Internet
La premier regina dei lockdown ora vuole controllare internet
Jacinda Ardern, che si è dimessa da primo ministro della Nuova Zelanda a gennaio, inizierà questo mese un ruolo non retribuito nella lotta all’«estremismo online».
Il primo ministro neozelandese Chris Hipkins, che ha assunto la guida di Ardern, ha annunciato martedì di aver nominato Ardern come inviato speciale per un progetto chiamato Christchurch Call, l’«appello di Christchurch». Hipkins ha detto che Ardern inizierà il ruolo part-time questo mese, subito dopo aver lasciato il Parlamento e che si è rifiutata di accettare qualsiasi paga. Ha detto che il ruolo sarebbe stato rivisto alla fine dell’anno.
Ardern aveva lanciato il Christchurch Call con il presidente francese Emmanuel Macron nel 2019, due mesi dopo che un uomo armato aveva ucciso 51 persone in due moschee nella città neozelandese di Christchurch. L’uomo armato ha trasmesso in streaming il massacro per 17 minuti su Facebook prima che il video venisse rimosso.
L’obiettivo di Christchurch Call è eliminare i contenuti terroristici ed estremisti violenti online. Da allora più di 50 paesi hanno aderito al Christchurch Call, inclusi Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Corea del Sud. Le aziende tecnologiche che si iscrivono includono la società madre di Facebook Meta, Amazon, Google, Microsoft, YouTube, Zoom e Twitter.
«L’appello di Christchurch è una priorità di politica estera per il governo e Jacinda Ardern è in una posizione unica per continuare a portare avanti l’obiettivo di eliminare i contenuti estremisti violenti online», ha affermato Hipkins, sottolineando che la Ardern avrebbe riferito direttamente a lui.
La Ardern ha anche annunciato che entrerà a far parte del consiglio di amministrazione di The Earthshot Prize, un ente di beneficenza ambientale avviato dal principe Guglielmo di Windsor nel 2020. Ogni anno, l’ente di beneficenza dona a cinque vincitori 1 milione di sterline ciascuno per aiutarli a crescere soluzioni ambientali.
Come riportato da Renovatio 21, a fine 2022 era emerso che il servizio di Intelligence per la sicurezza della Nuova Zelanda (Stato che fa parte dell’unione dei servizi segreti dei Paesi anglofoni, chiamata Five Eyes) aveva affermato in un bollettino che chiunque abbia opinioni politiche dissidenti è stato «radicalizzato», chiedendo quindi ai cittadini di denunciare i propri amici e familiari se mettono in dubbio le narrazioni del governo.
La Ardern, idolo del goscismo mondiale propalato dai media mainstream, è ovviamente legata al WEF di Davos.
Come riportato plurime volte da Renovatio 21, durante la pandemia la donna aveva dato il meglio di sé. Per esempio aveva dichiarato con tranquillità che l’obbligo vaccinale avrebbe creato una società a due livelli, con una seria A formata quindi da cittadini vaccinati e la serie B formata da bambini non vaccinati.
In altre occasioni aveva proclamato che «non ci sarà una fine al programma di vaccinazione». Già due anni fa erano state segnalate in Nuova Zelanda le «strutture di quarantena» per i contagiati COVID e per i loro famigliari.
Come riportato da Renovatio 21, la Ardern è riuscita a mettere in lockdown la popolazione anche per un singolo caso. Il grottesco totale si raggiunse quando la premier chiese ai cittadini di non parlare con i vicini.
Alla riapertura, fece scalpore la sua dichiarazione riguarda alla possibilità di fare «incontri intimi fino a 25 persone».
A luglio, in un involontario riferimento diretto a 1984 di George Orwell, la Ardern era arrivata a dire che il cittadino deve considerare come «unica fonte di verità» il suo governo: «a meno che tu non lo senta da noi, non è la verità…scartate qualsiasi altra cosa».
Internet
Zuckerberg voleva comprare l’Associated Press
Il CEO di Facebook Mark Zuckerberg ha preso in considerazione l’acquisizione o la presa di una quota importante nell’agenzia di stampa Associated Press, ha riferito la testata americana Business Insider lo scorso martedì, citando fonti.
Il potenziale accordo è stato messo in discussione dopo che il colosso dei social media è stato accusato di aver influenzato le elezioni presidenziali americane del 2016.
Ora conosciuta come Meta, il ruolo della società nelle elezioni, in cui Donald Trump è stato votato al potere, è stato oggetto di un intenso controllo da parte di Washington, tra le accuse secondo cui la piattaforma aveva contribuito a diffondere notizie false.
La situazione della società presso l’establishment era ulteriormente peggiorato dopo che Facebook ha rivelato che un’agenzia russa aveva speso 100.000 dollari in annunci sui social network che presumibilmente tentavano di incitare divisioni durante la campagna presidenziale, scrive RT, che ricorda che Mosca ha negato qualsiasi tentativo di interferire nelle elezioni americane, mentre il vicepresidente di Facebook per la pubblicità, Rob Goldman, ha poi rivelato che le spese russe erano in realtà arrivate dopo le elezioni.
