Pensiero
Brevi considerazioni cattoliche sui tempi di epidemia

Renovatio 21 pubblica questo intervento di Don Jean-Michel Gleize, Sacerdote della Fraternità Sacerdotale San Pio X, pubblicato sul sito francese La Porte Latine. Il testo parla della situazione francese ma le riflessioni ecclesiologiche possono essere riportate anche alla situazione italiana.
La questione della ripresa delle Messe sarà affrontata dalla Chiesa alla fine del mese, come ci informa Le Figaro del 17 aprile.
Nell’attesa, secondo le direttive dei nostri Superiori, gli offici e le Messe negli orari abituali nelle nostre cappelle non sono assicurate, né in settimana, né la Domenica.
Facendo così, obbediamo ad un ordine giusto dello Stato in vista del bene comune? O si tratta di un abuso del potere temporale che la Chiesa deve tollerare per prudente realismo?
Abbiamo chiesto un chiarimento a Don Jean-Michel Gleize, professore di Ecclesiologia nel seminario di Ecône.
«Come non è permesso ad alcuno trascurare i propri doveri verso Dio, e che il più grande di tutti i doveri è abbracciare con lo spirito e col cuore la religione, non quella che si preferisce, ma quella che Dio ha prescritta e che delle prove certe e indubitabili stabiliscono essere la sola vera tra tutte; così le società politiche non possono comportarsi, senza colpa, come se Dio non esistesse in alcun modo, o considerare la religione come estranea o inutile, o ammetterne una qualsiasi secondo il loro gradimento» (1).
«Le società politiche non possono comportarsi, senza colpa, come se Dio non esistesse in alcun modo, o considerare la religione come estranea o inutile, o ammetterne una qualsiasi secondo il loro gradimento» Papa Leone XIII
1) Queste decise parole di Papa Leone XIII non sono l’espressione di una visione arretrata.
Perché il Vicario di Cristo vi espone il principio stesso dell’ordine sociale cristiano, ordine necessario perché espressione della volontà divina. Il cardinale Billot ne ha dato la giustificazione teologica nella seconda parte del suo Trattato sulla Chiesa (2).
2) Quest’ordine ha la sua radice profonda nella natura stessa dell’uomo, e nella sua gratuita elevazione ad un ordine soprannaturale.
I beni esteriori dell’uomo (le ricchezze) sono ordinati al suo benessere corporale e il benessere corporale dell’uomo è ordinato al suo benessere spirituale naturale, cioè al bene naturale della sua anima, e questo bene naturale dell’anima è esso stesso in qualche modo ordinato al fine ultimo soprannaturale, all’unione soprannaturale dell’uomo con Dio, di cui la Chiesa è incaricata; esso lo è nella misura esatta in cui il bene naturale dell’anima è la condizione necessaria, quantunque non sufficiente, del bene soprannaturale, poiché la grazia presuppone la natura.
Questa gerarchia dei beni implica la gerarchia dei poteri a cui spetta il compito di procurare questi beni (3).
Pur essendo distinti, ciascuno nel suo ordine, il potere dello Stato e il potere della Chiesa non devono essere separati (4), poiché il bene che è di competenza dello Stato non è in sé un fine ultimo; esso stesso è ordinato al fine soprannaturale
3) Il potere dello Stato ha il fine (tra gli altri) di preservare nel suo ordine proprio la salute pubblica (che è il bene del corpo) e, per far questo, di neutralizzare gli effetti pregiudizievoli di una malattia contagiosa.
Il potere della Chiesa ha per fine di assicurare nel suo ordine proprio l’esercizio del culto dovuto a Dio e per far questo di determinare per mezzo dei precetti le condizioni concrete della santificazione della Domenica.
Pur essendo distinti, ciascuno nel suo ordine, il potere dello Stato e il potere della Chiesa non devono essere separati (4), poiché il bene che è di competenza dello Stato non è in sé un fine ultimo; esso stesso è ordinato al fine soprannaturale.
San Tommaso spiega molto chiaramente nel De regimine, libro I, cap, XV: «È al Papa che appartiene la cura del fine ultimo, è a lui che devono sottomettersi coloro a cui spetta la cura dei fini intermedii, ed è dai suoi ordini che essi devono essere diretti» (n° 819).
Il Papa esercita dunque un potere «architettonico» nei confronti dei capi di Stato, e questa espressione significa che il Papa ha la responsabilità del fine ultimo in funzione del quale i capi si Stato sono tenuti ad organizzare tutto il governo della società.
