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Contraccezione

La prossima enciclica di Bergoglio aprirà alla contraccezione: lo dice il giornale dei Gesuiti

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La Civiltà Cattolica, storica rivista dei Gesuiti, lo scorso 2 luglio ha pubblicato un articolo intitolato «Rileggere l’etica teologica della vita alla luce delle sollecitazioni di papa Francesco».

 

L’autore, Jorge José Ferrer, SJ, è professore di teologia morale presso la Pontificia Università Cattolica di Porto Rico.

 

L’articolo riassume e promuove il nuovo libro della Pontificia Accademia per la Vita (PAV) che propone come moralmente accettabile oltre – lo abbiamo visto – alla riproduzione artificiale anche la contraccezione. La casa editrice è nientemeno che la Libreria Editrice Vaticana.

 

«In coerenza con il magistero di papa Francesco, il volume costituisce infatti un interessante tentativo di immaginare un percorso che favorisca il rinnovamento della bioetica basato sul ruolo del discernimento e della coscienza formata dell’agente morale» scrive il gesuita, ammettendo che si sta ponendo quindi, anche in bioetica, un cambio di paradigma, «Grande Reset» – una mutazione filosofica e biopolitica a lungo covata dal modernismo teologico.

 

«È lecito domandarsi se papa Francesco ci consegnerà una nuova enciclica o esortazione apostolica sulla bioe­tica, che potrebbe magari intitolare Gaudium vitae» si conclude il pezzo gesuita, ostentando obliquamente sicumera perfino sul titolo del documento – è che i gesuiti (come Bergoglio…) ne sanno qualcosa?

 

La gallina che canta ha fatto l’uovo?

 

In pratica, questa Gaudium vitae cancellerebbe la Humanae vitae di Paolo VI, che, contro ogni previsione, aveva sorprendentemente mantenuto la barra dritta sul rigetto della contraccezione. Lo scorno del clero modernista fu totale, con episodi di reazione delusa da parte di cardinali anticoncezionalisti al limite del grottesco.

 

Ora, i tempi sembrano maturi per tornare all’assalto. Lo sfondo di questa epocale trasformazione, è la decade di devastante «teologia» di papa Francesco.

 

«Se consideriamo in questa prospettiva Evangelii gaudium, Laudato si’, Amoris laetitia e Veritatis Gaudium ci rendiamo conto che le sollecitazioni che vi sono presenti aprono un nuovo orizzonte per la teologia e per il compito dei teologi, con una forte sottolineatura del dialogo e del reciproco arricchimento di saperi diversi» ha detto a Vatican News lo stesso prelato a capo della PAV, Monsignor Paglia:

 

Il solito gergo melenso (con la solita presenza del termine «dialogo», assai gradito alla massoneria) sta a significare che il Vaticano è oramai pronto ad andare all’attacco dell’Humanae vitae per demolirne i contenuti, rendendo cattolicamente accettabili la contraccezione e la riproduzione artificiale – e da lì, quindi, la produzione di bambini bioingegnerizzati secondo un’ottica «vaccinale».

 

Tale apertura alla produzione di esseri umani in laboratorio, ha notato Renovatio 21 (e solo Renovatio 21) era il probabile significato della foto dell’udienza del Bergoglio a Elon Musk accompagnato da folta prole prodotta risaputamente in provetta.

 

Visto l’impegno di comunicazione – che ha utilizzato come veicolo nientemeno che l’uomo più ricco del mondo – c’è la certezza che questo il salto verso l’umanità umanoide sia caro agli strateghi del Vaticano odierno.

 

Come ripetiamo su questo sito, la provetta al momento uccide più esseri umani dell’aborto, in Italia e non solo. E la chiesa, nonostante il documento wojtyliano Donum Vitae, in questi anni sembra essersene incredibilmente dimenticata, promuovendo leggi riprogenetica sintetica come la 40/2004.