Lo Zuckerberg, tuttavia, è stato comunque costretto ad apportare modifiche significative ai servizi e alle politiche sulla privacy di Facebook, e nel 2018 si è persino scusato ufficialmente con il Congresso degli Stati Uniti per la sua gestione della piattaforma.
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Secondo Business Insider, nello stesso periodo l’amministratore delegato ha avuto l’idea di acquisire un’agenzia di stampa. Le fonti hanno affermato che Zuckerberg aveva pianificato di utilizzarlo come fonte affidabile di informazioni per creare post di notizie di alta qualità e affrontare le controversie sui contenuti della piattaforma. Secondo quanto riferito, il miliardario ha discusso ampiamente l’idea all’interno di Facebook.
Anche se si dice che Zuckerberg abbia preso in considerazione l’acquisizione di diversi gruppi mediatici, alla fine si sarebbe concentrato sull’Associated Press (AP), la principale agenzia di stampa internazionale con sede a Nuova York.
L’AP è una cooperativa giornalistica, che ha reso difficile un’acquisizione definitiva, hanno affermato le fonti. Secondo quanto riferito, Zuckerberg si è invece concentrato sul potenziale sussidio permanente dell’agenzia. Secondo il rapporto, il capo della tecnologia era determinato ad acquisire l’AP e ha coinvolto nei suoi piani anche il team di fusioni e acquisizioni di Facebook.
Alla fine, tuttavia, lo Zuckerbergo avrebbe abbandonato l’idea, presumibilmente temendo un controllo normativo ancora maggiore sull’operazione progettata.
Successivamente, secondo quanto riferito, il giovane oligarca tecnologico avrebbe riflettuto sull’idea di lanciare la propria testata giornalistica di Facebook per produrre contenuti originali e ha preso in considerazione l’idea di attirare i migliori giornalisti da altri organi di informazione con incentivi finanziari. Si dice anche che questa idea sia stata abbandonata a causa delle preoccupazioni per la mancanza di fiducia del pubblico nel gigante dei social media in quel momento.
Meta ha rifiutato di commentare l’articolo, mentre un portavoce di AP ha detto che l’agenzia non era a conoscenza di eventuali trattative per l’acquisizione.
La verticalizzazione intentata sarebbe stata impressionante: il controllo sull’origine delle notizie – l’agenzia stampa più prestigiosa al mondo – e la sua distribuzione a miliardi di persone tramite il social network.
Come non esista ancora all’orizzonte un’operazione anti-trust nei confronti della situazione rimane un mistero. Come enigmatico è il silenzio in Italia di chi per decenni urlava al «conflitto di interessi» mediatico-industriale-politico di Silvio Berlusconi.
La questione delle notizie su Facebook – la cui distribuzione è stata normata, con frizioni significative, da Stati come l’Australia – avrebbe poi preso una piega completamente diversa con il COVID, quando le piattaforme cominciarono una censura globale su ordine diretto della Casa Bianca e di altre agenzie, come risulta da continue rivelazioni alle audizioni del Congresso.
Come noto al lettore, per la pressione sulla questione COVID la pagina Facebook di Renovatio 21 e l’account personale dell’amministratore furono disattivati, per poi essere riaperti solo tramite ordinanza di un giudice.
La centralità che Meta vuole ricoprire nelle esistenze della popolazione mondiale è dimostrata dagli investimenti multimiliardari sulla realtà virtuale, che Zuckerberg dice essere «il nuovo internet mobile», cioè lo spazio dove la gente si troverà e condurrà le sue attività – il «metaverso».
Esperimenti portati avanti per un certo periodo dalla società per leggere il pensiero degli utenti vanno nella stessa direzione: controllo sempre più totale dell’essere umano collegato.
