Intelligence
Trasferimento di palestinesi da Gaza all’Egitto: documento trapelato dai servizi segreti israeliani
Un documento dei servizi segreti israeliani trapelato ai media descrive un piano per trasferire i palestinesi dalla Striscia di Gaza all’Egitto. Il documento è stato riportato integralmente in ebraico dal notiziario israeliano Sikha Mekomit e in inglese dal sito partner +972 Magazine, che ha verificato l’autenticità del documento tramite una fonte nel ministero dell’Intelligence di Tel Aviv.
«Evacuare la popolazione civile nel Sinai», quindi «creare una zona sterile di diversi chilometri… all’interno dell’Egitto, e [impedire] il ritorno della popolazione alle attività/residenze vicino al confine di Israele»: il nocciolo di un documento politico redatto dal ministero dell’Intelligence israeliano è questo. Esso non rappresenta necessariamente di per sé una decisione politica, poiché il ministero dell’Intelligence scrive proposte politiche, ma non può imporre un’azione.
Il testo, lungo di dieci pagine e datato 13 ottobre 2023, raccomanda esplicitamente il trasferimento dei palestinesi da Gaza, in un processo in tre fasi: evacuazione dei residenti del nord di Gaza a Gaza del sud e conduzione di attacchi aerei nel nord; un’incursione di terra che porta all’occupazione dell’intera Striscia di Gaza e l’espulsione dei residenti; la «pulizia dei bunker sotterranei dei combattenti di Hamas».
La proposta richiede azioni per «motivare» i palestinesi ad accettare il piano: «i messaggi dovrebbero ruotare attorno alla perdita della terra, chiarendo che non c’è speranza di tornare nei territori che Israele occuperà presto…. L’immagine deve essere: “Allah si è assicurato che perdeste questa terra a causa della leadership di Hamas: non c’è altra scelta se non quella di trasferirvi in un altro posto con l’assistenza dei vostri fratelli musulmani”».
Il documento sollecita una campagna di pubbliche relazioni per creare sostegno al piano in tutto il mondo occidentale «in un modo che non… diffami Israele».
Ciò potrebbe essere ottenuto presentando il trasferimento forzato come un vantaggio umanitario: il trasferimento porterà a «meno vittime tra la popolazione civile rispetto alle vittime previste se la popolazione rimanesse». Sikha Mekomit e +972 Magazine riferiscono che il documento era inizialmente trapelato in un gruppo WhatsApp di attivisti di destra che sostengono il piano.
La sua diffusione in una dimensione più pubblica è intesa come un pallone sonda, per vedere se, secondo una fonte, «il pubblico israeliano è pronto ad accettare idee di trasferimento da Gaza».
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Negli Stati Uniti, dopo settimane di proposte per un «corridoio umanitario» che portasse, a senso unico, verso l’Egitto, il 29 ottobre il presidente Biden aveva twittato, dopo un colloquio con il presidente egiziano Al-Sisi, che «abbiamo riaffermato il nostro impegno a lavorare insieme e abbiamo discusso dell’importanza di proteggere le vite dei civili, del rispetto del diritto internazionale umanitario e di garantire che i palestinesi di Gaza non vengano sfollati in Egitto o in qualsiasi altra Nazione».
I also spoke with President Abdel Fattah Al-Sisi to share my appreciation for Egypt facilitating the delivery of humanitarian assistance to Gaza.
We reaffirmed our commitment to work together and discussed the importance of protecting civilian lives, respect for international…
— President Biden (@POTUS) October 29, 2023
Tuttavia il documento del ministero dell’Intelligence israeliano afferma che l’Egitto si troverà obbligato «secondo il diritto internazionale a consentire il passaggio della popolazione», e gli Stati Uniti possono lavorare per fare pressione su Egitto, Turchia, Qatar, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti.
Il documento conclude valutando che se la popolazione di Gaza rimane dove si trova, le «molte vittime arabe» generate nell’invasione di terra costituirebbero per Israele un disastro di pubbliche relazioni ancora peggiore dell’espulsione forzata dei civili palestinesi.
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Immagine di Ronan Shenhav via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic
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L’Intelligence USA dice che Putin non ha ordinato la morte di Navalnij
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Cina
Pechino, la Germania e lo scontro sulle spie
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Quattro arresti in poche ore tra i quali anche uno stretto collaboratore del leader di Alternative für Deutschland nella corsa al Parlamento europeo. Le criticità nei programmi di ricerca congiunti tra università tedesche e istituti cinesi con background militare. La replica del portavoce del ministero degli Esteri cinese: «diffamazioni».
