IVF
Giudice USA respinge la sfida relativa alla fecondazione in vitro alla legge statale che protegge i nascituri dall’aborto

Un giudice del Kentucky si è pronunciato contro tre donne ebree che avevano intentato una causa sostenendo che una legge statale che protegge i bambini non ancora nati dall’aborto violava la loro libertà religiosa. Lo riporta il sito americano Life Action News.
Il giudice del circuito della contea di Jefferson Brian Edwards il 28 giugno ha respinto la causa intentata da Lisa Sobel, Jessica Kalb e Sarah Baron. Il caso era incentrato principalmente sulla fecondazione in vitro (IVF), con le donne che sostenevano che poiché la legge afferma che la vita inizia al concepimento (che sostengono essere una credenza religiosa), non sarebbero state in grado di scartare gli embrioni indesiderati.
Kalb, che attualmente ha nove embrioni congelati, ha affermato di aver paura di usarli a causa della legge e ha osservato che non voleva avere altre nove gravidanze.
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Nella sua sentenza, il giudice Edwards ha affermato che le affermazioni delle donne non avevano fondamento perché le loro «presunte lesioni… sono ipotetiche, dato che nessuna di loro è attualmente incinta o sottoposta a fecondazione in vitro».
Il procuratore generale del Kentucky, Russell Coleman, ha elogiato la decisione della corte di respingere la causa e di confermare la legge dello Stato, ma ha anche sostenuto l’idea che la fecondazione in vitro, che uccide bambini non ancora nati a un tasso più alto rispetto all’aborto, rimanga protetta nello Stato.
«Applaudiamo la decisione della Corte di sostenere la legge del Kentucky», ha affermato Coleman in un comunicato stampa del 28 giugno. «Ancora più importante, la Corte elimina qualsiasi idea che l’accesso ai servizi di fecondazione in vitro nel nostro Commonwealth sia a rischio. L’opinione odierna è una gradita rassicurazione per i tanti cittadini del Kentucky che cercano di diventare genitori».
«Dopo tredici mesi di attesa, abbiamo ricevuto una sentenza di nove pagine che riteniamo non sia conforme alla legge e contenga numerosi errori evidenti», ha affermato Aaron Kemper, un avvocato delle donne. «La nostra nazione sta aspettando una magistratura abbastanza coraggiosa da fare ciò che la legge e le nostre tradizioni richiedono. I nostri clienti chiedono che continuiamo la lotta e non vediamo l’ora di essere esaminati dalle corti superiori».
Come riportato da Renovatio 21, la sentenza della Corte Suprema dell’Alabama che stabiliva sei mesi fa che gli embrioni congelati sono bambini, l’industria della riproduzione artificiale è andata nel panico, in alcuni casi chiudendo le cliniche per timore di ripercussioni legali al loro operato.
Era divenuto via via sempre più chiaro che la sentenza Dobb vs. Jackson della Corte Suprema USA avrebbe messo a rischio l’intero comparto della provetta.
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L’episcopato americano ha sollecitato il Senato a respingere quindi un disegno di legge democratico su fecondazione in vitro e clonazione preparato per rispondere alla sentenza alabamiana. Solo 5 deputati repubblicani, tra cui il neoconista Lindsey Graham, hanno dato il loro sostegno alla risoluzione per l’industria della riproduzione artificiale.
In un risveglio improvviso sul tema, perfino i protestanti battisti USA hanno denunciato formalmente la IVF come contraria alla vita e al matrimonio.
Come ripetuto da Renovatio 21, il numero di embrioni uccisi con la riproduzione artificiale è in Italia da anni superiore al numero di morti causati dall’aborto. Ciò, per ragioni varie che vanno dall’ingenuità più patente alla collusione più oscura, non sembra intaccare in nessun modo il discorso dei pro-life italiani, i quali continuano a concentrarsi sulla questione dell’aborto, senza tuttavia, in larga parte, nemmeno chiederne l’abolizione.
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Immagine di ZEISS Microscopy via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0
IVF
Bomba contro una clinica della fecondazione in vitro. L’FBI individua un sospetto «25enne nichilista» con opinioni «antinataliste»

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Crioconservazione
Embrioni crioconservati: ingiustizia irreparabile. Che va fermata

