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Immigrazione

Trump scherza sugli immigrati illegali deportati. In Italia, invece non vengono deportati e ridono del governo e degli italiani

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La Casa Bianca ha pubblicato un nuovo video di deportazioni di massa di migranti accompagnato da un commento apparentemente sarcastico, con musica allegra in sottofondo. La breve clip è apparsa sugli account dell’amministrazione presidenziale statunitense su X (ex Twitter) e YouTube domenica.

 

Un breve video mostra un gruppo di migranti ammanettati che vengono scortati dagli ufficiali di polizia americani verso il confine. In sottofondo si sente la canzone «Na Na Hey Hey Kiss Him Goodbye».

 

«Na na na na, na na na na, ehi ehi, arrivederci», dice una didascalia del video, ripetendo il ritornello della canzone.

 

 

 

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha condotto la sua campagna elettorale basandosi sulla promessa di inasprire la politica migratoria statunitense e di revocare l’approccio presumibilmente indulgente del suo predecessore Joe Biden nei confronti degli stranieri che risiedono illegalmente nel Paese.

 

Da quando ha assunto l’incarico nel gennaio 2025, Trump ha ampliato la rimozione accelerata, negato finanziamenti federali alle giurisdizioni santuario e aumentato le assunzioni per l’applicazione delle misure di controllo delle frontiere tramite una serie di ordini esecutivi. Ha anche dichiarato un’emergenza nazionale, consentendo lo spiegamento delle forze armate per proteggere il confine.

 

L’amministrazione Trump sta espandendo le strutture di detenzione per ospitare fino a 30.000 migranti.

 

All’inizio di questa settimana, il New York Post ha riferito, citando un funzionario del Dipartimento per la sicurezza interna (DHS), che le autorità competenti degli Stati Uniti hanno arrestato 113.000 migranti e hanno eseguito oltre 100.000 deportazioni dall’insediamento di Trump il 20 gennaio.

 

A marzo, il presidente ha anche invocato l’Alien Enemies Act per deportare circa 300 presunti membri della gang venezuelana Tren de Aragua a El Salvador, dove sono stati rinchiusi in strutture di detenzione di massima sicurezza. Il gruppo criminale stesso è stato designato come organizzazione terroristica straniera da Washington a febbraio.

 

 

Secondo il NY Post, gli attraversamenti illegali della frontiera a marzo sono scesi a circa 7.000, in calo rispetto agli 8.300 di febbraio. Il numero ha anche segnato un calo del 94% rispetto a marzo 2024, quando 137.000 persone hanno attraversato illegalmente gli Stati Uniti dal Messico, ha riferito l’organo di stampa, con le sue fonti del DHS che lo hanno definito «l’effetto Trump».

 

Un simile impatto sui numeri dell’immigrazione non può non richiamare quanto successo in Italia.

 

Come riportato da Renovatio 21, dati dell’anno scorso suggerivano che sotto il governo Meloni il numero degli sbarchi era addirittura aumentato.

 

Ricordiamo che al potere vi dovrebbe essere un governo nazionalista: il principale partito è addirittura definibile come «post-fascista». Un governo che ha dapprima relegato ad un ministero secondario l’unico ministro degli Interni che riuscì a bloccare il flusso dei gommoni in entrata – Matteo Salvini – e poi istituito uno strano progetto di detenzione degli immigrati in Albania, sempre a spese del contribuente, con problemi alle strutture locali che sono stati discussi da inchieste giornalistiche.

 

Il tutto in sfregio patente della promessa di «blocco navale» fatta per anni dalla Meloni.

 

Il risultato: gli immigrati sono liberi di portare nelle nostre città la paura che tutti conosciamo, e che nessuno può negare. Episodi di crimine e di estrema violenza sono all’ordine del giorno, così come è sempre più evidente il parassitismo migrante si traduca in violenza e minaccia alla pubblica sicurezza.

 

Ma non è solo data loro la libertà di arrivare nel nostro territorio e delinquere: sono pagati per farlo, sono spesati, vitto e alloggio e avvocato gratis. Un sistema collaudatissimo, con le filiere delle cooperative porta-voti incorporate, che grida vendetta al cielo, specie nell’Italia delle famiglie che (sempre a causa di politiche folli imposte dal governo su mandato esterno) il lavoro, i trasporti, le bollette hanno raggiunto costi insostenibili.

