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Nucleare

Isole del Pacifico contro lo scarico in mare delle acque di Fukushima

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

Il ministro della Pesca della Papua Nuova Guinea chiede una presa di posizione comune per fermare l’azione da tempo annunciata dal Giappone nella centrale dove avvenne l’incidente del 2011. «Sarebbe un danno ulteriore per noi già colpiti dagli effetti del cambiamento climatico».

 

 

Anche le isole dell’Oceania prendono posizione contro la decisione adottata dal governo giapponese di procedere nei prossimi mesi allo scarico in mare delle acque utilizzate per raffreddare la centrale di Fukushima dopo l’incidente al reattore avvenuto nel 2011.

 

Il ministro della Pesca e delle Risorse marine della Papua Nuova Guinea, Jelta Wong, ha chiesto ai leader dei 16 Paesi che fanno parte del Forum delle Isole del Pacifico (PIF) di prendere posizione insieme contro il piano di Tokyo.

 

«Le piccole isole del Pacifico e di tutto il mondo – scrive il ministro Wong nell’appello – stanno affrontando l’orrore e la devastazione provocati dai cambiamenti climatici causati dalle superpotenze industriali di tutto il mondo, e di fronte a tutto questo il governo giapponese ritiene opportuno mettere a rischio le vite e le nostre preziose risorse del Pacifico con questa azione sconsiderata».

 

Il PIF, organismo di cui fanno parte la maggior parte delle isole indipendenti del Pacifico meridionale, ha già istituito un gruppo di esperti scientifici per condurre una valutazione indipendente. Il gruppo ha chiesto la piena divulgazione dei dati e delle informazioni scientifiche per consentire una valutazione della sicurezza e dell’impatto sull’ambiente e sulla salute.

 

Anche la Cina e la Corea, che condividono i confini marittimi con il Giappone, hanno chiesto di fermare gli scarichi previsti nei prossimi mesi, chiedendo una maggiore consultazione con tutte le parti interessate. E la stessa industria ittica nazionale giapponese ha espresso preoccupazione, temendo un rischio di reputazione. Il governo Kishida ha però confermato l’intenzione di andare avanti, sostenendo che le analisi sulle acque accumulate in questi anni e che hanno ormai quasi riempito i serbatoi non presentano valori di radioattività che giustifichino allarmi.

 

«Chi possiede le barche che pescano nella nostra regione? A chi appartengono gli impianti di lavorazione a terra? – scrive ancora il ministro della Papua Nuova Guinea – Dobbiamo mettere in guardia il Giappone: se volete usare le nostre risorse, siete obbligati ad aiutarci a proteggerle. L’Oceano Pacifico non appartiene al Giappone, appartiene al Pacifico».

 

Il ministro Wong ha parlato intanto anche del progetto della Papua Nuova Guinea di creare un fondo di dotazione intergenerazionale per la pesca nella regione, per garantire il futuro delle economie del Pacifico, con entrate sufficienti e stabili dalla pesca.

 

La proposta è di coinvolgere i Paesi firmatari dell’Accordo di Nauru, un trattato regionale sulla sostenibilità della pesca del tonno che vede coinvolti Micronesia, Kiribati, Isole Marshall, Nauru, Palau, Papua New Guinea, Isole Salomone e Tuvalu con Tokelau. Obiettivo del fondo sarebbe «eliminare la dipendenza dei nostri Paesi dai donatori e dai cosiddetti partner».

 

 

 

 

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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni

 

 

 

 

Immagine di IAEA Imagebank via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)

 

 

 

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Nucleare

Lukashenko: la Bielorussia è pronta ad ospitare le atomiche russe

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Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha riflettuto sulla possibilità che la sua Nazione ospiti le armi nucleari strategiche della Russia durante un discorso annuale al parlamento venerdì. Lo riporta il sito russo RT.

 

Le parole del presidente russo arrivano dopo che Mosca ha annunciato i suoi piani per schierare le sue armi nucleari tattiche in Bielorussia.

 

«Io e  Putin possiamo decidere e schierare armi nucleari strategiche qui, se necessario», ha detto Lukashenko ai parlamentari, aggiungendo che la mossa dimostrerebbe la disponibilità delle due nazioni a difendere la loro «sovranità e indipendenza».

 

«Non ci fermeremo davanti a nulla per proteggere le nostre nazioni, i nostri stati, il nostro popolo», ha detto il leader bielorusso, aggiungendo che la mossa servirebbe probabilmente come deterrente efficace contro qualsiasi mossa ostile da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Il presidente bielorusso ha espresso la speranza che il dispiegamento di armi nucleari strategiche nel suo paese «farà smaltire la sbornia a lungo a tutti i falchi dall’altra parte dello stagno».

 

Lukashenko ha anche affermato di aver già ordinato ai militari di ripristinare le strutture utilizzate per immagazzinare i missili balistici intercontinentali Topol e servite come potenziali siti di lancio in epoca sovietica. Secondo il presidente, la Bielorussia ha mantenuto tutte le strutture, che ha definito «strutture ingegneristiche complesse».

