Geopolitica
Israele spara contro la delegazioni di diplomatici stranieri

Soldati israeliani hanno sparato nei pressi di un gruppo di diplomatici stranieri in visita al campo profughi di Jenin, nella Cisgiordania occupata, spingendo i rappresentanti di oltre 20 paesi e i giornalisti al seguito a cercare riparo, secondo i video ripresi dalla scena.
Il tour, organizzato dall’Autorità Nazionale Palestinese, coinvolgeva delegati provenienti da decine di paesi, tra cui Regno Unito, Canada, Francia, Italia, Spagna, Cina, Giappone, Messico, Egitto e altri. Non sono stati segnalati feriti, ma le riprese video hanno mostrato i diplomatici fuggire in preda al panico mentre si scatenavano gli spari intorno alle 14:00 ora locale.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno affermato che la delegazione aveva deviato dal percorso precedentemente approvato ed era entrata in un’area non autorizzata, da loro descritta come una «zona di combattimento attiva».
Israeli forces opened fire towards an EU delegation on an approved visit to #Jenin in the #WestBank earlier today.
The IDF said they were approaching an area they weren’t allowed to be, so “warning shots” were fired AT EUROPEAN DIPLOMATS. pic.twitter.com/0Y6SHxk73N
— Charles Lister (@Charles_Lister) May 21, 2025
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«Secondo una prima indagine, la delegazione ha deviato dal percorso approvato ed è entrata in un’area non autorizzata. I soldati dell’IDF che operavano nella zona hanno sparato colpi di avvertimento per allontanarli», ha dichiarato l’IDF, esprimendo rammarico per il «disagio causato».
Israeli occupation soldiers open fire on a diplomatic delegation during their visit to Jenin refugee camp. pic.twitter.com/yI3MAyXyZZ
— Eye on Palestine (@EyeonPalestine) May 21, 2025
Il ministero degli Esteri dell’Autorità Nazionale Palestinese ha descritto la sparatoria come una violazione del diritto internazionale, affermando che la delegazione era in missione ufficiale per valutare la situazione umanitaria nel contesto delle crescenti critiche internazionali alle operazioni militari israeliane a Gaza e in Cisgiordania.
The israelis shoot at an int’l delegation visiting Jenin: the targeted group includes EU envoys; but.. but.. aren’t they your allies @EU_Commission pic.twitter.com/eTP3FoCUzz
— Sarah Wilkinson (@swilkinsonbc) May 21, 2025
I leader internazionali hanno prontamente condannato l’incidente. Francia e Italia con il ministro Antonio Tajani hanno convocato gli ambasciatori israeliani per chiedere spiegazioni. Il vice primo ministro irlandese ha definito l’evento «totalmente inaccettabile», mentre il Canada ha chiesto un’indagine approfondita. Anche l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Kaja Kallas, ha definito «inaccettabile» l’atto di sparare vicino ai diplomatici e ha chiesto che si assuma la responsabilità.
Della delegazione, in cui vi erano anche giornalisti, faceva parte il vice console italiano Alessandro Tutino, uscito illeso. Il diplomatico italiano ha parlato subito con il Tajani.
«Ho appena parlato con Alessandro Tutino il vice console d’Italia a Gerusalemme che sta bene e che era fra i diplomatici che sarebbero stati attaccati a colpi di arma da fuoco vicino al campo profughi di Jenin. Chiediamo al governo di Israele di chiarire immediatamente», ha dichiaro su X il ministro degli Esteri. Il vice console sarebbe rientrato a Gerusalemme.
Tajani ha quindi convocato l’ambasciatore israeliano a Roma: «ho appena dato disposizione al Segretario generale del Ministero degli Esteri di convocare l’Ambasciatore di Israele a Roma per avere chiarimenti ufficiali su quanto accaduto a Jenin» ha scritto sui social il Tajani.
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L’incidente, va notato, a poche dalla decisione UE di aprire una revisione dell’accordo di associazione con Israele.
Il ministero degli Esteri egiziano ha affermato che l’incidente «viola tutte le norme diplomatiche», mentre il ministero degli Esteri turco ha «fermamente condannato» gli spari di avvertimento contro i suoi diplomatici.
Il caso dovrebbe riportare alla memoria l’attacco che l’IDF ha portato contro i nostri soldati attivi in Libano con le forze di pace UNIFIL – con Netanyahu che arrivò a minacciare direttamente il corpo ONU di peacekeeping nel Libano meridionale, accusato di «fornire uno scudo umano ai terroristi di Hezbollah»
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Immagine screenshot da YouTube
Geopolitica
La pazza teoria: Trump e Khamenei sono d’accordo?

