Linee cellulari

La questione della moralità dei vaccini COVID: l’uso della linea cellulare criminale HEK 293

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Renovatio 21 pubblica questo saggio di padre Joseph, ordinato nella Fraternità San Pio X nel 1993, già Superiore del Distretto di Francia e ora cappuccino nel convento di Morgon, sempre collegato all’opera della Fraternità San Pio X. L’articolo è uscito sulla rivista francese Civitas e sul sito belga Médias-Presse Info.

 

 

 

 

In omaggio alla dottoressa Alexandra Henrion-Caude e a Madame Pamela Acker per il loro coraggio.

 

 

 

«Se uno, tanto de’ figli di Israele quanto de’ forestieri dimoranti in Israele, offrirà un suo figliuolo all’idolo Moloc, sia messo a morte (…) Io mi metterò contro di lui, lo reciderò di mezzo al suo popolo, per aver egli dato un de’ suoi figli a Moloc, contaminato il mio santuario, e profanato il mio santo nome» (1)

 

«(…) Quelli che vivono conformandosi in tutto alla Legge divina, si astengono da quei rimedi che non risultino ordinati da Dio alla guarigione. Anche se a loro sia manifesta la probabile guarigione proveniente dall’uso di quei rimedi, tuttavia li aborriscono, come malie e arti magiche del demonio.».

 

Queste parole sono tratte dal Catechismo del Concilio di Trento nella sua spiegazione della settima richiesta della Preghiera domenicale. Ci portano a interrogarci, oltre che alla reazione istintiva di molti cattolici, su queste informazioni geniche – impropriamente chiamate vaccini – il cui sviluppo deriva da cellule umane di un feto abortito.

 

Il fatto non è in discussione. La signora Pamela Acker, nelle sue successive interviste su LifeSiteNews e nel suo libro Vaccination: a Catholic Perspective ci fornisce una documentazione della massima importanza sull’argomento e che utilizzeremo per il nostro studio, che si limiterà essenzialmente a stimare la moralità dell’accettazione a farsi vaccinare quando il vaccino richiede cellule HEK-293 nella sua fabbricazione (2).

 

La ringraziamo per averci trasmesso anche le riflessioni di Alvin Wong in The Ethics of HEK-293 e per averci così dato l’opportunità di scoprire altri autori americani che da quasi vent’anni comunicano un’argomentazione teologica sulla questione. Bisogna riconoscere che i cattolici degli Stati Uniti, negli ambienti conservatori o tradizionali, hanno preso un forte vantaggio su di noi su questo tema e che sarebbe molto sbagliato trascurare il loro pensiero.

 

Nel presente lavoro, dopo aver descritto l’origine della linea cellulare HEK-293 (I), e spiegato le sue relazioni nella fabbricazione e produzione di vaccini contro il COVID (II), cercheremo di identificare ed enumerare i peccati commessi durante la preparazione dei vaccini (III) e poi proporremo una riflessione di ordine morale sulla conduttività del peccato (IV).

 

Infine, si cercherà di stimare a quale distanza stia il consenso a vaccinarsi dai peccati commessi (V).

 

 

1) Sull’origine delle cellule HEK-293

«HEK» è l’acronimo per «rene embrionale umano». Ci sono prove qui che l’origine della linea cellulare che porta questo nome proviene dal rene di un embrione umano.

 

Il numero 293 ci dice il numero di esperimenti precedenti che sono stati necessari per portare allo sviluppo stabile e quasi immortale di questa linea cellulare.

 

«Questo non significa che ci siano stati 293 aborti, ma per 293 esperimenti ci vuole più di un aborto. Probabilmente stiamo parlando di centinaia di aborti» (3).

 

Per dare un ordine di grandezza, sappiamo che per la linea cellulare WI38, ugualmente derivante da un feto abortito, ci sono voluti 32 aborti. (4)

 

Questa proporzione è più o meno la stessa nel caso di molte altre linee. Se ci si basa su questa proporzione, ci sarebbero stati più o meno 246 aborti prima di quello del feto abortito nel 1972 nei Paesi Bassi e da cui ha avuto origine la cosiddetta linea cellulare HEK-293.

