Politica
La folla UFC acclama Trump: lo stadio canta «fa****o Biden»

Donald Trump acclamato dall’intero stadio quando si è presentato ad uno stadio di Miami per un incontro di arti marziali miste della lega UFC.
Come noto, Trump è reduce dall’essere comparso in tribunale a Manhattan dove è stato accusato per 34 capi di imputazione difficilmente distinguibili l’uno dall’altro.
Nei video circolati in rete è possibile vedere l’ex presidente arrivare al Kaseya Center con il cantante Kid Rock, l’ex campione mondiale di boxe dei pesi massimi Mike Tyson e il presidente dell’UFC Dana White. La folla applaude ed esplode in boati, scandendo poi molteplici volte la parola «USA».
No way jidion met Donald Trump at ufc 287 ???????????? pic.twitter.com/2PvyKV5ySa
— Shannonnn sharpes Burner (PARODY Account) (@shannonsharpeee) April 9, 2023
BREAKING: UFC 287 crowd in Miami chants ‘USA, USA, USA’ after Trump makes surprise appearance pic.twitter.com/bwUPv7ksat
— Insider Paper (@TheInsiderPaper) April 9, 2023
BREAKING: UFC crowd in Miami goes wild as Trump enters arena with Kid Rock and Mike Tyson pic.twitter.com/Msf4TGoE1d
— Jack Poso ???????? (@JackPosobiec) April 9, 2023
Donald Trump walking out with Kid Rock and Dana White to American Bad Ass at UFC 287 last night was an iconic moment ???????????? pic.twitter.com/EmpBnWRHgD
— Andrew Surabian (@Surabees) April 9, 2023
— Jack Poso ???????? (@JackPosobiec) April 9, 2023
Mike Tyson and Donald Trump together at UFC 287… pic.twitter.com/Q9My4ccKoa
— Michael Benson (@MichaelBensonn) April 9, 2023
Durante la serata c’è stato l’ultimo incontro della carriera professionista del lottatore Jorge Masvidal. Raggiunto sul ring al termine del match da Joe Rogan, Masvidal ha elogiato «il più grande presidente della storia americana seduto laggiù», e quindi anche il «più grande governatore», cioè il governatore della Florida (e presunto rivale di Trump alle primarie presidenziali repubblicane) Ron De Santis.
Jorge Masvidal thanks Donald Trump, calls him “greatest President in the history of the world” and then starts a “Let’s go Brandon” chant.
— ALX ???????? (@alx) April 9, 2023
Masvidal, tuttavia è andato oltre, incitando la folla a cantare il famoso «Let’s go Brandon», espressione che sta per «fan***o Joe Biden», cantata in tantissimi eventi sportivi e non solo.
Wow. Jorge Masvidal retires and leads a chant of “Let’s go Brandon!” pic.twitter.com/ftpeJ8IhTJ
— The Post Millennial (@TPostMillennial) April 9, 2023
Immagine da Twitter
Politica
Orban dice che l’UE potrebbe andare al «collasso» e chiede accordi con Mosca