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È il programma dell’anarco-tirannia necessaria all’instaurazione della Nuova Europa programmata dal Conte Kalergi e dai suoi seguaci, che abbondano in tutti gli schieramenti. Qui ne parliamo spesso: una società dove il criminale straniero è protetto e il contribuente autoctono è perseguito è quello che serve per scardinare lo stato delle cose e indurre la popolazione alla sottomissione finale, all’accettazione della sua sostituzione.

 

Il governo italiano attuale – che dice di non sapere nemmeno chi sia Kalergi – si attiene al programma di distruzione che va avanti da decenni.

 

Di fatto, se non facciamo nulla, gli immigrati parassiti hanno ragione a prenderci in giro, mentre producono rivolte etniche sempre più folli e devastatrici.

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Immigrazione

Il teorico della Grande Sostituzione bandito dalla Gran Bretagna. Dove però i mullah jihadisti stanno tranquilli

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Il governo britannico ha impedito al filosofo francese Renaud Camus, noto per la sua teoria della «Grande Sostituzione» migratoria, di entrare nel Regno Unito.   Il Camus avrebbe dovuto parlare su suolo britannico a una conferenza questa settimana, quando il suo visto è stato revocato dal governo di Londra, che in un’e-mail a Camus ha affermato che la sua presenza nel Regno «non era considerata favorevole al bene pubblico».   Il Camus è noto internazionalmente da lustri per il conio del termine «Grande Sostituzione», che descrive la sistematica sostituzione delle popolazioni occidentali con immigrati non occidentali. A differenza di vari commentatori, tra cui Renovatio 21, il Camus – che è un omosessuale proveniente dalla cerchia degli intellò parigini à la Roland Barthes – non ha mai affermato che la Grande Sostituzione sia un processo guidato da un singolo gruppo di persone.