 

Se si trattasse di un aborto spontaneo, che ci sono pochissime possibilità di poter intervenire in tempo. Solo l’aborto consente di estrarre l’agognato rene con grande rapidità

Nel suo libro The Ethics of HEK-293, Alvin Wong cita un’intervista al dottor Alex van der Eb che fu coinvolto nello sviluppo di questa linea e che specifica, per quanto ricorda, che il feto all’origine di questa linea era perfettamente normale. Le ragioni di questo aborto probabilmente gli erano note ma non le ricorda (5). Questo feto era quello di una bambina.

 

Wong fornisce le molte ragioni convincenti per cui è estremamente probabile che l’aborto iniziale del lignaggio HEK-293 non fosse un aborto spontaneo ma un aborto volontario. Va notato soprattutto, come spiega Pamela Acker, che i ricercatori hanno bisogno di ottenere tessuto umano entro cinque minuti dall’aborto in modo che sia certamente utilizzabile (6). Rimuovere il rene un’ora dopo la morte del feto non è più utile.

 

Tuttavia, è ovvio, se si trattasse di un aborto spontaneo, che ci sono pochissime possibilità di poter intervenire in tempo. Solo l’aborto consente di estrarre l’agognato rene con grande rapidità.

 

In questa logica si comprende il desiderio dei ricercatori che i bambini vengano messi al mondo tramite taglio cesareo. È infatti quando vengono recuperati vivi che le possibilità di estrarre il rene nelle migliori condizioni sono ottimali.

 

Il rene viene quindi estirpato da un corpo fetale il cui cuore spesso batte ancora.

Il rene viene quindi estirpato da un corpo fetale il cui cuore spesso batte ancora.

 

L’eradicazione dell’organo avviene normalmente senza anestesia per non creare perturbazioni cellulari. Si possono anche esercitare pressioni sulle madri per ritardare la data dell’aborto al fine di raccogliere un rene più sviluppato.

 

 

2) Sull’utilizzo delle cellule HEK-293 nella fabbricazione del «vaccino» contro il COVID (8)

Per arrivare ai vaccini commercializzati dai laboratori, dobbiamo distinguere tre diversi usi dalle cellule HEK-293.

 

Il primo avviene nella fase di progettazione e produzione del vaccino.

 

Il secondo avviene nella fase di sperimentazione della sua efficacia e il terzo per consentire i test di efficacia dei lotti di vaccini prima di utilizzarlo.

 

Spieghiamo brevemente in cosa consistono nel differenziare i vaccini convenzionali dai cosiddetti vaccini ad RNA messaggero per le fasi di progettazione e produzione.

 

Per i vaccini basati su un vettore virale, le cellule HEK-293 possono essere utilizzate in tutte le fasi della loro preparazione: per la progettazione e produzione del vaccino mediante trasfezione di dette cellule.

 

Al contrario, per i cosiddetti vaccini a RNA messaggero, anche se l’acido nucleico è prodotto mediante biotecnologia dal cariotipo del Coronavirus, gli scienziati sono stati costretti a creare geneticamente una proteina spike più resistente di quella che esiste in natura. Tuttavia, gli esperimenti al fine di ottenere le mutazioni desiderate nella proteina sono stati inizialmente condotti in cellule HEK-293. Pamela Hacker conclude: «la proteina spike codificata dai vaccini è stata originariamente sviluppata in cellule fetali abortite». (8)

 

Sebbene i «vaccini» offerti dai laboratori che utilizzano cellule HEK-293 non contengano teoricamente alcun residuo di queste cellule umane, in pratica non lo si può affermare con certezza

Successivamente, prima di tentare di iniettare il vaccino in un essere umano, si è iniziato testandolo in coltura cellulare in laboratorio perché è molto più economico e meno pericoloso che provare a testarlo sull’uomo. È stato quindi possibile verificare che l’mRNA prodotto artificialmente permetteva di ottenere la produzione voluta della proteina. Lo stesso vale per i vaccini convenzionali. Ora, queste verifiche sono state effettuate su cellule HEK-293.

 

Infine, ogni volta che vengono prodotti nuovi lotti, o molto spesso, se ne constata per la prima volta l’efficacia sulle cellule HEK-293.

 

Concludiamo dicendo che, sebbene i «vaccini» offerti dai laboratori che utilizzano cellule HEK-293 non contengano teoricamente alcun residuo di queste cellule umane, in pratica non lo si può affermare con certezza.

 

Infatti, la purificazione dei vaccini viene generalmente effettuata mediante centrifuga perché questo processo è poco costoso. Se si volesse una perfetta garanzia di purezza, si dovrebbero usare mezzi ben più costosi.

