Terrorismo
Attacco Houthi ad un cargo uccide due marinai
Tre persone sono state uccise e molte altre gravemente ferite in un attacco missilistico degli Houthi contro una nave nel Golfo di Aden mercoledì, ha detto il comando centrale degli Stati Uniti. Secondo Reuters, si tratta delle prime vittime confermate negli attacchi contro navi mercantili da parte del gruppo armato yemenita.
Gli Houthi hanno preso di mira navi mercantili presumibilmente legate a Israele nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden con droni e missili dalla metà di ottobre dello scorso anno, affermando che stanno agendo a sostegno dei palestinesi nel corso dell’operazione militare israeliana a Gaza.
Gli attacchi missilistici su obiettivi all’interno dello Yemen da parte di Stati Uniti e Regno Unito, iniziati a dicembre, non sono finora riusciti a frenare gli attacchi dei militanti. La Russia ha criticato Washington e Londra per gli attentati, accusandoli di violare il diritto internazionale e di «aggravare la situazione nella regione per i propri scopi distruttivi».
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Un missile balistico antinave è stato lanciato dalle «aree dello Yemen controllate dai terroristi Houthi, sostenute dall’Iran», presso la True Confidence, una nave portarinfuse battente bandiera delle Barbados e di proprietà della Liberia nel Golfo di Aden, ha affermato il Comando Centrale degli Stati Uniti in una dichiarazione su Twitter.
Houthis Kill Innocent Civilians with Missile Attack
At approximately 11:30 a.m. (Sanaa time) Mar. 6, an anti-ship ballistic missile (ASBM) was launched from Iranian-backed Houthi terrorist-controlled areas of Yemen toward M/V True Confidence, a Barbados-flagged, Liberian-owned… pic.twitter.com/W1H0GP4Y6i
— U.S. Central Command (@CENTCOM) March 6, 2024
Reuters ha descritto la nave come di proprietà greca.
«L’equipaggio multinazionale riporta tre morti, almeno quattro feriti, di cui tre in condizioni critiche, e danni significativi alla nave», ha affermato il CENTCOM. L’equipaggio ha abbandonato la nave dopo l’attacco.
Secondo l’esercito americano, si è trattato del quinto missile lanciato da caccia yemeniti contro navi al largo delle coste del Paese nell’arco di due giorni: «questi attacchi sconsiderati da parte degli Houthi hanno interrotto il commercio globale e tolto la vita ai marittimi internazionali».
La marina indiana ha successivamente pubblicato filmati dei suoi marinai che utilizzavano elicotteri per salvare l’equipaggio della True Confidence da zattere gonfiabili. Il video mostrava anche il mercantile danneggiato, da cui si alzavano pennacchi di denso fumo nero.
India saved the survivors of the bulk carrier M/V True Confidence after yesterday’s Houthi missile attack that killed 3.
This video shows the crew of the military vessel INS Kolkata saving survivors
India plays a big role in the Red Sea crisis
🇮🇳🇮🇱 pic.twitter.com/nKmGiWSFkq
— Visegrád 24 (@visegrad24) March 7, 2024
Gli Houthi hanno rivendicato la responsabilità mercoledì, affermando che la True Confidence è stata colpita «dopo che l’equipaggio della nave ha ignorato i messaggi di avvertimento delle forze navali yemenite”. Il portavoce del gruppo, il generale di brigata Yahya Saree, ha sottolineato che “l’attacco è stato preciso… provocando un incendio a bordo».
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Gli operatori greci della True Confidence hanno affermato che a bordo c’erano 20 membri dell’equipaggio e tre guardie armate, tra cui 15 filippini, quattro vietnamiti, due srilankesi, un indiano e un cittadino nepalese. La nave è attualmente in fiamme e alla deriva, hanno dichiarato.
Più tardi giovedì, il CENTCOM ha rilasciato un’altra dichiarazione, affermando che le forze statunitensi avevano condotto «attacchi di autodifesa» contro due droni Houthi che “presentavano una minaccia imminente per le navi mercantili e le navi della marina americana”.