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Camus attribuisce invece la causa della Grande Sostituzione alla diffusione di un atteggiamento da parte degli Stati che priva i singoli cittadini delle nazioni occidentali della loro identità unica e li fa apparire come unità identiche e intercambiabili con altre persone in tutto il mondo. Il Camus attribuisce lo sviluppo di questa idea al declino della religione, della democrazia, dell’industrializzazione e dell’intrattenimento di massa, tra gli altri fattori.   «Mi ha in un certo senso divertito» ha commentato il Camus in merito alla decisione del Ministero dell’Interno di impedirgli l’ingresso nel Regno Unito durante un’intervista di venerdì del canale britannico GB News. «Mi piace molto l’Inghilterra e, naturalmente, nella mia idea l’Inghilterra è il Paese della libertà di parola per eccellenza. È semplicemente divertente essere bandito per aver detto ciò che mi piace dire alla conferenza in Inghilterra».   «Probabilmente mi hanno bandito perché pensavano che fossi un avversario di ciò che sta accadendo in questo Paese, e lo sono decisamente» ha aggiunto il Camuso. «Penso che ciò che sta accadendo in Inghilterra, così come ciò che sta accadendo in Francia o in qualsiasi altro paese occidentale, sia un crimine».   «Sono molto in disaccordo con tutti questi governi e non mi sorprende che mi considerino un avversario, lo sono decisamente» ha concluso il filosofo.   Vauban Books, l’editore indipendente delle opere di Camus in inglese, ha affermato: «La decisione di escludere Renaud Camus dal Regno Unito è solo un’ulteriore conferma che quel Paese ha abbandonato i principi più basilari della democrazia liberale».   La situazione della libertà di parola nel Regno Unito ha ricevuto una rinnovata attenzione dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni dell’anno scorso, con il nuovo presidente, e in particolare il suo vicepresidente J.D. Vance, che hanno reso la promozione della libertà di parola un pilastro della politica estera degli Stati Uniti nei confronti dell’Europa.   Alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera di febbraio, il vicepresidente Vance ha dichiarato ai politici europei che la minaccia più grande per l’Europa non risiede all’esterno dei suoi confini, da avversari come Cina e Russia, ma all’interno. Ha accusato i leader europei di essersi allontanati dai valori fondamentali che hanno reso grande la civiltà europea.   Durante la campagna elettorale, Vance aveva anche ipotizzato che l’America avrebbe ritirato il suo sostegno all’Europa se i suoi leader avessero continuato a censurare i giganti dei social media statunitensi, in particolare Twitter.  
    Il ministero dell’Interno britannico ha rifiutato di commentare la decisione di impedire a Camus di entrare nel Regno Unito. Curioso che nel Paese, invece, vivano e predichino in tranquillità mullah e imam jihadisti, che hanno fatto di alcune zone delle città britanniche, come Finsbury a Londra, delle No-Go Zone dove vige la shari’a ed è predicato l’odio contro gli infedeli, che di fatto li ospitano.   Chi al contrario dello scrittore francese ritiene che il processo di sostituzione etnica non sia la risultanza di fenomeni organici ma l’attuarsi di un programma preciso (anche vecchio di secoli) crede nel cosiddetto Piano Kalergi, dal nome del conte che propugnò il meticciato dell’Europa per renderne la popolazione più manovrabile. Il Kalergi è tuttora considerato come un nume tutelare dell’Europa moderna, come ha fatto capire di recente il democristiano Rocco Buttiglione.   Il concetto di sostituzione etnica è stato disconosciuto dalla sedicente destra attualmente al governo in Italia, con un ministro, già genero del presidente del consiglio, a dichiarare di non aver mai sentito parlare del conte Kalergi.   Il Camus prima del lancio della teoria del Grand Remplacement, era noto per la sua vita intellettuale fatta di incontri con artisti e scrittori (lo scrittore surrealista Louis Aragon, il semiologo Roland Barthes, la romanziera Marguerite Duras, il regista teatrale Bob Wilson, il pittore espressionista astratto Robert Rauschenberg, il pittore Cy Twombly, il duo artistico Gilbert & George, nonché Andy Warhol: tutti, in pratica legati al tema dell’omosessualità) così come per i suoi diari dove racconta di rapporti invertiti avuti con uomini – per lo più mai più riveduti – in vari Paesi, tra cui l’Italia, dove il Camus era stato borsista dell’Accademia di Francia di Villa Medici a Roma.   Il Journal romain («Diario romano») fu pubblicato nel 1987: facendo uscire a cadenza annuale i suoi giornali intimi, il Camus finì accusato per alcune frasi del diario 1994 di antisemitismo. Vari intellettuali suoi colleghi, tra cui Alain Finkielkraut, si schierarono in sua difesa.   Nel 2010 Camus salì alle cronache per la formulazione del concetto di Grand Remplacement, la Grande Sostituzione secondo cui è in corso la colonizzazione e riconfigurazione etnica della Francia da parte di masse afroislamiche immigrate. «La Grande Sostituzione è molto semplice. Ora c’è un popolo, e nello spazio di una generazione ce ne sarà un altro» ha sintetizzato lo scrittore. Tali posizioni gli fruttarono nel 2014 una condanna, con multa da 4000 euro, per incitamento all’odio razziale.   Il Camus vive in un castello della zona del Midi e ad inizio anni Duemila aveva fondato il Parti dell’In-nocence («Partito dell’In-nocenza») che sosteneva la coalizione dietro a Marine Le Pen nel 2012. Nel 2022 sostiene invece la candidatura dello scrittore anti-immigrati Eric Zemmour.   La Grande Sostituzione da concetto utilizzato per screditare i conservatori e additarli come «complottisti» è oramai una realtà ammessa dalla stessa sinistra-establishment.   Come riportato da Renovatio 21, un mese fa è stato calcolato che la sinistra tedesca sarebbe al 70% se avessero votato solo i musulmani. Medesimo fenomeno osservato in Isvezia, dove, su 10 milioni di abitanti, gli immigranti che possono votare sono oramai oltre un milione.

