Epidemie
Dal COVID all’ecotruffa passando per gli extraterrestri
Renovatio 21 pubblica il comunicato del Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina (CIEB).
Parere (n. 22)
Dal COVID all’ecotruffa passando per gli extraterrestri
Emergono ormai quotidianamente le ammissioni, le confessioni, le intercettazioni e le documentazioni, anche ufficiali, che confermano tanto l’artificiosità dell’emergenza COVID quanto l’uso strumentale della scellerata «campagna vaccinale» a essa collegata, l’una e l’altra concepite e attuate allo scopo di legittimare l’introduzione di sistemi digitalizzati di controllo sociale.
Allo stesso tempo, i dati sulla mortalità in eccesso in Italia, riferita agli anni 2021 e 2022, evidenziano un incremento del 10% rispetto alla media degli anni 2015-2019 (1), ciò che sarebbe in grado di gettare ombre sul futuro strutturale della società italiana se non fosse che tutti gli ultimi governi hanno favorito l’ingresso di immigrati non vaccinati, rallentando così il declino demografico del Paese e confondendo non poco – ma è solo una coincidenza – le statistiche sull’eccesso di mortalità e sulle relative cause.
Lo stesso Istituto nazionale di statistica, del resto, imputa le cause dell’eccesso in parola nientemeno che al cambiamento climatico. (2)
Di fronte a tanti e tali fatti, che con ogni probabilità integrano gli estremi di numerosi e diversi reati, stupisce che la magistratura non abbia ancora avviato alcuna indagine – ciò che da solo basterebbe ad avviare una riflessione sul grado di autonomia dei magistrati e sulle modalità di selezione degli stessi – e che l’intera classe politica, fino a ieri impegnata a sostenere con il voto lockdown e altre misure restrittive inutili e dannose per i singoli e per la collettività, si nasconda oggi dietro sterili commissioni parlamentari d’inchiesta.
Stupisce ancor più che (quasi) tutti i media si ostinino a tacere o, peggio, a confondere l’opinione pubblica, evidentemente allo scopo di perseguire un duplice risultato: da una parte, spingere i cittadini a ritenere che la cosiddetta pandemia ha costituito un evento imprevedibile ed eccezionale, tale da giustificare misure altrettanto imprevedibili ed eccezionali, e che ogni forma di analisi critica delle misure così introdotte, come anche ogni recriminazione sulla gestione complessiva dell’emergenza sanitaria, è inutile o dannosa; dall’altra, alimentare il sospetto che quanti forniscono informazioni diverse da quelle «ufficiali» sull’origine del virus SARS-CoV-2 e sulla gestione del COVID facciano parte di un complotto volto a delegittimare l’azione di governo.
Ma il ruolo dei media non si ferma qui e conferma ogni giorno di più l’appartenenza organica di questi al sistema di potere che opera per imporre, in modo ormai manifesto, strategie di soggiogamento dell’intera popolazione mondiale.
È infatti innegabile che, al crescere della consapevolezza collettiva in merito a determinati fatti (che il COVID non fosse più letale di una normale influenza; che avrebbe potuto essere curato con farmaci già noti; che il cosiddetto vaccino altro non è che una terapia genica sperimentale in grado di produrre effetti avversi gravi e talora mortali e potenzialmente in grado di modificare il DNA; che la maggior parte delle figure apicali della politica e della sanità erano al corrente di tutto ciò), i media hanno ritenuto di deviare l’attenzione del pubblico su nuove situazioni di crisi – da quella idrica a quella bellica, da quella ambientale a quella energetica – secondo un metodo emergenziale che il CIEB ha definito, in un suo precedente Parere, «biopandemismo». (3)
Questo metodo consente, a chi esercita il potere di governo, di mettere sullo stesso piano cause ed effetti, problemi e soluzioni, malanni e rimedi, riducendo a una le diverse prospettive rilevanti e fornendo a esse una risposta univoca, da accettare acriticamente «whatever it takes».