 

 

3) Identificazione ed enumerazione dei peccati commessi per portare alla commercializzazione di «vaccini».

Ora siamo in grado di distinguere, enumerare e identificare la serie dei peccati passati e presenti per portare i vaccini sul mercato, e quelli prevedibili in futuro per alimentare il mercato.

 

1)Peccati passati

1. In origine, gli aborti

Abbiamo ipotizzato l’intervallo plausibile del numero di aborti necessari per ottenere le cellule renali in buone condizioni ricercate: tra 240 e 250 e abbiamo indicato le ragioni per escludere l’ipotesi di aborti spontanei.

 

Se è vero che un singolo aborto è un crimine abominevole, la fossa comune di bambini che scopriamo all’origine della linea cellulare HEK-293 si aggiunge singolarmente a questo orrore e sottolinea il cinismo dei mercanti di carne umana, degli habitué al crimine.

 

Anche se gli aborti non sono stati decisi in vista dell’ottenimento di cellule umane, si vede che il metodo utilizzato è stato scelto con questa intenzione.

 

2. Vivisezione sugli esseri umani

Non conoscendo un termine più appropriato, usiamo qui la parola che designa le dissezioni che si fanno su animali vivi, ma che vengono in questo caso praticate su bambini che sono stati strappati dal grembo materno.

 

Questa macelleria sui bambini vivi viene probabilmente ripetuta tante volte quanti sono stati gli aborti.

Hanno un rene o l’altro rimosso, se possibile mentre sono ancora vivi, in modo che il tessuto raccolto sia di migliore qualità.

 

Si evita addirittura di procedere ad un’anestesia preliminare per non rischiare una rottura delle cellule.

 

Questa macelleria sui bambini vivi viene probabilmente ripetuta tante volte quanti sono stati gli aborti.

 

3. Privazione di entrambe le vite

Tutti questi bambini muoiono senza essere battezzati e vanno nel limbo.

 

Gli omicidi li privano non solo della loro esistenza terrena, ma anche della speranza della beatitudine celeste.

 

Allo stesso tempo, privano Dio di tutti coloro che avrebbero potuto essere suoi figli per grazia e suoi adoratori in Cielo.

 

Chi guarda le cose secondo Fede deve riconoscere in questo terzo peccato il colmo dell’abominio.

 

4. Furto e furto di organi

I bambini scuoiati ovviamente non hanno dato il loro consenso all’estrazione dei reni per l’uso nella scienza, nella ricerca o nell’industria. E, ammettendo che una madre abbia accettato che il suo bambino fosse consegnato vivo agli scorticatori, il suo consenso, dopo quello che ha dato per l’omicidio del suo bambino, è ingiusto, privo di qualsiasi valore.

 

Il segno indiscutibile di questa usurpazione risiede nella lettura del DNA di qualsiasi cellula della linea HEK-293. Dimostrerebbe in modo infallibile che il DNA è quello di una persona unica, quello di questo embrione ucciso nel 1972 nei Paesi Bassi.

Sarebbe ammissibile che la pratica della vivisezione escludesse definitivamente ogni legittimità per il recupero degli estratti di questi reni?

 

Vi è quindi, all’origine, il furto criminale di organi umani. Va aggiunto qui che non c’è solo furto ma anche usurpazione, perché c’è davvero un’appropriazione indebita dei diritti su questi organi.

 

Il segno indiscutibile di questa usurpazione risiede nella lettura del DNA di qualsiasi cellula della linea HEK-293. Dimostrerebbe in modo infallibile che il DNA è quello di una persona unica, quello di questo embrione ucciso nel 1972 nei Paesi Bassi.

 

Se è vero che l’uomo ha solo l’usufrutto del suo corpo e che il suo usufrutto cessa dalla sua morte fino alla risurrezione dei corpi, i resti di questo corpo appartengono solo a Dio e devono essere deposti in terra. Nel corso dei secoli, i saprofagi e scorticatori sono stati puniti con la morte.

 

2)Peccati presenti

5. Ricettazione e sfruttamento illegittimo di cellule umane:

La ricettazione è il possesso ingiusto di ciò che non ci appartiene. I laboratori in possesso di cellule HEK-293 sono colpevoli di ricettazione di cellule umane.

 

La loro attività a partire da queste cellule rimane illegittima sulla base dell’iniziale usurpazione criminale e nessuna prescrizione può essere ammessa in tale materia.

