Geopolitica
Il generale USA Milley difende Israele perché «anche noi abbiamo ammazzato gente in gran numero»
Il generale americano in pensione Mark Milley ha offerto una bizzarra difesa delle azioni di Israele a Gaza quando ha affermato che anche «noi» in America «abbiamo massacrato persone in gran numero».
Milley ha fatto questi commenti durante una tavola rotonda all’Ash Carter Exchange su innovazione e sicurezza nazionale a Washington, DC.
«Prima di diventare tutti ipocriti riguardo a ciò che sta facendo Israele, e mi sento malissimo per le persone innocenti che stanno morendo a Gaza, non dovremmo dimenticare che negli Stati Uniti abbiamo ucciso molte persone innocenti», ha detto Milley, per poi citare l’Iraq e dei soldati francesi morti in Normandia.
«Abbiamo distrutto 69 città giapponesi, senza escludere Hiroshima e Nagasaki, abbiamo massacrato persone in gran numero – persone innocenti che non avevano nulla a che fare con il loro governo», ha aggiunto.
Ret. Gen. Mark Milley says the US has committed so many war crimes over the years, it has no right to criticize Israel’s devastation of Gaza
Palantir CEO Alex Karp chimes in: “The peace activists are actually the war activists, and we’re the peace activists.”
Karp says of Gaza… pic.twitter.com/Ktc5H4uYJi
— Max Blumenthal (@MaxBlumenthal) May 8, 2024
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«La guerra è una cosa terribile, ma se vuole avere un significato, se vuole avere un senso morale, deve esserci uno scopo politico e deve essere raggiunto rapidamente e con il minor costo», ha detto il Milley.
Il CEO di Palantir (società informatica di analisi dei dati, con molti contratti nei servizi segreti e nelle forze armate) Alex Karp, ha poi affermato che «gli attivisti per la pace sono gli attivisti per la guerra», riferendosi ai manifestanti filo-palestinesi dei campus universitari, che ha definito «un’infezione all’interno della nostra società» e una ragione per cui Hamas continuerà a combattere.
«Stanno là fuori sostenendo un’organizzazione terroristica il cui statuto scritto richiede la morte di tutti gli ebrei, non solo in Israele ma in tutto il mondo, voglio dire, andiamo adesso, se hai intenzione di sostenerlo, sei dalla parte sbagliata», ha risposto il generale Milley.
I commenti dell’ex generale sui manifestanti filo-palestinesi sono alquanto strani dato che in precedenza aveva difeso i manifestanti del BLM durante l’era Trump, nonostante fossero essenzialmente le stesse persone.
In effetti, ci sono state innumerevoli occasioni in cui i manifestanti del BLM hanno chiesto l’uccisione di poliziotti bianchi ed hanno espresso odio violento nei confronti dei bianchi in generale, ma questo non sembrava disturbare Milley, il quale seguito alle rivolte del BLM, aveva continuato tristemente a simpatizzare con la cosiddetta Critical Race Theory nel 2021 quando ha detto al Comitato per le forze armate della Camera.
«Voglio capire la rabbia dei bianchi e sono bianco» aveva orgogliosamente dichiarato.
“Milley” is trending, so here’s the woke traitor wanting to ‘understand white rage.’
I met him once at the Pentagon, during my brothers promotion. Not impressed. pic.twitter.com/LuRasRx2Op
— ????????ProudArmyBrat (@leslibless) April 4, 2024
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Come riportato da Renovatio 21, mesi fa Milley appariva scettico su una vittoria Ucraina e parlava di negoziati, per poi parlare di un’offensiva ucraina «lunga e molto violenta». A inizio conflitto Milley – a inizio anno aveva dichiarato che la guerra Russia Ucraina potrebbe durare anni.
Parimenti, l’anno passato aveva detto che Pechino non avrebbe ora le capacità e nemmeno l’intenzione di invadere Taiwan.
Come riportato da Renovatio 21, il Milley ha buoni rapporti con gli omologhi nell’Esercito di Liberazione del Popolo della Repubblica Popolare Cinese, che aveva contattato per dire, nelle drammatiche ore del cambio alla presidenza, che non avrebbe obbedito ad un ordine di attacco contro la Cina qualora Trump lo avesse formulato in quelle ore.