 

Cosa potrebbe significare, in termini apocalittici, il semaforo verde del papato agli umani sintetici, lo abbiamo scritto.

 

Ora, preparatevi a vedere anche i danni assoluti della contraccezione venire benedetti dal papa malvagio. Perché la contraccezione ormonale – fatta di steroidi – intossica le donne, le fa ammalare (magari anche di cancro), cambia i loro cervelli e pure i loro gusti sessuali, e inquina i fiumi rendendo i pesci transessuali.

 

Perché la contraccezione dà adito a fenomeni di cosiddetta «microabortività», o di aborto vero e proprio nel caso di spirali et similia: i dispositivi intrauterini di fatto uccidono l’embrione, impedendone l’annidamento o trafiggendolo, e mettendo comunque in pericolo la salute della donna.

 

C’è da giurare che con lo sdoganamento teologico della contraccezione, di ciò non si parlerà, anzi siamo pronti a scommettere che la pillola del giorno dopo sarà benedetta come anticoncezionale invece che come l’abortivo che è: perché, dalla legge 40 in poi, sappiamo che al Vaticano in realtà un computo di morti calcolabili sulla base delle megamorti – unità di misura per gli effetti della bomba atomica: un megadeath è un milione di morti.

 

La provetta oggi in Italia vale – ufficialmente – 1,7 megadeath annui. Se aggiungiamo l’aborto chirurgico, l’aborto chimico e pure gli aborti da contraccezione, arriviamo probabilmente tra gli 0,3 e gli 0,5 megadeath all’anno. Ogni due o tre anni, quindi, viene cancellato dall’esistenza un milione di piccoli cittadini.

 

È una strage, un genocidio: al contempo, è anche un suicidio, il suicidio di un intero popolo. Un sacrificio umano, e uno sterminio. Ora, con imprimatur del papa ecologico, il papa del paganesimo amazzonico e di Big Pharma, della Pachamama e della Pfizer, di Greta e dell’mRNA.

 

Questo è del resto il destino di ogni istituzione che abbraccia la Necrocultura – come fa il Vaticano oggi: finire per tollerare, o desiderare, stragi massive, l’apocalisse devastatrice degli esseri umani.

 

 

Post scriptum: Del preservativo, orrendo affare di gomma che distrugge il piacere e fallisce non raramente la sua funzione (portandosi dietro magari le malattie di sconosciuti), nemmeno vogliamo parlare.

 

Ma davvero, quale uomo desidera umiliarsi infilando uno strato di lattice sopra la sua virilità?

 

Quale donna vuole ospitare dentro di sé un pezzo di materiale elastico sintetico?

 

E questo al netto delle questioni morali, e del fatto che il mondo, ora più che mai, ha bisogno di bambini generati e cresciuti nella legge naturale.

 

 

 

 

 

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Contraccezione

Kennedy conferma che Trump gli ha chiesto di studiare i pericoli della pillola abortiva

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In un’intervista con Laura Ingraham della Fox News, dopo il suo giuramento nello Studio Ovale come nuovo direttore del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS), Robert F. Kennedy jr. la scorsa settimana ha confermato che il presidente Trump gli ha chiesto di studiare i pericoli dei farmaci abortivi.

 

«Durante l’amministrazione Biden, l’NIH [l’ente sanitario governativo USA, ndr] ha fatto qualcosa di ingiustificabile, ovvero dire a medici e pazienti di non denunciare gli infortuni, e questa non è una buona politica», ha affermato Kennedy.

 

Durante l’interrogazione durante la sua udienza di conferma al Senato qualche settimana prima, Kennedy aveva insistito sul fatto che «ogni aborto è una tragedia» quando è stato incalzato sulla sua posizione sull’aborto, indicando che è importante conoscere gli «effetti avversi» di ogni farmaco, incluso il farmaco abortivo mifepristone.