🇮🇷🇺🇸‼️🚨 BIG SHOW – BACK DOOR DEAL?
1) Iran’s nuclear facilities were evacuated and equipment moved out days in advance. 2) US publicly announced and made the upcoming strikes visible. We all saw the bombers moving in place and the news coverage predicting the strike. 3) The… pic.twitter.com/enfV70VHO1 — Lord Bebo (@MyLordBebo) June 22, 2025
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- 1) Gli impianti nucleari iraniani sono stati evacuati e le attrezzature sono state spostate con giorni di anticipo.
- 2) Gli Stati Uniti hanno annunciato pubblicamente e reso visibili i prossimi attacchi. Abbiamo visto tutti i bombardieri muoversi sul posto e la copertura mediatica che prevedeva l’attacco.
- 3) Gli Stati Uniti hanno quindi colpito un impianto nucleare iraniano vuoto, poiché gli iraniani lo sapevano e lo avevano evacuato.
- 4) I satelliti statunitensi hanno mostrato l’evacuazione delle strutture da parte degli iraniani, quindi gli americani sapevano che le strutture erano vuote e non operative.
- 5) Gli Stati Uniti e l’Iran avevano tenuto dei colloqui segreti in Oman pochi giorni prima, ma nessuno sa cosa fosse stato concordato.
- 6) Trump ha sostanzialmente spiegato che un accordo del genere era già stato concluso in precedenza.
- 7) L’unica conclusione logica è che l’Iran e gli Stati Uniti abbiano stretto un accordo segreto per porre fine alla guerra. – Gli Stati Uniti colpiscono le strutture vuote – L’Iran reagirà ma mancherà il bersaglio.
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Geopolitica
Vance si oppone al coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra tra Iran e Israele

Il vicepresidente statunitense J.D. Vance non sostiene il coinvolgimento del suo Paese nel conflitto tra Israele e Iran, Lo riporta l’agenzia riferito Reuters, che cita due fonti informate.
Un articolo della Reuters che rivelava la sua posizione è stato pubblicato sabato, poche ore prima che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ordinasse di attaccare i siti nucleari iraniani di Fordow, Natanz ed Esfahan.
Secondo le fonti, Vance ha espresso chiaramente la sua opinione durante una telefonata «tesa» tra Trump, il primo ministro israeliano Beniamino Netanyahu e altri alti funzionari di Washington e lo Stato Ebraico, tenutasi giovedì.
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Secondo quanto riportato, Netanyahu e i suoi collaboratori hanno sfruttato lo scambio di battute per cercare di convincere il presidente degli Stati Uniti a rinunciare alla scadenza di due settimane concessa a Teheran per raggiungere un accordo sul programma nucleare del Paese e a prendere immediatamente parte agli attacchi israeliani contro l’Iran.
Gli israeliani hanno sostenuto che esiste solo una finestra di opportunità limitata per utilizzare le bombe americane anti-bunker contro la struttura iraniana di Fordow, profondamente interrata.
Nel corso della telefonata, il vicepresidente, veterano della guerra in Iraq ha «respinto» le richieste dello Stato Giudaico, insistendo sul fatto che Washington «non dovrebbe essere direttamente coinvolta» nel conflitto, hanno affermato le fonti.
La sua preoccupazione sarebbe che «gli israeliani avrebbero trascinato il paese in guerra», hanno aggiunto.
Vance è apparso accanto a Trump quando il presidente ha pronunciato un discorso televisivo dalla Casa Bianca, in cui ha annunciato l’attacco statunitense e ha affermato che i siti nucleari iraniani sono stati «completamente e totalmente distrutti». Teheran ha affermato che gli attacchi non hanno causato danni gravi.
In seguito, gli utenti dei social media hanno condiviso degli screenshot del vicepresidente scattati durante l’evento, descrivendo la sua espressione facciale come «confusa» e «per niente felice».
Più tardi, domenica, Vance ha rilasciato un’intervista a «Meet the Press» della NBC News, affermando che «non vogliamo la guerra con l’Iran. Vogliamo la pace, ma la vogliamo nel contesto in cui non abbiano un programma di armi nucleari».
Se Teheran si asterrà dall’attaccare le truppe statunitensi in Medio Oriente per rappresaglia e abbandonerà una volta per tutte il suo «programma di armi nucleari, allora penso che il presidente sia stato molto chiaro: potremo avere buoni rapporti con gli iraniani. Potremo avere una situazione pacifica in quella regione del mondo», ha sostenuto JD.
Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica ha dichiarato domenica che gli Stati Uniti non hanno la possibilità di sfuggire a «dure risposte» da parte di Teheran per il suo «attacco militare illegale contro gli impianti nucleari pacifici» in Iran. I Pasdaran hanno dichiarato di aver già individuato le località in cui sono di stanza gli aerei che hanno preso parte agli attacchi.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Putin dice che Israele è «quasi un Paese russofono» e che l’Iran ha «diritto all’energia nucleare pacifica»

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