Fu scritto anche il Milley aveva confabulato in quel momento con la speaker della Camera Nancy Pelosi. Praticamente un golpe implicito, pure con venature militari, di cui ovviamente non ha importato a nessuno, perché si trattava pur sempre di mandar via Trump dalla Casa Bianca.
Il quale Trump non ha moltissima simpatia per il Milley. In un evento a Mar-a-Lago in Florida, l’ex presidente Trump ha affermato che Milley gli aveva detto che lasciare gli aerei in Afghanistan era più economico che spostarli in un altro Paese.
«Fu allora che mi resi conto che era un fottuto idiota», ha detto Trump, suscitando un’ondata di risate dalla folla.
L’anno passato fa il generale Milley ha visitato le truppe americane che occupano parte della Siria. La base americana in territorio siriano, che il presidente Trump aveva detto di chiudere venendo però disatteso dal Pentagono, è al centro di dibattito politico anche a Washington: mentre Milley la va a visitare, il deputato floridiano Matt Gaetz aveva tentato di lanciare un disegno di legge per chiuderla – l’operazione politica è stata subito bocciata dai colleghi legislatori del Gaetz.
Poco dopo la visita di Milley alla base americana, il presidente siriano Assad, in visita a Mosca, ha rivelato che nella base di siriana Al Tanf gli USA addestrerebbero terroristi.
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Immagine di West Point – The U.S. Military Academy via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
Geopolitica
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Geopolitica
Il Libano libera Annibale Gheddafi
Le autorità libanesi hanno rilasciato su cauzione Annibale Gheddafi, figlio del defunto leader libico Muammar Gheddafi, dopo quasi dieci anni di detenzione per l’accusa di aver nascosto informazioni su un religioso scomparso.
Il rilascio di Gheddafi, avvenuto lunedì, è seguito a un’ordinanza del tribunale che ha ridotto la cauzione da 11 milioni di dollari a circa 900.000 dollari e ha revocato il divieto di viaggio imposto dal suo arresto nel 2015.
«Annibale è ufficialmente libero e ha pieno diritto di scegliere la destinazione che preferisce», ha dichiarato all’AP il suo avvocato, Charbel Milad al-Khoury.
Gheddafi, 49 anni, è stato trattenuto a Beirut senza processo con l’accusa di aver occultato informazioni sulla scomparsa, nel 1978, dell’eminente religioso sciita libanese Musa al-Sadr e di due suoi collaboratori durante una visita in Libia. Il destino del religioso rimane uno dei più antichi misteri politici del Libano. I seguaci di al-Sadr accusano l’ex regime libico di averlo rapito dopo un incontro con il padre di Annibale, Muammar Gheddafi, accusa che Tripoli ha sempre negato.
Annibale Gheddafi, sposato con una modella libanese, è stato arrestato in Libano dopo essere stato rapito da un gruppo armato in Siria, dove viveva in esilio in seguito alla rivolta del 2011 sostenuta dalla NATO che portò alla deposizione e all’uccisione del padre.
La sua famiglia e il governo libico di Tripoli hanno ripetutamente chiesto il suo rilascio, citando il «peggioramento» delle sue condizioni di salute. Sostengono che avesse solo due anni quando il religioso è scomparso e che non avesse alcun legame con l’incidente.
La scorsa settimana, una delegazione del governo libico ha visitato il Libano per negoziare il caso di Annibale Gheddafi. Il suo avvocato ha dichiarato che i funzionari hanno presentato alle autorità libanesi un fascicolo d’indagine sul caso dell’Imam Al-Sadr. L’agenzia Associated Press, citando una dichiarazione del Ministero della Giustizia libico, ha riferito che la delegazione ha pagato la cauzione.
In una dichiarazione del mese scorso, il ministero della Giustizia ha affermato che il figlio dell’ex leader è detenuto illegalmente, aggiungendo che le autorità libanesi saranno ritenute «responsabili della sua salute e della sua vita».
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Immagine screenshot da YouTube
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