Per fare un esempio basti pensare al cosiddetto cambiamento climatico, imputato dalla scienza «ufficiale» e dai media mainstream esclusivamente al «global warming» conseguente all’emissione di anidride carbonica prodotta dalle attività umane, senza tenere conto del fatto che la Terra subisce da milioni di anni variazioni climatiche cicliche anche a causa di fattori solari e astronomici e che l’influenza dell’uomo sul trend attuale di temperature è ancora controversa sul piano scientifico, visto che questo trend è cominciato 15.000 anni fa, quando la popolazione umana era piuttosto esigua e i combustibili fossili non rappresentavano la principale fonte energetica. (4)
Rispetto al «climate change» i rimedi proposti assumono la portata di diktat in materia sanitaria, alimentare, sessuale e demografica: dall’«efficientamento» energetico degli edifici, senza il quale gli stessi non potranno più essere venduti o affittati e che di fatto svuota di contenuti il diritto di proprietà; alla «città dei quindici minuti», in cui le persone avranno difficoltà a uscire dal perimetro del proprio quartiere senza speciali permessi, a rischio di essere multate o di vedersi disattivare da remoto l’automobile elettrica, simbolo della tanto propagandata transizione ecologica; ai progetti di riduzione della natalità e degli animali domestici, questi ultimi colpevoli, insieme ai neonati, di produrre troppa CO2 e quindi di non essere sostenibili sul piano ambientale. (5)
Per fare un altro esempio basti pensare al must dell’esplorazione spaziale e della colonizzazione di altri pianeti, che la scienza «ufficiale» e i media mainstream (a partire da Hollywood) propongono da tempo quale alternativa all’estinzione «degli esseri umani come razza» (6) e che nel dicembre 2020 – dunque in piena emergenza sanitaria, ma è solo una coincidenza – ha trovato rinnovato impulso nelle dichiarazioni rese dall’ex direttore del programma israeliano di difesa spaziale, secondo cui gli extraterrestri non solo esistono, ma sono da tempo in contatto con alcune personalità degli Stati Uniti d’America e conducono esperimenti scientifici in collaborazione con gli americani, tanto sulla Terra quanto su Marte (sic!). (7)
Rispetto all’esplorazione e alla colonizzazione dello spazio risultano funzionali altri diktat, quali la rivoluzione biomedica e la transizione ecologico-alimentare: la prima perché volta a dirottare il ruolo della medicina e della sanità verso pretesi approcci predittivi e preventivi fondati sull’impiego di tecnologie convergenti (nanotecnologie, biorobotica, neuroscienze, biologia sintetica, etc.) in grado di modificare l’identità psico-fisica degli esseri umani, come nel caso del cosiddetto vaccino anti-COVID; la seconda perché volta a fornire «novel foods» (OGM, farine di insetti, carne, pesce e latte clonati o sintetici, etc.) che per taluni costituirebbero l’unica fonte alimentare sostenibile, oltreché coerente con l’accezione anglosassone di «food security» imperniata sulla quantità e non sulla qualità degli alimenti; entrambe perché apparentemente in grado di assicurare quello human enhancement che, se da una parte potrebbe aprire la strada alla conquista di mondi lontani, dall’altra condurrà inevitabilmente a una vera e propria rivoluzione antropologica mediante l’affermazione di modelli postumani e transumani.
È agevole osservare che i diktat in parola, elaborati dalle élite finanziarie ed eseguiti da compiacenti governi nazionali, esigono rinunce e sacrifici. Per restare all’ultimo esempio ricordato, infatti, è evidente che la corsa allo spazio – accelerata dalle conseguenze che avrebbe sull’habitat umano una eventuale escalation nucleare del conflitto in Ucraina – non sarà aperta a chiunque, ma solo a chi avrà i «crediti» necessari, secondo il sistema «premiale» sdoganato dal COVID mediante il Green Pass.
In altri termini, solo chi ubbidisce si salverà: ciò che vuol dire accettare acriticamente il transumanesimo fondato sulla somministrazione forzata di farmaci sperimentali e sull’imposizione di fonti proteiche che l’organismo umano non può assimilare su base sistematica o, ciò che è peggio, ossequiare il fideismo tecno-scientifico che veicola messaggi quali «Non possiederai nulla e sarai felice». (8)
Se i cittadini non contrasteranno adeguatamente questa deriva, il passo successivo e finale potrebbe essere la sterilizzazione di massa, l’eutanasia di Stato, il controllo della mente umana: ciò che alcuni chiamano «Great Reset» e che è altro non che la nuova normalità del mondo post-COVID, del resto largamente anticipata dalla narrativa (un esempio per tutti: La peste scarlatta di Jack London, pubblicato nel 1912) e dalla cinematografia (un esempio per tutti: il film del 1973 2022: i sopravvissuti).
