Geopolitica
Il premier russo in visita in Iran poche ore prima dell’invasione israeliana del Libano

Poche ore prima dell’invasione terrestre del Libano, il primo ministro russo Mikhail Mishustin era in visita in l’Iran, dove ha incontrato i massimi funzionari del Paese, tra cui il presidente Masoud Pezeshkian e il vicepresidente Mohammad Reza Aref.
I colloqui si sono concentrati sulla cooperazione bilaterale tra i due paesi, sull’espansione e la diversificazione degli scambi commerciali, nonché sui grandi progetti di investimento.
«La Russia è sinceramente interessata a portare la nostra cooperazione a un livello superiore, dandole una nuova implementazione significativa. Tali decisioni sono state prese dai nostri leader, il presidente russo Vladimir Putin e il leader supremo dell’Iran Seyed Ali Khamenei», ha detto Mishustin durante i colloqui.
The Russian government has published footage of Mikhail Mishustin’s arrival in the capital of Iran on an official visit.
Source: Vestihttps://t.co/CpsFS4rwMf pic.twitter.com/TnAgAiRp4K
— East_Calling (@East_Calling) September 30, 2024
#Pezeshkian meeting #Mishustin; The agreement to transform Iran into a transit and gas hub of the region is an excellent example of cooperation between Iran and Russia to safeguard both countries’ interests and foster sustainable development in the region. #Iran_Russia. pic.twitter.com/TpWC1KxSHQ
— IPNA (@irannewsvideo) September 30, 2024
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La portata dei negoziati è andata oltre i legami bilaterali, includendo all’ordine del giorno anche la partecipazione dei due Paesi a importanti progetti multinazionali, ha affermato il vice primo ministro russo Aleksej Overchuk dopo i colloqui.
«Innanzitutto, naturalmente, sono state discusse questioni all’ordine del giorno bilaterale. Ma oggi queste questioni vanno ben oltre i legami tra Russia e Iran, poiché, in larga misura, determinano come saranno costruite le relazioni nelle condizioni della formazione di un nuovo ordine mondiale», ha affermato Overchuk.
Il vice primo ministro ha salutato la visita di Mishustin come una pietra miliare «storica» , sottolineando che si è trattato del primo viaggio ufficiale di un capo del governo russo in Iran. Le due parti hanno discusso del rafforzamento della cooperazione in Eurasia, incluso lo sviluppo e l’espansione del corridoio di trasporto Nord-Sud, che attraversa sia la Russia che l’Iran.
Il viaggio del premier arriva appena due settimane dopo che il segretario del Consiglio di sicurezza russo ed ex ministro della difesa, Sergej Shoigu, ha fatto una visita a sorpresa e non annunciata in Iran. Durante la sua visita, lo Shoigu ha incontrato il presidente Pezeshkian e altri alti funzionari per colloqui che, a quanto si dice, ruotavano attorno alla «realizzazione di grandi progetti congiunti in settori che coinvolgono trasporti, energia, industria e agricoltura».
Che l’inizio dell’attacco di terra al proxy iraniano par excellence – il movimento sciita libanese Hezbollah – dopo la visita del primo ministro russo sia un segnale israeliano per Mosca?
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Immagine screenshot da Twitter
Geopolitica
L’incontro Trump-Zelensky è stato «pessimo». Accenni al tunnel eurasiatico-americano

Reporter: Are you interested in a Putin-Trump tunnel to connect Russia and Alaska?
Trump: Just heard about that one. Interesting idea — we’ll think about it. What do you think, Mr. President? Zelensky: I’m not happy about this pic.twitter.com/FeMgAliQLx — Alice Williams (@afreegirlll) October 18, 2025
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Geopolitica
Trump e Putin si telefonano: «può portare alla pace»

Giovedì il presidente russo Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con il presidente statunitense Donald Trump, come confermato dal portavoce del Cremlino Demetrio Peskov.
Circa 40 minuti prima della conferma russa, Trump aveva annunciato sulla sua piattaforma Truth Social di essere impegnato in una chiamata «in corso» e «prolungata» con Putin.
Il colloquio tra i due leader si è tenuto in un contesto di crescenti tensioni tra Mosca e Washington, a seguito della proposta di Trump di fornire all’Ucraina missili Tomahawk a lungo raggio, in grado di colpire in profondità il territorio russo, in vista del suo incontro programmato con Volodymyr Zelens’kyj per venerdì.
Mosca ha criticato duramente questa possibile decisione, avvertendo che annullerebbe la fiducia diplomatica costruita tra Russia e Stati Uniti senza alterare la situazione sul campo.
Fornire tali armi a Kiev spingerebbe Mosca ad adottare contromisure necessarie, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Peskov.
La telefonata rappresenta il primo contatto tra Putin e Trump dal loro incontro di persona ad Anchorage, in Alaska, a metà agosto. Mosca ha riferito che, dopo il vertice, le comunicazioni con Washington si sono notevolmente ridotte. Tuttavia, i funzionari russi hanno sottolineato che il processo avviato in Alaska «non è terminato» e che lo «spirito di Anchorage» rimane «vivo».
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Trump ha dichiarato che il colloquio con Putin potrebbe condurre a un accordo di pace per il conflitto ucraino. Le tensioni tra Stati Uniti e Russia si sono intensificate a causa delle possibili forniture di missili Tomahawk all’Ucraina, e i negoziati di pace sono rimasti in stallo. Trump ha descritto la conversazione, durata due ore e mezza, come «molto produttiva», suggerendo che un accordo di pace potrebbe essere imminente.
«Ho trovato che fosse una chiamata eccellente, molto produttiva… Pensiamo di poter fermare [il conflitto]», ha detto. «Questa potrebbe essere una chiamata così fruttuosa che alla fine… vogliamo raggiungere la pace».
In precedenza, Trump aveva scritto su Truth Social che durante la telefonata erano stati compiuti «grandi progressi» e aveva annunciato che lui e Putin avevano concordato di organizzare un vertice bilaterale a Budapest, in Ungheria.
Il presidente USA ha riferito ai giornalisti che l’incontro si terrà probabilmente entro due settimane, dopo i colloqui tra il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Sergio Lavrov, oltre all’incontro di Trump con il leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj a Washington, previsto per venerdì. L’ultimo vertice Putin-Trump, svoltosi ad Anchorage, in Alaska, ad agosto, non aveva prodotto risultati concreti, ma giovedì Trump ha dichiarato di aver «posto le basi» per un processo di pace più ampio.
Riguardo alle possibili consegne di missili Tomahawk a Kiev, Trump non ha né confermato né smentito i piani, sottolineando però che, pur disponendo di «molti» missili, gli Stati Uniti ne hanno bisogno per la propria sicurezza e «non possono esaurire» il loro arsenale.
Secondo Yury Ushakov, consigliere di Putin per la politica estera, durante la telefonata il presidente russo ha avvertito Trump che l’invio di Tomahawk a Kiev non cambierebbe l’andamento del conflitto, ma potrebbe «compromettere gravemente le prospettive di una soluzione pacifica» e danneggiare le relazioni tra Russia e Stati Uniti.
Ushakov ha sottolineato che Putin ha riaffermato l’impegno di Mosca per una «risoluzione politico-diplomatica pacifica», descrivendo la discussione come «molto concreta ed estremamente franca», aggiungendo che i preparativi per il prossimo vertice Putin-Trump inizieranno immediatamente, con Budapest in fase di valutazione come sede.
Il primo ministro ungherese Vittorio Orban ha poi scritto su X di aver discusso con Trump, confermando che i preparativi sono già in corso.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Budapest si prepara ad ospitare il vertice Putin-Trump

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