Il Papa esercita dunque un potere «architettonico» nei confronti dei capi di Stato, e questa espressione significa che il Papa ha la responsabilità del fine ultimo in funzione del quale i capi si Stato sono tenuti ad organizzare tutto il governo della società
4) La salute, che è uno degli aspetti principali del benessere corporale dell’uomo, non ha niente a che vedere con la santità, poiché questa è ordinata in qualche modo all’esercizio del culto e alla santificazione della Domenica.
In effetti, anche se non basta essere in buona salute per essere un santo, e si può essere un santo senza essere in buona salute, ordinariamente, per poter andare a Messa la Domenica, una delle condizioni richieste è quella di essere in buona salute.
Il ruolo dello Stato, dunque, è di preservare la salute pubblica (e di neutralizzare l’epidemia) al fine di realizzare la migliore condizione per l’esercizio del culto, di cui la Chiesa ha il compito, e di rendere ordinariamente possibile la santità.
Il Papa Leone XIII dice infatti che «in una società di uomini, la libertà degna di questo nome consiste nel fatto che, con l’aiuto delle leggi civili, noi possiamo più facilmente vivere secondo le prescrizioni della legge eterna» (5).
In una società di uomini, la libertà degna di questo nome consiste nel fatto che, con l’aiuto delle leggi civili, noi possiamo più facilmente vivere secondo le prescrizioni della legge eterna»
Dunque, lo Stato, qui come in altre occasioni, è alla dipendenza della Chiesa e ad essa subordinata nella misura esatta in cui il suo ruolo è di mettere il bene temporale, di cui è incaricato, al servizio del bene eterno, di cui è incaricata la Chiesa.
«Il temporale» – dice il cardinale Billot – «deve vegliare a che niente impedisca la realizzazione dello spirituale, e stabilire le condizioni grazie alle quali questo possa essere ottenuto in tutta libertà». E aggiunge che il fine temporale «non deve porre alcun ostacolo al fine spirituale, anche a costo del suo stesso pregiudizio» (6).
Parole sorprendenti agli occhi della semplice ragione, ma parole veridiche agli occhi della ragione illuminata dalla fede. Poiché «è meglio per te entrare nella vita eterna con un occhio solo, che avere due occhi ed essere gettato nel fuoco della Geenna» (7).
5) Di conseguenza, interdire o limitare il culto per neutralizzare un’epidemia, da parte del potere dello Stato sarebbe, non solo illegittimo (per abuso del suo potere temporale che come tale non può riguardare l’esercizio del culto), ma anche assurdo, poiché la neutralizzazione dell’epidemia deve avere in definitiva lo scopo di favorire l’esercizio del culto.
A meno di supporre l’inversione radicale dei fini e di sostituire l’ordine col disordine: invece della salute (con la neutralizzazione dell’epidemia) ordinata all’esercizio culto, si avrebbe (con la restrizione o l’interdizione del culto) l’esercizio del culto ordinato alla salute.
E disgraziatamente è questo che stiamo constatando nelle attuali circostante e che giustifica la recente osservazione di Mons. Schneider: «molti membri della gerarchia … danno più importanza al corpo mortale che all’anima immortale degli uomini» (8).
Questo si spiega in ragione dell’inversione radicale introdotta dal concilio Vaticano II: non è più lo Stato che è subordinato alla Chiesa e al suo servizio, è la Chiesa che è divenuta dipendente degli Stati.
«Molti membri della gerarchia … danno più importanza al corpo mortale che all’anima immortale degli uomini» Mons. Schneider
6) Può accadere che, sul piano della contingenza, che è quello delle circostanze concrete, non sia possibile garantire una sanità pubblica sufficiente a neutralizzare il contagio di una malattia, così da rendere possibile l’esercizio del culto in maniera ordinaria. Spetta allora all’autorità ecclesiastica – e solo ad essa – stabilire la forma particolare dell’esercizio del culto richiesta dalle circostanze, e renderla possibile appoggiandosi al braccio secolare. In questo modo lo Stato potrebbe, per esempio, mettere a disposizione della Chiesa degli spazi sufficientemente vasti in cui i fedeli potrebbero assistere ad una Messa rimanendo dentro le loro auto. Al peggio, la Chiesa potrebbe dispensare i fedeli dall’assistere alla Messa e, anche qui, appoggiarsi alle risorse tecniche e finanziarie che lo Stato metterebbe a sua disposizione per diffondere massicciamente nelle case le trasmissioni televisive della celebrazione della Messa.