 

«Sono d’accordo con il presidente Trump che ogni aborto è una tragedia. Sono d’accordo con lui che non possiamo essere una nazione morale se abbiamo 1,2 milioni di aborti all’anno», aveva detto Kennedy, che in genere sostiene l’aborto legale, rispondendo alla senatrice del Nuovo Hampshire Maggie Hassan, fervente abortista.

 

Una lettera aperta a RFK jr. scritta da David Bjornstrom, avvocato in pensione della California e membro dell’ordine degli avvocati della Corte Suprema degli Stati Uniti, pubblicata da LifeSiteNews il mese scorso, ha messo in guardia sul fatto che la FDA, che ora rientra nella competenza di Kennedy, sta danneggiando le donne fingendo che la pillola abortiva sia sicura.

 

«Sebbene il mifepristone comporti gravi rischi per la salute, la FDA ha scelto di ignorare gli eventi avversi e le affermazioni secondo cui il farmaco abortivo è “sicuro” per promuovere un programma politico».

 

«Secondo il Charlotte Lozier Institute, fino al 20 percento delle donne che si sottopongono ad aborti chimici subiscono complicazioni, quattro volte superiori a quelle degli aborti chirurgici, tra cui un numero scioccante di decessi», ha osservato Bjornstrom. «Gli aborti chimici hanno oltre il 50 percento di probabilità in più rispetto agli aborti chirurgici di causare una visita al pronto soccorso, colpendo il cinque percento delle donne che li utilizzano. Fino al cinque percento degli aborti chimici non riesce a espellere tutto il tessuto, rendendo necessario un intervento chirurgico per completare l’aborto».

 

«Gli aborti chimici sono particolarmente pericolosi in caso di gravidanza ectopica, circa l’1-2%di tutte le gravidanze. I dati della FDA stessa riportano i decessi di numerose donne che assumevano pillole abortive con gravidanze ectopiche. Sorprendentemente, la FDA non richiede alcuna valutazione di persona o ecografia come misura di sicurezza per diagnosticare una gravidanza ectopica in anticipo» ha continuato il Bjornström nella lettera pubblicata da LifeSite.

 

«Ironicamente, mentre il produttore del farmaco, i dottori e gli inserzionisti assicurano alle donne che il farmaco è “sicuro”, persino la FDA ammette silenziosamente che possono verificarsi reazioni pericolose, persino fatali, che richiedono cure di emergenza e che i farmaci per l’aborto non funzionano nemmeno nel 2-7 percento dei casi».

 

Planned Parenthood Action (PPA), il braccio politico del gigante dell’aborto, si è subito espressa con preoccupazione per l’assunzione da parte di Kennedy della guida dell’HHS e con indignazione per il fatto che l’accesso agli aborti chimici potrebbe essere limitato.

 

L’ente iper-abortista si è anche preoccupata per la futura disponibilità delle cosiddette «transizioni di genere» per le «giovani persone trans», un’industria pericolosa che, secondo l’amministrazione Trump, sta «mutilando e sterilizzando» i bambini attraverso mutilazioni chimiche e chirurgiche.

 

Come riportato da Renovatio 21, due anni fa più di 200 dirigenti farmaceutici, tra cui il CEO di Pfizer Albert Bourla, hanno firmato una lettera aperta in cui condannano la sentenza di un giudice federale americano contro l’approvazione da parte dell’ente regolatore farmaceutico Food & Drug Administration (FDA) del farmaco abortivo mifepristone, più conosciuto con il nome di RU486.

 

Dopo la sentenza della Corte Suprema Dobbs che ha di fatto negato che l’aborto sia un diritto federale, molta della battaglia dei pro-feticidio si è spostata sull’aborto farmacologico, che promette di far da sé a casa senza passare per strutture sanitarie. Alcuni giornali americani – gli stessi che hanno negato l’efficacia di idrossiclorochina e ivermectina e imposto i vaccini mRNA, in sprezzo al diritto di curarsi da sé – sono arrivati addirittura a promuovere pillole abortive fai-da-te.