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La questione della «Grande sostituzione elettorale» è stata discussa recentemente anche negli Stati Uniti, con la stampa che ha ammesso come l’amministrazione Biden abbia accelerato l’immigrazione per «rimodellare l’elettorato».   Il francese non è l’unico a parlare dell’urto distruttivo della migrazione di massa.   Un notissimo collega di Camus, il romanziere Michel Hoellebecq, due anni fa ha dichiarato che «la grande sostituzione è un fatto. L’Europa sarà spazzata via dall’immigrazione». L’autore francese aveva già dato un affresco estremamente dettagliato e futuribile dell’islamizzazione della Francia e dell’Occidente nel suo libro Soumission, in italiano Sottomissione, dove immaginava una Francia completamente sottomessa all’Islam nel giro di pochi anni.  
Come riportato da Renovatio 21, un sondaggio del 2022 rivelava che due terzi dei cittadini francesi teme la Grande Sostituzione.
Renovatio 21 crede che, più che la Grande Sostituzione, sia ora da esaminare un effetto più concreto del processo in corso, ossia l’avvio della società occidentale verso l’anarco-tirannia.
 

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Immagine di Renaud Camus via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic  
 
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Immigrazione

Gli USA potrebbero sequestrare i beni dei migranti illegali. Perché non lo facciamo in Italia?

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Il governo degli Stati Uniti sta valutando la possibilità di confiscare i beni degli immigrati clandestini che non pagano le multe per aver oltrepassato la scadenza dell’ordine di espulsione. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando documenti dalla stessa esaminati.

 

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avviato una stretta contro l’immigrazione illegale da quando è entrato in carica a gennaio.

 

Il Dipartimento della Sicurezza Interna ha annunciato la scorsa settimana che i migranti che rimangono nel Paese dopo aver ricevuto un ordine definitivo di espulsione saranno soggetti a una multa di 998 dollari al giorno.

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Se non pagano, i loro beni potrebbero essere sequestrati, ha scritto la Reuters martedì. L’agenzia ha anche citato un alto funzionario non identificato che ha affermato che il governo ha in programma di applicare le sanzioni retroattivamente per un massimo di cinque anni, portando potenzialmente a multe di oltre 1 milione di dollari.

 

Non ci sono leggi federali che proibiscono agli immigrati clandestini di acquistare proprietà negli Stati Uniti. Possono acquistare case o auto in contanti, ed esistono opzioni di finanziamento. Tuttavia, alcuni stati, come Texas e Florida, richiedono la prova della presenza legale per la registrazione del veicolo o per ottenere una patente di guida.

 

Secondo le e-mail esaminate da Reuters, la Casa Bianca ha sollecitato l’US Customs and Border Protection a gestire le sanzioni, i sequestri di proprietà e la vendita dei beni dei migranti che non pagano.

 

Il piano è rivolto alle circa 1,4 milioni di persone a cui un giudice dell’immigrazione ha intimato di lasciare il Paese, ha osservato l’agenzia.

 

Le multe si basano su una legge del 1996 che è stata applicata per la prima volta durante il primo mandato di Trump nel 2018. Reuters ha citato i verbali del tribunale che mostrano che almeno quattro migranti hanno ricevuto multe di circa 60.000 all’epoca dollari.

 

L’ex presidente Joe Biden ha smesso di emettere multe e ha revocato le norme quando è entrato in carica nel 2021.

 

Durante la sua campagna elettorale dell’anno scorso, Trump ha criticato Biden per il suo approccio nei confronti degli stranieri residenti illegalmente nel Paese, attribuendo a questo la responsabilità dell’escalation dei flussi migratori al confine tra Stati Uniti e Messico.

 

Si tratta dell’ennesima iniziativa concreta dell’amministrazione Trump da quando ha dichiarato un’emergenza nazionale, consentendo, tra le altre cose, lo spiegamento delle forze armate per proteggere il confine e ottenendo la quasi cessazione del flusso migratorio nel Paese.

 

 

Non è possibile capacitarsi, a questo punto, di come Trump non divenga un esempio per le destre europee, in ispecie quella italiana, che è al governo con un partito sedicente nazionalista e sovranista, sotto la cui supervisione, tuttavia, il numero di immigrati è aumentato invece che diminuire.

 

Invece che vedere i beni degli immigrati – ottenuti per assistenzialismo o per crimine: perché non è chiaro quanti dei milioni di clandestini nel nostro Paese possano e vogliano lavorare – confiscati per il bene comune, il cittadino italiano è costretto a testimoniare la cornucopia di proprietà esibite dagli immigrati illegali.