Le situazioni e le soluzioni possono essere molto diverse; ma in ogni caso, la Chiesa ha il potere di decidere le condizioni in cui deve essere stabilito l’ordine totale, un ordine totale secondo il quale l’esercizio del culto è un bene superiore a cui deve essere ordinato il bene della salute pubblica. Non spetta allo Stato interdire o restringere la celebrazione del culto in nome della salute; è alla Chiesa che spetta decidere le condizioni per la celebrazione del culto rispetto alle circostanze, rivendicando, come ha il dovere e il potere di fare, il sostegno e l’assistenza del potere temporale.
7) Questa gerarchizzazione dei poteri, necessaria e normale, faceva sentire in gran parte i suoi effetti nei cantoni cattolici della Svizzera ancora agli inizi del XX secolo.
Anche all’indomani dei grandi sconvolgimenti che avevano scosso l’ordine sociale cristiano in tutta Europa, le autorità politiche avevano, per esempio nel Vallese, solo un potere limitato nelle chiese e potevano intervenire solo i maniera diplomatica per raccomandare alle autorità ecclesiastiche il rispetto delle misure sanitarie resesi necessarie per l’epidemia dell’influenza spagnola.
Così, non stupisce trovare nel disposto del Consiglio di Stato del 25 ottobre 1918: «L’autorità ecclesiastica prescriverà le misure d’igiene necessarie per ciò che concerne le chiese e la celebrazione degli offici divini».
È il clero a dovere scegliere le misure che ritiene di applicare, senza che possa incorrere in rappresaglie finanziarie o giuridiche
In questo modo, è il clero a dovere scegliere le misure che ritiene di applicare, senza che possa incorrere in rappresaglie finanziarie o giuridiche. È così che le varie lettere inviate alle parrocchie si presentano più come una successione di raccomandazioni che cercano di tenere conto le sensibilità, piuttosto che una ferma decisione politica.
Una seconda circolare dell’autorità civile riguardante più specificamente le sepolture, stabiliva che il feretro doveva essere condotto direttamente al cimitero per l’inumazione e che la Messa funebre doveva essere celebrata unicamente in presenza dei parenti stretti e dopo la sepoltura; e ancora una volta la disposizione si chiude con un diplomatico: «Noi speriamo che comprendiate la necessità di queste misure destinate ad evitare per quanto possibile il pericolo della contaminazione e che vi conformerete a queste istruzioni», cosa che è molto diversa dalle disposizioni inviate ai diversi organismi imprenditoriali che invece si chiudono col richiamo alle possibili sanzioni nel caso in cui le misure non venissero adottate.
È interessante segnalare che questa stessa circolare, del 20 luglio 1918, è stata ritrovata negli archivi episcopali di Sion, ma con l’aggiunta di una piccola nota manoscritta a pie’ di pagina: «Sulla questione vorremmo ricevere delle indicazioni dal Vicario, l’autorità politica non fa fede dappertutto…» (9).
Quando cent’anni più tardi, gli Stati apostati del XXI decidono in maniera unilaterale l’interdizione o la limitazione dell’esercizio del culto, in nome della salute, i fedeli cattolici reagiscono, sotto la direzione dei loro pastori, non come dei reazionari fanatici, ma come delle persone prudenti e realiste, e tollerano (10) o sopportano con pazienza delle decisioni ingiuste, contrarie alla prudenza soprannaturale.
Ma in nessun caso essi saranno tenuti ad un vero atto della virtù di obbedienza nei confronti di quello che in realtà è un abuso di potere.
Il potere della Chiesa nei confronti dei capi di Stato è come il potere di un infermiere professionale nei confronti di un aiuto-infermiere
8) Tutto questo si spiega in ragione di una causa finale. Da questo punto di vista, il potere della Chiesa nei confronti dei capi di Stato è come il potere di un infermiere professionale nei confronti di un aiuto-infermiere.
