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Imperialismo omosessualista: il presidente dell’Uganda contro i Paesi occidentali che «impongono» l’agenda LGBT

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Il presidente dell’Uganda Yoweri Musuveni si è opposto alla promozione globale dell’agenda LGBT da parte delle Nazioni occidentali, affermando che l’Occidente «dovrebbe smetterla di sprecare il tempo dell’umanità imponendoci le loro pratiche sociali». Lo riporta Lifesitenews.

 

Le affermazioni del presidente ugandese sono state fatte durante un discorso al Parlamento.

 

«I Paesi occidentali dovrebbero smettere di sprecare il tempo dell’umanità imponendoci le loro pratiche sociali» ha detto il presidente Museveni. «Il sesso è riservato, quindi perché il pubblico dovrebbe sapere se sei omosessuale o meno a meno che tu non dichiari te stesso?»

 

Il presidente è andato oltre, dicendo che gli «omosessuali sono deviazioni dalla normalità», facendo intendere il bisogno ulteriori ricerche per stabilire se l’omosessualità derivi dalla «natura o dall’educazione».

 

Nel frattempo, Musuveni ha espressamente invitato l’Occidente a farsi gli affari propri nel modo in cui l’Uganda gestisce la questione. Il presidente ha usato argomenti piuttosto convincenti.

 

«In Europa, le persone sposano i loro cugini, ma in Uganda e in altre parti dell’Africa è tabù sposare tuo cugino, quindi dovremmo imporre loro delle sanzioni? Questo non è un nostro problema», ha detto.

 

Come in altri Paesi Africani le azioni omosessuali sono contro la legge in Uganda ai sensi di una sezione raramente applicata del codice penale del Paese. Alla fine del mese scorso, un parlamentare ha introdotto una nuova versione di un disegno di legge «anti-omosessualità» modellato su una legge simile del 2014 che era stata annullata in tribunale.

 

Se approvata, la misura renderebbe illegale non solo il compimento di atti omosessuali, ma anche l’identificazione «come lesbica, gay, transgender, queer o qualsiasi altra identità sessuale o di genere contraria alle categorie binarie di maschio e femmina».

 

In Kenya vi sono stati commenti simili da parte dei parlamentari conservatori a fine febbraio in risposta a una sentenza della corte suprema del loro paese per autorizzare la creazione di gruppi LGBT, nonostante il fatto che le azioni omosessuali siano contro la legge in Kenya. Il leader della Camera keniota Kimani Ichung’wah ha sostenuto che la sua nazione non avrebbe «permesso che le nostre culture fossero mutilate da culture che ci sono… estranee», ha scritto all’epoca sempre LifeSiteNews. Anche il deputato nominato Jackson Kosgey ha fatto esternazioni contro lo stato attuale delle culture occidentali che promuovono attivamente l’agenda omosessualista a livello mondiale, sostenendo che «non possiamo essere dettati da una civiltà al suo livello più basso della storia».

 

In precedenza, la Corte Suprema kenyota aveva emesso una sentenza che consentiva l’attività delle organizzazione LGBT.

 

Come riportato da Renovatio 21, a fine 2022 era emerso come un membro del Parlamento ugandese si era opposto alle disposizione pro-omosessualiste e pro-aborto che potrebbero essere incluse nell’aggiornamento di un accordo commerciale tra UE ed alcuni Paesi africani.

 

La pressione omosessualista occidentale sta arrivando all’Africa anche per via religiosa. I vescovi anglicani africani stanno rifiutando l’orientamento sempre più smaccatamente pro-gay della Chiesa Anglicana di Canterbury.

 

Nel caso dei cattolici, abbiamo visto appelli di Bergoglio contro le leggi anti-sodomia in vigore in vari Stati del continente nero.

 

Prima della sua visita in Sud Sudan del mese scorso, il governo di Juba aveva fatto sapere per voce del suo ministro dell’Informazione Michael Makuei Lueth che «se Papa Francesco viene da noi e ci dice che non c’è differenza tra il matrimonio tra persone dello stesso sesso o di sesso diverso, noi diremo “no”».