 

Il triplice utilizzo che viene fatto di queste cellule per la progettazione, produzione e verifica dell’efficacia del vaccino e della qualità dei suoi lotti immessi sul mercato è quindi illegittimo.

 

6. Collaborazione all’industrializzazione del corpo umano

I laboratori, eredi di furti criminali, usurpatori di organi umani, ricettatori e sfruttatori di questi tessuti, sono ovviamente attori della gigantesca impresa di mercificazione del corpo umano.

 

I laboratori, eredi di furti criminali, usurpatori di organi umani, ricettatori e sfruttatori di questi tessuti, sono ovviamente attori della gigantesca impresa di mercificazione del corpo umano.

Pur essendo attori, sono allo stesso tempo complici, formalmente complici di questa terrificante e multiforme attività di strumentalizzazione dei corpi delle persone umane più deboli e quindi in particolare di quelle ancora intrauterine.

 

Se è vero che questa complicità non entra direttamente nella genealogia dei peccati che separano gli aborti iniziali dai vaccini proposti, è comunque necessario tenerne conto.

 

7. Iniezione di un vaccino contenente scorie umane

I laboratori non possono garantire che i vaccini non contengano scorie di cellule umane. Esiste quindi il rischio di un’iniezione di frammenti di DNA, anche se presenti solo in quantità infinitesimali.

 

Si tratta quindi in definitiva di sfruttare direttamente qui qualcosa del feto abortito nel vaccino.

 

Questa volta non si tratta più semplicemente della strumentalizzazione del corpo umano al servizio della fabbricazione del vaccino ma dell’iniezione di frammenti umani recuperati a seguito di un omicidio.

 

È facile capire che consideriamo qui una nuova specie di gravità. Non si può ribattere che le scorie umane si trovano in quantità infinitesimali, perché il più piccolo filamento di DNA è sufficiente per caratterizzare la natura umana.

 

3. Peccati a venire

8.Incoraggiare il circolo vizioso della creazione di nuove linee cellulari fetali:

Sebbene siano qualificate come immortali, le linee cellulari in realtà non lo sono. Non durano indefinitamente e, naturalmente, quando si esauriscono, i laboratori dovranno crearne altre. Allora ricomincia la serie degli stessi peccati commessi e ricomincerà sempre di nuovo finché la protesta non si farà sentire.

 

 

4) Considerazioni generali sulla conduttività del male morale:

1. Il nostro obiettivo ora è indagare sulla moralità del consenso a ricevere un vaccino che è stato realizzato utilizzando cellule HEK-293. Immaginiamo che non ci sia altra difficoltà nel ricevere questo vaccino (il che non è vero) se non quella della serie dei peccati che abbiamo appena enunciato: la domanda è se sia legittimo vaccinarsi. Non possiamo dire che si tratta principalmente di peccati che appartengono al passato, che dobbiamo certamente deplorare ma che il danno è fatto e che ricevere o meno il vaccino non cambierà più nulla?

 

Sebbene siano qualificate come immortali, le linee cellulari in realtà non lo sono. Non durano indefinitamente e, naturalmente, quando si esauriscono, i laboratori dovranno crearne altre. Allora ricomincia la serie degli stessi peccati commessi e ricomincerà sempre di nuovo finché la protesta non si farà sentire.

2. Con un esempio di facile comprensione, vediamo che non è perché un peccato è avvenuto in passato, senza che noi vi abbiamo preso parte, che non possiamo esserne moralmente contaminati. Prendiamo un uomo che ha rubato un milione di euro. Lui muore. Il figlio – consapevole del furto del padre – eredita e non restituisce la somma rubata. Lui a sua volta muore ed eredita il figlio, consapevole del furto del nonno… Sono amico di questo nipote che mi regala un’auto comprata con questi soldi, avvertendomi della sua provenienza rubata. Ho diritto a ricevere l’auto? No. Se la accettassi, ruberei. Possiamo quindi vedere chiaramente che c’è una trasmissione dei peccati passati che può avere un forte impatto sulla moralità dei peccati presenti. Per certi atti che compiamo, si svolge come una sorta di appropriazione di atti precedenti altrui, la cui moralità ridonda sulla nostra.

 

3. Può essere sufficiente approvarli per farli ricadere su di noi. Ma la loro risonanza in noi diventa ancora più penetrante quando entriamo nel compiacimento che deriva dalla fruizione di questi atti passati. Se si tratta di peccati, l’appropriazione di questi atti rischia di avvenire in modo molto profondo.