Quest’ultimo realizza il dosaggio delle medicine a seconda di quanto richiesto dalla salute del corpo, di cui ha cura l’infermiere professionale. Allo stesso modo, il capo di Stato deve vegliare al buon ordine della società a seconda di quanto richiede la salute delle anime, di cui ha cura la Chiesa. Poiché l’uomo non deve cercare la salute, né le ricchezze, se non per quanto richiesto – come dice Sant’Ignazio – dalla salvezza della sua anima: «Che vantaggio avrà l’uomo a guadagnare il mondo intero, se poi perderà la propria anima?» (Mt. XVI, 26).
Che serve all’uomo vincere l’epidemia se finisce col trascurare la santificazione della sua anima, perdendo l’abitudine di andare a Messa la Domenica?
L’antica liturgia della Chiesa prevedeva una Messa per i tempi di epidemia e le rubriche prescrivevano che questo genere di Messe dovevano essere celebrate «con gran concorso di popolo» …
Che serve all’uomo vincere l’epidemia se finisce col trascurare la santificazione della sua anima, perdendo l’abitudine di andare a Messa la Domenica?
NOTE
1 – Papa Leone XIII, enciclica Immorale Dei, del 1 novembre 1885, AAS, t. XVIII (1885), pp. 163-164.
2 – Cardinale Louis Billot, La Chiesa. III, La Chiesa e lo Stato, Courrier de Rome, 2011.
3 – Cardinale Louis Billot, op. cit., n° 1183.
4 – La separazione della Chiesa e dello Stato è stata condannata da Papa San Pio X nell’enciclica Vehementer nos dell’11 febbraio 1906.
5 – Papa Leone XIII, enciclica Libertas del 20 giugno 1888, AAS, t. XX (1988), p. 598.
6 – Cardinale Louis Billot, op. cit. n° 1182.
7 – Mt. XVIII, 9.
8 – Intervista di Diane Montagne a Mons. Athanasius Schneider per la rivista The Remnant.
9 – Laura Marino, L’influenza spagnola nel Vallese (1918-1919); tesi di laurea presentata alla Facoltà di Biologia e Medicina dell’Università di Losanna, 2014, pp. 182-183. La tesi è nell’archivio dell’Università (http://serval.unil.ch), sotto il riferimento BIB_860E861187545.
10 – Così si spiega la comparsa del regime dei concordati, con la definizione di certe materie dette «miste», Cfr. Billot, n° 1247 e ss.
Pensiero
Dugin: la guerra per il nuovo ordine è dinanzi a noi

Renovatio 21 pubblica questo scritto di Aleksandr Dugin apparso su Arktos.
Il nuovo ordine mondiale multipolare non è scolpito nella pietra ed è improbabile che venga accettato pacificamente, ma è destinato a prendere forma attraverso un conflitto intensificato, ricordando come i cambiamenti storici siano decisi dall’imprevedibile svolgimento della guerra.
Un cambiamento nell’ordine mondiale avviene solitamente attraverso la guerra. Molto raramente coloro che detengono il potere globale sono disposti a rinunciarvi volontariamente. Resistono fino alla fine, finché non vengono distrutti e ridotti in rovina. Lo stesso vale senza dubbio oggi.
Naturalmente, nella storia accadono diversi colpi di scena. Pertanto, si potrebbe solo ipoteticamente aspettarsi, sperare o almeno desiderare che i leader occidentali rinuncino volontariamente alla loro egemonia. Ma qualcosa mi dice che è improbabile che ciò accada. E se non accade, allora ci sarà la guerra. Questa guerra è già in corso: la guerra in Ucraina, le guerre in Medio Oriente. Ma non è ancora in pieno svolgimento. Finora, è solo un presagio dell’enorme, fondamentale guerra che sarà combattuta per la ridistribuzione della sovranità reale tra le forze che oggi vengono demarcate.
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Oggigiorno diciamo spesso: guardate, il mondo multipolare è qui, il mondo non è più unipolare, ci sono i BRICS, c’è una «grande umanità», e così via. Tuttavia, possiamo vedere che l’egemonia del sistema unipolare è ancora forte. Questo nonostante il fatto che sia in declino, e nonostante la sua colossale crisi interna, l’implosione piuttosto che l’esplosione della società occidentale e dell’intera civiltà occidentale, sia chiaramente in fermento. Ma, in un certo senso, nonostante il vettore di questa onda discendente, l’egemonia occidentale è ancora più forte del multipolarismo.