 

«Dio non può sbagliare. Ha creato l’uomo e la donna, ha detto loro di sposarsi e andare a popolare il mondo. Le coppie dello stesso sesso possono partorire da sole?» aveva continuato l’esponente del governo sudsudanese. «La nostra costituzione è molto chiara, dice che il matrimonio avviene tra persone di sesso diverso, e che qualsiasi matrimonio tra persone dello stesso sesso è un reato, è un reato costituzionale».

 

A fine 2022 la Conferenza Episcopale dello Zambia ha prodotto un comunicato difendendo le leggi anti-sodomia in vigore nel Paese e denunciando il peccato dell’omosessualità. «Se non si fa nulla per sensibilizzare la nostra gente», aveva avvertito l’arcivescovo di Lusaka Alick Banda, la cultura LGBT «diventerà una norma accettabile in Zambia, nonostante l’esistenza di leggi che criminalizzano queste attività e peggio ancora sono offensive per i nostri valori culturali e cristiani».

 

Il ricatto dell’imperialismo omosessualista occidentale raggiunse l’apice nel 2015 dall’amministrazione Obama, che ritirò aiuti finanziari e militari alla Nigeria quando questa si rifiutò di legalizzare contraccezione e omosessualità. Lagos all’epoca si trovava a combattere i terroristi di Boko Haram, che avevano ucciso e rapito decine di migliaia di persone. Si disse che gli USA obamiani disponessero di immagini satellitari con gli accampamenti di Boko Haram, ma non le condivisero con i nigeriani restii a implementare la deregulation sessuale nella società africana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Transessuale del Partito Democratico arrestato dopo aver detto di voler sparare a Trump fuori da un comizio

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Un uomo con un’identità di genere incerta è stato arrestato venerdì con l’accusa di aver espresso il desiderio di sparare all’ex presidente Donald Trump e di aver fatto commenti sulla difficoltà di far passare un’arma da fuoco attraverso i controlli di sicurezza prima di uno dei comizi del candidato repubblicano.

 

Il quotidiano locale Lexington Herald-Leader riporta che un 74enne registrato come elettore democratico e possessore di armi, nonché autodefinentesi come «donna», stava acquistando un pass per il parcheggio presso l’ufficio trasporti della Penn State University, dove Trump stava parlando.

 

Secondo il Daily Mail, l’uomo «usa pronomi femminili».

 

L’uomo sarebbe stato sentito commentare «Odio Donald Trump» e «Vorrei sparare a quel tizio», mentre si lamentava del fatto che «non puoi portare una pistola dentro o gli studenti la vedrebbero». Avrebbe anche fatto il gesto di armare la pistola.

 


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Quando è stato interrogato dalla polizia universitaria e dai servizi segreti statunitensi, l’uomo avrebbe ammesso di aver «probabilmente» indicato che avrebbe sparato all’ex presidente se ne avesse avuto la possibilità, e ha detto «francamente, spero che qualcuno lo prenda». È stato accusato di reati minori per minacce terroristiche e condotta disordinata.

 

La notizia segue due attentati alla vita del candidato avvenuti dall’estate: una sparatoria durante un comizio in Pennsylvania a luglio, che ha sfiorato l’orecchio di Trump e ucciso il partecipante Corey Comparatore; e un uomo che è stato fermato mentre brandiva un’arma nel campo da golf di Trump a West Palm Beach.

 

Il primo attentatore, Thomas Matthew Crooks, un misterioso ventenne che non ha lasciato tracce sui social (ma pare avesse account criptati in Belgio, Germania e Nuova Zelanda), è stato ucciso sul posto, e del caso non è saputo più nulla. La CIA ha bizzarramente negato che si trattasse di un caso MK-Ultra, il programma per il controllo mentale portato avanti per decenni nel dopoguerra dai servizi americani.

 

Il secondo aspirante attentatore, Ryan Routh, è stato identificato e arrestato prima di avvicinarsi a Trump. Il Routh era un entusiasta del sostegno americano alla guerra in Ucraina, dove si era recato (comparando in uno spot per il Battaglione Azov) e programmando anche il reclutamento di miliziani stranieri che combattessero per Kiev. Routh ha lasciato una lettera in cui prometteva 150 mila dollari a chiunque uccidesse Trump in caso di suo fallimento. In uno strano sviluppo, il figlio è stato arrestato per pedopornografia.