 

4. Tuttavia, ci sembra sbagliato parlare di cooperazione con il male quando si vuole parlare della connessione che si stabilisce tra un atto del presente e un atto del passato. Infatti, la nozione di cooperazione presuppone l’esercizio di una causalità, di un’influenza reale su un peccato. Quindi dovrebbe essere usata solo in caso di peccato presente o futuro.

 

5. Nonostante questa differenza tra atti passati da un lato e atti presenti e futuri dall’altro, si deve riconoscere, tuttavia, che le distinzioni che individuano la natura della cooperazione e la sua liceità sono utili anche per analizzare la questione del diritto di godere dei frutti di un peccato.

 

6. Ricordiamo quindi che la cooperazione al peccato non è mai possibile se è formale, cioè se il cooperante ha fatto sua la cattiva intenzione dell’attore del peccato. È anche illecita se è immediata. Per immediatezza si intende la cooperazione nell’atto stesso del peccato. Questa cooperazione immediata è ovviamente illecita, tanto se è una cooperazione formale quanto solo materiale, cioè senza che vi sia partecipazione all’intenzione dell’agente principale, perché l’azione alla quale partecipa il cooperatore sarebbe peccato. Rimane il caso di una cooperazione mediata dove si apporta un contributo indiretto al peccato e senza entrare nell’intenzione di chi lo commette. La cooperazione materiale e mediata è ordinariamente illecita, ma se remota può talvolta essere lecita per motivi proporzionatamente gravi.

 

7. Ma come sapere che questi motivi proporzionatamente gravi esistono e sono sufficienti per ammettere una cooperazione mediata e remota? Il giudizio prudenziale da formulare è delicato e complesso. Tutte le circostanze devono essere prese in considerazione e i seguenti criteri devono essere analizzati.

 

Il motivo deve essere tanto più grave:

  • quanto più grave è il peccato cui cooperiamo,
  • quanto l’atto cui cooperiamo provocherà scandalo tra i deboli,
  • quanto l’atto cui si coopera è vicino al peccato,
  • quanto il peccato in cui cooperiamo sarebbe evitato senza la nostra cooperazione,
  • quanto l’obbligo di prevenire questo peccato è maggiore in ragione della natura delle cose, delle circostanze, della situazione personale del cooperatore.

 

Si può notare che due di questi criteri (il non commettersi del peccato senza la nostra collaborazione e l’obbligo di prevenirlo) sono rilevanti solo se si tratta di cooperazione. Nel caso in cui si tratta di sapere se si può godere delle conseguenze del peccato, questi criteri non entrano più in gioco poiché i peccati sono già avvenuti.

 

8. Infine, dobbiamo attirare l’attenzione sulla nozione di scandalo. Bisogna chiamare scandaloso «ogni fatto, omissione, parola, qualunque azione che abbia almeno un aspetto meno buono e capace di produrre negli altri una colpa morale”. Se questo non accade, il fatto scandaloso sarà almeno occasione di uno stupore doloroso e di riprovazione. Di conseguenza, ogni scandalo voluto o permesso senza ragione proporzionata è, per sua natura, una colpa più o meno grave contro la carità cristiana» (10).

 

Se non si occorre tenere conto dello scandalo farisaico, che si provoca negli altri a causa delle loro cattive disposizioni personali, ci si deve preoccupare di non scandalizzare i deboli che, a causa della loro ignoranza, possono essere scandalizzati anche in occasione di azioni di per sé lecite. È per questo motivo che San Paolo, mentre sostiene che le carni che sono state consacrate agli idoli possono essere mangiate senza scrupoli, conclude però che se questa manducazione dovesse scandalizzare i deboli, allora bisognerebbe astenersi da essa. (11)

 

Un altro esempio, molto illuminante, è nella vita di San Pasquale Baylon, un fratello laico francescano del XVI secolo.

 

Mentre era portiere del suo convento ed era venuto ad avvertire il suo superiore che lo cercavano, quest’ultimo gli chiese di dire ai visitatori che non era presente.

 

Sappiamo che questa risposta è un modo convenzionale per lasciare intendere che la persona richiesta non è disponibile.

 

Ma il santo, dopo aver cercato di ottenere di poter dare un’altra risposta, scontrandosi con il suo superiore, finì per dirgli: «Padre, sarebbe una menzogna e quindi un peccato, e il peccato è l’offesa a Dio» (12) E per l’unica volta nella sua vita, non obbedì.

