Eutanasia
Cure palliative ed eutanasia: due progetti presentati all’Assemblea nazionale francese
L’8 marzo 2025 sono stati presentati contemporaneamente all’Assemblea nazionale [un ramo del Parlamento francese, ndt] due progetti di legge distinti sulla fine della vita, uno sulle cure palliative e l’altro sull’eutanasia, che dovrebbero essere esaminati a partire dal 12 maggio 2025. Un processo che unisce sostenitori e oppositori del suicidio assistito nella stessa perplessità, seppur per motivi opposti.
La legge Claeys-Leonetti del 2016, che autorizza la sedazione profonda e continua senza arrivare all’eutanasia, non è stata sufficiente per i gruppi progressisti.
Così, nel 2023, la Convenzione dei cittadini sulla fine della vita, convocata da Emmanuel Macron, si è dichiarata favorevole a un’apertura condizionata all’assistenza attiva al suicidio. Un progetto di legge fu quindi elaborato sotto il governo di Gabriel Attal nel 2024, ma lo scioglimento dell’Assemblea nazionale a giugno ne interruppe l’esame.
È in questo contesto che il Primo Ministro François Bayrou ha deciso di dividere l’argomento in due testi distinti. Questa strategia , annunciata il 26 febbraio dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento, mira a separare la questione delle cure palliative, in gran parte consensuale, da quella dell’eutanasia, che incontra ancora molta opposizione nel Paese. Un approccio visto come una «tattica dilatoria» o addirittura «ipocrisia» dai promotori della morte con i guanti bianchi.
Al punto da provocare una sorta di ritirata del governo: i due progetti sono stati presentati simultaneamente l’8 marzo 2025, per non dare l’impressione che l’inquilino di Matignon potesse anteporre le sue convinzioni etiche e religiose – François Bayrou è un cattolico contrario all’eutanasia – ai «valori della Repubblica», la laicità obbliga…
La proposta di legge sulle cure palliative mira a migliorarne l’accesso, spesso ritenuto insufficiente: meno di uno su due pazienti che necessitano di cure palliative vi avrebbe effettivamente accesso e più di venti dipartimenti non dispongono di servizi dedicati. Il testo prevede una strategia decennale per sviluppare questa assistenza, con obiettivi quantificati e maggiori risorse di bilancio. Si tratta di garantire a tutti un’assistenza dignitosa, indipendentemente dalla questione dell’eutanasia.
Il secondo testo è apertamente trasgressivo. Propone di legalizzare l’eutanasia a condizioni presentate come «rigorose»: sarebbe quindi necessario, inizialmente, essere maggiorenni, risiedere stabilmente in Francia , essere affetti da una malattia incurabile in fase avanzata o terminale ed esprimere una volontà libera e consapevole.
La sofferenza, sia fisica che psicologica, deve essere giudicata insopportabile dal paziente stesso. Il presente testo, che si guarda bene dall’utilizzare i termini «eutanasia» o «suicidio assistito», si ispira al Progetto 2024, modificato prima dello scioglimento.
Inoltre, prevede anche un reato di ostacolo al suicidio assistito, sul modello di quello esistente per l’aborto: difficile accusare di «eccessive» le dichiarazioni del vicepresidente americano J.D. Vance, preoccupato per il declino dei «diritti di coscienza» in Europa, durante il suo discorso a Monaco di Baviera del 14 febbraio.
Claire Fourcade, medico specialista in cure palliative e presidente della Società francese di cure palliative e di assistenza, è preoccupata per il modo in cui viene presentato in Francia il dibattito sulla fine della vita: «Si dà l’impressione che in Francia tutti muoiano tra sofferenze estreme, dopo una lunga e dolorosa agonia. Questa non è la realtà».
«Nella stragrande maggioranza dei casi, la morte avviene in modo silenzioso, calmo o, al contrario, all’improvviso e inaspettatamente. E pochi sono gli ammalati che chiedono di morire, oggi come ieri; In venticinque anni, la nostra équipe ha dovuto seguire circa 15.000 pazienti e ho riscontrato solo tre casi di richieste persistenti», ha spiegato l’assistente al quotidiano La Croix l’8 marzo.
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Per questo cattolico, «l’eutanasia è la legge del più forte. Una legge per coloro che sono in grado di affrontare la morte e decidere su di essa. Tuttavia, la stragrande maggioranza dei pazienti giunge alla fine della propria vita in uno stato di perdita di controllo e fragilità. Ecco perché voglio una legge a favore dei più deboli. La legge è una risposta collettiva che deve prendersi cura innanzitutto dei più vulnerabili».
I sostenitori della cultura della morte sono lieti di vedere svanire i loro timori di un rinvio a tempo indeterminato del voto sulla legalizzazione dell’eutanasia. Chi teme una legalizzazione assistita si consolerà dicendo che il testo sulle cure palliative potrebbe raggiungere una certa unanimità in Aula, il che lancerebbe un messaggio forte ai pazienti e all’opinione pubblica.
Un piccolo premio di consolazione, ma possiamo aspettarci di più da una società ancora largamente afflitta da una coscienza consapevole, dove coloro che negano il diritto alla vita raramente mancano di fondi per finanziare le loro trasgressioni? Mentre si aspetta che il vento di libertà che si è levato oltre l’Atlantico faccia sentire il suo respiro anche sul Vecchio Continente?