 

L’aborto domestico-biochimico aveva avuto una grande spinta in pandemia, con le pillole della morte ottenibili per via postale in Gran Bretagna: una gran idea che la sanità di Sua Maestà ha deciso di estendere anche nel periodo post pandemico.

 

In Italia l’era dell’aborto chimico fai-da-te fu annunciata, sempre in pandemia, dal ministro della Salute Roberto Speranza, che cambiò la direttiva per rendere il suo uso possibile anche senza ricovero.

 

La verità sulla pillola abortiva l’ha detta ad una convention dei conservatori americani il mese scorso l’attivista Abby Johnson, un tempo manager di una clinica per aborti, ora convertitasi alla difesa della vita umana. Le donne che prendono la pillola dell’aborto «stanno mettendo questi bambini nel water, bambini completamente formati – 12, 14, 16 settimane di gravidanza – forse hanno un’emorragia nel loro bagno, incapaci di raggiungere una struttura di pronto soccorso, guardano nella toilette e vedono il bambino loro completamente formato che galleggia lì nella water» ha dichiarato la Johnson.

 

Questa è la cruda realtà dell’aborto domestico reso da ciò che il premio Nobel Jerome Lejeune definiva «il pesticida umano». Un farmaco che, ricorda il caso delle email trapelate recentemente dalla sanità britannica, può avere conseguenze mortali: si può chiedere, al di là delle statistiche e degli episodi che potete vedere negli articoli linkati, nel caso dell’attivista abortista argentina 23enne morta pochi giorni dopo aver assunto il farmaco per uccidere il figlio concepito nel suo grembo – certo, magari, anche qui, non c’è nessuna correlazione.

 

Il «bambino pienamente formato», una volta scaricato tirando l’acqua, finisce nelle fogne. E qui, oltre agli escrementi di altri esseri umani e ad ogni altra sozzura, troverà delle creature ben felici di incontrarlo – per divorarlo. Topi, rane, pesci… festeggiano la RU486, che tanta carne umana tenere e prelibata fa giungere loro senza che facciano alcuno sforzo, nella plastica immagine della catena alimentare ribaltata: le bestie mangiano gli esseri umani.

 

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Contraccezione

Elon Musk contro la pillola e la denatalità: basta «spaventare le donne» affinché non abbiano figli. Attacchi anche agli psicofarmaci SSRI

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Nella lunga e significante un’intervista concessa al giornalista americano Tucker Carlson, l’imprenditore Elon Musk ha nuovamente incoraggiato le persone a formare una famiglia, esortando la società a smetterla di «spaventare le donne» e impedirle di avere figli.   Nell’intervista di quasi due ore con Carlson del 7 ottobre, Musk ha detto al famoso opinionista che la società «deve smettere di spaventare le donne dicendo che avere un figlio distrugge la loro vita», affermando con enfasi che tale nozione è «falsa».  