 

Secondo quanto rivelato dal deputato USA Matt Gaetz, vi sarebbero nel Paese almeno cinque squadre di assassini, alcune delle quali con elementi provenienti dall’Estero (Iran e Pakistan) che starebbero cercando di uccidere Trump. Secondo quanto riportato, avrebbero a disposizione anche armi terra-aria con le quali colpire il Trump Force One, il «jumbo personale» dell’ex presidente.

 

Trump non è l’unico repubblicano ad affrontare l’odio di sinistra che si trasforma in violenza. Il mese scorso, la giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti Amy Coney Barrett ha parlato del peso emotivo di suo figlio quando ha scoperto che doveva indossare un giubbotto antiproiettile per andare al lavoro, in seguito a un’ondata di proteste ostili che hanno incluso un uomo che è stato arrestato dopo aver pianificato di uccidere uno dei suoi colleghi alla Corte Suprema, il giudice Brett Kavanaugh.

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L’arcivescovo di Canterbury approva l’attività omosessuale all’interno di una «relazione impegnata»

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L’arcivescovo di Canterbury, vertice clericale della religione anglicana, ha affermato che il sesso è consentito all’interno di una relazione omosessuale e che le coppie dello stesso sesso possono essere benedette in chiesa.   «Ogni attività sessuale dovrebbe avvenire all’interno di una relazione impegnata… che sia etero o gay», ha affermato Giustino Welby, il principale religioso della Comunione anglicana mondiale, in una recente intervista a The Rest is Politics, un podcast condotto da Alastair Campbell e Rory Stewart.   Il Campbell è un ex portavoce, addetto stampa e direttore delle comunicazioni e della strategia dell’ex primo ministro britannico Tony Blair, mentre Stewart è un ex membro del Parlamento del Partito conservatore.

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Lo Welby ha continuato, sostenendo che una coppia dello stesso sesso può essere «sposata» e sostenendo la loro benedizione da parte della Chiesa anglicana:   «Non stiamo rinunciando all’idea che il sesso sia all’interno del matrimonio o dell’unione civile o se il matrimonio sia civile o religioso e che, pertanto, abbiamo avanzato una proposta secondo cui laddove le persone abbiano vissuto un’unione civile o un matrimonio omosessuale (…) dovrebbero essere in grado di venire in una chiesa e avere un servizio di preghiera e benedizione per loro nella loro vita insieme».   Per alcuni osservatori si tratta delle parole più «chiare» dello Welby sull’omosessualità. Come ha osservato Anglican Ink, i commenti dello Welby sono «un chiaro allontanamento dalla dottrina della Chiesa d’Inghilterra sul matrimonio e l’etica sessuale, dalla Comunione anglicana globale, dalla posizione storica di ogni altra confessione cristiana nel mondo e dal chiaro insegnamento della Bibbia».   Nel 2017, il Campbell aveva chiesto a Welby se il sesso gay fosse peccaminoso, e l’arcivescovo ha detto la famosa frase «non posso dare una risposta diretta».   In accordo con la Scrittura, che dice che le relazioni omofile costituiscono abominio (San Paolo, prima lettera ai Romani, 23-27) la Chiesa d’Inghilterra insegna ufficialmente che “il rapporto sessuale, come espressione di fedele intimità, appartiene propriamente ed esclusivamente al matrimonio”, definendo il matrimonio come un’unione per tutta la vita tra «un uomo e una donna».   Questo allontanamento dall’insegnamento tradizionale ha scatenato una reazione negativa all’interno della Comunione anglicana, spingendo lo Welby a fare una dichiarazione di follow-up che spiega che «l’arcivescovo Giustino stava dando una visione personale che riflette la posizione ora sostenuta da lui stesso, dall’arcivescovo di York e da molti altri vescovi riguardo all’intimità sessuale. È stato onesto nel dire che il suo pensiero si è evoluto nel corso degli anni attraverso molta preghiera e riflessione teologica… e ora sostiene questa visione sinceramente».   «Welby usa la classica difesa postmoderna della sincerità. Dovremmo tutti rispettare le sue opinioni perché è sincero. Ma molti apostati sono sinceri» commenta Anglican Ink.   L’allontanamento di importanti prelati anglicani dall’insegnamento cristiano fondamentale ha portato a una frattura all’interno della Comunione anglicana, nonché alla defezione di un numero significativo di ecclesiastici verso la Chiesa cattolica, come quella dell’ex vescovo anglicano Michael Nazir-Ali nel 2021, assistita fin dall’istituzione dell’Ordinariato da Papa Benedetto XVI nel 2011.   Dopo i recenti commenti di Welby, The Alliance, un gruppo di gruppi della Chiesa d’Inghilterra che aderiscono all’insegnamento biblico sulla sessualità, ha scritto ai vescovi anglicani, osservando che hanno iniziato a «creare una provincia parallela de facto all’interno della Chiesa d’Inghilterra in risposta al cambiamento di fatto nella dottrina».   L’anno scorso, i vescovi anglicani di tutto il mondo hanno dichiarato che la loro comunione con la Chiesa anglicana d’Inghilterra era «rotta» a causa del suo sostegno al «matrimonio» tra persone dello stesso sesso e della sua approvazione ufficiale di un rito liturgico di benedizione per le unioni omosessuali.   La dichiarazione è stata rilasciata in una dichiarazione rilasciata dalla quarta Global Anglican Future Conference (GAFCON) della Global Fellowship of Confessing Anglicans tenutasi in Ruanda. I 1.300 delegati presenti rappresentavano circa l’85% degli anglicani del mondo.