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine di Mbzt via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported
Eutanasia
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Eutanasia
Uno studio promuove i trapianti di fegato dalle vittime dell’eutanasia canadese
Un recente studio rivela che i trapianti di fegato prelevati da donatori sottoposti a eutanasia offrono esiti paragonabili a quelli di altre donazioni, un risultato che potrebbe intensificare la pressione per ampliare l’eutanasia tra i canadesi più fragili. Lo riporta LifeSite.
Il 26 ottobre il Journal of Hepatology ha pubblicato una ricerca che confronta i trapianti epatici in Canada derivati da donazioni dopo la cosiddetta «morte circolatoria» – una delle giustificazioni scientifiche per l’assassinio della preda – con quelli da individui eutanasizzati, nell’ambito dell’aumento globale di prelievi da vittime di eutanasia o «assistenza medica alla morte» (MAiD).
«Il nostro lavoro rappresenta la prima esperienza canadese su larga scala, in linea con studi belgi e olandesi, e dimostra esiti positivi oltre al concreto impatto della donazione MAiD sulla disponibilità di organi», ha dichiarato il co-autore principale della ricerca A.M. James Shapiro.
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«Pur non essendo tutti i candidati MAiD idonei alla donazione, speriamo che lo studio chiarisca il potenziale di questa pratica», ha aggiunto, definendola «un ultimo atto di generosità capace di salvare molte vite».
Il Canada, insieme ad Australia, Belgio, Spagna e Paesi Bassi, autorizza il prelievo di organi da persone eutanasizzate. Sotto il governo liberale di Giustino Trudeau, il Paese è divenuto leader mondiale in questa pratica allucinante.
L’interesse è esploso di recente dopo il trapianto riuscito del cuore di un canadese eutanasizzato in un paziente americano con insufficienza cardiaca.
Mentre migliaia di canadesi restano privi di cure adeguate e vengono persino indotti all’eutanasia, il sistema sanitario liberale sembra privilegiare il lucroso mercato dell’espianto da persone uccise dallo Stato.
Stime indicano che un cuore vale circa 1 milione di dollari negli USA, un fegato 557.000, un rene 262.000; seguono pelle (10 dollari a pollice), stomaco (500) e cornee (1.500 l’una), scrive LSN.
L’accademico conservatore Angelo Bottone avverte che, nei Paesi dove la donazione post-eutanasia è già realtà, si discute di espiantare addirittura prima della morte dichiarata – una morte che i lettori di Renovatio 21 sanno essere pura finzione, come da convenzione harvardiana sulla cosiddetta «morte cerebrale», la grande truffa iniziata sessanta anni fa per dare il via alla satanica filiera stragista dei trapianti.
«Propongono di rimuovere gli organi sotto anestesia generale mantenendo circolazione e ossigenazione fino al prelievo, per massimizzare qualità e quantità», scrive il Bottone.
L’eutanasia è oggi la sesta causa di morte in Canada, ma Statistics Canada non la include tra le prime dieci dal 2019 al 2022, registrando solo la patologia di base che ha portato alla scelta MAiD. Nel 2022, secondo Health Canada, 13.241 canadesi sono morti per iniezione letale: il 4,1% di tutti i decessi, +31,2% rispetto al 2021.
Come riportato da Renovatio 21, esempi della trasformazione del suicidio assistito di Stato in catena di fornitura di organi umani – non diversamente da quanto avviene con i condannati a morte nella Repubblica Popolare Cinese – sono sotto la luce del sole da un po’.
Come riportato da Renovatio 21, in Canada è partita la promozione per offrire la MAiD – il programma eutanatico massivo attivato dal governo di Ottawa – anche per bambini e adolescenti. Non manca nel Paese il dibattito per l’eutanasia dei bambini autistici.
Di fatto, un canadese ogni 25 viene oggi ucciso dall’eutanasia. L’aumento negli ultimi anni è stato semplicemente vertiginoso. E la classe medica, oramai totalmente traditrice di Ippocrate e venduta all’utilitarismo più sadico e tetro, insiste che va tutto bene.
Come riportato da Renovatio 21, qualche mese fa un’altra veterana dell’esercito, divenuta disabile, ha riportato che alcuni funzionari statali avevano risposto alla sua richiesta di avere in casa una rampa per la sedie a rotelle offrendole invece la possibilità di accedere al MAiD – cioè di ucciderla.
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Ma non è il caso più folle del degrado assassino raggiunto dallo Stato canadese: ecco l’ecologista che chiede di essere ucciso per la sua ansia cronica riguardo al Cambiamento Climatico, ecco i pazienti che chiedono di essere terminati perché stanchi di lockdown, ecco le proposte di uccisione dei malati di mente consenzienti, e magari pure dei neonati. Il tutto, ovviamente, con il corollario industriale, della predazione degli organi, di cui il Paese ora detiene il record mondiale.
Il Canada del governo Trudeau e del suo successore Carney – dove il World Economic Forum regna, come rivendicato boriosamente da Klaus Schwab – è il Paese dell’avanguardia della Necrocultura. Se lo Stato può ucciderti, ferirti, degradarti, lo fa subito, e legalmente. Magari pure con spot mistico propalato da grandi società private in linea con il dettato di morte. In Canada l’eutanasia viene servita anche alle pompe funebri.
A febbraio l’eutanasia è stata offerta anche ad una signora riconosciuta come danneggiata da vaccino COVID.
Secondo alcuni, l’eutanasia in Canada – che si muove verso i bambini – sta divenendo come una sorta di principio «sacro» dello Stato moderno.
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Eutanasia
I canadesi disabili ora sono sottoposti alla proposta di essere eutanatizzati come parte delle visite mediche di routine
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