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«Terrorizziamo le ragazze (…) dicendo che se rimani incinta la tua vita è finita, questo è ciò che insegnano le scuole», si è lamentato l’ultra miliardario padre di 12 figli, aggiungendo che, sebbene concordi sul fatto che le gravidanze adolescenziali non siano l’ideale, «avere un figlio è una delle cose più deliziose e felici che tu possa fare».   Oltre ai commenti sull’avere figli, la lunga intervista ha visto Musk toccare argomenti quali i vaccini, la necessità della religione, l’intelligenza artificiale e Donald Trump.   Sebbene Musk abbia dichiarato in precedenza di essere ateo e che le sue opinioni sulla vita e sulla famiglia siano in contrasto con le vere posizioni morali della Chiesa cattolica, che si oppone all’aborto, alla contraccezione e alla fecondazione in vitro, pratica quest’ultima utilizzata dallo stesso Musk (che ha portato dal papa uno stuolo di suoi figli prodotti in provetta) talvolta in congiunzione con l’utero in affitto, il fondatore di Tesla è diventato uno dei più accesi sostenitori della maternità negli ultimi anni.   Mentre i tassi di fertilità in Occidente precipitano, Musk ha costantemente messo in guardia sul crollo demografico imminente che ne deriverà, un rischio esiziale per l’intera civiltà, secondo il suo pensiero.   Sebbene non si sia mai opposto all’aborto o alla contraccezione in linea di principio, ha indicato il controllo delle nascite e l’aborto come fattori che contribuiscono alla crisi demografica e ha anche respinto le assurde affermazioni degli estremisti del clima secondo cui una riduzione della popolazione è necessaria per il bene della Terra.   Musk ha già detto in precedenza che le donne e gli uomini sono stati tratti in inganno sui danni dell’aborto. L’anno scorso, rispondendo all’approvazione a sorpresa in Ohio di un radicale emendamento pro-aborto, Musk affermò che gli uomini e le donne erano stati manipolati riguardo ai danni dell’aborto e che le persone erano state cresciute nell’inculcare loro l’odio per i bambini.   «Alle donne occidentali è stato insegnato che una gravidanza accidentale è la cosa peggiore che possa capitare loro», ha risposto Musk. «Pertanto, si oppongono fermamente al divieto di aborto, in quanto minaccia esistenziale».  

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«Molti uomini temono anche di non riuscire a “divertirsi” se l’aborto venisse dichiarato illegale», ha scritto.   Sebbene abbia affermato di essere d’accordo che «non dovremmo avere gravidanze adolescenziali… avere un figlio è una delle cose più deliziose e felici che si possano fare».   Molto significativo che nell’intervista Musk – caso unico davvero – parli con determinazione degli effetti collaterali della pillola anticoncezionale.   «Molte donne potrebbero non sapere che la contraccezione ormonale può causare un rischio significativo di depressione, un rischio aumentato di suicidio e può farti cambiare le preferenze riguardo a chi vuoi sposare o con chi vuoi avere figli. Cambia la personalità» dice Elon.   «In realtà è scritto sul bugiardino» continua. «Il mio messaggio alle donne là fuori è di leggere le etichette sulla scatola».   Sulle confezioni di pillola anticoncezionale, continua Musk, c’è scritto che il farmaco può provocare «un significativo rischio di depressione, un incremento significativo di suicidio e che ti può far uscire con persone che in realtà non ti piacciono».   Alle risate di Tucker, Elon dice che «in realtà è vero».    

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Musk sembra quindi virare verso una posizione moderata «non dico che non dobbiamo usare degli anticoncezionali… dico che gli anticoncezionali ormonali stanno rendendo tristi e depresse moltissime donne. E non lo capiscono, non capiscono che quella è la causa. (…) Leggete l’etichetta sulla confezione! Questo è quello che sto dicendo».   L’imprenditore quindi si dichiara contrario anche alle prescrizioni della pillola alle dodicenni per la cura dell’acne. «Dovremmo essere coscienti del fatto che questa non è una cosa senza rischi, e che causa gravi cambiamenti di umore, causa un aumento drammatico del rischio di suicidio e depressione».   «Leggete il bugiardino. E considerate altre opzioni per gli anticoncezionali. E tutto quello che sto dicendo» ripete ancora una volta il magnate spaziale. «Gli anticoncezionali ormonali stanno cambiando sta fondamentalmente cambiando gli ormoni nel tuo corpo in modi che probabilmente non sono buoni per te».   «Conosco donne che hanno smesso di prendere la pillola e la loro depressione è subito scomparsa. Quindi forse vale la pena di provare»   Carlson nell’intervista ha quindi ricollegato il tema della depressione delle donne – probabilmente indotta dalla pillola – con il crescente uso di psicofarmaci inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (i cosiddetti), e cioè Zoloft, Prozac, Citalopram, Escitalopram, etc.   «Io penso che gli SSRI siano il diavolo» ha dichiarato Musk. «Penso che gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina “zombifichino” le persone, cambiano la loro personalità, li trasformano in qualcuno che non sono. Terribile».   «Sono così diffusi» commenta Tucker, il quale, come sa il lettore di Renovatio 21, sta contribuendo a far crollare il muro di gomma riguardo la correlazione tra psicofarmaci e stragi violente.   «Sì» replica Elon. «Io credo che bisogna ripensare se gli SSRI facciano del bene (…) darli in giro come caramelle è da pazzi».  