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«Le attuali divisioni nella Comunione anglicana sono state causate da radicali allontanamenti dal vangelo del Signore Gesù Cristo. Alcuni all’interno della Comunione sono stati presi prigionieri da filosofie vuote e ingannevoli di questo mondo (Colossesi 2, 8). Tale incapacità di ascoltare e prestare attenzione alla Parola di Dio mina la missione della chiesa nel suo insieme», affermava la dichiarazione del GAFCON IV.   Un gruppo di 12 leader anglicani aveva appena pubblicamente respinto Welby come capo spirituale della Chiesa d’Inghilterra, dopo che questi aveva consentito la benedizione delle unioni omosessuali.   La velocità con cui Canterbury opera la sua stessa demolizione con continue rivoluzioni benedizione delle coppie omosessuali, al matrimonio omofilo e alla questione gender in generale (che non esclude i pronomi di Dio) ha portato a tensioni con il ramo africano della chiesa nata con lo Scisma d’Occidente – una situazione speculare a quella delle Conferenze Episcopali cattoliche africane dopo la pubblicazione del documento per la benedizione omosessualista Fiducia Supplicans.   Come riportato da Renovatio 21, l’omosessualismo della Chiesa anglicana, che si è mostrato di recente anche con episodi blasfemi come il ricercatore di Cambridge che fa una conferenza sul «corpo trans di Gesù», tracima anche nella Chiesa cattolica, come parso evidente tre mesi fa nel viaggio africano congiunto di Bergoglio e Welby in Africa e nella devastante conferenza stampa aera di ritorno.   Sempre parlando di velocità anglica, abbiamo pure notato la rapidità con la quale l’anno scorso è stata incredibilmente concessa la Chiesa di San Giovanni Laterano ad una celebrazione anglicana presidiata da un loro vescovo, Johnatan Baker della diocesi di Fulham, già noto per la sua carriera in massoneria. Quest’anno siamo passati direttamente alle celebrazioni anglicane nella Basilica papale di San Bartolomeo a Roma, che ora monsignor Viganò chiede di riconsacrare.   Come riportato da Renovatio 21, lo Welby tempo fa era stato severamente multato per eccesso di velocità mentre guidava per le strade di Albione. Da segnalare, en passant, un altro arcivescovo di Canterbury campione di velocità: George Carey, predecessore dello Welby, che in Australia trasformossi in grande promotore dell’eutanasia.