Ed è appena il caso di ricordare che nella direzione del «Great Reset» già si indirizzano la revisione del Regolamento sanitario internazionale e il negoziato relativo al trattato sulla cosiddetta prevenzione delle pandemie, condotti in seno all’OMS, di cui il CIEB si è occupato in un suo precedente Parere.
Mentre alcuni sembrano adattarsi al nuovo stato di cose – vuoi per ignoranza, vuoi per pavidità, vuoi per collusione – il CIEB assicura che continuerà nella sua azione volta a promuovere un dibattito aperto, trasparente e scientificamente fondato su queste materie, allo scopo di riportare i principi generali della bioetica e del biodiritto al centro delle decisioni politiche e di contribuire, così, alla salvaguardia della dignità e dei diritti fondamentali dell’essere umano nei riguardi delle applicazioni della biomedicina.
CIEB
12 maggio 2023
Il testo originale del Parere è riportato sul sito internet: www.ecsel.org/cieb
NOTE
2) Cfr. https://www.repubblica.it/cronaca/2023/04/08/news/anziani_vittime_cambiamento_climatico-395331712/.
3) Cfr. https://www.ecsel.org/wp-content/uploads/2022/05/Parere-n.-11-del-CIEB.pdf.
4) Cfr. http://mpe.dimacs.rutgers.edu/images/climate-data-paleo-temp-anom-450kyr/, nonché https://geo.libretexts.org/Sandboxes/emanuel@mit.edu/Climate_Primer/4:_Global_Temperature_Trends_Over_Time/4.2:_Paleoclimate:_Evidence_from_the_geological_record.
5) Cfr. https://www.weforum.org/agenda/2015/02/is-birth-control-the-key-to-reaching-climate-goals/, nonché https://thepeoplesvoice.tv/wef-wants-to-slaughter-millions-of-pet-cats-and-dogs-to-fight-climate-change/.
7) Cfr. https://tg24.sky.it/mondo/2020/12/09/alieni-israele-usa.
8) Cfr. https://www.facebook.com/worldeconomicforum/videos/10153920524981479/, nonché https://tg24.sky.it/mondo/2023/04/26/uk-huw-pill-banca-inghilterra-piu-poveri.
9) Cfr. https://www.ecsel.org/wp-content/uploads/2022/05/Parere-n.-11-del-CIEB.pdf.
Renovatio 21 pubblicato questo comunicato per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Epidemie
La Russia sottoporrà a test per l’epatite tutti i lavoratori immigrati. E l’Italia?
A partire da marzo 2026, la Russia imporrà ai lavoratori migranti di sottoporsi a test per l’epatite B e C, ampliando le attuali disposizioni di screening medico. Le nuove regole si applicheranno ai cittadini stranieri e agli apolidi che entrano in Russia per lavoro, oltre a coloro che richiedono lo status di rifugiato o asilo temporaneo.
Le visite mediche sono obbligatorie per i migranti: senza di esse, non è possibile ottenere permessi di lavoro, residenza temporanea o permanente. I lavoratori migranti devono completare gli esami entro 30 giorni dall’arrivo, mentre chi non intende lavorare ha 90 giorni di tempo. Attualmente, gli screening includono test per droghe e malattie gravi come HIV, tubercolosi, sifilide e lebbra.
Le modifiche al processo di controllo sanitario per gli stranieri in visita sono state proposte all’inizio dell’anno da un gruppo di lavoro sulle politiche migratorie, guidato dalla vicepresidente della Duma di Stato, Irina Yarovaya. La vicepresidente ha chiarito che l’obiettivo è rafforzare il monitoraggio sanitario degli stranieri in arrivo e prevenire la diffusione di malattie pericolose.