Siamo onesti: è ancora in grado, ad esempio, di rimodellare la situazione e l’equilibrio di potere nello spazio post-sovietico. Sappiamo che i globalisti operano in Ucraina, Moldavia, nel Caucaso meridionale e in Asia centrale da tre decenni. Ma glielo abbiamo permesso. E ora, nonostante la divisione dell’Occidente in due o addirittura tre forze – i globalisti, l’UE, Trump e il MAGA – sono comunque riusciti a imporre la forza alle elezioni in Romania, sostituendo candidati sgraditi ai globalisti, uccidendo diverse decine di candidati di Alternativa per la Germania, insabbiando il tutto come «incidenti» e, infine, sono riusciti a imporre la forza alle elezioni in Moldavia. Allo stesso tempo, la guerra in Ucraina è in corso. L’Occidente non si ritira ed è molto difficile per noi ottenere una vittoria decisiva.
È troppo presto per dire che il mondo unipolare occidentale non esiste più. Esiste, anche se in agonia.
E, naturalmente, è molto probabile che se il mondo unipolare non crollerà semplicemente nel prossimo futuro, tutto questo sfocerà in una grande guerra.
Non sono sicuro di dove si svolgerà questa guerra , se nell’Oceano Pacifico contro la Cina o contro l’India, in Medio Oriente, o se ci coinvolgerà direttamente.
È del tutto possibile che tutto inizi da noi. Pertanto, ciò che sta accadendo in Ucraina potrebbe essere l’inizio di una guerra più grande e temibile.
Con le nostre armi nucleari, i nostri territori, la nostra identità storica e la nostra capacità di concettualizzare i processi mondiali, la Russia è qualche passo avanti alla Cina. La Cina sta diventando solo ora una vera potenza globale. Questa è una nuova qualità, un nuovo stato per lei. Non c’è garanzia che i cinesi gestiranno questa situazione. Eravamo una grande potenza mondiale nel XX secolo (una delle due) e nel XIX secolo (una delle tante). La grandezza della Cina risale all’antichità. Senza dubbio, la Cina è oggi uno degli Stati di primo ordine più importanti, uno dei due o tre che governano il mondo. Ma questa è un’esperienza nuova per la Cina contemporanea. Deve ancora prepararsi a questo, e qui si possono commettere molti errori. Abbiamo un’esperienza molto viva in questo campo, ed è per questo che la Russia è il principale ostacolo per i globalisti e il loro principale nemico. Pertanto, noi, e nessun altro, siamo i principali partecipanti a questa guerra, i principali conduttori del raggio luminoso della storia mondiale. Siamo noi che costruiamo il mondo multipolare.
Se una Terza Guerra Mondiale possa essere evitata in queste circostanze è un grande interrogativo. Per ora, l’unica opzione proposta per evitarla è la capitolazione, ovvero la deliberata cessazione anticipata della guerra, alzando bandiera bianca e arrendendosi alla mercé dei vincitori. Ma il riconoscimento deliberato della sconfitta non significa la fine della guerra. Siamo ancora pieni di volontà e di forza, e ci stiamo dirigendo verso la Vittoria, non verso la sconfitta.
Pertanto, se una grande guerra può essere evitata solo con la sconfitta, allora questo non è il nostro caso, e in tal caso la guerra non può essere evitata. Ma se ci sarà o meno la guerra non dipende da noi. Dipende da come il mondo unipolare che la sta organizzando sceglierà il nuovo livello di escalation.
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Nel complesso, concordo con l’analisi secondo cui non possiamo evitare una grande guerra mondiale. Una guerra del genere coinvolgerà la Cina, e molto probabilmente l’India, l’intero Medio Oriente, il mondo islamico. Allo stesso tempo, naturalmente, avrà ripercussioni in Africa e in America Latina, dove si stanno formando due coalizioni: quella dei sostenitori dell’unipolarismo e quella dei sostenitori del multipolarismo.
Pertanto, prove mostruose attendono l’umanità. Stanno già accadendo, noi siamo già dentro di esse. Ciò che abbiamo ora sembrerà un gioco da ragazzi rispetto a ciò che ci aspetta. Naturalmente, come ogni persona normale, non me ne compiaccio né mi rallegro. Ma le guerre scoppiano praticamente sempre quando le persone dicono di non volere la guerra.
Le guerre non dipendono dal fatto che le persone le vogliano o meno. C’è una certa logica nella storia a cui è praticamente impossibile eludere.