 

A questo aneddoto bisogna aggiungere che, se l’umile fratello laico non aveva studiato, Dio gli aveva donato una conoscenza infusa così grande che i più grandi teologi del tempo vennero a consultarlo e si stupirono dell’estensione e della profondità della sua scienza!

 

Il che – bisogna ammetterlo – non depone troppo a favore delle restrizioni mentali.

 

5) Valutazione dell’esistenza di un motivo commisurato per ricevere questo vaccino HEK-293

Dei peccati che abbiamo elencato, quasi tutti sono peccati passati. Abbiamo spiegato come questi peccati possano contaminarci, anche qualora noi non abbiamo cooperato al loro compimento.

 

Uno di questi, tuttavia, è un peccato sempre presente: è la ricettazione di cellule umane originariamente trafugate dal crimine.

 

Lo stesso vale per lo sfruttamento illegittimo di queste cellule e in particolare, nel caso del vaccino contro il COVID, per l’uso che ne è stato fatto durante la progettazione della produzione e dei test di qualità in occasione dell’immissione sul mercato di nuovi lotti di vaccini, nonché durante la vaccinazione.

 

Come abbiamo scritto, due dei cinque criteri per giudicare se ci sono ragioni proporzionate per la cooperazione materiale mediata non hanno più senso se si tratta di peccati passati. Considereremo quindi questi i due criteri solo per i peccati ancora presenti. Esaminiamo quindi i cinque criteri.

 

1 °criterio di giudizio: gravità dei peccati con cui si entra connessione, sia di quelli che sono stati commessi in passato, sia di quelli che continuano ad esserlo.

Il primo criterio da considerare è la gravità dei peccati ai quali si coopera, siano essi presenti o futuri, o da cui si trae profitto, se sono peccati passati. E si capisce che la maggiore gravità dei peccati rende tanto più difficile che sia lecito cooperare o trarre frutto da essi.

 

Infatti, il legame che si instaura con essi stabilisce una sorta di connessione, di complicità, tanto più problematica quanto più grave è il peccato.

 

È ovvio che la gravità dei peccati con cui entra in connessione chi decide di ricevere questo tipo di vaccino, è estrema.

Ora è ovvio che la gravità dei peccati con cui entra in connessione chi decide di ricevere questo tipo di vaccino, è estrema.

 

Pensiamo un po’ ad un’esplosione nucleare, la cui irradiazione è tale che anche chi è molto lontano dall’epicentro ne subisce gli effetti. Per porre la domanda in modo diverso: anche se si tratta di preservare i beni più grandi come la salute o la vita, è legittimo accettare anche una minima complicità con tali peccati?

 

Sebbene questo criterio da solo non permetta ancora, a quanto ci sembra, di rispondere a questa domanda, è però sufficiente a mostrare già quanto sia moralmente pericolosa l’accettazione di questo vaccino.

 

2 ° criterio di giudizio: valutazione dello scandalo causato dall’accettazione del vaccino

Mettiamo da parte lo scandalo farisaico, che ci sembra assente dalle reazioni a cui stiamo assistendo. Due reazioni molto diverse si manifestano quando si apprende che delle autorità ecclesiastiche considerano possibile il vaccino, per ragioni proporzionate.

 

La prima è un malinteso, una rivolta, un’indignazione contro l’ammissione di una collusione che li scandalizza. I ragionamenti non servono a molto. Il fatto che il Vaticano si sia dichiarato favorevole alla possibilità di utilizzare questi vaccini è oggi considerato, da una notevole frangia di cattolici, un ulteriore segno per il rifiuto dell’utilizzo, tanto è immenso il discredito della Roma conciliare, e non solo negli ambienti tradizionalisti.

 

Mutatis mutandis, si pensi alla reazione di San Pasquale Baylon… Questa reazione è del resto già accreditata anche da delle prese di posizioni a favore della linea intransigente. Aggiungiamo che spesso è motivata anche da altri aspetti, medici e/o politici che non affrontiamo in questo articolo.

 

Al contrario, la seconda reazione è un sospiro di sollievo. Possiamo, in coscienza, ricevere il vaccino. Il che toglie lo spettro di tante ansie e di un futuro difficile che avevamo immaginato…

 

C’è una sottomissione a diktat sempre più restrittivi che porta gli uomini, e i cattolici in particolare, a dover accettare complicità sempre maggiori e ad allontanarsi dalla linea del «non possumus»

C’è stato un effetto scandaloso tra coloro che reagiscono in questo modo?