March 7 Red Sea Update
Between the hours of 3:35 p.m. and 4:55 p.m. (Sanaa time), United States Central Command (CENTCOM) conducted self-defense strikes against four mobile Houthi anti-ship cruise missiles (ASCM) and one Houthi unmanned aerial vehicle (UAV) in Houthi-controlled… pic.twitter.com/WBrJ0kmiTJ
— U.S. Central Command (@CENTCOM) March 8, 2024
Due settimane fa il dipartimento di Stato USA ha formalmente designato Ansar Allah, ossia il movimento degli Houthi yemeniti, come organizzazione terroristica, conferendo a Washington nuovi poteri per contrastare l’accesso del gruppo al sistema finanziario globale.
Come riportato da Renovatio 21, dopo gli attacchi delle scorse settimane da parte delle forze angloamericane, gli Houthi hanno promesso che i Paesi responsabili avrebbero pagato «un caro prezzo».
Nonostante gli Stati Uniti e i loro alleati abbiano dispiegato una task force navale nell’area per salvaguardare la navigazione, molte compagnie di trasporto merci hanno interrotto il viaggio attraverso il corso d’acqua e hanno invece intrapreso il viaggio molto più lungo e costoso attorno al Capo di Buona Speranza in Africa.
Il mese scorso gli yemeniti sciiti hanno attaccato navi da guerra americane e francesi che incrociavano nell’area.
Come riportato da Renovatio 21, gli Houthi nelle scorse settimane hanno attaccato anche una petroliera russa. Secondo Goldman Sachs i costi del petrolio potrebbero raddoppiare.
Il gruppo sciita nelle scorse ore ha respinto le accuse secondo cui avrebbe tranciato un cavo sottomarino provocando problemi alla rete informatica su scala globale.
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Immagine da Twitter
Terrorismo
Gli islamisti manifestano per il «califfato» tedesco ad Amburgo
BREAKING:
Hundreds of Islamists are demonstrating in Hamburg, Germany. They are demanding that a caliphate is established in the country. The organization behind the protest is called Muslim Interaktiv, and is monitored by the authorities but not banned pic.twitter.com/RISFYJEKAY — Visegrád 24 (@visegrad24) April 27, 2024
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Islamisten-Demo mitten in Hamburg. „Muslim Interaktiv“, vom Verfassungsschutz beobachtet, hat zur Demo aufgerufen – auf der offen ein Kalifat gefordert wird. Solche Fanatiker haben in Deutschland nichts verloren! #Islamismus pic.twitter.com/R9jdqIPl4u
— Paul Bressel (@bressel_paul) April 27, 2024
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Terrorismo
La rete dell’ISIS-K dietro all’attentato alla chiesa di Santa Maria a Istanbul
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Sotto indagine almeno 12 persone, sei delle quali si trovano al momento in carcere. Al centro dell’indagine una cellula con base a Başakşehir e responsabile dell’attacco alla parrocchia francescana di fine gennaio. Allo studio altre operazioni con obiettivo il Parlamento, caserme militari e stazioni di polizia.
Giro di vite delle autorità turche contro gruppi legati allo Stato islamico in Turchia, sospettati fra gli altri di legami con l’attacco ad una chiesa cattolica di Istanbul a fine gennaio scorso. È di queste ore la notizia dell’incriminazione di almeno 12 persone presumibilmente legate alla Islamic State Khorasan Province, meglio nota come ISIS-K, parte di una rete più vasta e responsabile di attività terroristiche sul territorio.
Gli indagati sarebbero responsabili della gestione di una cellula locale con base a Başakşehir, distretto nella parte europea della metropoli, e stavano organizzando una serie di attentati: nel mirino il Parlamento turco, alcune caserme militari e stazioni di polizia.
L’incriminazione dei sospettati è il risultato di una lunga indagine in atto da tempo sulle attività di ISIS-K in Turchia, che hanno riguardato anche l’assalto alla parrocchia francescana di Santa Maria a Istanbul, nella quale è morta una persona.