I lavoratori migranti sono fondamentali per l’economia russa, occupando ruoli chiave in settori come edilizia, agricoltura e servizi. Milioni di migranti, soprattutto dall’Asia centrale, sono attratti da salari più alti rispetto ai loro paesi d’origine. Tuttavia, questo afflusso ha sollevato dibattiti su salute pubblica e stabilità sociale. Per questo, le autorità russe hanno introdotto rigidi controlli sanitari e requisiti per i migranti, cercando di bilanciare i benefici economici con la sicurezza sanitaria.
Nell’ultimo anno, la Russia ha anche intensificato la lotta contro l’immigrazione illegale. Il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto che istituisce una nuova agenzia statale all’interno del Ministero dell’Interno, incaricata di migliorare la gestione dei flussi migratori.
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Il Cremlino ha dichiarato che l’iniziativa punta a razionalizzare il processo migratorio, promuovere il rispetto delle leggi russe tra i migranti e ridurre le attività illegali.
In Italia la situazione epidemiologica dell’immigrazione è un grande tabù del discorso pubblico.
«In base ai dati epidemiologici in nostro possesso, risulta che in Italia il 34,3% delle persone diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera» diceva in un’intervista a Renovatio 21 il dottor Paolo Gulisano sette anni fa. «Considerato che gli stranieri rappresentano circa il 10% della popolazione italiana, questo dato vuole dire che la diffusione dell’HIV tra gli stranieri è oltre il triplo che negli italiani».
«Un dato che fa pensare. Molti immigrati provengono da Paesi dove la diffusione dell’HIV, così come quella della TBC, è molto più alta che in Europa. Basta far parlare i dati. Il numero dei decessi correlati all’AIDS nel 2016 per grandi aree è il seguente: Africa Sud-Orientale: 420 mila; Africa Centro-Orientale: 310 mila; Nord Africa e Medio Oriente: 11 mila; America Latina: 36 mila, più il dato dei soli Caraibi che è di 9400. Europa dell’Est e Asia centrale: 40 mila; Europa Occidentale e Nord America: 18 mila; Asia e Pacifico: 170 mila. Ora, la lettura di questi numeri ci fornisce delle evidenze molto chiare».
«È quindi chiaro quali siano i rischi di una immigrazione di massa, incontrollata anche dal punto di vista sanitario, e i rischi legati al fatto che un numero impressionante di immigrate africane viene gettato nel calderone infernale della prostituzione, che diventa veicolo di diffusione di malattie veneree».
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Epidemie
Paura e profitto, dall’AIDS al COVID
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Le opinioni dissenzienti sull’AIDS «abilmente represse per decenni»
Shenton era una reporter della BBC, l’emittente pubblica nazionale del Regno Unito, quando sviluppò il lupus indotto da farmaci, dopo essere stata sottoposta a un’eccessiva terapia farmacologica in Spagna negli anni ’70. «Mi hanno dato tutto quello che c’era scritto nel libro», ha detto Shenton. «Certo, sono imploso e mi sono sentito gravemente male. Sono stato al Westminster Hospital per due mesi. Sono quasi morto». L’esperienza ha suscitato in lei l’interesse per le indagini sulle lesioni causate dai trattamenti medici. In seguito è entrata a far parte dell’emittente nazionale britannica Channel 4, producendo una serie di documentari, Kill or Cure. La serie si concentrava sulla riluttanza delle grandi aziende farmaceutiche a ritirare trattamenti pericolosi o inefficaci. «Quello mi ha davvero dato la carica», ha detto Shenton. Nei primi anni ’80, Shenton e il suo produttore vennero a conoscenza della ricerca del dottor Peter Duesberg, un biologo molecolare tedesco che sosteneva che l’HIV non causava l’AIDS. Iniziò a mettere in discussione le narrazioni dominanti. «Abbiamo continuato a realizzare 13 documentari sull’AIDS», ha detto Shenton. Il documentario Positively False si concentra sulla «manipolazione delle aziende farmaceutiche e delle organizzazioni [mediche] interessate in tutto il mondo, che manipolano il terrore della peste», ha affermato Shenton. Il film rivela «la scienza imperfetta che circonda l’AIDS e le