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Più avanti il Musk si inerpica nel discorso che in alcuni casi potrebbero essere prescritti, e sembra attingere dalla teoria – ora sempre più contestata – dello «squilibrio biochimico» del cervello di alcuni pazienti, dicendo che in certi casi dare la psicomedicazione impedisce pensieri schizo-paranoidi.   Non è la prima volta che, fors’anche per esperienze personali, il Musk si scaglia contro la psicofarmaceutica.   Come riportato da Renovatio 21, due anni fa in un tweet in risposta all’investitore Marc Andreesen criticò il Wellbutrin e l’Adderall, due psicodroghe mediche usate una per la depressione e una per l’attenzione.       «Il Wellbutrin è molto peggio di Adderall, secondo me. Dovrebbe essere ritirato dal mercato» aveva scritto Musk. «Ogni volta che si parla di questo farmaco, qualcuno al tavolo racconta una storia di suicidio o quasi suicidio».

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Come abbiamo ripetuto tante volte su Renovatio 21, Elon Musk pare aver compreso pienamente la Necrocultura e il suo ruolo nella gestione del mondo moderno. Egli chiama questo fenomeno «estinzionismo».   Il suo concetto di natalismo, da cui la lotta sempre più evidente contro la contraccezione e le culture del nulliparismo, è invero sempre più complesso e stratificato.   Sospettiamo che, forse anche solo in parte, esso possa essere stato indotto o rafforzato dalla frequentazione della Mars Society, una sparuta associazione di ingegneri NASA e appassionati vari che tra gli anni Novanta e i 2000 operava per chiedere – davvero donchisciottescamente, allora – la conquista e il terraforming del pianeta Marte.   L’anima del gruppo Robert Zubrin nel 2013 ha pubblicato il libro Merchants of Despair: Radical Environmentalists, Criminal Pseudo-Scientists, and the Fatal Cult of Antihumanism («Mercanti di disperazione: ambientalisti radicali, pseudo-scienziati criminali e il culto fatale dell’antiumanesimo») in cui si scagliava con veemenza contro l’ambientalismo e altri pensieri anti-umani che sembrano volere la morte dell’uomo – quello che qui noi chiamiamo Cultura della Morte, o Necrocultura.   È noto che, una volta incassato le centinaia di milioni conseguenti alla vendita di PayPal, Elon si presentò ad un incontro della Mars Society, sconvolgendo tutti lasciando alla fine un assegno di sostegno da 5.000 dollari, cifra allora mai vista per il gruppetto diretto dallo Zubrin.   Come riportato da Renovatio 21, il natalismo e e il multiplanetarismo (cioè l’intenzione di colonizzare altri pianeti, come Marte) di Musk sono spiegati da costui come la necessità , filosofica prima che politica ed economica, di espandere la coscienza, aumentando il numero degli esseri pensanti – includendo qui, oltre che gli esseri umani, anche le macchine «intelligenti», che come noto Elon teme assai, ipotizzando persino modi di fondersi con essa per non soccombervi, come il chip cerebrale Neuralink.   Tale visione della moltiplicazione della coscienza, secondo quanto raccontato da lui stesso, è mutuata dal libro Guida Galattica per gli autostoppisti, un romanzo umoristico dove la Terra è pensata come un grande computer creato per rispondere alla domanda sul senso della vita: la risposta finale, «42», indica che per rispondere ad un simile quesito bisognerebbe aver costruito una macchina pensante ben più grande di un pianeta.   È quello che, materialmente, il Musk – nell’odio montante degli oligarchi padroni del mondo – sembra impegnato a fare.