 

Al contribuente italiano l’immigrato schiaffa in faccia il telefonino di ultima generazione, il vestito di moda, le cuffiette tecnologiche, il monopattino elettrico, e, in casi di odore evidentemente criminale, l’auto di lusso, l’orologio costosissimo, come da immaginario della musica trap et similia.

 

Tutto ciò è pagato dal contribuente, o tollerato dalle forze dell’ordine incapaci di reprimere il crimine immigrato, già organizzato in bande ci violenza ferale come la mafia nigeriana.

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Il mistero è come la cittadinanza si sia assuefatta ad una simile ingiustizia, che è patente e volare.

 

Il comportamento del primo ministro Meloni, che sembra preferire l’Europa della Von der Leyen – la gabbia della nazione italiana, pensavano sino a non troppi anni fa le destre – allo slancio mondiale di Trump, lo lasciamo giudicare ai lettori.

 

Nel frattempo, godetevi gli africani «richiedenti asilo» che, oltre che al vitto e alloggio nel condominio che ha distrutto il valore immobiliare della vostra casa, ostentano oscenamente tutte le cose che gli avete comprato con le vostre tasse – e con la vostra tolleranza.

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Immigrazione

La minaccia crescente del terrorismo immigrato in Francia

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Un attacco terroristico è stato sventato all’inizio di questa settimana nel Nord della Francia, che ha coinvolto un diciannovenne che sosteneva di agire per conto dell’ISIS. Lo ha riportato The European Conservative.   Negli ultimi mesi sono stati sventati non meno di sei attacchi. Per il ministro dell’Interno, il vero pericolo oggi non è più un attacco esterno, ma le azioni di una frangia di giovani francesi radicalizzati.   Morad M. è stato arrestato dalla polizia in un centro sociale di Dunkerque la mattina di mercoledì 2 aprile, in seguito a una soffiata. Il giovane, cittadino francese e disoccupato, era noto per il traffico di droga.  
 

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Gli investigatori hanno trovato una lettera di fedeltà allo Stato Islamico a casa sua, dove ammetteva di voler commettere un attentato con una cintura esplosiva nella città di Dunkerque, prendendo di mira le terrazze dei caffè e i luoghi frequentati dalla comunità ebraica, per fare «come il Bataclan». Ha affermato di essere motivato «dalla situazione della Francia». I responsabili del centro dove viveva da tre anni erano stati allertati dalla sua progressiva radicalizzazione. Altri due uomini che conosceva sono stati arrestati con lui; uno di loro è stato incarcerato per «associazione a delinquere con terroristi».   Parlando ai media in seguito a questo caso, il ministro dell’Interno Bruno Retailleau ha espresso la sua preoccupazione per la portata della minaccia terroristica che la Francia si trova ad affrontare oggi. L’80% delle indagini condotte dalla Procura Nazionale Antiterrorismo riguarda attacchi jihadisti.   La minaccia è duplice: «c’è sempre la minaccia esogena, che viene dall’esterno, in particolare dallo Stato Islamico. La minaccia più reale, più pressante, è quella interna, con un numero sempre maggiore di giovani».   L’estrema giovane età di questi aspiranti terroristi è motivo di preoccupazione ai piani alti. Nel 70% dei casi sventati, i presunti autori avevano meno di 21 anni. L’età dei coinvolti è una dimostrazione lampante dell’incapacità del sistema educativo nazionale di prevenire la radicalizzazione degli adolescenti. Questi giovani, spesso senza futuro e provenienti da famiglie disgregate, si radicalizzano online, sulla base di contenuti generati dall’intelligenza artificiale da agenti dello Stato Islamico.   Un mese fa, un minorenne di 17 anni è stato arrestato e incarcerato per un progetto simile nella regione di Vesoul, nella Francia orientale. Avrebbe pianificato di usare un coltello per attaccare una chiesa, una sinagoga o un’ambasciata o un consolato americano o israeliano. Ha anche affermato di essere un membro dell’ISIS.   Dagli attentati di Tolosa del 2012, i servizi segreti francesi hanno sventato 86 attentati.

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