conseguenze di seguire ipotesi sbagliate», ha affermato Shenton nell’introduzione. Tra queste, la convinzione che l’AIDS sia infettivo, che sia causato dall’HIV e che l’HIV sia contagioso. «Molti scienziati e ricercatori non sono d’accordo. Queste opinioni sono state abilmente represse per decenni dall’ortodossia scientifica prevalente e dai media mainstream», ha affermato Shenton nel documentario. I ricercatori che mettevano in discussione la narrazione dominante sull’HIV/AIDS sono stati repressi e messi a tacere, così come gli scienziati che mettevano in discussione la narrazione prevalente sul COVID-19, ha affermato Shenton.Sostieni Renovatio 21
Test PCR «completamente inutili» per AIDS e COVID
In entrambi i focolai, sono stati utilizzati test PCR per determinare l’infezione, ha affermato. «Il test [PCR] è completamente e totalmente inutile», ha detto Shenton. I test non possono «distinguere tra particelle infettive e non infettive». Shenton ha affermato che i diversi Paesi utilizzano standard diversi per determinare una diagnosi positiva di HIV. «Si potrebbe fare il test per l’HIV, per esempio in Sudafrica, e risultare positivi, e volare in Australia e risultare negativi», ha detto Shenton. All’inizio dell’epidemia di AIDS, molti scienziati ritenevano che fattori legati allo stile di vita, tra cui la dipendenza da droghe ricreative e l’uso di nitriti come i «poppers», fossero la causa dell’AIDS a causa dei danni che provocavano al sistema immunitario. Allo stesso tempo, i funzionari sanitari e i media hanno erroneamente attribuito la diffusione della malattia in Africa all’AIDS, quando in realtà era la mancanza di accesso all’acqua potabile a far ammalare le persone, ha detto Shenton. Queste narrazioni sono cambiate quando le agenzie sanitarie governative hanno iniziato a interessarsi alla ricerca sull’AIDS, ha affermato Shenton. «Quando il CDC [Centers for Disease Control and Prevention] è intervenuto e ha riunito tutti i suoi rappresentanti per esaminare questo gruppo di giovani uomini che erano molto, molto malati… l’intera teoria secondo cui l’AIDS era causato dallo stile di vita o dalla tossicità è scomparsa», ha detto Shenton.Iscriviti al canale Telegram ![]()
Fauci ha promosso trattamenti mortali per AIDS e COVID
Shenton ha affermato che i trattamenti medici dannosi sono stati al centro sia dell’epidemia di AIDS che di quella di COVID-19. Nel 1987, la Food and Drug Administration statunitense approvò l’AZT (azidotimidina) per le persone sieropositive. L’AZT si rivelò pericoloso per molti pazienti affetti da AIDS. Durante la pandemia di COVID-19, i vaccini e il remdesivir hanno danneggiato le persone. E in entrambi i casi – l’epidemia di AIDS e la pandemia di COVID-19 – Fauci ha svolto un ruolo chiave. «Eravamo profondamente, profondamente critici nei confronti di Fauci, per il modo in cui ha gestito gli studi multicentrici di fase due sull’AZT. Voglio dire, erano corrotti, e tutta la prima fase è stata finanziata dall’azienda farmaceutica [Burroughs Wellcome, ora GSK ], e avevano dei rappresentanti, e questo è noto attraverso i documenti sulla libertà di informazione, che sono andati lì e hanno portato a casa i risultati del gruppo trattato con il farmaco e del gruppo placebo, eliminando gli effetti collaterali nel gruppo trattato con il farmaco» ha detto la Shenton. Nel film Positively False, diversi scienziati e ricercatori hanno spiegato come l’AZT impedisca la sintesi del DNA, impedisca la replicazione delle cellule e contribuisca alla generazione di cellule cancerose. Tuttavia, secondo il documentario, i pazienti che mettevano in dubbio la sicurezza e l’efficacia dell’AZT venivano stigmatizzati e la loro sanità mentale veniva messa in discussione. Holland ha fatto riferimento al libro del 2021 del Segretario alla Salute degli Stati Uniti Robert F. Kennedy Jr., The Real Anthony Fauci : Bill Gates, Big Pharma, and the Global War on Democracy and Public Health che contiene una sezione sul lavoro di Fauci durante l’epidemia di AIDS. «Solleva tutti questi interrogativi il fatto che in realtà sembra la stessa truffa e gli stessi giocatori… non è cambiato molto», ha detto Holland.Aiuta Renovatio 21
