dicono che vi è stata una drammatica diminuzione degli aborti, e conseguente, possibile, aumento della popolazione.
Riavvolgete: i capi militari stanno dicendo che vogliono meno figli di militari. Una volta i vertici militari volevano famiglie con tanti figli per dare alla patria, in caso, carne da cannone. Ora non è più così: l’esercito più ricco del mondo – si dice che il budget a breve potrebbe arrivare al trilione – lavora attivamente per la Necrocultura.
L’effetto può essere straniante: un uomo delle Forze Armate che parla dell’aborto come sacro. Tuttavia non più di un mese fa il vicepresidente Kamala Harris era arrivata a promuovere l’aborto parlando di Dio.
Con ogni evidenza, la fazione goscista del potere americano ha cominciato una vera «sacralizzazione» del feticidio. Si tratta di un fenomeno moderno che abbiamo già intravisto anche in Canada, non plus ultra delle società «laiche» (cioè atee e massoniche) progressiste in tutto l’Occidente, dove l’eutanasia di Stato, che galoppa seminando morte in modo indicibile, sta assumendo via via un carattere addirittura mistico.
L’aborto non è il solo valore fondamentale, «sacro», recentemente invocato da Kirby per gli USA.
Nell’annunciare reazioni diplomatiche contro l’Uganda e le sue nuove leggi anti-sodomia, Kirby aveva definito i diritti LGBT come «parte fondamentale della nostra politica estera».
Quindi, la diplomazia degli USA, e financo il suo esercito, servono a propalare aborto e omosessualismo. Reagan definì l’Unione Sovietica «l’impero del male». Ora una definizione per gli Stati Uniti dell’era Biden la trovi il lettore.
Nel frattempo, ricordiamo come l’Uganda è stata improvvisamente teatro di attacchi terroristici con enormi stragi sia sul suo territorio che all’estero. Subito dopo l’approvazione della legge anti-LGBT, decine di persone in Uganda sono state uccise e ferite dai militanti di un gruppo estremista – il quale non si faceva vivo dal 1998 – che hanno attaccato una scuola secondaria nella parte occidentale del Paese. Due settimane prima, 54 suoi soldati ugandesi stati trucidati dai terroristi islamici di al-Shabbab mentre si trovavano in Somalia per una missione di pace dell’Unione Africana.
C’è stato un tempo in cui la «politica estera» profonda degli USA poteva essere chiamata, da giornalisti come da osservatori politici italiani, «Strategia della Tensione».
Il «valore fondamentale», con annesse tinte sacre, all’epoca era all’anticomunismo, il contenimento dell’influenza sovietica – che in Italia era considerevole. Di qui, dice la teoria, la quantità di bombe nelle piazze, nelle stazioni, sui treni, nelle banche…
È possibile pensare che, con nuovi «sacri valori fondamentali» in pista, vi sia una nuova Strategia della Tensione in partenza?
È una teoria cospirativa socialmente accettabile, come lo è la teoria della Strategia della Tensione di decadi fa? Abbiamo paura, purtroppo, che non lo sia…
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Militaria
Putin annuncia la completa liberazione della regione di Kursk

Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che le forze ucraine sono state completamente respinte dalla regione di confine di Kursk, dopo mesi di feroci combattimenti. Ha rilasciato queste dichiarazioni mentre veniva informato sulla situazione in prima linea dal capo di Stato Maggiore, Valerij Gerasimov. Lo riporta la stampa russa.
Kiev ha subito pesanti perdite durante l’incursione, iniziata nell’agosto dell’anno scorso, che ha indebolito le sue difese in altri settori del fronte, ha affermato Putin.
Gerasimov ha confermato che le forze nordcoreane hanno contribuito a difendere la regione russa di Kursk.
El Ejército ruso libera la provincia de Kursk
🗣️🇷🇺Putin: La aventura del régimen de Kiev ha fracasado por completo, y las enormes pérdidas sufridas por el enemigo, incluso entre las fuerzas más preparadas para el combate, entrenadas y equipadas, incluso con material occidental,… pic.twitter.com/KeUibMJK0S
— Embajada de Rusia en México (@EmbRusiaMexico) April 26, 2025
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Sabato, le truppe russe hanno liberato il villaggio di Gornal, a 1 km dal confine, ultimo insediamento rimasto sotto il controllo ucraino nella regione di Kursk, ha affermato Gerasimov.
«La sconfitta delle formazioni armate delle forze armate ucraine che hanno invaso la regione di Kursk è stata completata», ha affermato. I piani di Kiev «di creare una cosiddetta testa di ponte strategica e di interrompere la nostra offensiva nel Donbass sono falliti».
All’inizio dell’incursione, le forze russe riuscirono a fermare l’avanzata ucraina, costringendola in seguito a passare a operazioni difensive, ha affermato il Gerasimov. I successivi contrattacchi di accerchiamento isolarono la punta di lancia di Kiev, consentendo alla Russia di distruggere le forze nemiche a pezzetti man mano che recuperavano terreno.
L’offensiva finale per liberare la regione è iniziata all’inizio di marzo, ha affermato il generale, sottolineando un’audace infiltrazione in profondità nel territorio controllato da Kiev attraverso una conduttura sotterranea nei pressi della città di Sudzha, che ha portato al completo collasso delle difese ucraine.
L’incursione fallita si è rivelata costosa per Kiev, ha detto Putin, sottolineando «le ingenti perdite… anche tra i più pronti al combattimento, addestrati ed equipaggiati, compresi i modelli occidentali di equipaggiamento». Queste perdite «si rifletteranno certamente su tutta la linea di combattimento», ha aggiunto.
Le perdite totali ucraine durante l’incursione di Kursk ammontarono a più di 76.000 militari uccisi e feriti, e alla perdita di più di 7.700 unità di equipaggiamento militare, tra cui 412 carri armati, 340 veicoli da combattimento della fanteria e 314 veicoli trasporto truppe, ha affermato Gerasimov.
Gerasimov ha confermato che l’impegno militare della Russia nella regione di Kursk è stato sostenuto dalle truppe nordcoreane, la cui assistenza è stata fornita ai sensi del Trattato di partenariato strategico globale firmato l’anno scorso.
I soldati e gli ufficiali dell’Esercito popolare coreano hanno «dimostrato elevata professionalità, coraggio ed eroismo in battaglia», ha affermato il generale.
Le forze russe stanno ora conducendo un’operazione su vasta scala per individuare «singoli membri delle forze armate ucraine che tentano di nascondersi in territorio russo», ha dichiarato il generale Gerasimov, aggiungendo che l’esercito sta fornendo assistenza alle autorità locali per «ripristinare una vita pacifica», con squadre di sminamento dispiegate nella regione.
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Militaria
I veterani francesi chiedono la trasparenza sull’Ucraina: nuovo pronunciamento nell’esercito di Parigi?

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Intelligenza Artificiale
Putin: l’Intelligenza Artificiale offre un vantaggio militare «colossale»

Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha affermato che la Russia deve dare l’esempio nell’implementazione dell’Intelligenza Artificiale nelle sue forze armate.
Il software sviluppato internamente dovrebbe essere integrato nei sistemi di comando e controllo militari automatizzati, ha suggerito il presidente russo. Discutere di intelligenza artificiale è diventata «una moda passeggera», ha osservato Putin durante una riunione di governo mercoledì, perché «tutti riconoscono le enormi opportunità che offre».
«Chiunque per primo affinerà queste tecnologie per la guerra otterrà un vantaggio significativo sul campo di battaglia. Non dobbiamo perderne traccia», ha avvertito.
Secondo il presidente, il conflitto in Ucraina ha accelerato i cambiamenti nelle tattiche di guerra e altre nazioni hanno riconosciuto il valore dell’esperienza accumulata dalla Russia.
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Putin ha già definito l’Intelligenza Artificiale come la chiave per la sovranità nazionale e il successo nel XXI secolo, ribadendo l’intenzione della Russia di essere all’avanguardia in questo campo.
La scorsa settimana, il ministro dello Sviluppo Digitale Maksut Shadaev ha ipotizzato che l’IA potrebbe potenzialmente sostituire fino alla metà di tutti i dipendenti pubblici russi in futuro, «forse anche di più». Tuttavia, si aspetta che professioni come quella medica e quella degli insegnanti saranno meno colpite dalla transizione.
Il governo russo sta valutando modalità per ottimizzare il settore pubblico, puntando a una forza lavoro più ridotta in grado di erogare servizi essenziali e di percepire salari più alti.
Come riportato da Renovatio 21, sei mesi fa al Forum di discussione Valdai Putin aveva dichiarato che rimanere fuori dalla corsa allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale non è un’opzione percorribile per la Russia.
«Penso che sia impossibile vietarla. Troverà un modo, soprattutto quando c’è concorrenza, e la concorrenza sta crescendo», ha detto Putin al pubblico. Mosca è incline a regolamentare l’IA invece di cercare di proibirne l’uso, aveva detto. «Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale è inevitabile e qui possiamo essere tra i leader, dati i vantaggi che abbiamo».
Putin aveva quindi osservato che a guidare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale sono le piattaforme online fondate in Occidente, che tendono a plasmare le opinioni dei loro utenti.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0).
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