 

La Russia utilizza attualmente i missili balistici intercontinentali Topol-M e Yars, versioni aggiornate dei missili Topol di fabbricazione sovietica sviluppati negli anni ’80. I missili potrebbero essere basati su silo o posizionati su piattaforme mobili a ruote semoventi. Alcune delle versioni mobili dei missili Topol originali furono schierate in Bielorussia durante l’era sovietica.

 

Il presidente bielorusso ha precedentemente e ripetutamente sostenuto il dispiegamento di armi nucleari russe nel suo paese, citando una minaccia rappresentata dall’Occidente. Nell’ottobre 2022, ha indicato i colloqui di «condivisione nucleare» tra Washington e Varsavia, avvertendo che potrebbero essere collocate armi nucleari in Polonia, al confine con la Bielorussia.

 

La settimana scorsa. Putin ha annunciato il dispiegamento di armi tattiche russe in Bielorussia affermando che un deposito speciale per esse sarebbe stato pronto entro il 1 luglio. Mosca ha spiegato la sua decisione indicando i piani di Londra per fornire a Kiev munizioni all’uranio impoverito.

 

La Russia ha criticato la mossa del Regno Unito come un segno di «assoluta incoscienza, irresponsabilità e impunità» da parte di Londra e Washington.

 

Il presidente ucraino Vladimir Zelens’kyj ha collegato la decisione di Mosca di dispiegare armi nucleari in Bielorussia ad alcuni presunti «fallimenti» durante un incontro tra Putin e il presidente cinese Xi Jinping all’inizio di marzo.

 

«Un segnale della Russia che dispiega le sue armi nucleari sul territorio bielorusso indicherebbe che l’incontro con il cinese è fallito», ha detto il presidente ucraino durante una conferenza stampa con il presidente moldavo e i primi ministri di Croazia, Slovenia e Slovacchia. a Kiev. Non ha approfondito il modo particolare in cui i due eventi sarebbero, a suo avviso, correlati.

 

Come riportato da Renovatio 21, con lo spostamento di armi nucleari russe in Bielorussia il Cremlino adotterebbe di fatto un programma di condivisione bellico-atomica dello stile della NATO. La NATO, e in particolare i francesi, hanno però reagito scompostamente, sapendo di avere la coda di paglia: come noto, armi atomiche americane sono presenti in vari Paesi, compresa l’Italia.

 

Sette mesi fa Lukashenko aveva dichiarato che gli aerei bielorussi erano equipaggiati per trasportare armi nucleari.

 

Il presidente bielorusso, durante il conflitto ucraino, ha spesso paventato la prospettiva di una Terza Guerra Mondiale di carattere atomico.

 

 

 

 

 

 

Immagine di Vitaliy Ragulin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)

 

 

 

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Nucleare

La Russia costruisce una nuova base in Kamchatka per i sottomarini dei droni nucleari Poseidon

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La marina russa sta costruendo una nuova base in Kamchatka per i sottomarini nucleari Belgorod e Khabarovsk, che sono navi speciali progettate e costruite per trasportare il siluro nucleare Poseidon. Lo riporta TASS.

 

«La costruzione delle strutture infrastrutturali costiere per ospitare due sottomarini speciali in Kamchatka dovrebbe essere terminata all’inizio del prossimo anno», ha detto una fonte del ministero della Difesa all’agenzia di notizie russa.

 

La nuova divisione che la flotta russa del Pacifico sta allestendo all’interno delle sue forze sottomarine comprenderà anche altri sommergibili oltre ai sottomarini Belgorod e Khabarovsk. I nuovi sottomarini speciali «si occuperanno di deterrenza strategica», ha sottolineato.

 

Il sottomarino a propulsione nucleare Belgorod continuerà il suo servizio all’interno della flotta russa del Pacifico. Il sottomarino riceverà il primo carico di munizioni composto da super siluri nucleari Poseidon.

 

La cerimonia di consegna del sottomarino Progetto 09852 alla flotta senza il suo armamento di base si è svolta l’8 luglio 2022. Attualmente, il Belgorod è in fase di valutazione operativa nella flotta settentrionale russa.

 

Il sottomarino a propulsione nucleare Progetto 09851 Khabarovsk è nella fase finale della sua costruzione presso il cantiere navale Sevmashm che aveva consegnato il Belgorod già lo scorso luglio.

 

Come riportato da Renovatio 21, il drone nucleare Poseidon si preannuncia come un’arma terrificante.

 

Andrei Martjanov, un russo espatriato negli Stati Uniti ed esperto militare, tuttavia, l’anno scorso non aveva  usato mezzi termini sul significato del Belgorod:

 

«Non importa come un tale evento sarà raccontato dai giornalisti occidentali, bisogna tenere a mente che Poseidon, mentre è in grado di spazzare via enormi segmenti della costa creando un mostruoso tsunami – alcuni dicono fino a 500 metri di altezza».

 

«La sua esistenza ha profonde ramificazioni per qualsiasi flotta che decidesse di viaggiare in formazione, un modo preciso in cui viaggiano i gruppi di portaerei, perché diventano semplicemente vittime facili per un’arma del genere», aveva scritto Martjanov sul suo blog.