Solo in Italia, sono decine di migliaia gli esseri umani prodotti in laboratorio che giacciono immersi nell’azoto liquido a -197 gradi: un esercito di esseri imprigionati che rappresenta forse il frutto più marcio della Necrocultura dominante e il cui destino interessa a pochi.
In realtà, a livello politico e istituzionale c’è un certo interesse per gli embrioni del limbo, ma solo perché qualcuno vorrebbe reintrodurli nel ciclo di sfruttamento da cui provengono. Il ministero della Salute e il ministero della Famiglia stanno lavorando a un progetto di legge per l’adozione dei crioconservati, che secondo la direttrice del dipartimento della prevenzione del ministero della Salute rappresenta «un grande atto di solidarietà che lo Stato fa per le coppie».
Secondo i dati diffusi in questi giorni (che, a nostro avviso, vanno presi per difetto, e molto) in Italia sono 3.862 gli embrioni crioconservati nei laboratori di Procreazione Medica Assistita (PMA) ufficialmente abbandonati, ossia quelli formalmente rifiutati dai loro genitori biologici.
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Inoltre, sarebbero 6.279 gli embrioni per i quali è documentata la reale impossibilità di rintracciare la donna o la coppia che ha disposto la crioconservazione, anch’essi definiti ufficialmente abbandonati, secondo il decreto del ministero della Salute del 2004. Non esiste invece un vero censimento circa gli embrioni non impiantati in quanto «difettosi», ma sappiamo, da dati diffusi negli scorsi anni, che in un anno si arrivano a distruggere più di 170 mila embrioni. Negli USA, la cifra tocca i 4 milioni.
«Finalmente si prende in considerazione il problema degli embrioni congelati in Italia, una situazione regolata dalla legge 40 del 2004 che ha portato decina di migliaia di embrioni rimasti in limbo e destinati a giacere inutilizzati per sempre nelle cliniche italiane», commenta il direttore di una clinica PMA di Roma. In Spagna e negli USAla legislazione vigente permette di donare gli embrioni eccedenti ad altre coppie che ne hanno bisogno, continua il medico, mentre nel nostro Paese non solo ciò non è possibile ma vige anche il divieto di utilizzo degli embrioni extranumerari per fini di studio, sperimentazione e ricerca: «questo rappresenta una fortissima limitazione per il progresso scientifico e, da un punto di vista etico, sminuisce il valore di questi embrioni, destinati a rimanere inutilizzati, negando il diritto di genitorialità a delle coppie che potrebbero così realizzare il loro sogno», chiosa il dottore.
In sostanza, lasciare che questi embrioni rimangano sospesi nell’azoto liquido ne sminuirebbe il valore in quanto inutili al processo produttivo, alla stregua di merci di scarto ma di grande valore commerciale depositate nei magazzini delle aziende e non reinserite nel ciclo economico. Del resto, che l’essere umano, in specie il più debole e indifeso, sia considerato un oggetto a tutti i livelli è un dato di fatto incontrovertibile già da parecchi decenni.
Il ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, ha dichiarato che entro un mese sarà pronto il disegno di legge sull’adozione degli embrioni crioconservati e in stato di abbandono: «ci siamo posti il problema, perché è una situazione assurda e un po’ inquietante. Questi embrioni crioconservati, che non hanno nessun criterio di morte, se conservati correttamente possono sopravvivere per sempre. Questo limbo in cui si trovano va sanato, anche perché sono tantissimi, non abbiamo neanche cifre precise, perché la crioconservazione attiene ai singoli centri ed è complicato avere una nozione precisa su quanti siano (…) la situazione è molto complessa, la legge è molto delicata, non trattiamo cellule e tessuti, come qualcuno ha detto, trattiamo embrioni, ovuli già fecondati, cioè possibili bambini».
Bisognerebbe ricordare alla sedicente pro-life Roccella, e a quella parte del mondo cattolico che l’appoggia indiscriminatamente, che questa situazione, da ella stessa definita «assurda e un po’ inquietante», degli esseri conservati in azoto liquido ha una chiara origine: la legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita, di cui l’attuale ministro è stato uno dei più accaniti promotori e difensori.
Infatti, la legge 40 aprì la strada alla produzione in laboratorio dell’essere umano. Nel corso degli anni quasi tutti i «paletti» imposti dalla legge 40 sono stati abbattuti a colpi di sentenze, anche e soprattutto a motivo dell’intrinseca incoerenza di una norma integralmente ingiusta. Alcuni sono persino arrivati a pensare che tali paletti fossero programmati per implodere più tardi in tribunale: come si può conciliare, per fare un esempio, il diritto all’aborto sancito con la 194 con il divieto di eliminare l’embrione?
Il problema è dunque alla radice e concerne la disumana tecnica della fecondazione artificiale, come ribadito chiaramente dall’Istruzione di natura dottrinale Dignitas Personae, emanata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 2008: la crioconservazione è incompatibile con il rispetto dovuto agli embrioni umani: presuppone la loro produzione in vitro; li espone a gravi rischi di morte o di danno per la loro integrità fisica, in quanto un’alta percentuale non sopravvive alla procedura di congelamento e di scongelamento; li priva almeno temporaneamente dell’accoglienza e della gestazione materna; li pone in una situazione suscettibile di ulteriori offese e manipolazioni.
La Dignitas Personae affronta anche il problema della sorte degli embrioni crioconservati: «per quanto riguarda il gran numero di embrioni congelati già esistenti si pone la domanda: che fare di loro?»
«Alcuni si pongono tale interrogativo senza coglierne la sostanza etica, motivati unicamente dalla necessità di osservare la legge che impone di svuotare dopo un certo tempo i depositi dei centri di crioconservazione, che poi saranno nuovamente riempiti. Altri sono coscienti, invece, che è stata commessa una grave ingiustizia e si interrogano su come ottemperare al dovere di ripararvi. Sono chiaramente inaccettabili le proposte di usare tali embrioni per la ricerca o di destinarli a usi terapeutici, perché trattano gli embrioni come semplice “materiale biologico” e comportano la loro distruzione. Neppure la proposta di scongelare questi embrioni e, senza riattivarli, usarli per la ricerca come se fossero dei normali cadaveri, è ammissibile».
«Anche la proposta di metterli a disposizione di coppie infertili, come terapia dell’infertilità», non è eticamente accettabile a causa delle stesse ragioni che rendono illecita sia la procreazione artificiale eterologa sia ogni forma di maternità surrogata» scrive il documento vaticano.
«Occorre costatare, in definitiva, che le migliaia di embrioni in stato di abbandono determinano una situazione di ingiustizia di fatto irreparabile».
Già.
Alfredo De Matteo
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Immagine generata artificialmente
IVF
Bambini in provetta, la natura immorale della pratica di distruzione degli embrioni: parla l’esperta

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