 

Si sente in loro il timore che la morale un giorno imporrà loro qualcosa che renderebbe molto difficile, se non impossibile, la loro integrazione civica, ma la loro voglia di trovare sempre degli accordi non finisce per prevalere sul giudizio morale?

 

C’è una sottomissione a diktat sempre più restrittivi che porta gli uomini, e i cattolici in particolare, a dover accettare complicità sempre maggiori e ad allontanarsi dalla linea del «non possumus».

 

Anche se pensassimo di dover concludere che questo vaccino è possibile, non dovremmo aggiungere, come San Paolo a proposito degli idolotiti, che è comunque meglio astenersi da esso per non ferire la coscienza di coloro che sentivamo deboli? Questo sarebbe un primo motivo. Ma non ce n’è uno maggiore che attiene al bene comune, e cioè che l’aggravarsi della cooperazione ci indebolisce sempre più e ci rende sempre meno capaci di opporre i principi cattolici alla barbarie?

 

Non concluderemo ancora qui il dibattito, anche se riteniamo essenziale tener conto dell’effetto scandaloso.

 

3° criterio di giudizio: valutazione della vicinanza del consenso al vaccino  con i peccati elencati .

Come dicevamo, sono attuali tre peccati: la ricettazione di cellule umane senza e contro il consenso dell’usufruttuario, lo sfruttamento di queste cellule in particolare nella progettazione, produzione e realizzazione dei test di qualità sui vaccini contro il Covid, e la vaccinazione stessa, data la presenza di scorie umane nel vaccino.

 

Con un esempio più eloquente, immaginiamo un’azienda nota per operare su un grave furto iniziale di materiali da cui sarebbero realizzati tutti i prodotti che vende. Ci sembra logico che si potrebbero acquistare questi prodotti solo per motivi molto seri e nella misura in cui non avessimo altra possibilità.

 

Ci troviamo in una situazione simile con questi laboratori, tranne che c’è un’aggravante nel loro caso. È evidente che il loro furto, la loro usurpazione iniziale, il loro attuale sfruttamento non è quello di materiali ma di cellule umane provenienti da un bambino vivo sezionato.

 

Il consenso al vaccino non ci collegherebbe solo a un furto, ma anche a un crimine. Ma a che distanza?

 

Considerando la gravità degli aborti iniziali e della vivisezione, non ha nessuna rilevanza la distanza nel tempo, nello spazio e l’incognito del bambino

Considerando la gravità degli aborti iniziali e della vivisezione, non ha nessuna rilevanza la distanza nel tempo, nello spazio e l’incognito del bambino.

 

Che si tratti di un bambino abortito nel 1972 ad Amsterdam o di una bambina abortita un’ora fa a Parigi e di cui si conosce il nome non cambia affatto la questione. La nozione di distanza morale non ha a che fare con questi fattori. La lontananza morale è che colui che viene vaccinato è effettivamente lontano dall’atto iniziale di cui beneficia in modo mediato e distante.

 

D’altra parte però, la distanza dal peccato è molto minore se si considera la ricettazione criminale e lo sfruttamento delle cellule. È da questi laboratori ricettatori e criminali, sfruttatori illegittimi di cellule umane, che proviene il suddetto vaccino. Se si trattasse solo di comune materiale trafugato, potrebbero sussistere motivi proporzionalmente gravi per acquistarne i prodotti; ma non si troverà nessun motivo sufficiente a legittimare la complicità, che non è più remota – e ancor meno remotissima –, con i delitti di ricettazione e sfruttamento.

 

Ma ora dobbiamo chiederci se l’accettazione di ricevere un vaccino che contenga frammenti di DNA non sia costitutiva di una cooperazione materiale, ma immediata, in questo peccato «indicibile» che consiste nell’accettare che l’uomo si faccia «consumatore» di elementi del corpo risultanti da un crimine.

 

4 ° e 5 ° criterio: speranza di evitare il peccato se non si entra in connessione con esso e dovere più o meno stretto di prevenirlo

Mettiamo insieme questi ultimi due criteri, che ci fanno sentire più duramente degli altri quanto il peccato abbia invaso il mondo, poiché dobbiamo riconoscere sia che il rifiuto individuale di ricevere il vaccino non impedirà ai laboratori di continuare a sviluppare la loro attività immorale, sia che ci sentiamo impotenti per opporci.