 

Il Poseidon  era stato presentato al pubblico nazionale e internazionale da un programma TV sul canale Rossija 1, che mostrava, con accurata grafica 3D, come il Poseidon poteva far detonare una testata da 100 megatoni provocando un maremoto con onde alte 500 metri in grado di sommergere completamente la Gran Bretagna, rendendo pure l’area radioattiva.

 

 

Una simile arma-tsunami sarebbe stata approntata dalla Corea del Nord pochi giorni fa.

 

Come riportato da Renovatio 21, non lontano dalla Kamchatka, nel Mar del Giappone, la settimana scorsa la Marina di Mosca ha testato dei missili superersonici anti-nave andando a colpire alcuni bersagli.

 

 

 

 

 

Immagine screenshot da Mil.ru via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

 

 

 

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Nucleare

Putin vuole mettere le atomiche in Bielorussia. Lacrime di coccodrillo della NATO e di Kiev

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La Russia ha dichiarato che potrebbe collocare armi nucleari in Bielorussia secondo accordi molto simili a quelli con cui i Paesi europei ospitano armi nucleari statunitensi – come, ad esempio l’Italia.

 

«Il riferimento della Russia alla condivisione nucleare della NATO è totalmente fuorviante. Gli alleati della NATO agiscono nel pieno rispetto dei loro impegni internazionali», ha dichiarato la portavoce della NATO Oana Lungescu in una mail e-mail inviata all’agenzia Reuters il 26 marzo.  «La Russia ha costantemente infranto i suoi impegni sul controllo degli armamenti», ha affermato Lungescu.

 

Il ministero degli Esteri ucraino, dopo l’annuncio di Putin, ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e ha chiesto alla comunità internazionale di «prendere misure decisive» per impedire l’uso di armi nucleari da parte della Russia.

 

Vale la pena di ricordare che l’operazione militare speciale della Russia in Ucraina è scattata quando è emersa la richiesta del presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco del 15 febbraio 2022, di poter avere armi nucleari per l’Ucraina.

 

«La Russia conferma ancora una volta la sua cronica incapacità di essere un amministratore responsabile delle armi nucleari come mezzo di deterrenza e prevenzione della guerra, non come strumento di minacce e intimidazioni», ha affermato il ministero ucraino.

 

A Parigi, il ministero degli Esteri francese ha invitato la Russia a rivedere il suo accordo con la Bielorussia sul dispiegamento di armi nucleari in quanto avente carattere destabilizzante.

 

«La Francia attribuisce grande importanza all’impegno assunto dalla dichiarazione del 3 gennaio 2022 sull’inammissibilità di una guerra nucleare e di una corsa agli armamenti, approvata sia dal [presidente russo] Vladimir Putin che da tutti i capi di stato e di governo dei cinque paesi permanenti membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Invita la Russia a dimostrare la responsabilità, che ci si aspetta da uno stato che possiede armi nucleari, e a rivedere questo accordo destabilizzante», ha affermato il ministro francese, secondo quanto riferito dall’agenzia russa TASS.

 

Secondo il ministero degli Esteri francese, questa decisione «rappresenta un ulteriore elemento dell’erosione dell’architettura internazionale del controllo degli armamenti e della stabilità strategica in Europa a causa della violazione da parte della Russia del Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF) che ne comporta la cessazione e la sospensione dichiarata della Russia della sua partecipazione al Nuovo Trattato per la Riduzione delle Armi Strategiche (Nuovo START) di febbraio».

 

Il ministero degli Esteri russo ha accusato lo scorso mese la «flagrante» violazione del trattato START da parte degli USA. E la Francia è quel Paese che a fine anni Novanta nuclearizzò l’atollo di Mururoa, così da piazzare un neanche tanto simbolico ombrello nucleare sopra l’Europa al momento in cui sarebbe arrivata la moneta unica.

 

Come riportato da Renovatio 21, Zelen’skyj allo scoppiare del conflitto avrebbe chiesto il «controllo globale» sulle scorte nucleari russe. Più avanti Kiev avrebbe domandato addirittura contrattacchi nucleari contro Mosca. A fine 2022 ci fu poi l’allarme per la costruzione di una «bomba sporca» da parte di Kiev, per la cui creazione l’Ucraina avrebbe tutte le competenze necessarie accumulate in era sovietica.

 

L’eurodeputato polacco Radoslav Sikorski, legato ai neocon americani, aveva quindi dichiarato in un’intervista ad un settimanale italiano la possibilità di fornire Kiev di armi atomiche.

 

Putin tre mesi fa aveva fatto pubblicamente riferimento «grandi quantità di armi nucleari» di stanza in Europa dagli Stati Uniti, sottolineando che la Russia non ha armi nucleari dispiegate al di fuori del proprio territorio, mentre gli Stati Uniti invece sì, annunciando ulteriormente che la Russia stava pensando di adottare la dottrina USA del primo colpo nucleare.

 

 

 

 

 

 

Immagine di IAEA Imagebank via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0)

 

 

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