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Immagine di © European Union, 2024 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Internet
Giovane maggiorata di Onlyfans afferma di essere stata pagata per fare «propaganda politica totale» per Biden
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«Penso che volessero solo che una ragazza di colore d’avanguardia lo dicesse alla gente – quando hanno nominato Ketanji Brown Jackson, hanno detto, “puoi dire come persona di colore, che ti senti rappresentata?”», ha aggiunto la popputa ragazzina dell’internetto, apparentemente realizzando gli intenti razzisti della situazione. Notando che l’amministrazione aveva impiegato una società di media di terze parti per contattarla, Khalidi ha detto di non averlo fatto perché non si sentiva rappresentata. «Ed è una donna bianca che mi ha mandato un’e-mail e mi sta dando questa sceneggiatura. E io dico, no, mi piacerà parlare delle novità a riguardo. Ma non permetterò che una persona bianca mi dica di dire: “Sai, è così che mi sento come persona di colore”». A quanto sembra, il complesso neorazzista è installato anche nella mente della tettonica ragazzetta che lo lamenta. «Il fatto che gli assistenti di Biden sappiano anche chi è Farha Khalidi la dice lunga di per sé» nota Modernity News. Come riportato da Renovatio 21, l’alleanza combinata tra Biden e influencer – per lo più trans, fluidi, o giù di lì – di TikTok e social vari ha già prodotto esiti allucinanti e fortemente lesivi per la reputazione della Casa Bianca: pensiamo alle clip con influencer LGBTQ che, dal palazzo presidenziale, invitavano alla vaccinazione. In alcuni casi, si è scoperto che dietro i gruppi di produttori di contenuti filo-Biden vi erano i finanziamenti di Giorgio Soros.An OnlyFans influencer claims that the Biden Administration wanted to pay her to spread ‘political propaganda,’ asking her to say that as a ‘person of color’ she ‘felt reflected.’ She says they wanted her to hide the fact it was a paid for ad. Full report: https://t.co/jWdDfDhmNc pic.twitter.com/8C85ms3UHY
— m o d e r n i t y (@ModernityNews) April 30, 2024
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Intelligenza Artificiale
Top ricercatori di Intelligenza Artificiale lasciano Facebook
Il social media di Mark Zuckerberg sta perdendo i suoi massimi leader nel campo dell’Intelligenza Artificiale. Lo riporta Fortune, che scrive come l’azienda abbia visto almeno tre importanti leader dell’IA lasciare nel solo mese di marzo.
Si tratterebbe di Devi Parikh, ex direttore senior dell’intelligenza artificiale generativa di Meta, Abhishek Das, ex capo del team Fundamental AI Research (FAIR) di Meta, ed Erik Meijer, ex direttore dell’ingegneria di Meta.
Ogni dirigente ha dato l’addio ai propri colleghi alla fine del mese scorso annunciandolo su X. Sembra che non ci siano rancori, in quanto la Parikh ha detto che «le sarebbe mancato Meta», mentre il Das ha scritto nel suo addio che la squadra FAIR di Meta rimane «davvero forte. Faccio il tifo per loro!».
Tuttavia, nessuno di questi tre ricercatori è stato così disponibile come Meijer, che ha dichiarato in un post su X molto schiettamente che mentre è «più ottimista che mai nei confronti di Meta con la maggiore attenzione dell’azienda all’intelligenza artificiale», crede che continuare a lavorare per tale azienda potrebbe limitarsi a qualcuno che non vuole necessariamente costruire il proprio modello linguistico di grandi dimensioni (LLM).
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«Data l’incredibile pressione competitiva sul campo», ha scritto Meijer, «non c’è davvero alcun vantaggio nell’essere all’interno di una grande azienda se si vuole costruire cose interessanti sopra i LLM».
Considerando che il CEO di Meta ha scritto personalmente e-mail di reclutamento per lo staff di Intelligenza Artificiale presso il suo concorrente Google, perdere tre dei migliori scienziati di intelligenza artificiale in un periodo così breve non è rassicurante per la crescita dell’azienda, scrive Futurism.
Da un lato, data la quantità di venture capital investito nelle startup di intelligenza artificiale, non sorprende vedere alcuni direttori rischiare di lasciare le grandi aziende in una fase importante e delicata per quanto riguarda questo nuovo sviluppo dell’AI.
Tuttavia, alcuni esperti affermano che questi licenziamenti volontari riflettono i modelli dei precedenti cambiamenti tecnologici. «Ogni volta che c’è una nuova piattaforma o livello dello stack tecnologico, c’è l’opportunità per le startup di creare app sopra di essa», ha dichiarato a Fortune Arvind Narayanan, professore di informatica a Princeton. «Lo abbiamo visto con il PC, il web, gli app store mobili e ora lo stiamo vedendo con l’Intelligenza Artificiale generativa».
Secondo il Narayanano, questo è un ciclo previsto nella Silicon Valley. E anche se Meijer ha detto a Fortune che la partenza simultanea dei tre dirigenti è probabilmente dovuta al ciclo di revisione annuale dell’azienda, si potrebbe trattare di un colpo duro per Meta, soprattutto perché la corsa all’Intelligenza Artificiale della Silicon Valley continua a surriscaldarsi ed è sempre più competitiva.
Secondo un articolo di sette mesi fa del Wall Street Journal, Meta – società padrona, oltre che di Facebook, di Instagram e Whatsapp – starebbe sviluppando segretamente un potente modello di Intelligenza artificiale progettato per competere con GPT-4 di OpenAI.
Come riportato da Renovatio 21, per quanto poco reclamizzato, Facebook nel tempo ha eseguito ricerche molto avveniristiche, come quella per creare dispositivi in grado di leggere il pensiero degli utenti.
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