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Immagine della Diocesi di Ekaterinodar via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Pensiero
La società del ricatto, della censura e della schedatura di massa. Renovatio 21 intervista Marcello Foa

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Pensiero
Mons. Viganò: l’élite sovversiva ha infiltrato gli Stati

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha partecipato all’appello per la liberazione di Reiner Fuellmich, avvocato tedesco molto attivo durante la catastrofe pandemica.
Sua Eccellenza ha riportato le parole del suo appello, visibile anche in video, in un post su X.
«Una pericolosa élite sovversiva è riuscita a infiltrarsi ai più alti livelli delle istituzioni e dei governi occidentali per attuare il piano criminale dell’Agenda 2030» scrive monsignore.
«In molti Stati autoproclamatisi “democratici”, le voci che denunciano questo colpo di Stato globale vengono messe a tacere attraverso la censura, l’intimidazione, la psichiatrizzazione e persino l’arresto».
«Tra le vittime del regime totalitario che si sta affermando silenziosamente in Europa, Canada, Australia e altre nazioni vassalle delle Nazioni Unite, della NATO, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Forum Economico Mondiale (tutte entità private finanziate dagli stessi poteri) c’è l’avvocato Reiner Fuellmich, ingiustamente imprigionato e ancora in attesa di un giusto processo. Il suo crimine è aver osato dire la verità in un mondo di menzogne criminali» dichiara prelato.
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«Invito i Cattolici e tutte le persone di buona volontà ad alzare la voce in difesa dei perseguitati dal regime globalista. Non è l’avvocato Fuellmich che dovrebbe essere in prigione, ma coloro che hanno commesso il più grande crimine contro l’umanità: Anthony Fauci, Bill Gates, Klaus Schwab, George Soros, Ursula von der Leyen, Albert Bourla, e tutti i loro complici ed emissari, soprattutto quelli che ricoprono cariche istituzionali».
«Liberate Reiner Fuellmich!»
Reiner Fuellmich è un avvocato tedesco, nato nel 1958 a Brema, noto per la sua carriera come specialista in diritto dei consumatori e processuale, con esperienza sia in Germania che in California. Ha studiato legge all’Università di Gottinga e all’Università della California a Los Angeles, ottenendo un dottorato in diritto medico e farmaceutico.
Dal 1985 al 2001 ha lavorato come assistente di ricerca presso il centro di studi sul diritto medico e farmaceutico dell’Università di Gottinga, e ha insegnato in università tedesche ed estoni su temi come il diritto bancario e internazionale privato.
Nel luglio 2020, Fuellmich è diventato uno dei fondatori e portavoce del Comitato Investigativo Corona (Stiftung Corona Ausschuss), un’organizzazione non governativa con sede in Germania, insieme ad altri avvocati. Il comitato ha condotto audizioni con esperti per indagare su «crimini contro l’umanità» legati alla gestione della pandemia, sostenendo che si trattasse di uno «scandalo» orchestrato da governi, OMS e case farmaceutiche.
L’avvocato Fuellmich ha promosso l’idea di un processo stile Norimberga contro figure come Anthony Fauci, Bill Gates e Ursula von der Leyen, raccogliendo fondi e costruendo una rete di oltre 1.000 avvocati a livello internazionale. Fuellmich ha anche guidato un partito politico in Germania, stimato all’8% di consenso in alcuni sondaggi.
Nel settembre 2022, è stato accusato di aver sottratto fondi del comitato attraverso fatturazioni gonfiate per i suoi servizi legali.
Fuellmich ha respinto le accuse come «politicamente motivate» per sabotare il comitato. Un mandato di arresto è stato emesso nel marzo 2023 mentre era in Messico con la moglie; è stato estradato e arrestato all’arrivo a Francoforte il 15 maggio 2023.
Come riportato da Renovatio 21, quattro anni fa Fuellmich aveva intervistato il cardiologo texano Peter McCullough, che aveva accennato a «infertilità e cancro come possibili conseguenze del vaccino». Nel 2021 l’avvocato ricevette dal gruppo Doctors for COVID Ethics una lettera di confutazione all’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) che metteva in guardia rispetto ai vaccini genici sperimentali.
Attualmente Fuellmich, 66 anni, è detenuto in custodia cautelare nel carcere di Rosdorf (Bassa Sassonia), in un penitenziario di massima sicurezza. Il processo per frode e appropriazione indebita è in corso, ma i suoi sostenitori lo descrivono come «prigionia politica» e «persecuzione» per le sue critiche alla gestione pandemica.
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