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Animali

Nuova York darà ai suoi topi la pillola anticoncezionale, inquinando drammaticamente l’ambiente

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La città di Nuova York ha approvato un programma sperimentale per ridurre la popolazione di ratti della città senza usare veleno. A partire dall’anno prossimo, i pellet contraccettivi saranno collocati in contenitori speciali accessibili ai ratti in diversi quartieri della città.

 

I sostenitori di questo approccio sostengono che ridurrà in modo umano il numero di ratti senza mettere in pericolo altri animali o l’ambiente. Se tutto va come previsto, i ratti ingeriranno il contraccettivo, diventeranno sterilizzati e in questo modo non potranno riprodursi.

 

L’iniziativa è stata soprannominata «Legge Flaco», dal nome del gufo omonimo fuggito da uno zoo cittadino l’anno scorso e poi trovato morto con del veleno per muridi in circolo, secondo quanto riportato dai media locali.

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«Non possiamo uscire da questa situazione avvelenandoci, non possiamo uscire da questa situazione uccidendoci», ha affermato il membro del consiglio comunale Shaun Abreu ad aprile, quando ha presentato per la prima volta il disegno di legge.

 

Nel corso di un programma pilota di 12 mesi, gli ispettori effettueranno controlli mensili per verificare quanti pellet sono stati consumati nei diversi quartieri.

 

«Durante tali ispezioni mensili delle aree del programma pilota, il dipartimento dovrà monitorare la quantità di contraccettivo per ratti in ogni distributore di contraccettivi per ratti», si legge nelle disposizioni del disegno di legge.

 

Senestech, l’azienda che produce il prodotto di origine vegetale denominato Contrapest, sostiene che ogni dose impedisce ai ratti di riprodursi per 45 giorni, riducendone così la popolazione in modo umano senza mettere in pericolo altri animali o l’ambiente.

 

Nuova York è da tempo famosa per il suo problema con i ratti. Si stima che tre milioni di roditori vivano nella Grande Mela, secondo la società di disinfestazione MMPC, che ha basato la cifra su uno studio del 2014 di Jonathan Auerbach.

 

Il gruppo animalista PETA ha accolto con favore quello che ha definito un «approccio innovativo» al problema, elogiando la città per aver scelto «il controllo delle nascite invece di metodi crudeli e letali come il veleno e il soffocamento».

 

L’uso di anticoncezionali per il controllo della popolazione animale è comune, in ispecie per quanto riguarda i piccioni delle piazze cittadine. Nel 2006 gli animalisti chiesero all’allora sindaco della laguna Massimo Cacciari che sui banchetti in Piazza San Marco fosse venduto mangime anticoncezionale.

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La contraccezione, e forse non solo quella, viene praticata in Sud Africa anche con gli elefanti. Un articolo di domenica 8 ottobre 1995 si intitolava «aborto e pillola per gli elefanti, avanzata sconcertante proposta». Eppure un articolo di tre anni prima «Pillola per elefanti africani, sono diventati troppi» lodava il metodo chimico anticoncezionale come alternativo al culling, ossia all’abbattimento selettivo di alcuni branchi.

 

Tutte queste soluzioni non tengono presente di un aspetto agghiacciante della chimica contraccettiva: l’inquinamento ambientale.

 

Come riportato da Renovatio 21, secondo studi, l’inquinamento da pillola anticoncezionale, che ricordiamo è un ormone sessuale steroideo sintetico, starebbe facendo diventare i pesci transessuali, e vi sono stati recenti allarmi sull’inquinamento dei fiumi da parte della pillola abortiva RU486, detta anche «pesticida umano».

 

È interessante come ambientalisti ed animalisti vari di questo tipo di inquinamento – sterilizzante, transessualizzante, lesivo della biologia animale ed umana – non si siano mai occupati.

 

La sua cifra antiumana lo fa ritenere forse accettabile?

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