 

diventa chiaro che un rifiuto coraggioso sta già scuotendo il sistema e aiutando a indebolire il Golia dell’iniquità che sfida il mondo cattolico

Questa osservazione non deve però condurci al ragionamento perverso che consisterebbe nel ritenere che sia quindi inutile opporvisi e subire tutti i danni che deriverebbero dal nostro rifiuto. Ciascuno di noi deve agire secondo la sua coscienza formata secondo la legge divina e non fare ciò che è sbagliato, anche se fosse l’unico al mondo ad opporvisi.

 

D’altra parte, l’esempio eroico che così si darebbe, avrebbe in realtà una portata esemplare incomparabile, come mostra la storia degli eroi e dei santi. Diciamo infine che non abbatteremo le mura di questa Gerico del male con l’utopia dei numeri, ma con la forza di Dio e la nostra disponibilità ad essere suoi docili strumenti in questa lotta.

 

In questa luce realistica perché soprannaturale, diventa chiaro che un rifiuto coraggioso sta già scuotendo il sistema e aiutando a indebolire il Golia dell’iniquità che sfida il mondo cattolico.

 

Non abbiamo affrontato in questo articolo né l’aspetto medico né l’aspetto politico della vaccinazione, che meriterebbe pure l’attenzione della morale.

 

Quanto all’aspetto medico, va ricordato che l’uomo, essendo solo l’usufruttuario del proprio corpo, non deve rassegnarsi ad essere usato come cavia dalla scienza. Ora, voci distinte e coraggiose come quella della signora Alexandra Henrion-Caude, e molte altre ancora, ci avvertono delle conseguenze potenzialmente gravi di queste nuove terapie geniche non controllate.

 

non esitiamo a scrivere che questa manipolazione del patrimonio genetico costituisce una ragione morale per opporsi al vaccino, ancora più grave di quella dell’uso di cellule umane da bambini sacrificati

I nomi dei virologi più illustri sembrano avvertirci dei cambiamenti genetici che deriveranno dai vaccini mRNA. A rischio di sorprendere qualcuno, non esitiamo a scrivere che questa manipolazione del patrimonio genetico costituisce una ragione morale per opporsi al vaccino, ancora più grave di quella dell’uso di cellule umane da bambini sacrificati.

 

Non è difficile, infine, dimostrare che i sostenitori più determinati di questa vaccinazione obbligatoria, tra coloro che detengono il potere finanziario e politico, sono molto spesso allo stesso tempo i militanti di un’umanità azzerata e di uno spopolamento forzato.

 

La riflessione morale su questi aspetti medici e politici della vaccinazione potrebbe solo rafforzare la nostra conclusione morale su HEK-293.

 

Tuttavia, in questo tempo di smarrimento delle autorità ecclesiastiche, siamo ben consapevoli di poter esprimere un solo parere. Vale quanto valgono gli argomenti che abbiamo fornito. Altre voci hanno concluso diversamente.

 

Possa questo articolo dare il suo modesto contributo al dibattito di fondo che la gravità della questione merita.

 

 

Padre Joseph o.f.m.cap.

 

 

NOTE

1) Lv. 20; 2-3.

2) Tra i laboratori che utilizzano queste cellule HEK-293 una o più volte nella produzione di vaccini e prima della loro commercializzazione, citiamo Astrazeneca, Sputnik V, Novavax, Moderna, Pfizer.

3) Pamela Acker in un’intervista con John-Henry Westen di Life Site News e tradotta da Jeanne Smit, sul suo blog il 23 gennaio 2021.

3) Ibidem.

4) Alvin Wong in The Ethics of HEK-293, The National Catholic Bioethics Quarterly , 2006, p. 274.

6) Pamela Acker, ibidem.

7) Come hanno sottolineato diverse autorità scientifiche, e in particolare la dott.ssa Alexandra Henrion-Caude, la parola «vaccino» è infatti inadeguata. Bisognerà parlare piuttosto di «informazione genica». Usiamo la parola «vaccino» per comodità.

8) Pamela Acker, ibidem.

9) In libera vendita sul sito ATCC, si possono comprare 10 µg di HEK-293 per € 439.

10) J.M. Vittrant, Theologie Morale, Beauchesne 1954, n° 150, p.97.

11) I, Cor. VIII.

12) Padre Louis Antoine de Porrentavy, Saint Pascal Baylon , Plon 1899, p.142.

 

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