L’arresto per spionaggio di quattro persone in Germania a pochi giorni dal viaggio a Pechino del cancelliere tedesco Olaf Scholz ha portato in primo piano in queste ore in Europa la questione già caldissima della sicurezza dei rapporti con la Repubblica popolare cinese.
Il caso più clamoroso è quello del cittadino tedesco di origine cinese Guo Jian (郭建), 42 anni, assistente di un politico del partito populista di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD), arrestato martedì mattina nella sua residenza di Dresda.
Guo Jian lavorava per Maximilian Krah, il candidato di spicco dell’AfD alle prossime elezioni europee di giugno. Secondo il procuratore, Guo è accusato di aver fornito all’agenzia di Intelligence cinese informazioni su discussioni e negoziati nel Parlamento Europeo e di aver spiato i dissidenti cinesi che vivono in Germania
Il cancelliere Scholz ha commentato: «Non possiamo accettare lo spionaggio contro di noi, da qualsiasi Paese provenga». Ha inoltre affermato che le accuse contro l’AfD sono «molto preoccupanti».
Maximilian Krah – che continua la sua campagna elettorale – ha dichiarato di aver saputo dell’arresto di Guo solo dai notiziari e ha affermato di non essere a conoscenza delle sue attività. Nella sua azione politica al Parlamento europeo, però, Krah ha votato contro una risoluzione che denunciava gli abusi dei diritti umani nello Xinjiang e ha affermato che Taiwan appartiene al governo di Pechino.
Guo Jian era attivo nella cerchia dei dissidenti cinesi in Germania. Raramente, però, si trovano online dettagli e informazioni pubbliche su di lui. Pur avendo lavorato come assistente di un politico, non è un personaggio pubblico e usa raramente i social network. Una sua foto con il Dalai Lama sta circolando sui social network dopo l’arresto. Guo si è occupato di commercio con la Cina dopo essersi laureato in un’università tedesca e aveva un’azienda che importava prodotti LED dalla Cina. Nel 2019 è diventato assistente di Krah. I media tedeschi hanno rivelato che Krah ha visitato Pechino nel 2019 e le spese di viaggio sono state coperte da aziende cinesi.
L’arresto di Guo è avvenuto un giorno dopo quello di tre cittadini tedeschi per presunto spionaggio. I tre sono accusati di aver passato tecnologia militare ai servizi segreti cinesi in cambio di un pagamento. I procuratori hanno confermato che una coppia residente a Düsseldorf e un uomo di Bad Homburg sono stati reclutati dal ministero della Sicurezza di Stato cinese e hanno esportato tecnologia sensibile in Cina senza autorizzazione. Le operazioni sono durate circa due decenni, almeno fino al giugno 2022.
I tre sono stati accusati di aver acquistato un laser per la Cina. Inoltre, la coppia, che lavorava per una società affiliata a un’università, ha trasferito le informazioni di una parte di un macchinario che può essere utilizzato nelle navi militari. I servizi segreti tedeschi hanno dichiarato che il caso potrebbe essere «solo una punta dell’iceberg». Le università sono considerate un punto debole sotto l’influenza straniera e lo spionaggio industriale. I rapporti dicono che molte università tedesche hanno programmi di ricerca congiunti con istituti cinesi con background militare.
Interpellato su queste vicende il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha risposto che stanno «diffamando e intimidendo» la Cina. Wang ha anche accusato i Paesi europei di diffondere «false informazioni sulle cosiddette spie cinesi».
Questa settimana anche due uomini britannici sono stati accusati di aver consegnato documenti e informazioni alla Cina nel Regno Unito. Uno di loro lavorava come ricercatore per il Parlamento.
Negli ultimi mesi, i massicci attacchi informatici della Cina hanno attirato l’attenzione dei Paesi occidentali. Gli obiettivi degli attacchi vanno dalle aziende con tecnologie all’avanguardia nell’industria, ai politici e ai dissidenti cinesi all’estero.
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I politici americani temono che le agenzie di Intelligence mettano nei loro computer pedopornografia
Tucker Carlson just dropped a bombshell on Joe Rogan. His claim: politicians are afraid to do what is right in Congress because intel agencies will frame them for heinous acts. Wow.pic.twitter.com/zkPjVWBdNd
— Christian Garcia (@CricsConCarne) April 20, 2024
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