Il «terrore della peste» esisteva molto prima dell’AIDS o del COVID
Secondo Shenton, le epidemie di AIDS e COVID-19 sono esempi di «terrore della peste», che è esistito nel corso della storia. All’inizio del XX secolo, negli Appalachi, fu diagnosticata un’epidemia di pellagra. La malattia, che causava una mortalità diffusa e si diceva fosse infettiva, si rivelò essere una carenza nutrizionale. «Negli Appalachi, la popolazione molto povera viveva con una dieta completamente priva di nutrienti», ha detto Sheton. «Si trattava di una varietà di mais, ma lo cucinavano eliminandone tutti i nutrienti e dipendevano solo da quello». La gente aveva così tanta paura di contrarre la pellagra che coloro che si pensava fossero infetti venivano ricoverati in istituti o «gettati fuori dalle navi», ha affermato. Un infettivologo di New York, il dottor Joseph Goldberger, stabilì che la pellagra non era contagiosa, ma era causata da malnutrizione e carenza di niacina (vitamina B), ha detto Shenton. Fu emarginato per le sue scoperte. «È stato ridotto allo stato laicale, privato dei fondi, ridicolizzato. È morto. E cinque anni dopo la sua morte, hanno detto che aveva assolutamente ragione: non era contagioso, era tossico», ha detto. Secondo Shenton, in Giappone dagli anni ’50 agli anni ’70 la mielo-ottico-neuropatia subacuta (SMON) era comune. «Centinaia di migliaia di giapponesi sono rimasti paralizzati dalla vita in giù e ciechi, e nessuno riusciva a capire il perché. E ovviamente pensavano: “Oh, è un virus”», ha detto. Un neurologo giapponese, il dottor Tadao Tsubaki, ha studiato i pazienti affetti da SMON e ha stabilito che la condizione non era infettiva, ma era causata da un farmaco antidiarroico ampiamente somministrato, il cliochinolo. «Ci sono voluti 30 anni e squadre di avvocati per respingere in tribunale l’idea che la causa della SMON fosse un virus», ha affermato Shenton. Michael Nevradakis Ph.D. © 7 ottobre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Epidemie
Le restrizioni COVID in Spagna dichiarate incostituzionali, annullate oltre 90.000 multe
Oltre 90.000 multe per violazioni delle norme anti-COVID sono state annullate dopo che la Corte costituzionale spagnola ha dichiarato incostituzionali le severe misure adottate nel 2020.
Secondo il quotidiano spagnuolo The Objective, al 3 settembre 2025 sono state revocate 92.278 sanzioni, in seguito alla sentenza che ha giudicato incostituzionali alcune disposizioni del decreto sullo stato di emergenza del 2020, in vigore durante il primo lockdown per il COVID-19.
Queste sanzioni rappresentano solo la prima tranche di multe destinate all’annullamento, con altre che probabilmente seguiranno. Durante il rigido lockdown del 2020, imposto con lo stato di allarme, sono state emesse oltre 1 milione di sanzioni a livello nazionale, con circa 1,3 milioni di persone multate per aver violato le restrizioni.
La Corte Costituzionale ha stabilito che alcune parti dell’articolo 7 del Regio Decreto 463/2020, relative al divieto generale di circolazione, comportavano una sospensione ingiustificata del diritto fondamentale alla libertà di movimento, andando oltre una semplice limitazione. Tale misura superava i limiti dello stato di allarme, secondo la Corte, che ha precisato che una restrizione così drastica sarebbe stata giustificabile solo con uno stato di emergenza più severo, soggetto a un iter parlamentare più rigoroso.
La sentenza si applica retroattivamente a tutte le multe emesse durante il lockdown del 2020, creando un notevole onere per l’amministrazione statale. The Objective riferisce che «l’applicazione è stata lenta e disuniforme a seconda delle regioni», suggerendo che i rimborsi potrebbero richiedere mesi o anni.
Il quotidiano sottolinea che i 92.278 casi annullati finora rappresentano «solo la punta dell’iceberg di una crisi normativa» derivante dalle severe politiche di lockdown imposte dal governo spagnolo nel 2020.
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Immagine di Javier Perez Montes via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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