L’UE è sull’orlo del collasso e non sopravvivrà oltre il prossimo decennio senza una «revisione strutturale fondamentale» e un distacco dal conflitto ucraino, ha avvertito il primo ministro ungherese Viktor Orban.
Intervenendo domenica al picnic civico annuale a Kotcse, Orban ha affermato che l’UE non è riuscita a realizzare la sua ambizione fondante di diventare una potenza globale e non è in grado di gestire le sfide attuali a causa dell’assenza di una politica fiscale comune. Ha descritto l’Unione come entrata in una fase di «disintegrazione caotica e costosa» e ha avvertito che il bilancio UE 2028-2035 «potrebbe essere l’ultimo se non cambia nulla».
«L’UE è attualmente sull’orlo del collasso ed è entrata in uno stato di frammentazione. E se continua così… passerà alla storia come il deprimente risultato finale di un esperimento un tempo nobile», ha dichiarato Orban, proponendo di trasformare l’UE in «cerchi concentrici».
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L’anello esterno includerebbe i paesi che cooperano in materia di sicurezza militare ed energetica, il secondo cerchio comprenderebbe i membri del mercato comune, il terzo quelli che condividono una moneta, mentre il più interno includerebbe i membri che cercano un allineamento politico più profondo. Secondo Orbán, questo amplierebbe la cooperazione senza limitare lo sviluppo.
«Ciò significa che siamo sulla stessa macchina, abbiamo un cambio, ma vogliamo muoverci a ritmi diversi… Se riusciamo a passare a questo sistema, la grande idea della cooperazione europea… potrebbe sopravvivere», ha affermato.
Orban ha accusato Brusselle di fare eccessivo affidamento sul debito comune e di usare il conflitto in Ucraina come pretesto per proseguire con questa politica. Finché durerà il conflitto, l’UE rimarrà una «anatra zoppa», dipendente dagli Stati Uniti per la sicurezza e incapace di agire in modo indipendente in ambito economico, ha affermato.
Il premier magiaro ha anche suggerito che, invece di «fare lobbying a Washington», l’UE dovrebbe «andare a Mosca» per perseguire un accordo di sicurezza con la Russia, seguito da un accordo economico.
Il primo ministro di Budapest non è il solo a nutrire queste preoccupazioni. Gli analisti del Fondo Monetario Internazionale e di altre istituzioni hanno lanciato l’allarme: l’UE rischia la stagnazione e persino il collasso a causa di sfide strutturali, crescita debole, scarsi investimenti, elevati costi energetici e tensioni geopolitiche.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Politica
Il passo indietro di Ishiba: nuovo capitolo nella lunga crisi del centro-destra giapponese

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Politica
Il governo francese collassa

Il governo francese è collassato dopo che il Primo Ministro François Bayrou ha perso un cruciale voto di fiducia in Parlamento lunedì. Bayrou è il secondo primo ministro consecutivo sotto Emmanuel Macron a essere destituito, precipitando la Francia in una crisi politica ed economica.
Per approvare una mozione di sfiducia all’Assemblea Nazionale servono almeno 288 voti. Quella di lunedì ne ha ottenuti 364, con il Nuovo Fronte Popolare di sinistra e il Raggruppamento Nazionale di destra coalizzati per superare lo stallo sul bilancio di austerità di Bayrou.
Dopo aver resistito a otto mozioni di sfiducia, Bayrou ha convocato questo voto per ottenere supporto alle sue proposte, che prevedevano tagli per circa 44 miliardi di euro per ridurre il debito francese in vista del bilancio di ottobre.
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Bayrou, che aveva definito il debito pubblico un «pericolo mortale», sembra aver accettato la sconfitta. Domenica, ha criticato aspramente i partiti rivali, che, pur «odiandosi a vicenda», si sono uniti per far cadere il governo.
Bayrou è il secondo primo ministro deposto dopo Michel Barnier, rimosso a dicembre dopo soli tre mesi, e il sesto sotto Macron dal 2017.
La caduta di Bayrou lascia Macron di fronte a un dilemma: nominare un Primo Ministro socialista, cedendo il controllo della politica interna, o indire elezioni anticipate, che i sondaggi indicano favorirebbero il Rassemblement National di Marine Le Pen.
Con la popolarità di Macron al minimo storico, entrambe le opzioni potrebbero indebolire ulteriormente la sua presidenza. Gli analisti temono che una perdita di fiducia dei mercati nella gestione del deficit e del debito francese possa portare a una crisi simile a quella vissuta dal Regno Unito sotto Liz Truss, il cui governo durò meno della via di un cavolo prima della marcescenza.
Il malcontento verso Macron è in crescita: un recente sondaggio di Le Figaro rivela che quasi l’80% dei francesi non ha più fiducia in lui.
Come riportato da Renovatio 21, migliaia di persone hanno protestato a Parigi nel fine settimana, chiedendo le dimissioni di Macron con slogan come «Fermiamo Macron» e «Frexit».
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Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia pubblicata secondo indicazioni
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