Un bilancio contenuto solo dal fatto che le armi usate dagli assalitori si sono inceppate al momento di aprire il fuoco, scongiurando quella che poteva trasformarsi in una strage per un attentato dalla chiara matrice confessionale come denunciato ad AsiaNews da personalità cattoliche.
L’ufficio del Procuratore capo di Istanbul ha avviato le indagini sulla base delle informazioni raccolte dalla polizia. I sospetti, sei dei quali si trovano attualmente in custodia cautelare in carcere, sono accusati di aver ricevuto istruzioni dai leader di ISIS-K per compiere attacchi a sedi istituzionali, fra le quali il Parlamento, e a sedi di forze dell’ordine ed esercito
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Il centro oggetto di indagine, denominato «Darul Vefa İlim ve Amel Merkezi», sarebbe stato un punto di smistamento per i membri uzbeki, kirghisi e caucasici di ISIS-K. Questi elementi mantenevano stretti legami con rappresentanti dello Stato islamico in Siria e Afghanistan e progettavano di inviare reclute dalla Turchia per unirsi ai ranghi dei miliziani attivi nella provincia del Khorasan.
Il centro, che era sorvegliato dalle unità di sicurezza, avrebbe adoperato per infiltrare propri elementi o associati in diverse moschee, per poi riunirsi nel centro per occasioni speciali o incontri di pianificazione. All’interno della struttura vi erano anche dormitori che hanno ospitato elementi provenienti da Uzbekistan, Tagikistan, Caucaso, Iraq ed Egitto e che, in precedenza, avevano operato per conto dello Stato islamico in Siria. Inoltre, il centro forniva istruzione a circa 70 ragazzi fra i 16 e i 17 anni, i cui genitori erano stati uccisi in Siria.
Dall’inchiesta sarebbe inoltre emerso che, nel giugno dello scorso anno, almeno nove membri di una cellula locale si sono incontrati a Istanbul per pianificare attacchi al Parlamento e altre sedi istituzionali strategiche, seguendo le direttive impartite dai capi ISIS in Siria.
Inoltre il sospetto Fuad Rasulov, identificato col nome di battaglia di «Fuad Azeri», avrebbe fornito munizioni e componenti esplosivi per gli attacchi, mentre altri erano incaricati di raccogliere fondi per sostenere la lotta. Egli è stato arrestato durante una operazione dei reparti della sicurezza il 20 giugno 2022, poi rilasciato in libertà vigilata, ed è accusato di aver fatto propaganda per l’ISIS, aver reclutato membri dal Tagikistan e di aver partecipato a zone di conflitto in Siria del movimento jihadista.
Il centro a Istanbul, perquisito il 14 luglio dello scorso anno, comprendeva aule, dormitori e una moschea. Gli account dei social media a esso associati, che pubblicavano in russo, annunciavano nuove iscrizioni alle classi, eventi iftar e richieste di aiuto finanziario per le festività.
Questo atto d’accusa fornisce uno spaccato dettagliato sulla vasta rete e sulle attività di ISIS-K in Turchia, evidenziando la continua minaccia rappresentata dal gruppo terroristico e gli sforzi delle autorità turche per contrastarne le operazioni.
Del resto proprio il recente attacco alla chiesa cattolica sottolinea le capacità del gruppo di compiere atti violenti sul territorio.
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Terrorismo
Patrushev: il legame tra la strage del Crocus e l’Ucraina «è confermata»
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Patrushev è noto anche per dichiarazioni significative negli ultimi anni, come quando disse che gli USA stanno cercando di far rivivere il fascismo in Europa e che ben quattro presidenti americani sono stati vittime di omicidi legati alle multinazionali.“Of course, Ukraine!” — Nikolai Patrushev
There are no doubts left. Ukraine is behind the terrorist attack at Crocus City Hall. What is more important is that the military-political leadership of Russia no longer has them. pic.twitter.com/BHM2QJfRTy — 🅿🅴🅰🅲🅴🆃🅷🆁🆄🅳🅴🆅🅴🅻🅾🅿🅼🅴🅽🆃🇷🇺🇨🇳🔻 (@apocalypse0s) March 27, 2024
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