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Immagine di Catholic Church England and Wales via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
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L’UE minaccia, ma la Georgia dice che non si arrenderà alla legge omotransessualista

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Sogno Georgiano, il partito politico al potere in Georgia, ha chiarito che non si piegherà mai alle pressioni occidentali per abrogare una legge recentemente adottata contro la propaganda LGBT.

 

Tbilisi aspira da anni a entrare nell’Unione Europea, ma il blocco ora avverte che la legislazione potrebbe ostacolare l’adesione.

 

Sostenuta dal Parlamento nazionale a settembre, la legge proibisce esplicitamente il riconoscimento statale del matrimonio per le coppie dello stesso sesso, l’adozione di bambini da parte di omosessuali e la fornitura di trattamenti di transizione di genere. Oltre a ciò, la propaganda che promuove le relazioni omosessuali nelle istituzioni educative e nei media è ora vietata in Georgia, così come le dimostrazioni che promuovono narrazioni LGBT.

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Durante una conferenza stampa tenutasi venerdì, il segretario esecutivo di Sogno Georgiano, Mamuka Mdinaradze, ha dichiarato che «anche se ostacola temporaneamente i nostri progressi, non abbracceremo questi cosiddetti valori» dell’UE, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa statale russa la TASS.

 

«Sarebbe meglio per noi arrivare con due o tre anni di ritardo, ma non abrogheremo mai, lo sottolineo, la legge contro la propaganda LGBTQ», ha insistito il funzionario.

 

Secondo Mdinaradze, il governo georgiano non baratterà il futuro delle generazioni future per le ambizioni politiche, aggiungendo che «non vogliamo un’Europa del genere».

 

Le relazioni tra Georgia e Occidente sono state ulteriormente tese in seguito alle elezioni generali di sabato scorso. Sogno georgiano, partito di governo, che cerca una relazione pragmatica con la Russia, è emerso vittorioso con quasi il 54% dei voti.

 

Tuttavia, l’opposizione filo-occidentale, insieme alla presidente Salome Zourabichvili, ha rifiutato di riconoscere i risultati e ha accusato il governo di aver truccato le elezioni. Hanno anche denunciato l’interferenza russa nel processo, senza fornire alcuna prova.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’opposizione è arrivata a chiedere subito proteste di piazza, che già avevano infiammato capitale e Parlamento negli ultimi mesi.

 

In un post su X domenica scorsa, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha invitato la leadership georgiana a «dimostrare il suo fermo impegno nel percorso UE del Paese».

 

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Più o meno nello stesso periodo, la Commissione europea ha espresso preoccupazione per i «frequenti compromessi nella segretezza del voto e diverse incongruenze procedurali» presumibilmente osservati durante le ultime elezioni generali in Georgia.

 

Lunedì, il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha avvertito che Washington non «esclude ulteriori conseguenze se la direzione del governo georgiano non cambia», esortando Tbilisi a iniziare a «ritirare e abrogare la legislazione antidemocratica».

 

Un altro pomo della discordia tra la Georgia e le potenze occidentali è stata la legge sugli «agenti stranieri» adottata a maggio, che richiede alle entità e agli individui che ricevono più del 20% dei loro finanziamenti dall’estero di registrarsi come «agenti che promuovono gli interessi di una potenza straniera».

 

Pesanti proteste, dentro e fuori dal Parlamento, si sono consumate a Tbilisi negli ultimi mesi a seguito dell’approvazione delle legge sugli agenti stranieri. L’UE ha aggiunto il carico sospendendo la candidatura della Georgia al blocco bruxellita.

 

Negli scorsi mesi era emerso che gli europei avrebbero fatto pressione su Tbilisi affinché inviasse mercenari in Ucraina. Il premier Irakli Kobakhidze – che di recente ha collegato i tentati assassinii di Trump e Fico – ha dichiarato quest’estate che la Georgia non verrà «ucrainizzata».

 

Come riportato da Renovatio 21, la Chiesa Ortodossa Georgiana ha elogiato il Parlamento del Paese per aver approvato la legge che limita la diffusione di contenuti LGBT e vieta l’intervento di riassegnazione di genere, descrivendola come un «passo avanti positivo» per la nazione conservatrice post-sovietica.

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Immagine di Gerd Eichmann via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

 

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